Vinitaly, il 2015 sarà l’anno dei record?

Nonostante manchino ancora diversi mesi alla nuova edizione, in programma dal 22 al 25 marzo 2015, Veronafiere ha ufficialmente aperto le iscrizioni a Vinitaly 2015. Secondo previsioni verrà confermeta la tendenza, emersa negli ultimi anni, che ha visto un crescente numero di aziende partecipare in quella che è da sempre l’unico appuntamento fieristico a livello mondiale in grado di fornire una visione a 360 gradi della filiera. «La concorrenza internazionale è sempre più agguerrita – ha commentato Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere -, ma l’esperienza di Vinitaly garantisce risultati commerciali concreti». E per incoraggiare le partecipazioni, il polo fieristico veronese ha raddoppiato gli investimenti economici e intensificando le attività di promozione.

Grande protagonista dell’edizione del prossimo anno sarò l’export, vero motore trainante del settore ormai da diversi anni. Confermate anche le fortunate rassegne Sol&Agrifood ed Enolitech. «Con l’Expo, il 2015 sarà un anno importante per il nostro Paese, e il vino e l’olio extravergine di oliva, insieme all’agroalimentare di qualità sono produzioni trainanti del made in Italy, che però non potrebbero esistere – ha spiegato Ettore Riello, presidente del polo fieristico – senza il know-how tecnico delle migliori aziende. Veronafiere lo sa bene, e proprio per questo ha sempre puntato sulla contemporaneità dei tre saloni, che pur indipendenti, si completano tra loro dando un’immagine unitaria agli operatori economici in arrivo da tutto il mondo».

JM

Vinitaly, non solo export

Nonostante il settore vitivinicolo si regga soprattutto sulle sorprendenti percentuali dell’export,come abbiamo abbondantemente dimostrato nei nostri approfondimenti settimanali dedicati all’inaugurazione della 48esima edizione di Vinitaly, ci sono cantine controcorrente che aumentano il proprio fatturato anche grazie al mercato interno.

La conferma arriva dai dati Istat sul consumo di vino all’interno dei confini nazionali. Nel 2012 le famiglie hanno speso 12 euro al mese per comprare vino, il 2,5% della spesa per alimentari di 468 euro e lo 0,48% della spesa totale mensile di 2.419 euro. Il vino resta la bevanda alcolica di riferimento. Da un punto di vista geografico, nel Nord si continua a spendere più che al Sud, ma le tendenze sono diverse. Nel Nord-Ovest la spesa sta calando di anno in anno ed è oggi uguale a quella del Nord-Est, poco meno di 14 euro per famiglia, dove invece c’è stata una crescita. Al centro si è stabilizzata al 10% circa sotto i livelli pre-crisi, mentre al Sud e nelle isole sembra essere incominciata una fase di crescita, passando da 8,8 euro nel 2009 a 9,56 nel 2012, cioè il livello pre-crisi del 2007.

In più, le aziende con più esperienza internazionale hanno cominciato in patria un lavoro molto puntuale sul marchio, con investimenti mirati e un affinamento dei rapporti commerciali interni, guardando in prospettiva agli effetti anche sulle piazze estere. Il ruolo del mercato interno come vetrina per gli acquirenti esteri è e resta del tutto fondamentale, ed è difficile che un importatore straniero voglia a tutti i costi un prodotto se questo non è ben presente nel mercato d’origine.

Zonin “L’export è vitale, ma non dimentichiamo il mercato interno”

A pochi giorni dall’apertura della 48esima edizione di Vinitaly, la più grande vetrina planetaria sul vino italiano e mondiale, oggi abbiamo incontrato Domenico Zonin, presidente di Unione Italiana Vini per il triennio 2013/15. Da quasi 120 anni l’associazione delle imprese del vino italiane tutela gli interessi in sede politica delle oltre 500 aziende aderenti e garantisce lo sviluppo del settore vinicolo in Italia secondo le regole della trasparenza e del libero mercato. A Verona UIV ha in programma lunedì 7 aprile alle 15.30 il convegno dal titolo Successi sui mercati internazionali e barriere all’export: percorsi e prospettive e in mattinata sarà protagonista della tavola rotonda La cantina del ristorante: aspetti commerciali, logistici e finanziari.

Dott. Zonin, inizierà domenica la 48esima edizione di Vinitaly, la più grande vetrina planetaria sul vino. Occhi puntati sull’export…
Le esportazioni sono di fondamentale importanza per il nostro settore. Nel Paese i consumi stanno calando notevolmente rispetto agli scorsi, per questo competere a livello internazionale è diventato vitale. Le aziende comunque devono continuare a investire nel mercato italiano, sarebbe il più grave errore lasciare campo libero ad investitori stranieri nel nostro Paese.

Con la nuova sezione Vinitalybio grande attenzione anche per il biologico…
C’è una richiesta, è innegabile, ma il biologico è per adesso ancora una nicchia di mercato. C’è una richiesta, una sensibilità di mercato che sta crescendo e nel giro di poco sarà inevitabilmente una realtà. I temi della sostenibilità e del bio saranno il futuro del nostro settore.

Nell’era della globalizzazione l’evento fieristico è ancora utile per promuovere il settore?
Decisamente è ancora molto importante. L’andamento delle fiere leader nei loro settori  è molto positivo, tutto dipende dall’organizzazione, dalla location e dalle competenze degli organizzatori. Per il nostro Paese è una grande ricchezza avere in casa l’evento di riferimento del vino mondiale.

Jacopo MARCHESANO