A maggio fiducia in calo sia per le famiglie sia per le imprese

Maggio con il semaforo rosso per la fiducia dei consumatori e delle imprese.
Istat, infatti, fa sapere che gli indici, a questo proposito, sono passati rispettivamente da 107,4 a 105,4 e da 106,8 a 106,2. Dopo nove mesi in positivo, da agosto 2016, è la prima volta che entrambi sono in diminuzione.

Per quanto riguarda le imprese, si denota in particolare una riduzione della fiducia del settore manifatturiero (da 107,7 a 106,9), dove peggiorano sia i giudizi sugli ordini sia le attese sulla produzione, e nei servizi (da 107,2 a 105,5), dove calano sia i giudizi sia le aspettative sul livello degli ordini, e nemmeno i giudizi sull’andamento degli affari si salvano.
Nelle costruzioni l’indice rimane sostanzialmente stabile (da 128 a 128,1), con un lieve calo dei giudizi sugli ordini ma le aspettative sull’occupazione migliorano, mentre nel commercio al dettaglio registra un incremento passando da 110,8 a 111,1, con un aumento del saldo dei giudizi sulle vendite correnti mentre le attese sulle vendite future sono in lieve diminuzione e le scorte di magazzino sono giudicate in accumulo.

Considerando sempre le imprese, ci sono sostanziali differenze tra grande e piccola distribuzione perché, se nel primo caso si registra un aumento di 3,7 punti percentuali, nel caso del dettaglio tradizionale si assiste ad un vero e proprio crollo dei giudizi: – 8,6 punti.
A soffrire di più è il giudizio sulle vendite, che registra ben 11 punti in meno.

Passando alle famiglie, il clima economico e il clima personale passano rispettivamente da 125 a 124,7 e da 101,5 a 100,2, mentre il clima futuro diminuisce da 110,1 a 108,1 e quello corrente passa da 105,6 a 105,2.
Le aspettative sulla situazione economica del paese peggiorano e ciò provoca, ovviamente, un calo anche delle aspettative occupazionali, che incidono molto sulla fiducia e sulla propensione a spendere.

Vera MORETTI