La Russia è vicina

ISPI e Associazione Italia Russia, con il contributo di banca Intesa Sanpaolo, organizzano il percorso formativo “Obiettivo Russia“, un Professional Diploma pensato per il mondo imprenditoriale e per tutti gli operatori che intendano sviluppare relazioni di carattere economico, scientifico e culturale con la Federazione Russa.

I rapporti economici e culturali tra l’Italia e la Federazione Russa stanno infatti diventando sempre più intensi, grazie all’attività di centinaia di professionisti e aziende attivi in diversi settori. Il mercato russo, in continua espansione, offre numerose opportunità di investimento e crescita a tutte le aziende italiane preparate a cogliere e sfruttarne le potenzialità. Obiettivo Russia offre quindi gli strumenti adeguati per operare con professionalità e competenza nei confronti del mercato e delle istituzioni della Federazione Russa.

Il percorso è articolato in 5 moduli:

• modulo economico-finanziario
• modulo economico-aziendale
• modulo di diritto pubblico e privato
• modulo politico-istituzionale
• modulo storico-culturale

La durata del Corso di formazione è di 130 ore. Oltre alle ore di formazione in aula sono previsti alcuni seminari di approfondimento con analisi di casi e testimonianze di professionisti ed esperti. Le lezioni si svolgeranno durante il fine settimana: 8 ore il venerdì e 6 ore il sabato.

A chi è rivolto
Il corso è rivolto a tutti gli operatori economici che desiderano conoscere o approfondire le dinamiche del mercato russo e intendono formulare strategie e modalità operative per coglierne le opportunità. Potranno essere accettate anche candidature di neolaureati o persone senza esperienza diretta nell’area.

Che cosa si propone
• Fornire un quadro generale della situazione socio-politica e giuridico-economica della Russia.
• Presentare in modo dettagliato agli operatori economici italiani le opportunità offerte dal mercato russo.
• Permettere di definire una propria strategia di lavoro e di approccio al mercato russo, al fine di entrarvi in modo competitivo e professionale, ponendo particolare attenzione agli aspetti relativi alle differenze culturali.

Come iscriversi
Il termine ultimo per le iscrizioni al corso è il 16 dicembre 2011 e la quota di iscrizione è di 1.200 euro + IVA.
Agli iscritti sarà riconosciuta una riduzione del 10% per la frequenza di un corso di gruppo di lingua russa scelto tra quelli proposti dall’Associazione Italia Russia a partire da febbraio 2012. Quota di iscrizione: 500 euro (IVA 21% esclusa).
Il corso si svolgerà nella sede dell’ISPI, Palazzo Clerici, via Clerici 5, Milano.

Per informazioni:
http://www.associazioneitaliarussia.it/
http://www.ispionline.it/
Tel. 02-86.33.13.239
Email: obiettivo.russia@ispionline.it

d.S.

Cara, carissima politica…

L’Ufficio Studi di Confcommercio ha messo a punto un’interessante analisi, “I costi della rappresentanza politica in Italia“, dalla quale emerge una fotografia impietosa degli sprechi e dei costi legati alla politica italiana. Secondo Confcommercio, infatti, la scarsa efficienza dell’apparato pubblico insieme all’eccessivo livello di spesa pubblica rendono indispensabile agire anche su questo fronte per ridurre la pressione fiscale su famiglie e imprese.

Una possibile azione di contenimento della spesa pubblica potrebbe partire proprio dai costi della rappresentanza politica che, in Italia, ammontano a oltre 9 miliardi di euro l’anno, poco più di 350 euro per nucleo familiare, circa 150 euro a testa.

Applicando ai circa 154mila rappresentanti politici dei vari organi nazionali e locali l’ipotesi della riduzione di poco più di un terzo del numero dei parlamentari si avrebbe un risparmio di spesa di oltre 3,3 miliardi all’anno, una cifra sufficiente a ridurre in modo permanente di circa 8 decimi di punto la prima aliquota Irpef a beneficio di oltre 30 milioni di contribuenti; in alterativa il risparmio permetterebbe di ottenere permanentemente una somma di 2.900 euro all’anno da destinare a tutte le famiglie in condizioni di povertà assoluta. Sarebbe in ogni caso la più grande ed efficace operazione di redistribuzione mai effettuata nel nostro Paese.

Da molti anni la spesa pubblica nel nostro Paese si mantiene stabilmente al di sopra del 50% del Pil. È un dato comune alle principali economie europee, anche esse ispirate al modello che intende contemperare esigenze del mercato e coesione sociale, ma che presenta, nel caso dell’Italia, la scarsa efficienza dell’apparato pubblico e la modesta capacità delle politiche redistributive di attenuare/ridurre le disuguaglianze dal lato dei redditi. Ciò sarebbe possibile solo attraverso una graduale riqualificazione e una progressiva riduzione della spesa pubblica.

Nella definizione del perimetro dei costi, Confcommercio ha adottato un’impostazione restrittiva. Inoltre, per ragioni logiche e per l’esigenza di semplificare i conteggi, non è stata inserita nei costi della politica la spesa delle Pubbliche Amministrazioni per trattamenti di quiescenza. Sotto questo profilo, Confcommercio propone una possibile tassonomia dei costi della rappresentanza politica, distinguendo tra costi monetari e costi non monetari. I primi si suddividono in costi diretti (di rappresentanza), cioè riferiti agli emolumenti dei rappresentanti (eletti), costi di funzionamento, comprendenti sia le remunerazioni per personale dipendente e per le collaborazioni (costi indiretti), sia gli acquisti di beni e servizi intermedi della pubblica amministrazione (costi gestionali), strumentali all’esercizio effettivo della rappresentanza politica, e altri costi.

Nel complesso i costi monetari misurabili della rappresentanza politica, calcolati per il 2009, superano i 9,1 miliardi di euro e quindi, considerando i quasi 25 milioni di famiglie e gli oltre 60 milioni di abitanti, i costi della rappresentanza politica valgono circa 367 euro per nucleo familiare, pari a 152 euro a testa.

Quasi il 77% dei costi monetari è costituito dalle spese di funzionamento delle strutture di supporto alle assemblee legislative nazionali e locali. All’interno di queste, le sole spese denominate indirette, corrispondenti alla remunerazione dei dipendenti pubblici che operano in funzione di staff, valgono poco meno del 47% dei costi monetari totali. I costi diretti, invece, che rappresentano il totale delle indennità di funzione e di carica corrisposte ai rappresentanti politici, pesano per oltre il 19% del totale.

Infine, per ogni euro di risparmio sugli sprechi della politica, una catena di “euro” viene potenzialmente risparmiata grazie al fatto che le relazioni socio-economiche della collettività diventano più fruttuose e più dirette, grazie alla ridotta intermediazione e alla limitata invadenza della politica.

Nati con la camicia

Imprenditori si nasce, non si diventa. Sono gli imprenditori familiari, ovvero coloro che decidono di portare avanti l’azienda di famiglia. Nati con la camicia, forse o quasi, che secondo l’identikit tracciato dall’Isfol rappresentano una grossa fetta della realtà imprenditoriale italiana.

La ricerca, condotta dal sociologo del lavoro Domenico Barricelli e pubblicata sulla rivista del Cgia di MestreQuaderni di ricerca sull’artigianato’, evidenzia come le microimprese familiari italiane siano per la maggior parte appannaggio degli uomini, che rappresentano il 78,2%, mentre le donne raggiungono solo il 21,8%. Va sottolineato però, che le quote rosa, seppur minoritarie, molto spesso ricoprono ruoli chiave all’interno dell’azienda di famiglia, come il supporto alla gestione amministrativa.

Un quinto degli imprenditori ‘di famiglia’ possiede solo la licenza media, mentre il 56,2% è diplomato e il 22,1% ha ottenuto la laurea. Hanno tra i 35 e i 54 anni e hanno iniziato a lavorare da giovanissimi, prima dei 20 anni. L’identikit prosegue rilevando che il fatturato annuo medio degli imprenditori familiari non supera i 500 mila euro, mentre l’area di attività si concentra soprattutto nel territorio urbano.

Ma quali sono i settori a maggior concentrazione di microimprese di famiglia? Dall’indagine emerge la centralità del terziario, che supera il 60%, con una netta prevalenza di imprese appartenenti al commercio, ai servizi e alle costruzioni. Il settore dell’artigianato comprende poco meno del 20% delle imprese e soprattutto attività commerciali e industriali o di laboratorio. Quanto al mercato di riferimento, per poco meno del 30% delle microimprese è esteso e le esportatrici sono circa il 14%. Le microimprese con un mercato più esteso sono quelle artigiane, attive nel comparto industriale e guidate da imprenditori più giovani. Si dichiarano al di fuori di circuiti di distretto o di filiera oltre il 90% delle imprese intervistate e da associazioni il 50%.

E rispetto alla crisi economica globale, come hanno reagito i microimprenditori? Si registrano criticità legate soprattutto alla liquidità, a causa di un’elevata dipendenza da singoli committenti, e gli elementi poco chiari su cui si esercita spesso la concorrenza, ma anche il peso crescente degli oneri amministrativi.

Prospettive aziendali poco confortanti a parte, i microimprenditori si dichiarano soddisfatti per aver scelto un’attività autonoma, anziché un lavoro dipendente. Sono coscienti però che per rimanere al passo coi tempi occorre aggiornarsi e acquisire nuove competenze e conoscenze, anche in campi specifici.

Alessia Casiraghi

Gli imprenditori in coro: “Serve un nuovo Ice”

Dagli Stati Generali del Commercio con l’Estero appena conclusi è emersa forte una richiesta da parte delle imprese italiane: serve un nuovo Ice per la promozione dei prodotti italiani all’estero e con una dotazione finanziaria adeguata.

Un appello accorato lanciato dagli imprenditori dei sei Tavoli di settore, che hanno mal digerito la soppressione dell’Ice, un istituto che, a differenza di altri inutili carrozzoni a partecipazione statale, funzionava, e anche bene. Secondo Rodolfo Ortolani (Tavolo servizi) “serve un soggetto autonomo, un’agenzia che si svincolata dal bilancio del ministero, che abbia un’ampia autonomia e che persegua obiettivi precisi“.

Michele Bauli (Tavolo agroalimentare) ha invece sottolineato come “l’agenzia dovrà accompagnare le aziende italiane che vanno all’estero, dovrà avere il compito di far assaggiare i nostri prodotti in giro per il mondo, dovrà promuovere il made in Italy all’estero“.

Secondo Roberto Snaidero (Tavolo arredamento) “le risorse sono poche, sono necessari più fondi. Oltre a ciò sarebbe importante il deposito del marchio obbligatorio“. Snaidero ha poi rivolto una “preghiera” al viceministro Catia Polidori: “I Tavoli non rimangano lettera morta ma continuino a lavorare“.

Dal canto suo, Luca Poncato (Tavolo energia, ambiente, materie prime) ha evidenziato come “le spese promozionali non sono un costo ma un investimento. La nuova agenzia dovrà avere competenze specifiche nel settore dell’energia e dell’ambiente. Serve un organismo che tracci le linee strategiche in questi settori, un organismo che individui gli obiettivi prioritari“.

Anche il Tavolo abbigliamento con Maurizio Marinella ha alzato la voce: “Il nuovo Ice parta immediatamente, perché non possiamo perdere altro tempo. C’è il rischio di trovare i mercati già saturi“. Secondo Marinella il nuovo istituto “dovrà essere dotato di un budget e di una cabina di regia che coordini i vari attori. Necessaria anche un’etichettatura dei prodotti extra Ue, come avviene negli Stati Uniti dove è obbligatoria“.

Infine Simone Bettini (Tavolo meccanica), il quale ha evidenziato la necessità di incentivi fiscali: “Esportare significa investire, avere incentivi fiscali sarebbe un piccolo ma importante aiuto“.

Intesa tra Unione Industriali e Consiglio Notarile biellesi a sostegno delle PMI

Il 26 ottobre 2011 è stato sottoscritto un protocollo di intesa tra il Consiglio Notarile di Biella e il Comitato Piccola Industria dell’Unione Industriale Biellese. L’accordo è il risultato di un confronto avviato a livello nazionale nell’ottobre 2009 tra la Piccola Industria di Confindustria e il Consiglio Nazionale del Notariato e si pone come significativo esempio di dialogo e collaborazione tra Notariato, da sempre portatore di conoscenze e competenze necessarie alla vita di cittadini e imprese, e mondo imprenditoriale, interessato a fruire al meglio di tale bagaglio culturale.

Il documento contiene una serie di iniziative congiunte per rendere l’applicazione di alcune normative coerente rispetto alle esigenze delle imprese e supportare la piccola industria in differenti scelte strategiche, con particolare riguardo alla capitalizzazione, alla crescita dimensionale e al passaggio generazionale. Sul tema del passaggio generazionale, del resto, è già stato organizzato in passato il convegno dal titolo “L’impresa: passaggio generazionale tra soluzioni classiche e innovative” mentre un nuovo incontro con gli imprenditori verrà a breve organizzato sul tema “Reti di Imprese”.

Il dialogo e la collaborazione tra Notariato e Imprese che costituisce lo spirito del Protocollo, si manifestano in un momento di grave difficoltà per l’economia e per il Paese e rappresentano uno sforzo concreto di fare squadra, di agire insieme per il perseguimento dell’interesse generale.

In arrivo i nuovi Nokia Lumia 710 e 800

Nokia ha deciso di inserire nei suoi nuovi smartphone il sistema operativo Windows Phone, a partire dai modelli Lumia 710 e 800.

Questa decisione potrebbe favorire chi utilizza dispositivi mobili per lavoro, dal momento che Windows Phone, di Microsoft, porterà MS Office Mobile direttamente nei telefoni.
Avere Office Mobile nei nuovi cellulari Nokia darà la possibilità all’utente di aprire documenti Word, Excel, PowerPoint e OneNote, ponendo fine alle incompatibilità che spesso si verificano utilizzando sistemi per ufficio prodotti da altre società.

Se si tratta di file presenti in Skydrive o Sharepoint, i nuovi documenti creati o modificati attraverso il proprio smartphone Nokia Lumia diventano immediatamente disponibili a tutti gli altri computer che accedono al servizio.

Facile e veloce anche la gestione delle e-mail, dal momento che gli smartphone Windows Phone supportano alcune delle più usate tipologie di account, come Hotmail, Google Mail, Nokia Mail (powered by Yahoo), senza dimenticare la posta di Outlook e molti altri. Le e-mail ricevute appaiono sempre accessibili dalla schermata Start ed è possibile unire più account in un singolo gruppo, al fine di semplificare la consultazione della casella di posta.

Una vera chicca, per chi viaggia spesso, per lavoro o per diletto poco importa, è il programma di navigazione integrato nel sistema, chiamato Nokia Drive, con la possibilità di utilizzare le mappe di ben 95 paesi.

Nokia Lumia 800 sarò disponibile in Italia dal 20 novembre, mentre per Lumia 710 l’attesa sarà più lunga, ma la spesa più contenuta.

Vera Moretti

I giovani cervelli tornano in patria

Per porre rimedio alla “fuga di cervelli” che, in questi anni, sta diventando sempre più massiccia, ecco una legge, la 238/2010, che prevede agevolazioni fiscali, fino al 31 dicembre 2013, per il ritorno in Italia di giovani talenti emigrati all’estero e per i cittadini europei che vogliano trasferire la loro attività lavorativa nel Belpaese.

Si tratta della riduzione della base imponibile ai fini Irpef dell’80% per le donne e del 70% per gli uomini: per usufruire del bonus coloro che hanno un rapporto di lavoro dipendente devono farne richiesta, entro tre mesi dalla data di assunzione, al datore di lavoro che effettua le ritenute in busta paga.
La scadenza, per coloro che sono stati assunti entro il 29 luglio 2011, è per sabato 29 ottobre, come specificato dal provvedimento della Agenzia delle Entrate del 29 luglio scorso.

Secondo il decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze del 3 giugno 2011, ecco le categorie che potranno usufruire degli “sconti” fiscali:
Si tratta di coloro che, alla data del 20 gennaio 2009,
• sono cittadini dell’Unione europea
• sono nati dopo il 1° gennaio 1969
• hanno risieduto continuativamente per almeno 24 mesi in Italia
• hanno un diploma di laurea e hanno esercitato senza interruzione, negli ultimi 2 anni e più, attività di lavoro dipendente, autonomo o d’impresa fuori dal proprio Paese d’origine e dall’Italia o, nello stesso periodo di tempo, hanno studiato ininterrottamente all’estero conseguendo una laurea o un titolo post-lauream
• sono stati assunti, o hanno avviato un’attività di lavoro autonomo o d’impresa, in Italia ed entro tre mesi vi hanno trasferito il proprio domicilio e la residenza.

Chiunque avesse tutti questi requisiti, e fosse un lavoratore dipendente, per presentare la domanda deve essere in possesso di:
• le generalità (cognome, nome, data di nascita)
• lo Stato dell’Unione europea di cui è cittadino
• il codice fiscale
• l’attuale residenza in Italia risultante dal certificato di residenza, o la domanda di iscrizione all’Anagrafe della popolazione residente in Italia, ed eventualmente il domicilio se diverso dalla residenza
• la data di prima assunzione in Italia dal rientro (o di avvio dell’attività di impresa o di lavoro autonomo) e la dichiarazione di aver trasferito nel Belpaese residenza e domicilio entro tre mesi dalla prima assunzione (o dall’avvio dell’attività)
• di essere in possesso dei requisiti previsti dal decreto del Mef e di non rientrare nel novero degli esclusi (dipendenti a tempo indeterminato di amministrazioni pubbliche o imprese italiane, che svolgono all’estero il proprio lavoro)
• di non beneficiare delle agevolazioni previste, dal Dl 185/2008, per il rientro in Italia di ricercatori e docenti residenti all’estero
• di non beneficiare del credito d’imposta previsto per gli investimenti nel Mezzogiorno dalla legge 296/2006 (articolo 1, commi da 271 a 279)
• l’impegno a comunicare sollecitamente l’avvenuta iscrizione nell’Anagrafe della popolazione residente e ogni variazione della residenza o del domicilio rilevanti per l’applicazione del beneficio da parte del datore di lavoro.

Per quanto riguarda questi ultimi, a un mese dal ricevimento della richiesta da parte dei dipendenti, che ricoprono per l’occasione il ruolo di sostituti d’imposta, operano la riduzione al 20% della quota imponibile delle lavoratrici e al 30% di quella dei lavoratori. Ovviamente tali agevolazioni decadono se il lavoratore trasferisce all’estero residenza o domicilio.
A fine anno, o in occasione della cessazione del rapporto di lavoro, i sostituti eseguiranno il conguaglio tra le ritenute attuate e quelle effettivamente dovute dalla data di assunzione.
Infine, i sostituti evidenzieranno nel Cud, separatamente, le somme complessivamente erogate e l’ammontare ridotto in base alle percentuali agevolative.

Anche se si tratta di lavoratori autonomi o imprenditori è possibile usufruire dello “sconto” Irpef, infatti la riduzione della base imponibile ai fini Irpef dell’80% per le donne e del 70% per gli uomini andrà fatta valere in Unico.

La legge 238/2010, ai fini di scoraggiare il “turismo fiscale“, prevede che chi usufruisce delle agevolazioni deve restare nel Belpaese almeno 5 anni.
In caso di nuovo trasferimento della residenza o del domicilio fuori dall’Italia prima che sia trascorso un quinquennio dalla prima fruizione del beneficio, infatti, il contribuente sarà chiamato a restituire le imposte non pagate in applicazione del regime di favore, con l’aggiunta di sanzioni e interessi.

Vera Moretti

Volkswagen Crafter: punto di riferimento tra i veicoli commerciali

Tra i veicoli commerciali presentati nel 2011 spicca sicuramente il nuovo Volkswagen  Crafter,  che rispetto ai suoi predecessori è stato completamente rinnovato e reso migliore da quasi tutti i punti di vista, sia per quanto riguarda gli interni che i consumi  (le emissioni di CO2 sono ridotte fino al 33 per cento!)

Il nuovo Crafter ha un design essenziale com’è del resto caratteristica della serie, ma nello stesso tempo è cambiato e migliorato sotto molti aspetti: la parte frontale del veicolo è quella classica del commerciale Volkswagen, mentre una calandra si estende sui lati unendo cosi i gruppi ottici.

Per quanto riguarda la capacità di carico, è stata aumentata del 10% rispetto ai modelli precedenti.

Inoltre vi è stata una maggiore attenzione verso l’ambiente, attraverso l’uso di motori TDI 2.0 (che non sono chiamati così perché “internettizzati”) ad iniezione diretta common rail con cambio a 6 rapporti, tutti euro 5 e creati in modo da avere tre diverse potenze: 109, 136 e 163 cv.

E’ importante sottolineare anche come gli oneri per l’utilizzo del veicolo sono scesi del 25% grazie ai costi di esercizio molto più bassi.

I clienti della Volkswagen che intendono acquistare un Crafter, possono avere non solo una garanzia di due anni (quella prevista dalla legge sui nuovi veicoli) ma anche un’estensione della garanzia per un anno ancora, senza pagare nulla di più al momento dell’acquisto.

Inoltre va sottolineato che è montata sul veicolo un sistema di controllo di tutte le funzione elettroniche del Crafter molto semplice ma allo stesso tempo completo, che permetterà all’autista di gestire al meglio e senza distrarsi dalla guida le varie funzionalità di serie sul veicolo.

Il nuovo Crafter, insomma, è sicuramente uno dei nuovi modelli di veicoli commerciali maggiormente apprezzato dagli addetti ai lavori e grazie a questo veicolo la Volkswagen torna  a proporsi prepotentemente come punto di riferimento nel segmento.

Fabio Mussoni

Chi rappresenta la base dell’avvocatura?

Dalle nuove tecnologie spirano venti di democrazia. L’esperienza delle “rivoluzioni” dei Paesi del Nord Africa evidenzia come l’ausilio della rete globale, attraverso i social network utilizzati anche come strumento di divulgazione di immagini e come elemento aggregativo, rappresenti un mezzo imprescindibile per dare parola a chi, essendo privo di rappresentanti istituzionali di riferimento, resterebbe altrimenti imbavagliato dalla censura o ancor peggio dalla supponenza del potere.

Il compito di discutere ed approvare la legge sulla riforma della professione forense spetta solo ed esclusivamente al parlamento. Nessuna delega, più o meno in bianco, è ipotizzabile a favore del CNF il cui ruolo istituzionale, in questa sede, non può che essere quello di fornire un parere tecnico non vincolante sul disegno di legge (ove richiesto dal ministro). Nessuna rappresentanza politica è concepibile in capo al CNF e ciò non solo perché nessuna norma gli attribuisce tale potere ma anche perché, un’eventuale rappresentanza politica si andrebbe a sovrapporre al potere giurisdizionale e alla potestà regolamentare.

L’elezione dei componenti del CNF avviene su base distrettuale da parte dei Consigli dell’Ordine, senza alcun criterio di proporzionalità rispetto al numero degli iscritti.

Il compito di rappresentare gli avvocati spetta, a mio giudizio, a tutte quelle associazioni che si rendono portatrici degli interessi della categoria e che siano nella loro struttura e composizione ispirate ai criteri di democraticità e proporzionalità (del resto anche i partiti politici altro non sono che associazioni private non riconosciute).

L’Associazione Nazionale Forense non è l’unica associazione contraria alla riforma forense così come concepita dal disegno di legge all’esame della Camera dei Deputati (e già licenziato dal Senato)! Chi afferma ciò significa che non conosce il panorama forense attuale fatto di molteplici associazioni e movimenti che sono nati e stanno nascendo non solo sotto la spinta del malcontento generale della base dell’avvocatura ma anche e soprattutto per dar voce a proposte concrete. Mai sottovalutare il fenomeno dei nuovi movimenti, delle nuove associazioni e delle istanze della base; e questo vale a prescindere dal numero degli aderenti o dallo strumento espressivo utilizzato.

Avv. Matteo SANTINI | m.santini[at]infoiva.it | www.studiolegalesantini.com | Roma
È titolare dello Studio Legale Santini (sede di Roma). Il suo Studio è attualmente membro del Network LEGAL 500. || È iscritto come Curatore Fallimentare presso il Tribunale di Roma; Presidente Nazionale del Centro Studi e Ricerche sul Diritto della Famiglia e dei Minori; Membro dell’AGIT (associazione avvocati Giusconsumeristi); Consigliere Nazionale AGIT (associazione avvocati Giusconsumeristi); Responsabile per la Regione Lazio dell’Associazione Avvocati Cristiani; Membro dell’I.B.A. (International Bar Association); Membro della Commissione Osservatorio Giustizia dell’Ordine degli Avvocati di Roma; Segretario dell’Associazione degli Avvocati Romani; Conciliatore Societario abilitato ai sensi del Decreto Legislativo n. 5/2003; Direttore del “Notiziario Scientifico di Diritto di Famiglia”; Membro del Comitato Scientifico dell’ A.N.A.C. || Autore del Manuale sul trasferimento dell’Azienda edito dalla Giuffré (2006); Co-autore del Manuale sul Private Equity (2009 Edizione Le Fonti). || Docente di diritto e procedura penale al Corso in Scienze Psicologiche e Analisi delle Condotte Criminali (Federazione Polizia di Stato 2005). || Collabora in qualità di autore di pubblicazioni scientifiche con le seguenti riviste giuridiche: Diritto & Giustizia (Giuffré Editore); Corriere La Tribuna (Edizioni RCS); Notiziario Giuridico Telematico; Giustizia Oggi; Associazione Romana Studi Giuridici; Il Sole 24 Ore; Studium Fori; Filo Diritto; Erga Omnes; Iussit; Leggi Web; Diritto.net; Ius on Demand; Overlex; Altalex; Ergaomnes; Civile.it; Diritto in Rete; Diritto sul Web; Iusseek.

Crisi, c’è l’accordo sul pacchetto di misure

La maratona salva-euro durata oltre dieci ore porta a casa, quasi all’alba, tutti i risultati ormai insperati. I leader dell’Eurozona hanno trovato un accordo su un pacchetto “completo” di misure anti-crisi che metterà in sicurezza le banche attraverso ricapitalizzazioni per 106 miliardi di euro, darà certezza ai Paesi a rischio con un fondo salva-Stati da oltre 1.000 miliardi e salverà la Grecia con nuovi aiuti per 130 miliardi, facendo pagare un prezzo maggiore alle banche esposte con Atene per ridurre il debito del Paese. E anche l’Italia rientra nel piano dell’Eurozona per arginare la crisi dei debiti: gli impegni che ha preso vengono inseriti nelle conclusioni del summit, che plaude alle misure annunciate ma incalza sulla loro applicazione, guardando subito alla prossima tappa, ovvero un piano pensioni definito entro dicembre. Di seguito tutte le “decisioni estremamente importanti del vertice Ue”, come ha sottolineato il presidente della Bce Jean Claude Trichet:

BANCHE. L’Europa ha deciso di ricapitalizzare quelle ‘sistemiche’, già sottoposte agli stress test, cioé 90 in tutto. Significa trovare, entro giugno 2012, 106 miliardi di euro, e per quelle italiane 14,7 miliardi. Gli sforzi serviranno per portare il coefficiente patrimoniale al 9%. Per rifinanziarsi dovranno trovare prima capitali propri, anche attraverso ristrutturazioni e cartolarizzazioni, poi potranno chiedere l’intervento degli Stati e solo in ultima battuta può intervenire il fondo salva-Stati Efsf. Inoltre, quelle in fase di ricapitalizzazione non potranno distribuire dividendi né bonus. E dovranno essere valutate “le esposizioni al debito sovrano dell’area euro, calcolate ai valori di mercato al 30 settembre 2011”.

FONDO SALVA-STATI. L’Efsf aumenterà la sua potenza di fuoco di 4-5 volte, fino a raggiungere i 1000 miliardi di euro. Lo farà attraverso due opzioni: vendendo assicurazioni sui titoli dei Paesi, e con uno strumento ad hoc, lo ‘special purpose vehicle’, che attrarrà fondi da investitori esterni (come la Cina a cui Sarkozy ha aperto) e istituzioni (come il Fmi, che ha già dato la sua dipsonibilità).

PERDITE BANCHE ESPOSTE IN GRECIA. L’accordo è per un taglio del valore nominale dei titoli del 50%. Tutti, tranne quelli detenuti dalla Bce. Accettando queste perdite, le banche assicureranno al debito greco di tornare nel 2020 ad un livello sostenibile, ovvero al 120% sul pil. Obiettivo che sarà raggiunto anche grazie a un contributo ulteriore del programma di aiuti pari a 130 miliardi di euro entro il 2014. La revisione del secondo piano salva-Grecia dovrà essere approvato entro il 2011 e l’operazione sui bond greci dovrà essere realizzata all’inizio del 2012.

ITALIA. L’Eurozona è soddisfatta degli impegni presentati dall’Italia e chiede a Roma di “presentare urgentemente” un ambizioso calendario per la realizzazione delle riforme. Per quanto riguarda le pensioni, i leader “prendono nota” delle intenzioni italiane e chiedono che entro dicembre venga presentato un piano dettagliato su come raggiungere l’obiettivo.

Fonte: Ansa.it