Torna il turismo nel Ponte dei Santi

Confermate le partenze per il ponte dei Santi, in linea con lo scorso anno. Per quasi un’agenzia su cinque i clienti partono molto, per altrettante abbastanza. Un viaggio soprattutto per le coppie, verso le città d’arte o al mare.

Prime mete del ponte dei Santi Roma e Firenze e il mare toscano in Italia, Londra, Madrid e le isole in Spagna. La maggior parte per un week end allungato, ma uno su tre prende l’intera settimana di vacanza. Contenuta la spesa intorno ai 500 euro per il ponte dei Santi. Emerge da un’indagine della Camera di commercio di Milano su una decina di agenzie di viaggio e da una elaborazione sui dati del registro imprese.

Sono 15.441 le imprese del settore attive a livello nazionale. Roma è prima con 1.942 attività (+2,8% in un anno), seguita da Milano con 1.122 imprese e Napoli con oltre 1.000. Poi Torino, Firenze e Bari.

Sono oltre 2.400 le imprese in Lombardia che si occupano di organizzare viaggi e di assistenza turistica, il 15,7% del totale italiano di settore. Un settore stabile tra 2014 e 2015 che Milano cresce dello 0,4%, toccando quota 1.122 imprese. Vengono poi Brescia con 287 imprese, Bergamo con 209, Varese con 177 e Monza e Brianza con 166. In un anno cresce soprattutto Sondrio (+4%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro imprese al 2016 e 2015.

Ha dichiarato Luigi Maderna, presidente Fiavet Lombardia, Associazione regionale delle agenzie di viaggio aderente a Confcommercio Milano: “Positivo l’andamento della breve vacanza nel ponte dei Santi, che segna una differenza nel business e nelle prenotazioni delle agenzie. I milanesi cercano una breve sosta dal lavoro, un clima marino più mite dopo un autunno più rigido e piovoso del solito, oppure un momento culturale per visitare città e musei. Milano è ancora abbastanza richiesta e continua a suscitare l’interesse dei turisti”.

Alemanno (INT): bene riduzione aliquota gestione separata Inps

Riccardo Alemanno, Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi e Vice Presidente vicario di Confassociazioni, plaude alla riduzione dell’aliquota contributiva della gestione separata Inps, dal 27% al 25%, contenuta nella legge di Bilancio.

Ne avevamo avuta conferma già con il Draft Budgetary Plan, il documento sulla legge di Bilancio inviato a Bruxelles dal Governo, ma leggere la norma nell’articolato della legge, ci solleva da eventuali dubbi e ci permette di concentrarci su altri aspetti della problematica su cui si dovrà aprire un confronto”, ha dichiarato Alemanno.

Lo stesso Alemanno ha poi sottolineato: “In tal senso ci fa ben sperare questa inversione di tendenza e l’attenzione che l’attuale Esecutivo ha dimostrato di avere sulla previdenza dei professionisti della Legge 4/2013”.

A chi evidenzia che, trattandosi di contributi previdenziali con l’attuale sistema di calcolo contributivo, il beneficio attuale di cassa potrebbe poi avere effetti negativi sulla liquidazione della pensione, Alemanno ha replicato: “Il dubbio è legittimo in presenza di sistema di calcolo contributivo, ma l’aliquota resta comunque la più elevata del settore professionale autonomo ed il rischio di un mancato intervento sarebbe stato l’aumento sino al 33% entro il 2018, ciò sarebbe stato insostenibile. Nel sistema contributivo si deve trovare un punto di equilibrio tra versamenti contributivi e salvaguardia del reddito, punto che noi avevamo indicato nel 24%, il 25% previsto dal Governo possiamo dire che viene incontro alle nostre richieste”.

Credo che oggi la riflessione urgente sul rapporto contributi e calcolo contributivi la debbano fare quelle casse previdenziali che, nonostante gli sforzi degli ultimi anni, applicano ancora aliquote troppo basse, in questo caso sì che l’effetto sul calcolo della pensione sarà estremamente negativo”, ha concluso Alemanno.

Digitalizzazione imprese e Industria 4.0

La più grande sfida per la digitalizzazione delle imprese italiane sembra essere quella dell’ Industria 4.0. Una rivoluzione che, nel nostro Paese, dovrebbe trovare terreno fertile, dal momento che si inserisce nel campo del manifatturiero che è la spina dorsale della nostra economia.

Il made in Italy, quello della tradizione, grazie al digitale e all’ Industria 4.0 si rinnova e può portare ad un nuovo made in Italy, in un processo che, si stima, nel 2020 farà generare al manifatturiero italiano almeno il 20% del Pil.

Per questo, alcune realtà hanno cominciato a muoversi come dimostra, per esempio, il caso di Fabbrica 4.0, progetto di Confindustria Servizi Innovativi che ha l’obiettivo di promuovere l’utilizzo del digitale nel manifatturiero attraverso diversi passaggi tipici dell’ Industria 4.0: reingegnerizzazione dei processi, utilizzo del cloud, stampa 3D, la manifattura additiva.

Quello di Confindustria Servizi Innovativi è solo uno dei tanti progetti che, si spera, potranno portare presto l’Italia sulla strada dell’ Industria 4.0. E, per rinfrescarci la mente, rivediamo insieme, in sintesi, che cosa c’è alla base di questa “quarta rivoluzione industriale”.

Intanto bisogna ricordare che l’espressione Industria 4.0 deriva dall’omologa tedesca Industrie 4.0, coniata in Germania dall’associazione di ingegneri Vda. La Germania, infatti. È la patria dell’ Industria 4.0, ormai da anni al centro delle strategie produttive nazionali.

Uno dei pilastri fondativi dell’ Industria 4.0 insieme ai Big Data (la raccolta, la razionalizzazione e l’analisi di una ingente mole di dati in tempi molto rapidi) e al Cloud Computing (disponibilità di dati in remoto, accessibili ovunque e sempre tramite web) è l’Internet of Things, (IoT, internet delle cose). In sostanza, l’IoT è la tecnologia che consente di connettere in rete tra loro e far dialogare tanto gli oggetti di uso quotidiano (dal frigo alla lavatrice), quanto le macchine di sistemi produttivi industriali complessi.

Proprio l’applicazione di queste tre componenti alla produzione industriale farà in modo che i processi aziendali diventino più rapidi, economici e razionali. Le macchine non si limiteranno a produrre, ma diventeranno dei veri server in grado di immagazzinare dati, rielaborarli e inviare alle varie unità dell’azienda informazioni in tempo reale sullo stato dei processi produttivi, in modo da variarli e renderli più efficaci se necessario.

Brexit ed export made in Italy

La Brexit, lo dicono in molti, avrà diverse ripercussioni sulla vita economica europea, specialmente per i Paesi più esposti verso il Regno Unito in termini di relazioni finanziarie e commerciali.

L’Italia è uno tra questi Paesi, specialmente per ciò che riguarda il comparto agroalimentare e quello della moda. E, in questo senso, vi potrebbe essere un grosso danno per il settore.

Le stime le ha fatte Coldiretti, secondo la quale la Brexit farà calare le esportazioni italiane sull’isola del 12%. Un calo generalizzato e diffuso in tutti i settori, dall’agroalimentare alla moda, dall’automotive al legno-arredo che potrà arrivare a quasi 3 miliardi all’anno.

L’associazione rileva che il settore dell’export made in Italy maggiormente colpito dall’effetto del referendum inglese è quello dei mezzi di trasporto, calato del 22% su scala globale e del 31% limitandosi alle sole automobili.

Giù anche l’export di macchinari e apparecchi, specialmente elettromedicali, penalizzato dalla Brexit per un 13%, quello dei prodotti agroalimentari (-9%) e della moda e tessile (-6%).

Non sfuggono alla sforbiciata della Brexit gli articoli in gomma e materie plastiche (-17%), il legno-arredo (-17%) e gli apparecchi elettrici (-6%).

Il ravvedimento per il 730 infedele

Più spesso per imperizia, meno per malizia, capita che possa essere presentato un 730 infedele. Ebbene, di recente le Entrate hanno emesso una circolare che chiarisce come procedere al ravvedimento operoso in caso di 730 infedele.

Per il ravvedimento del 730 infedele è necessario utilizzare il modello UNICO Persone fisiche 2016, qualora dall’errore il contribuente evinca che gli spettino un minor credito o un maggior debito.

Il modello UNICO Persone fisiche 2016 va presentato alle Entrate entro termini che cambiano in base all’integrazione dovuta:

  • entro il 30 settembre 2016 (in caso di dichiarazione correttiva nei termini). Qualora dall’integrazione del 730 infedele emerga un importo a debito, il contribuente deve pagare il tributo dovuto, gli interessi calcolati al tasso legale con maturazione giornaliera, la sanzione in misura ridotta ex art. 13 D. Lgs. 472/1997;
  • entro il 31 dicembre del quarto anno successivo a quello in cui è stato presentato il 730 infedele (in caso di dichiarazione integrativa ex art. 2 comma 8 D.P.R. 322/1998). Qualora dall’integrazione del 730 infedele emerga un importo a debito, il contribuente deve pagare il tributo dovuto, gli interessi calcolati al tasso legale con maturazione giornaliera, le sanzioni in misura ridotta previste in materia di ravvedimento operoso;
  • entro il termine previsto per la presentazione del modello UNICO relativo all’anno successivo (in caso di dichiarazione integrativa). Qualora dall’integrazione emerga un importo a debito, il contribuente deve pagare il tributo dovuto, gli interessi calcolati al tasso legale con maturazione giornaliera, le sanzioni in misura ridotta previste in materia di ravvedimento operoso.

Qualora si presenti un modello UNICO correttivo nei termini, non vi sono sanzioni per il 730 infedele ma solo la sanzione e gli interessi per l’eventuale omesso versamento della maggiore imposta. Queste sanzioni si calcolano con riferimento alla data del termine di versamento previsto per le persone fisiche che compilano l’UNICO.

Comprare casa? È il momento giusto

Secondo un’indagine condotta da Immobiliare.it su un campione si oltre 1.500 individui che, negli ultimi tre mesi, hanno cercato un immobile in vendita o in affitto, per il 70,4% degli intervistati questo è un ottimo momento per comprare casa. Chi è convinto che non lo sia rappresenta appena l’8,4% del totale.

Segmentando il campione per sesso e residenza, emerge come alla domanda Pensi sia un buon momento per comprare casa?”, la maggiore positività sia stata riscontrata fra le donne e nel Centro Italia. Considerando il solo campione femminile, la percentuale di chi ritiene quello attuale un momento propizio per acquistare un immobile è pari al 73,6%, dato che scende al 68,7% fra gli uomini. Nel Centro Italia è convinto della positività del periodo per comprare casa il 71,7% degli intervistati, che diventa il 70,2% al Sud e il 69,5% al Nord.

Il dato assume una rilevanza ancora maggiore se lo si confronta con l’ultimo disponibile, quello relativo al terzo trimestre del 2012. All’epoca appena il 45% dei rispondenti si dichiarava fiducioso e ottimista per comprare casa.

Se si tratta di un buon momento per comprare casa, però, chiaramente non lo è per vendere. Alla domanda diretta Pensi sia un buon momento per vendere casa?, risponde NO il 69,4% del campione, percentuale che arriva invece a superare il 75% se si considerano solo le risposte date dalle donne. Guardando alla residenza di chi ha risposto, i più convinti del fatto che non sia il momento giusto per vendere sono i residenti nel Centro Italia (72,6%), ma questa volta alle loro spalle si trovano i residenti nel Nord (67,8%), che superano di un punto percentuale quelli del Sud (66,8%).

Le risposte alle due domande precedenti (comprare casa o vendere casa) sono molto legate alle convinzioni degli intervistati riguardo al prezzo degli immobili. Immobiliare.it ha continuato la sua indagine chiedendo agli intervistati che cosa pensano che accadrà al prezzo delle case nei prossimi dodici mesi. Il 43,2% ha dichiarato di sentirsi ragionevolmente certo del fatto che si manterranno stabili, ma il 27,4% è ancora più ottimista e ritiene che continueranno a calare. Di parere opposto il 21,7% degli intervistati: a credere che i prezzi riprenderanno presto a salire sono maggiormente gli uomini (22% vs 21%) e i residenti nel Nord Italia (20,6%).

Dopo anni terribili per il mercato immobiliare – ha dichiarato Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.it – oggi la situazione pare diversa e finalmente torna la fiducia fra i compratori. In parallelo, anche molti investitori ricominciano a guardare all’Italia come un mercato profittevole con investimenti in crescita, soprattutto nel settore degli immobili commerciali. E questo non può che essere un bene.

Il design italiano nel mondo

La Camera di commercio di Milano, in collaborazione con Promos, azienda speciale per le Attività Internazionali, ha stilato la mappa “Il design italiano nel mondo – Italian design in the world”, che individua i maggiori mercati, quelli emergenti e le imprese che operano nel settore del design (clicca qui per scaricarla).

Un export da 20,7 miliardi in un anno. È il valore raggiunto dall’Italia nel campo del design nel 2015 tra arredamento, illuminazione, articoli in porcellana e ceramica e gioielleria, +6,6% rispetto all’anno precedente. In particolare sono aumentate le esportazioni di mobili per cucine (+10%), di arredo domestico, parti di mobili e sedie (+9%) e di gioielleria (+8%).

I 3 maggiori partner italiani sono Francia (13%), Svizzera (9,3%), Germania (9,2%). Quelli emergenti Messico (+46,3%), Cina (+35%) e Arabia Saudita (+22,3%). Ma tra le prime 20 destinazioni del design italiano compaiono anche Stati Uniti, Canada, Giappone e Australia.

E se la Francia è il principale partner per quasi tutti i prodotti, i mobili d’ufficio vanno anche in Arabia Saudita, le cucine negli Stati Uniti e in Russia, i materassi in Germania e Polonia, l’arredo domestico negli Stati Uniti, le poltrone, i divani e le parti di mobili nel Regno Unito, le apparecchiature per l’illuminazione, i prodotti in porcellana e vetro, le sedie e l’arredo esterno in Germania, la gioielleria, bigiotteria e le pietre preziose in Svizzera, Emirati Arabi Uniti e Hong Kong

Ai primi posti in Italia per imprese del design: nel manifatturiero Monza e Brianza (6,4%), Milano (5,1%) e Treviso (4,6%); nel commercio Roma (8,9%), Napoli (8,6%), Milano (5,3%); nella progettazione di design Milano (9,8%), Torino (6,9%), Roma (5,2%).

Variegata la geografia di destinazione del design italiano. Nei mobili d’ufficio tra le prime 20 destinazioni spiccano per crescita Australia (+164%), Giappone (+43,9%), Canada (+38,8%), nei mobili per cucine Singapore (+367,7%), Emirati Arabi Uniti (+55%), Israele (+50,4%), nei materassi Ungheria (+231,4%), Emirati Arabi Uniti (+87,9%), Austria (+38%), nell’arredo domestico Cina (+104,4%) Emirati Arabi Uniti (+46,2%), Australia (+45,7%), nelle sedie Emirati Arabi Uniti (+46,6%), Arabia Saudita (+71,1%) Corea del Sud (+56,9%), in poltrone e divani Corea del Sud (+106,7%), Hong Kong (+43,2%) e Cina (+41,6%), in parti e accessori per mobili Danimarca (+30,5%), Canada (+28,7%) e Spagna (+21,6%), in arredo esterno Emirati Arabi Uniti (+71%), Spagna (+28,7%) e Canada (+26,7%), in apparecchiature per l’illuminazione Slovacchia (+67,6%), Emirati Arabi Uniti (+32,5%) e Spagna (+26,7%), in prodotti in vetro Cina (+46%), Canada (+22,1%) e Arabia Saudita (+35,3%), in gioielleria e bigiotteria Repubblica domenicana (+59,4%), Messico (+53,5%) e Sud Africa (+37,5%), in articoli in porcellana e ceramica Bulgaria (+42,7%), Spagna (+18%) e Austria (+13,5%).

Irap e professionisti, una sentenza della Cassazione

Il tema dell’assoggettamento all’ Irap di alcune categorie professionali è sempre piuttosto caldo. Ora, sul tema, arriva un recente pronunciamento della Corte di Cassazione destinato a fare giurisprudenza.

La Suprema Corte ha infatti stabilito, con un’apposita sentenza del settembre scorso, che è corretta la richiesta di rimborso Irap avanzata da un componente di uno studio associato se relativa all’ Irap versata sui compensi ricevuti in seguito a incarichi di controllo e amministrazione ricoperti in società ed enti, qualora siano stati fatturati nell’ambito della propria posizione personale, senza dipendenti né beni strumentali di rilievo.

Questa sentenza della Cassazione sull’ Irap può essere applicata a ulteriori attività, tipicamente quella di amministratore di condominio, che il singolo componente dell’associazione professionale svolge in autonomia.

Nello specifico, la Cassazione era stata chiamata dalle Entrate a giudicare sul caso di un commercialista che si era visto riconoscere in secondo grado il rimborso dell’ Irap versata, nonostante operasse principalmente come membro di uno studio associato, ma ricoprisse in autonomia anche i ruoli di sindaco, revisore e amministratore di società ed enti.

Le Entrate, infatti, si rifiutavano di erogare il rimborso nonostante vi fossero tutti i presupposti per l’esonero dall’imposta, poiché ritenevano che l’autonoma organizzazione fosse presumibile dalla partecipazione del commercialista alla associazione professionale.

La Cassazione ha invece dato ragione al professionista sostenendo che è compito del giudice verificare se l’attività per la quale viene richiesto l’esonero Irap sia concretamente svolta non solo senza organizzazione propria, ma anche in autonomia, singolarmente e separatamente dall’attività svolta dal professionista per conto della associazione professionale cui appartiene.

Timbrare il cartellino con la app? Sì, ma occhio alla privacy

Una delle principali questioni che le nuove tecnologie pongono nei rapporti tra aziende e lavoratori è quella della possibilità di “sorvegliare” il lavoro di questi ultimi con strumenti e app.

Specialmente il tema della geolocalizzazione assume risvolti delicati se questa tecnologia è utilizzata in maniera indebita per finalità che possono violare la privacy dei dipendenti.

Ecco dunque perché, di recente, il Garante della privacy è stato chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di chiarimenti di due aziende che chiedevano di poter installare sugli smartphone di alcuni dipendenti una app per timbrare il cartellino da remoto.

Il Garante della privacy ha stabilito che è lecito installare app sul telefono dei dipendenti che permettano di rilevare le loro presenze giornaliere, purché l’installazione e l’utilizzo prevedano particolari limitazioni.

Nel caso specifico, si trattava di società che operano nell’ambito HR nelle quali alcuni dipendenti lavorano fuori sede o in società afferenti, per i quali è necessario monitorare le ore lavorative.

Il Garante della privacy ha stabilito che la app può essere installata solo se il lavoratore è d’accordo e se, una volta installata, quest’ultimo ha la possibilità di capire se e quando è attiva la geolocalizzazione.

Inoltre, la app potrà conservare solo informazioni relative all’entrata e all’uscita del lavoratore dall’ufficio o alla sua presenza in azienda ma nient’altro che leda la privacy degli utilizzatori, a partire dai contenuti dello smartphone e dalla posizione del lavoratore una volta timbrata l’uscita.

Alternanza scuola-lavoro, protocollo in Lombardia

Siglato nei giorni scorsi il protocollo d’intesa per promuovere informazione e iniziative nel campo dell’ alternanza scuola-lavoro tra Confcommercio Lombardia, Regione Lombardia e Ufficio Scolastico regionale.

Abbiamo aderito convintamente al protocollo dell’ alternanza scuola-lavoro per significare il nostro impegno nel passaggio culturale di avvicinamento tra sistema dell’educazione e mondo del lavoro”, ha commentato Giovanna Mavellia, segretario generale di Confcommercio Lombardia.

Non nascondiamo le difficoltà che il nuovo modello presenta, soprattutto per le imprese più piccole e meno strutturate – prosegue Mavellia parlando di alternanza scuola-lavoro -, ma ci presentiamo oggi con la consapevolezza che un ruolo propulsivo può essere giocato proprio dalle organizzazioni imprenditoriali. Con questa intesa avviamo dunque un primo passo per dare agli studenti lombardi, lavoratori e imprenditori del domani, la possibilità di conoscere da vicino il sistema delle imprese lombarde del Terziario attraverso percorsi didattici, educativi, formativi e sperimentali”.

Un modo per instaurare un dialogo costante tra scuole e imprese del commercio, turismo, servizi, Distretti del Commercio e dell’Attrattività e reti d’impresa, per guidare i giovani nella scoperta delle vocazioni e degli interessi personali sia per agevolare possibili sbocchi occupazionali al termine del percorso di studi sia in ottica di autoimprenditorialità”, ha concluso Mavellia.