Italiani in viaggio a Natale in aumento

Gli italiani passeranno le vacanze di Natale in viaggio. Altro che regali costosi, meglio prendere una valigia e partire.
A pensarla così sono ben 16,6 milioni di italiani, 3,3 milioni in più rispetto all’anno scorso, e ad aumentare non è solo il numero di chi partirà ma anche il budget medio a persona, che sale del 7% e si assesta a 715 euro. Con questo importo, supera finalmente il valore registrato nel 2007, fermo a 694 euro, per un giro d’affari che quest’anno si stimerà intorno ai 2,3 miliardi di consumi turistici.

Se, dunque, da una parte c’è una propensione a spendere di più per viaggiare, dall’altra c’è invece una minore voglia di spendere per i regali di Natale.
La spesa media di quest’anno sarà di 307 euro, anche se occorre fare delle distinzioni territoriali: nelle regioni del Sud la media a persona è di 298 euro, inferiore del 7,4% ai 320 euro delle regioni del Nord. Tra le grandi città, Milano è quella con la propensione alla spesa più alta, mentre i valori più bassi si rilevano a Palermo.

Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti, ha dichiarato: “La nostra indagine di Natale, quest’anno, rileva importanti segnali positivi, anche se questi coinvolgono soprattutto i consumi turistici. Complessivamente, comunque, il quadro che emerge è di una fase di progressivo rilancio ma ancora delicata. Preoccupa un po’ la ripartenza dell’incertezza sul futuro: quest’anno è ritenuta un condizionamento per le spese di Natale dal 15% degli italiani, il 3% in più dello scorso anno. A pesare, forse, sono i timori di instabilità legati alla prossima tornata elettorale. Cresce anche la sensazione di stare erodendo troppo il risparmio, condizionata dal calo del potere d’acquisto registrato nell’ultimo anno. Segnali che sembrano suggerire un possibile cedimento di quell’atteggiamento fiducioso che gli italiani e le imprese avevano ritrovato e che è prioritario mantenere. Per questo è vitale concentrare gli sforzi, mettendo in campo interventi mirati a dare maggiore impulso alla ripartenza effettiva dei consumi ed al sostegno dei piccoli imprenditori che, purtroppo, sono quelli che hanno pagato il prezzo più alto della crisi e scontano una domanda interna ancora debole. La Legge di Bilancio deve tenerne conto. È fondamentale, in particolare, estendere a tutto il piccolo commercio di prossimità il credito di imposta appena varato per le librerie indipendenti”.

Quindi, niente regali per Natale? Certo che no, perché gli italiani non hanno intenzione di rinunciarvi, anche se nel 41% dei casi si deciderà di fare doni principalmente ai bambini, per i quali si sceglieranno giochi didattici (22%) libri (14%) e vestiario (11%), mentre caleranno, anche se di poco, i giochi tecnologici, dal 10 al 9%.
Il 35% si recherà in un centro commerciale, il 28% in negozi e mercatini, mentre il 34% acquisterà online.

Coloro che partiranno, rimarranno al 66% in Italia, a discapito di chi sceglierà una meta europea, che passerà dal 27 al 23%, mentre aumenteranno coloro che andranno ancora più lontano, dal 7 all’11%.
Ma, rovescio della medaglia, le ferie saranno ancora più brevi. Difficile trovare chi rimarrà fuori casa più di 8 giorni, risicati al 18%, scesi dunque di dieci punti rispetto al 2007.

Per quanto riguarda la tipologia della vacanza, si tratterà soprattutto di viaggi all’insegna della cultura, in particolare in città d’arte, meta del 45% dei viaggiatori.
La montagna rimane al di sotto, anche se in ripresa dal 23 al 29%.

Sempre più vacanzieri prenoteranno via internet (47%, erano il 42% lo scorso anno) o acquistando, sempre sulla rete, offerte last minute (8%, stabile rispetto al 2016). Praticamente stabili però le agenzie di viaggio, scelte dall’11% degli intervistati, contro il 12% del Natale precedente.
In aumento il numero di chi dormirà in hotel, sistemazione segnalata dal 32%. Il 27% andrà a casa di amici o parenti, mentre il 20% soggiornerà in una casa in affitto o in un B&B. Ma c’è anche un 14% che si fermerà in una casa di proprietà, un 5% che sceglierà la pensione ed un 4% che andrà in un campeggio, in un villaggio o in un’altra struttura all’aria aperta.

Viaggi di coppia per il 39% degli intervistati, in famiglia per il 34% e con gli amici per il 19%.

Vera MORETTI

Natale 2015? In montagna e in case vacanza

Abbiamo visto che il recentissimo Ponte dell’Immacolata, da sempre prova generale per le vacanze di Natale, ha fatto ben sperare gli operatori del turismo. Ora, aspettando la neve sulle località montane del Nord, fioccano le ricerche e le indagini sui consumi e sul turismo per il Natale 2015 e riservano sorprese interessanti.

Una di queste è l’affermazione delle case vacanza come formula per trascorrere le vacanze di Natale 2015. Dalle analisi effettuate dal portale Casevacanza.it monitorando le ricerche e le prenotazioni effettuate per il periodo tra il 21 dicembre e il 10 gennaio, emerge che la domanda di queste strutture ricettive è cresciuta di circa il 20% per il Natale 2015 rispetto al Natale 2014. Parallelamente è aumentata l’offerta, in media del 25% nelle località montane.

La motivazione principale che spinge gli italiani alla scelta delle case vacanza per trascorrere le festività del Natale 2015 è legata al risparmio, che è in media del 35% rispetto a un hotel di pari livello nelle principali località montane italiane.

E, a proposito di destinazioni, sempre secondo le rilevazioni di Casevacanza.it, le mete predilette per il Natale 2015 in montagna sono Livigno (Sondrio), Cortina d’Ampezzo (Belluno) e Ponte di Legno (Brescia), seguite da Andalo, Folgaria e Pinzolo (Trento).

Passare le vacanze nelle case delle tre località ha costi diversi: si va dai 190 euro a notte per una casa vacanza con quattro posti letto a Cortina (cifra che sale a 300 euro a Capodanno) ai 70 euro di Ponte di Legno.

Come era immaginabile, le località delle Alpi distribuite tra Trentino Alto Adige, Lombardia e Valle d’Aosta mettono insieme oltre la metà delle prenotazioni di case vacanza per il Natale 2015: 55%. Gli utenti delle case vacanza montane non mancano però nemmeno al Centro, grazie soprattutto alle località abruzzesi di Ovindoli e Roccaraso.

Il commento di Francesco Lorenzani, amministratore delegato di Feries srl, società proprietaria del portale Casevacanza.it: “Il comparto turistico montano è uno dei più significativi del nostro Paese. Gli ultimi dati dell’Osservatorio turistico della montagna hanno rivelato un fatturato complessivo pari all’11,5% del sistema turistico nazionale. In questa ampia fetta, il settore degli alloggi extra alberghieri ha ormai assunto una rilevanza notevole: le case vacanza sono sempre più amate e non a caso registriamo una leggera crescita dei prezzi, pari al 5-7%“.

Turismo italiano alla prova del Natale

Ormai sono a un passo le festività natalizie, precedute dal tradizionale ponte dell’Immacolata, l’ultima occasione per il turismo italiano di dare un senso alla stagione 2014. Una stagione che, nei primi nove mesi dell’anno è stata tutt’altro che esaltante.

I quattro mesi estivi, nonostante la performance positiva dei turisti stranieri per gli alberghi italiani (+2% di presenze rispetto a settembre 2013, a fronte però di una domanda interna a -0,9%), hanno infatti fatto registrare per il turismo italiano un risultato di stagnazione (+0,1% di pernottamenti tra italiani e stranieri), calo determinato da un -0,6% degli italiani e un +0,9% degli stranieri.

Secondo il Presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, si tratta di “un risultato fortemente al di sotto delle aspettative” e ha ragione a lagnarsi. Lo stallo delle presenze, unito al calo dei prezzi degli alberghi certificato dall’Istat (-1,3% ad agosto e meno -2,4% a settembre rispetto ai corrispondenti mesi dello scorso anno), lascia intravedere una chiusura in rosso per i conti del 2014 del turismo italiano, con il fatturato complessivo degli alberghi ancora ben al di sotto dei livelli precrisi.

Tutto il settore si muove con fatica, zavorrato da mille vincoli burocratici e da una pressione fiscale senza eguali – ha proseguito Boccama la situazione di difficoltà è particolarmente grave nelle località prevalentemente orientate al mercato italiano, funestate da una stagione all’insegna del maltempo e della crisi economica. Sin quando non ripartirà la domanda interna, continueremo a guardare con estrema preoccupazione a questo importantissimo segmento, che costituisce il cinquanta per cento della nostra clientela”.

Bocca auspica poi che “si metta mano con celerità a tutta una serie di semplificazioni, che possono imprimere nuovo impulso ai consumi ed agli investimenti, senza oneri per le finanze pubbliche. Ad esempio, agevolare il rilascio dei visti turistici, anche per via telematica, non ostacolare gli alberghi che vogliono offrire ai propri clienti servizi accessori, facilitare il cambio di destinazione d’uso degli immobili, applicare i medesimi limiti all’uso del contante che vigono nei Paesi confinanti”.

Inutile dire che, per il turismo italiano, il ponte dell’Immacolata e le vacanze di Natale 2014 sono due appuntamenti da non mancare. Senza nascondersi dietro alle avverse condizioni meteo o alla crisi, quanto, invece, partendo dal colmare le lacune, le arretratezze e la supponenza che hanno trasformato l’industria turistica da risorsa inesauribile a imbarazzante vetrina verso l’estero.

Se l’Ebola ammazza il turismo

Il virus Ebola fa paura anche alle agenzie di viaggio e all’industria del turismo. La conferma viene dall’indagine sull’indice di fiducia del viaggiatore italiano riferito al mese scorso elaborata da Confturismo Confcommercio in collaborazione con l’Istituto Piepoli. A ottobre, infatti, la propensione al viaggio degli italiani è scesa, anche se di poco: l’indice è passato da 56 a 55 su 100, un valore che però è ai minimi da quando la rilevazione è cominciata, nel maggio 2014, e per la prima volta l’indice è sceso nell’area di “insufficienza”.

Tra le principali cause del peggioramento, il perdurare della crisi economica e il timore di contrarre il virus dell’Ebola, a causa del quale due italiani su cinque prevedono di utilizzare meno l’aereo nei mesi a venire.

Se da un punto di vista macro la tendenza può far male, la paura dell’Ebola d’altro canto favorisce le mete interne, specialmente riguardo ai viaggi che gli italiani hanno intenzione di intraprendere nel trimestre novembre 2014-gennaio 2015, molto caldo per le festività di fine e inizio anno.

Al primo posto nelle preferenze dei nostri connazionali che temono l’Ebola ci sono le città d’arte: oltre un italiano su due, tra quelli che pensano di fare una vacanza nel trimestre in questione, vuole visitare le bellezze delle varie città. Un italiano su tre, invece, punta sulle località di montagna, mentre la lunghezza media della vacanza cala a 3,7 notti.

La destinazione italiana preferita per le città d’arte è la Toscana, mentre il Trentino Alto Adige, la Lombardia e il Piemonte la fanno da padroni in quanto a mete sciistiche. In Europa vince la Spagna, fuori restano preferiti gli Usa, l’Australia e i Caraibi. Come si può notare l’Africa, causa Ebola, non è pervenuta.

Turismo invernale al via

La stagione delle settimane bianche, che ha stentato ad iniziare finora, complice anche il mancato ponte dell’Immacolata, sta ora per aprire definitivamente i battenti e, come ogni anno, si stila un bilancio delle località più gettonate e prenotate dagli italiani.

Secondo quanto emerso dal Centro Studi di Casa.it, sembra che ci siano i primi, deboli segnali di ripresa, con gli immobili di lusso che, ancora una volta, si rivelano tra i più desiderati, segnale che il lusso non conosce crisi.

Ciò si capisce anche dai prezzi praticati sugli affitti nelle località sciistiche più rinomate, in netta ascesa.
Un esempio? La Svizzera presenta la variazione dei prezzi al mq su base annua più alta d’Europa. I prezzi medi aumentano tra il 10% e il 14% per le località di Davos e Zermatt. Per acquistare una baita sulle piste o uno chalet nel punto più spettacolare della valle, infatti, bisogna essere pronti a investire in media da 10.200 a 23.000 Euro al mq.

In Francia, e precisamente a Chamonix, si trova in una delle zone sciistiche più suggestive del versante alpino francese ed è molto amata dai “nuovi ricchi” dell’Est Europa. L’investimento per un immobile di lusso nel centro del paesino si situa tra 5.800 e 13.500 Euro al mq.
Chamonix insieme a Morzine sono le uniche due mete che registrano un aumento significativo dei prezzi: rispettivamente +8,0% e +8,5%.

Le località dell’Alta Savoia come Méribel, Megève, Courchevel e Val d’Isère hanno mantenuto i prezzi stabili rispetto al 2012, anche se proprio quest’ultima registra la forbice di prezzo più alta di tutte le Alpi francesi, con un prezzo minimo di 8.000 Euro al mq fino a un massimo di 14.500 Euro al mq per un’abitazione di pregio.

In Austria, le mete di Kitzbuhel e Bad Gastein registrano quotazioni medie su base annua del 4,5% e 5,5%, dove l’investimento per uno chalet da cui godere di panorami mozzafiato oscilla tra 6.200 e 11.500 Euro al mq.

E in Italia cosa accade? Quelle che sono considerate le tre perle di tutto l’arco alpino si trovano in realtà in coda a questa speciale classifica, e in coda, quindi, all’Europa.

Cortina d’Ampezzo si conferma Regina delle Dolomiti con le quotazioni più alte, ma più accessibili del passato, con una variazione negativa dei prezzi su base annua vicina al -10% (-8,6%). Per acquistare casa in pieno centro o vicino alle piste da sci, infatti, bisogna essere pronti a pagare in media da 12.000 a 10.000 Euro al mq.
Leggermente al ribasso sono le richieste a Courmayeur, dove le abitazioni con la collocazione più pregiata sono valutate da 8.000 a 11.000 Euro al mq e, infine, Madonna di Campiglio si mantiene appena al di sotto della doppia cifra con prezzi che oscillano tra 8.000 e 10.000 Euro al mq.

Dopo aver esaminato quelle che rappresentano le mete più conosciute e frequentate dai turisti amanti della montagna, ecco quali sono, invece, le località emergenti.

Prima fra tutte è indubbiamente Sochi, la cittadina russa che si affaccia sulle rive del Mar Nero, che ha conosciuto il suo primo momento di celebrità nel 2007, quando è stata selezionata come città dei prossimi XXII Giochi Olimpici Invernali.
Ciò che rende questa località interessante ed unica, è la possibilità di poter alternare, alle piste da sci olimpioniche, anche passeggiate al mare, non lontano da lì.
Che questo paesino russo riesca a sbaragliare le agguerrite avversarie? Lo sapremo alla fine della stagione.

Vera MORETTI

Il Natale ai tempi della crisi, c’era una volta la vacanza

Se proprio a Natale bisogna rinunciare a qualcosa, meglio sacrificare le vacanze. Il Centro Studi del Touring Club Italiano ha diffuso in questi giorni i risultati raccolti da un’indagine sulle intenzioni di vacanza degli italiani per le prossime festività. Dagli interessanti dati emerge come quasi il 40% degli italiani rinuncerà alle gite fuori porta per rimanere a casa in famiglia, cercando di spendere gli ultimi rimanenti risparmi per regali e cenoni vari ed eventuali e il 75% di coloro che trascorreranno un periodo di ferie resterà nel nostro Paese.

Vista la drammatica situazione economica, un italiano su tre destinerà non più di 500 euro alle ferie e il 72% non più di 1.000 euro. In pochi, il 14%, supereranno i 1.500 euro.Confrontando le risposte di coloro che andranno in Italia con quelle di coloro che sceglieranno di varcare i confini nazionale, emerge che nei viaggi domestici l’uso dell’auto è ancora nettamente preponderante (80%), seguita a notevole distanza dal treno (11%).

Nonostante la crisi, gli alberghi detengono ancora il primato  per quanto riguarda le strutture ricettive, mentre le seconde case e le case di amici o parenti rappresentano un’alternativa. Percentuali decisamente inferiori per il settore extralberghiero professionale, con Breakfast e campeggi che non fanno breccia nel cuore degli italiani. Se proprio deve essere vacanza, allora che la sia davvero…

Jacopo MARCHESANO

Natale e crisi, che cosa aspettarsi dalle festività?

di Davide PASSONI

E alla fine, anche in questo 2013, è arrivato l’ultimo mese dell’anno. Dicembre è soprattutto sinonimo di Natale e quest’anno, per imprese e famiglie, quelle che si prospettano sono festività piuttosto magre in linea, purtroppo, con quelle dello scorso anno. Al di là delle botte alle tredicesime degli impiegati causate soprattutto dai rincari portati dalla legge di stabilità, quello che preoccupa di più sono le previsioni per i consumi, che si preannunciano in forte contrazione come nel 2012; il tutto in un periodo dell’anno da sempre votato all’acquisto, alla spesa, al “ma sì, tanto è Natale“.

Ma no, tanto c’è la crisi” pare essere invece il refrain che da più parti si sente suonare. E la ripresa la vedono solo i soloni e i politicanti. O meglio, la ripresa c’è ma non in Italia. Persino la Spagna è uscita dalla fase recessiva e ci sta sorpassando. Organizzazioni di categoria, organizzazioni di consumatori, commercianti guardano con preoccupazione al periodo natalizio e al temuto crollo dei consumi. Del resto, il recente dato sul gettito Iva tra gennaio e ottobre parlano chiaro: -3,4 miliardi, segno evidente che il mercato interno ancora soffre. Se si pensa che quasi un italiano su due taglierà le spese per Natale e più di uno su due riciclerà regali, quello che sconcerta di più è il calo della domanda che, secondo alcune stime, potrà toccare anche il 3%. E i tanto attesi saldi, che scatteranno a gennaio rischiano di non essere più, per i commercianti, il salvagente di una stagione.

Ebbene, in questa settimana cerchiamo di fare il punto della situazione ascoltando la voce delle organizzazioni di categoria per capire che aria tira. Per capire, anche, se davvero non possiamo fare altro che rassegnarci al pessimismo o se, nonostante tutto, possiamo provare a pensare un minimo positivo. Del resto, il Natale è anche festa della speranza: proviamo a prendercela in qualche modo, anche se tanti venti sembrano soffiarci ancora contro.

Natale, panettone amaro

di Davide PASSONI

Natale, tempo di regali, ma in questo 2012 è soprattutto tempo per fare due conti. A meno di un mese dalle festività, prevale infatti tra le famiglie la preoccupazione: secondo un’indagine di Confcommercio-Format, per quasi 7 italiani su 10 il Natale risentirà fortemente della crisi. Cresce la quota di chi non farà acquisti per regali (13,7% rispetto all’11,8% del 2011), mentre oltre 8 italiani su 10 (86,3%) continueranno a pensare ai doni per parenti e amici.

Le cifre e le tendenze più significative vengono però dalle associazioni dei consumatori. Secondo l’Adusbef, il 90,7% della tredicesima, pari a 31,3 miliardi, sarà destinato a Imu, tasse, mutui e bolli e meno del 10% finirà in risparmi, regali, viaggi.

Più articolato lo studio di Federconsumatori, che tramite il suo Osservatorio Nazionale ha comparato i prezzi dei prodotti tipici delle festività sia rispetto a un anno fa, sia rispetto al 2001, l’ultimo Natale con la lira nel portafogli. I risultati dello studio sono a dir poco sconfortanti. Rispetto al 2011, infatti, le scadenze dei pagamenti di bollette e tasse influiscono in modo sensibile sugli acquisti natalizi: la tendenza è infatti quella di iniziare a programmare il budget per le spese e per gli eventuali regali da parte delle famiglie solo dopo i diversi pagamenti.

Sul fronte prezzi, l’andamento dei costi relativi a questa festività registra aumenti moderati, tra l’1 e il 2%, con picchi tra gli alimentari (3-4%). In crescita anche gli addobbi natalizi e gli alberi di Natale, quasi fermi i prezzi dei giocattoli, dei viaggi e degli articoli da regalo. La vera discriminante secondo Federconsumatori non è però l’aumento dei prezzi in sé, ma in rapporto alla diminuzione del potere di acquisto delle famiglie (-13,2% dal 2008): alla luce di questo rapporto, la spesa totale famiglie per Natale, secondo Federconsumatori si attesterà a 3,5-3.8 miliardi, con una riduzione rispetto al 2011 di circa l’11-12%.

Il dato è preoccupante, ma quello su cui meditare sono le tabelle di Federconsumatori, che riportiamo qui sotto, specialmente per quello che riguarda l’incremento dei prezzi dei vari generi presi in esame, e specialmente dal 2001 a oggi. La conferma che il passaggio all’euro è stato un affare solo per pochi è più che un’evidenza. Meditate gente, meditate…

Turismo, un ponte amaro

Del resto è il ponte dei morti, che cosa ci potevamo aspettare? Le previsioni turistiche per questi giorni, infatti, “sono negative, ma purtroppo in linea con la più grave crisi economica mondiale”, afferma il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, commentando i risultati di una indagine svolta dalla Federazione con il supporto tecnico dell’Istituto ACS Marketing Solutions.

Bocca, però, non rinuncia a vedere qualche aspetto positivo: “L’unico elemento consolatorio è dato dal fatto che comunque, nonostante un contesto economico mondiale ancora allarmante, quasi sette milioni di italiani decidano e possano permettersi di trascorrere alcuni giorni di svago fuori casa, esorcizzando la congiuntura e dando atto al settore di quanto il rapporto qualità-prezzo sia al centro di ogni scelta di spesa da parte del consumatore. A pochi mesi dalle elezioni politiche, rinnoviamo al mondo politico la richiesta di saper distinguere tra le varie componenti trainanti il business e l’occupazione e di considerare dunque il settore tra i veri caposaldi in grado di sostenere un rinnovato sistema economico del Paese“.

Secondo l’indagine sono circa 7 milioni gli italiani in viaggio in questo ponte, per trascorrere almeno una notte fuori casa: il 5% in meno rispetto ai 7,3 al 2011. La durata media del soggiorno è di 2,9 notti trascorse fuori casa, rispetto alle 3,2 notti del 2011. L’88% di chi si sposta resta in Italia, mentre l’8% va all’estero. Come previsto, vincono le località montane (39%), seguite da quelle di mare (24%) e dalle città d’arte (20%). Il 5,8% torna al paesello, mentre il 3,8% sceglie il lago e il 2,9% le terme. Chi “tradisce” la patria sceglie soprattutto le grandi capitali europee (59,8%), il 10,6% vola Oltreoceano, il 10,2% sceglie le montagne estere e il 9,8% i mari esotici.

E siccome l’industria alberghiera è una di quelle che maggiormente soffrono il periodo, quali strutture scelgono gli italiani? Principalmente l’albergo (32,6%), poi il bed&breakfast (6,7%), l’agriturismo (5,1%), il campeggio (1,7%). Restano naturalmente fuori dal conteggio quanti stanno trascorrendo il ponte a casa di parenti o amici (29,2%) e il 14,9% che si trova in casa di proprietà.

Il calo rispetto al 2011 non solo il numero di persone che si sposta. Scende anche la spesa media pro-capite, comprensiva di trasporto, alloggio, cibo e divertimenti, che si attesta sui 247 euro (-1,6% rispetto al 2011), per un giro d’affari di 1,71 miliardi di euro (-6,6% anno su anno).

Insomma, il segno meno prevale anche qui. Una tendenza che prosegue, purtroppo, quella palesata dall’ultima stagione estiva, quando un po’ tutti i settori del turismo italiano hanno sofferto i colpi della crisi. In questi casi conviene darsi degli orizzonti a breve termine e fare un passo alla volta: per cui, già concentrati sul ponte dell’Immacolata e poi sul Natale. Sperando che sotto l’albero qualche segno più per il turismo ci sia.

1 italiano su 10 andrà in vacanza a Natale

Quasi un italiano su dieci sarà in viaggio durante le vacanze per le feste 2011, per una spesa media pro capite di circa 650 euro. Un italiano su sette tra quelli in viaggio si concederà, invece, una vacanza più dispendiosa dal costo superiore ai 1.000 euro.

Tra gli italiani che vanno in vacanza, all’estero o tornando nel luogo di origine per passare il Natale in famiglia, il 67,9% ha scelto come meta l’Italia (71,4% per i romani) mentre un viaggiatore su quindici passerà le feste in una capitale europea o straniera e circa il 4% festeggerà in una località di mare tra Carabi e Brasile. Un italiano su undici, invece, deciderà dove trascorrere le feste solo all’ultimo minuto, confidando magari nelle occasioni last- minute. Quest’anno sotto l’albero, quasi un italiano su cinque (19,5%) vorrebbe ricevere un viaggio verso una capitale europea o internazionale anche se i napoletani sognano soprattutto la crociera (21,7%) e i romani una destinazione da mare d’inverno (16,5%). E l’8,2% dei milanesi vorrebbe fare l’esploratore in posti esotici, anche rischiosi.

“Per le vacanze delle feste si scelgono in prevalenza mete italiane o capitali europee rimanendo nella tradizione e contenendo i costi– ha dichiarato Luigi Maderna, presidente Fiavet Lombardia, Associazione regionale delle agenzie di viaggio aderente all’Unione Confcommercio di Milano –. Si sogna anche una crociera o un bel trattamento al centro benessere. La novità di quest’anno è poi il Capodanno nei casali ristrutturati della Toscana”.

Laura LESEVRE