L’imposta di bollo che danneggia i piccoli risparmiatori

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I risparmi che famiglie ed imprese cercano di mettere da parte, anche in tempi di crisi, vengono pesantemente tassati dalla imposta di bollo sui conti deposito incide.

I conti deposito, che offrono un rendimento anche significativo in funzione del periodo di vincolo, nel 2013 hanno subito un incremento dell’aliquota proporzionale alle somme depositate fino allo 0,15% rispetto allo 0,10% del 2012.
Inoltre, è stato eliminato il tetto massimo di 1.200 euro, e introdotto un tetto minimo di 34,20 euro.

Per i conti correnti, in cui i contribuenti versano liquidità senza vincoli, il governo Monti ha provveduto a un riordino fiscale con l’introduzione di un’imposta di bollo di 34,20 euro l’anno per giacenze medie annue oltre 5mila euro.
Se, fino all’anno scorso, le banche si accollavano l’imposta a carico del cliente, ora sono pochi gli istituti che garantiscono il pagamento dell’imposta, ovvero Banca Sistema, Banca Ifis, Banco Popolare, Ibl Banca e Bccforweb.

Per questo motivo, aziende e cittadini potrebbero decidere di optare per altre soluzioni, soprattutto i piccoli risparmiatori che, su un piccolo investimento, ricaverebbero un margine pressoché nullo.
Pagando 34,20 euro su una cifra dei mille euro, si pagherebbe il 3,4% dell’intero investimento, ovvero si annullerebbe il rendimento garantito dalla banca.

Vera MORETTI