Abolito l’obbligo di comunicazione dei beni in godimento ai soci

Senato ha approvato il maxiemendamento Milleproroghe e, come conseguenza, le società vedono la loro burocrazia in parte semplificata, poiché viene meno l’obbligo di comunicazione dei beni concessi in godimento ai soci a decorrere dal 2017.

E’ stata dunque abrogata la comunicazione dei beni dati in uso ai soci, ovvero la norma contenuta nell’articolo 2 del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148: vengono abrogati i commi 36-sexiesdecies e 36-septiesdecies, i quali prevedevano l’obbligo di comunicare, con invio telematico all’Agenzia delle Entrate, i dati anagrafici dei soci o dei familiari che avevano ricevuto in godimento i beni dell’impresa per un corrispettivo annuo inferiore al valore di mercato del diritto di godimento.

Niente cambia, invece, per la norma contenuta nell’articolo 67 del TUIR, che prevede che costituisce reddito diverso la differenza tra il valore di mercato e il corrispettivo annuo per la concessione in godimento di beni dell’impresa a soci o familiari dell’imprenditore.

Viene invece meno il compito dell’Agenzia delle Entrate di controllare sistematicamente la posizione delle persone fisiche che avevano utilizzato i beni concessi in godimento, tenendo conto, ai fini della ricostruzione sintetica del reddito, dei finanziamenti e delle capitalizzazioni a favore della società.

Vera MORETTI

 

Federnotai chiede una revisione del concorso per la pratica notarile

Sono stati divulgati da Federnotai, il sindacato dei notai italiani, i dati relativi alla pratica notarile in Italia. Ebbene, la situazione è pressoché identica da Nord a Sud, con un calo di iscritti alla pratica del 60%, percentuale media che passa tra Firenze (57.14%) e Bari (68,75%).

Che cosa ha provocato un crollo così drastico? Sicuramente l’incertezza sui tempi, poiché da un concorso all’altro passano come minimo due anni, e anche l’attesa della correzione delle prove scritte e l’attesa tra la fine delle prove orali e l’approvazione della graduatoria: in genere si aggiunge un altro anno di attesa.
Questo comporta anche un onere economico non indifferente, poiché non sempre si supera il concorso al primo tentativo, perciò a questi tre anni stimati se ne aggiunge il doppio, e non tutti possono permetterselo.

Inoltre, da qualche anno c’è un’ulteriore intoppo: una persona può iscriversi al concorso anche molte volte, ma non può consegnare le prove scritte più di tre volte. Questo limite porta molti partecipanti che hanno a disposizione solo l’ultimo tentativo a non consegnare, ritirandosi dal concorso. Questo fenomeno si è già manifestato negli ultimi anni ed è diventato eclatante in occasione dell’ultimo concorso: oltre 4000 iscritti, solo 1500 consegnanti, per 500 posti. Si è passati da un rapporto consegnanti / ammessi agli orali di 1/10 ad un rapporto potenzialmente di 1/3 che rischia di minare la qualità dei vincitori, sicuramente inferiore rispetto al passato.

Carmelo Di Marco, presidente di Federnotai , ha commentato: “Lo svolgimento della pratica, il tipo di preparazione, il modo in cui il concorso è organizzato e strutturato, non sono cambiati nel corso dei decenni. I laureati invece sono cambiati, e molto. Oggi si propone ad un giovane di scegliere una strada che lo porterà a studiare, scrivere e parlare quasi solo in lingua italiana per poi accedere ad una professione che, salve rarissime eccezioni, prevede la compresenza del notaio e dei clienti e l’utilizzo della carta. I notai alimentano tutti i Pubblici Registri trasmettendo per via telematica documenti digitali: si dovrebbe rendere facile e conveniente il ricorso agli strumenti informatici anche nelle fasi di istruzione e di stipula degli atti: quel giovane ha trascorso metà della sua vita scrivendo pochissimo, quasi nulla a mano, usando almeno due lingue diverse, considerando normale che la comunicazione e le informazioni si trasmettano per immagini e non per parole, e che la compresenza sia un fatto del tutto occasionale. E’ abituato a cancellare messaggi o a comunicare su piattaforme social che li distruggono automaticamente: come può considerare che la conservazione sicura di un documento sia il presupposto per “avere titolo”, cioè per far valere un suo diritto?”.

Per questo motivo, Federnotai ha deciso di elaborare una serie di proposte per l’accesso alla professione, a cominciare dall’abolizione del limite delle tre consegne, la reintroduzione di una preselezione, il ripensamento della struttura e del funzionamento della Commissione esaminatrice e strumenti per rendere nuovamente appetibile la scelta della pratica notarile.

Ha conlcuso Di Marco: “Occorrono certamente nuovi contenuti nel percorso di studi, l’utilizzo di lingue diverse, strumenti che permettano al notaio di esercitare la sua funzione anche se il cliente non si trova fisicamente nello stesso luogo. Ma occorre soprattutto che i ragazzi conoscano e apprezzino l’essenza della funzione: i giovani appaiono rassegnati alla precarietà dei rapporti e all’incertezza dei diritti. Scegliere una professione che, al contrario, ha la funzione essenziale di dare stabilità e sicurezza a chiunque, senza distinzione di status sociale e di appartenenza, può rappresentare una sfida appassionante e persino una occasione di riscatto, che può essere centrata salendo sul formidabile “ascensore sociale” rappresentato dal concorso pubblico notarile. Abbiamo affidato le nostre proposte al Consiglio Nazionale del Notariato augurandoci che le analizzi e le condivida per sottoporle al Ministero di Giustizia in vista di una riforma migliorativa”.

Vera MORETTI

A Cuneo siglato accordo tra Camere di Commercio e Ufficio Scolastico Territoriale

E’ stato siglato, lo scorso 16 febbraio presso la sala Giunta della Camera di Commercio di Cuneo, un accordo quadro tra Ferruccio Dardanello, presidente dell’ente camerale, Stefano Allisiardi, presedente del comitato camerale per il Prezzario delle opere edili ed impiantistiche della provincia di Cuneo e Stefano Suraniti, dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale.

La Camera di Commercio di Cuneo diventa così promotrice di percorsi concreti di alternanza scuola lavoro, per creare un raccordo più solido tra le scuole e il mondo imprenditoriale e professionale, tra l’altro previsto dalla Legge per la buona scuola.

Il progetto è sicuramente innovativo, grazie alla condivisione del comitato tecnico del Prezzario, dei suoi componenti, degli Ordini e Collegi professionali e delle associazioni di categoria in esso rappresentati, e si propone di favorire la realizzazione di progetti di alternanza scuola-lavoro che consentano a specifiche classi degli istituti tecnici provinciali di approfondire le realtà operative del mercato dell’edilizia e dell’impiantistica.

Nello specifico, i ragazzi avranno la possibilità di apprendere le dinamiche e le metodologie di formazione e di analisi dei prezzi che vengono inseriti annualmente nel Prezzario comunale. Ciò potrà avvenire grazie all’assistenza di tutor esperti e degli insegnanti di riferimento e avvalendosi delle funzionalità informatiche che saranno messe a loro disposizione dall’ente camerale.

I primi istituti tecnici che hanno manifestato il proprio interesse potranno definire i contenuti degli specifici progetti di alternanza con i corrispondenti esperti del Comitato camerale, in rappresentanza degli Ordini e Collegi professionali e delle associazioni imprenditoriali di categoria, per dare concretamente avvio a questa iniziativa che costituirà a tutti gli effetti attività di alternanza scuola-lavoro.

Il Registro per l’alternanza è stato istituito due anni fa, e invita le aziende, gli enti pubblici e privati, le istituzioni non profit e i professionisti a iscriversi, senza alcun onere, per rendere visibile la propria attenzione ai giovani e la disponibilità ad accogliere, nella loro realtà, studenti che realizzeranno un’esperienza lavorativa all’interno dello specifico percorso scolastico.

Vera MORETTI

Confassociazioni soddisfatta dell’accoglienza delle istanze sul Lavoro Autonomo

Angelo Deiana, presidente di Confassociazioni, ha espresso la sua soddisfazione quando, durante l’audizione in Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati sono state discusse le proposte emendative presentate dalla sua associazione, comprese quelle relative al testo sullo Statuto del Lavoro Autonomo.

Federica De Pasquale, Vice Presidente Confassociazioni con delega alle Pari Opportunità, ha voluto aggiungere: “In particolare, come sottolineato in diverse sedi riteniamo che sia assolutamente sbagliata la forzatura fatta dalla Commissione Lavoro del Senato con l’inserimento degli articoli 5 e 6 che prevedono una forma di incondizionata protezione di alcuni Ordini e collegi professionali attraverso deleghe sussidiare da parte del Governo. Tutto il mondo che rappresentiamo, formato da 275 associazioni in rappresentanza di oltre 460mila professionisti iscritti, chiede a gran voce la soppressione di questi articoli che rasentano l’incostituzionalità e prevedono tasse occulte come l’imposizione, tramite gli ordini, del cosiddetto fascicolo del fabbricato”.

Deiana ha poi concluso: “Nel ringraziare tutti i deputati dei diversi partiti che hanno fatto proprie le nostre istanze auspichiamo che l’intera Commissione Lavoro proceda nel segno dell’abrogazione degli articoli 5 e 6 così da evitare forme di corporativismo imperante e garantire, invece, pari dignità e tutele anche al lavoro autonomo. Qualora tale necessità di equilibrio non venga colta dalla Commissione, Confassociazioni continuerà a lavorarci intensamente, presentando, se necessario, tutte le motivazioni utili a comprendere il gap differenziale tra lavoratori definiti di serie A e lavoratori considerati di serie B, all’Autorità Garante per la Concorrenza del Mercato come pure agli organi istituzionali europei, al fine di ridurlo per poi abolirlo del tutto”.

Vera MORETTI

L’aviazione cinese in espansione: in parte sarà anche Made in Italy

La Cina sta pensando in grande in termini di aviazione, con un progetto che prevede una spesa stellare (un trilione di Yuan, pari a 153 miliardi di dollari) per la costruzione di nuovi aeroporti e un aumento esponenziale di aeromobili, che dovrebbe superare le 5mila unità.

Ma questa crescita, che sarà qualitativa oltre che numerica, avverrà grazie all’apporto dell’Europa, in una collaborazione che verrà gestita dalla Camera di Commercio Europea, che porterà con sé una dote di 10 milioni di euro.
Per ora le aziende cinesi già certificate nel settore sono 281, anche se nei prossimi anni aumenteranno ulteriormente le opportunità di lavoro, coinvolgendo tutti i settori avanzati: robotica, cantieristica navale, informatica, automotive e aerospazio.

L’Italia, in tutto ciò, vuole dire fortemente la sua, anche a fronte degli avvicinamenti avvenuti negli ani scorsi, a cominciare dal lancio del Business Forum Italia Cina.
A questo proposito, nel Paese del Sol Levante è nato un consorzio di pmi, l’Italian Aerospace Network (Ian), guidato da Andrea Spiriti, attivo nell’industria dell’aviazione e dell’aerospazio. Ian ha firmato, tra l’altro, un Memo of strategic cooperation (Moc) con Xixian Airport New City (Anc), l’aeroporto di Xi’an.

Inoltre, la Loncin Motor di Chongqing ha appena acquisito il 67% nell’italiana Cmd (Costruzioni motori diesel), presieduta da Salvatore De Biasio, per 44,1 milioni di dollari, e questa mossa permetterà di espandere il business nel campo dei motori dell’aviazione. Cmd, nel tempo, è diventata uno dei più importanti player nella realizzazione di macchine ad alta precisione per motori ed è un partner strategico per Fca, Mv Agusta, Isotta Fraschini.

Mariano Negri, ceo di Cmd, ha affermato: “Loncin ha assicurato che la partnership servirà non come puro e semplice strumento di export , ma come strumento di crescita nel mercato europeo. Il fatto di aver raggiunto un accordo così importante con un gruppo che è un gigante può solo sortire effetti positivi. Siamo all’inizio di un grande processo di sinergia e di cammino insieme”.

A guardare alla Cina è anche l’azienda napoletana Protom, il cui fondatore Fabio De Felice, ha dichiarato: “L’opportunità più rilevante che ci spinge a intessere relazioni con le imprese aeronautiche cinesi è legata soprattutto alle collaborazioni scientifico-tecnologiche, come il Clean Sky 2, il programma più ambizioso mai lanciato sulla ricerca aeronautica in Europa, caratterizzato da un partenariato europeo pubblico-privato nato per incentivare innovatività e sostenibilità del trasporto aereo”.

Vera MORETTI

POS: in aumento l’utilizzo di pagamenti con carte e online

La Banca d’Italia ha effettuato un’analisi che riguarda i sistemi di pagamento nel tempo compreso tra luglio 2015 e giugno 2016 e, per quanto riguarda le operazioni su POS con carta di debito, sono aumentate del 13,6% rispetto all’anno precedente, pari a 110.847 milioni di euro.

Questo incremento è stato possibile anche perché molte imprese hanno deciso di attivare il POS. Nel biennio 2013-2015, infatti, i POS attivi sono saliti del 25,7%, con picchi, in alcune regioni, che hanno raggiunto il 40%.

Nell’ultimo triennio le transazioni elettroniche via POS sono salite ad un ritmo otto volte più veloce di quello dei consumi. Tra la fine del 2013 e la metà 2016 il valore delle operazioni con POS è cresciuto del 40,7% mentre nello stesso arco di tempo la spesa a prezzi correnti per consumi delle famiglie è salita del 5,1%. Ciò ha portato come conseguenza l’aumento delle operazioni POS per le famiglie, con un a spesa in aumento del 3%, passando dall’8,0% della fine 2013 al 10,9% della metà 2016.

Il valore delle transazioni con carta di credito ammonta a 54.148 milioni di euro, di cui 44.248 milioni di euro (81,7% del totale) per operazioni con carte personali e 9.900 milioni (18,3% del totale) con carte aziendali.
L’analisi dei dati dell’Istat sull’ICT nelle famiglie evidenzia che sono 13.204.000 gli italiani che utilizzano servizi bancari via internet, pari al 41,3% della utenti internet.
Si tratta di una quota che diventa più elevata nei comuni dell’area metropolitana (48,0%) e negli adulti relativamente più giovani (48,7% tra 35 e 44 anni). Si osserva un gap di genere di quasi dieci punti, con il 46,0% degli uomini che utilizzano i servizi di home banking a fronte del 36,3% delle donne; nella classi di età più giovani il divario scende in modo vistoso e tra per giovani tra 25 e 34 anni si riduce a 3,3 punti.

Ovviamente, la quota più elevata si registra al Nord (49,1%) seguita dal Centro (41,1%) e dal Mezzogiorno (28,8%). La regione con la maggiore quota di navigatori che effettuano operazioni di home banking è la Valle d’Aosta con il 54,5%, seguita dal Veneto con il 50,1%, dal Friuli-Venezia Giulia con il 50,0%, Piemonte e Lombardia con il 49,2%. Le quote più contenute in Puglia (27,7%), Calabria (24,8%) e Campania (23,2%).
Più contenuta la quota di utenti internet che esegue operazioni finanziarie relativamente ad azioni, polizze, mutui, ecc. che si ferma al 2,5%. Le quote più elevate in Lombardia 3,8%, Friuli-Venezia Giulia (3,7%), Piemonte (3,6%), Marche (3,4%) e Veneto (3,1%).

Vera MORETTI

 

La situazione della Ristorazione italiana secondo il Rapporto 2016

E’ stato redatto il Rapporto 2016 sulla Ristorazione Italiana, con tutte le informazioni che riguardano l’anno appena trascorso, fino al 31 dicembre.
Per pubblicare questa relazione sono state prese in considerazione sia le variabili macro del settore, alquanto complesso in verità, sia alcuni fenomeni micro, come quello relativo alla dinamica dei prezzi di alcuni prodotti di punta del consumo alimentare quando ci si trova fuori casa.

Cominciando dal contesto macroeconomico, si tiene presente sia la dinamica dei consumi sia il complesso dell’economia, ma anche la ristorazione in sé e per sé. Senza tralasciare il posizionamento dell’Italia nel panorama europeo che riguarda i consumi alimentari fuori casa.
La seconda parte, invece, si occupa di osservare la struttura dinamica e imprenditoriale andando a consultare gli archivi della Camera di Commercio. A questo proposito, si tiene conto di natalità e mortalità delle imprese. Considerando le ampie differenze territoriali, che rendono la ristorazione italiana così fortemente variegata, sono state prese in considerazione informazioni a livello regionale.

Nella terza parte ci si è concentrati sulle performance economiche del settore misurando valore aggiunto, occupazione e produttività. L’illustrazione delle dinamiche strutturali di medio-lungo termine si accompagna alla presentazione di valori aggiornati ed al monitoraggio della congiuntura per mezzo dell’osservatorio trimestrale della Ristorazione 2016 – Rapporto Annuale Introduzione e sintesi dei risultati.
Ovviamente, particolare attenzione è stata data alla dinamica dei prezzi, tenendo conto delle variazioni sia confrontandole con l’anno precedente sia tra regione e regione.

Il lavoro si chiude con l’analisi dei comportamenti di consumo fuori casa effettuata per mezzo di un’indagine CATI i cui principali obiettivi sono stati quelli di misurare il livello di accesso al servizio ed i modelli di consumo e di spesa seguendo il consumatore nelle diverse occasioni della giornata, dalla colazione della mattina alla cena.

Vera MORETTI

Ceta rischioso per il nostro Made in Italy?

La notizia è stata accolta da pareri discordanti, forse perché non tutti sanno, o immaginano, le conseguenze che questo porterà.
Il Ceta, infatti, è passato con 408 voti favorevoli, , 254 contrari e 33 astenuti.

Paolo De Castro, primo vicepresidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, sostiene che questo accorto “permetterà alle imprese italiane di espandere il made in Italy e rafforzare la propria presenza in Canada. Il Ceta contiene uno storico riconoscimento della tutela di un paese terzo delle produzioni di qualità: infatti, nell’accordo raggiunto con il governo di Ottawa è stata inserita una lista di 172 Dop e Igp delle quali 41 sono eccellenze italiane, che rappresentano la quasi totalità dei prodotti Dop e Igp esportati in Canada”.

Ma non tutti riescono a cogliere i lati positivi. Ad esempio, Tiziana Beghin, eurodeputata del Movimento 5 Stelle e titolare nella commissione per il commercio internazionale, sostiene: “Questo non è un trattato di libero scambio, ma una riforma istituzionale occulta, concepita in stanze segrete da tecnocrati non eletti e camuffata da trattato internazionale”.
I rischi, secondo Beghin, passeranno per le nostre tavole, considerando che in Canada l’81% del mais e l’80% dei grano sono OGM e che la carne contiene sostanze ora vietate in Europa, ma che con il Ceta rischierebbero di diventare legali.
Ma, nonostante l’accordo, è stato stabilito che gli OGM non vi rientreranno, anche se i timori sono tanti: “Il Ceta è un assegno in bianco dal momento che crea un organismo tecnocratico e non eletto, che potrà interpretare a piacimento i protocolli del trattato. E non si tratta di poche pagine, ma del 75% delle 1.500 pagine che lo compongono, alcune delle quali sono state lasciate volutamente in bianco. Tutto questo senza nessun, ripeto nessun, controllo democratico”.

Vera MORETTI

Confassociazioni soddisfatta per la certificazione di qualità ai professionisti

Riccardo Alemanno, presidente INT ma anche vice presidente vicario di Confassociazioni, ha espresso la sua approvazione circa il D.L.193/2016, nel quale, per la prima volta viene indicata la certificazione UNI, prevista dalla Legge 4/2013, come requisito per ottenere una funzione professionale.

Si tratta, senza ombra di dubbio, di un provvedimento che mira a tutelare i professionisti, i quali, per svolgere il proprio lavoro, necessitano, come biglietto da visita, una buona dose di credibilità. E, ovviamente, non lascia posto a chi, al contrario, non dimostra di avere la preparazione necessaria.

Queste le parole di Alemanno: “Nel caso particolare si tratta della certificazione collegata alla Norma UNI 11511 destinata ai tributaristi, argomento, questo, del tavolo della giornata di studio organizzata dall’Associazione, focalizzata sulle novità fiscali contenute nel D.L. 193/2016 e nella Legge di Bilancio, che si svolge questa mattina a Napoli. La novità è che viene identificato un percorso nuovo, per il nostro Paese, per svolgere una funzione professionale richiamando la normativa UNI e l’attestazione di qualità entrambi contenute nella Legge 4/2013. Il Legislatore potrà pertanto fare riferimento, in futuro, a questi requisiti per individuare i professionisti destinatari di nuove funzioni. Professionisti che non solo dovranno avere requisiti controllati dall’associazione di appartenenza, ma anche quelli previsti dalle norme UNI che costituiscono una certificazione di parte terza, un’assoluta novità nel panorama professionale italiano”.

Cosa succede, dunque, dopo aver ottenuto questa certificazione, insieme all’attestato di qualità? Il tributarista, perché di questo si tratta, potrà autenticare la firma del proprio assistito ai sensi dell’art.63 del DPR 600/73 che regolamenta l’assistenza e la rappresentanza avanti gli uffici finanziari.

Ha poi concluso il vice presidente vicario: “Da ciò si deduce facilmente l’importante novità che c’è stata in campo professionale. Un risultato questo che valorizza ulteriormente il lavoro svolto finora da Confassociazioni e da tutte le Associazioni che rappresenta, quale appunto l’Istituto Nazionale Tributaristi che presiedo. Ovvio che non restiamo seduti a crogiolarci su quanto ottenuto, ma anzi saremo costantemente attenti sullo stato delle professioni, così da garantire competenze e professionalità certificate e qualificate, sempre e per ogni esigenza del nostro Paese”.

Vera MORETTI

Finanziamenti a coloro che hanno subito danni a seguito di calamità

Coloro che vivono, lavorano ed esercitano un’attività d’impresa in territori colpiti da eventi calamitosi possono godere di finanziamenti agevolati, come confermato dalla legge di stabilità 2016.
Tali finanziamenti, ovviamente, sono fondamentali per rimediare, dove possibile, sia ai danni che interessano il patrimonio privato sia a quelli relativi alle attività economico-produttive.

A proposito, dunque, le banche che operano in questi luoghi possono concedere ai soggetti danneggiati finanziamenti agevolati, assistiti da garanzia statale.
In capo al beneficiario del finanziamento agevolato matura un credito d’imposta, in misura pari, per ciascuna scadenza di rimborso, all’importo ottenuto sommando al capitale gli interessi dovuti, nonché le spese strettamente necessarie alla gestione del finanziamento.

La legge, inoltre, prevede che le modalità di fruizione del credito d’imposta siano stabilite con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate. Il provvedimento 6 febbraio 2017, quindi, attua quanto previsto dalla citata disposizione normativa.

L’importo del credito d’imposta è ottenuto, per ciascuna scadenza di rimborso del finanziamento, sommando:

  • sorte capitale
  • interessi dovuti
  • spese strettamente necessarie alla gestione del finanziamento agevolato.

Il credito è utilizzato dal beneficiario del finanziamento per corrispondere la rate di rimborso.

A sua volta, il soggetto che ha erogato il finanziamento recupera l’importo della sorte capitale e degli interessi mediante compensazione, tramite modello F24.
Il finanziatore può esercitare la compensazione a partire dal giorno successivo alla scadenza di ogni singola rata di restituzione del finanziamento.
In alternativa, il recupero può avvenire mediante cessione del credito. In questo caso, il credito ceduto deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi del cessionario relativa al periodo d’imposta in cui è avvenuta la cessione.

Infine, il soggetto finanziatore è tenuto a comunicare telematicamente all’Agenzia delle Entrate le seguenti informazioni:

  • elenchi dei soggetti beneficiari
  • ammontare del finanziamento concesso a ciascun beneficiario
  • numero e importo delle singole rate
  • dati di eventuali risoluzioni.

Vera MORETTI