Altalena mortale

Dopo i dati incoraggianti di gennaio sul calo, benché minimo, della disoccupazione in Italia, nuova doccia fredda per febbraio: 12,7% e 44mila posti in meno. Un’altalena mortale di più e di meno che destabilizza, in primo luogo, la fiducia di chi il lavoro non ce l’ha. E la spirale si avvita.

Un premio per il sito corporate di Telecom Italia

Stretta tra la partita della banda larga in Italia e le vicende interne delle consociate, Telecom Italia si consola in Europa aggiudicandosi il primo posto tra le aziende di Tlc del vecchio continente nella classifica Webranking by Comprend 2014 per il miglior sito corporate.

Telecom Italia è risultata vincente nella ricerca che, da 18 anni, mette sotto la lente la qualità della comunicazione corporate online delle maggiori aziende in Europa, di qualunque settore. Nell’edizione 2014 il sito di Telecom Italia ha totalizzato 83,3 punti su 100, staccando di oltre 20 punti la seconda azienda sul podio, Telia Sonera, attiva in Svezia e Finlandia.

Telecom è poi salita su un altro podio: il sito telecomitalia.com e i Social Media istituzionali del Gruppo hanno ottenuto il terzo posto tra le 500 maggiori aziende europee per capitalizzazione di mercato analizzate da Comprend.

Quello che ha fatto la differenza per il sito di Telecom Italia sono state soprattutto la progettazione in responsive web design, l’uso importante di storytelling, destinato a un pubblico generalista e non di settore, la qualità dei contenuti dedicati alla sostenibilità, la ricchezza e completezza delle informazioni finanziarie.

Microcredito per Pmi e professionisti, ci siamo

Ormai ci siamo, la sezione del Fondo centrale di garanzia del ministero dello Sviluppo economico dedicata al microcredito è pronta a partire. Una boccata di ossigeno per partitivisti e piccole e medie imprese, per i quali saranno messi a disposizione dal piano per il microcredito finanziamenti fino a 25mila euro senza necessità di presentare garanzie.

Ancora qualche giorno di pazienza e, attraverso il sito www.fondidigaranzia.it sarà possibile presentare la richiesta di prenotazione per accedere ai fondi del microcredito: 30 milioni di euro messi a disposizione dal ministero dello Sviluppo economico e 10 milioni versati dai parlamentari del Movimento 5 Stelle.

Naturalmente, non basta una prenotazione ma serve la presentazione del progetto da finanziare attraverso il microcredito. Proprio per questo la prenotazione fatta via web rimarrà valida per cinque giorni lavorativi intanto che l’impresa o il professionista presentano il progetto al soggetto finanziatore, al quale spetterà il compito di concludere la pratica entro 60 giorni.

Il soggetto finanziatore può essere un operatore del microcredito, un istituto bancario o un intermediario finanziario, il quale potrà erogare un prestito base di 25mila euro, aumentabile a 35mila qualora il finanziato abbia pagato puntualmente le ultime sei rate o abbia raggiunto i risultati intermedi stabiliti dal contratto e verificati dall’operatore di microcredito.

Il finanziamento tramite microcredito verrà rimborsato con un piano di rate trimestrali di sette anni, che possono diventare dieci qualora il finanziamento contempli anche progetti formativi. La soglia attuale del tasso di interesse è fissata all’8,47% e tale tasso viene calcolato sulla base delle rilevazioni dei tassi effettivi globali medi rilevate ogni tre mesi dalla Banca d’Italia.

I commercialisti e l’ esercizio abusivo di professione

I commercialisti plaudono alla proposta di legge, approvata al Senato e attualmente in discussione alla Camera, in materia di esercizio abusivo di professione e di obblighi professionali. Lo ha confermato il vicepresidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Davide Di Russo, durante un’audizione alla Commissione Giustizia di Montecitorio: “La proposta di modifica all’articolo 348 del codice penale, che introduce un inasprimento sanzionatorio del delitto di esercizio abusivo di professione – ha detto – risulta assolutamente coerente con l’esigenza di tutelare l’interesse pubblico”.

Modificare l’articolo 348 del codice penale, inasprendo le pene per attua esercizio abusivo di professione – ha proseguito Di Russoci pare utile affinché determinate attività caratterizzanti una professione siano svolte, per la delicatezza della materia in cui si estrinsecano e la rilevanza degli interessi coinvolti, da soggetti le cui competenze siano verificate attraverso il conferimento di un’abilitazione statale”.

Per Di Russo, la previsione contenuta nella proposta di legge sull’ esercizio abusivo di professioneè un implicito e apprezzabile riconoscimento delle garanzie connesse all’iscrizione all’Albo, che assicurano il possesso delle competenze tecniche necessarie allo svolgimento dell’attività, attraverso un percorso formativo universitario, un tirocinio, un esame di abilitazione e, poi, mediante il costante aggiornamento cui l’iscritto è obbligato”.

Garanzie che, ha proseguito Di Russo, scoraggiando l’ esercizio abusivo di professione “tutelano inoltre il cliente dalle conseguenze derivanti da errore professionale, mediante l’obbligo per l’iscritto di stipulazione di polizza obbligatoria; e assicurano un’attività improntata ai principi deontologici, cui solo l’iscritto è vincolato, pena applicazione di sanzione nell’ambito del sistema disciplinare professionale”.

A Pasqua peggio la pioggia dei terroristi

Le festività di Pasqua e i ponti di primavera sono di solito, per il turismo, il banco di prova di quella che sarà la stagione estiva di là da venire. E non si tratta di un banco di poco conto. Il sistema dei tour operator e delle agenzie di viaggio, proprie o in franchising, rappresenta infatti una voce consistente nell’economia italiana e mai come a Pasqua agli imprenditori che ne fanno parte vogliono avere indicazioni attendibili per il loro business.

Quello che è certo è che, secondo la Fiavet, la Federazione italiana associazioni imprese viaggi e turismo “le prenotazioni turistiche, comprese quelle per Pasqua, sono più legate alle previsioni meteo che al terrorismo e a eventi tragici legati a singole persone”, come ha recente affermato il presidente Fortunato Giovannoni.

Statisticamente un evento terroristico – ha proseguito Giovannoni pensando alle prossime vacanze di Pasqua – non si ripete mai nello stesso luogo. Per questo le zone delle Tunisia, ad esempio, attualmente sono ritenute tranquille. Anzi, per il governo locale la situazione è sotto controllo, anche se non mancano i problemi nelle zone di confine dove, però, i turisti notoriamente non soggiornano”.

Giovannoni si è soffermato anche sul recente schianto dell’Airbus di Germanwings: “Stesso discorso per la recentissima tragedia aerea, a cui sicuramente non seguirà una cancellazione delle prenotazioni dei voli. Le persone che, per Pasqua, hanno deciso di prendere l’aereo lo prenderanno comunque, a patto però che le previsioni meteorologiche siano buone”.

Come scritto ieri, per la prossima Pasqua vincono le destinazioni italiane. Fra le mete preferite tra chi ha scelto per una vacanza all’estero, invece, secondo i dati delle agenzie di viaggio aderenti ad Assoviaggi-Confesercenti ci sono soprattutto destinazioni a lungo raggio: Caraibi, Cuba, Mauritius, Thailandia, Zanzibar. In Europa vincono le isole, specialmente le Canarie, mentre non tramontano mai le grandi città europee, capitali e non, specialmente Barcellona, Londra e Parigi.

Calabria, terra di franchising

La Calabria al centro delle politiche e delle iniziative per la promozione del franchising. La data da segnare è quella dell’1 aprile, quando a Reggio Calabria e Catanzaro si terranno in contemporanea due workshop gratuiti del ciclo “Conoscere per scegliere”, organizzati da Mail Boxes Etc. e dal sito calabrese specializzato in formazione, lavoro e franchising Lavoroeformazione.it.

Due momenti che fanno parte di una serie di incontri avviata a metà marzo a Pescara per presentare le caratteristiche e i vantaggi del franchising come strumento di crescita imprenditoriale contro la crisi.

Gli appuntamenti dei workshop sul franchising sono nelle sedi UniCredit (che collabora all’iniziativa) di Reggio Calabria, via degli Arconti 6, dalle 11 alle 13, e di Catanzaro, piazza Basilica dell’Immacolata 10, dalle 17 alle 19:30. Per partecipare è necessario registrarsi sul sito www.mbe.it.

La scelta della Calabria non è casuale. Nella regione, il settore del franchising ha fatto registrare nel 2013 (ultimi dati disponibili) un giro d’affari di oltre 820 milioni di euro, distribuito in circa 1700 punti vendita con più di 6mila addetti. Ecco perché gli incontri saranno introdotti da Antonio Andreoli, amministratore unico e fondatore di Lavoroeformazione.it che parlerà di “Lavoro, finanziamenti e imprenditoria: le 3 occasioni del futuro”, illustrando uno studio dettagliato sul rapporto tra chi cerca un lavoro dipendente e chi punta a un modello indipendente in stile franchising, sia in Calabria sia in Italia.

Gli architetti italiani: cambiare l’Investment compact

Durissima lettera degli architetti italiani al governo contro il cosiddetto Investment compact, la legge che, riservando le politiche di incentivi destinati alle start up e Pmi innovative alle sole società di capitale esclude i professionisti italiani. Cosa ancor più grave perché, sottolineano gli architetti italiani, già avvenuta per la reti d’impresa e il voucher digitale.

Ecco allora che Leopoldo Freyrie, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, a nome di tutti gli architetti italiani ha scritto una lettera di fuoco al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, e ai ministri dello Sviluppo economico, Federica Guidi, e dell’Economia, Pier Carlo Padoan.

Ancora una volta – scrive Freyriesi è messo in atto un vero e proprio apartheid economico sociale che esclude milioni di professionisti, ‘regolamentati’ o no: tra essi centinaia di migliaia di giovani talenti che ogni giorno sfornano idee e progetti indispensabili allo sviluppo dell’Italia, come peraltro è sempre stato nella storia economica italiana dal dopoguerra, dall’esperienza di Olivetti, per arrivare al made in Italy del design, della moda, del cibo, del digitale”.

Non volendo credere ai complotti – continuano gli architetti italiani – ci immaginiamo che ancora una volta la visione miope di un mondo ‘duale’ ottocentesco, composto solo di imprenditori e lavoratori abbia la meglio su una visione strategica e globale, in cui l’economia della conoscenza sia centrale, in cui gli ‘autonomi’ con la loro indipendenza, mobilità e flessibilità accendano scintille di impresa e di internazionalizzazione”.

Nel momento in cui l’Italia dovrebbe implementare i segnali di crescita, coinvolgendo tutta la comunità nazionale e l’energia espressa dalle idee dei professionisti, relegarci in un ghetto fiscale da partita Iva fa male ai nostri redditi, ormai vicini alla soglia di povertà, ma fa malissimo all’Italia che mortifica i suoi talenti migliori”.

Nella lettera, gli architetti italiani chiedono un’immediata revisione dell’Investment compact, “evitandoci l’odioso atto di ricorrere contro il nostro Paese in sede comunitaria per far valere i diritti sanciti agli articoli 48, 81 e 82 del trattato, come interpretati dalla Corte di giustizia delle Comunità europee”, articoli secondo i quali “si deve considerare impresa qualsiasi entità, a prescindere dalla forma giuridica rivestita, che svolga un’attività economica, incluse in particolare le entità che svolgono un’attività artigianale o altre attività a titolo individuale o familiare, le società di persone o le associazioni che svolgono regolarmente un’attività economica”.

Inoltre, gli architetti italiani chiedono al Governo e al ministro Guidi di “modificare definitivamente e urgentemente sia nelle politiche e norme già in essere che in quelle future, l’atteggiamento sbagliato di ‘razzismo economico-sociale’ che esclude interi settori della comunità produttiva da incentivi economici e politiche sociali”.

5 per mille, i chiarimenti delle Entrate

Si avvicina il momento del 730 e, con esso, anche quello del 5 per mille e dell’8 per mille. L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato la Circolare n. 13/E/2015 sul 5 per mille, per offrire chiarimenti e indicazioni, per l’anno in corso e per gli anni successivi, su che cosa fare e sulle tempistiche per accedere alla distribuzione del 5 per mille.

Secondo il dettato della Legge di Stabilità 2015, da quest’anno il 5 per mille dell’Irpef non è più un beneficio provvisorio da rinnovare di anno in anno ma qualcosa di strutturale alla dichiarazione dei redditi. Da questo 2015, poi, anche le Onlus impegnate nel settore della cooperazione allo sviluppo e della solidarietà internazionale potranno accedere al contributo del 5 per mille.

Secondo quanto comunicano le Entrate, nell’elenco dei potenziali beneficiari del 5 per mille continuano a rientrare le Organizzazioni non governative riconosciute idonee dal ministero degli Esteri al 29 agosto 2014, quando è entrata in vigore della Legge n. 125 e inserite nell’elenco del ministero stesso.

Per il resto, il calendario del 5 per mille del 2015 non presenta differenze significative rispetto a quello del 2014. La campagna di iscrizione, partita il 26 marzo, terminerà il 7 maggio come lo scorso anno.

Un po’ di chiarezza sul 730 precompilato

Il bello di quanti operano nella nostra Pubblica Amministrazione è che vogliono fare i fighi con la tecnologia, salvo poi incorrere in topiche memorabili perché, questa tecnologia, non sanno come usarla al meglio. Prendiamo come caso quello del 730 precompilato. Su questa novità c’è infatti ancora tanta confusione e poca chiarezza; vediamo di chiarire qualche punto partendo dal pensiero di Infoiva: per semplificare la vita al contribuente non serve un 730 precompilato ma un 730 meno complesso.

Pariamo dalle modalità di consegna del 730 precompilato. Dal 15 aprile il 730 precompilato sarà disponibile in versione digitale sul sito dell’Agenzia delle Entrate, utilizzando l’apposito PIN per i servizi telematici dell’Agenzia. Il PIN si può richiedere negli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate, sul sito dell’Agenzia nella sezione dedicata al 730 precompilato o telefonando al numero verde 848.800.444.

La scadenza per la presentazione del 730 precompilato è fissata al 7 luglio. Un termine ampio perché, a dispetto del suo nome, il 730 precompilato lo sarà solo in alcune delle sue parti, quelle per le quali il Fisco può intervenire avendo già i dati in possesso tramite le proprie banche dati. Parliamo di redditi, mutui, assicurazioni e contributi previdenziali.

Che cosa manca quindi nel 730 precompilato? Quello che alla maggior parte dei cittadini interessa inserire, ossia spese sanitarie, tasse scolastiche, spese per ristrutturazioni edilizie, ecobonus, bonus mobili e altre spese più o meno cospicue da portare in detrazione. Ragion per cui, 730 precompilato o no, buona parte degli italiani si dovrà comunque rivolgere al commercialista o a un Caf per completare i dati mancanti e inoltrare il tutto entro il 7 luglio. A proposito del fare i fighi con la tecnologia…

Ecco perché non sono poche le critiche arrivate a questo nuovo sistema del 730 precompilato. Si calcola infatti che i pensionati o i lavoratori che dovranno comunque integrare la modulistica saranno almeno il 70% del totale (che ammonta a 20 milioni di persone circa) dei destinatari del 730 precompilato.

Una volta inviato il 730 precompilato con le eventuali integrazioni, la storia potrebbe non essere finita lì. Infatti, qualora le Entrate rilevassero quelle che a loro avviso potrebbero essere delle incongruenze, potrebbero essere richieste delle correzioni o delle integrazioni ulteriori. Queste dovranno essere effettuate solo online e allora sarà necessaria la registrazione al sito dell’Agenzia delle Entrate. E doveva essere tutto più facile…

Agli anziani piacciono i prestiti

Sarà la crisi economica, sarà l’accresciuta propensione degli italiani a utilizzare il credito al consumo, fatto sta che il settore dei prestiti nel nostro Paese non accenna a dare segni di flessione, anzi, tiene bene.

C’è però un dato che, analizzando la tipologia di prestiti e, soprattutto, il profilo medio della persona che li richiede, salta all’occhio: nel settore del credito al consumo le domande di prestiti da parte dei più anziani continuano ad essere tantissime, oltre il 9% del totale, con un importo medio richiesto di 13.400 euro.

Il dato emerge da un’analisi condotta dal portale Facile.it in collaborazione con Prestiti.it, dalla quale risulta anche che il tempo medio per la restituzione dei prestiti è abbastanza lungo, 67 mesi, da rimborsare con uno stipendio o pensione di circa 1.600 euro. Tra tutte le domande pervenute ai siti, più di una su tre (il 36%) riguarda richieste di cessione del quinto dello stipendio o della pensione.

Ma quali sono le motivazioni che spingono gli over 60 a contattare gli istituti finanziatori per farsi concedere dei prestiti? Uno su 3 punta a ottenere liquidità (32,6%), mentre uno su 5 (il 19,2%) vuole ristrutturare la casa. Il consolidamento dei debiti arriva al 13,4%, scalzando dal podio i prestiti per l’acquisto di un’auto usata che solo qualche anno fa rientravano tra le motivazioni più comuni, anche tra gli ultrasessantenni.