Assofioristi: Per combattere l’abusivismo dei fiori serve un rilancio del Made in Italy

In apertura del Forum organizzato da Assofioristi – Confesercenti, il presidente dell’associazione di categoria Marco Venturi ha ricordato: “C’è un made in Italy del fiore che è una vera e propria eccellenza riconosciuta a livello mondiale ma sottovalutata e spesso ignorata dalle politiche economiche del nostro Paese”.

Mancano, per Mario Selicato, presidente di Assofioristi, politiche finalizzate allo sviluppo da parte delle istituzioni centrali e locali mentre le attività potrebbero costituire un volano importante sul territorio per realizzare benessere e lavoro. Tra i problemi principali ci sono l’abusivismo che va contrastato per proteggere il mercato italiano e che può alterare la cultura dello sviluppo che favorisce una ripartenza della crescita economica.

Alberto Manzo, dirigente del Ministero dell’Agricoltura, ha presentato le proposte del suo Dicastero su questo settore per intervenire e valorizzare la qualità e le possibilità di penetrazione sui mercati internazionali del prodotto italiano. Mauro Bussoni, Vice Direttore di Confesercenti, in conclusione ha ricordato che si tratta di un settore vitale ed in grado di collegarsi efficacemente ad altri settori economici come il turismo. Servono inoltre manovre che favoriscano la formazione qualificati in questo settore in cui il lavoro qualificato è sempre più raro.

M.Z.

Riscossione dei tributi: maggiore efficienza significa anche maggiori diritti

Giorgio Guerrini, Presidente di Rete Imprese Italia, interviene in merito all’esito positivo delle ultime riscossioni dei tributi da parte di Equitalia e la lotta ell’evasione:  “la maggiore efficienza messa in campo negli ultimi anni da Equitalia è frutto anche di un insieme di norme che, nel tempo, hanno dato maggiori poteri agli Agenti della riscossione. Poteri che devono essere rivisti e bilanciati assicurando ai contribuenti la tutela dei loro diritti”.

Il sistema di riscossione coattiva uguale in tutto il Paese ed efficiente è una garanzia importantea favore dei diritti dei cittadini. Il Presidente Guerrini auspica, sulla base delle prime indicazione fornite dal Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, una serie di interventi applicativi già in sede di conversione del Decreto Sviluppo. Si vuole ad esempio incrementare il numero di rate in funzione della sostenibilità del loro importo, considerando la grave crisi che il nostro Paese ha vissuto in fattispecie per quanto riguarda il mondo delle imprese per evitare il fermo amministrativo sui beni produttivi e ipoteche sulle abitazioni.

Secondo il Presidente di Rete Imprese Italia “bisogna evitare incrementi del debito insostenibili per le imprese attraverso una rimodulazione dell’aggio e scongiurando il rischio si crei una sorta di anatocismo, eliminando pertanto dal calcolo degli interessi di mora quelli per ritardata iscrizione come pure le sanzioni“. Sempre in tema di riscossione coattiva, Guerrini chiede inoltre “l’immediata esecutività degli accertamenti in vigore dal prossimo 1° luglio sia bilanciata dalla garanzia per i contribuenti che decidono di ricorrere al giudice tributario di non anticipare somme che si possono rivelare a posteriori non dovute“.

Confartigianato: nuovo aiuto alle Pmi in start-up

Il comune di Omegna (VB) ha approvato l’istituzione e la gestione del fondo speciale destinato alla creazione di nuove imprese e di nuova occupazione. E’ la Confartigianato di Novara Verbano Cusio Ossola a darne notizia. E’ già stato emanato anche il regolamento e relativo bando che permetterà alle imprese di nuova creazione di usufruire di importanti agevolazioni finanziarie con cui avviare l’attività economica e sostenerla.

L’incentivo andrà a coprire sia progetti che prevedano nuove aperture sia ammodernamenti organizzativo-strutturali delle attività lavorative esistenti. Sono state istituite diverse tipologie di contributo tra cui figurano le agevolazioni per la creazione di nuova occupazione; i contributi alle imprese esistenti per nuovi investimenti; le agevolazioni per creazione nuove imprese. Obiettivo dell’iniziativa e’ quello di dare un impulso ed un incoraggiamento all’espansione delle attività imprenditoriali specie quelle che coinvolgono nuovi giovani imprenditori.

Mirko Zago

Assemblea 2011 dei Commercialisti, Siciliotti fa il punto della situazione

In occasione dell’Assemblea 2011 dei Commercialisti, il presidente della categoria Claudio Siciliotti ha presentato una relazione a tutto campo. Alla conferenza hanno partecipato anche i ministri della Gioventù, Giorgia Meloni, quello della Giustizia, Angelino Alfano e quello del Lavoro, Maurizio Sacconi. Oltre a loro, sono intervenuti anche il sottosegretario all’economia, Luigi Casero, il responsabile economico del Partito democratico, Stefano Fassina, il presidente dell’API, Francesco Rutelli e il presidente del Consiglio della Giustizia Tributaria, Daniela Gobbi.

Siciliotti a favore della lotta all’evasione, ha presentato un pacchetto di proposte che va dalla richiesta di un riequilibrio della tassazione tra redditi patrimoniali e da lavoro a quella di rimodulare, ad invarianza di gettito, gli effetti distorsivi per le imprese prodotti dall’Irap; da una richiesta di drastica riduzione delle detrazioni, deduzioni, regimi impositivi speciali e sostitutivi a una di utilizzo di redditometro e spesometro che preveda però un mediatore terzo nel contraddittorio tra Entrate e contribuente al fine di porre ordine.  E’ stata inoltre proposta l’istituzione di una piattaforma informatica che agevoli i contribuenti e che permetta il tracciamento dei pagamenti. Proposte, secondo Siciliotti “utili per poter impostare una lotta all’evasione che sia davvero efficace ed equilibrata, senza oscillare perennemente tra ricette repressive e ricette permissive, a seconda della vicinanza o lontananza alle scadenze elettorali e agli elettorati di riferimento della maggioranza politica di turno“.

Per quanto riguarda la giustizia tributaria, secondo Siciliotti “Nel bilancio previsionale dello Stato per il 2010 le somme stanziate per fare accertamento, ossia per far fronte agli oneri di gestione dell’Agenzia delle entrate, ammontano a circa 2.865 milioni di euro e quelle per fare riscossione, ossia per compensi ad Equitalia, ammontano a circa 325 milioni di euro. Le somme stanziate invece per la giustizia, ossia per compensi ai giudici tributari e per il funzionamento delle commissioni, ammontano solo a circa 70 milioni di euro. Una sproporzione clamorosa che impedisce in partenza alla Giustizia tributaria di lavorare al meglio“. Serve una riforma che non può più essere procrastinata nel tempo, visti i problemi urgenti da risolvere.

La proposta di riforma dei commercialisti punta molto sulla formazione di una magistratura tributaria più professionale e competente. I commercialisti propongono quindi l’apertura ai giudici non togati dei percorsi di carriera specifici in materia tributaria, attribuendo, sia per i giudici togati che non, valore abilitante ai soli titoli comprovanti una competenza specifica nella materia tributaria, anziché, come accade attualmente, nelle materie giuridiche in generale.

Secondo Siciliotti, il prezioso lavoro di front office telematico svolto dagli studi professionali è di estrema importanza per la pubblica amministrazione. Questo lavoro si traduce in costi diretti di strumentazione e indiretti di tempo. Un lavoro remunerato in maniera irrisoria dallo Stato che dovrebbe essere rivalutato. E’ stato toccato in seguito il problema dei ritardi dei pagamenti della PA: lo scorso anno il ritardo dei pagamenti del settore pubblico italiano, rispetto ai tempi previsti da contratto, è stato in media di 86 giorni, quasi il triplo dei 30 registrati nel settore privato. Una situazione che danneggia le imprese italiane e che aggrava il lavoro dei commercialisti che merita di essere risolto al più presto.

A conclusione dell’intervento si è parlato di conti pubblici. Per il raggiungimento del pareggio di bilancio alla fine del 2014, ha sostenuto, ci vorrà una manovra di oltre 40 miliardi. “Tra le righe del Documento Economico Finanziario si legge che la correzione dei conti pubblici per il biennio 2013 – 2014 dovrà essere all’incirca di mezzo punto di PIL per ciascuno dei due anni. Tradotto in numeri, questo significherebbe una manovra su base biennale da circa 17 – 18 miliardi di euro, o “forse qualcosa di più”, come ha detto a voce il Ministro Tremonti in sede di presentazione del Documento Economico Finanziario alla Commissione Finanze della Camera. In verità, i numeri che emergono dallo stesso Documento Economico Finanziario lasciano trasparire che quel “qualcosa di più” dovrà essere “qualcosa più del doppio”, perché appare ineludibile, per raggiungere un simile obiettivo, una manovra biennale di oltre 40 miliardi di euro”.

Fisco: nuove regole per la detassazione sulla produttività 2011

Il Fisco italiano ha istituito nuove nuove regole per quanto concerne la detassazione delle somme legate alla produttività, con valore per l’anno 2011. Al fine di porre ordine e chiarezza ai numerosi dubbi sorti sono state disposte delle tabelle riassuntive delle nuove e vecchie regole, comprensivi dei diversi adempimenti delle parti e le diverse interpretazioni.

Nelle settimane scorse si sono creati scompigli relativi in particolare alla circolare che prevede che le somme erogate a titolo di premio di produzione nel 2011 prima della stipula dell’accordo o contratto collettivo non possano essere soggette a imposta sostitutiva, anche quando l’accordo preveda la retroattività al primo gennaio (e le somme si riferiscano a prestazioni effettuate nel 2011).

Questo file riassume in modo chiaro tutti i casi e le disposizioni relative alla detassazione sulla produttività.

Artigianato: a Ravenna nuovi fondi per imprenditoria giovanile

La Camera di Commercio di Ravenna è stata costretta a chiudere anticipatamente il bando di concorso per il finanziamento di progetti dedicati all’imprenditoria giovanile nel mondo dell’artigianato per esaurimento dei fondi disponibili. Rimane comunque aperto il “bando per la concessione di contributi per la creazione di nuove imprese a conduzione o a prevalente partecipazione giovanile”, volto a favorire la creazione di nuove imprese a conduzione o a prevalente partecipazione giovanile.

Si tratta di un buon esempio di progetto a sostegno delle start-up a conduzione giovanile, che premia gli aspiranti imprenditori: occupati, inoccupati aventi un’età compresa tra i 18 e 35 anni, residenza o domicilio nella provincia di Ravenna e che siano intenzionati ad avviare un’impresa localizzata nella provincia di Ravenna entro il 31 dicembre.

Progetti di questo tipo sono fondamentali per la crescita economia del nostro Paese e un incentivo per i giovani ad affacciarsi al mondo delle imprese contando su un sostegno concreto.

Mirko Zago

Consulenti del lavoro propongono modifiche al Durc

I Consulenti del lavoro chiedono alle istituzioni che vengano apportate alcune modifiche all’attuale quadro normativo “complesso e a volte contraddittorio” in materia di Durc. I Consulenti hanno inviato una lettera al Ministero del lavoro segnalando la necessità di modificare alcune parti del decreto ministeriale che ha istituito il Durc.

Tra le proposte, quella di inserire, tra le ipotesi in cui la regolarità contributiva comunque sussiste, quella di aziende che abbiano corrispettivi non ancora pagati dalle Pa e da aziende partecipate dallo Stato per somministrazioni, forniture e appalti. Questo a condizione che siano liquidi, esigibili e non caduti in prescrizione, sino ad ammontare corrispondente all’importo degli stessi corrispettivi.

Il testo integrale con le proposte di modifiche è visualizzabile a questo indirizzo.

Cassazione: il lavoratore che percepisce compensi in nero deve pagare i contributi

La Corte di Cassazione con sentenza n.9867/11 ha stabilito che il lavoratore che percepisce compensi “in nero” deve pagare i contributi su tali compensi. Il caso di cui si è occupata la Cassazione ha dell’assurdo: per inadempienze del sostituto d’imposta, sorgono obblighi e oneri maggiori in capo al lavoratore il quale non ha omesso nessuna dichiarazione. La lavoratrice interessata nella vicenda firmava le ricevute a quietanza di quanto percepito, come se il rapporto in essere fosse stato gestito nel modo corretto.

Per la lavoratrice è stato ovvio impugnare l’avviso di accertamento emesso dall’Agenzia delle Entrate in quanto non era sua responsabilità il mancato versamento delle ritenute sul rapporto di lavoro. Inoltre sarebbero state le uniche imposte dovute per l’anno e non avrebbero fatto sorgere alcun obbligo di presentazione della dichiarazione visto che il datore di lavoro effettua il conguaglio a fine anno.

L’Agenzia delle Entrate dopo le pronunce di primo e secondo grado a favore della lavoratrice è ricorsa in Cassazione. Tale ricorso è stato accolto dalla Corte in quanto l’obbligo del sostituto di versare le imposte non esonera il sostituito, il quale resta l’obbligato principale al pagamento dei tributi. In linea generale il lavoratore deve dichiarare anche i redditi assoggettati a ritenuta, sui quali, secondo il criterio di progressività, sarà calcolata l’imposta, detraendo quanto ritenuto e versato dal sostituto.

Avvocati: per la mediazione obbligatoria serve dialogo con le istituzioni

Guido Alpa, presidente del Cnf, all’incontro con i presidenti degli Ordini forensi tenutosi qualche giorno fa a Roma ha affermato: “Il Cnf non procederà sulle riforme se non ascoltando gli Ordini, che condividono con il Consiglio il profilo istituzionale. Abbiamo già sentito giovedì scorso Oua e Associazioni forensi ma oggi era importante un confronto diretto tra chi ha compiti istituzionali e ne deve rispondere nei confronti degli iscritti“.

Nelle scorse settimane è stato aperto un tavolo delle trattative con il ministro della giustizia, Angelino Alfano. Alpa in merito ha sostenuto: “La posizione del Cnf sulla mediazione è chiarissima: abbiamo chiesto al ministro l’abrogazione della obbligatorietà, la introduzione della difesa tecnica necessaria, criteri più severi per la individuazione dei mediatori. Per ora il ministro si è dichiarato disponibile a prevedere la introduzione della difesa tecnica obbligatoria: si tratta di un primo risultato importante perché elimina anche altre misure fortemente criticate dall’avvocatura, come l’obbligo di informativa al cliente. Sono tutti punti contenuti nella mozione congressuale di Genova. Ora si tratta anche di verificare la fattibilità di misure che coinvolgono l’avvocatura nella gestione del contenzioso civile. La negoziazione partecipata, per esempio, ci consentirebbe di autenticare firme e atti. La giurisdizione è appannaggio esclusivo dell’avvocatura“.

Serve per procedere in modo coerente un’unitarietà di vedute e un punto di incontro basato sul dialogo con le istituzioni. Nei prossimi giorni si assisterà ad ulteriori sedute per fare il punto della situazione.

M.Z.

Consiglio Nazionale Forense a sostegno del titolo di laurea ma serve più qualità

Il presidente del Cnf, Guido Alpa, d’innanzi alla commissione istruzione del senato nell’ambito della indagine conoscitiva sugli effetti di una eventuale abolizione del valore del titolo di laurea ha espresso l’opinione che il valore del titolo di laurea va preservato pur aumentando la qualità degli atenei. Secondo il presidente quello anglosassone (basato su corsi di formazione accreditati e sistema di cooptazione da parte degli organi associatovi della professione forense) non è un modello da seguire, sottolineando che quello che le professioni chiedono “è una selezione di qualità, basata su un giusto equilibrio tra insegnamenti tradizionali, specializzazione e innovazione professionale”.

Il sistema italiano va migliorato sotto l’aspetto qualitativo. “Innanzitutto occorre modificare i criteri individuati in sede ministeriale per la valutazione delle università, passando da criteri numerici (percentuale di laureati rispetto alle matricole, assenza studenti fuori corso etc.) a criteri qualitativi (verificare sul campo quelli sono gli atenei che richiedono un maggioro impegno agli studenti oppure offrono strutture didattiche e servizi migliori); rivedere l’esperienza delle piccole sedi universitarie e delle università telematiche, utile solo a fini limitati, come le riqualificazioni nel pubblico impiego, puntando invece a strutture didattiche complete, nelle quali l’offerta formativa consenta all’aspirante professionista di acquisire un bagaglio di cultura e tecnica completo” – ha affermato Alpa.

Per concludere Alpa ha ricordato che l’articolo 33 della Costituzione prevede un obbligo per lo stato di garantire un sistema di istruzione completo e la necessità che l’abilitazione all’esercizio delle professioni consegua ad un esame di stato. “La logica conseguenza è che gli istituti pubblici, anche gli universitari, certifichino all’avvenuto insegnamento con atti pubblici, che fanno quindi fede di quanto è dichiarato a tutti gli effetti”.

M.Z.