In Veneto per continuare a fare impresa

 

E’ ancora possibile fare impresa in Veneto? Quale sarà il futuro delle oltre 400 mila microimprese e 450 mila piccole imprese che hanno radici e tradizione in questa regione d’Italia?

E’ la domanda che noi di Infoiva ci siamo posti fin dall’inizio di questa settimana. Prima i numeri, poi le testimonianze di chi, valigia alla mano, ha alzato lo sguardo puntando a est, eleggendo la Carinzia nuovo eldorado degli imprenditori.

Ma la domanda che ci poniamo quest’oggi guarda all’Italia, e al Veneto in particolare: come la regione favorisce la nascita e la crescita delle piccole e medie imprese del territorio?

Lo abbiamo chiesto a Giorgio Grosso, Presidente di Veneto Sviluppo, la società finanziaria, partecipata al 51% dalla Regione del Veneto, che contribuisce all’attuazione dei programmi economici della Regione attraverso l’attivazione e la gestione di strumenti finanziari specifici. Lo scopo è quello di assicurare alle piccole e medie imprese del territorio l’accessibilità agli strumenti finanziari messi a disposizione, favorendo la crescita del sistema produttivo e realizzando progetti di supporto allo sviluppo regionale in settori strategici.

Qual è la temperatura del mondo imprenditoriale in Veneto attualmente?
Senz’altro l’economia veneta sta attraversando un periodo di particolare difficoltà, che ha comunque stimolato, nel tessuto produttivo regionale, delle significative capacità di reazione. Anche dal nostro privilegiato “punto di osservazione” abbiamo avuto modo di registrare alcuni significativi segnali della crisi in atto: dall’inizio del 2012 ad oggi l’afflusso delle domande pervenute dalle piccole e medie imprese venete è rallentato in maniera anche sensibile, nell’ordine del 20-30%.

Quali sono gli incentivi che avete messo in campo per favorire la nascita e la crescita delle piccole e medie imprese del territorio?
Veneto Sviluppo ha, come mandato della Regione, il compito di sostenere in via esclusiva la piccola e media impresa. L’intera attività della finanziaria regionale è volta al raggiungimento di questo obiettivo. In questo senso, nel corso del 2012 Veneto Sviluppo ha gestito complessivamente 923 milioni di euro. Questi i dati principali: 18 partecipazioni societarie dirette (oltre a 2 indirette) per un valore complessivo di oltre 35 milioni di euro, 11 partecipazioni nei fondi di capitale di rischio e di patrimonio destinato per 7,7 milioni di euro, quasi 6 milioni impiegati nel Fondo di Garanzia e 2.137 domande di agevolazione deliberate per i Fondi rotativi (+7,2% rispetto al 2011) per un importo complessivo annuo di 315,8 milioni (+5,6%). Una delle misure più importanti a concreto supporto alle imprese è la cosiddetta “Misura Anticrisi”, messa a punto nel 2009 ed ampliata nel 2012 dalla Regione Veneto, che ha dimostrato, in questo modo, una particolare attenzione per il momento storico ed economico che stiamo vivendo.

In che cosa consiste la Misura Anticrisi?
Grazie a questo strumento si è potuto offrire alle imprese un ulteriore sostegno sotto l’aspetto della liquidità, in particolare a fronte di crediti commerciali insoluti, crediti scaduti verso la Pubblica Amministrazione, rimborsi di finanziamenti a medio/lungo termine attivati per investimenti aziendali e per anticipazioni di ordini o contratti di fornitura di beni o servizi. Non solo: particolarmente vicini alle esigenze delle Pmi venete sono, inoltre, i Fondi di rotazione riservati all’imprenditoria femminile e giovanile, che prevedono una quota di finanziamento a fondo perduto. Di recente, infine, è stato dato avvio al nuovo Fondo Energia, fondamentale strumento agevolativo che metterà a disposizione delle piccole e medie imprese venete 23,8 milioni di euro di risorse pubbliche, parte come finanziamento agevolato e parte come contributo in conto capitale, per dare una risposta rapida ed efficace all’innalzamento del costo energetico, che rappresenta una delle maggiori criticità attuali del sistema produttivo.

Esistono delle forme di incentivo che permettano di attrarre in Regione investimenti provenienti dall’estero?
I sostegni e i finanziamenti che la Regione Veneto eroga attraverso la finanziaria Veneto Sviluppo prevedono che le pmi beneficiarie abbiano la loro sede operativa nel nostro territorio. Questo indirizzo di politica economica adottato dalla Regione va sicuramente nella direzione di favorire l’attrazione di imprese fuori regione ed eventualmente straniere che intendono installare nel Veneto una loro sede operativa.

Perché quasi 10 imprese del Triveneto al giorno scelgono la Carinzia per sviluppare la propria attività?
I motivi principali hanno a che fare con aspetti legati alla fiscalità e ad una “presenza” meno pesante degli adempimenti burocratici nella conduzione di un’azienda. In questi casi, come è facilmente intuibile, si tratta di argomenti riguardo ai quali le Regioni non hanno alcun potere decisionale.

Cosa può fare la Regione per tamponare questa fuga “non più di cervelli ma di mani e braccia”?
In un contesto di caduta generale dei finanziamenti da parte del sistema bancario, l’impegno della finanziaria regionale si è concentrato soprattutto sul fronte dell’accelerazione dell’evasione delle domande provenienti dalle piccole e medie imprese venete: oggi il tempo tecnico di erogazione dei finanziamenti è contenuto in 40 giorni. Ma l’obiettivo per il prossimo futuro è di mettere a punto strumenti finanziari innovativi, come i “tranched cover”, o nuove forme di collaborazione con il sistema bancario e quello dei consorzi fidi di garanzia attraverso riassicurazioni di portafoglio, in grado di moltiplicare gli effetti sul territorio dei finanziamenti da noi erogati. In questo senso, sono già stati identificati due interventi che prevedono l’impiego di 4,5 milioni di euro di fondi regionali, a garanzia di finanziamenti complessivi per oltre 120 milioni.

Alessia CASIRAGHI