In aumento le imprese condotte da immigrati

Coloro che, arrivati in Italia in cerca di fortuna, sono riusciti ad integrarsi e, addirittura, a creare una propria attività, sono in aumento, tanto da contribuire ampiamente alla nostra economia.

Nel secondo trimestre del 2014, infatti, per quanto riguarda esclusivamente le imprese di immigrati, è tornato a salire il saldo tra iscrizioni e cessazioni, superando le 7mila unità, pari al 44% del saldo complessivo delle imprese individuali nel periodo aprile-giugno (+16.103 unità).

Tra i paesi di provenienza degli imprenditori immigrati extra Ue, il Marocco è in assoluta pole position, con 62.676 titolari, pari al 19,3% di tutti gli imprenditori individuali immigrati operanti alla fine di giugno.
Seguono la Cina (46.136, il 14,2% del totale), l’Albania (30.564, il 9,4%) e il Bangladesh (23.004, il 7,1%).

Gli imprenditori marocchini si occupano soprattutto di commercio e trasporti, tanto da rappresentare, in questi due contesti 31,9 e il 15,8% delle imprese con titolare immigrato.
I cinesi, dal canto loro, sono i primi in classifica in attività manifatturiere (57,9%), alloggio e ristorazione (31,3%) e altre attività di servizi (27,1%), mentre gli albanesi dominano nel settore delle costruzioni (31,6%).
I nati in Bangladesh sono gli imprenditori immigrati più presenti nelle attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (il 24,1% delle imprese di immigrati nel settore) e nei servizi di informazione e comunicazione (16,6%).

La leadership dei marocchini è da ricercarsi anche nella loro lunga presenza sul nostro territorio, tanto da essere i più numerosi tra gli imprenditori extra Ue in 11 regioni su 20, tra le quali spiccano la Calabria (dove sono il 55% di tutte le imprese di immigrati con sede nella regione) e la Valle d’Aosta (dove rappresentano il 35,3% dell’imprenditoria individuale extra Ue).

La Sardegna si segnala per la prevalente presenza di imprenditori originari del Senegal (il 32,6%), il Lazio per quelli del Bangladesh (29,6%), la Toscana per i cinesi, (29,1%) la Liguria per gli albanesi (22,9%), il Friuli Venezia-Giulia per i vicini della Serbia-Montenegro (17,8%), la Lombardia per quelli originari dell’Egitto (15,3%).
Unica regione a registrare la prevalenza di cittadini figli dell’emigrazione nostrana è l’Abruzzo, dove il primo paese di provenienza di imprenditori immigrati è la Svizzera (15,7%).

Vera MORETTI

La crisi fa bene al mercato delle auto usate

La crisi del mercato dell’auto non accenna a calare, soprattutto per quanto riguarda le nuove immatricolazioni.

Il Centro Studi Promotor, infatti, ha confermato che, dal 2007 ad oggi, il numero di vetture nuove acquistate nel Belpaese è sceso del 47,7%.

La buona notizia arriva dal mercato dell’usato e del Km0, che, nonostante abbia dovuto fare i conto con una diminuzione delle richieste, ha saputo reggere la crisi con una perdita “solo” del 19%, ma che ora sta risalendo la china in maniera probabilmente definitiva.

La conferma di questo andamento arriva anche dal Centro Studi Continental di Reggio Emilia, secondo il quale il rapporto tra le vendite di auto usate e Km 0 e di veicoli nuovi è quasi del 2 a 1: 184 vetture usate vendute per ogni 100 automobili nuove.

Si tratta sicuramente di un dato sorprendente, che riguarda in particolare le regioni del Sud e delle isole, dove tradizionalmente i redditi sono più bassi rispetto a quelli delle regioni del Nord.
A rafforzare questa tesi, arrivano i dati del Molise, dove sono state vendute ben 462 auto usate per ogni cento vetture nuove.
A seguire, invece, compaiono la Campania, con 428 vetture usate vendute per ogni 100 nuove, la Puglia con 414, la Sicilia con 396, la Basilicata con 373, la Calabria con 352 e la Sardegna con 335.

A conferma di quanto appena sostenuto c’è anche il dato relativo alla Valle D’Aosta, una delle regioni più ricche d’Italia, dove c’è un rapporto di appena 114 auto usate per ogni 100 nuove.

Ma questa situazione ha anche un rovescio della medaglia, che riguarda l’eccesso di domanda. Il fermento che sta caratterizzando il mercato dell’usato non era previsto, o comunque non così tanto, ed ora diventa sempre più difficile accontentare le richieste, spesso relative ai veicoli di successo con chilometraggio compreso tra i 30.000 ed i 70.000 km.

Secondo il Centro Studi Promotor, negli ultimi anni si è assistito ad un generoso aumento delle quotazioni di mercato delle auto usate dotate di alimentazione a gas; infatti, secondo il 54% dei concessionari intervistati, al giorno d’oggi un’auto a metano o a gpl ha un valore di mercato superiore rispetto al corrispondente modello dotato di alimentazione a benzina o a gasolio, mentre il 23% dei rivenditori attribuisce alle auto a gas lo stesso valore di mercato dei medesimi modelli a gasolio e una quotazione leggermente più alta di quelli a benzina. In ultimo, solo il restante 23% dei salonisti ritiene che le auto alimentate a gas abbiano un valore di mercato inferiore rispetto a quelle a gasolio o a benzina.

Vera MORETTI

Sportello telematico per gli utenti di INT ed Equitalia

E’ stato rinnovato, grazie alla collaborazione tra l’Istituto Nazionale Tributaristi ed Equitalia Nord, a cui fanno caso le delegazioni regionali di Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto, il protocollo per lo sportello telematico, un canale di assistenza dedicata per migliorare e semplificare il rapporto con i professionisti ed i loro assistiti.

A sottoscrivere il protocollo d’intesa sono stati il direttore generale di Equitalia Nord, Adelfio Moretti, e il presidente nazionale dell’INT, Riccardo Alemanno.

Collegandosi allo sportello telematico dedicato presente sul sito GruppoEquitalia.it, i professionisti possono chiedere informazioni per conto dei propri assisititi e formulare dunque quesiti relativi a pratiche che non richiedono la produzione di documentazione in originale.

In caso di argomenti particolarmente complessi, Equitalia Nord provvederà a fissare un incontro nel minor tempo possibile.

Adelfio Moretti ha dichiarato: “Crediamo molto nell’efficacia di questi strumenti dedicati di assistenza ed informazione nell’ottica di rafforzare la sinergia con i professionisti e prevenire in tempo utile possibili criticità”.

E Riccardo Alemanno ha aggiunto: “In un periodo di grande difficoltà economica e di confusione normativa è fondamentale rinnovare e migliorare i rapporti di collaborazione e di confronto diretto con enti come Equitalia Nord, per acquisire informazioni chiare ed in modo rapido al fine di potere avere un quadro preciso della situazione dell’assistito e quindi, ove possibile, intraprendere la migliore strada per la soluzione delle problematiche”.

Vera MORETTI

Startup italiane hi-tech a Wall Street

Un’impresa italiana, proveniente da Trieste, è approdata a Wall Street, con lo scopo di utilizzare quella prestigiosa piazza come vetrina per attirare investimenti e poter, dunque, crescere ancora.

L’azienda si chiama Athonet ed è arrivata a New York con altre 14 startup selezionate da Italia Camp per presentare l’eccellenza dell’hi-tech Made in Italy, dopo aver toccato Scandinavia e Friuli.
Confondatori di Athonet sono Gianluca Verin e Karim El Malki, papà egiziano e mamma veneta, entrambi ingegneri, conosciutisi in Svezia dove lavoravano nel dipartimento di ricerca e sviluppo di Ericsson.

Proprio lì è nata l’idea di portare in Italia qualcosa che ancora mancava, ovvero una rete veloce 3G e 4 G LTE, per le emergenze e per lo sviluppo delle città intelligenti del futuro.
Il primo atto della startup si è svolto nel 2005 e nel 2009 è stata sperimentata una rete mobile privata dell’Area Science Park, l’incubatore di Trieste che ha ospitato Athonet sin dalla culla.

Il software della startup, che si chiama Primo, rete mobile compatta e trasportabile Umts/Hspa/Lte, è stato utilizzato dalla protezione civile del Friuli Venezia Giulia durante la gestione del post terremoto a Mirandola.
Per questa collaborazione Athonet è stata insignita della medaglia d’Oro della Presidenza della Repubblica.

Gianluca Verin ha dichiarato: “Questa è la nostra nicchia di mercato, portare banda larga ultraveloce, anche in 4G Lte, in zone di emergenza, dove i grandi operatori non hanno ancora sviluppato, per ragioni di costi, reti alternative a quelle commerciali. Le smart city del futuro saranno delle piazze aperte dove tutte le cose dialogheranno tra loro e si scambieranno dati. Per sostenere questo flusso di comunicazioni ci vogliono infrastrutture e noi ci candidiamo a offrire questo servizio“.

La via americana potrebbe portare in casa nuovi investitori. Perché negli Usa c’è fame di idee e non mancano i soldi per i finanziamenti.
Ad esempio, nel 2013 l’ecosistema delle start up europeo ha raccolto 36 miliardi di dollari. Una cifra ragguardevole. Ma se comparata agli investimenti a stelle e strisce nello stesso periodo in star up, pari a 1.777 miliardi di dollari, fa emergere tutto il gap tecnologico e innovativo che separa le due sponde dell’Atlantico.

L’Italia giovane e hi-tech che fa impresa può finalmente fare i primi passi, approfittando anche delle agevolazioni fiscali previste dal Governo.
Le nuove startup nate negli ultimi 12 mesi e iscritte al registro sono state invece 752: in pratica ne nascono 2 al giorno.

Al top delle iscrizioni ci sono la Lombardia con 328 startup, seguita a debita distanza da Emilia Romagna con 176 iscrizioni e dal Lazio con 169. Sotto il podio Veneto (140) e Piemonte (131).
In coda il Molise con 9 startup, la Basilicata con 8 e la Valle D’Aosta con 5 iscrizioni nel Registro.

Vera MORETTI

Imprese al Sud più numerose di quelle del Nord

Anche se la crisi si è fatta sentire pesantemente in tutto lo Stivale, una buona notizia, che riguarda le imprese e il loro bilancio relativo al 2013, forse c’è.

A fronte delle 1.053 imprese sorte ogni giorno in Italia durante l’anno scorso, contro le 1.018 costrette, invece, a chiudere i battenti, è stato rilevato che la maggior parte di esse sono nate nelle regioni meridionali.

Unioncamere, a questo proposito, ha reso noto che nel 2013 il numero delle imprese nate ha superato il novero di quelle cessate, 384.483 contro 371.802, producendo un saldo positivo dello 0,2%, che comunque rimane il più basso dall’inizio della crisi.

Ciò che rimane evidente è la presenza sempre più massiccia di imprese al Sud, con buona pace del produttivo Nord-Est, da sempre locomotiva dell’economia e dell’industria italiane, ma ora in affanno.

Nel Mezzogiorno sono andate particolarmente bene le imprese che operano nel commercio, nell’alloggio e nella ristorazione, ma anche nei servizi per le imprese.
Male invece l’agricoltura , che ha visto ben 30mila imprese del settore chiudere definitivamente.

Guardando la situazione nel dettaglio, si capisce che la situazione non è certo rosea, poiché risale al 2010 un tasso di crescita delle imprese superiore all’1%, nonostante le tipologie di appartenenza presentino dati a volte completamente diversi.

Complessivamente la bilancia tra crescita e decrescita è equilibrata: esattamente il 50% delle regioni italiane ha un tasso di crescita positivo, mentre le restanti 10 ravvisano un trend negativo.
Quello che stupisce maggiormente però non sono tanto le percentuali, quanto i cambiamenti in atto nelle singole aree geografiche, e il caso del nord est è certamente il più eclatante.

In questo caso, i numeri sono eclatanti: nel territorio da sempre considerato il più fecondo, almeno nei confini nazionali, nel 2013 sono state chiuse 77.835 aziende, contro 70.000 nuove attività aperte, registrando il maggior tasso di decrescita del paese, -0,54%, in particolare in Veneto e Friuli Venezia Giulia, anche rispetto al 2012, dove ci si era attestati intorno allo -0,41%.

Passando alle singole regioni, la metà “in crescita” del paese non sembra più rispecchiare dunque la tradizionale dicotomia nord-sud. Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e il fanalino di coda la Valle d’Aosta, sono cresciute di meno rispetto a Sardegna, Abruzzo, Marche e Basilicata.
La Campania è al secondo posto, con un tasso di crescita che si avvicina all’1%, superando la Lombardia e persino il Trentino alto Adige, all’ottavo posto in classifica.

Le note positive che arrivano dal sud si odono inoltre ancora di più osservando la situazione dal punto di vista delle società di capitale.
Qui le prime otto posizioni sono occupate da regioni meridionali, prime fra tutte la Basilicata, il Molise e la Calabria; per incontrare la prima regione del nord bisogna scendere al dodicesimo posto con il Trentino Alto Adige, con un di tasso di crescita annuo equivalente alle metà di quello della Basilicata.

Secondo dati forniti dal rapporto della Banca d’Italia, a livello regionale il sistema degli interventi per l’innovazione si caratterizza per una estrema frammentazione delle iniziative.
Secondo i dati del Ministero dello sviluppo economico, nei vari governi che si sono alternati dal 2006 al 2011, oltre l’85 per cento delle misure economiche nel settore dell’innovazione si è concentrato al Centro-Nord, provocando un maggior ricorso ai Fondi strutturali europei da parte delle regioni meridionali.

Ciò che colpisce maggiormente è ancora una volta la coda della classifica. Sette su dieci delle ultime posizioni sono occupate da province del Nord Italia, e tra queste alcune di quelle storicamente più produttive, come Belluno, che ha visto nell’ultimo cinquantennio nascere l’industria dell’occhiale. Oppure come la roccaforte dell’industria romagnola di Forlì-Cesena é precipitata alla penultimo posto.

Vera MORETTI

La crisi fa colare a picco le imprese giovanili

Le imprese giovanili non se la passano bene, poichè la crisi economica le ha messe in ginocchio, nonostante l’entusiasmo che le anima.

I dati, infatti, parlano chiaro, e riguardano anche le regioni più dinamiche.
In Emilia Romagna, ad esempio, a fine 2013 le pmi giovanili erano 36.682, -4,8% rispetto all’anno precedente. All’appello, mancano dunque ben 1.857 imprese.

Le imprese non guidate da giovani se la passano meglio, anche se non bene, poiché sono diminuite dell’1%.

Considerando i dati a livello nazionale, a fine 2013 è emerso che le imprese giovanili hanno subito una contrazione meno ampia (-4,2) e sono risultate 578.947, l’11,2% del totale, come è stato confermato anche dai numeri emanati dal Registro delle imprese delle Camere di commercio di fonte InfoCamere, elaborati dal centro studi e ricerche di Unioncamere Emilia-Romagna.

Le imprese giovanili sono calate in tutta Italia, ma le flessioni più sostanziali sono state rilevate in Sardegna (-6%), Piemonte (-5,5) e Marche (-5,4).
È andata meglio in Trentino-Alto Adige (-0,7), nel Lazio (-1,4) e in Valle d’Aosta (-1,5).

La gran parte delle imprese giovanili è costituita da ditte individuali, tra le quali molte sono marginali, strette tra congiuntura negativa e indisponibilità del credito.
La riduzione delle imprese giovanili è principalmente da attribuire alla loro pesante flessione (-1.565 unità, -5,1%). La contrazione è stata però molto più intensa per le società di persone (-10,6%, pari a 410 unità). Sono diminuiti, anche se leggermente (-3,4%), anche cooperative e consorzi, mentre sono aumentate le società di capitale (136 unità, +3,7).

La contrazione del numero delle imprese giovanili è stata determinata soprattutto dal crollo delle costruzioni (-1.194 unità, -10,4%), dalle difficoltà delle attività manifatturiere (-7,9%, -243 unità) e dalla caduta delle imprese agricole (-170 unità, -7%).
L’ampiezza relativa della riduzione è stata molto evidente per le attività immobiliari (-11%). In controtendenza, crescono le imprese finanziarie e assicurative (+151 unità).

Vera MORETTI

Contributi alle imprese del Grand Combin e Mont Emilius

Per promuovere lo sviluppo del territorio delle comunità valdostane Grand Combin e Mont Emilius, il GAL Media Valle d’Aosta ha pubblicato un bando per diversificare le attività aziendali a favore di quelle complementari all’agricoltura ed al territorio rurale.

A beneficiare dei finanziamenti, i soggetti privati in forma singola o societaria che intendano creare, rinnovare o incrementare microimprese innovative che operano nei settori turistico e artigianale che:

  • possiedono la cittadinanza italiana ovvero di uno degli stati membri dell’Unione europea o status equiparato;
  • intendono realizzare un intervento nel territorio del GAL media Valle d’Aosta che preveda ricadute positive sul territorio stesso;
  • possiedono partita IVA o si impegnano ad aprirla a seguito dell’approvazione del progetto (in caso di costituzione di nuova impresa).

I Comuni che possono accedere ai finanziamenti sono quelli appartenenti all’area del Gal e precisamente Allein, Bionaz, Doues, Etroubles, Gignod, Ollomont, Oyace, Roisan, Saint-Oyen, Valpelline, Saint Rhémy en Bosses.

Gli interventi finanziabili con il presente bando sono relativi a:

Area 1 – sviluppo dell’attività ricettiva:

  • riqualificazione delle piccole strutture già presenti nel territorio e creazione di nuove strutture che operino nel settore della ricettività rurale;

Area 2 – sviluppo di nuove forme imprenditoriali in ambito turistico, artigianale e ambientale:

  • creazione di nuove attività d’impresa legate alla manutenzione del territorio (quali manutenzione di strade e sentieri, realizzazione di piccole opere di ingegneria naturalistica, decespugliamento e pulizia);
  • sviluppo di nuove attività produttive in ambito turistico e artigianale.

Sono ammissibili le seguenti spese sostenute esclusivamente per la realizzazione degli interventi sopraindicati:

Area 1 – sviluppo della piccola ricettività turistica:

  • spese di gestione per l’avviamento delle attività per le aziende che si costituiscono dopo la presentazione della domanda, per i primi 12 mesi e comunque non oltre il 31 dicembre 2014 (entro il limite del 10 % delle spese finanziate);
  • spese tecniche quali studi di fattibilità, progettazione, direzione lavori e sicurezza direttamente collegati agli investimenti materiali (entro il 12 % delle spese finanziate);
  • recupero e/o costruzione di strutture e servizi per l’attività d’impresa (spese per piccoli interventi materiali di costruzione e ristrutturazione di immobili funzionali all’attività dell’impresa);
  • acquisto di attrezzature, allestimenti interni ed esterni, arredi;
  • segnaletica.

Area 2 – sviluppo di nuove forme imprenditoriali in ambito turistico, artigianale e ambientale:

  • spese di gestione per le aziende che si costituiscono dopo la presentazione della domanda, per i primi 12 mesi e comunque non oltre il 31 dicembre 2014 (entro il limite del 10% delle spese finanziate);
  • studi di fattibilità, progettazione, direzione lavori e sicurezza direttamente collegati agli investimenti materiali (entro il 12% delle spese finanziate);
  • recupero e/o costruzione di strutture e servizi per l’attività d’impresa (spese per interventi materiali di costruzione e ristrutturazione di immobili funzionali all’attività dell’impresa);
  • allestimenti interni, arredi e segnaletica;
  • acquisto di macchinari e attrezzature.

Il contributo concesso ai soggetti interessati è pari al 50% della spesa ammessa. Il limite minimo di spesa ammissibile e pari a € 5.000,00; il limite massimo di spesa ammissibile e pari a € 200.000.

La domanda deve essere consegnata a mano dal beneficiario a partire dal 1° luglio 2013 con scadenza ultima entro le ore 12 del giorno 4 luglio 2013 presso la sede del GAL al seguente indirizzo:
GAL media Valle d’Aosta – c/o comunità montana Grand Combin – fraz. Chez Roncoz 29/i 11010 Gignod

Vera MORETTI

I prodotti valdostani volano in Cina

La Valle D’Aosta d’ora in poi vanterà un importante primato: sarà la prima regione italiana, ma anche nel mondo, ad offrire pacchetti turistici sul sito e-commerce cinese E-Mall di Chinova, join venture cinese con il quale è stato firmato un accordo lo scorso 20 maggio, presso il Centro Congressi Billia del SAINT-VINCENT Resort & Casino.

Sul web verranno dunque commercializzati i prodotti valdostani legati a gastronomia ed artigianato, che verranno conosciuti, e si spera apprezzati, anche in Oriente.
L’intesa siglata dalla Regione Valle D’Aosta è di quelle importanti, poiché i suoi prodotti e le sue risorse entreranno a far parte di un mercato che vanta 700 milioni di contatti, molti dei quali possessori di carte di credito oro e premium.

Chinova è infatti il referente in tema di e-commerce di ChinaPay Co. Ltd. (CP), che è l’unica società di processing interbancario cinese, costituita con i contributi dei capitali di oltre 80 istituzioni finanziarie nazionali, approvata dal Consiglio di Stato e autorizzata dalla People’s Bank of China.
Dopo avere stretto accordi con Partner locali, le carte CP sono oggi accettate a Hong Kong, Macao, Singapore, Corea, Thailandia, Indonesia, Filippine, Vietnam, Germania, Francia, Giappone. Da oltre cinque anni, le carte CP sono anche in Australia, Nuova Zelanda, Malesia e Italia.

L’accordo firmato tra Valle D’Aosta e Chinova prevede che, in un secondo momento, la regione italiana potrà avere un canale dedicato, chiamato Alps Experience, che Chinova provvederà a posizionare nei più importanti portali di ecommerce cinesi; inoltre, Chinova curerà la traduzione dei testi, offrirà supporto tecnico e logistico e, soprattutto, fornirà forme di pagamento sicure attraverso Chinapay.

Vera MORETTI

Accordo tra Intesa Sanpaolo e Confartigianato Piemonte

E’ stato siglato un importante accordo tra Confartigianato Imprese Piemonte, Confartigianato Fidi Piemonte e Intesa Sanpaolo per facilitare lo sbocco sui mercati esteri delle aziende associate.

Le imprese regionali riceveranno un supporto dai due desk di consulenza nati con l’accordo presso la sede di Confartigianato Imprese e di Confartigianato Fidi Piemonte.
La banca e le associazioni imprenditoriali si impegneranno a promuovere incontri mirati per presentare agli imprenditori le opportunità più interessanti e aderenti alle diverse realtà locali.

Negli ultimi anni, le imprese piemontesi sono sempre più proiettate verso l’estero, tanto che, se nel 2005 la propensione all’export era pari al 30% nel 2005, è arrivata al 34% nel 2011 e si prevede un ulteriore aumento, fino al 36%, nel 2013.

Ad allontanarsi sono i mercati verso cui conviene maggiormente fare affari: se, da una parte, le imprese del Piemonte sono concentrate verso Germania e Francia, che assorbono ancora il 28% della regione, i Paesi di sbocco risultano essere quelli emergenti, nei confronti dei quali è previsto, entro il 2015, il superamento nei confronti dei mercati mondiali più conosciuti.
Ad oggi, solo un terzo delle imprese piemontesi è diretto verso mercati ad alto potenziale.

Per questo motivo, l’accordo siglato è quanto mai fondamentale per studiare un’efficace strategia di crescita all’estero, grazie al ruolo di connector che Intesa Sanpaolo può svolgere tra i flussi commerciali e di investimento cross-border.

Le aziende associate avranno a disposizione un programma completo di servizi, dalla partecipazione a fiere ed eventi fino alla promozione di vere e proprie missioni imprenditoriali. L’accordo apre la via anche ai servizi a maggiore valore aggiunto, dalle
soluzioni personalizzate di cash management, trade finance, investment banking, al supporto nella costituzione di partnership e joint-venture tra società italiane ed estere.

Intesa Sanpaolo effettuerà anche un monitoraggio costante dei mercati, per mettere a punto nuove opportunità o calcolare i rischi ai quali si va incontro qualora dovessero sorgere problematiche.

Le imprese possono accedere direttamente alle informazioni disponibili attraverso il portale Trade Esplora che Intesa Sanpaolo ha realizzato in collaborazione con la società francese Export Entreprise S.A.
Una delle soluzioni più innovative è Export Facile, che copre fino al 100% il rischio d’insolvenza dei debitori esteri a fronte dei crediti ceduti pro-soluto e che rappresenta una fonte di liquidità aggiuntiva e alternativa alle tradizionali linee di credito.
Attraverso il portale GreenTrade le imprese possono seguire in autonomia l’andamento dei cambi e attivare direttamente strumenti di copertura del rischio.

Antonio Nucci, Direttore Regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato: “L’accordo rafforza ulteriormente il lavoro che stiamo facendo con le Associazioni di categoria e con i Confidi per migliorare il merito creditizio delle imprese e per utilizzare al meglio i sistemi di garanzia collettivi. Una pre-condizione per affacciarsi sui mercati internazionali è la dimensione aziendale. In quest’ottica le reti d’impresa rappresentano uno strumento dalle molte potenzialità che promuoviamo concretamente attraverso il Laboratorio regionale per le Reti d’Impresa istituito a dicembre 2012 con le principali associazioni datoriali e il Politecnico di Torino. In collaborazione con i partner dell’accordo abbiamo previsto una serie di incontri sul territorio con il coinvolgimento dei nostri specialisti estero: l’obiettivo è stimolare e orientare una mentalità imprenditoriale più aperta allo sbocco sui mercati ad alto potenziale”.

Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, ha aggiunto: “In questo accordo abbiamo voluto inserire soluzioni concrete per i nostri associati. Riteniamo infatti che l’espansione della propria attività all’estero sia una strada obbligata per molti di noi e che un partner come Intesa Sanpaolo possa facilitare questo percorso. Pensiamo e auspichiamo che la condivisione con la banca, fin dalle prime fasi, di un progetto di crescita all’estero contribuisca anche a facilitare e velocizzare l’iter di accesso al credito. Mentre il sistema delle imprese, particolarmente di quelle piccole, resta in attesa dell’attuazione del decreto che sblocca 40 miliardi dei crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione giungono i dati dei flussi relativi all’ultimo anno. Da essi la conferma che, pur tra sensibili differenze territoriali, l’erogazione del credito alle imprese continua a calare e a confermarsi tra le principali cause di chiusura delle aziende. Ecco perché questo accordo è un passaggio importante che contribuirà a colmare l’attuale lacuna del difficile accesso al credito per evitare che gli ingranaggi dell’economia reale si fermino”.

Ha concluso Adelio Ferrari, Presidente di Confartigianato Fidi Piemonte e Nord Ovest s.c.p.a: “La stipula di tale accordo è del tutto coerente con la mission del nostro Confidi, volta a sostenere l’accesso al credito alle pmi anche sul terreno dell’export, che oggi costituisce una eccellenza del sistema produttivo piemontese e nazionale. Inoltre questa nuova convenzione evidenzia il fattivo rapporto collaborativo da tempo instaurato dal nostro Confidi con Intesa Sanpaolo sul territorio piemontese e ligure, nonché la costante sinergia in essere con il sistema associativo Confartigianato di cui, seppur nella reciproca autonomia gestionale ed operativa, siamo parte integrante e propulsiva“.

Vera MORETTI

Microcredito a favore di imprese e disoccupati

Due provvedimenti varati dal Consiglio delle Politiche del Lavoro presieduto dal presidente della Regione Valle D’Aosta vanno incontro alle esigenze di imprese e disoccupati over 50, pesantemente colpiti dalla crisi.

Gli aiuti destinati alle aziende prevedono l’attivazione di un fondo per il microcredito, da destinare all’erogazione di prestiti alle pmi per un finanziamento compreso tra 5mila e 25mila euro, una misura inserita nell’ambito della gestione del Fondo sociale europeo.
Tale misura si estende anche ai lavoratori indipendenti e liberi professionisti ed è rivolta alle imprese con meno di cinque anni di età.

Gli aiuti, invece, destinati ai disoccupati, stabiliscono che venga erogato agli over 50 senza lavoro un contributo mensile di 450 euro per sei mesi, purché i soggetti non siano beneficiari di altre misure di sostegno al reddito da parte dell’Amministrazione Regionale.

Vera MORETTI