La Lombardia investe sull’ imprenditoria giovanile

L’ imprenditoria giovanile è una cosa seria e la Lombardia lo sa bene. Dopo i servizi per l’inserimento lavorativo, ecco arrivare dalla regione, nell’ambito del programma “Garanzia Giovani”, servizi gratuiti per giovani under 30 che vogliono mettersi in proprio.

Colloqui specialistici, corsi di formazione, assistenza personalizzata, mentoring e affiancamento post costituzione attività, sono erogati dalle Camere di Commercio lombarde a partire dallo scorso 26 gennaio, per dare una spinta all’ imprenditoria giovanile.

Per richiedere i servizi, basta accedere al sito dedicato www.garanziagiovani.regione.lombardia.it. Per quanto riguarda Milano, l’operatore accreditato è la Camera di commercio di Milano che attraverso la sua azienda speciale Formaper (Tel. 02/8515.5344 – garanzia.giovani@formaper.it) erogherà i servizi gratuiti per l’ imprenditoria giovanile a quanti si registreranno al sito.

Possono presentare domanda i giovani che vogliono aprire una partita Iva o un’impresa, di età compresa tra i 18 e i 29 anni compiuti, inoccupati o disoccupati. Non devono essere inoltre iscritti a percorsi di istruzione o formazione professionale o avere in corso di svolgimento il servizio civile o un tirocinio extra-curriculare; non devono svolgere interventi di politiche attive attuate con Dote Unica Lavoro o attraverso gli avvisi “flusso” o “stock”.

Per la domanda di sostegno all’ imprenditoria giovanile si devono rivolgere alle Camere di Commercio lombarde, unici operatori incaricati da Regione Lombardia, che direttamente o in collaborazione con le proprie Aziende Speciali accreditate ai servi al lavoro, aiuteranno i giovani nei loro percorsi di creazione d’impresa o di lavoro autonomo.

I giovani con i requisiti potranno accedere al portale regionale dedicato www.garanziagiovani.regione.lombardia.it e individuare la Camera di Commercio con cui intendono avviare il programma. L’operatore della Camera di Commercio indicata convocherà il giovane entro 30 giorni dall’adesione, fisserà un appuntamento durante il quale si procederà alla definizione di un Piano di Intervento Personalizzato (PIP).

I giovani, dopo aver usufruito di primi servizi di accoglienza, definizione del percorso, bilancio competenze, colloquio specialistico, potranno accedere a servizi gratuiti per l’ imprenditoria giovanile:

  • corsi di formazione per il business plan (24 ore);
  • assistenza personalizzata per la stesura del progetto imprenditoriale/di lavoro autonomo (minimo 36 ore – max 40 ore);
  • mentoring e affiancamento nel post costituzione attività imprenditoriale e/o di lavoro autonomo (max 16 ore).

Il giovane potrà beneficiare di ciascun servizio una sola volta.

La presa in carico da parte degli operatori delle Camere di Commercio lombarde proseguirà fino ad esaurimento delle risorse stanziate e comunque entro e non oltre il 30 marzo 2018.

I giovani che usufruiranno dei servizi previsti da Garanzia Giovani e che avvieranno iniziative di autoimpiego e di autoimprenditorialità, potranno presentare domanda di finanziamento al Fondo rotativo per l’accesso al credito agevolato SELFIEmployment, promosso dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la cui gestione è affidata ad Invitalia, che valuterà l’ammissibilità delle richieste. Il finanziamento, di importo variabile, da un minimo di 5mila ad un massimo di 50mila euro, sarà erogato a tasso di interesse zero senza garanzie personali e con un piano di ammortamento della durata massima di 7 anni.

Per informazioni sui finanziamenti e il sostegno all’ imprenditoria giovanile, è necessario rivolgersi agli sportelli Punto Nuova Impresa delle Camere di Commercio lombarde:

BERGAMO – Via Zilioli, 2

Tel. 035/3888014 – 011 – pni@bg.camcom.it

BRESCIA – Via Einaudi, 23

Tel. 030/3725264-298 – pni@bs.camcom.it

COMO – Via Parini, 16

Tel. 031/256379 – 384 – pni@co.camcom.it

CREMONA – P.zza Stradivari, 5

Tel. 0372/490276 – 290 – pni@cr.camcom.it

LECCO – Via Tonale, 28/30

Tel. 0341/292212 – 284 – 280 – pni@lc.camcom.it

LODI – Via Haussmann, 15

Tel. 0371/4505247 – 234 – promozione@lo.camcom.it

MANTOVA – L.go Pradella, 1

Tel. 0376/234317 – pni@mn.camcom.it

MILANO – Formaper – Via Santa Marta, 18

Tel. 02/8515.5344 – garanzia.giovani@formaper.it

MONZA – P.zza Cambiaghi, 9

Tel. 039/2807446 – formaper@mb.camcom.it

PAVIA – Via Mentana, 27

Tel. 0382/393235-271 – paviasviluppo@pv.camcom.it

SONDRIO – Via Piazzi, 23

Tel. 0342/527226 – pni@so.camcom.it

VARESE – P.zza Monte Grappa, 5

Tel. 0332/295476 – pni@va.camcom.it

Quali tutele per le partite Iva?

Per quale motivo si fa un gran parlare dello Statuto del lavoro autonomo in fase di discussione al Parlamento in questi giorni? Soprattutto per la portata del provvedimento a favore delle partite Iva che, in quanto disegno di legge collegato alla Legge di Stabilità, assume un peso diverso e dovrebbe avere un iter più veloce per la sua approvazione.

Poi per i numeri che interessa: almeno 10 milioni di euro per il 2016 e un fondo di 50 a partire dal 2017 compreso. Con diverse norme che impattano su milioni di professionisti, partite Iva e collaboratori iscritti alla gestione separata.

I capisaldi di questo disegno di legge sono diversi ed è cosa buona e giusta riassumere qui i principali in rigoroso ordine alfabetico, dalla A di aggiornamento professionale alla T di tempi di pagamento. Passando, naturalmente, per la P di partite Iva.

Aggiornamento professionale

In base al disegno di legge, le partite Iva potranno dedurre integralmente (non il 50% come oggi) e spese destinate alla formazione e all’aggiornamento professionale fino a un massimo di 10mila euro all’anno. Partite Iva e collaboratori potranno anche dedurre le spese destinate ai servizi per il lavoro, fino a un massimo di 5mila euro.

Assegno di maternità

Sparisce la correlazione tra assegno di maternità e sospensione dall’attività lavorativa. Le partite Iva e mamme potranno beneficiare dell’indennità senza staccarsi dal lavoro, purché presentino all’Inps domanda e certificato medico rilasciato dall’azienda sanitaria locale nel quale risultino indicate la data d’inizio della gravidanza e la data presunta del parto.

Clausole abusive

Vietate, nei contratti tra partite Iva e committenti, la possibilità di questi ultimi di recedere dal contratto senza adeguato preavviso, di modificare unilateralmente i contratti stessi, di stabilire termini di pagamento superiori ai 60 giorni dalla data di ricevimento della fattura. I committenti non potranno rifiutarsi di mettere per iscritto gli elementi essenziali dei contratti di collaborazione.

Congedo parentale

Alla nascita del bambino si avrà diritto a un congedo parentale di sei mesi, da fruire entro i primi tre anni di vita del bambino. Il diritto è esteso sia ai lavoratori che alle lavoratrici e comprende il relativo trattamento economico e il trattamento previdenziale.

Malattia grave

In caso di malattia grave, anche di tipo oncologico, collaboratori e partite Iva potranno sospendere il pagamento dei contributi sociali fino a un periodo massimo di 2 anni, salvo poi rateizzare e pagare successivamente le quote non pagate Infortunio, malattia o gravidanza non saranno più motivi per la rescissione del contratto di collaborazione, ma quest’ultimo sarà da considerarsi sospeso, senza che il corrispettivo economico sia erogato o maturato.

Tempi di pagamento

Stabilito il termine di 30 giorni entro i quali i committenti dovranno saldare i compensi alle partite Iva.

Punti sul vegano? Ecco il franchising Vegan Enjoy

Quella del cibo e dei ristoranti vegani non è più ormai solo una moda ma un consolidato stile di vita, che si basa su una scelta consapevole che punta non solo alla salute fisica, ma anche al benessere psicologico. Una scelta che può diventare anche opportunità di business se si sceglie un franchising di settore.

Cominciano anche a diffondersi anche in Italia diversi franchising legati al vegano, dai ristoranti ai take away, dalle gelaterie ai corner bio. Uno di questi franchising è quello delle gelaterie Vegan Enjoy, pensate proprio per questo tipo di consumatore.

Come comunica l’azienda, l’obiettivo del franchising Vegan Enjoy è quello di “fornire a nuovi imprenditori tutti gli strumenti necessari, sia nella creazione della gelateria Total Vegan che nella promozione pubblicitaria del marchio, a costi contenuti e con alle spalle una grande esperienza e la dose di know-how indispensabile. Ciò sarà possibile anche grazie alla collaborazione con un importante partner che opera dal 1963 nell’ambito della creazione di gelaterie e basi per gelato: Astori Group”.

Dettagli

Superficie media del punto vendita: almeno 60 mq

Bacino d’utenza: non specificato

Investimento iniziale: almeno 70mila euro

Fatturato medio annuo: almeno 200mila euro

Fee d’ingresso: nessuna

Royalties: nessuna

Durata del contratto: 3 anni

Per maggiori informazioni: Vegan Enjoy

Biancofiore (Ance): Pmi pronte a investire in Iran

La fine delle sanzioni economiche nei confronti dell’Iran è una ghiotta e ricca occasione di business per le imprese italiane, a partire dalle imprese edili. Lo sa bene l’ Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) che, a conclusione della prima giornata della visita in Italia del presidente iraniano Hassan Rouhani e degli incontri bilaterali, ha commentato questa apertura attraverso le parole del presidente del Gruppo Pmi Internazionale dell’ Ance, Gerardo Biancofiore.

Le Pmi italiane del mondo dell’edilizia e delle costruzioni – ha detto Biancofioresono pronte ad affrontare la sfida del mercato iraniano che oggi si riapre grazie alla fine dell’embargo. La missione della delegazione governativa iraniana è il frutto del grande lavoro messo in campo da tutti gli attori istituzionali in grande sinergia con Confindustria e Ance“.

L’Italia delle costruzioni – ha proseguito Biancofioreè molto amata in Iran e molte nostre imprese, anche di medie dimensioni ma altamente specializzate, negli ultimi decenni hanno realizzato progetti importanti nel Paese”.

La sfida che ci proponiamo come Pmi dell’edilizia – ha detto ancora Biancofioreè di contribuire alla crescita e alla ripresa economica dell’Iran e al contempo di vivere lo sviluppo economico di quel Paese, a cui ci lega una storia di amicizia e grandi scambi commerciali, non da spettatori ma da protagonisti. Ed in quest’ottica saranno tante le aziende italiane a partecipare a febbraio alla missione del Governo in Iran dedicata ai settori delle infrastrutture e costruzioni ed Oil&Gas, che vedrà la partecipazione del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio. La missione, che fa seguito alla tavola rotonda sulle infrastrutture, tenutasi presso l’ Ance il 15 dicembre 2015, è resa possibile dalla collaborazione con la Farnesina, l’Ambasciata d’Italia a Teheran e l’ICE-Agenzia, oltre al sostegno del Mise e del Mit“.

Ancora su spese mediche e 730 precompilato

È arrivata una importante precisazione da parte dell’Agenzia delle Entrate riguardo alle spese mediche che non saranno inserite nel prossimo 730 precompilato.

La precisazione è giunta direttamente dalla direttrice dell’agenzia, Rossella Orlandi, la quale, durante un convegno su novità fiscali e civilistiche ha detto che nel nuovo 730 precompilato le spese mediche non inserite sono quelle relative ai dati non più in possesso dei farmacisti, che sono quelli relativi “esclusivamente i prodotti da banco senza prescrizione”.

Per quanto riguarda invece le informazioni sui farmaci acquistati attraverso l’impegnativa rossa, esse sono pienamente disponibili all’interno del Sistema Tessera Sanitaria e confluiranno quindi nel 730 precompilato come spese mediche.

La Orlandi ha anche ribadito che la proroga di 8 giorni, dall’1 al 9 febbraio, concessa a professionisti e associazioni di categoria per inviare le informazioni sulle prestazioni sanitarie 2015 di dipendenti e pensionati e dipendenti, non sarà ampliata.

Tempi di pagamento e clausole abusive nel ddl per le partite Iva

Uno degli aspetti del lavoro delle partite Iva che più le fanno imbestialire – e assai spesso le frustrano… – è quello dei tempi di pagamento. I committenti, siano essi imprese, privati o Pubblica amministrazione, tendono infatti a dilatare i tempi di pagamento il più possibile, dai classici e insopportabili 90 giorni a molto di più. Sempre che si ricordino o abbiano voglia di pagare…

Ebbene, il tanto atteso ddl sulle tutele del lavoro autonomo e delle partite Iva, meglio conosciuto come Statuto del lavoro autonomo, punta a dare una sterzata a questo malcostume del tempi di pagamento biblici, che mette in difficoltà le partite Iva nel proprio lavoro, tanto all’avvio di una attività, quanto durante l’attività stessa.

Stando quanto dovrebbe andare in discussione in Parlamento a breve, le fatture emesse dal professionista, dal titolari di un contratto di collaborazione (generalmente un co.co.co.) e da tutte le partite Iva che siano differenti dalle imprese, dovranno essere pagate entro il termine massimo di 60 giorni dalla loro emissione. Qualora il contratto di prestazione d’opera contenesse un termine superiore, questo sarà considerato nullo in quanto ritenuto clausola abusiva.

Un primo passo importante nella tutela del lavoro delle partite Iva, anche se il termine di 60 giorni per molti professionisti è ancora duro da digerire. Certo è che con questa modifica, le cose potrebbero migliorare un poco, anche considerando quelle che sono, nella bozza del ddl, le definizioni di clausole e condotte abusive che vanno a danno delle partite Iva.

Nello specifico sono considerate prive di qualsiasi effetto le clausole inserite nel contratto di collaborazione che attribuiscono al committente una posizione preminente nel rapporto con il prestatore d’opera: tipicamente la facoltà di recedere senza adeguato preavviso da un contratto a prestazioni continuative o quella di modificare unilateralmente le condizioni del contratto.

Altre clausole o condotte abusive nei confronti delle partite Iva sono attraverso le quali le parti concordano termini di pagamento superiori a 60 giorni dalla data di ricevimento, da parte del committente, della fattura o della richiesta di pagamento. Se si trovassero in presenza di clausole abusive di questo tipo, i collaboratori o le partite Iva avrebbero anche diritto, secondo il ddl, al risarcimento del danno da parte del committente.

Sulla carta si tratta di ottimi propositi per provare a rendere la posizione delle partite Iva meno fragile di fronte ai diktat di molti committenti. Il dubbio è legato a quanto questi committenti potranno far valere una eventuale loro posizione di forza anche di fronte a questa normativa rifiutandosi, magari, di stipulare un contratto non potendo evitare le clausole abusive.

Il pecorino è la star dei formaggi italiani

Chi lo avrebbe mai detto? Nella variegata galassia dei formaggi italiani, la stella che brilla di più è quella del pecorino, almeno stando ai dati di export diffusi da Coldiretti. Nel 2015, infatti, è stato il re dei formaggi italiani con un +23% di esportazioni.

Il principale mercato per il pecorino italiano è stato quello americano (+28%), seguito dal Regno Unito (+22%) e dalla Francia (+16%), dove la concorrenza locale verso i formaggi italiani è spietata. Fa storia a sé il +500% di pecorino esportato in Cina, perché i numeri di partenza erano troppo bassi e le quantità esportate ancora ridotte.

Nel sottolineare la performance positiva del pecorino rispetto agli altri formaggi italiani, Coldiretti ricorda anche i numeri della produzione che stanno dietro a questo fenomeno: 6,2 milioni di pecore e circa 700mila capre, divise principalmente tra Sardegna (3,2 milioni di pecore), Sicilia (770mila), Lazio (630mila) e Toscana (420mila).

L’Italia produce annualmente 400mila tonnellate di latte ovino e 28mila di quello caprino e i formaggi italiani di pecora prodotti ammontano a 67mila tonnellate. Cifre importanti, che solo per il Pecorino Romano Dop sono di circa 25mila tonnellate, il 60% delle quali esportate.

Se, dunque, il 2015 è stato un anno importante per l’export dell’agroalimentare italiano (36 miliardi di euro a valore, +7% anno su anno) anche grazie al traino e alla vetrina di Expo 2015, lo si deve anche al boom delle esportazioni di pecorino. Oltre ai formaggi italiani, sono andati forte l’export di ortofrutta (+11%), di olio di oliva (+10%), di pasta (+9%) e di vino (+6%).

Un tesoro da buttare

Chi ha ancora delle vecchie lire (si stima ce ne siano per oltre 1,2 milardi), non le può più cambiare in euro, a meno che si presenti in banca con la documentazione della richiesta scritta, effettuata entro il 28 febbraio 2012. Lo comunica Bankitalia.

Un buon 2015 per i finanziamenti alle imprese

Il 2015 si è chiuso con qualche segnale positivo sul fronte dei finanziamenti alle imprese, trend che ha indotto le aziende a far crescere la domanda di credito. Un andamento confermato dall’ultimo aggiornamento del barometro Crif, secondo il quale il numero di domande di finanziamenti alle imprese presentate dalle aziende italiane (ditte individuali + società) nel quarto trimestre del 2015 è cresciuto dell’8,1% rispetto allo stesso periodo del 2014. Così, l’incremento sull’intero 2015 è stato del 4,5% anno su anno.

Crif rileva come questa performance nell’andamento della richiesta di finanziamenti alle imprese sia la migliore del 2015 e, in termini assoluti, del trimestre che ha fatto segnare il maggior numero di richieste dal 2008.

L’analisi di Crif rileva anche un aumento significativo rispetto ai dati degli anni precedenti, dato indicativo del fatto che la domanda di finanziamenti alle imprese da parte delle aziende italiane non è mai davvero cessata, mentre, segnala Crif, ciò che è mutato è la finalità per la quale le imprese hanno chiesto soldi: dal sostegno all’attività corrente durante i momenti più bui della crisi, al sostegno agli investimenti e allo sviluppo del business negli anni più recenti.

Secondo Simone Capecchi, direttore Predictive Information Solutions di Crif, “l’andamento delle richieste di finanziamento rappresenta un indicatore fondamentale per tastare il polso, in modo tempestivo, alle imprese. Nell’anno appena concluso dopo un primo trimestre all’insegna della prudenza si è assistito ad una progressiva accelerazione della domanda di finanziamento da parte delle imprese italiane, che ha visto l’anno chiudersi con un trimestre da record, che fornisce un’ulteriore conferma del sostanziale miglioramento della fiducia delle imprese”.

Partite Iva e statuto del lavoro autonomo

Una delle incongruenze più macroscopiche che caratterizzano la politica economica dell’attuale governo riguarda, purtroppo, professionisti e partite Iva. Categorie per le quali lo stesso premier si è speso più volte in complimenti ed elogi sulla centralità del loro ruolo nel tessuto economico del Paese salvo poi, alla prova dei fatti, varare provvedimenti e misure in cui questo ruolo viene dimenticato o ignorato.

Professionisti e partite Iva si augurano che ciò non accada anche per il nuovo statuto dei lavoratori autonomi, che dovrebbe approdare a breve in Parlamento per essere oggetto di discussione. Un provvedimento che ha come obiettivo, recita il testo, la creazione di “un sistema di diritti e di welfare moderno, capace di sostenere il loro presente e di tutelare il loro futuro”, dove “loro” starebbe per “delle partite Iva”.

Anche in questo caso, belle parole e bella dichiarazione d’intenti. Peccato però che alcune associazioni professionali stanno mettendo in guardia sul fatto che, rispetto alla versione originale dello statuto presentata lo scorso ottobre, il testo che dovrebbe approdare alla discussione politica conterrebbe delle modifiche sostanziali che minerebbero alla base la riforma delle tutele per le partite Iva nei suoi pilastri fondamentali: fisco, tutele, reddito e contribuzione.

Intanto, dalla parte relativa alla copertura delle malattie, pare essere scomparso un comma importante che riguardava le malattie oncologiche e recitava: “I periodi di malattia certificata come conseguente a trattamenti terapeutici delle malattie oncologiche sono equiparati alla degenza ospedaliera”. Importante, perché in questo modo alle partite Iva potevano essere pagati di più i giorni necessari per sottostare a tali terapie, allungando la copertura per l’assistenza domiciliare da 61 a 180 giorni. In sostanza, rimanendo il termine di 61 giorni entro il quale è obiettivamente difficile guarire da un cancro, l’alternativa per i professionisti sarebbe quella di stipulare una costosa assicurazione sanitaria. Inaccettabile.

Altro punto controverso riguarda l’inclusione o meno nello statuto delle partite Iva iscritte alle 19 casse previdenziali. Dalla bozza pare che allo statuto faranno riferimento solamente gli iscritti alla gestione separata, mentre d’altra parte sembra invece che l’applicazione riguarderà tutti i lavoratori autonomi a parte artigiani, commercianti e piccoli imprenditori. Da chiarire.

Battaglia da parte delle partite Iva anche sul fronte dei termini di pagamento, che nell’ultima versione passano a 90 giorni dai 60 della precedente. E siamo già ben oltre i 30 giorni fissati per legge come limite massimo. Da rivedere.

Chiudiamo con il capitolo previdenza. Da capire se nella versione in discussione in Parlamento rimarrà l’ipotesi di riallineare progressivamente la contribuzione previdenziale dei lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata dell’Inps, fino a raggiungere la quota del 24% a decorrere dal 2018, dopo il congelamento dell’aumento contributivo avvenuto in occasione del decreto Milleproroghe 2015. Non chiaro.