Workers buyout, le imprese rigenerate dai propri lavoratori

Workers buyout è il fenomeno sempre più crescente e che permette ai lavoratori di riprende in mano le redini dell’azienda.

Workers buyout, in che cosa consiste?

La crisi economica ha prese a dura prova diverse aziende che hanno dovuto chiudere battenti. Intere famiglie si sono trovare a terra, ma non hanno mollato. E così capita che i lavoratori si uniscano, mettano insieme le loro risorse finanziarie per riprendere la produzione. Ebbene i lavoratori passano a diventare imprenditori e spesso con risultati migliori dei precedenti.

Legalmente è possibile e prendere il nome di Workers buyout, cioè un’azione di salvataggio dell’azienda o di parte di essa, realizzata dai dipendenti che subentrano nella proprietà. Questi interventi sono resi possibili dal sostegno della Legge Marcora (L. 49/1985), efficacie strumento di politica attiva del lavoro, utilizzato per rigenerare un’impresa in crisi economica oppure nei casi in cui bisogna favorire un ricambio generazionale all’azienda senza eredi interessati a dare continuità all’attività imprenditoriale.

Workers buyout, un mercato in crescita

Il workers buyout nasce negli Stati Uniti all’inizio degli anni Ottanta. E’ stata la soluzione alla chiusura di numerose imprese americane chiuse a causa della recessione allora in atto. Ai lavoratori, ad esempio nel caso dell’acquisizione della Great Atlantic & Pacific Tea Company è stato chiesto, dal sindacato, di conferire un contributo iniziale pari a 5 mila dollari. Inoltre è anche chiesta una decurtazione in busta paga di 200 dollari per realizzare questo processo che li ha visti diventare anche imprenditori. Il WBO coinvolge sia grandi imprese che piccole realtà. Tra queste ci sono: la National Steel Mill in Virginia e i supermercati in Pennsylvania.  Il fenomeno sta crescendo anche in Argentina, Europa e nel nostro Paese.

Ma quali sono i passi per acquisire un’azienda in crisi?

Sono sette i passi da compiere per poter acquisire un’azienda in crisi secondo la metodologia del workers buyout:

1. un’impresa si trova in liquidazione o fallisce, oppure conosce un momento di difficoltà ad esempio per la mancanza di un successore naturale del titolare;

2. i dipendenti (tutti o soltanto alcuni) possono riunirsi in cooperativa e rilevare i beni aziendali per proseguire o riavviare la produzione;

3. il primo passo consiste nel prendere contatto con le strutture territoriali delle cooperative per valutare attentamente cosa è necessario fare per costituire una cooperativa;

4. devono poi essere valutate, insieme anche ai sindacati, le condizioni affinché l’operazione possa avere successo;

5. se l’esito di questa prima verifica è positivo, per mettere la cooperativa in condizione di avviare l’attività, i soci devono mettere a disposizione i propri risparmi personali e/o il TFR e/o l’anticipo dell’indennità di mobilità o della NASpI;

6. questo capitale può essere integrato dal sostegno degli appositi fondi mutualistici delle Associazioni di riferimento che possono intervenire concedendo un prestito o acquisendo pro tempore una partecipazione nella cooperativa;

7. i primi passi della nuova impresa possono essere inoltre integrati da finanziamenti agevolati erogati dalle finanziarie appositamente costituite dal Ministero dello sviluppo economico, sia mettendo a disposizione un sistema di relazioni con potenziali fornitori, partner e clienti e con il sistema creditizio.

Esonero contributivo società cooperative workers buyout. Istruzioni Inps

Salvaguardare i livelli occupazionali è molto importante in questo momento storico, proprio per questo sono previste agevolazioni per coloro che decidono di salvare realtà aziendali. Tra le varie misure previste vi è l’esonero  contributivo per oneri previdenziali in favore delle piccole imprese cooperative costituite dal 1° gennaio 2022 attraverso workers buyout, cioè lavoratori provenienti da aziende che hanno deciso di affittare o vendere l’azienda.

Società cooperative workers buyout: quando si applica l’esonero contributivo

L’INPS con il Messaggio 2864 del 18 luglio 2022 ha fornito informazioni sulle modalità operative per poter ottenere tale agevolazione.

L’agevolazione in oggetto è prevista per poter salvaguardare posti di lavoro in imprese che sarebbero altrimenti destinate alla chiusura.

Per conoscere meglio la normativa generale riguardante i workers buyout, leggi l’articolo: Hai mai sentito parlare di Workers Buyout? Scopriamo insieme chi sono

L’esonero contributivo in favore di piccole cooperative formate da workers buyout è previsto dalla legge di bilancio 2022, articolo 1 comma 253 della legge 234 del 2021. Consiste nell’esonero totale dei contributi previdenziali, esclusi premi e contributi Inail, per un ammontare massimo di 6.000 euro.

Oltre ai premi e contributi Inail, sono esclusi da questa agevolazione:

  • contributi, se dovuti, ai fondi di solidarietà;
  • il contributo dello 0,30% della retribuzione imponibile destinato ai fondi interprofessionali per la formazione continua;
  • contributi di natura non previdenziale;
  • contributi al “fondo per l’erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto”.

Possono accedere al beneficio le piccole cooperative formate da workers buyout che però abbiano un regolare DURC (Documento unico regolarità contributiva), che non abbiano violato norme fondamentali a tutela della salute dei lavoratori e che rispettino gli accordi e i contratti collettivi nazionali, regionali, territoriali, aziendali.

Possono richiedere l’esonero contributivo le aziende che alla data del 30 giugno 2022 abbiano richiesto e ottenuto l’attribuzione del codice autorizzativo (CA) “8Y”.

Come inoltrare la domanda per ottenere l’esonero contributivo piccole cooperative workers buyout

Tali soggetti potranno inoltrare la richiesta di esonero contributivo attraverso il sito dell’INPS, accedendo tramite le proprie credenziali SPID, CIE o CNS al “Cassetto Previdenziale”, andando alla voce “Assunzioni agevolate e sgravi” e da qui alla voce “altre agevolazioni”. Da qui è necessario compilare la scheda per la richiesta indicando:

  • la data di costituzione della cooperativa;
  • la forza lavoro impiegata nella stessa;
  • la retribuzione media mensile erogata ai dipendenti;
  • l’aliquota contributiva media applicata;
  • l’importo dell’esonero di cui si intende avvalersi.

La struttura territoriale dell’INPS provvederà quindi ad eseguire i controlli, in particolare dovrà verificare se effettivamente è stato attribuito il codice dell’agevolazione. Effettuate tutte le verifiche, sarà riconosciuto l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali. Ricordiamo che l’esonero contributivo ha un importo massimo di 6.000 euro e viene riconosciuto in base alla parametrazione mensile.

I datori di lavoro che intendono fruire dell’esonero dovranno valorizzare gli importi attraverso il flusso Uniemens dal mese successivo rispetto alla pubblicazione del Messaggio 2864, indicando i nomi dei lavoratori e delle lavoratrici interessate dal beneficio. Dovranno indicare nella voce “Codice Causale” il valore “ESWB” indicante l’Esonero contributivo per le società cooperative art 1, co. 253, L. n.
234/2021”.

Per conoscere tutti i dettagli e le modalità operative per potersi avvalere dell’esonero contributivo per le cooperative di workers buyout scarica il Messaggio INPS allegato.

Messaggio_numero_2864_del_18-07-2022

Hai mai sentito parlare dei workers buyout? Scopriamo insieme chi sono

I workers buyout sono una figura sempre più spesso incontrata anche se non ancora sufficientemente conosciuta nel panorama economico italiano. Si tratta di lavoratori acquirenti che decidono di investire nell’azienda in cui lavorano al fine di mantenere il posto di lavoro.

Azienda in crisi? I Workers Buyout possono essere la soluzione

Negli ultimi anni i tavoli di crisi aziendale sono stati davvero numerosi. Perdere un’impresa per l’Italia vuol dire perdere posti di lavoro, con tutto ciò che ne consegue in termini di PIL, occupazione, sussidi  e tutto ciò che ruota intorno al welfare. Proprio per questo si tende a favorire soluzioni alternative rispetto alla chiusura. Tra le soluzioni possibili vi è l’investimento effettuato dagli stessi lavoratori che si trasformano in questo modo in proprietari. Nella maggior parte dei casi le aziende che nascono dagli investimenti effettuati dai lavoratori si trasformano in cooperative di lavoro che offrono lavoro prevalentemente agli stessi soci lavoratori.

La disciplina degli aiuti alle cooperative Workers Buyout

Questa tipologia di intervento è resa possibile dalla Legge Marcora, cioè la legge 49 del 1985. La normativa ora citata si inserisce nell’ambito delle politiche attive per il lavoro. Nasce con l’obiettivo di rigenerare un’impresa in crisi economica, ma non solo. Le misure previste dalla stessa consentono l’accesso agli aiuti anche ai lavoratori che intendano dare continuità ad un’azienda che deve affrontare il passaggio generazionale, ciò nel caso in cui pur essendo un’azienda solida non c’è interesse da parte degli eredi alla continuità aziendale, oppure non vi sono eredi.

I lavoratori possono accedere ai fondi previsti e alle agevolazioni investendo la NASPI maturata e trasferendo nella nuova società/azienda il TFR.

La Legge Marcora ha istituito il CFI Cooperazione Finanza Impresa che a sua volta gestisce il Fondo destinato alla salvaguardia dell’occupazione. In questo fondo confluiscono le risorse rese disponibili dal Ministero dello Sviluppo Economico, inoltre dal 2019, in seguito alla firma di un accordo con il FEI (il Fondo Europeo degli Investimenti), nel fondo del CFI confluiscono anche le risorse Fondo EaSI, il Programma dell’Unione Europea per l’Occupazione e l’Innovazione Sociale. L’obiettivo di questi fondi è aiutare i Workers Buyout a rendere possibile il salvataggio delle imprese attraverso l’acquisizione della stessa azienda e quindi divenendone proprietari.

La legge Marcora dal 2014, con il Decreto Ministeriale n°4, è stata affiancata dalla C.D. Nuova Marcora. Infine, con decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 4 gennaio 2021 fanno il loro ingresso nuove agevolazioni che si applicano alle società cooperative di produzione e lavoro e cooperative sociali che già beneficiano della legge Marcora.

I risultati delle operazioni di salvataggio di CFI

Per poter accedere è necessario proporre domanda al CFI che valuterà istanza e progetto e deciderà se intervenire sottoscrivendo una quota di partecipazione di minoranza. La durata massima dell’intervento in partecipazione è di 10 anni. Il CFI, all’interno dell’azienda salvata dai workers buyout, ha una partecipazione di minoranza e mette a disposizione diversi strumenti, come finanziamenti a tasso zero, finanziamenti a tasso agevolato, investimenti e una vera e propria azione di sostegno che ha l’obiettivo anche di aiutare i lavoratori a compiere la loro missione con l’assistenza burocratica e professionale di esperti del settore.

Deve essere sottolineato che, sebbene questo strumento sia poco pubblicizzato e di conseguenza poco conosciuto, si tratta di un mezzo che ha particolare successo. Questo vuol dire che le aziende salvate attraverso i Workers Buyout sopravvivono, riescono ad essere produttive e quindi a restare sul mercato. I dati ufficiali dicono che dal 2011 al 2019 sono stati effettuati 110 interventi su 79 progetti che a loro volta hanno portato a impiegare 1820 persone. Tra i partner del programma ci sono Invitalia, Ubi Banca, Banca Etica e numerosi investitori.

Occorre ricordare che dal 4 aprile le cooperative create da Workers Buyout possono proporre domande per partecipare al bando per i finanziamenti agevolati per piccole cooperative.

Finanziamenti agevolati per piccole cooperative: ecco come ottenerli

Le Workers Buyout sono anche conosciute come imprese salvate dai lavoratori, si tratta di cooperative nate in seguito a salvataggi di aziende operate dai lavoratori che investono e si trasformano in proprietari, o meglio trasformano le aziende in cooperative.Queste piccole cooperative possono accedere ad aiuti importanti. Il 4 aprile 2022 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto firmato dal Ministro per lo Sviluppo Economico che indica criteri e modalità per ottenere l’erogazione di finanziamenti e rimborsi per le spese sostenute dalle piccole cooperative costituite dai lavoratori (legge Nuova Marcora).

Finanziamenti agevolati per le piccole cooperative: a chi spettano?

La normativa italiana prevede aiuti per i lavoratori che investono in aziende in difficoltà diventandone soci attraverso loro investimenti e quindi evitando la perdita di posti di lavoro e la chiusura dell’azienda. Gli aiuti arrivano attraverso fondi a valere sul Fondo Crescita Sostenibile (FCS). Possono inoltre derivare da altri eventuali fondi messi a disposizione con programmi operativi cofinanziati attraverso fondi strutturali europei.

Possono avvalersi delle condizioni agevolate che a breve vedremo le società cooperative che rispettano i limiti e le condizioni previste dall’articolo 2513 del codice civile. Ovvero che rispettino i principi della prevalenza:

  • i ricavi delle vendite e delle prestazioni di servizi devono essere diretti per una quota superiore al 50% ai soci;
  • il costo dei lavoratori diretto ai soci deve essere superiore al 50% del costo totale dei lavoratori (quindi nelle cooperative deve essere impiegato prevalentemente il lavoro dei soci).
  • Il costo della produzione per i servizi di cui si avvalgono i soci deve essere superiore al 50% rispetto al totale dei costi sostenuti per la produzione.

Vantaggi dei finanziamenti agevolati per piccole cooperative

Le società cooperative che rispettano questi limiti dal 4 aprile 2022 possono presentare richieste di finanziamento agevolato direttamente alle società finanziarie partecipate dal MISE.

I finanziamenti ammessi potranno godere di:

  • tasso di interesse pari a zero;
  • quote di ammortamento a rate semestrali con scadenza 31 maggio e 30 novembre di ogni anno;
  • nel caso in cui il finanziamento sia concesso a fronte di nuovi investimenti, il finanziamento può coprire l’intero ammontare dei costi da sostenere.

Ci sono però delle ulteriori condizioni da rispettare per accedere alle condizioni agevolate.

  • I finanziamenti potranno essere ammessi se il piano di rientro ha una durata non inferiore a 3 anni e non superiore a 12 anni.
  • L’importo finanziabile non deve essere superiore 7 volte rispetto alla quota di partecipazione detenuta nella società cooperativa dalla società finanziaria e in ogni caso non può essere superiore a 2.500.000 euro

Come si svolge la procedura

Si è già detto che per essere ammessi ai finanziamenti agevolati previsti in favore delle piccole cooperative è necessario presentare l’istanza dal 4 aprile 2022 direttamente presso la società finanziaria da cui si vuole ottenere il finanziamento. Questa entro 60 giorni procederà alla valutazione del progetto e quindi alla sua dichiarazione di ammissibilità.

La valutazione del progetto tiene in considerazione diversi aspetti e in particolare oltre al rispetto delle condizioni e dei limiti previsti dalla normativa, si valutano:

  • validità tecnica, economica e finanziaria del progetto;
  • il merito creditizio della cooperativa che richiede l’aiuto facendo riferimento soprattutto alla solidità patrimoniale e capacità di rimborso anche di tipo previsionale;
  • sarà inoltre valutato il DURC (Documento Unico regolarità contributiva);
  • saranno valutare le verifiche richieste dal codice antimafia
  • saranno effettuate le verifiche inerenti il Registro Nazionale degli aiuti e infine la capienza delle risorse previste nel fondo.

Per approfondimenti sul merito creditizio, leggi l’articolo: Merito creditizio: cos’è, perché è importante e come si calcola

Fatta questa verifica viene comunicata l’ammissione al finanziamento e da questo momento iniziano a decorrere i 180 giorni entro i quali il contratto deve essere formalizzato. Nel caso in cui non si proceda le risorse tornano disponibili per un altro richiedente.