Bonus export digitale: contributi fino a 22.500 euro, presentazione domanda entro il 15 luglio

Il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e l’Agenzia Ice mettono a disposizione delle micro e piccole e medie imprese i contributi a fondo perduto per l’export digitale. L’obiettivo è quello di favorire lo sviluppo dell’attività di intermediazione delle imprese, organizzate anche in consorzi e reti. L’importo minimo dei contributi a fondo perduto è di 4 mila euro; quello massimo è di 22.500 euro.

Contributi a fondo perduto per l’export digitale: che cosa sono?

I contributi a fondo perduto per l’export digitale consistono in incentivi per acquistare soluzioni digitali che permettano alle imprese di incrementare il processo di internazionalizzazione. L’incentivo è pari a 4 mila euro al netto dell’Iva, per spese pari a 5 mila euro effettuate dalle micro imprese; gli aiuti salgono a 22.500 euro per i consorzi e le reti imprese sulle spese ammissibili.

Quali investimenti prevedono i contributi a fondo perduto dell’export digitale delle imprese?

Gli investimenti che si possono effettuare mediante i contributi a fondo perduto dell’export digitale consistono:

  • nel realizzare i siti di commercio elettronico o le applicazioni mobili;
  • nell’implementare strategie di comunicazione, di informazione e di promozione che consentano una presenza on line delle imprese più ampia;
  • nel fruire di servizi di consulenza relativi ai processi organizzativi e al capitale umano;
  • nel sottoscrivere abbonamenti alle piattaforme specializzate a gestire la visibilità e il content marketing.

Quali sono le imprese che possono richiedere i contributi a fondo perduto per l’export digitale?

Le imprese che possono richiedere i contributi a fondo perduto per l’export digitale sono:

  • le micro imprese (numero di dipendenti inferiori a dieci e fatturato non eccedente i 2 milioni di euro all’anno) e le imprese organizzate in reti e consorzi del manifatturiero, organizzate in società; ditte individuali; artigiani; consorzi; reti;
  • tra le micro imprese ammesse si indicano le industrie alimentari; le industrie di confezionamento di articoli di abbigliamento, di pelle e pelliccia; aziende per la fabbricazione dei prodotti in metallo; le imprese dei mobili e del legno; altre attività produttive come macchinari, apparecchiature, pelle, stampa, gomma, plastica, chimica, elettromedicali, elettronica e gioielli.

Come si presenta la domanda per il bonus export digitale?

La domanda del bonus export digitale deve essere presentata tramite la piattaforma messa a disposizione da Invitalia. Per l’accesso è necessario dotarsi di uno Spid. La sezione di riferimento è quella relativa alla misura del “Bonus per l’export digitale”. La prenotazione dei contributi a fondo perduto avviene in due momenti. Nel primo è necessario compilare la domanda dal 10 maggio al 15 luglio 2022; nel secondo l’impresa dovrà presentare la domanda vera e propria entro la stessa data di scadenza, ovvero il 15 luglio 2022.

Presentazione domanda contributi export digitale: di cosa c’è bisogno?

Per presentare domanda è dunque necessario avere:

  • lo Spid per l’identificazione e l’accesso alla piattaforma;
  • una casella di posta elettronica certificata (Pec) che sia attiva;
  • la firma digitale.

Infine, ogni micro impresa può presentare un’unica domanda, sia considerata singolarmente che come partner di reti di imprese o di consorzi.

 

Credito di imposta di 10mila euro per partecipare alle fiere in Italia

In arrivo il credito di imposta pari a massimo 10 mila euro per la partecipazione a fiere internazionali organizzate in Italia. A introdurre il nuovo bonus è il decreto legge “Aiuti” che prevede risorse a favore delle imprese pari a 34 milioni di euro. Il credito di imposta è oggetto di uno specifico emendamento al decreto Aiuti, presentato dalla maggioranza e già approvato in Commissione alla Camera. L’incentivo andrà a favore soprattutto delle piccole e medie imprese (Pmi) che potranno incrementare la propria propensione all’internazionalizzazione.

Bonus fiere fino a 10 mila euro, in arrivo il sostegno al settore fiere e alle piccole e medie imprese italiane per l’export

Il credito di imposta di 10 mila euro per ciascuna impresa rappresenta un bonus differente rispetto a quello previsto finora dal Fondo 394 di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese. Quest’ultimo, infatti, assegna risorse per la partecipazione delle imprese a fiere e congressi internazionali svolti anche in Italia. La misura del decreto “Aiuti”, presentato dall’esponente della Lega Benedetta Fiorini, incentiva unicamente la partecipazione alle fiere e mostre internazionali svolte nel territorio italiano. Si tratta, pertanto, di un incentivo al settore delle fiere italiane dopo i periodi di chiusura per la pandemia. In conseguenza proprio delle chiusure, il comparto fieristico ha subito pesanti penalizzazioni. Ma si tratta anche di un sostegno a favore dell’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese italiane che, da sole, generano all’incirca il 50% delle esportazioni secondo quanto stimato dall’Associazione di riferimento delle Fiere Italiane (Aefi).

Cosa finanzia il credito di imposta per le fiere delle piccole e medie imprese?

L’emendamento al decreto “Aiuti” approvato in Commissione nella notte del 1° luglio 2022, prevede il sostegno a ciascuna piccola e media impresa di un importo pari a 10 mila euro per la partecipazione alle fiere internazionali. Il bonus, che si concretizza in un credito di imposta, mira a finanziare proprio le spese sostenute dalle Pmi per partecipare alle fiere. E pertanto, tra le spese ammissibili, rientreranno proprio quelle direttamente imputabili alla partecipazione di manifestazioni fieristiche. Il bonus potrà essere utilizzato entro il 30 novembre prossimo a rimborso delle spese sostenute. Si attendono, dunque, maggiori dettagli della misura con la conversione del decreto “Aiuti” previsto nel corso della prima metà di luglio.

Contributi a fondo perduto Simest Fondo 394, presentazione delle domande dal 12 luglio 2022

A proposito dei contributi elargiti da Simest, si potranno presentare a partire dal prossimo 12 luglio le domande per i contributi contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati del Fondo 394 per la digitalizzazione delle imprese, la transizione ecologica e per l’export. Gli incentivi rientrano nelle misure di investimento del Programma Next Generation EU, Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). La gestione degli incentivi è affidata a Simest secondo le line tracciate dal decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 126 del 31 maggio scorso. Si possono finanziare gli investimenti in spese digitali per una parte di almeno il 50% dei contributi richiedibili; più le spese di promozione della sostenibilità e della competitività sui mercati internazionali per il restante 50%.

Bonus banda ultralarga da 300 a 2500 euro, ammessi anche professionisti e partite Iva

Anche i liberi professionisti, gli autonomi e le partite Iva sono stati ammessi al bonus banda ultra larga. Il relativo decreto ministeriale sul bonus per la connettività, che consente di ottenere i contributi per l’adesione ai servizi di internet ultra veloce, è stato pubblicato nei giorni scorsi nella Gazzetta Ufficiale. Anche le partite Iva e i professionisti, dunque, potranno richiedere il voucher che va da un minimo di 300 euro a un massimo di 2.500 euro. Le partite Iva si uniscono, pertanto, alle micro e piccole e medie imprese tra i beneficiari dei contributi.

Voucher banda ultralarga, quali sono i requisiti per chiedere il bonus?

I professionisti e le partite Iva che vorranno richiedere il bonus per la banda ultra larga, dovranno avvalersi dei servizi di connettività veloce offerti dagli operatori di telecomunicazione. La velocità della banda dovrà attestarsi da un minimo di 30 megabit per secondo a connessioni che superano i gigabit per secondo. Anche le partite Iva dovranno rivolgersi agli operatori delle telecomunicazioni accreditati alla gestione dei voucher da parte di Infratel Italia. La società è deputata a gestire le risorse per conto del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise).

Bonus banda ultra larga per i professionisti e partite Iva: passo avanti nella digitalizzazione

La possibilità di usufruire dei bonus per la connettività veloce rappresenta, dunque, anche per le partite Iva e i lavoratori autonomi un passo importante verso la transizione digitale. Inoltre, l’inclusione alla misura consente ai professionisti di cogliere un’importante opportunità sulla parità di accesso agli strumenti digitali e di ridurre il gap con le imprese in merito alla competitività sul mercato.

Voucher imprese per la connettività veloce, di cosa si tratta?

Già a partire dallo scorso 1° marzo le micro e le piccole e medie imprese possono richiedere il voucher per la banda ultralarga dall’importo minimo di 300 euro fino a un massimo di 2500 euro di aiuto. L’incentivo prevede l’erogazione del voucher alle imprese per gli abbonamenti a internet ultra veloce. I bonus sono erogati dal ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) sulla base del decreto del 23 dicembre 2021 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 33 del 2022), adesso modificato per includere anche le partite Iva e i professionisti. Il relativo comunicato di riferimento del Mise per l’attuazione della misura è quello del 28 febbraio 2022. Nel documento sono contenute tutte le informazioni per la richiesta del bonus.

Quali bonus possono richiedere le imprese e le partite Iva per le connessioni internet a banda ultra larga?

I voucher per la connessione internet a banda ultra larga hanno in importo minimo di 300 euro fino a un massimo di 2500 euro. Il contributo è previsto dalla Strategia nazionale di attuazione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Gli abbonamenti alla banda ultra veloce delle micro e delle piccole e medie imprese devono avere una durata minima di 18 fino a una massima, ai fini del bonus, di 24 mesi. Il totale delle risorse messe a disposizione dal ministero per lo Sviluppo Economico ammontano a 608 milioni di euro. Per la domanda del voucher le micro e le piccole e medie imprese devono risultare regolarmente iscritte al Registro delle imprese.

Qual è l’importo del voucher per le connessioni a internet a banda ultra larga delle micro e Pmi?

Il voucher per gli abbonamenti alla banda ultra veloce può essere richiesto dalle micro e piccole e medie imprese, nonché dalle partite Iva e dai professionisti, a seconda delle necessità di connessione. Il servizio richiesto dovrà avere una velocità di download a partire da 30 megabit al secondo. Si può arrivare a velocità di un gigabit al secondo o anche di più. Il voucher base di 300 euro riguarda i contratti di abbonamento a internet ultra veloce da 30 megabit per secondo a 300 megabit per secondo (Voucher A1). Il Voucher A2 è richiedibile per velocità di connessione da 300 megabit per secondo fino a 1 gigabit per secondo. Si può richiedere un contributo anche per sostenere le spese di installazione del sistema di connessione.

Come si presenta la domanda per il bonus banda larga per le imprese e le partite Iva?

La domanda del voucher per la banda ultra larga può essere inoltrata dalle imprese dal 1° marzo 2022. Con la modifica del decreto, anche le partite Iva e i liberi professionisti potranno inoltrare richiesta di voucher. La scadenza è fissata al 15 dicembre prossimo. Le domande vengono inoltrate direttamente dagli operatori di telecomunicazione abilitati da Infratel Italia per realizzare gli interventi.

Contributi a fondo perduto Simest, apre da oggi lo sportello per gli incentivi

Apre da oggi, 27 aprile 2022, la procedura a sportello per la richiesta dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti agevolati Simest. Il perimetro dei finanziamenti per la transizione ecologica e digitale risulta esteso alle piccole e medie imprese anche con meno di 1.500 addetti, purché a vocazione internazionale. I finanziamenti possono arrivare a un milione di euro. A partire da oggi si può fare il pre-caricamento della domanda per una delle tre agevolazioni previste:

  • transizione ecologica e digitale;
  • fiere e mostre;
  • commercio elettronico.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti Simest: tutte le date per precaricare e inviare la domanda

Lo sportello per inviare le richieste dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti Simest ammetterà le domande pre-caricate nel sistema anche delle piccole e medie imprese. La fase di precaricamento sarà attiva fino a lunedì 2 maggio prossimo.  La domanda vera e propria potrà essere inoltrata a partire da martedì 3 maggio 2022, con scadenza fissata a martedì 10 maggio. La chiusura del portale di tutti i finanziamenti del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) per inoltrare le domande è stata anticipata rispetto alla scadenza originaria del 31 maggio 2022.

Contributi a fondo perduto Simest: le novità di allargamento delle imprese beneficiarie e del tetto massimo di spesa

Due sono le novità dei contributi a fondo perduto Simest per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese. In primis, l’allargamento della platea delle imprese beneficiaria, comprendendo anche quelle fino a 1.500 dipendenti. In secondo luogo, cambia il tetto massimo di ammontare che passa a un milione di euro. Nel dettaglio, l’obiettivo della transizione ecologica e digitale passa da 300 mila euro di contributi a un milione di euro. Le imprese che già in precedenza avevano inviato domanda per i contributi con limite a 300 mila euro, possono presentare una nuova domanda per arrivare al nuovo tetto di incentivi.

Contributi a fondo perduto per la transizione ecologica e digitale: quali finanziamenti possono richiedere le imprese?

Nello specifico degli incentivi per l’internazionalizzazione delle imprese, i contributi a fondo perduto e i finanziamenti richiedibili dalle Pmi per la transizione ecologica e digitale prevede il seguente mix di incentivi:

  • una quota del 50% del totale dei finanziamenti è destinata agli investimenti per la transizione digitale;
  • la restante quota finanzia la competitività internazionale;
  • il finanziamento è a tasso agevolato in regime “de minimis” con cofinanziamento a fondo perduto in regime di “Temporary Framework”;
  • l’importo massimo finanziabile, fino a 1 milione di euro, non deve essere in ogni modo superiore al 25% dei ricavi medi ottenuti negli ultimi due bilanci approvati e depositati dall’impresa;
  • la quota dei contributi a fondo perduto è pari al 40% per le imprese del Sud Italia e fino al 25% per le imprese situate nelle altre zone.
  • la durata del finanziamento è di sei anni, dei quali due di pre-ammortamento.
  • alle imprese del Sud Italia è riservato il 40% della dotazione complessiva del Fondo 394 pari a 480 milioni di euro.

Finanziamenti e contributi a fondo perduto per le fiere e le mostre: in cosa consistono?

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati per la partecipazione delle piccole e medie imprese a fiere e mostre internazionali, svolte anche in Italia, consistono in incentivi in regime “de minimis” con co-finanziamento a fondo perduto in regime di “Temporary Framework*”. L’obiettivo è quello di sostenere la partecipazione a un singolo evento internazionale: fiere, mostre, missioni imprenditoriali e missioni di sistema. In tal modo, l’impresa può promuovere la propria attività sui mercati esteri o in Italia. L’incentivo prevede l’erogazione di un finanziamento destinato per almeno il 30% alle spese digitali connesse al progetto. Il vincolo non si applica se l’evento internazionale riguarda tematiche digitali o ecologiche.

Quali finanziamenti possono richiedere le piccole e medie imprese per le mostre e le fiere?

Il mix di incentivi richiedibili dalle imprese per la partecipazione a mostre e a fiere consiste:

  • in aiuti fino a 150 mila euro e, in ogni modo, non superiori al 15% dei ricavi risultanti dall’ultimo bilancio approvato e depositato dall’impresa;
  • una quota di contributo a fondo perduto di massimo il 40% per le piccole e medie imprese del Sud Italia e del 25% per le Pmi delle altre regioni;
  • la quota di cofinanziamento a fondo perduto è ottenibile, in ogni caso, nei limiti dell’importo massimo complessivo di agevolazione in regime di Temporary Framework per impresa. la durata dei finanziamenti agevolati è di quattro anni, dei quali uno di pre-ammortamento.

Finanziamenti per il commercio elettronico con i contributi Simest: in cosa consistono?

Tra gli incentivi ottenibili dalle piccole e medie imprese rientrano quelli per lo sviluppo del commercio elettronico in Paesi esteri. Sono previsti finanziamenti a tasso agevolato in regime de minimis con cofinanziamento a fondo perduto in regime di Temporary Framework. Gli incentivi sono destinati a realizzare progetti di investimento digitale per creare o migliorare piattaforme di commercio elettronico di proprietà (dedicata); o l’accesso a piattaforme di terzi (market place) per commercializzare beni e servizi prodotti in Italia o con marchio italiano.

Mix di incentivi per il commercio elettronico con l’estero targati Simest: cosa si può richiedere?

Gli importi massimi finanziabili con i finanziamenti e i contributi a fondo perduto Simest relativi al commercio elettronico con l’estero prevedono:

  • un tetto massimo di spesa fino a 300 mila euro per una piattaforma elettronica propria. L’importo concedibile non può eccedere, in ogni modo, il tetto del 15% dei ricavi medi ottenuti dagli ultimi due bilanci approvati e depositati dall’impresa;
  • Il limite di 200 mila euro per una piattaforma di terzi. Anche in questo caso, l’importo concedibile non può eccedere, in ogni modo, il tetto del 15% dei ricavi medi ottenuti dagli ultimi due bilanci approvati e depositati dall’impresa.
  • l’importo minimo degli incentivi è pari a 10 mila euro;
  • la quota massima dei contributi a fondo perduto è pari al 40% per le piccole e medie imprese del Sud Italia e del 25% per le imprese delle altre zone.
  • la durata del finanziamento è pari a quattro anni, dei quali uno di pre-ammortamento.

Come precaricare la domanda dei finanziamenti Simest per i contributi a fondo perduto alle piccole e medie imprese?

Per precaricare la domanda dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti è necessario andare sul portale Simest e, nella finestra di benvenuto, cliccare nella parte di “Inoltra la tua richiesta”. Il click porta direttamente all’area riservata “Sace Simest” da dove si potrà cliccare su “Accedi”. Nella stessa finestra c’è la possibilità di cliccare su “Registrati” nel caso si tratti del primo accesso alla piattaforma.

Contributi in conto impianti del 65%, le domande dal 4 maggio 2022

Il nuovo decreto del ministero dello Sviluppo Economico (Mise) mette a disposizione delle micro, piccole e medie imprese italiane risorse per 700 milioni di euro per i contributi in conto impianti fino al 65% delle spese ammissibili. Si tratta di costi sostenuti dalle imprese per investimenti in progetti innovativi 4.0. L’obiettivo è quello di migliorare la sostenibilità energetica e digitale delle imprese relativamente ai processi produttivi.

Incentivi alle micro e piccole e medie imprese per la sostenibilità energetica e transizione digitale: il decreto del Mise

I nuovi incentivi del Mise vanno nella direzione di aiutare le imprese nella trasformazione digitale ed energetica dopo le crisi della pandemia e della guerra in Ucraina. La priorità dei progetti va a favore di quelle imprese che metteranno al primo posto gli obiettivi definiti dall’Unione europea di economia circolare e di miglioramento dell’efficienza energetica delle imprese. I contributi in conto impianti sono previsti dal decreto del ministero per lo Sviluppo Economico del 12 aprile scorso e i termini per la presentazione delle domanda sono da ricercarsi nel decreto ministeriale del 12 febbraio 2022 recante l’istituzione degli aiuti per gli investimenti sostenibili e innovativi delle micro e piccole e medie imprese.

Incentivi alle micro e Pmi: quante risorse sono destinate?

I contributi, inoltre, sono distribuiti nell’ambito del Programma React Eu, a copertura degli obiettivi dell’asse prioritario VI del Programma nazionale operativo “Imprese e competitività” del settennato 2014-2020. Le risorse a disposizione ammontano a 700 milioni di euro dei quali 250 milioni alle imprese locate nel Centro e Nord Italia (Friuli Venezia Giulia, Province autonome di Trento e di Bolzano, Valle d’Aosta, Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Toscana e Umbria); 450 milioni di euro alle imprese del Mezzogiorno (Sardegna, Sicilia, Puglia, Molise, Campania, Calabria, Basilicata e Abruzzo). Il 25% delle risorse stanziate vanno a vantaggio delle micro e piccole imprese.

Contributi in conto impianti fino al 65% del Mise, quali sono gli investimenti ammissibili?

I contributi in conto impianti fino al 65% del ministero per lo Sviluppo Economico finanziano gli investimenti sostenibili 4.0. In particolare, i progetti devono prevedere:

  • l’uso di tecnologie relative al piano di Transizione 4.0 con un ammontare delle spese preponderante rispetto agli altri costi di progetto;
  • mirare a diversificare le produzioni aziendali, anche con produzioni di prodotti mai fabbricati precedentemente o a cambiare i processi produttivi o, infine, a realizzare nuove unità produttive;
  • rispettare i limiti dei contributi previsti per le imprese a seconda della localizzazione nelle regioni d’Italia.

Incentivi alle micro, piccole e medie imprese: le percentuali dei contributi in conto impianti

In particolare, per le imprese localizzate nelle regioni della zona A (Sicilia, Puglia, Campania e Calabria) è previsto un contributo limite del 60% delle spese ammissibili delle micro e piccole imprese; del 50% per le spese delle medie imprese. Si può ottenere una maggiorazione del 5% per investimenti che vanno a concludersi entro i nove mesi. Per le imprese delle regioni di zona A Sardegna, Molise e Basilicata, il contributo limite è del 50% delle spese ammissibili (per le micro e piccole imprese); del 40% per le medie imprese. Si può ottenere la maggiorazione del 5% per investimenti conclusi in nove mesi. Per le altre regioni del centro e del Nord Italia, il contributo limite arriva al 35% delle spese ammissibili per le micro e piccole imprese; per le medie copertura del 25% delle spese. Non sono previste maggiorazioni.

Contributi in conto impianti, quali sono le spese ammissibili?

Le spese ammissibili agli incentivi in conto impianti del bando del Mise riguardano:

  • spese necessarie per realizzare nuove immobilizzazioni materiali e immateriali, ovvero attrezzature, impianti e macchinari. Sono incluse le opere murarie con il limite del 40% del totale delle spese ammissibili;
  • costi sostenuti per licenze, programmi informatici, certificazioni ambientali;
  • spese per servizi di consulenza relativi alla definizione energetica.

Come presentare domanda dei contributi del Mise in conto impianti?

L’iter di presentazione della domanda prevede che, a partire dalle ore 10:00 del 4 maggio 2022, le micro e piccole e medie imprese possano procedere alla compilazione della pratica sul portale Invitalia. L’invio vero e proprio della domanda dei contributi in conto impianti Mise può essere effettuato a partire dalle ore 10:00 del 18 maggio 2022.

Contributi a fondo perduto fino al 60% investimenti Pmi: in Gazzetta la nuova agevolazione

In arrivo i nuovi contributi a fondo perduto per le micro e le piccole e medie imprese (Pmi) per gli investimenti innovativi e sostenibili per favorire la trasformazione tecnologica e digitale di impresa. È stato infatti pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 78 del 2 aprile 2022 il decreto legge del 10 febbraio scorso che assegna agevolazioni alle Pmi in conto impianti con agevolazioni che possono arrivare al 60% delle spese ammissibili. Le risorse messe a disposizione per la misura ammontano a 678 milioni di euro. I contributi sono concessi dal ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) nell’ambito degli investimenti delle imprese manifatturiere e di servizi che operano su tutto il territorio italiano.

Contributi in conto capitale alle piccole e medie imprese dal Mise: gli obiettivi degli investimenti

I contributi in conto capitali sono concessi dal Mise a favore delle piccole e medie imprese per contrastare e superare la crisi generata dall’emergenza Covid. Sono ammissibili le spese per gli investimenti volti a realizzare nuove unità produttive oppure ad ampliare quelle già esistenti. Gli investimenti devono essere in linea i principi della tutela ambientale e della transizione digitale, in coerenza con il piano Transizione 4.0. In particolare, i programmi di spesa devono facilitare la transizione verso l’economia circolare e la sostenibilità energetica.

Contributi per gli investimenti di tutela ambientale e transizione digitale: le risorse a disposizione delle Pmi

A disposizione delle piccole e medie imprese ci sono 678 milioni di euro, dei quali:

  • 428 milioni di euro andranno alle imprese della Sicilia, della Sardegna, Della Puglia, del Molise, della Campania, della Calabria, della Basilicata e dell’Abruzzo;
  • 250 milioni di euro andranno a favore delle imprese delle altre regioni.

Contributi per gli investimenti delle imprese, quali possono richiederli?

Il primo fattore di ammissibilità di richiesta specificato nel decreto è che le imprese proponenti debbano non essere in difficoltà alla data del 31 dicembre 2019. Il regime di contabilità richiesto è quello ordinario, con due o più bilanci depositati oppure due dichiarazioni dei redditi se la richiesta proviene da società di persone o da ditte individuali. Le imprese dovranno poi dimostrare che le spese siano volte alla transizione verso l’economia circolare e all’ottimizzazione della sostenibilità energetica. In quest’ultimo caso, il miglioramento energetico da attestare deve essere pari ad almeno il 10% rispetto ai consumi dell’anno prima rispetto al giorno di presentazione dell’istanza.

Quali spese sono ammissibili per i contributi in conto capitale delle piccole e medie imprese?

Le spese ammissibili per richiedere i contributi in conto capitale delle piccole e medie imprese comprendono:

  • le attrezzature, i macchinari e gli impianti;
  • le opere murarie nel limite del 40% del totale delle spese ammissibili;
  • i programmi informatici, le licenze, l’acquisto di certificazioni ambientali.

Si tratta pertanto di spese relative alle immobilizzazioni materiali e immateriali, obbligatoriamente nuovi di fabbrica. Inoltre, deve trattarsi di beni ammortizzabili e capitalizzati, figuranti nell’attivo dello stato patrimoniale dell’impresa che richiede i contributi. L’investimento deve essere mantenuto per non meno di tre anni.

Quali programmi di investimento devono essere perseguiti dalle imprese richiedenti i contributi del Mise?

I programmi di spesa e di investimento delle piccole e medie imprese che richiedono i contributi in conto capitale del ministero per lo Sviluppo Economico devono avere un importo di non meno di 500 mila euro e non eccedente la cifra di 3 milioni di euro per le regioni del Sud Italia; per le altre regioni, i limiti sono rispettivamente 1 milione di euro e 3 milioni di euro. In base agli obiettivi produttivi, gli investimenti dovranno garantire l’ampliamento della capacita di produzione delle imprese e la diversificazione; l’ottenimento di prodotti mai fabbricati in precedenza mediante i nuovi investimenti; il cambiamento dei processi produttivi rispetto a quelli già adottati dall’impresa oppure la realizzazione di nuove unità produttive.

Come vengono distribuiti i contributi in conto capitale per gli investimenti alle imprese?

I contributi in conto capitale vengono distribuiti alle imprese seguendo determinate percentuali. In particolare:

  • per le imprese di quattro regioni del Sud Italia (Sicilia, Campania, Calabria e Puglia) sono finanziati il 60% delle spese sostenute dalle micro e piccole imprese e il 50% per le medie imprese;
  • le imprese situate in Sardegna, Molise e Basilicata possono ottenere il contributo sul 50% delle spese se si tratta di micro e di piccole imprese. Il contributo scende al 40% per le medie imprese;
  • infine per tute le altre regioni italiane, il contributo è fissato al 35% per le micro e piccole imprese e al 25% per le medie imprese.

Contributi alle Pmi dal  ministero per lo Sviluppo Economico: come inviare la domanda?

La gestione dei contributi in conto capitale a favore delle piccole e medie imprese è a carico di Invitalia. Si dovrà attendere un successivo decreto del ministero per lo Sviluppo Economico che fisserà i termini e le modalità con le quali le imprese potranno inviare le domande di agevolazione.

Bonus 4000 euro Pmi per le spese di digitalizzazione: click day il 16 maggio

Doppio intervento del ministero degli Esteri per la digitalizzazione e l’export delle micro e piccole e medie imprese. Da un lato l’assistenza tecnica sui servizi digitali, offerta in maniera gratuita, per le Pmi. Dall’altro un contributo minimo di 4 mila euro per l’export digitale. E due date da segnare: quella del 28 aprile prossimo per l’apertura di uno sportello telematico informativo; e quella del 16 per la richiesta dei contributi a fondo perduto per la digitalizzazione delle imprese.

Bonus per la digitalizzazione delle Pmi, la misura arriva dal ministero degli Esteri

La misura deriva dal Patto per l’export del 2020, voluta dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio per il rilancio del Made in Italy. Nello scenario attuale, la misura andrà a vantaggio delle imprese, e nello specifico delle micro e Pmi, per l’urgente necessità di digitalizzazione delle attività commerciali e per superare gli ostacoli legati agli accessi alle piattaforme internazionali di commercio elettronico. Inoltre, la misura mira a colmare il gap culturale in ambito digitale delle piccole e medie imprese rispetto ai concorrenti degli altri Paesi europei.

Servizi digitali gratis per le piccole e medie imprese: di cosa si tratta?

Il primo ambito della misura in arrivo dal ministero degli Esteri per la digitalizzazione delle piccole e medie imprese comprende l’assistenza tecnica e gratuita per i servizi digitali delle imprese. Otto provider tecnologici internazionali sono stati selezionati dal bando del ministero degli Esteri sulla base delle offerte presentate per assistere le Pmi italiane nei processi di transizione digitale. Si tratta di eBay, Italia Online, Adiacent, Nexi Payments, Bonucchi e Associati, Google Ireland, Statista.com e Metagorà.

In quali attività le piccole e medie imprese riceveranno supporto dagli otto provider di digitalizzazione dell’export?

Le tipologie di servizi offerti alle piccole e medie imprese riguardano per l’assistenza nella transizione digitale dell’export riguardano:

  • la diffusione via web delle attività di formazione;
  • la conoscenza degli strumenti promozionali per l’esportazione del Maeci;
  • l’aggiornamento del digital temporary export manager;
  • gli studi e le analisi sulla promozione del Made in Italy;
  • la condivisione di provider.

Bonus digitalizzazione delle micro e Pmi: in cosa consistono i contributi a fondo perduto?

Oltre ai servizi di assistenza per la digitalizzazione delle piccole e medie imprese, è previsto un contributo a fondo perduto per l’export digitale. Le risorse per la misura del ministero degli Esteri ammontano a 30 milioni di euro. L’incentivo prevede un incentivo per le micro e le piccole imprese di 4 mila euro per spese ammissibili pari a non meno di 5 mila euro; il contributo può salire a 22.500 euro per i consorzi di imprese che effettuino una spesa minima in strumenti digitali di 25 mila euro.

Quali spese sono ammissibili per il bonus digitalizzazione delle Pmi da 4 mila a 22.500 euro?

Le spese ammissibili per richiedere il bonus da 4 mila a 22.500 euro comprendono:

  • la realizzazione di piattaforma di commercio elettronico verso l’estero;
  • l’implementazione o il potenziamento di applicazioni mobili o di siti internet per le operazioni commerciali;
  • l’automatizzazione delle operazioni;
  • la gestione dei prodotti in via digitale e tramite il marketing digitale.

Come e quando presentare domanda per i contributi a fondo perduto delle micro e Pmi per la digitalizzazione dell’export?

Per la presentazione delle domande è necessario attendere la fine del mese. Il 28 aprile prossimo, infatti, a cura di Invitalia e Ice verrà aperto lo sportello elettronico per ricevere informazioni per usufruire dei contributi a fondo perduto per la digitalizzazione delle micro e piccole e medie imprese. La presentazione vera e propria delle domande è prevista per il 16 maggio 2022. Si tratterà di un click day e la richiesta dei contributi potrà essere presentata tramite il portale di Invitalia.

 

Contributi a fondo perduto, 3 bandi a favore delle imprese

Sono 3 i bandi Simest per i contributi a fondo perduto delle imprese. Gli incentivi riguardano la trasformazione digitale, gli investimenti nella sicurezza sul luogo di lavoro e la internazionalizzazione delle piccole e medie imprese. I massimali dei bandi risultano ridotti, ma le imprese possono ottenere notevoli aiuti e incentivi per portare avanti la propria attività.

Contributi a fondo perduto per la transizione digitale e la trasformazione dei processi produttivi delle piccole e medie imprese

Sulla transizione digitale delle imprese si possono ottenere contributi a fondo perduto da Simest. Gli obiettivi riguardano anche la trasformazione digitale dei processi produttivi. I progetti sono valutati dal ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) e possono avere un impatto di spesa da 50 mila euro a 500 mila euro.

Quali contributi a fondo perduto e finanziamenti con i bandi aperti di Simest per la transizione digitale delle imprese?

Gli interventi previsti nel progetto devono essere avviati dopo l’invio dell’istanza e terminare non oltre i 18 mesi dopo la pubblicazione del provvedimento di concessione del Mise. I contributi a fondo perduto sono ammessi in base alle spese e ai costi sostenuti e ritenuti ammissibili. Sono previste due misure di agevolazioni: la prima riguarda il 10% delle spese ammissibili ed è concessa sotto forma di contributi a fondo perduto; la seconda consiste in un finanziamento agevolato del 40% delle spese sostenute per il progetto. Si può inviare la domanda in quanto il bando risulta aperto.

Bando contributi per migliorare le condizioni di sicurezza sul lavoro da Simest per le imprese

Il secondo bando Simest riguarda i contributi a fondo perduto per i progetti volti a migliorare le condizioni di sicurezza e di salute nelle imprese. Si tratta, in particolare, di investimenti in progetti di investimento e di adozione di modelli di responsabilità civile e di modelli organizzativi. Tra le spese finanziate, quelle relative a investimenti per la bonifica dall’amianto e per ridurre il rischio della movimentazione manuale dei carichi. Si possono finanziare spese per il 65%, con un limite fissato a 130 mila euro. La domanda si può presentare dal 2 maggio al 16 giugno 2022.

Contributi a fondo perduto Simest per internazionalizzazione delle imprese: tre gli ambiti di intervento

Sono tuttora aperti i bandi Simest per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese con contributi a fondo perduto e finanziamento che vanno a coprire le spese per:

  • gli interventi in chiave di transizione ecologica e digitale delle Pmi;
  • lo sviluppo del commercio elettronico delle imprese;
  • la partecipazione delle piccole e medie imprese a mostre e a fiere internazionali, svolte anche in Italia.

Transizione ecologica e digitale delle Pmi tra i contributi a fondo perduto Simest

Il primo ambito di intervento del bando per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese riguarda l’obiettivo della transizione ecologica e digitale. Si possono concedere finanziamenti per progetti fino a 300 mila euro purché l’ammontare del progetto stesso rientri nel 25% dei ricavi medi dei precedenti due bilanci. Il secondo ambito riguarda lo sviluppo del commercio elettronico delle piccole e medie imprese. In tal caso, gli investimenti devono riguardare progetti fino a 300 mila euro purché l’importo totale corrisponda ad almeno il 15% dei ricavi medi degli ultimi due bilanci.

Quali contributi a fondo perduto sono possibili per le fiere e le mostre internazionali delle Pmi?

Infine, sulla partecipazione a fiere e a mostre internazionali, le imprese possono presentare progetti entro i 150 mila euro (purché coperti dal 15% dei ricavi dell’ultimo bilancio). I contributi a fondo perduto e i finanziamenti possono essere richiesti fino al termine di maggio 2022. Le risorse stanziate andranno per il 40% alle imprese con sede nelle regioni del Sud Italia. Sulla differenza tra l’importo del progetto e quanto richiedibile in contributi a fondo perduto, si può procedere con un finanziamento a tasso agevolato.

Bonus banda ultralarga, partite le domande: voucher fino a 2500 euro

Dal 1° marzo 2022 si può richiedere il bonus banda ultralarga per le imprese che vogliano ottenere il voucher da 300 a 2500 euro di aiuto. La misura prevede l’erogazione del bonus gli abbonamenti a internet ultraveloce. Gli aiuti sono erogati dal ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) che ha emanato il comunicato il 28 febbraio 2022 per contenente le informazioni per la richiesta del voucher. Il provvedimento di riferimento è il decreto ministeriale del 23 dicembre 2021, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 33 del 2022.

Quali voucher le imprese possono richiedere per le connessioni internet a banda ultralarga

I contributi per le connessioni internet a banda ultralarga vanno da un minimo di 300 euro a un massimo di 2500 euro. Il bonus rientra nell’ambito della Strategia nazionale di attuazione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Gli abbonamenti a internet delle micro, piccole e medie imprese devono avere durata da 18 a 24 mesi. Il totale dei fondi messi a disposizione sono pari a 608 milioni di euro. Per la richiesta del bonus le micro e le Pmi devono risultare regolarmente iscritte al Registro delle imprese.

Quanto spetta di voucher per le connessioni a internet a banda ultralarga per le imprese?

Il bonus per gli abbonamenti a internet a banda ultralarga può essere richiesto dalle imprese a seconda delle esigenze di connettività. Gli abbonamenti dovranno avere una velocità di download da 30 megabit al secondo fino a un gigabit o superiori. Il bonus minimo di 300 euro corrisponde a un contratto di abbonamento a internet tra i 18 mesi e i 36 mesi che garantisca il trasferimento a una connessione con una velocità di download compresa tra i 30 megabit per secondo e i 300 megabit per secondo (Voucher A1). Il Voucher A2 è previsto per connessioni da 300 megabit per secondo fino a un gigabit per secondo. È previsto un contributo anche per i costi di installazione delle connessioni.

Come presentare domanda per il voucher banda larga per le imprese?

La domanda per il bonus connessioni a banda larga può essere presentata dalle imprese dal 1° marzo 2022 fino al 15 dicembre 2022. Le istanze possono essere inoltrate direttamente tramite gli operatori di telecomunicazioni abilitati da Infratel Italia, gestore della misura per conto del ministero per lo Sviluppo Economico.

 

PMI: dal MISE arrivano 2,5 miliardi per transizione ecologica e digitale

Partono i finanziamenti in favore delle PMI Innovative e startup, ciò grazie al MISE che ha assegnato CDP Venture Capital Sgr, controllata al 70% dal Gruppo Cassa Depositi e Prestiti (CDP), le risorse stanziate. Ecco come saranno gestiti gli aiuti.

Stanziati i fondi per Piccole e Medie Imprese: dal MISE verso CDP Venture Capital

CDP Venture Capital Sgr avrà a disposizione nei prossimi mesi 2 miliardi di euro stanziati dal Ministero per lo Sviluppo Economico (MISE) in attuazione del decreto infrastrutture, a questi fondi si aggiungono ulteriori risorse e in particolare 550 milioni di euro previsti dal Piano Nazionale di Resilienza e Resistenza (PNRR) e 600 milioni provenienti da CDP (Cassa Depositi e Prestiti) e investitori terzi.

Le risorse saranno destinate a progetti mirati e in particolare:

  • potenziamento delle attività di investimento diretto e indiretto (creazione di fondi);
  • promozione di iniziative a favore della transizione ecologica ecologica e digitale in particolare per le filiere chiave dell’economia del Paese;
  • creazione di nuovi strumenti di equity e debiti;
  • sostegno alle startup attraverso processi di accelerazione e trasferimento tecnologico.

Aiuti alle PMI: le parole del ministro Giancarlo Giorgetti

Il Ministro per lo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, nell’annunciare questa importante partnership ha sottolineato che l’obiettivo è favorire la crescita di un ecosistema di innovazione e accompagnare la transizione ecologica e digitale aiutando le imprese in questo importante processo. L’obiettivo di CDP Venture Capital è anche attirare investimenti nazionali e internazionali in modo da veder crescere il tessuto economico italiano.

Il Ministro Giorgetti ha anche sottolineato che il passaggio verso imprese tecnologiche, digitali e innovative è improcrastinabile, ma se questo percorso non è affrontato con lungimiranza e accompagnato dalle giuste misure, può lasciare indietro uno strascico di “morti e feriti”, cioè aziende che non essendo riuscite a stare al passo, sono costrette alla chiusura e di conseguenza si creano disoccupati. L’insieme delle misure che dovrebbero nascere dalla partnership tra MISE e CDP Venture Capital ha proprio l’obiettivo di evitare questo e quindi di preservare il tessuto economico del Paese tutelando le PMI che più delle grandi aziende possono avere difficoltà negli investimenti in nuove tecnologie.

Le PMI per ottenere aiuti e finanziamenti possono accedere anche al Fondo Nazionale Innovazione, per saperne di più leggi l’articolo: Fondo Nazionale Innovazione per supportare start up innovative