Ecco come i supermercati devono registrare i buoni pasto

Tutto era nato da un caso che vedeva protagonista l’Amministrazione finanziaria, che aveva inviato un accertamento unificato, e quindi comprendente di Irpeg, Irap e Iva, ad una catena di supermercati, in seguito ad un’ispezione della Guardia di Finanza che aveva rilevato la mancata annotazione di trenta fatture prodotte in seguito a rimborsi di altrettanti buoni pasto utilizzati dai clienti.

La società aveva proposto ricorso, respinto in primo grado e accolto in appello, con la motivazione che gli scontrini riportavano le somme corrispondenti ai buoni pasto, con la dicitura “pagamenti vari”: pur senza fatture registrate, il contribuente non aveva evaso l’imposta né altri tributi sugli incassi corrispondenti al controvalore dei buoni, fatta eccezione per l’irregolarità formale dell’indicazione del numero di fatture emesse a fronte del rimborso ricevuto dalle imprese emittenti dei buoni.

La Cassazione, quindi, ha stabilito come legittimo il recupero d’imposta in caso di scontrini fiscali discordanti dalle annotazioni sugli acquisti con buoni pasto: nei registri dei commercianti al dettaglio deve figurare espressamente il valore all’incasso dei corrispettivi tramite l’accettazione di ticket di spesa usati per l’acquisto di merci.

A questo punto, l’Amministrazione si è rivolta al giudice di legittimità perché nel registro delle fatture emesse e dei corrispettivi non era annotato il controvalore dei buoni pasto.
La Cassazione ha accolto le motivazioni del Fisco poiché, non riportando l’esatto valore in denaro dei buoni, si configura l’esistenza di incassi non documentati e non contabilizzati.

La prova certa deriva dall’esame dei registri dei supermercati, mentre la Commissione del secondo grado si era basata semplicemente su indizi che facevano solo pensare all’esistenza di una corrispondenza specifica sugli scontrini fiscali di chiusura giornaliera di cassa.

Vera MORETTI

Alemanno: “Equità e semplificazione, la riforma del Fisco è essenziale”

Il 28 febbraio con 309 sì e nessun voto contrario la Camera ha definitivamente approvato il Ddl delega fiscale che autorizza in pratica il governo a riscrivere il sistema fiscale per renderlo “più equo, trasparente e orientato alla crescita” e senza nuovi oneri per lo Stato. Ora il Governo avrà un anno di tempo per cambiare il volto al fisco italiano, a partire dalla riforma del catasto degli immobili. Per inaugurare la nostra settimana dedicata all’approfondimento del tema, abbiamo incontrato il presidente INT (Istituto Nazionale Tributaristi) Riccardo Alemanno, con il quale abbiamo chiacchierato sull’argomento.

Presidente Alemanno, dalla riforma del catasto alla razionalizzazione dell’istituto della conciliazione nel processo tributario, quali sono le norme più urgenti?
Come primissima cosa si dovrebbe mettere mano alla semplificazione degli adempimenti, i quali non sono creano problematiche ai contribuenti, ma anche oneri non indifferenti. Sarà essenziale rendere più snello il sistema fiscale, come suggerito dall’INT sarà necessario anche un modo diverso di legiferare, più comprensibile ed equo. Norme più semplici, adempimenti sfoltiti, grande attenzione all’equità e portare a rango di legge costituzionale il cosiddetto Statuto del contribuente .

Certezza della norma, semplificazione ed equità. Molti governo hanno provato a mettere mano nella riforma del Fisco, sarà la volta buona?
Questi sono i capisaldi per una riforma del Fisco che possa finalmente essere più vicina al contribuente, non sarà semplice, ma estremamente necessario. La riduzione della pressione fiscale dovrà andare di pari passo con modifiche dei patti di stabilità interni e a livello europeo. Solo così credo si possa trovare una via d’uscita da una situazione estremamente delicata. Siamo ad un punto di svolta oramai, se non si concretizzano in leggi le belle parole del presidente del Consiglio cadremmo nuovamente nel baratro della crisi economica.

Basta la detrazione fiscale per dare un po’ d’ossigeno alle imprese?
Certo, non sarà sufficiente la riduzione della pressione fiscale perché bisognerà necessariamente incentivare i consumi. Il Fisco è qualcosa che incide nella vita dei cittadini fin dalla nascita e tutto ciò che può essere semplificazione  non potrà che far bene al sistema. Poniamo al centro delle norme il contribuente e i miglioramenti arriveranno di conseguenza.

Jacopo MARCHESANO

Delega fiscale, i punti salienti

Sono in molti coloro tra gli operatori in ambito fiscale e tributario che sono a dir poco scettici di fronte alla delega fiscale licenziata la scorsa settimana dalla Camera. Apparentemente un percorso senza ostacoli: 309 sì, 99 astenuti, nessun voto contrario. Eppure se ne sono viste talmente tante negli ultimi anni che un minimo di cautela è d’obbligo.

Sia come sia, vediamo per punti quali sono i contenuti più qualificanti della delega fiscale approvata dalla Camera e diventata legge.

OBIETTIVI. Riduzione della pressione tributaria sui contribuenti, nel rispetto del principio di equità – compatibilmente con il rispetto dell’art.81 della Costituzione – nonché degli obiettivi di equilibrio di bilancio e di riduzione del rapporto tra debito e Pil stabiliti in sede europea.

PROCESSO TRIBUTARIO. Vengono recepiti i principi indicati dal Cnel per la riforma dei procedimenti e del processo in materia tributaria. Coordinamento e semplificazione delle norme sugli obblighi dei contribuenti; vengono potenziate le forme di contraddittorio tra amministrazione e contribuenti; leale e reciproca collaborazione tra amministrazione e cittadini; rafforzamento della conciliazione nel processo tributario.

LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE. Le maggiori entrate derivanti dal contrasto all’evasione e all’erosione fiscale devono essere esclusivamente attribuite al Fondo per la riduzione della pressione fiscale. Favorire quindi l’emersione di base imponibile anche attraverso misure finalizzate al contrasto di interessi. Potenziamento della fatturazione elettronica e riduzione degli adempimenti amministrativi e contabili a carico dei contribuenti.

CATASTO. Nuovo metodo di conteggio del valore basato non sul numero dei vani ma sui metri quadrati e su una formula che lo avvicina alle reali stime di mercato. Massima pubblicità e trasparenza delle funzioni statistiche e monitoraggio semestrale (con relazione del Governo al Parlamento) sugli effetti della revisione, articolati a livello comunale, per verificare l’invarianza di gettito. Valori e rendite non potranno andare al di sopra del valore di mercato.

RESPONSABILIZZAZIONE. Deve essere individuabile, per ciascun tributo, il livello di governo che beneficia delle relative entrate. Va suddiviso per soggetti istituzionali (Stato, Regioni, enti locali), il quadro dei beneficiari e/o dei cobeneficiari delle singole imposizioni. Stop alla deregulation sulle addizionali.

COMPENSAZIONE. Generalizzazione del meccanismo della compensazione tra crediti d’imposta vantati dal contribuente e debiti tributari a suo carico.

GIOCHI. I Comuni parteciperanno alla pianificazione della dislocazione di sale da gioco e punti vendita; maggiori controlli anti-riciclaggio e rafforzamento delle norme sulla trasparenza e sui requisiti soggettivi.

INCENTIVI E CONTRIBUTI. I risparmi di spesa derivanti da riduzione di contributi o incentivi alle imprese devono essere destinati alla riduzione dell’imposizione fiscale sulle imprese. Mantenimento del regime penale per i comportamenti più gravi; revisione del regime della dichiarazione infedele e del sistema sanzionatorio amministrativo per correlare le sanzioni all’effettiva gravità dei comportamenti, con possibilità per le fattispecie meno gravi di applicare sanzioni amministrative anziché penali.

DICHIARAZIONE PRECOMPILATA E SEMPLIFICAZIONE. Per la predisposizione delle dichiarazioni e per il calcolo delle imposte, va prevista la possibilità di invio ai contribuenti e di restituzione da parte di questi ultimi di modelli precompilati.

STATUTO DEL CONTRIBUENTE. Ultimo ma fondamentale passo, i decreti devono rispettare i principi costituzionali, quelli dell’ordinamento dell’Ue, e quelli dello Statuto del contribuente, con particolare riferimento al vincolo di irretroattività delle norme tributarie di sfavore.

Made in Italy vs Made in France

Made in Italy al centro di un’indagine commissionata da Saatchi & Saatchi Italia e condotta da Hotspex, per stabilire se davvero rappresenta sinonimo di qualità e tradizione nel mondo, partendo dai mercati esteri più influenti, ovvero Stati Uniti e Cina.

La ricerca, denominata Rebranding Made in Italy, ha messo a confronto i prodotti italiani con quelli francesi, e ciò che è emerso ha lasciati stupiti.
Nonostante, infatti, il Made in Italy sia ammirato e ricercato nel mondo, sembra che sia ancora poco compreso nella sua totalità, poiché non traspare uno dei cardini stessi dell’essenza italiana, ovvero la passione.

All’estero, infatti, i prodotti italiani vengono considerati privi di personalità e di fascino, che, invece, sembrano maggiormente caratterizzare i prodotti Made in France.

Per questo motivo, in Cina i cugini d’oltralpe ci battono nel confronti diretto, mentre negli States la vittoria è per il Belpaese, per affidabilità e buona fattura, ma ancora non traspare la carica emotiva italiana.

Insomma, c’è molto da dimostrare e da migliorare e, quando finalmente tutte le potenzialità verranno espresse, non avremo più rivali.

Vera MORETTI

Un’azienda su quattro vittima di corruzione e frodi

La corruzione e i crimini economici sono, per le imprese italiane, uno dei deterrenti a continuare la propria attività in proprio.

E’ stato appurato, da Pwc nella sua indagine Global Crime Survey 2014, che hanno a che fare con frodi e criminalità un quarto delle aziende del Belpaese, che diventano una su tre a livello mondiale.
Colpevole numero uno sarebbe, nella maggior parte dei casi, un senior manager, che arriverebbe a causare danni fino a 75 milioni di euro.

Questa ricerca sul fenomeno delle frodi economico-finanziarie è stata fatta compiendo più di cinquemila interviste in 95 Paesi, con il coinvolgimento di 101 aziende italiane.

Negli ultimi due anni, inoltre, nel nostro Paese le frodi sono cresciute dal 17 al 23%, pur restando sotto la media globale del 37% e quindi messi meglio di Turchia, Perù, Hong Kong/Macao, Giappone, Portogallo, Danimarca e Arabia Saudita.

Per il 65% dei casi si tratta di appropriazione indebita ma si fanno largo anche il cyber crime e le frodi contabili (22%). A subire il maggior numero di frodi sono le aziende del settore manifatturiero, (67%), energia e utility (43%), trasporto e logistica (40%), servizi finanziari (28%).

Alberto Beretta, partner forensic services di Pwc, ha voluto specificare: “Abbiamo però rilevato una crescente sensibilità e un maggior impegno nella fase di prevenzione da parte delle aziende. Infatti è cresciuto il numero delle organizzazioni che negli ultimi 24 mesi ha effettuato un fraud risk assessment (dal 54% al 70%)”.

Oltre ai danni economici, le organizzazioni sono preoccupate anche dei cosiddetti ‘danni collaterali’, difficilmente stimabili in termini finanziari, che riguardano in particolare la motivazione dei dipendenti (22%), la reputazione dell’azienda (17%) e le sanzioni delle autorità di vigilanza (13%).

Vera MORETTI

Successo srl semplificate per gli under 35

Flop delle srl semplificate?
A giudicare dai dati appena emanati da Unioncamere, sembra proprio di no.
Il 2013, infatti, ha registrato una clamorosa impennata delle nuove imprese condotte da under 35, che appaiono iscritte al Registro delle Imprese e che fanno parte delle srl semplificate.

Insomma, la possibilità di avviare una startup con capitale sociale inferiore a 10mila euro è stata colta da molti aspiranti imprenditori, tanti attirati dall’opportunità di mettersi in proprio con un euro.

Contando, poi, che, al di sotto del 35 anni, non si pagano i diritti di segreteria dovuti alla Camera di Commercio, né l’imposta di bollo e le spese notarili, l’occasione viene colta al volo da coloro che sono stati esclusi dal mondo del lavoro e non hanno intenzione di stare a guardare.

Il bilancio, dunque, benchè molti storcessero il naso, è ora positivo e vedremo cosa accadrà nel corso del 2014.

Vera MORETTI