Notai trentini con Confindustria per promuovere le reti d’impresa

Importante accordo tra Confindustria Trento e il Consiglio notarile di Trento e Rovereto: le due associazioni promuoveranno le reti d’impresa e assisteranno gli imprenditori nei loro progetti di aggregazione.

Roberto Busato, direttore di Confindustria Trento, spiega così l’accordo: “Si tratta di un’esperienza pilota innovativa su scala nazionale. A Palazzo Stella, infatti, dal mese di settembre le aziende associate potranno avvalersi della consulenza, gratuita per un primo incontro, di un gruppo di lavoro misto composto dai colleghi dell’Associazione esperti di aggregazioni tra imprese e da un panel di tre notai per volta che, su appuntamento, riceveranno gli imprenditori“.

In questo modo si spera di raggiungere più agevolmente l’obiettivo che si è proposta Confindustria Trento: fornire alle aziende l’opportunità di una consulenza qualificata in tema di alleanze tra imprese e sulla scelta del modello più adatto al progetto di aggregazione (contratti di rete, Ati-Rti, consorzi o società consortili). Il gruppo di lavoro si riunirà inizialmente una volta al mese a Palazzo Stella, a partire da settembre.

Con questa iniziativa industriali e notai trentini vogliono dare un ulteriore impulso alle aggregazioni tra imprese. Un obiettivo, questo, che figura tra le priorità dell’attuale mandato di presidenza e di Giunta di Confindustria Trento.

A Trento ora è più facile comprare casa

A Trento ora è più facile comprare o sistemare casa: con un disegno di legge licenziato dal Consiglio della Provincia autonoma è stato istituito un ente gestore per assistere con garanzie l’accesso al credito da parte delle famiglie per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa.

In questo modo le famiglie avranno a disposizione uno strumento in più di garanzia per accedere ai mutui: un fondo di circa 1,5 milioni di euro.
L’intervento in favore delle famiglie che richiedono un mutuo per l’acquisto della prima casa era già stato previsto da un articolo della legge finanziaria provinciale a causa delle mutate condizioni del sistema creditizio, a seguito della crisi economica: in precedenza, infatti, il mutuo veniva concesso sulla base di una garanzia ipotecaria, che ora non è più sufficiente.

La Provincia a sua volta mette a disposizione un fondo di garanzia, limitato nell’importo ma in grado di “sbloccare” la concessione del mutuo per molte famiglie, cosa che, indirettamente, produrrà effetti positivi anche sul versante delle imprese.

Francesca SCARABELLI

La nuova Ipt favorisce le regioni a statuto speciale

di Vera MORETTI

Le provincie con Imposta provinciale sui trasporti più bassa sorridono, le altre un po’ meno.

Succede, infatti, che le società di noleggio abbiano deciso di spostare le immatricolazioni delle proprie vetture nelle zone dove l’Ipt è meno salata.
Decisione, questa, che finora ha portato, nelle casse delle provincie di Bolzano, Aosta e Trento, 7,8 milioni di euro in più di Ipt, mentre Roma e Firenze hanno perso insieme 5 milioni di entrate fiscali.

Romano Valente, presidente Unrae (Unione Nazionale Immatricolazione Rappresentanti Veicoli Esteri), ha dichiarato: “E’ necessario ed urgente ripristinare il precedente sistema di calcolo e consentire la realizzazione di una più ampia ed efficace riforma dell’imposta, che tenga conto anche di principi ecologici e di sicurezza, come previsto da normative dello scorso anno rimaste inevase“.

Andando nel particolare, Roma ha perso in soli tre mesi il 61% dell’immatricolato, bruciando circa 3,5 milioni di euro di mancato introito Ipt, mentre Firenze perde il 66% del suo mercato e 1,5 milioni di euro. Ne beneficiano le Province di Bolzano (+688%) che introita circa 3,1 milioni di euro, Aosta (+417%) con circa 2 milioni di euro e Trento (+411%) con 2,7 milioni di maggior introito.

Questo porterà, a detta di Valente, Roma e Firenze a cercare nuove aree di gettito fiscale, compromettendo il mercato delle auto, già in evidente crisi. Nonostante ciò, comunque, le Province italiane stanno incamerando 23,8 milioni di euro di maggiore introito Ipt, ovvero il 30% in più rispetto al primo trimestre 2011

Artigiano in carcere per un omesso versamento Inps di 134 euro. È una vergogna: liberatelo subito!

La notizia che stiamo per scrivere è di quelle che davvero c’indigna. È una notizia di quelle che l’Italia, che noi sempre difendiamo e proteggiamo, diventa piccola piccola e presta il fianco a cento, mille critiche. Forse quasi tutte giuste. Ma andiamo ai fatti, ecco cosa è successo nella virtuosa provincia di Trento: un artigiano trentino, titolare di una ditta individuale, nel 2006 omise un versamento contributivo da 134 euro; omissione che poteva essere sanata con il pagamento e una piccola sanzione. Per qualche ragione, ciò non avvenne e così scattò un procedimento penale. All’inizio di quest’anno l’artigiano venne processato e l’8 febbraio del 2010 fu condannato in contumacia (cioè in sua assenza) a tre mesi e 300 euro di multa. Non beneficiò della sospensione condizionale, perché aveva subito un’altra condanna simile: un mese per un altro mancato versamento di contributi Inps da 68 euro. Per quella prima condanna l’uomo, padre di famiglia con moglie e una figlia piccola, aveva intrapreso un percorso di riabilitazione, seguito dall’Ufficio esecuzione pene esterne.

Al passaggio in giudicato della seconda condanna, quella a 3 mesi , all’artigiano venne notificato un ordine di esecuzione pena con sospensione di 30 giorni per permettergli di ricorrere al medesimo servizio. L’uomo però, che in quel momento non era seguito da un avvocato, ha erroneamente creduto che gli avvisi si riferissero sempre al primo procedimento per cui era già seguito dall’Ufficio esecuzione. È seguita quindi una telefonata da parte dei carabinieri, che gli dovevano notificare degli atti. Dopo aver salutato moglie e figlia, convinto di dover solo ritirare una carta, ha scoperto in caserma che per lui si stavano aprendo le porte del carcere.

Così l’artigiano in galera ci finisce per davvero. Per aver omesso di versare 134 euro di contributi Inps. Una micro evasione contributiva che probabilmente gli farà trascorrere il Natale in carcere.

In realtà, non si tratta di un accanimento giudiziario, perché le forze dell’ordine e la magistratura si sono limitati ad applicare la legge e non potevano fare altrimenti. E l’artigiano avrebbe dovuto dare maggior peso alle notifiche arrivategli a casa. E noi non c’indigniamo quindi per la solerzia della magistratura. Ci indigniamo perché si possa finire in carcere per un omesso versamento all’Inps. Per di più di appena 134 euro. Ma ancora di più ci indigniamo perché in Italia per una micro-evasione si finisce in carcere quando, sempre in Italia, i principi dell’evasione, della finanza creativa, i furbetti del quartierino, continuano, liberi, a godere di molte delle loro ricchezze e privilegi. Bene, questo non ci piace. Quest’Italia e quella dei due pesi e delle due misure, non è l’Italia che aiuta e assiste i piccoli imprenditori, quelli che da soli reggono buona parte del nostro sistema produttivo. Cara Italia, così non va. Cara Giustizia, se ci sei, per favore, batti un colpo.

Piccole Imprese: a Trento arrivano duecento milioni dalla Banca di Trento e Bolzano

A Trento, la Banca di Trento e Bolzano a seguito di un accordo siglato nei giorni scorsi con  il Comitato Piccola Industria ha messo a disposizione delle piccole imprese della zona duecento milioni di euro che serviranno a finanziare la crescita delle imprese, a sostenere:

la crescita dell’impresa: sviluppo delle iniziative volte a migliorare i parametri patrimoniali e la cultura creditizia delle imprese. Promozione delle reti d’impresa e delle sinergie territoriali.

l’internazionalizzazione: aiutare le imprese a sviluppare nuove strategie sui mercati esteri attraverso il supporto operativo in 40 paesi nel mondo e le consulenze specialistiche del polo per l’internazionalizzazione del Gruppo.

l’innovazione: finanziamento e sviluppo di programmi di ricerca, acquisizione di nuove tecnologie, raccordo tra banca, impresa e università.

Il nuovo accordo conferma e prolunga gli strumenti attuati da quello precedente e disegnati per fronteggiare le principali emergenze della crisi, come ad esempio la linea di credito aggiuntiva per la gestione degli insoluti, i programmi di ricapitalizzazione per il rafforzamento patrimoniale, l’allungamento fino a 270 giorni delle scadenze a breve termine e il rinvio rate su mutui e leasing, diventate poi oggetto dell’Avviso comune ABI del 3 agosto 2009.

Inoltre l’accordo permetterà di valorizzare nuovi strumenti diagnostici e di simulazione studiati per agevolare il dialogo tra clienti e banca e per facilitare la bancabilità di aziende e progetti anche alla luce dei requisiti di Basilea. Nella fase di messa a punto e test è stata verificata la possibilità di migliorare il rating e quindi la capacità di credito delle imprese.

Banca di Trento e Bolzano per il Trentino Alto Adige mette a disposizione 200 milioni di euro di plafond specificamente destinati a interventi e investimenti nei tre ambiti strategici individuati insieme a Piccola Industria per rilanciare la competitività delle aziende locali:

Questo accordo tra la BtB ed il Comitato Piccola Industria recepisce a livello locale l’accordo nazionale dello scorso 23 settembre tra Confindustria ed Intesa Sanpaolo, che prevede un plafond di 10 miliardi di euro.