Imu da modificare

L’Imu è slittata a settembre per i possessori di prime case mentre i settori dei servizi e della produzione sono chiamati al pagamento della prima rata dell’aliquota, in scadenza la settimana prossima.

Rete Imprese Italia, in occasione dell’audizione presso la Commissione Finanze del Senato in materia di tassazione degli immobili, ha sottolineato che la tassa rappresenta un vero e proprio peso per le piccole e medie imprese, pesantemente colpite dalla crisi e dalla conseguente mancanza di liquidità.
L’accesso al credito sempre più ristretto certamente sta facendo il resto, e il versamento della rata Imu rappresenta un’ennesima tegola ed un ennesimo grattacapo.

Per questo motivo, RTI ha chiesto, a nome delle pmi, una modifica radicale dell’aliquota, che possa dare respiro ad una categoria, quella dei piccoli imprenditori, messa a dura prova dalla pressione fiscale alle stelle e da un mercato, in particolare se si tratta di terziario ed artigianato, che lotta per la sopravvivenza.

Ciò che Rete Imprese Italia ha voluto ribadire è “la necessità di escludere dall’imposizione tutti gli immobili strumentali all’attività d’impresa, in quanto si tratta di beni che non rappresentano una forma di accumulo di patrimonio, o quantomeno di attenuare, nell’immediato, l’impatto dell’Imu su tali immobili dimezzando l’aliquota o prevedendo la deducibilità di tale imposta dal reddito d’impresa determinato ai fini delle imposte sui redditi (Irpef/Ires) e dell’Irap. In quest’ultimo caso, l’Imu dovrebbe essere inquadrata e modulata quale imposta sui servizi locali e non come mera imposta sul patrimonio, rappresentando così un costo inerente all’attività economica svolta. Una soluzione che rientrerebbe, peraltro, in quel processo di semplificazione impositiva ed amministrativa indispensabile per sostenere lo sviluppo delle imprese e dell’economia reale“.

Vera MORETTI