Professionisti in cerca di un albo

di Vera MORETTI

E’ stata organizzato un convegno dal titolo “Professioni non regolamentate. Un appello alla trasparenza” alla Camera dei deputati, per sollevare una problematica che coinvolge, in Italia, 3 milioni di persone, come reso noto dall‘Uni, ente nazionale italiano di unificazione.

Si tratta di tutti quei professionisti che non hanno un ordine o un albo a cui fare riferimento, tra i quali ci sono tributaristi e grafologi, interpreti e traduttori. Ma anche amministratori immobiliari, periti assicurativi, chinesiologi, osteopati e comunicatori. Senza dimenticare nutrizionisti, bibliotecari, patrocinatori stragiudiziali, archeologi e investigatori privati. Sono professioni conosciute, e anche no, ma destinate ad una rapida diffusione, quindi bisognosi di un ordine professionale che li rappresenti.

Tra le professioni “emergenti” c’è quella del counselor, in tutto circa 2.500 professionisti che, attraverso il dialogo e l’interazione, aiutano le persone a gestire e risolvere problemi e a prendere decisioni. Oppure gli arteterapeuti, specialisti che utilizzano il linguaggio delle arti con finalità di tipo strettamente terapeutico e riabilitativo o i tecnici emodialisi, circa 1.000 professionisti che svolgono attività sui pazienti nefropatici in dialisi per problemi inerenti la conduzione, controllo e manutenzione delle apparecchiature di terapia.
Ma ci sono anche i clinical monitors che accompagnano la sperimentazione del farmaco dal laboratorio al paziente, l’operatore omeosinergetico, specialista di medicina non convenzionale, basata sulle discipline naturali che valorizza le risorse vitali proprie di ogni essere vivente.

Molti dei rappresentanti di queste professioni hanno deciso di rivolgersi all’Uni per capire quale iter seguire per potersi “mettere in regola”.