Confcommercio: Sud e turismo per la ripresa dell’Italia

È stato presentato nei giorni scorsi a Roma il Rapporto sulle “Economie Territoriali e il Terziario di Mercato 2011,” redatto dall’ufficio Studi di Confcommercio su dati Eurostat e Istat. I risultati del rapporto sono in linea con quanto da più parti lamentato riguardo allo stato attuale dell’Italia. In particolare, secondo quanto ha affermato il direttore dell’ufficio Studi di Confcommercio, Mariano Bella, “si ripresenta il tema della scarsa crescita che attanaglia l’Italia da dieci anni“.

Come avviare, dunque, la ripresa? Secondo l’ufficio Studi, è necessario potenziare e migliorare i servizi e valorizzare il Sud. Secondo Bella, il turismo è “il perno sul quale fondare una politica economica di rilancio. Il turismo è fatto di una pluralità di servizi – trasporti, logistica e infrastrutture – e l’intreccio turismo-mezzogiorno può essere una carta da giocare. Dobbiamo quindi riuscire a mettere a reddito il capitale turismo. Il Mezzogiorno ne beneficerebbe molto e ricordiamoci che senza il Mezzogiorno il Paese nel suo insieme non può crescere“.

In generale, l’ufficio Studi di Confcommercio ha rivisto al ribasso le stime sui consumi degli italiani per il 2011 e per il 2012. Secondo il rapporto, la spesa delle famiglie residenti, quest’anno, si attesterà a +0,7% dal +0,9% previsto a marzo. In calo anche la previsione per il 2012, con i consumi che cresceranno dell’1,2% rispetto all’1,5 previsto a marzo.

Istat: Italia, Paese di piccole imprese

Che l’Italia sia un Paese di piccole e medie imprese, soprattutto piccole, lo certifica anche l’Istat. Da una “radiografia” dell’Istituto Nazionale di Statistica sulle imprese italiane attive, nel 2009, nell’industria e nei servizi, emerge che queste erano poco meno di 4,5 milioni e occupavano complessivamente circa 17,5 milioni di addetti. Il 95% di esse aveva meno di 10 addetti e impiegava il 47% dell’occupazione totale. Le imprese senza lavoratori dipendenti erano circa 3 milioni, pari al 65,2% del totale delle imprese attive.

La parte del leone la fa il settore manifatturiero, con il 23% del totale degli addetti, seguito dal commercio all’ingrosso e al dettaglio (20%) e dalle costruzioni (11%). Ben due terzi delle imprese sono individuali e coinvolgono il 25% degli occupati; delle rimanenti, il 18% sono società di persone, il 17% società di capitali, l’1,1% società cooperative.

Dato significativo: tra il 2008 e il 2009 è diminuito dell’1% il numero delle imprese e del 2% la relativa occupazione. Nell’industria si riducono tutte le attività manifatturiere a eccezione delle cosiddette “utilities” (imprese che forniscono energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata) e delle imprese di fornitura di acqua, reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento. Giù anche i settori delle costruzioni e del commercio, crescono invece le attività finanziarie e assicurative e quelle immobiliari.

Unico 2011: ecco come detrarre la nota spese

I liberi professionisti o i lavoratori autonomi sono sempre in giro fra un appuntamento e l’altro e così, nella maggior parte dei casi, si trovano sobbissati dall’onere dei costi di alberghi, ristoranti e molte altre spese di rappresentanza che, per quanto necessarie, sono una nota dolente nelle tasche, a fine mese.

La buona novella, però, è che quei costi possono essere detratti: oggi Infoiva vi spiega come collocarli nell’Unico 2011 facendo riferimento, nello specifico, ai due tipi di spese.

Sì perché, albergo e ristorante hanno una diversa deducibilità ai fini Irpef rispetto alle spese di rappresentanza, e per questo necessitano di una diversa collocazione nella dichiarazione dei redditi . In pratica,

  • spese albergo e ristorante: da posizionare nel rigo RE15;
  • spese rappresentanza: Rigo RE16.

Ma andiamo nel dettaglio.

Deduzione spese di albergo e ristorante*

Le spese di albergo e ristorante devono essere sostenute e documentate, e sono deducibili dal reddito professionale secondo due limiti:

• innanzitutto devono essere ridotte al 75% del loro ammontare;
• in secondo luogo tale risultato deve essere ≤ al 2% dei compensi percepiti nel periodo d’imposta (i compensi che rilevano per questo confronto sono quelli indicati ai righi RE6-RE4 del Mod. Unico).

Al momento della compilazione della dichiarazione dei redditi 2011 bisogna effettuare questi due passaggi e indicare al rigo RE15, colonna 2, il 75% delle spese di albergo e ristorante sostenute nel 2010.

Esempio: supponendo questi dati:

Compensi percepiti nel 2010 € 80.000
Spese per alberghi e ristoranti sostenute nel 2010 € 2.800
I passaggi sono i seguenti:
• 75% delle spese per alberghi e ristoranti 2.800 × 75% = 2.100 –> rigo RE15, colonna 2
• 2% dei compensi 2% 80.000= 1.600
• 2.100 > 1.600 quindi l’importo deducibile è 1.600–> rigo RE15, colonna 3

Se le spese di albergo e ristorante sono sostenute dal committente, per conto del professionista, e da quest’ultimo sono addebitate in fattura, allora tali spese sono interamente deducibili.

Deduzione spese di rappresentanza*

Le spese di albergo e ristorante qualificabili come spese di rappresentanza sono deducibili per il 75% del loro valore nel limite dell’1% dell’ammontare dei compensi percepiti nel periodo d’imposta.

Devono rispettare la soglia dell’1% dei compensi anche le altre tipologie di spesa definibili “di rappresentanza”, comprese ad esempio quelle sostenute per l’acquisto o l’importazione di:
• beni destinati ad essere ceduti a titolo gratuito;
• oggetti d’arte, di antiquariato o da collezione anche se strumentali all’esercizio dell’arte o professione.

Al momento della compilazione della dichiarazione dei redditi 2011, le spese di rappresentanza devono essere riportate al rigo RE16.

Esempio: supponendo questi dati:

Compensi percepiti nel 2010 € 100.000
Spese per alberghi e ristoranti sostenute nel 2010 definibili “di rappresentanza” € 1.000
Altre spese di rappresentanza € 200, da riportare al rigo RE16, colonna 2
I passaggi sono i seguenti:
• 1.000 × 75% = 750–> rigo RE 16, colonna 1
• 1% 100.000= 1.000
• 750 + 200 = 950–> 950 < 1.000 quindi l’importo di deducibile è 950, rigo RE16, colonna 3

Paola Perfetti

*Fonte

Il mio sito professionale? Bello, aggiornato, efficace

Vendete prodotti o fate consulenze online? Avete un ristorante o una cartolibreria? Qualunque cosa voi facciate, se avete deciso di utilizzare internet per farvi conoscere, non trascurate in alcun modo i contenuti e l’aspetto grafico del vostro sito internet.

Per prima cosa la grafica. Non serve colpire gli utenti con effetti speciali stratosferici, occorre un sito semplice, pulito, con un grafica professionale e il più possibile rispondente a quella che è la vostra attività. Una persona che arriva per la prima volta sul vostro sito è come se stesse entrando nel vostro negozio o nel vostro studio e per questo si aspetta di trovare in quello che vede rispondenza con quello che cerca. Se entraste in uno studio medico e trovaste prodotti per animali, di certo vi sentireste disorientati e, prima ancora di conoscere il medico, non vi fidereste di lui. Sul web vale lo stesso principio di inerenza con quello che si fa. Se arrivate sul sito di uno studio medico vi aspettate di trovare una grafica confacente all’attività medica e non foto o disegni di animali.

Altro consiglio che vi diamo per quanto riguarda la grafica è quello di disporre i contenuti in maniera intuitiva e intelligente. Mettetevi nei panni dell’utente e pensate a un sito estremamente facile da navigare, dove tutte le informazioni che si cercano si possono trovare in maniera semplice e soprattutto con pochi clic. Non affollate la grafica con troppi fronzoli. Siete certi che un sito baroccheggiante sia più bello di sito essenziale? Infine, evitate effetti sonori invasivi. Una delle cose più odiate dagli utenti che navigano, soprattutto in ufficio, è trovarsi su siti alla cui apertura partono in automatico musiche e jingle ad alto volume. Se proprio tenete a proporre una colonna sonora all’utente del vostro sito, lasciate che sia lui a scegliere se e quando ascoltarla.

Dopo aver costruito una bella scatola, il sito, tocca pensare ai contenuti. Qualunque cosa facciate, parlatene ai vostri utenti. Più sarete in grado di mostrarvi preparati in quello che è il vostro settore, più l’utente si fiderà di voi, della vostra competenza. Ad esempio, supponiamo che l’utente Ugo stia cercando online informazioni per fare ricorso contro una multa. Il nostro utente cercherà su Google notizie relative a “ricorsi per sanzioni amministrative” e, tra i risultati che il motore di ricerca presenterà, ci sarà anche  il sito dell’Avvocato Mario Rossi, esperto del settore, che sul suo sito mantiene un blog su varie tipologie di ricorsi amministrativi. L’Avvocato Mario Rossi sul suo blog scrive settimanalmente notizie ed esperienze professionali, offrendo utili consigli ai sui lettori. Il nostro utente Ugo, legge il blog, trova le informazioni che stava cercando, ma poi si sofferma a leggere altri casi pratici risolti dall’Avvocato Mario Rossi, così decide di contattarlo e farsi seguire da lui per questo ricorso. La decisione dell’utente Ugo di affidarsi ai consigli dell’Avvocato Mario Rossi è sicuramente dipesa dal fatto che ha trovato sul sito di quest’ultimo una precisa rispondenza con ciò che stava cercando e che le informazioni fornite online dall’Avvocato Mario Rossi erano esaustive al punto da fare in modo che l’utente Ugo si fidasse di lui.
Quindi scrivere, raccontare la propria attività, i propri servizi, i propri prodotti serve perché gli utenti si fidino di noi. Scrivere quello che facciamo è un po’ come dialogare con il nostro utente. Se diremo cose interessanti questi si fiderà di noi, se diremo castronerie probabilmente non si fiderà mai.

Ovviamente, soprattutto appena metterete online il vostro sito, sarà difficile essere da subito ben indicizzati su Google; ecco perché il consiglio che sentiamo di darvi è quello di sfruttare al meglio gli strumenti che Google mette a disposizione per individuare le parole chiave più efficaci e mettere in atto alcune iniziative SEM come la pianificazione di piccole campagne AdWords su Google, per fare in modo di essere sempre nelle prime posizioni sulle ricerche degli utenti.
Allora cosa ne pensate? State pensando che avere un sito internet possa servirvi? Noi pensiamo di sì, ecco perché vi consigliamo di non perdere più altro tempo. Navigate LAMIAIMPRESAONLINE.IT e create già da oggi il vostro sito internet, professionale e soprattutto gratuito. Non perdete altro tempo, la rete vi aspetta.

Paolo DI STEFANO (esperto di webmarketing e SEO)

L’Agenzia delle Entrate sul contenzioso tributario

La circolare 22/E del 26 maggio della Agenzia delle Entrate rende noto agli uffici il piano d’azione 2011, confermando in parte quello delineato nel 2010 (circolare 26/E).

Nella circolare viene messa in rilievo la necessità di collaborazione tra la struttura centrale e le articolazioni periferiche, con lo scopo di mettere a fuoco le criticità del sistema e valutare le tipologie degli atti con esiti negati e positivi – così da arrivare in commissione soltanto con cause sostenibili e di qualità.

Vincere in giudizio significa sì recuperare imposte, ma anche affermare l’efficacia dell’azione amministrativa e, di conseguenza, favorire la tax compliance e l’adesione agli strumenti deflativi del contenzioso.

In questo senso l’Agenzia delle Entrate vuole incentivare il dialogo e la collaborazione con il contribuente. Qualora però il contenzioso sia inevitabile, che ci si arrivi ben preparati; fondamentale, quindi, “lavorare” sulla qualità degli atti notificati.
La circolare prevede, perciò, di incrementare il contributo diretto di chi predispone le pratiche impugnabili ed ecco come.

Per maggiori informazioni, qui.

Concessione di contributi aziende in regime “de minimis”

Per la concessione di contributi ad aziende che hanno al massimo 19 dipendenti, la provincia di Roma ha reso noto un Avviso nell’ambito del Programma Intergrato Litorale Nord, attivo nei comuni di Allumiere , Anguillara Sabazia, Bracciano, Civitavecchia, Cerveteri, Canale Monterano , Fiumicino, Ladispoli, Manziana, Santa Marinella, Trevignano Romano e Tolfa, che aderiscono all’iniziativa.

Per accedere al contributo, le imprese devono stabilizzare i propri occupati presenti in azienda con contratti diversi da quello a tempo indeterminato, attraverso:

  1. la trasformazione dei contratti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato;
  2. l’assunzione a tempo indeterminato di lavoratori già presenti in azienda con qualifica di apprendisti;
  3. l’assunzione a tempo indeterminato di lavoratori già presenti in azienda con contratti di lavoro a progetto.

I lavoratori per i quali le imprese intendono presentare domanda di ammissione al contributo devono avere un’età compresa tra i 20 e i 29 anni e devono prestare esclusivamente la loro opera nel territorio ricadente nei comuni della provincia di Roma sopra richiamati.

Le imprese che intendono partecipare all’Avviso non devono aver disposto licenziamenti nell’anno precedente alla sua pubblicazione e devono impegnarsi a non effettuarne nei 12 mesi successivi alla data di ricevimento della comunicazione di idoneità, fatti salvi i casi di recesso così come contemplati dalle disposizioni del codice civile.

I nuovi contratti di lavoro a tempo indeterminato devono contenere una clausola di ”stabilità” intesa a garantire una durata del rapporto di lavoro per un periodo minimo di 18 mesi.

L’Avviso è interamente finanziato con fondi della Provincia di Roma per un importo complessivo di 600.000,00 euro.
Il contributo è pari a € 5.000,00 per ogni assunzione/trasformazione di contratto: nel caso di imprese occupanti 1-5 dipendenti, potrà essere concesso il contributo per 1 sola stabilizzazione; per le imprese occupanti 6-9 dipendenti, potrà essere concesso il contributo per al massimo 2 stabilizzazioni; per le imprese occupanti 10-19 dipendenti, potrà essere concesso il contributo per al massimo 3 stabilizzazioni.

Le domande di partecipazione all’Avviso dovranno essere inviate, a pena di esclusione, entro il termine dell’1 luglio 2011 a Provinciattiva S.p.A. – Soggetto Responsabile del P.I.S. del “Litorale nord” – via Angelo Bargoni, 8 – 00153 Roma.

Più imprese insieme? Potresti godere della contabilità semplificata!

Gli imprenditori, e non solo, che si trovano a svolgere più attività contemporaneamente possono godere del regime della contabilità semplificata. Ma devono rientrare in determinati parametri di ricavi e costi.

A stabilirlo è il Decreto legge sullo Sviluppo 2011 che ha elevato l’ammontare dei ricavi al di sotto dei quali è possibile optare per il regime di contabilità semplificata.

Queste le condizioni:

  • che siano imprese individuali
  • che siano società di persone

Entrambe possono godere del regime della contabilità semplificata, a condizione che i ricavi conseguiti in un anno intero non abbiano superato:

  • Euro 400.000,00 per le imprese aventi per oggetto prestazione di servizi;
  • Euro 700.000,00 per gli esercenti altre attività.

I contribuenti che esercitano contemporaneamente prestazioni di servizi e altre attività e non provvedono all’annotazione in maniera distinta dei corrispettivi il limite resta quello più alto di 700.000,00 euro.

E se manca la distinta annotazione dei ricavi? Si considerano prevalenti le attività diverse dalle prestazioni di servizi.

P.P.

Comprare casa senza rischi: i consigli utili al cittadino

Comprar casa senza rischi, l’iniziativa che informa i cittadini sull’acquisto della casa e del mutuo, ritorna per dare aiuto ai cittadini in procinto di comprar casa.

L’idea promossa dal Consiglio Notarile di Milano e che rappresenta i notai di Milano, Busto Arsizio, Lodi, Monza e Varese è stata presentata il 24 maggio presso la biblioteca del Consiglio Notarile dal Presidente dell’ordine di Milano, Domenico de Stefano.

Numerose le novità di questo servizio gratuito di ascolto e supporto per essere sempre di più accanto ai cittadini.

In rilievo, l’estensione degli appuntamenti di consulenza preventiva gratuita -normalmente in calendario a novembre- che ora saranno a disposizione dei cittadini durante tutto l’anno.

Il Consiglio Notarile di Milano pone al servizio dei cittadini che devono comprar casa anche un programma per effettuare un primo preventivo dei costi connessi con una compravendita, un mutuo e una compravendita con relativo mutuo. Attraverso il prezzo e il valore catastale dell’immobile è possibile avere indicazione dell’onorario notarile e di tutte le imposte che il notaio percepisce dall’acquirente e versa per suo conto allo Stato.

Una sezione del sito è dedicata all’informazione di servizio, con la spiegazione dei termini ricorrenti legati all’acquisto casa e al mutuo, e i consigli dei notai di Milano per un acquisto “senza rischi”.

Per maggiori informazioni visitare il sito comprarcasasenzarischi.it.

Microimprenditore, l’identikit del profilo e i suoi fabbisogni formativi

Confimpreseitalia e la Link Campus University hanno condotto insieme uno studio sul profilo del microimprenditore e dei suoi fabbisogni formativi mettendo sotto la lente di ingrandimento il tema della microimpresa, prendendo a riferimento le imprese con meno di nove addetti (che rappresentano il 95% del tessuto produttivo italiano) e considerando oltre 1.000 microimprenditori associati a ConfimpreseItalia, operanti in tutta Italia appartenenti a tutte le categorie.

In primo luogo è stato profilato l’identikit del microimprenditore-tipo con la delineazione del suo fabbisogno formativo, l’aggiornamento e le aspettative da parte del sistema formativo, la propensione all’internazionalizzazione e all’innovazione nella microimpresa.

In secondo luogo, si è andata definendo la struttura della microimpresa, individuando da subito come segni identificativi la sua natura “monocellulare” e la figura assolutamente prevalente del titolare nel quale si identificato i pregi e i difetti di questo tipo di strutture.

Com’è il Microimprenditore, allora?

Secondo la nostra fonte*, il profilo emerso parla di un imprenditore dinamico, consapevole del proprio ruolo e dei rischi derivanti da un mercato del lavoro in rapida evoluzione, con una buona apertura verso l’estero e una buona propensione all’innovazione che guarda con occhi interessati al mondo della formazione, della ricerca e dell’università.

Inoltre:

il 50% dei microimprenditori possiede un diploma di scuola media superiore e un quarto possiede una laurea;
1/3 ha iniziato la propria esperienza lavorativa con l’apertura dell’impresa;
¼ ha oltre 20 anni di esperienza alle spalle.

In quanto all’attività formativa, poi:

il 42% dei microimprenditori non svolge attività formativa,
il 25% svolge dalle 6 alle 10 ore di formazione annue,
l’8% svolge più di 20 ore di formazione all’anno

Oltre la metà della microimprese (55%) sono familiari
il 58% dei microimprenditori proviene da famiglie di imprenditori

L’84% conosce almeno una lingua straniera: il 60% la conosce a livello intermedio e il 22% a livello avanzato.

Il 75% dei microimprenditori ha almeno un figlio di cui quasi un quarto (22%) partecipa all’attività dell’impresa.

Infine, un terzo delle microimprese è a maggioranza di donne.

Infine, è la soggettività dell’imprenditore ad essere il pregio principale della microimpresa: “la sua flessibilità ossia la capacità di adattamento alle condizioni economiche generali, settoriali e alle specificità dei singoli mercati. Ma alla stessa soggettività dell’imprenditore vanno ascritti gli ostacoli che la microimpresa incontra sulla strada dello sviluppo: la necessità di competenze gestionali (spesso si tratta di un soggetto proveniente dall’area tecnica che decide di mettersi in proprio), la difficoltà di reperire risorse umane, la scarsa disponibilità di risorse finanziarie (non ci sono riserve, i capitali sono individuali, la regola è l’autofinanziamento).”

In definitiva, a fare il bene dell’impresa sono il sapere professionale nella microimpresa, che poi determina la formazione degli addetti; l’organizzazione del lavoto, che a sua volta risulta profondamente mutato in relazione ai cambiamenti di natura economica, sociale, tecnologica e organizzativa; infine, l’analisi delle competenze, che si configura come un processo di individuazione, di acquisizioni cognitive ed esperienziali realizzate in momenti diversi e non facilmente riconducibili a percorsi lineari di formazione, ma sempre orientata entro i dettami del LifeLong Learning.

Fanno bene molteplicità delle attività che il microimprenditore è chiamato ad assolvere; la sua azione e la presa di decisioni da solo; la scelta del parcellizzare il lavoro; l’inutilità di porre in forma astratta quelle che sono definite “capacità di soluzione dei problemi” legate a situazioni, relazioni, ambiti specifici di riferimento; il fattore dell’aggregazione è molto importante perché evidenzia come il riposizionamento competitivo delle microimprese e quindi del tessuto economico italiano passa certamente sulla concentrazione delle aziende per trarne forza e capacità di misurarsi all’estero con maggiori possibilità di successo

Funzione anche la cultura dello stage/tirocinio, sempre più visto come momento formativo e come canale privilegiato per l’ingresso al mondo del lavoro: “da quello che emerge, l’universo delle microimprese, con semplici incentivi e agevolazioni normative, è capace di aggregarsi in filiera, di “fare sistema” per favorire l’accesso al mercato e accrescere così la competitività sia in Italia che all’estero”.

Paola Perfetti

Fonte: Confapi News

Cambiare città? Meglio trasferirsi al Nord

Il sito Casa.it ha condotto una interessante indagine tra i propri utenti, chiedendo loro dove avrebbero voluto trasferirsi se avessero dovuto cambiare città e quali sarebbero state le qualità determinanti per la loro scelta. Ne è emerso che l’area più gettonata è quella del Nord Italia, grazie alla maggiore offerta di lavoro disponibile.

Nello specifico, il 24,3% degli intervistati sceglierebbe la Lombardia, il 17% il Veneto e il 14,3% l’Emilia Romagna, seguite da Toscana (12,1%), Lazio (11%) e Puglia (8,7%), prima delle regioni del Sud.

Il motivo principale che spingerebbe gli intervistati in quelle aree sarebbero le maggiori opportunità di lavoro offerte (67%), un buon grado di sicurezza (56,8%), l’aria pulita e il verde (42%). Altri elementi considerati sono la pulizia (37,2%) e l’efficacia dei mezzi di trasporto (27,4%).

Dall’analisi delle richieste pervenute a Casa.it, si riscontra un maggiore interesse verso l’affitto rispetto al 2008, preferito all’acquisto nella maggioranza delle zone indicate come gradite dal sondaggio. Solo la Lombardia riporta un trend positivo, pari a un +4% nella richiesta di case in vendita, contro il -7,1% della Toscana, il -6,4% dal Veneto, il -5,3% dalla Puglia, il -4% dall’Emilia Romagna e il -3% dal Lazio. Il mercato degli affitti, invece, conferma un andamento positivo con al primo posto per richieste l’Emilia Romagna (+14%) e il Lazio (+11,9%). Seguono il Veneto (+10,6%), la Lombardia (+8,2%), la Puglia (+7,7%), la Toscana (+1,6%).