Commercio al dettaglio: in un anno calo del 2%

Mobili, articoli tessili ed arredamento. Secondo l‘Istat sono questi i settori ad aver registrato nell’ultimo anno una contrazione nelle vendite al dettaglio maggiore. I dati raccolti nell’ultimo rapporto sulle vendite al dettaglio per i beni di consumo non alimentari attinenti al mese di luglio 2011 mostrano un calo congiunturale dei consumi del 2,06% rispetto allo stesso mese del 2010.

Il rapporto ha riscontrato un calo significativo delle vendite delle principali componenti merceologiche del vestire, arredare e benessere. Se al primo posto fra i settori che hanno registrato una più marcata riduzione dei consumi figurano mobili, articoli tessili ed arredamento, scesi in un anno del 3,2 %, la medaglia d’argento spetta ai prodotti di gioiellerie e orologerie, con un -2% nel 2011. Negativi anche i valori per i settori del vestire: abbigliamento e pellicceria in un anno hanno perso un -1,9%, come anche le calzature, articoli in cuoio e da viaggio scesi del -1,8%. Fanalino di coda i prodotti di profumeria e cura della persona che, dopo un trend positivo negli scorsi anni, hanno visto ridurre nel 2011 le vendite del -1,4%.

La riduzione del clima di fiducia dei consumatori ha contribuito alla contrazione delle vendite, che a settembre 2011 sono scese a 98,5 rispetto al 100,3 del mese di agosto. A peggiorare la situazione sono poi le valutazioni, presenti e prospettiche, sulla situazione economica del paese e della famiglia, nonché i giudizi sul bilancio familiare e sull’opportunità del risparmio.

L’aumento dell’Iva al 21% introdotto dalla nuova Finanziaria rischia inoltre, secondo l’Ufficio Studi di Confcommerciodi bloccare qualsiasi tentativo delle famiglie di reagire alla crisi. E’ dunque prevedibile per i consumi un peggioramento nel terzo e quarto trimestre che comporterà un ulteriore indebolimento delle prospettive di sviluppo dell’economia.”

Alessia Casiraghi

Per l’Istat le vendite al dettaglio sono rimaste invariate

Secondo i dati diffusi dall’Istat le vendite al dettaglio rispetto allo stesso mese dell’anno scorso sono rimaste praticamente invariate. Il dato destagionalizzato ha registrato un incremento dello 0,1% rispetto a gennaio.

Nel complesso  le vendite di prodotti alimentari sono aumentate dello 0,3% in termini tendenziali e dello 0,2% in termini congiunturali; mentre quelle di prodotti non alimentari sono diminuite dello 0,1% su base annua e sono rimaste invariate su base mensile. L’aumento maggiore lo han fatto registrare i prodotti farmaceutici con il +1,4% mentre il record in negativo spetta ai supporti magnetici e strumenti musicali (-7%).

Anche gli elettrodomestici specie radio, tv e registratori registrano una caduta del -1,9% e lostesso vale per i giochi, sport e campeggio (-1,5%). Ulteriori aumenti, invece, si registrano per i prodotti di foto-ottica e pellicole (+1%),utensileria per la casa e ferramenta (+0,7%) e calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+0,6%). In una nota di Confesercenti si legge: “La fiducia non si compra ma è il frutto di una serie di fatti, di interventi utili a rilanciare la crescita economica ed il lavoro. Di questo vorremmo che si occupasse con priorità il Parlamento ed il Governo“.

Mirko Zago

In calo le vendite al dettaglio in calo: a gennaio -1,2%

Secondo quanto rilevato dall’istituto di ricerca Istat, le vendite al dettaglio hanno subito un importante calo rispetto all’anno precedente. Nel mese di gennaio infatti la caduta sarebbe dell’1,2%. E’ da maggio 2010 che non si registrava un rallentamento simile. Simile anche i dati relativi al calo del dato congiunturale, che è il più alto da aprile 2010.

E’ il comparto alimentare a registrare un -0,5% rispetto al mese di dicembre, mentre si registra un -0,2% per il comparto non alimentare. I dati negativi proseguono con un -0,9% per le vendite della grande distribuzione e dell’1,4% per quelle delle piccole imprese. Sono invece le imprese “specializzate” della grande distribuzione a trovare segnali di respiro con un + 1,2%. Record negativo spetta agli ipermercati con un calo stimato del 2,7%.

Considerando il numero degli addetti, nel mese di gennaio 2011 il valore delle vendite diminuisce, in termini tendenziali, dell’1,7% sia nelle imprese fino a 5 addetti sia in quelle da 6 a 49 addetti e dello 0,3% nelle imprese con almeno 50 addetti. Tra i prodotti non alimentari sono i supporti magnetici e strumenti musicali a registrare la maggior caduta (-2,4%), i generi casalinghi durevoli e non durevoli (-2,3%), gli elettrodomestici, radio, tv e registratori e i giochi, giocattoli, sport e campeggio (entrambi  -2,0%).

Mirko Zago

In calo nell’ultimo mese le vendite al dettaglio

Le performance registrate nello scorso mese di novembre relative alle vendite al dettaglio non sono delle migliori. Si è assistito infatti ad un calo del -0,3% su cui ha pesato in particolare la riduzione dello 0,50% del comparto alimentare e dello 0,2% per quanto riguarda i prodotti non alimentari, secondo i dati rilevati dall’Istat. Affianco al dato negativo occorre però considerare che comunque rispetto all’anno precedente una certa ripresa c’è, stimata al +1% per i prodotti alimentari e del +0,9% per gli altri beni. A rimanere pressochè  invariate (+0,1%) sono state le vendite negli ultimi undici mesi; quelle relative ai prodotti alimentari sono scese (-0,4%) mentre quelle dei prodotti non alimentari sono cresciute (+0,3%). Anche analizzando il dato in un periodo più breve, relativamente agli ultimi tre mesi, si assiste ad un calo dello 0,2%.

Per quanto riguarda i comparti che sembrano resistere mostrando spiragli di crescita va osservato che a influire positivamente sono state le vendite della grande distribuzione (+1,5%) e le vendite delle imprese operanti su piccole superfici  con un incremento del +0,6% (la variazione è positiva sia per i prodotti alimentari con un+0,2%, sia per quelli non alimentari con un +0,8%). Focalizzandosi sulla grande distribuzione tanto le vendite di prodotti alimentari tanto quelle di prodotti non alimentari sono aumentate dell’1,4%. Ancora una volta le rilevazioni dell’Istat testimoniano quindi che effettivamente esistono dei settori con le carte in regola per far auspicare la tanto attesa ripresa economica.

Mirko Zago