– 28,3% mercato del mattone sempre più in crisi

 

Sempre più in crisi il settore edilizia, nella seconda metà del 2012 è crollato il numero dei permessi per la costruzione di nuove abitazioni, con una percentuale da brivido, addirittura – 28,3%.

A certificarlo sono gli ultimi dati Istat, Istituto nazionale di statistica, che certifica drammaticamente un saldo negativo anche in merito alle autorizzazioni per l’edilizia non residenziale. Tanto che tra i mesi di luglio e settembre dell’anno scorso il numero di abitazioni dei nuovi fabbricati residenziali ha raggiunto uno dei valori più bassi degli ultimi anni nel nostro paese(18.675 unità). La fine della crisi, almeno quella del mattone, è ancora lontana.

Dati Istat, la reazione di Federconsumatori

Dopo i nuovi e allarmanti dati Istat, l’Istituto nazionale di statistica, sui tassi di disoccupazione degli ultimi mesi, non si fanno attendere le dichiarazioni di Federconsumatori ADUSBEF, che in un comunicato stampa congiunto dichiarano: «A fronte di questi dati, è evidente che occorre mettere in campo interventi immediati per risolvere uno dei problemi che pesano maggiormente sull’attuale, drammatica condizione economica del Paese. L’occupazione, oltre a costituire una questione etica e morale, è uno dei fattori fondamentali per risollevare il potere d’acquisto. Le famiglie sono costrette a compiere rinunce sempre più consistenti e a tagliare le spese anche sullo stretto necessario, come le cure mediche e l’alimentazione. Inoltre, come abbiamo già sottolineato in passato, i provvedimenti per l’occupazione devono essere attuati parallelamente ad altri interventi per la ripresa: lotta agli sprechi e ai privilegi, lotta all’evasione fiscale, vendita di parte delle riserve auree.»

I dati Istat pubblicati nei giorni scorsi fotografano una situazione alquanto drammatica per il nostro paese, una disoccupazione generale per la terza volta consecutiva oltre la soglia del 12% e una disoccupazione giovanile che tocca picchi allarmanti intorno al 39%.

Le alternative agli investimenti alternativi

Le pietre preziose fanno parte dei gioielli, ma possono anche avere una vita autonoma, nel senso che possono essere commercializzati come oggetti a sè, senza per forza essere  incastonati in un gioiello. Sono un po’ l’equivalente del lingotto d’oro, ma solo un po’.

Per pietre preziose si intendono diamanti, rubini, smeraldi, zaffiri e altri, meno conosciuti. I diamanti hanno una storia a parte, poiché sono gli unici ad avere un listino ufficiale.

I diamanti oltre i 10 carati sono fuori listino, nel senso che il prezzo è stabilito di volta in volta, tra acquirente e venditore. Che significa anche avere completo arbitrio sul prezzo, che diventa un accordo tra le due parti. Questo discorso vale in generale quando si possiede un bene unico o molto raro e che contemporaneamente sia molto ambito: infatti si si ha un bene raro ma che non vuole nessuno…non varrà nulla. Che si tratti di un immobile, di un gioiello, di un diamante o di una macchina d’epoca, più è raro e più ha compratori, più il suo valore sarà inestimabile.

Il problema, per tornare ai diamanti, è che una singola pietra da oltre 10 carati vale oltre un milione di euro, quindi, per suddividere equamente le “uova del paniere”, sarà necessario un patrimonio molto elevato. Altrimenti si rischia di investire troppo in un solo “uovo”, che sappiamo potrebbe risultare molto rischioso. Se invece ci dobbiamo accontentare di diamanti di peso inferiore ai 10 carati, esiste un listino ufficiale, il Rapaport, che classifica i diamanti in base a peso, colore, purezza e taglio. Negli ultimi anni sono anche sorti rilevanti scrupoli circa la provenienza delle pietre preziose, poichè spesso viene sfruttata manodopera infantile per l’estrazione o per le condizioni disumane in cui versano i minatori. La maggior parte dei diamanti proviene da zone fortemente sotto sviluppate e quindi la certificazione sull’eticità delle miniere è divenuta indispensabile.

Nonostante la quotazione ufficiale, va detto che il mercato mondiale dei diamanti è in mano a sole 6 aziende, di cui il 40% alla De Beers, e che ha subito incrementi costanti di prezzo dal 1993! Quindi mi viene da pensare che sia un mercato artificiale e che la quotazione è sostenuta dai produttori, più che dall’incontro tra domanda e offerta.

Questo rende abbastanza complicato capire quale sia il vero valore dei diamanti.

Discorso simile vale per le altre pietre preziose, rubini, smeraldi zaffiri per citare i più famosi, con l’aggravante che non esiste un listino ufficiale e che il colore è fondamentale per la valutazione, il che complica parecchio le cose quando si deve stimare la pietra. Inoltre le pietre di colore subiscono gli andamenti legati alle mode, per cui in alcuni periodi valgono di più e in altri meno. Il diamante, se non altro, ha maggiore costanza.

Altra differenza consiste nella perizia certificata e “imbustata” del diamante, cioè un ente riconosciuto, come la GIA, esegue la perizia e rilascia un certificato, e una parte del certificato è incluso in una bustina trasparente insieme al diamante, in modo da evitare equivoci. Per le altre pietre preziose non esiste questa forma di certificazione.

Quindi, se avete un patrimonio di 10 milioni di euro, forse un diamante da 10 carati fa al caso vostro. In tutti gli altri casi, sarà bene ponderare adeguatamente le scelte di investimento, con l’aiuto di un planner patrimoniale esperto ed indipendente, che non abbia nulla da vendervi.

dott. Marco Degiorgis – Life Planner / Consulente indipendente per la gestione dei patrimoni familiari, Studio Degiorgis

 

 

 

Berloni: il made in Italy salvato dalla Cina

Un’altra grande firma del made in Italy emigra all’estero, precisamente verso l’oriente, in Cina. Ci riferiamo al marchio Berloni, produttore di cucine che da qualche tempo a questa parte soffriva di una grave crisi; appesantita dai debiti (80 milioni per l’esattezza) l’azienda dalle origine marchigiane (fondata dai fratelli Berloni agli inizi degli anni ’60) era sull’orlo del fallimento.

I cinesi di Hcg hanno rilevato il 50% del capitale della storica impresa salvandola dal baratro più oscuro, il restante capitale invece è stato diviso tra Intermedia Holding (44%) e i tre fratelli Berloni, che detengono ormai solo il 6%.  Un’operazione insomma che ha significato la salvezza e che comunque non vedrà la Berloni del tutto fuori dalla sua terra d’origine: stile e produzione rimarranno infatti in Italia, a Pesaro.

Lo scorso 23 luglio Hcg e i soci hanno firmato un contratto d’acquisto dell’impresa che ha permesso il pagamento dei debiti ai creditori, ai quali però verrà corrisposta solo una minima percentuale del credito, pari al 15%. L’ aspetto più negativo della transazione riguarda senza dubbio la forza lavoro, da settembre solo 100 dipendenti su 320 potranno riavere il proprio posto e tornare in azienda. Gli altri che non verranno riassunti probabilmente verranno ricollocati altrove.

La Hcg, che da anni è distributore di Berloni nel mercato asiatico, ha investito nell’azienda una cospicua somma di 10 milioni di euro, una ventata d’aria fresca per il marchio che da marzo di questo anno non era più in grado di pagare i dipendenti.

Francesca RIGGIO

Il sì del Governo al riordino delle professioni sanitarie

Lo scorso 26 luglio il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera alla nuova sperimentazione clinica e al riordino delle professioni sanitarie. Il disegno di legge è stato proposto dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin,e prevede la delega al Governo per il riassetto e la riforma normativa in materia di sperimentazioni cliniche.
Ecco i principali punti del provvedimento:
Disciplina ordini delle professioni sanitarie. Il testo si propone di perseguire la costruzione di nuovi ordini in base alle nuove professioni sanitarie. La figura dello psicologo rientra a pieno titolo nelle professioni sanitarie
Assistenza nella fase travaglio-parto. Nel testo si legge l’inserimento nelle pratiche di assistenza delle prestazioni di controllo del dolore durante il momento del travaglio e del parto tramite le tecniche di anestesia loco-regionale.
Esercizio abusivo della professione sanitaria. Per chi esercita abusivamente la professione sanitaria è stata inserita un’aggravante al generale e già esistente reato. Al condannato verranno confiscati beni immobili e attrezzature che saranno destinati a strutture pubbliche o private che prestano cure a pazienti con difficoltà economiche.
Aggravanti per i reati a danno di persone ricoverate. Il decreto introduce un’aggravante per reati contro persone ricoverate in apposite strutture sociosanitarie. La pena verrà aumentata di un terzo.
Sicurezza alimentare. Verrà rafforzato ulteriormente il controllo in materia di sicurezza alimentare.
Sicurezza veterinaria. In caso di reiterazioni di violazioni delle norme nazionali e internazionali del benessere degli animali, si procederà con la sospensione dell’attività di allevamento, di vendita e di custodia degli stessi.
Prevenzione. Il decreto sancisce il divieto di fumo negli istituti scolastici di ogni ordine e grado. Per quanto concerne l’uso di sigarette elettroniche il testo di legge obbliga sia i fabbricanti che gli importatori di prestare attenzione alla etichettatura, dove dovranno essere chiaramente espressi composizione dei liquidi, concentrazioni di nicotina e gli effetti sulla salute delle sigarette stesse. Tutti i proventi dalle eventuali sanzioni pecuniarie verranno utilizzati per l’organizzazione e la promozione, nonché il potenziamento delle attività informative impiegate nella lotta al tabagismo.
Francesca RIGGIO

 

Confesercenti: “Tra maggio e giugno oltre 7mila nuove aperture”

Uno spiraglio di luce nel buio pesto della crisi gli ultimi rilevamenti condotti dall’Osservatorio Confesercenti nel terzo bimestre 2013: sono 7mila le nuove aperture nel terzo bimestre di quest’anno tra i commercianti al dettaglio.

Il saldo è positivo sia per il piccolo e medio commercio al dettaglio alimentare (1.191 iscrizioni e 924 chiusure) sia per la distribuzione no-food (6.355 aperture contro 5.200 cessazioni). Mentre il settore moda, uno dei più colpiti dalla crisi dei consumi di questi ultimi anni, resta il più in difficoltà in questo periodo, con un saldo a maggio-giugno ancora negativo di 132 unità.

Dopo lungo tempo torna il saldo bimestrale positivo, ma per Confesercenti non si tratta ancora di un risultato soddisfacente, in quanto non si arrestano le cessazioni del commercio al dettaglio, nei primi sei mesi dell’anno le imprese che hanno chiuso senza essere sostituite sono state 11.328, la bellezza di 63 aziende al giorno.

Rimane comunque il saldo positivo di questi ultimi due mesi, con l’appello della Confesercenti alla cautela: “Un’esile speranza, non si rovini tutto con eccessi di burocrazia. Prioritario evitare la stangata d’autunno”.

d.S.

Dall’Inps nuove modalità per l’addizionale sui diritti di imbarco

Con la circolare n. 112 del 25 luglio, l’Istituto nazionale di previdenza sociale ha fornito sul proprio sito internet le indicazioni relative alla riscossione dell’incremento dell’addizionale comunale sui diritti di imbarco dei passeggeri di aeromobili, incrementate di un paio euro dal 1° luglio di quest’anno (Legge n. 92/2012). I gestori di servizi aeroportuali hanno l’obbligo di comunicare all’Inps, entro la fine del mese successivo a quello di riscossione, gli importi versati dalle singole compagnie aeree a titolo di addizionale comunale sui diritti di imbarco dei passeggeri.

Sul sito dell’Inps si legge: “Il versamento dovrà riguardare tutte le somme riscosse a titolo di incremento dell’addizionale comunale sui diritti d’imbarco di cui all’articolo 6-quater, comma 2, del D.L. n. 7/2005, siano esse riferibili al periodo antecedente al 28/10/2008, ovvero al periodo successivo. Il versamento dovrà avere periodicità mensile, entro l’ultimo giorno del mese con riguardo alle somme riscosse a tale titolo nel corso del mese precedente.”

Disponibile online il modello per l’opzione Iva dei contratti di locazione

Il modulo, disponibile online in questi giorni sul sito dell’Agenzia delle Entrate, come specificato dal “decreto liberalizzazioni” (Dl 1/2012) e dal “decreto sviluppo”(Dl 83/2012), vale per le locazioni già in corso alle date di entrata in vigore dei due provvedimenti, e consente di scegliere l’imponibilità Iva rispetto all’ordinario regime di esenzione.

I locatori interessati al modulo, scaricabile in formato pdf, possono scegliere di assoggettare a IVA i contratti di locazione destinati ad alloggi sociali e i contratti di locazione dei fabbricati abitativi effettuati da imprese costruttrici o di ripristino. L’opzione si può esercitare anche per i rapporti contrattuali in essere alla data di entrata in vigore dei decreti, portatori di una speciale deroga al generale principio di esenzione dall’imposta sul valore aggiunto per queste particolari tipologie contrattuali: 24 gennaio 2012 la scadenza per le locazioni destinate ad alloggi sociali e 26 giugno 2012 per le locazioni effettuate da imprese di costruzione e ripristino.

Mamma mia, che macello!

Il Pd si spacca su tutto: sull’evasione fiscale, sulla sentenza della Cassazione per il processo Mediaset, sul prossimo congresso di ottobre. Povero Bersani, in che condizioni hai lasciato il partito! Ci manca solo che si spacchi sul nome

Estate agreste per più di 3 milioni di italiani

Gli agriturismi piacciono sempre di più e, per queste vacanze 2013, sono stati scelti da 3,5 milioni di italiani.

A far pendere l’ago della bilancia verso una delle ventimila strutture agrituristiche presenti sul territorio sono anche le tante novità che questa estate ha portato con sè: sono agri-ludoteche, baby-orti, lezioni di inglese sul prato, teatro contadino, agri-colonie, letture nel bosco e persino la three therapy, tecnica anti-stress che consiste nell’abbracciare gli alberi.

Decidere di soggiornare in fattoria rappresenta, inoltre, per molti bambini abituati ad una routine cittadina, il primo vero contatto con la natura e con gli animali dell’aia, nonché con le stalle.
Senza dimenticare l’importanza, molto attuale, di mangiare a chilometro zero.

Secondo un’indagine di Coldiretti, infatti, se la vacanza agreste è scelta soprattutto per passeggiare ed esplorare il territorio, nel 43% dei casi, anche l’aspetto culinario è considerato primario. E in agriturismo è possibile gustare prodotti tipici del territorio e biologici, appartenenti ad una tradizione quasi dimenticata.

Cosa spinge, dunque, gli italiani, che per quasi la metà ha trascorso almeno una vacanza in agriturismo negli ultimi cinque anni, a fare questa scelta?
Il rapporto qualità prezzo è basilare per il 30% degli intervistati, mentre per il 23% lo sceglie perché garantisce riposo e tranquillità mentre per il 21% il contatto con la natura.

Quando si tratta di prenotare, il 46% lo fa in rete, collegandosi a Terranostra.it e CampagnaAmica.it, ma quest’anno è stata molto scaricata la App di terra nostra, che fornisce tutte le informazioni della struttura prescelta.

Chi non ama navigare sul web, arriva a conoscere l’agriturismo a cui rivolgersi grazie al passaparola, come anche il consiglio di amici e parenti, considerato prezioso dal 32% degli interessati.
Un nutrito 9% sceglie quando si trova già sul posto.

Oltre ad una cucina sana, che non preveda l’utilizzo di cibi confezionati, industriali né tantomeno surgelati, pretesa dal 94% di chi sceglie questo tipo di sistemazione, l’agriturismo deve garantire pace e serenità.
Non piacciono, infatti, al 26% dei turisti le strutture trafficate o troppo rumorose, così come sono invisi al 18% di essi la presenza di asfalto e cemento nella struttura.

Coldiretti, a questo proposito, mette in guardia dall’abusivismo crescente di strutture di ospitalità e ristorazione che, pur non avendo i requisiti di agriturismo, si professano tali,,mettendo così in cattiva luce un’intera categoria.
Il vademecum della Coldiretti per la scelta della vacanza verde consiglia di verificare il possesso dell’autorizzazione comunale o dei relativi permessi per l’esercizio dell’attività agrituristica ed è preferibile scegliere gli agriturismi in cui il lavoro agricolo è visibile e dove l’accoglienza è di tipo cordiale e curata direttamente dall’imprenditore agricolo o dalla sua famiglia.

Un consiglio utile per non ricevere brutte sorprese è, prima della partenza, contattare direttamente l’azienda agricola per informazioni dettagliate su cosa offre la struttura e sui prezzi, sul modo per raggiungerla e sulla distanza da altre mete interessanti, ma anche per verificare quali attività ricreative e culturali, ma anche servizi (ospitalità animali) sono offerte e comprese nel prezzo.

Vera MORETTI