INT: sì al redditometro, ma con riserva

Il redditometro piace all’Istituto Nazionale Tributaristi, perché considerato uno strumento in grado di far emergere redditi prima sottratti alla tassazione, ma Riccardo Alemanno, presidente di INT, mette in guardia i contribuenti circa le inevitabili difficoltà che questo nuovo strumento porta con sé.

Insomma, se da una parte approva la lotta contro l’evasione fiscale, dall’altro Alemanno si mette nei panni dei contribuenti, costretti ad argomentare e giustificare spese ed investimenti, nonché tutte le entrate e le forme di reddito del proprio nucleo familiare.

E’ ancora presto per giudicare il neonato redditometro 2013, ma già si capisce che, al fine di evitare spiacevoli disguidi, sarà indispensabile il dialogo tra singolo contribuente e Agenzia delle Entrate, soprattutto laddove emergano incongruenze all’apparenza inspiegabili.

Fondamentale sarà anche dare ai cittadini tutto il tempo necessario per recuperare i documenti giustificativi di investimenti, reddito e spesa.

Ma altrettanto importante sarà il ruolo delle banche dati delle Pubbliche Amministrazioni degli enti pubblici degli istituti di credito, come anche la loro capacità di incrociare dati e documenti e sollevare i contribuenti da un compito tanto oneroso e dispendioso.

Il dubbio che il redditometro, invece che colpire chi possiede beni di lusso ed ha un tenore di vita elevato, nonostante abbia dichiarato redditi bassi, si limiti a controllare la vita delle persone in maniera invasiva c’è, ma è troppo presto per fare previsioni di ogni sorta.

Ciò che INT auspica, però, è che vengano riconosciuti, e premiati, i contribuenti corretti, grazie ai quali lo Stato si regge, nonostante le cifre sempre esorbitanti che riguardano l’evasione fiscale.

Vera MORETTI