De Fonseca, il franchising delle calzature

Un marchio molto conosciuto nel settore delle calzature, e presente in franchising in punti vendita dislocati su tutto il territorio nazionale.
Si tratta di De Fonseca che, nonostante la quantità di negozi già presenti, offre opportunità di lavoro a nuovi e potenziali franchisee.

Entrare a far parte di questo brand implica un investimento che varia da 50.000 a 100.000 euro e un locale di metratura tra gli 80 e i 100 mq.

L’affiliato è affiancato dal team durante le fasi cruciali dell’attività.

Prima dell’apertura De Fonseca supporta il franchisee nelle fasi di:

  • scelta e validazione della location
  • valutazione delle potenzialità del punto vendita
  • progettazione del punto vendita
  • formazione del personale
  • manuale operativo

Durante la vita del negozio De Fonseca supporta il franchisee con:

  • elaborazione e coordinamento del piano commerciale di catena
  • assistenza operativa continuata
  • formazione alla gestione
  • consulenza nella gestione del prodotto
  • consulenza individuale

Per ricevere ulteriori informazioni, è possibile collegarsi al sito De Fonseca.

Pmi, dal 2007 perso il 31% di reddittività

Nonostante gli ultimi dati di questi giorni inducano un timidissimo ottimismo, secondo il Cerved a partire dal 2007, almeno una Pmi su cinque è uscita dal mercato: 13mila sono fallite, 5mila hanno avuto una procedura concorsuale non fallimentare e 23mila sono state liquidate volontariamente. Il peggio sembra definitivamente alle spalle, ma la crisi economica di questi anni ha colpito soprattutto la reddittività: le Pmi italiane hanno perso 31 punti percentuali di margine operativo lordo e hanno più che dimezzato il Roe, il ritorno sul capitale investito, passato dal 13,9 per cento al 5,6 per cento.

Lo scarso accesso al credito (l’ormai famigerato credit crunch) ha avuto le sue responsabilità anche nella nascita di nuove imprese. Sempre secondo la ricerca del Cerved è diminuito il numero di nuove startup, così come il numero di imprese in grado di sopravvivere dopo tre anni. Solo 5mila start up hanno iniziato la loro attività grazie al sostegno del sistema bancario, esattamente la metà degli anni precedenti alla crisi.

In base al quadro macroeconomico elaborato dal Cerved che incorpora, tanto per cambiare, un’ulteriore caduta del Pil dello 0,3%, nonostante gli annunci fin troppo ottimistici del Governo Renzi, nell’anno in corso e una moderata ripresa nel biennio successivo, le pmi torneranno ad accrescere ricavi e valore aggiunto nel 2015-16, ma con una dinamica ancora molto contenuta.

Stress test, 4 banche italiane non superano l’esami

Sarebbero in totale 13, di cui addirittura 4 italiane, le banche europee che non hanno superato l’esame dei bilanci, iniziato a gennaio e concluso a settembre, condotto dalla Banca centrale europea e dovranno raccogliere nei prossimi nove mesi circa 9,5 miliardi di euro di nuovo capitale. Le quattro italiane sono Mps, causa la carenza di capitale più alta di tutte, a 2,11 miliardi di euro, Carige, per 810 milioni di euro e, per importi minori, Popolare di Vicenza e Popolare di Milano. Nonostante tutto, il presidente del consiglio di vigilanza della Bce, Danièle Nouy, ha dichiarato, in un’intervista a Sky Tg24, di concordare con la valutazione della Banca d’Italia, secondo cui il sistema italiano rimarrebbe comunque «solido».

«Questa revisione senza precedenti delle posizioni delle banche più grandi – ha dichiarato il vicepresidente della Banca centrale europea, Vitor Constancio, nel presentare i risultati dei test – aumenterà la fiducia del pubblico nel settore bancario. Identificando problemi e rischi, contribuirà a riparare i bilanci e rendere le banche più robuste. Ciò dovrebbe facilitare più credito in Europa, il che aiuterà la crescita economica».

Le banche che hanno segnalato una carenza notevole di capitale dovranno necessariamente mettersi in regola. Non necessariamente con un’operazione di aumento di capitale, ma anche, per esempio, con la cessione di asset, beni immobiliari, partecipazioni o con nuove alleanze con soci più forti. I tempi per farlo sono diversi a seconda se abbiano fallito la verifica degli attivi di bilanci o gli stress test.

Eni incrementa la sua presenza in Indonesia

Importante incremento della sua presenza in Indonesia da parte di Eni: è stata scoperta un’importante opportunità di business del gas nel sito esplorativo denominato Merakes, situato nel blocco East Sepinggan, di cui Eni è operatore con la quota del 100%.
Il blocco si trova al largo di East Kalimantan, nel Borneo, 170 chilometri a sud del centro di liquefazione di gas naturale Bontang GNL e a 35 chilometri dal campo offshore in sviluppo di Jangkrik, sempre operato da Eni.

La scoperta è stata effettuata attraverso il pozzo Merakes 1, che è stato perforato in una profondità d’acqua di 1.372 metri e ha raggiunto una profondità complessiva di 2.640 metri.

Merakes è il primo pozzo esplorativo perforato da Eni nel Blocco East Sepinggan, acquisito dalla società nel 2012 a seguito di una gara internazionale. Eni stima preliminarmente il potenziale della scoperta di Merakes in circa 36 miliardi di metri cubi di gas in posto e prevede un ulteriore potenziale che verrà valutato con una campagna di delineazione.

Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, ha commentato a proposito: “Questo nuovo successo concretizza ulteriormente la nostra strategia di crescita nel bacino del Pacifico, dove oltre alla presenza già consolidata in Indonesia, Australia e Cina, Eni ha recentemente firmato nuovi contratti esplorativi in Vietnam, Myanmar e nella stessa Cina. Questa nuova scoperta è importante, poiché rafforza la nostra posizione di operatori in Indonesia e, grazie alla sua vicinanza al campo di Jangkrik, oggi in sviluppo, potrà fornire ulteriori volumi di gas all’impianto di GNL di Bontang”.

Vera MORETTI

Bando per le imprese genovesi alluvionate

La Giunta regionale ligure ha approvato un bando del valore di 20 milioni da destinare alle aziende alluvionate della Liguria.

L’iniziativa è stata presentata da Renzo Guccinelli, assessore allo sviluppo economico, ed è stata pensata per le aziende alluvionate che hanno subito danni inferiori ai 40.000 euro.

Fino al 14 novembre le aziende che hanno subito danni dall’ultimo alluvione abbattutosi sul capoluogo ligure potranno presentare alla Camera di Commercio di Genova la richiesta di rimborso allegata al bando scaricabile dai siti della Regione Liguria e di Filse insieme al modello E, da presentare improrogabilmente entro il 10 novembre, scaricabile all’indirizzo http://www.regione.liguria.it/argomenti/territorio-ambiente-e-infrastrutture/protezione-civile/post-emergenza-segnalazione-danni/attivita-produttive.html oppure all’indirizzo www.ge.camcom.it per certificare i danni subiti che saranno periziati gratuitamente dagli Ordini professionali aderenti all’invito della Regione Liguria.

Guccinelli ha dichiarato: “Le risorse verranno assegnate attraverso un meccanismo molto veloce, diverso dai precedenti, che prevede l’erogazione dei contributi secondo il concetto della partecipazione al danno, senza più dover presentare le fatture pagate e pertanto contiamo di liquidare tutto entro la prima metà del mese di dicembre”.

Il 75% dei soldi verranno ripartiti tra i richiedenti in parti uguali proporzionalmente al danno e il restante 25% suddiviso tra le aziende che hanno subito anche la precedente alluvione.
Da un primo censimento risulta che ad oggi sono già stati presentati 117 modelli E per una richiesta complessiva di danni di 5 milioni di euro.
Di questi, 24 domande relative a danni superiori ai 40.000 euro e le restanti per danni inferiori.

Ha poi aggiunto l’assessore: “Nelle prossime tre settimane verrà pubblicato un secondo bando per i danni superiori ai 40.000 euro che, oltre ad includere 20 milioni di euro derivanti dalla riprogrammazione dei fondi europei POR-Fesr 2007-2013, potrà beneficiare di ulteriori risorse del Governo”.

Le aziende che aderiranno al primo bando per danni inferiori ai 40.000 euro non potranno partecipare al bando previsto per i danni superiori.
L’assessore allo sviluppo economico ha chiesto la collaborazione delle imprese con assicurazioni che possono ugualmente partecipare ai bandi, affinché si impegnino a restituire la cifra che eccede la copertura del 100% del danno da parte dell’assicurazione.

Vera MORETTI

Basili: “Innovazione e divertimento, così nasce Cinemagica”

Dalla collaborazione tra professionisti che operano da anni nel campo del video e dell’immagine digitale, come evoluzione dell’esperienza maturata con la fondazione della startUp IVE360 – vincitrice dei più importanti riconoscimenti nazionali – nasce Cinemagica, una struttura in grado di realizzare contenuti video immersivi di grande qualità. Reduce dalla partecipazione all’ultima edizione di Smau, oggi abbiamo incontrato Roberto Basili da sempre a capo del progetto.

Dott.Basili, di cosa si occupa la vostra startup nel dettaglio?
Cinemagica si occupa di ricerca e sviluppo di sistemi per la creazione e fruizione di esperienze immersive a 360°. Per mezzo di innovative tecnologie di ripresa ed elaborazione digitale delle immagini, realizziamo video sferici immersivi senza punti ciechi, che consentono allo spettatore di poter guardare in maniera interattiva in qualunque direzione nello spazio.

I contenuti immersivi a 360° possono essere fruiti sia sul web che in locale, tramite computer, smartphones e tablets o tramite dispositivi di ultima generazione per la realtà virtuale, come Oculus Rift, Samsung Gear VR, Google Cardboard : una app dedicata per la visualizzazione di questi contenuti, sfrutta i sensori giroscopici integrati nei dispositivi per ruotare il punto di vista dello spettatore al variare della sua posizione. Il risultato, specie con i visori VR, è una sensazione di immersività altamente realistica! Cinemagica inoltre, progetta sistemi per la fruizione dei suoi contenuti mediante proiezioni immersive su superfici piane, cilindriche ed emisferiche. Con l’ausilio di avanzate tecniche di video-mapping, all’interno di strutture esistenti o attrezzate ad hoc, è possibile dare vita ad esperienze immersive estremamente coinvolgenti. Lo spettatore, completamente avvolto dalle immagini proiettate intorno a sé e dall’audio surround, ha la sensazione di trovarsi fisicamente in un altro luogo, provando sensazioni ed emozioni entusiasmanti.

Da dove nasce l’idea?
Dall’incontro tra la Basix Communication, società di produzione e postproduzione video, e Mesysmedia, pioniere nella computer grafica 3D, modellazione, animazione e creazione di panoramiche sferiche Quicktime VR, nasce la collaborazione tra professionisti che operano da anni nel campo del video e dell’immagine digitale. Dalle esperienze specifiche delle differenti competenze sono nate circa 3 anni fa, le prime sperimentazioni di video “panoramico” composto da più riprese integrate tra loro. In seguito, mettendo a sistema le competenze acquisite, il progetto si è evoluto oltre che per lo sviluppo dei servizi, anche per la progettazione di un dispositivo innovativo per la registrazione di video sferici di qualità professionale.

In Italia si investe in startup hi-tech un ottavo rispetto a Francia e Germania, un quinto rispetto al Regno Unito e poco meno della metà rispetto alla Spagna. Mancanza di coraggio o di idee?
Idee ce ne sono, e molte sono valide! Purtroppo in Italia gli investitori non sono abituati a rischiare i propri soldi su idee innovative, probabilmente per una loro mancanza di capacità di valutazione. Ai nostri investitori spesso manca la lungimiranza, ed hanno difficoltà nel valutare quanto un progetto rappresenti potenzialmente un futuro business, e preferiscono così investire in immobili o titoli ed azioni finanziarie, campi probabilmente a loro più familiari.

Ecco dunque, che le nostre idee – ed i loro ideatori – vanno lontano alla ricerca di investitori che possiedono una maggiore familiarità con tali valutazioni. Tuttavia alcuni segnali positivi ci sono, ed anche in Italia tra gli investitori si sta facendo largo la volontà di “diversificare” l’impiego di capitali e sta crescendo, seppur timidamente, l’interesse verso l’innovazione.

Un bilancio sulla vostra partecipazione a Smau 2014?
Il bilancio è complessivamente positivo. I contatti che abbiamo preso non sono tanto elevati dal punto di vista quantitativo ma molto interessanti su quello qualitativo. E’ stato soprattutto un ottimo test per quanto riguarda l’interesse verso i nostri prodotti e servizi, in un mercato ancora tutto da sviluppare.

Jacopo MARCHESANO

Refan, il franchising delle profumerie

Il settore delle profumerie è tra quelli che si avvalgono di maggior clientela, anche se spesso le vendite aumentano o diminuiscono a seconda della stagione.

Per questo motivo, avviare un’attività in questo ambito potrebbe essere rischioso, ma non se ci si appoggia ad un marchio che opera in franchising.
Tra questi, c’è anche Refan, che si sta espandendo in questo periodo in Europa e in Italia.

Il locale ottimale si trova in zone centrali o in centri commerciali e può avere una superficie anche piccola, a partire da 15 mq.
L’investimento iniziale non è particolarmente oneroso, poiché parte da 10.000 euro e non supera i 50.000 e, oltre a questo importo, non vengono richiesti né diritti di ingresso né royalties mensili.

Inoltre, i nuovi franchisee ricevono una formazione iniziale, prima di avviare l’attività, e assistenza amministrativa per tutta la durata del contratto.

Per ricevere ulteriori informazioni, è possibile collegarsi al sito Refan.

Novità per il Regime dei Minimi dalla Legge di Stabilità

La Legge di Stabilità 2015 ha portato notevoli novità riguardanti il Regime dei Minimi.
In primo luogo, ad esempio, è aumentata l’imposta sostitutiva dal 5 al 15% in cambio di un’estensione di platea e dell’abolizione dei limiti temporali per ricorrere a questa forma di tassazione forfettaria. L’importante è rimanere nelle soglie di fatturato, ovvero da 15mila a 40mila euro a seconda dell’attività.

Le nuove imprese potranno godere di un’agevolazione ulteriore: l’imponibile dei primi tre anni può essere ridotto di un terzo.

Ecco una lista di come dovrebbero essere ora limiti e coefficienti:

  • Imprese alimentari: 35mila euro. Coefficiente di redditività 40%.
  • Commercio (ingrosso e dettaglio): 40mila euro, coefficiente 40%.
  • Commercio ambulante, generi alimentari e bevande: 30mila euro, coefficiente 40%.
  • Commercio ambulante di altri prodotti: 20mila euro, coefficiente 54%.
  • Edilizia e attività immobiliari: 15mila euro, coefficiente 86%.
  • Intermediari del commercio: 15mila euro, coefficiente 62%.
  • Ristorazione e alloggio: 40mila euro, coefficiente 40%.
  • Professioni e attività in campo tecnico, scientifico, sanitario, educativo e finanziario: 15mila euro, coefficiente 78%.
  • Altre tipologie di attività economiche: 20mila euro, coefficiente 67%.

Le nuove imprese o i lavoratori che intraprendono arti e professioni e che intendono rivalersi del regime dei minimi, nella dichiarazione di inizio attività dovranno dichiarare di presumere l’esistenza dei limiti di reddito sopra descritti.

Ci sono poi ulteriori requisiti che invece sono uguali per tutti: massimo di 5mila euro spesi per collaboratori, dipendenti, lavoro accessorio, utili di partecipazione agli associati e reddito imprenditori e familiari.

I contribuenti in regime dei minimi sono esonerati dall’IVA con una serie di eccezioni. Per le operazioni su cui pagano l’IVA, devono versarla entro il 16 del mese successivo all’effettuazione delle operazioni.

Vera MORETTI

Fondi di Garanzia per le pmi dal 7 novembre

L’estensione degli investimenti del Fondo di Garanzia pmi a copertura dei mini bond sarà operativa dal 7 novembre.
Si tratta delle operazioni di sottoscrizione di obbligazioni o titoli similari emessi da piccole e medie imprese.

Le disposizioni operative appositamente aggiornate con le integrazioni relative alla concessione della garanzia su singole operazioni di sottoscrizione di mini bond e le modalità operative relative alla concessione di garanzie su portafogli di mini bond sono state pubblicate sul sito del Fondo di Garanzia per le pmi e del Ministero dello Sviluppo Economico.
Poiché le nuove disposizioni entrano in vigore il quindicesimo giorno successivo alla loro pubblicazione, la data è quella del prossimo 7 novembre.

Le richieste di garanzia relative ai mini bond dovranno essere inviate al Gestore del Fondo utilizzando l’apposito modulo inviato mediante fax, posta (raccomandata A/R) o PEC (Posta Elettronica Certificata).

Il Fondo di Garanzia per le pmi ha lo scopo di favorire l’accesso al credito delle pmi mediante la concessione di una garanzia pubblica che si affianca e spesso si sostituisce alle garanzie reali portate dalle imprese.
Il Fondo può concedere le garanzie fino ad un massimo di risorse impegnate pari a 50 milioni di euro, da ripartirsi per il 40% per le garanzie per singole operazioni di sottoscrizione di mini bond e per il 60% per le garanzie su portafogli di mini bond.

Possono richiedere la garanzia diretta del Fondo, le banche, gli intermediari finanziari e i gestori relativamente a mini bond con le seguenti caratteristiche:

  • finalizzati al finanziamento dell’attività d’impresa;
  • non avere a oggetto la sostituzione di linee di credito già erogate al soggetto beneficiario finale;
  • la sottoscrizione e la messa a disposizione delle somme al soggetto beneficiario finale devono essere successive alla data di delibera del Consiglio di gestione di accoglimento della richiesta di garanzia del Fondo;
  • durata compresa tra 36 e 120 mesi;
  • non essere presenti altre garanzie, reali o assicurative, per la quota coperta dalla garanzia del Fondo;
  • non devono prevedere l’obbligo di conversione.

Vera MORETTI

Di Giangiacomo: “Ecco come abbiamo vinto il Premio Lamarck con 1000 Italy”

“Presentarsi ad altri soggetti di impresa con il cappello di startup, in Italia, spesso sembra essere sinonimo di poca solidità, dilettantismo ed assenza di struttura”. Di certo non è così per gli sviluppatori della nuovissima App gratuita 1000 Italy, vincitrice del Premio Lamarck, il riconoscimento hi-tech dedicato alle startup più innovative pronte per il mercato, all’ultima edizione di Smau 2014.

Dott. Di Giangiacomo, di cosa si occupa la vostra startup nel dettaglio?
1000 Italy è un’App gratuita per dispositivi iOS e Android che fornisce informazioni turistiche selezionate in Russo, Inglese e Italiano. Quando si viaggia in una città che non si conosce solitamente si cerca il consiglio di un amico che è lì in pianta stabile: sapere con sicurezza come vive uno del posto, dove mangia, dove fa shopping e cosa fa nel tempo libero da un lato dà la garanzia di un contenuto di qualità lontano dalle speculazioni turistiche; dall’altro, garantisce un’esperienza di viaggio in ottica local perché fa scoprire nuovi posti con gli occhi di chi quei posti li vive quotidianamente. 1000 Italy è il vostro amico fidato sul posto, in tutta Italia. Con i servizi di geolocalizzazione mostra all’utente i punti di interesse a lui più vicini organizzati in quattro differenti categorie-bussola: come vivere lo spirito della città decidendo cosa fare la sera o scegliendo l’evento migliore offerto dalla città; cosa mangiare di tradizionale e dove farlo per assaggiare le qualità locali; cosa visitare di davvero caratteristico o quale prodotto tipico acquistare. Una categoria ad hoc sono i punti di cambio-valuta: soprattutto per chi viaggia da paesi extra-EU, sapere dove cambiare la moneta locale e usufruire di servizi corollari è un valore aggiunto notevole nell’esperienza di viaggio. Le informazioni caricate sono community-based grazie al contributo di Italy Lovers sparsi per lo Stivale: sono proprio loro, con la funzione Ambassador, che caricano direttamente da mobile i posti da suggerire al turista che usa la nostra App. Per rispettare un livello medio-alto di qualità nei contenuti, la redazione di 1000 Italy fa lo sforzo di controllare tutte le segnalazioni candidate dai suoi utenti: se poi rispettano i criteri base di eccellenza, tipicità e trasparenza di servizio, verranno effettivamente pubblicate sui dispositivi (così come indicato nel Programma ‘Sì-amo l’Italia’, il vero e proprio Manifesto del buon Ambassador). Puntiamo ad un contenuto qualitativo, piuttosto che massivo. Il guadagno di tanta partecipazione è di varia natura: non è da sottovalutare la portata di questi contributi in termini di visibilità, in quanto tutte le informazioni implementate riporteranno la firma dell’utente che le ha raccomandate; inoltre, per premiare la partecipazione dei propri utenti, 1000 Italy organizza dei contest saltuari a premi per gratificare i contributi migliori della community (è ora in corso il concorso sulle migliori segnalazioni a tema vinicolo, in premio una bottiglia di vino di qualità spedita gratuitamente a casa del vincitore). Per di più, stiamo implementando la piattaforma di sconti che riserviamo a tutti i nostri utenti ma gli Ambassador, in virtù della loro collaborazione, potranno accedervi senza pagare l’abbonamento mensile che sblocca questa funzionalità. Come ci piace dire sempre: da una condivisione così, c’è solo da guadagnarci. 1000 Italy, in ogni caso, è un utile strumento per scoprire le meraviglie nascoste, anche prescindendo dalla geolocalizzazione: grazie ad una comoda stringa di ricerca, si possono visualizzare singole città o singoli punti di interesse, per iniziare il viaggio di scoperta ancor prima di muoversi, magari salvando con un cuore i posti di cui ci si innamora a prima vista. Come se non bastasse, la nostra App non sottovaluta nemmeno l’approccio social: abbiamo creato il primo Social Network degli Italy Lovers, nel quale un profilo utente dedicato raccoglie le azioni come un diario di viaggio che si può condividere con altri profili in piena logica di condivisione e networking.

Da dove nasce l’idea?
1000 Italy è un’App, ma non nasce come tale. L’idea nasce piuttosto dalla possibilità di sfruttare un canale commerciale prezioso: il mercato russo è il pilot del progetto in quanto siamo presenti in 22 uffici turistici sparsi sul territorio e questo ci consente di intercettare i principali flussi incoming prima che arrivino nel nostro Paese. Inoltre, il target Russia si adatta perfettamente ai nuovi trend turistici contemporanei: il turista Russo, fino a dieci anni fa, era solito organizzare il suo viaggio con l’assistenza di Tour Operator che selezionavano per lui un pacchetto di esperienze che acquistava ancor prima di partire; questa tendenza sta cambiando radicalmente in quanto il turismo organizzato russo rappresenta oggi il 29% sul totale dei flussi incoming (era al 45,2% nel 2013) a fronte di una consistente crescita del numero di turisti arrivati in Italia. Molto semplicemente, questo dato significa che il turismo fai-da-te cresce notevolmente di più di quello organizzato e necessita di un portafoglio di servizi che siano disponibili alla personalizzazione dell’utente. Ottenuto il canale di acquisizione utenti, la riflessione del progetto si è spostata sulla selezione degli strumenti migliori per accontentare il cliente-turista con un servizio efficiente: è qui che nasce l’idea di realizzare un’App, soprattutto per la flessibilità di questo strumento nell’erogazione di servizi informativi turistici che nella mobilità acquistano un alto valore aggiunto. L’ambizione più grande di 1000 Italy è quella di blindare i servizi offerti per diventare la principale piattaforma mobile dedicata al turismo incoming. Il progetto esce sul mercato il 20 Marzo del 2014 e all’oggi vanta già notevoli successi: con un totale di 50.000 downoad è premiata come Migliore Nuova App sull’Apple Store; con 34.000 utenti si guadagna il 10° posto nella classifica Google Play sulle App dedicate al viaggio, mentre sull’Apple Store in Russia conquista la prima posizione sia nella sezione “Maps and Guide” che in quella “Exploring Italy”.

Perché un giovane italiano dovrebbe avventurarsi nel progetto di una startup?
Per rispondere al meglio a questa domanda, probabilmente è più semplice dire perché io ho scelto di avventurarmi nel progetto di una startup. La mia scelta non è stata casuale visto che prima di sposare questo progetto, mi sono avvicinato al mondo degli startupper per altre vie, più per passione che per altro. Lavorare in una startup significa tanta libertà di esecuzione, ma significa anche struttura e responsabilità: creare e far crescere un progetto (la startup non è altro che la fase zero di una futura impresa) richiede da un lato la capacità di saper spaziare nelle competenze professionali, perché ciascuno di noi ha un ruolo ben preciso nel team, tuttavia in più di un’occasione è richiesta trasversalità e apertura nell’applicazione delle proprie competenze; dall’altro una simile libertà necessita di ordine ed organizzazione, una sorta di ‘struttura’ nel modus lavorandi che dia ordine e coerenza alla divisione delle attività (sempre tante!) in modo da rispettare i tempi stretti e le consegne.
Una simile realtà lavorativa è piena di stimoli perché ogni giorno abbiamo modo di confrontarci con nuovi task e nuovi obiettivi: la mole di lavoro è davvero imponente anche perché il team di una startup, in genere, è concentrato in poche figure professionali, attorno alle quali ruotano i ruoli operativi che nell’inizio di un’impresa fanno davvero la differenza. Noi di 1000 Italy abbiamo le risorse grafiche e creative, il Marketing e la comunicazione, l’amministrazione della community e della sezione commerciale; il cuore del team ruota attorno alla CEO e founder del progetto, Karin Venneri, mentre la struttura tecnica e di sviluppo vede come riferimento il CTO Marcello Stani, co-founder della startup. Avventurarsi in mondo come questo richiede molto impegno, determinazione e proattività: alla scarsa struttura del work flow occorre rispondere con un’organizzazione precisa e responsabile di ogni singolo startupper. L’elasticità dell’impegno lavorativo in termini di ore e obiettivi si riflette nell’entusiasmo del singolo che tra le mani si trova un progetto al quale partecipa attivamente in prima persona, senza necessariamente dover sostenere la struttura piramidale di un’organizzazione classica. Il guadagno più grande in termini di realizzazione e soddisfazione? Molto semplice: vedere che il progetto al quale lavori è un’efficace risposta alle esigenze del mercato; talmente efficace che come nelle migliori delle favole la startup si trasforma in azienda.

Quali sono le maggiori difficoltà che può incontrare una startup durante l’inizio del proprio cammino?
Punto primo: chiamarsi startup. Presentarsi ad altri soggetti di impresa con il cappello di startup, in Italia, spesso sembra essere sinonimo di poca solidità, dilettantismo ed assenza di struttura. In secondo luogo, la costruzione di un team è un fattore discriminante, perché particolarmente di successo: trovare professionalità, motivazione, proattività e capacità di lavorare in team in condizioni di stress e pressione, è tra le prime criticità da risolvere. Il terzo elemento di difficoltà è di natura finanziaria perché qualsiasi business in avviamento ha necessità di un periodo minimo di test del mercato, spazio di virata strategica e tempo per dare solidità al proprio posizionamento di mercato.

Un bilancio sulla vostra partecipazione a Smau 2014?
La nostra partecipazione a Smau è stata positiva, così come tutte le occasioni di visibilità offerte dalle manifestazioni che ci riguardano: nonostante il focus dell’evento si concentrasse prevalentemente sulla tecnologia, con attenzione dedicata al mondo dell’ICT, la nostra verticalizzazione sul mondo del turismo ha riscosso un notevole successo in termini di interesse da parte di quelle realtà che vedono nell’EXPO 2015 un’occasione di crescita e business. Al netto delle tematiche analizzate in fiera, insieme agli incontri commerciali per creare sinergie all’interno di mondi professionali affini, la nostra esperienza è stata notevolmente positiva in quanto ci vedeva selezionati tra le App finaliste nel contest App4Expo, la gara di progetti mobile promossa da Regione Lombardia in collaborazione con Explora S.c.p.a. e Smau Servizi Srl, che premiava le migliori App capaci di valorizzare il patrimonio culturale, artistico e territoriale della Lombardia.
L’esperienza si è conclusa nel migliore dei modi, vista anche la nostra vittoria della prima Edizione del Premio Lamarck, organizzato da Smau e dedicato alle più promettenti startup presenti in fiera: il concorso prende nome dal naturalista che presentò per primo una teoria evoluzionista secondo cui gli organismi viventi si modificherebbero gradualmente nel tempo adattandosi all’ambiente. La fiera, insieme alla partecipazione a selezioni simili, costituisce l’ambiente ideale per la nascita di partnership, trasferimenti tecnologici, acquisto di brevetti o vere e proprie acquisizioni o finanziamenti da parte delle imprese visitatrici. Un award tutto dedicato alle buone idee che possono trovare applicazione pratica all’interno di realtà già strutturate, contribuendone al rinnovamento e all’innovazione contribuisce attivamente ad alimentare i business di successo.

Jacopo MARCHESANO