CERCHI LAVORO NEL SETTORE AUTOMOTIVE? BOLOGNA TI ASPETTA!

Cari lettori, ecco l’annuncio scelto per voi da Monster.it, è rivolto a un Auditor esperto nel settore automotive. La zona? L’Emilia Romagna. Eccovi i dettagli:

Per importante realtà industriale settore automotive della provincia di Bologna cerchiamo Auditor esperto nel settore auto, con esperienza maturata nella gestione di verifiche ispettive interne e/o esterne presso aziende del comparto. La risorsa deve necessariamente conoscere la metodologia VDA e preferibilmente aver maturato esperienza presso aziende che realizzano lavorazioni di assemblaggio meccanico. La figura agirà come consulente esterno, è quindi preferibile essere già in posssesso di partita IVA. Il candidato verrà inserito all’interno del programma di audit previsto con trattamento e condizioni di sicuro interesse.

Zona di lavoro: Bologna.

Per candidarsi a questa ricerca inviare il CV utilizzando unicamente il servizio offerto da questo canale.

Lavoropiù S.p.A. – Divisione Permanent – Aut. Min. 1104 – SG del 26/11/2004.

Il presente annuncio è rivolto ad entrambi i sessi, ai sensi delle leggi 903/77 e 125/91, e a persone di tutte le età e tutte le nazionalità, ai sensi dei decreti legislativi 215/03 e 216/03.

Per visionare l’informativa sulla privacy, si prega di consultare il sito www.lavoropiu.it

CANDIDATI

Per maggiori informazioni: Monster.it

Lo Stato può ingrassare, i comuni devono tagliare

Tasse e imposte allo Stato, lacrime e sangue agli enti locali. Questo emerge, in sostanza, da un’analisi della Cgia di Mestre secondo la quale i Governi Berlusconi e Monti hanno imposto, per l’anno in corso, manovre correttive pari a 48,9 miliardi: 40,2 di nuove entrate e 8,7 di tagli alla spesa. Però, se sul totale delle nuove entrate previste l’84,4% finirà nelle casse dell’Erario, sul fronte tagli, invece, la situazione si “ribalterà”. All’Amministrazione centrale sarà richiesta una riduzione netta della spesa del 20,1% del totale, mentre gli enti locali subiranno un taglio pari al 51,4% del totale della spesa prevista e gli enti previdenziali il restante 28,6%. Un altro esempio scandaloso dell’asimmetria che lo Stato utilizza nei confronti non solo dei contribuenti ma anche degli enti non di primo livello.

L’analisi della Cgia si è poi spinta oltre e ha preso in esame alcuni dati sulla ripartizione del debito pubblico italiano per livello di governo. Lo stock di debito pubblico al 30 aprile 2012 è risultato pari a 1.948 miliardi di euro, dei quali solo il 2,6% è imputabile alle Amministrazioni comunali (50,5 miliardi). In totale, le Amministrazioni locali incidono appena per il 5,7% sul debito pubblico, mentre il 94,3% rimanente è in capo alle Amministrazioni centrali.

Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre: “Se l’enorme gettito fiscale aggiuntivo imposto dagli ultimi due Esecutivi finirà quasi tutto nelle casse dell’Erario i tagli alla spesa saranno però in capo quasi esclusivamente agli Enti previdenziali e agli Enti locali. Se i primi raggiungeranno l’obiettivo grazie alla riforma previdenziale attuata dal Governo Monti, i secondi, vista la difficile situazione di bilancio, dovranno, molto probabilmente, ritoccare all’insù le tasse locali, con un evidente appesantimento fiscale in capo ai contribuenti italiani. Insomma, comprovato che la messa in sicurezza dei nostri conti pubblici avverrà agendo quasi esclusivamente sulla leva fiscale erariale, i pochi tagli previsti ricadranno quasi tutti sulle spalle degli Enti locali e di quelli previdenziali. Con buona pace di chi attende l’arrivo del tanto agognato federalismo fiscale“. Come dargli torto?

Rimasto senza lavoro, 26enne tenta di darsi fuoco

In preda alla disperazione per aver perso recentemente il lavoro, un ragazzo di 26 anni si è cosparso di benzina e ha tentato di darsi fuoco proprio davanti all’azienda per la quale lavorava, in via Coppalati a Piacenza, nella zona industriale di Le Mose. Per fortuna il dramma è stato solo sfiorato perché il tempestivo intervento della polizia e dei vigili del fuoco ha evitato che l’atto di follia si trasformasse in un suicidio, impedendo al ragazzo di utilizzare l’accendino.

C’è chi effettua colpi da 50.000 euro e chi si fa beccare per un euro…

Due storie di rapine dall’esito (e dal bottino) completamente differente. E’ stato un vero e proprio colpo quello messo a segno a Codigoro, nel ferrarese, da due uomini entrati a mano armata e con il volto coperto nella gioielleria-ottica Pimpinati in via IV novembre e, dopo aver minacciato con una pistola i titolari si sono fatti consegnare i gioielli chiusi nella cassaforte per poi fuggire col bottino, stimato sui 50.000 euro.

Ha perfino del grottesco invece la rapina, se così si può chiamare, di un operaio tunisino, padre di cinque figli, che ha strappato con forza il carrello a una signora che stava facendo la spesa all’Ipercoop di Massa e Cozzile. L’obiettivo? Portarle via la moneta da un euro infilata nell’apposita fessura metallica per sbloccare la sicura metallica. Immediata la denuncia da parte della signora ai responsabili del supermercato. L’uomo è stato identificato e interrogato dalla polizia giudiziaria. Se la cliente non ritira la querela, rischia una condanna da uno a tre anni per rapina. Certo che per un euro una brutta figura del genere il pregiudicato tunisino se la poteva proprio… risparmiare.

Quinta morte bianca in un mese a Salerno: operaio folgorato in cabina

E’ stato colpito da una forte scarica di corrente mentre stava lavorando in una cabina elettrica e per lui non c’è stato niente da fare. E’ deceduto in questo modo Antonio Medoro, 42enne di Olevano sul Tusciano in provincia di Salerno e dipendente di una ditta di Sarno. Il tragico fatto si è consumato a Nocera Superiore, sempre nel salernitano.

L’uomo, sposato e con figli, è morto sul colpo nonostante i soccorsi immediati. L’episodio è sotto indagine dei carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore. E’ un periodo particolarmente sfortunato questo per la città campana, che solo nel mese di giugno conta 5 vittime sul lavoro.

VUOI DIVENTARE IMPRENDITRICE DELLA BELLEZZA? STETIKXPRESS TI DA’ UNA POSSIBILITA’

Cari lettori, oggi Infoiva vi presenta un’opportunità di impiego che offre il mondo del franchising in Italia, nel campo del benessere, salute e bellezza.

StetikXpress, è un progetto di franchising low cost  del Gruppo portoghese SLYOU che offre una gamma di soluzioni e qualità nel mondo del benessere.

Sei una donna e non hai esperienza nel settore? Non preoccuparti, non sono richieste esperienze, basta avere buone capacità di gestione, di leadership e giusto spirito imprenditoriale.

Quanto capitale occorre allora per essere una franchisee StetikXpress? L’investimento iniziale, che comprende  i cosmetici, le attrezzature, le apparecchiature, la formazione e il supporto tecnico può variare dai 20 a 50mila euro. La misura del ritorno economico è commisurata all’ubicazione del negozio e all’afflusso della clientela prevista.

Per maggiori informazioni  Stetikxpress.it

Benzina, continua la guerra degli sconti

Dopo due settimane di rodaggio, la guerra degli sconti sul carburante si inasprisce per contrastare la campagna promozionale di Eni, che sconta benzina e diesel di 20 centesimi al litro, stabilendo durante il weekend un prezzo di 1,580 centesimi/litro per la benzina e di 1,480 per il gasolio.

Da giovedì fino a lunedì mattina, negli orari di chiusura, Esso pratica uno sconto di “almeno 21 centesimi”; in alcuni impianti la benzina è scesa fino a 1,55 centesimi al litro e il diesel a 1,39 al litro.
Q8, solo a Roma, ha anticipato gli sconti in previsione del lungo ponte di SS Pietro e Paolo, che ieri ha dato il via alle partenze. IP pratica un ribasso di 16 centesimi anche sul servito dalle 7 di venerdì fino alla chiusura di sabato, Shell mantiene sconti di circa 10 centesimi, mentre TotalErg conferma un taglio dei prezzi di 15 centesimi al litro in alcune zone.

Davide SCHIOPPA

Un nuovo accordo per le imprese del Piemonte

Rete Imprese Italia e il Gruppo Intesa San Paolo sottoscrivono un nuovo accordo che, in un momento economico difficile, consentirà a imprese artigiane e del terziario del Piemonte di accedere ai 5 miliardi di euro stanziati dall’accordo nazionale del 7 maggio scorso. Intesa Sanpaolo ha inoltre previsto a livello locale un plafond di 400 milioni di euro per gli impieghi a breve e un plafond di 500 milioni per gli impieghi di medio lungo termine nella forma del leasing.

L’accordo è funzionale alle specificità del territorio: in Piemonte il tessuto imprenditoriale è costituito quasi totalmente da microimprese con meno di venti addetti, che sono le più colpite dagli effetti della crisi.
Per non far mancare loro la liquidità necessaria, Intesa Sanpaolo ha velocizzato e semplificato il processo di erogazione del credito, impegnandosi a dare riscontro alle richieste di finanziamento entro cinque giorni lavorativi dalla ricezione della documentazione completa. Inoltre il processo di valutazione e di attribuzione del rating è stato rivisto alla luce delle caratteristiche strutturali e di funzionamento proprie delle piccole realtà imprenditoriali: i dati di bilancio non sono più l’unico indicatore per valutare l’azienda, ma si cerca di cogliere anche altri fattori, per esempio la capacità dell’imprenditore di reagire alla crisi.

Tra i principali obiettivi di Rete Imprese Italia e di Intesa Sanpaolo vi è anche il sostegno alla nuova imprenditoria. Per agevolare i primi passi di chi intende avviare una nuova attività, la banca ha predisposto un portale web che fornisce assistenza negli adempimenti necessari e nel reperimento dei finanziamenti disponibili.

Francesca SCARABELLI

Ddl associazioni, il Cndcec alza la voce

Eliminare dal testo la parola professione, usata impropriamente e causa di confusione, ed evitare che le associazioni possano svolgere sia le attività riservate ai professionisti iscritti in albi, sia quelle caratteristiche contemplate negli ordinamenti professionali. Sono le richieste di modifica al disegno di legge AS 3270, recante Disposizioni in materia di professioni non organizzate in Ordini o Collegi, avanzate dal Consigliere nazionale dei commercialisti, Andrea Bonechi, dinanzi alla Commissione Industria del Senato, dalla quale è stato audito lo scorso 20 giugno in rappresentanza del Comitato unitario professioni (CUP)

Il ddl – ha affermato Bonechicontiene delle norme che andrebbero significativamente incise o quantomeno modificate al fine di ridurre possibili effetti distorsivi sulla concorrenza e meglio tutelare i consumatori“. Tre le proposte di modifica avanzate dai professionisti.

Innanzitutto gli emendamenti all’art. 1, comma 2 del disegno di legge che “originano – è scritto della relazione depositata da Bonechi in commissione – dalla necessità di fare chiarezza intorno al termine “professione” che viene utilizzato impropriamente in tale testo“. “Un’esigenza avvertita – si legge ancora nel documento – per sgombrare il campo da possibili equivoci interpretativi circa il soggetto che per l’ordinamento giuridico italiano è qualificabile come “professionista” ed il soggetto che pur svolgendo servizi che hanno ad oggetto prestazioni d’opera intellettuali non può essere qualificato come “professionista“.

Un ulteriore emendamento, proposto dal Cup sia all’art. 1, comma 2 e all’art. 2, comma 6 del disegno di legge, è “volto ad escludere che gli iscritti alle associazioni possano svolgere non solo le attività riservate per legge agli iscritti in albi professionali, ma anche le attività caratteristiche espressamente contemplate all’interno degli ordinamenti professionali“. “Una precisazione che – sottolinea Bonechitrova il sostegno della recente sentenza delle Sezioni Unite Penali della Corte Suprema di Cassazione n. 11545/2012“.

Una sentenza che “appare idonea a porre fine alle ingiustificate richieste di riconoscimento pubblicistico avanzate da quelle associazioni i cui aderenti svolgono attività caratteristiche di professioni già riconosciute. La pronuncia della Suprema Corte, infatti, enfatizzando il concetto della rilevanza giuridica delle “attività caratteristiche non esclusive” – da sempre negata da tali associazioni e posta alla base delle loro richieste – “fa apparire il riconoscimento di tali associazioni del tutto contrario alla tutela dell’interesse pubblico e dell’affidamento dei terzi“.

Laura LESEVRE

Energia verde: fa bene all’ambiente e al business

Energia verde, energia rinnovabile, energia pulita… Chiamatela  come volete, è un fatto certo  che il green sia ormai una tendenza inarrestabile,  in tutti i settori.

Un po’ in tutta Europa e in Italia specialmente, cresce la diffusione degli impianti per lo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili e di pari passo la produzione di energia a basse emissioni. Nel 2010, secondo i dati pubblicati da Eurostat, il contributo delle rinnovabili ha toccato quota 12,4% nel consumo di energia registrato nell’Europa dei 27 e i dati rilevano una crescita costante rispetto al 2009 (11,7%) e al 2008 (10,5%). La Direttiva sulle energie rinnovabili del 2009 ha poi imposto target differenti a seconda delle nazioni e delle possibilità di ciascuna, per raggiungere la quota complessiva di consumo di almeno il 20% di energia green entro il 2020.

Il documento di Eurostat evidenzia il contributo che ciascun Paese europeo dà in termini di livello di consumo di energia verde, ai primi posti Svezia (47,9% delle fonti energetiche rinnovabili sul consumo totale), Lettonia (32,6%), Finlandia (32,2%), Austria (30,1%) e Portogallo (24,6%), mentre in coda ci sono Malta (0,4%), Lussemburgo (2,8%), Regno Unito (3,2%) e Paesi Bassi (3,8%). L’Italia è nel mezzo, con un consumo di energia da fonti non fossili pari al 10,1% a fronte di un obiettivo del 17% nel 2020.

­­­­­­­­­­­­­­­­­Proprio in questo senso è importante che anche le piccole imprese italiane che sono in primis il tessuto economico del nostro Paese si dirigano verso forme di collaborazione e acquisto di prodotti innovativi ed efficienti e prendano consapevolezza della necessità di adottare comportamenti sostenibili. In questa direzione  si colloca la proposta di Repower, operatore energetico dedicato alle PMI, che ha confezionato una fornitura di energia rinnovabile assolutamente innovativa, dedicata alle aziende che fanno  del green, della sostenibilità e della produzione di energia da fonti rinnovabili un aspetto centrale del proprio business.

Per Repower, produrre e vendere energia da fonti rinnovabili, significa creare un valore aggiunto per sensibilizzare e spostare il focus delle aziende verso l’utilizzo di servizi e prodotti eco-frendly innovativi, come Verde Dentro che oltre alla fornitura elettrica punta su servizi di mobilità elettrica ed efficienza energetica.

La proposta di Repower per le aziende impone un approccio sostenibile completo che supera il vecchio principio del green come valore a se stante per indirizzare gli sforzi verso i reali bisogni della comunità investendo nello sviluppo delle più efficienti tecnologie e in sistemi di ottimizzazione delle risorse, con l’obiettivo di creare valore sociale e fare investimenti che nel medio e lungo termine si ripagano ampiamente mentre nel breve aiutano concretamente la sostenibilità ambientale.

E’ in un momento di contingenza economica sfavorevole come quello attuale, che le imprese possono provare ad adottare comportamenti più eco-friendly assumendosi maggiori responsabilità ambientali, per dimostrare di saper accogliere in maniera flessibile e allo stesso tempo “sostenibile”, le sempre più esigenti leggi dell’economia.

In quest’ottica, un player come Repower diventa molto più che un fornitore di energia: è il partner ideale per suggerire alle aziende che vogliono distinguersi con scelte ambientaliste risolutive, soluzioni efficaci e prodotti green che ben si coniugano con l’attenzione e la personalizzazione del servizio quotidianamente offerto ai propri clienti!

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