Professionisti, sfruttate i gruppi d’acquisto per far business

Professionisti, sfruttate i gruppi d’acquisto per far business

Professionisti, sfruttate i gruppi d’acquisto per far business

di Mirko ZAGO

Se l’arte di ingegnarsi può apportare vantaggi lavorativi e incentivare forme di business accogliamola a braccia aperte. Si fa un gran parlare in rete dei gruppi di acquisti, unioni di persone che sfruttando le potenzialità del web 2.0 (banalmente orientato al social, non me ne vogliano gli esperti per l’eccesso di pressapochismo) si incontrano in uno spazio virtuale e cercano di creare un “match”, una corrispondenza tra la loro richiesta di acquisto di prodotti ed un’offerta ad hoc caratterizzata da sconti succulenti resi possibili in quanto la transazione si basa su un ampio numero di vendite concentrate nel tempo. Si tratta alla fin dei conti di rivendere prodotti a prezzo di stock, a singole persone, sfruttando il web per reclutare la domanda e agevolare il processo di vendita e consegna. A sostegno di queste imprese si sono moltiplicati nel tempo numerosi market place che offrono con costanza “deal del giorno”, offerte limitate e speciali che durano poche ore e vengono confermate solo al raggiungimento di un certo numero di ordini (Groupon, Groupalia, Let’s Bonus ecc. Si basano su tale dinamica).

Ma facciamo un passo indietro e soprattuto, con uno sforzo maggiore, varchiamo i confini virtuali e ritorniamo coi piedi nel mondo reale, in particolare nel mondo fatto di famiglie, problemi domestici e orde di professionisti e tecnici pronti a risolverli. Idraulici, elettricisti, giardinieri, pulitori di scarichi, caldaisti sono tanto necessari quanto odiati per due ovvi motivi, uno se ci affidiamo a loro significa che abbiamo un problema, e già di per sè questo basta a scaldare gli animi all’interno di una famiglia, due il momento di saldare il conto toglie a molti l’appetito. Servirebbe un modo che agevolasse entrambi i soggetti, da un lato le famiglie desiderose di risparmiare e costrette ad interventi di manutenzione (se la decisione non è autonoma è la legge a pensarci) e dall’altro i professionisti onesti e seri che lavorano duro per portare a termine gli interventi a regola d’arte cercando di non far piovere sul bagnato con i loro corrispettivi per la prestazione d’opera.

Alcuni dei modi per risparmiare sono sfruttare le offerte dei vari siti di deal sperando nella promozione di questo tipo di interventi. Ma le opportunità sono purtroppo sporadiche. Ci si può affidare ai gruppi di acquisto territoriali, ma l’informazione è scarsa e la loro organizzazione spessso non ottimale. Da qualche tempo le iniziative nascono sempre più spesso direttamente per opera degli stessi professionisti che racimolano clienti in numero sufficiente da garantire la stessa prestazione ma a prezzi inferiori rispetto al rivolgersi singolarmente alla concorrenza.

Non si tratta certo di sprovveduti, questi signori magari senza saperlo sfruttano le migliori strategie del marketing diretto e curano tutte le 4 P del marketing mix (Philip Kotler) compresa la quinta rappresentata dalle partnership come vuole la nuova scuola. Solitamente l’iter è questo. In prossimità di interventi di manutenzione obbligatoria (ad esempio la pulizia della caldaia citando l’esempio che mi ha toccato personalmente) il tecnico (o un team – “Partnership”) contatta un certo gruppo di famiglie selezionate in base alla vicinanza geografica, solitamente ci si concentra su piccoli quartieri (“Place”). Le tecniche usate spaziano dalle telefonate, alla pubblicità su cassetta delle lettere, fino ad arrivare a mail ed sms (“Promotion”). Viene proposto l’intervento di riassetto, pulizia, manutenzione (“Product”) ad un prezzo solitamente più basso (“Price”) qualora si decidesse di aderire in toto seguendo le decisioni degli altri vicini. Alla data prefissata, il tecnico in una volta sola visita le case del quartiere per la felicità prima di tutto sua, ma anche delle famiglie che così possono risparmiare qualche euro. Banale, semplice e tremendamente efficace, e allora perchè è ancora così poco diffusa questa pratica? L’ingegno italico si vede fin dalla quotidianità, purchè non si esageri… il richiamo a dentisti e avvocati che si “svendono” online fa riflettere.