Contro la crisi, i negozi diventano online

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Se inizialmente la crisi aveva coinvolto il settore commerciale delle botteghe sotto casa, ora la situazione difficoltosa si è estesa anche ai grandi centri commerciali al dettaglio, in un panorama sempre più desolante, dove il numero dei consumatori è sempre più esiguo, nonostante offerte, promozioni e sottocosto.

A risentire della crisi del comparto è anche il mercato immobiliare, poiché sono sempre di più le imprese costrette a chiudere e a lasciare vuoti gli spazi occupati.
Parlando di numeri, da gennaio ad oggi, hanno cessato la propria attività ben 50mila imprese e al netto delle attività aperte nel 2013, c’è un “buco” di 20mila imprese.
Tra le pmi, oltre 350mila, si stima che siano 90mila i posti di lavoro persi.

Di contro, stanno vivendo un periodo positivo i negozi online, che sono aumentati del 24,5% in meno di due anni, ovvero, in media, quattro imprese in più al giorno, con un salto positivo nel settore di 2.250 unità.

Per questo motivo, essere al passo coi tempi, e saper ricorrere ai rimedi più innovativi è indispensabile, anzi, forse l’unico modo per sopravvivere in un settore sempre più competitivo ma anche sempre più in difficoltà.

Sono i giovani, ancora una volta, a mostrarsi più ricettivi quando si tratta di innovazione. Tra le imprese nate nel primo trimestre dell’anno, infatti, il 40% è stato avviato da giovani di età inferiore ai 35 anni.

Il rischio, a questo punto, è che gli spazi commerciali rimangano sempre più vuoti, poiché è difficile che, una volta spogliati di merci e arredamento, si ripopolino tanto presto. E se la tendenza è questa, anche le vie dello shopping cambieranno la loro fisionomia.
Questo fenomeno, inoltre, si sta osservando anche al di fuori dei confini nazionali.
In Gran Bretagna ad esempio, dove l’e-commerce è avviato da tempo, il trend è simile ma non è semplice prevedere cosa accadrà.
Occorrerà aspettare che per i consumatori diventi abituale acquistare online, ed ora, almeno in Italia, non è così.

Ma non tutte le imprese in crisi hanno deciso di chiudere tutto e buttarsi sullo shopping online, perché molte di esse hanno invece ripiegato sulla condivisione degli spazi.
Capita sempre più spesso che gli uffici diventino luoghi di lavoro condivisi, dove a stretto contatto vivono avvocati, commercialisti, consulenti, medici di base o anche piccole aziende.

Questo è un modo per condividere gli spazi ma soprattutto le spese, che in questo modo si dimezzano e l’impresa può sopravvivere.

Vera MORETTI