Sì Tav. E grazie per il dibattito

di Davide PASSONI

Come speravamo, il nostro intervento di ieri a favore della Tav ha scatenato un putiferio in rete, specialmente su Facebook. Meno male, è quello che volevamo: far parlare la gente, far discutere le persone, stimolare un dibattito. Ce lo aspettavamo. E ci aspettavamo anche di essere in minoranza rispetto a quanti pensano che la Tav in Valsusa sia un’opera inutile e dannosa, così come ci aspettavamo gli insulti, variopinti e numerosi.

A questi ultimi non rispondiamo. Chi insulta non merita replica perché lo fa non avendo idee da mettere sul piatto. A quanti non la pensano come noi, rispondiamo invece “meno male”, perché sai che noia se tutti la pensassero allo stesso modo.  E rispondiamo anche ribadendo alcuni motivi che ci fanno pensare che la Tav si debba fare.

Perché un Paese, come accade per l’Italia, non cresce anche per mancanza di infrastrutture: pensiamo che la Tav sia una di queste. Perché pensiamo che i blocchi, lungi dall’essere utili alla causa, danneggino proprio la gente comune che tutti i giorni lavora e si sposta sul territorio. Perché pensiamo che i valsusini, siano essi pro o contro la Tav, siano ostaggio di gruppi che non hanno alcun interesse per i destini della valle e siano i primi a pagarne le conseguenze in termini di immagine. Perché pensiamo che un’opera del genere porterà con sé occupazione e sviluppo. Perché pensiamo che, se ritarderemo ulteriormente, l’Europa chiuderà i rubinetti dei finanziamenti e, in un momento come questo, come Paese non ce lo possiamo permettere.

Avete notato, quante volte abbiamo usato il verbo “pensare” dall’inizio dell’articolo a questa riga? Nove volte. Ecco, vorremmo che la gente continuasse a pensare (e 10!) prima di insultare o attaccare e che invece pensasse (e 11!) per scrivere critiche sensate e accettabili, come è accaduto nella maggior parte dei casi. A questa gente diciamo grazie, prima che alle centinaia di persone che hanno messo il loro Mi Piace all’articolo di ieri.

Non abbiamo l’arroganza di portarvi a condividere quanto pensiamo (e 12!) né la pretesa di avere la verità in tasca, come invece tanti credono di avere. Solo esponiamo un’idea e una convinzione, accettando le critiche e rispettando le opinioni altrui. Vi chiediamo di fare altrettanto. Si chiama civiltà.

Sì Tav. Ecco perché

di Davide PASSONI

Stupisce notare come i fatti possano avere una lettura duplice e opposta. Prendiamo la Tav. Per i manifestanti della Valsusa e per gli infiltrati che vengono da tutta Italia solo per fare casino e ai quali dei destini della valle non interessa nulla, l’opera è il male assoluto: scempio ambientale (ma non era quasi tutta in galleria?), tonnellate di amianto (ne hanno mai trovato in quantità significativa?), inquinamento acustico e ambientale. Per il Governo, un’opera fondamentale che, oltre a contribuire allo sviluppo del Paese, porterà sviluppo e occupazione direttamente sul territorio.

Inutile sottolinearlo: noi diciamo “sì Tav“. E siamo felici quando il Governo sostiene di voler continuare nella realizzazione dell’opera. A che cosa serve, come chiede qualcuno, una moratoria dei lavori per discutere, incontrare le comunità, confrontarsi? Per anni lo si è fatto, nonostante a qualcuno faccia comodo negarlo, e alla fine un Governo ha preso una decisione: l’opera si fa. Questo deve bastare. Punto.

Perché lo ha deciso un’autorità superiore, che stava nei palazzi romani anche grazie al voto dei valsusini; perché siamo un Paese infilato in un sistema che si chiama Europa e che, se ci chiede di fare qualcosa, piaccia o non piaccia lo dobbiamo fare; perché siamo stufi del cazzeggio ambientalista all’italiana che un momento è “riduciamo il trasporto su gomma perché inquina, a favore del trasporto su rotaia” e il momento dopo “la Tav no perché non serve ed è dannosa“; perché ormai la favola del valligiano buono e del black bloc forestiero cattivo non sta più in piedi, dopo i video pubblicati dal Corriere la scorsa settimana; perché la gente non deve più cadere dai tralicci e nemmeno arrampicarcisi sopra; perché polizia e carabinieri che presidiano la valle sarebbero più utili se impiegati a mettere in galera mafiosi, trafficanti e criminali veri; perché lo sviluppo di un Paese deve smetterla di essere bloccato dai localismi sfrenati; perché siamo stanchi dei tribuni alla Travaglio che buttano benzina sul fuoco, danno degli squadristi agli agenti e poi, magari, in altre sedi fanno dei pistolotti sui magri stipendi dei poliziotti, poverini, che vanno a prendersi le sassate in faccia per 1200 euro al mese.

E basta. Facciamo questa Tav e non se ne parli più. E una volta completata si facciano le polentate nelle stazioni, non di fronte ai cantieri. Ah, dimenticavamo… A chi scrive, tra breve costruiranno una superstrada a 400 metri dalle finestre di casa e la cosa non ci trova per nulla contrari. Giusto per ribadire che la filosofia di quello che gli anglosassoni chiamano NIMBY (“not in my back yard”, non nel cortile di casa mia) non ci appartiene.