Comunità europea e sostegno alle piccole e medie imprese

unione europea e pmi

unione europea e pmiIl trattato di Lisbona sancisce l’impegno e il sostegno dei governi internazionali nel salvaguardare l’economia aiutando le piccole e medie imprese. Incoraggiare investimenti, dare credito e aiutare il rilancio di piccole realtà che spingono verso l’innovazione e l’internazionalizzazione sono solo alcune delle regole previste.

Vediamo assieme cosa è previsto più nel dettaglio e quali sono le nozioni da conoscere.

L’articolo 2 dell’allegato alla raccomandazione 2003/361/CE fa rientrare nella categoria delle microimprese,delle piccole imprese e delle medie imprese (PMI) comprende imprese che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro oppure il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro.

L’impresa è ogni entità, a prescindere dalla forma giuridica rivestita, che eserciti un’attività economica. L’accezione ha un contenuto ampio che assume come fattore rilevante l’attività economica e non la forma giuridica.

È possibile essere considerati autonomi anche se la soglia del 25% è raggiunta o superata da uno dei seguenti investitori:
• società pubbliche di partecipazione, società di capitale di rischio e «business angels» ;
• università o centri di ricerca senza scopo di lucro;
• investitori istituzionali, compresi i fondi di sviluppo regionale.
Le piccole imprese, in particolare, impiegano meno di 50 persone e raggiungono un fatturato annuo o totale di bilancio non superiore ai 10 milioni di euro. Le microimprese, invece,  impiegano meno di 10 persone hanno un fatturato annuo o totale di bilancio non supera i 2 milioni di euro. Le Pmi operano in forma associata quando stabiliscono associazioni  economiche con altre imprese, in assenza di  controllo effettivo, diretto o indiretto, su altre. Nel merito l’impresa è associata se detiene una partecipazione uguale o superiore al 25 % del capitale o dei diritti di voto di un’altra impresa; non è collegata ad un’altra impresa. Ciò comporta, in particolare, che i diritti di voto in un’altra impresa (o viceversa) non debbono superare il 50%.
Cosa non è considerato Pmi per l’Ue? Non è una PMI se il 25 % o più del suo capitale o dei suoi diritti di voto è controllato direttamente o indirettamente da uno o più organismi collettivi pubblici o enti pubblici, a titolo individuale o congiuntamente.

Le Pmi operano in regime di “collegamento” quando costituiscono un gruppo subordinato al  controllo diretto o indiretto della maggioranza dei diritti di voto di un’impresa da parte di un’altra ovvero  a un’influenza dominante su un’impresa. In tema fiscale è bene ricordare che il fatturato non comprende l’imposta sul valore aggiunto (Iva) o altre imposte indirette e annualmente viene determinato calcolando il reddito che l’impresa ha ricavato durante l’anno di riferimento dalla vendita di prodotti e dalla prestazione di servizi, dopo il pagamento degli eventuali oneri.