L’ARCHITETTURA SUL WEB E’ IL TUO PANE QUOTIDIANO? ROMA TI OFFRE LAVORO!

 

Cari lettori eccovi un altro annuncio scelto per voi da Monster.it. Nella capitale ricercano un architetto per il web, eccovi i dettagli:

STEPJOB Società di Consulenza Informatica ricerca su Roma 1 Architetto Web con 3-4 anni di esperienza nel ruolo, da inserire in un  progetto per attività di Analisi e Sviluppo in ambito Microsoft .Net/C#.

E’ richiesta esperienza di programmazione di smart card e conoscenze approfondite di sicurezza informatica e crittografia.
E’ richiesta la conoscenza di Visual C++, VB 6, VBSCRIPT, MS SQL SERVER 2000/2005, ASP.NET, FRAMEWORK 2.0.

L’inserimento previsto è per il 1 luglio pertanto anche la disponibilità deve essere tale.

Requisiti

  •  Buona conoscenza della piattaforma Microsoft .net
  • esperienza di programmazione di smart card e conoscenze approfondite di sicurezza informatica e crittografia.
  • Disponibilità dal 1/07/2012

Inoltre si prega cortesemente di:

  • rispondere all’annuncio solamente se si accettano contratti a progetto o con partita iva e se si hanno i requisiti richiesti
  • allegare CV dettagliato in formato europeo (file word) citando, in corrispondenza di ogni esperienza lavorativa, tutti gli skill utilizzati
  • specificare la propria richiesta economica (orientativa) lorda giornaliera per i contratti a progetto o la richiesta economica al netto di iva per i contratti a partita iva
  • specificare la propria disponibilità: numero dei giorni entro i quali si è disponibili per l’inizio dell’attività

P. IVA/Contratto a Progetto 6 mesi + rinnovo

Sede dell’offerta di lavoro: Roma 

STEPJOB punta sulla crescita professionale dei propri collaboratori attraverso Corsi di Formazione specifici finalizzati al conseguimento delle più importanti Certificazioni Tecniche.

 Pregasi inviare dettagliato CV in formato word a info@stepjob.it , autorizzando il trattamento dei dati personali ai sensi del d.lgs 196/2003 . Ai sensi della normativa vigente l’offerta di lavoro si intende estesa a entrambi i sessi. (L 903/77)

 I candidati selezionati verranno contattati telefonicamente per un colloquio presso la nostra sede.

Per maggiori informazioniMonster.it

Giovani, carini e disoccupati

 

Ma cosa devono fare i ragazzi italiani per darsi da fare? Lauree, master, stage, concorsi sembrano soluzioni inutili stando ai dati emessi dall’indice Istat in queste ore.

A maggio 2012, il tasso di disoccupazione giovanile calcolato sui ragazzi di età compresa tra i 15 ai 24 anni ha registrato un’incidenza del 36,2%, ovvero 1 ragazzo su 3 si trova senza lavoro.

“Bravo, ma hai troppa esperienza”, oppure “Sei in gamba, ma non possiamo pagarti”, o ancora, “Hai famiglia, non possiamo rispettare le tue aspettative”, quante volte ce lo siamo sentiti dire?

Turnover e stagisti: agli italiani delle Human Resources piacciono i nomi esterofili, peccato che non ne seguano anche i modelli di pianificazione delle risorse.

Gli esaminatori dei colloqui recitano sempre le solite frasi che sanno di scherzo, ed anche cercarsi un lavoro dignitoso diventa un’impresa per chi, di voglia di fare e di mettere al servizio buona volontà o conoscenze fresche di scuola.

Il risultato? Più vacanze per tutti, che se non sono un male con queste ondate di caldo ma che di certo nuocciono allo spirito di chi, sfaccendato dopo anni di studio o dopo una consapevole riflessione sulle proprie potenzialità, non vede spiragli nel suo futuro più imminente.

E non parliamo dei progetti a lungo termine…

I dati sul tasso di disoccupazione, dunque, rimangono sconfortanti, senza parlare della crisi degli over 30-40 che, per colpa della crisi, perché poco meritevoli o semplicemente “troppo formati” per vedere confermato il loro impiego, subiscono l’egemonia dei famosi Co. Co.Pro. o non si vedono rinnovato il contratto di impiego dopo mesi, se non anni di lavoro.

C’è da dire che se nulla o poco possono le piccole medie imprese nazionali, ancora meno fanno le grandi aziende, dove “essere un numero” diventa sempre più sinonimo di precarietà.

Mettere su una start up? In molti ci provano, nonostante le agevolazioni messe in atto e le difficili condizioni per accedervi.

In questo possono molto i franchising, ma al contempo fare i conti con il classico “27 del mese” diventa una responsabilità troppo alta per chi, già, ha da mettere il pane in tavola.

Certo, la provincia di Milano ha da poco proposto al governo un nuovo volano strategico per lo sviluppo economico, una nuova no tax area destinata a chi vuole intraprendere “l’impresa di mettere su un’impresa”. L’idea, non del tutto malsana, è quella di creare delle condizioni favorevoli e delle agevolazioni tributarie in favore di chiunque decida di avviare una nuova impresa nel territorio.
A sostenerla, Cristina Tajiani, assessore del Comune di Milano, il cui obiettivo è quello di creare un progetto che potrebbe ispirarne anche altri. Ma intanto?

Dal gennaio 2004 ad oggi mai la situazione era stata così grave e nonostante spread, bond, CCT, i giovani – che intanto invecchiano – continuano a rimanere inoccupati, con un aumento di 0,9 punti percentuali su aprile che segnano un record storico.

C’è da dire che, sempre secondo i dati Istat, il tasso di disoccupazione tra la popolazione nel suo complesso è scesa di -01 punti percentuali a maggio 2012, ed è la prima diminuzione, anche se lieve, del tasso di disoccupazione da febbraio del 2011. Ciononostante, per i tecnici il risultato rimane “sostanzialmente stazionario” e la disoccupazione persiste su “valori molto elevati”. Ovvero, non va niente bene.

Non che altrove le cose siano differenti: nei Paesi della zona Euro la stessa percentuale, a maggio, è salita all’11,1%, quando ad aprile era all’11% e nel maggio 2011 era al 10%.

Espatriare? Rimettersi alla canonica fuga di cervelli? “Varrebbe la pena” in Austria (dove i tassi di disoccupazione sono minimi, attestati all’4,1%), Olanda (5,1%), Lussemburgo (5,4%) e Germania (5,6%), ai massimi di Spagna (24,6%) e Grecia (21,9% il dato di marzo 2012).

In Italia, invece, il numero dei disoccupati è calato di 18mila unità ed è sceso 2.584 mila rispetto ad una base annua del 26% pari a 534mila unità che vede uomini e donne ugualmente penalizzati. E questo, per qualche animo più debole, significa dire addio a sogni di lavoro.

I lavori stagionali saranno d’aiuto? Il lavoro nobilita l’uomo ed è un diritto sancito dalla Costituzione italiana. Un articolo troppo in incipit perché qualcuno se ne ricordi a buon diritto.

 

Paola PERFETTI

Operaio si impicca prima di essere licenziato

Non ha retto al dolore di rimanere disoccupato e ha deciso di togliersi la vita. Un operaio di 45 anni, sposato e con due figli, si è impiccato sabato scorso nella sua abitazione a Canevoi di Ponte nelle Alpi, in provincia di Belluno. W.F. era appassionato di scultura e pittura, era benvoluto dai colleghi della Invensys, l’azienda multinazionale americana che produce timer per elettrodomestici per la quale lavorava e che, per motivi economici, è stata costretta a tagliare 166 persone. Negli ultimi giorni l’uomo, raccontano amici e famigliari, era un po’ assente e depresso. Stava maturando la decisione di suicidarsi.

Portavalori rapinato, autostrada bloccata

Un commando di banditi, almeno una decina e tutti armati con fucili Kalashnikov, ha rapinato di prima mattina un furgone portavalori sull’autostrada A14 tra Acquaviva delle Fonti e Gioia del Colle, nel barese. L’automezzo delle guardie giurate è stato bloccato con alcune vetture e perfino un Tir, che è stato incendiato. Dopo aver sparato numerosi proiettili a scopo intimidatorio, i malviventi hanno forzato con un flessibile elettrico una parete dell’automezzo, impossessandosi di alcuni plichi.

L’autostrada A14 è stata chiusa immediatamente nel tratto tra Acquaviva delle Fonti e Gioia del Colle, in direzione di Taranto. Si tratta del terzo assalto a furgoni portavalori in appena un mese in Puglia, il secondo in tre giorni dopo quello messo a segno a Barletta, con i banditi che avevano realizzato un colpo da 200.000 euro.

Da imprenditore a rapinatore: arrestato

Storia del tutto particolare quella di un imprenditore edile che, per far fronte al momento di crisi, si improvvisa rapinatore per mantenere la moglie e la figlia di tre anni. Gaetano Marino, 59 anni, originario di Messina ma residente in Friuli, è accusato di due rapine.

La prima risale al 16 giugno in un negozio di abbigliamento Bertiolo, in provincia di Udine (città in cui tra l’altro abita con la famiglia), mentre la seconda è del 27 giugno a un supermercato di San Vito al Tagliamento (Pordenone), per un bottino che in totale ammonta a 750 euro. In entrambi i casi ha agito a volto coperto, nascosto da una mascherina antigas e un paio di occhiali da sole, con una pistola in pugno. Una volta arrestato nella sua abitazione, ha confessato tutto ai Carabinieri.

VUOI APRIRE UN FRANCHISING NELLA RISTORAZIONE? PROVA CON MCDONALD’S

Cari lettori oggi Infoiva vi presenta un’opportunità di impiego che offre il mondo del franchising in Italia, nel campo della ristorazione. Un mondo fatto apposta per chi vuole mettere alla prova la propria anima imprenditoriale con un brand di sicuro successo: McDonald’s.

Il leader della ristorazione fast food è sempre alla ricerca di nuovi franchisee italiani, che abbiano due caratteristiche di base fondamentali: un’età compresa tra i 32 e i 42 anni e la disponibilità a trasferire la propria residenza nelle regioni dove McDonald’s ha bisogno di nuovi franchisee.

Ma quanto serve mettere sul piatto per diventare un franchisee McDonald’s? L’investimento è importante, visto che l’azienda richiede una capacità finanziaria personale di almeno 500mila euro, ma le prospettive sono tutte da considerare: la misura del ritorno è calcolata in base al cash flow sviluppato da ogni singolo ristorante e varia in media tra i 100mila e i 250mila euro per anno, per ristorante.

Per maggiori informazioni McDonald’s.it

Benzina, il servito rimane stabile

Dopo il lancio della campagna promozionale di Eni, che fino a settembre durante i fine settimana sconta il carburante di 20 centesimi al litro, le compagnie concorrenti hanno instaurato una vera e propria guerra dei prezzi: nel terzo weekend di sconti Esso ha fatto segnare le punte minime sul prezzo di diesel e benzina, andando in molti casi ben oltre lo sconto di 21 centesimi promessi, battendo Eni che ha praticato 1,580 euro/litro sulla benzina e 1,480 sul diesel.

I prezzi praticati sul servito, però, non mostrano variazioni: in media sono oggi a 1,804 euro al litro per la benzina, 1,693 per il diesel e 0,783 per il Gpl. Più nel dettaglio, il prezzo medio praticato della benzina va dal prezzo di 1,796 euro di Eni a quello di 1,804 di Tamoil, mentre per il diesel si passa dagli 1,689 euro di Eni agli 1,693 di Tamoil.

Laura LESEVRE

Nasce il Comitato Scientifico per la mediazione civile e commerciale

LIstituto Nazionale Tributaristi (INT) ha deliberato la nascita e la costituzione di un nuovo Comitato Scientifico che si occuperà di mediazione civile e commerciale. Il nuovo organo si occuperà di deflazionare i carichi di lavoro dei tribunali, trovando soluzioni il più possibile rapide, economiche e di accordo tra le parti in lite. L’obiettivo del Comitato Scientifico risponde alla necessità di “mediazione finalizzata alla conciliazione delle controversie civili e commerciali”, introdotta nel nostro ordinamento dal d.lgs. 4 marzo 2010 n. 28, ma soprattutto ha come scopo principale la volontà di istituire nel nostro Paese una nuova cultura da adottare nella risoluzione delle controversie.

Il Comitato Scientifico per la mediazione civile e commerciale sarà costituito da esperti e cultori della materia, docenti e formatori che si occupano di ADR (alternative dispute resolution). A ricoprire la carica di coordinatore nazionale sarà Edoardo G. Boccalini, mentre il ruolo di responsabile scientifico spetterà a Piero Iafrate; sono previste poi tre differenti figure di coordinamento per ogni parte della penisola: Deborah Furci per il nord, Massimo Caciuttolo per il centro e infine Carmelo Arena che si occuperà del sud e delle isole.

A svolgere un ruolo fondamentale saranno poi i tributaristi stessi: “Si tratta di avere direttamente all’interno dell’INT una struttura che possa dare corretto orientamento e supporto ai tributaristi mediatori o agli aspiranti tali – ha affermato Riccardo Alemanno, Presidente nazionale dell’INT. – Il compito, oltre a quello dello studio ed alla diffusione delle norme relative alla mediazione, sarà anche quello di rapportarsi con altri soggetti pubblici e/o privati collegati a tale funzione professionale.”

Il neonato Comitato Scientifico diventerà quindi un punto di riferimento per professionisti e non solo, come sottolinea Edoardo G. Boccalini, Segretario nazionale dell’INT e Coordinatore del Comitato: “Gli iscritti all’Istituto avranno un punto di riferimento per eventuali scelte, decisioni, problemi e costanti aggiornamenti relativi alla professione del mediatore professionista, ma non solo, anche il Ministero, le associazioni di consumatori, gli enti accreditati, ordini o associazioni professionali , potranno trovare all’interno dell’INT, validi referenti con cui interagire.”

Alessia Casiraghi

Buoni pasto, un risparmio per l’azienda e il dipendente

Il buono pasto è un benefit molto più pregiato e ricercato di quanto non sembri. Spesso le aziende lo usano come incentivo per i propri dipendenti e sia le prime che i secondi, è un dato di fatto, lo apprezzano. Per molti motivi. Intanto, i dipendenti ne traggono un sicuro vantaggio economico, dal momento che possono guadagnare qualche centinaia di euro in più al mese; le aziende, invece, possono incentivare i propri dipendenti senza dover sottostare a ingombranti oneri fiscali.

Secondo le attuali regole, i buoni pasto sono esclusi dal reddito imponibile fino a un massimo complessivo giornaliero di 5,29 euro. Se da un lato ne guadagnano i dipendenti – il valore dei buoni pasto non concorre al reddito soggetto a tassazione -, dall’altro il datore di lavoro può corrispondere loro parte del reddito sotto questa forma senza il pagamento degli oneri previdenziali.

Ci sono comunque poche e semplici regole che, nella gestione e nella somministrazione di buoni pasto, vanno rispettate. In primis le aziende non possono corrispondere ai propri dipendenti buoni pasto in misura maggiore rispetto alle giornate di effettiva presenza in azienda. Poi i ticket non sono cedibili, commerciabili, cumulabili e non possono essere convertiti in denaro contante; devono essere utilizzati per il loro intero valore nominale ed entro un limite temporale indicato sugli stessi. Piccole norme che, però, ne determinano l’uso corretto.

Alla fine, però, quello che più aiuta a comprendere vantaggi e risparmi che derivano dall’impiego dei buoni pasto – tanto per le imprese quanto per i lavoratori – sono le cifre, sempre loro. Meglio, quindi, incentivare in denaro o in buoni pasto?  E qual è l’effettivo risparmio per un datore di lavoro che incentiva i propri dipendenti con i buoni pasto? Per rispondere a questa domanda ci aiuteremo con degli esempi pratici.

DENARO. L’azienda X vuole offrire a un proprio dipendente Y un bonus giornaliero di cinque euro circa in denaro contante. Per farlo, il controvalore di questo bonus per l’azienda è di € 8,62 + € 3,47 di oneri previdenziali + € 2,87 di ratei tredicesima, quattordicesima, festivi, ferie, TFR + € 0,64 di IRAP + € 0,24 di IRE su Irap. Ossia un totale di 15,84 euro spesi dall’azienda, contro 5,16 euro incassati dal dipendente.

BUONI PASTO. L’azienda X vuole incentivare un proprio dipendente Y offrendo un bonus giornaliero di cinque euro circa, però erogato attraverso i buoni pasto. Il valore del bonus per l’azienda è di € 8,62 – € 0,79 di oneri previdenziali – € 2,66 di medie 34% IRPEF. Ossia 5,17 euro spesi dall’azienda, a fronte di 5,16 euro ricevuti dal dipendente attraverso il buono pasto.

Inutile sottolineare che non c’è confronto. E se poi il dipendente incentivato è anche un dipendente motivato… allora ticket forever!

Focus pubblicitario

Prato, il rilancio in sei mosse

Passa dall’emersione del lavoro irregolare, dalla certificazione della qualità dei prodotti e dallo sviluppo il rilancio del distretto tessile di Prato.
Il Progetto Prato, articolato in sei linee di intervento, sarà finanziato da principio da 10 milioni di euro stanziati dalla Regione, mentre il resto dei fondi – almeno alcune decine di milioni – arriverà dall’Unione europea e da finanziamenti nazionali, che si aggiungeranno ai 25 milioni stanziati dal Governo Berlusconi nel 2010 per affrontare l’emergenza occupazionale.

Per quanto riguarda lo sviluppo, si parla di diversificazione del modello di business attraverso una spinta dei comparti tecnologici applicati al tessile tradizionale e il potenziamento della ricerca nel campo dei materiali e delle fibre, anche in collaborazione con Università e Governo cinesi.

Altri filoni di intervento puntano a incentivare chi deciderà di mettersi in regola: in provincia di Prato, infatti, è cresciuta una comunità asiatica tra le più grandi d’Europa, che conta quasi 40.000 persone – quasi la metà sono clandestine – e gestisce circa 4.000 aziende nel campo del tessile. Un distretto specializzato nei comparti dell’abbigliamento e parallelo a quello tessile degli italiani che ha 3.000 imprese, più di 17.000 addetti e 3,1 miliardi di ricavi, realizzati per oltre la metà sui mercati internazionali.

Non è tutto: Prato si candida anche a creare un soggetto di certificazione della qualità dei prodotti e un osservatorio sulla sicurezza fisica, chimica e dei processi produttivi nel sistema moda.
Siamo pronti a dare il nostro contributo alla definizione dei contenuti del progetto – afferma Andrea Cavicchi, presidente dell’Unione industriale pratese – Serve sostanza manifatturiera, che aiuti il distretto nel suo insieme a ritrovare la giusta direzione, in una fase economica come questa, molto contrastata. Bisogna però avere la voglia di mettersi in gioco – sottolinea – Nei giorni scorsi ho visto pochi pratesi al Pitti Uomo: un errore, non si può essere passivi e aspettare, altrimenti c’è il rischio di rimanere tagliati fuori dai cambiamenti della moda”.

Francesca SCARABELLI