Confassociazioni e la promozione delle professioni associative

Il mondo delle professioni associative continua a essere al centro dell’attenzione di Confassociazioni e del vicepresidente Mario Bulgheroni, il quale prosegue la serie dei suoi incontro incontri di promozione delle professioni associative.

Il vicepresidente di Confassociazioni ha infatti parlato degli “ottimi risultati di una due giorni romana all’insegna della comprensione del valore e utilità del nostro lavoro di esperti visuristi”, che ha conseguito nei giorni scorsi.

Le interlocuzioni con il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, con il presidente dell’Ordine dei Geometri e dei Geometri Laureati, Maurizio Savoncelli, con il consigliere dell’Ordine degli Ingegneri, Angelo Valsecchi, con il sottosegretario di Stato del Ministero della Giustizia, Cosimo Maria Ferri e, soprattutto, la piena disponibilità da parte di tutti nel voler fare squadra ci stimolano ad andare avanti con maggiore determinazione e vigore – ha proseguito Bulgheroni, che è anche presidente di A.V.I., l’Associazione Esperti Visuristi Italiani -. È proprio attraverso il confronto con altre realtà professionali che si costruisce il percorso all’eccellenza. Mettendo sinergicamente in campo tutte le competenze sono certo si possa creare un iter operativo comune, più rapido, più efficiente ed efficace. Con un obiettivo semplice, ma forte: facilitare lo snellimento di pratiche burocratiche e rendere giustizia sia alla Giustizia sia al Consumatore”.

Fare rete in maniera funzionale e strategica e garantire trasparenza, velocità, efficienza nel sistema Italia – ha proseguito il vicepresidente di Confassociazionisono nel dna delle nostre associazioni professionali e soprattutto della nostra Confederazione, Confassociazioni, che vanta ad oggi 221 associazioni professionali rappresentative di oltre 415mila professionisti e che indubbiamente ha avuto, ed ha, un ruolo fondamentale per il riconoscimento delle professioni associative”.

Rappresentiamo una parte fondamentale del sistema nervoso dell’economia italiana, quel mondo di competenze – ha concluso il presidente di Confassociazioni, Angelo Deianain grado di generare, da solo, il 9% del Pil nazionale e, con le aziende collegate, ben il 21%. Un mondo consapevole del fatto che migliorare la qualità della vita, del territorio, del lavoro non è un dovere, ma è un diritto. Quello di noi tutti italiani”.

Opportunità e minacce per le calzature italiane all’estero

Di norma, quando si cerca l’eccellenza in un settore produttivo è bene andare nel Paese dove questo settore dà il meglio di sé. Come nel caso delle calzature italiane, per le quali l’appuntamento più importante a livello mondiale si svolge a casa nostra, con theMICAM, la mostra internazionale delle calzature che si è tenuta in febbraio a Fiera Milano (Rho).

Si è trattato dell’edizione numero 81, che ha fatto registrare oltre 32mila visitatori, per la metà stranieri, i quali hanno potuto incontrare 1.456 espositori, di cui 821 italiani, su una superficie netta di oltre 64mila metri quadrati.

Rispetto all’edizione del febbraio 2015, quest’anno si è registrato un aumento dei visitatori dell’1,8% mentre rispetto all’edizione di settembre dello scorso anno siamo addirittura a un +6%. Segno del fatto che le calzature italiane continuano a riscuotere un interesse potente tra i buyer italiani ed esteri.

Sul fronte estero, infatti, a febbraio theMICAM ha registrato 16.343 visitatori da oltre 130 Paesi, principalmente da Spagna, Germania e Francia e da un sorprendente +13% di buyer russi che, a dispetto dell’embargo economico che l’Ue ha imposto al Paese, continuano a dimostrare forte interesse per le calzature italiane.

E proprio all’estero guarda il settore delle calzature italiane per provare a compensare un mercato interno che, anche nel 2015, è stato caratterizzato da dinamiche contradditorie. Fuori dall’Italia, invece, si consolida la posizione degli Stati Uniti e dei Paesi del Medio Oriente, mentre cresce il peso della Corea del Sud, che nel 2015 ha fatto registrare un +32% di import di calzature italiane.

Oltre al mercato iraniano, che dopo la fine delle sanzioni economiche internazionali nei confronti del Paese promette di diventare nuova terra di conquista per le aziende del made in Italy (non a caso, proprio Assocalzaturifici ha condotto una missione esplorativa a dicembre 2015), per le calzature italiane rimane poi la questione Cina.

Se è vero che il Paese asiatico assorbe una gran quantità di calzature italiane, anche di fasce prezzo piuttosto elevate, è pur vero anche che è uno dei maggiori concorrenti per le nostre aziende del settore e che non sempre gioca pulito. Lo ha ricordato la presidente di Assocalzaturifici, Annarita Pilotti: ”Le aziende calzaturiere italiane, che danno lavoro a 77mila persone – ha dichiarato poco dopo il theMICAM -, restano in trincea e meritano maggiore attenzione da parte delle istituzioni. Per questo chiediamo che il Governo riconosca la defiscalizzazione degli investimenti sostenuti per realizzare i campionari. Per questo continueremo a batterci affinché l’Europa non riconosca alla Cina lo status di economia di mercato, a meno che il gigante asiatico produca le scarpe che vende da noi rispettando gli standard qualitativi, ambientali e di sicurezza che abbiamo in Italia”.

La difesa della qualità e dell’artigianalità delle calzature italiane, passa anche da iniziative come questa.

Calzature italiane, un 2015 tra luci e ombre

Abbiamo visto ieri come la Germania continui a essere un mercato strategico per le calzature italiane. Un mercato che, per quanto importante, non riesce però da solo a sopperire alla caduta fragorosa dell’export delle calzature italiane in Russia, a causa dell’embargo economico imposto al Paese di Putin.

Anche per questo, il 2015 per l’industria calzaturiera italiana non è stato un anno facile. Se l’occupazione ha fatto registrare una crescita modesta dopo 3 anni in calo (+0,6%) e l’export, nei primi 10 mesi ha fatto segnare un +1,5%, la zavorra russa si è sentita eccome e ha trascinato a fondo anche molti altri Paesi ex sovietici: -34%, oltre a un -45% in Ucraina e a un -24% in Kazakhstan.

Non solo le sanzioni economiche hanno però fatto tracollare le esportazioni di calzature italiane in Russia. La debolezza del rublo e i prezzi del petrolio ai minimi storici hanno inciso forse più dell’embargo, sia nei confronti delle aziende italiane che esportano direttamente, sia nei confronti dei grandi gruppi del lusso francesi per i quali molte di esse lavorano.

Per quanto non basti a compensare le perdite registrate in Russia, l’export globale delle calzature italiane nel 2015 è cresciuto: +32% in Corea del Sud, +16,4% negli Stati Uniti, +16% in Cina.

Con un fatto da non sottovalutare, però: sui mercati cinese e statunitense, quelli che vanno per la maggiore sono i grandi marchi, sia internazionali sia italiani, mentre le piccole e medie imprese delle calzature italiane che non sono sufficientemente strutturate per affrontare queste realtà rimangono comunque in sofferenza.

Ecco perché diventa ancora più importante l’opera di sostegno al mercato delle calzature italiane svolta da Assocalzaturifici a tutela delle imprese della filiera.

E’ primavera, svegliatevi partite!

Occhio! In questi giorni le Entrate inviano lettere di irregolarità a contribuenti titolari di partite Iva “dormienti o inattive”, non operative da anni ma ancora aperte nell’anagrafe tributaria. Esse determinano sanzioni amministrative pecuniarie per omessa comunicazione di chiusura attività.

Esenzione canone Rai, ecco l’autocertificazione

La scorsa settimana su Infoiva ci siamo occupati con dovizia di particolari della vicenda del canone Rai in bolletta. Uno degli aspetti di cui abbiamo parlato è stata l’autocertificazione per dichiarare di non possedere un apparecchio tv e di non essere, per questo, soggetti al pagamento del canone Rai.

Ora, per quanto riguarda questo ultimo aspetto, con provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 24 marzo 2016, sono stati definiti modalità e termini di presentazione della dichiarazione sostitutiva per autocertificare di non possedere un apparecchio televisivo.

Ricordiamo che la Legge di Stabilità 2016 ha introdotto la presunzione di possesso dell’apparecchio televisivo nel caso in cui esista un’utenza elettrica nel luogo dove il soggetto risiede anagraficamente, così da comportare il pagamento del canone Rai.

Il modello di dichiarazione sostitutiva deve essere presentato direttamente dal contribuente o dall’erede attraverso un’applicazione sul sito internet delle Entrate (disponibile dal 4 aprile), utilizzando le credenziali Fisconline o Entratel rilasciate dall’Agenzia, oppure attraverso gli intermediari abilitati.

Qualora non sia possibile l’invio telematico, il modello può essere inviato, insieme a un documento di riconoscimento valido, tramite raccomandata senza busta all’indirizzo Agenzia delle Entrate Ufficio di Torino 1, S.A.T. – Sportello abbonamenti tv – Casella Postale 22 – 10121 Torino.

Per il 2016, primo anno di applicazione del pagamento del canone Rai in bolletta, la dichiarazione sostitutiva avrà effetto per l’intero canone 2016 se viene presentata tramite raccomandata entro il 30 aprile, oppure per via telematica entro il 10 maggio 2016.

La dichiarazione presentata attraverso raccomandata dall’1 maggio 2016 ed entro il 30 giugno 2016, oppure in via telematica dall’11 maggio 2016 al 30 giugno 2016, avrà effetto per il canone Rai dovuto per il semestre luglio-dicembre 2016. La dichiarazione presentata dall’1 luglio 2016 al 31 gennaio 2017 avrà effetto per l’intero canone dovuto per tutto l’anno 2017.

Assocalzaturifici fa boom in Germania

Una delle eccellenze del made in Italy è l’industria della calzatura. L’associazione di rappresentanza del calzaturiero italiano, Assocalzaturifici, è impegnata da tempo sia in Italia sia all’estero per promuovere la calzatura di qualità e, di recente, ha registrato un successo con l’evento Moda Made in Italy organizzato a metà marzo al Moc di Monaco di Baviera.

All’evento di Assocalzaturifici erano presenti oltre 330 brand internazionali, che hanno potuto contare su oltre 1500 ingressi, per mostrare ai potenziali buyer le novità in un mercato fondamentale per l’export delle calzature italiane.

La Germania è infatti il terzo mercato mondiale per le esportazioni delle calzature tricolori, dopo Francia e Stati Uniti. Nei primi 10 mesi del 2015 ha fatto registrare un incremento del 4,8% in quantità e dello 0,9% in valore, mentre negli ultimi anni la media di paia venduti si è attestata stabilmente oltre i 32 milioni all’anno.

L’edizione 2016 di Moda Made in Italy si è confermata strategica nel calendario fieristico internazionale del settore calzaturiero, poiché ha attratto molti compratori dalla Germania, dalla Svizzera, dall’Austria e dal Nord Europa, oltre a numerosi buyer portati in fiera direttamente da Assocalzaturifici.

Assocalzaturifici che, per bocca del vicepresidente Giovanna Ceolini, ha commentato così l’edizione 2016 dell’evento: “I risultati positivi della manifestazione, cresciuta sia in termini di visitatori, il 17% rispetto a marzo 2015, sia in termini di espositori, con il 6,4% di aziende in più, mostra l’utilità di eventi come questo, in grado di mettere in contatto i buyer dei mercati più sensibili con le aziende di riferimento per la qualità italiana. La Germania continua a rappresentare un mercato di riferimento per l’Italia, anche se in questo momento si nota ancora una certa cautela negli ordini“.

Moda Made in Italy dà appuntamento al 9 settembre prossimo con un format espositivo rinnovato, subito dopo al theMicam, la manifestazione internazionale del comparto calzaturiero che si svolgerà nei padiglioni di Fiera Milano dal 3 al 6 settembre e che è, da sempre, il fiore all’occhiello per Assocalzaturifici.

Leasing immobiliare abitativo, ecco la guida

È stata presentata nei giorni scorsi la guida per la casa in leasing, una novità introdotta dalla Legge di Stabilità 2016 per regolamentare la disciplina del leasing immobiliare abitativo, che prevede incentivi fiscali sull’acquisto o la costruzione di immobili da adibire ad abitazione principale.

In sostanza, il leasing immobiliare abitativo si propone di agevolare l’acquisto della casa di residenza utilizzando lo strumento della locazione finanziaria in alternativa al mutuo. Una soluzione pensata soprattutto specie per i giovani.

La guida “Il Leasing immobiliare abitativo”, nasce dalla collaborazione tra Assilea (Associazione Italiana Leasing), il Consiglio Nazionale del Notariato, con l’adesione di 11 tra le principali Associazioni dei Consumatori  ed è stata realizzata con il contributo del dipartimento delle del Mef.

La guida chiarisce le caratteristiche principali del leasing immobiliare abitativo e i dubbi più frequenti legati a questo strumento, le tutele per il cittadino e i regimi fiscali applicabili. Per scaricare gratuitamente la guida, clicca qui.

Per dare qualche coordinata in materia, i soggetti che possono fruire del leasing immobiliare abitativo sono quelli con reddito complessivo non superiore a 55mila euro e privi di abitazione principale. I vantaggi fiscali di cui possono beneficiare i  titolari dei contratti di leasing immobiliare abitativo stipulati dall’1 gennaio 2016 al 31 dicembre 2020, sono interessanti e più vantaggiosi rispetto a quelli del mutuo. I giovani sotto i 35 anni all’atto della stipula del contratto e con reddito inferiore a 55mila euro godranno di:

  • detraibilità pari al 19% dei canoni di leasing (fino ad un importo massimo di 8 mila euro annui);
  • detraibilità pari al 19% del prezzo del riscatto (fino ad un importo massimo di 20 mila euro).

I soggetti con età uguale o superiore a 35 anni e con reddito complessivo non superiore a 55mila euro godranno di:

  • detraibilità pari al 19% dei canoni di leasing (fino ad un importo massimo di 4 mila euro annui;
  • detraibilità pari al 19% del prezzo del riscatto (fino ad un importo massimo di 10 mila euro).

Sia gli under 35 sia gli over 35 che stipulano un contratto di leasing immobiliare abitativo avranno l’imposta di registro sull’acquisto della prima casa ridotta all’1,5%. Nel caso di leasing, l’imposta di registro è calcolata sul prezzo di acquisto, perché non è applicabile il meccanismo del prezzo-valore.

In sostanza, i principali vantaggi del leasing immobiliare abitativo sulla prima casa sono:

  • nessun costo di iscrizione e cancellazione di ipoteca;
  • imposta di registro sull’atto di acquisto ridotta;
  • detraibilità del canone di leasing;
  • prezzo di riscatto detraibile nell’anno.

In caso di leasing immobiliare abitativo la detrazione è del 19% fino a un importo massimo dei canoni (quota capitale e quota interessi) di 8mila euro l’anno, mentre, nel caso del mutuo, la detrazione del 19% è per un importo massimo di 4mila e riguarda la sola quota degli interessi passivi. Inoltre, nel leasing immobiliare abitativo non si paga l’imposta sostitutiva (0,25%) che si paga invece sul mutuo.

Infine, ricordiamo che i vantaggi fiscali del leasing prima casa sono cumulabili con altre agevolazioni, come per esempio il 50% dell’Iva dovuta sull’acquisto di abitazioni di nuova costruzione ad alta efficienza energetica o gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici.

Il vino italiano torna a crescere nella Gdo

Manca ormai meno di un mese al Vinitaly, appuntamento numero 1 in Italia e nel mondo per il vino e la vitivinicoltura nazionale e si comincia a fare il punto su alcuni aspetti del settore enologico di casa nostra.

Uno dei più significativi di questi aspetti riguarda la crescita decisa delle vendite di vino italiano sugli scaffali della grande distribuzione, sia in volume sia a valore, dopo anni di stasi. Lo testimonia un’indagine dell’istituto di ricerca IRI, elaborata in esclusiva per Veronafiere, relativa all’andamento di mercato nel 2015.

Le vendite delle bottiglie di vino da 75cl aumentano del 2,8% a volume rispetto al 2014, e le bottiglie da 75cl a denominazione d’origine (Doc, Docg, Igt) dell’1,9%. Rispettivamente le vendite a valore crescono del 4% e del 3,8%.

Una crescita doppiamente positiva – ha commentato Virgilio Romano, Client Solutions Director di IRI – perché non è stata stimolata dalla crescita promozionale né da prezzi in calo. La pressione promozionale, infatti, rimane su livelli alti ma inalterati rispetto all’anno precedente, mentre i prezzi sono in aumento: i vini a denominazione di origine, ad esempio, hanno prezzi medi in crescita dell’1,9%. Dopo un lustro di assenza, la crescita contemporanea di volumi e valori ci lascia ben sperare per gli anni futuri”.

Risultati positivi anche per gli spumanti venduti nella grande distribuzione: +7,8% a volume e +7,5% a valore, anche se il prezzo medio è leggermente ridimensionato rispetto al 2014. Il vino biologico cresce a volume del 13,2% e a valore del 23%, ma i litri venduti sono ancora limitati: 1 milione e 630mila.

A poco meno di un mese dal via del 50esimo Vinitaly, si tratta di anticipazioni che fanno ben sperare in una crescita più strutturale del mercato interno del vino – è il commento di Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere -. Da sottolineare il continuo aumento delle vendite a valore, segno che il consumatore è più maturo: ricerca e sceglie la qualità. Si tratta di una strada che con Vinitaly abbiamo sempre sostenuto e promosso a livello commerciale e culturale, nelle nostre iniziative e negli incontri b2b tra Gdo, aziende e buyer”.

Il vino più venduto in assoluto nei supermercati italiani rimane il Lambrusco, con 12 milioni e 771mila litri, sempre tallonato dal Chianti, che vince però la classifica a valore. Al terzo posto sale lo Chardonnay, un bianco di vitigno internazionale, che cresce del 9% a volume. Si fanno notare le performance del Nero d’Avola (+4,6%), del Vermentino (+8,5%) e del Trebbiano (+5,6%).

Tra i vini “emergenti”, quelli che hanno fatto registrare nel 2015 un maggior tasso di crescita, il primo posto è occupato dalla Passerina marchigiana, +34,2%, il secondo dal Valpolicella Ripasso, il terzo dal Pecorino, il quarto dal piemontese Nebbiolo. E, se nel caso di Passerina e Pecorino si parla di bianchi con prezzi medi a bottiglia di circa 4 euro, Valpolicella Ripasso si posiziona sui 7,69 euro, Nebbiolo su 5,91. Un segnale che la crescita nelle vendite di vino si registra anche su bottiglie importanti per prezzo e complessità.

Vacanze di Pasqua con il segno +

Non c’è crisi (peraltro alle spalle, dicono gli ottimisti…) né paura di attentati che possano fermare la voglia degli italiani di ferie e di ponti. Lo dimostrano i numeri di queste vacanze di Pasqua snocciolati da Federalberghi.

La federazione degli albergatori stima infatti in 9,7 milioni (il 15,9% della popolazione) il numero gli italiani che stanno trascorrendo in viaggio le vacanze di Pasqua. Un numero che porta a +7,1% i connazionali fuori porta rispetto alle vacanze di Pasqua del 2015.

Come sempre Federalberghi ha anche indagato sulle mete preferite dagli italiani per le vacanze di Pasqua 2016. Di quanti sono rimasti in Italia (il 91% di chi ha scelto si spostarsi), il 29% ha scelto il mare, il 28% le città d’arte e il 23% la montagna, complice anche un innevamento ancora abbondante rispetto invece alla siccità che aveva contraddistinto le ultime vacanze di Natale.

Chi invece ha scelto una meta all’estero, nella maggior parte dei casi (il 73%) si è recato nelle capitali europee, nonostante il clima poco favorevole dal punto di vista della sicurezza, mentre un 12% ha scelto una crociera o delle località di mare.

Federalberghi ha rilevato che la struttura ricettiva preferita dagli italiani per queste vacanze di Pasqua è la casa di parenti o amici (nel 31,2%, in calo rispetto al 32,4% dello scorso anno), seguita dall’albergo (in crescita al 27,9% dal 26,9% del 2015), dalla casa di proprietà (13,4% contro 15% dello scorso anno), dal bed and breakfast (in decisa crescita, 8,3% contro 6,4%) e dall’appartamento in affitto (giù al 3,7% dal 4,2%).

Anche la spesa media e la durata della permanenza fuori casa in queste vacanze di Pasqua mostrano un incremento rispetto alle cifre dello scorso anno. Mediamente i viaggiatori di Pasqua spendono a testa 332 euro – ripartiti tra 639 di chi è all’estero e 306 di chi è rimasto in Italia -, con un giro d’affari complessivo di 3,22 miliardi di euro (+4,5% rispetto alla Pasqua 2015). La permanenza media rimane invece sulle 3,5 notti.

Di fronte ai numeri tutto sommato positivi per queste vacanze di Pasqua 2016, il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca non ha fatto mancare un appello alla politica perché dia al turismo la centralità che merita nelle strategie di sviluppo del Paese. “Accogliamo con favore il trend positivo che il mercato registra – ha dichiarato Boccae chiediamo al governo di sostenerlo attraverso la riduzione della pressione fiscale che grava sulle imprese del turismo. Meno tasse sul lavoro, di conseguenza, meno tasse sui beni strumentali, meno tasse sugli interventi di riqualificazione servono ad aprire la porta agli investimenti produttivi che creano ricchezza e posti di lavoro per tutto il Paese“.

Startup innovative e modello UNICO SC 2016

Che le startup innovative siano una risorsa per la nostra economia è un fatto che, oltre che dalle chiacchiere e dalle belle parole, deve essere supportato da politiche che possano favorirne lo sviluppo e il business.

Per fortuna il fisco se n’è accordo e nel nuovo modello UNICO SC 2016 per le società di capitali, che ha subito parecchie modifiche nel quadro RS rispetto alla versione 2015 è interessante segnalare quanto riportato nel prospetto degli “Investimenti in Startup innovative”, nel quale è stata prevista la nuova casella “Pmi innovativa” (nei righi da RS160 a RS162).

Con questa aggiunta è dunque stato applicato quanto disposto dal D.L. n. 3/2015 con l’applicazione delle disposizioni sulle agevolazioni per la deduzione dell’investimento in startup innovative contenute nel D.L. n. 179/2012 e previste per Pmi e startup innovative che operano sul mercato da meno di 7 anni dalla loro prima vendita commerciale.

Le agevolazioni a queste startup innovative si applicano nel rispetto delle condizioni e dei limiti previsti dall’articolo 21 del regolamento (Ue) 651/2014 della Commissione del 17 giugno 2014. Ricordiamo quindi che la nuova casella inserita nel modello UNICO SC 2016 va barrata esclusivamente se l’investimento è stato effettuato in Pmi.