Finanziamenti alle imprese sociali da parte di Banca Etica

E’ stato siglato un accordo senza precedenti tra il Fondo Europeo per gli investimenti e Banca Etica, che rappresenta il primo accordo di garanzia per le imprese sociali in Italia, che rientra nell’ambito del programma Ue Easi.

Il nuovo protocollo stipulato, che è sostenuto dai Fondi Ue, permetterà a Banca Etica di erogare prestiti alle imprese sociali che operano in Italia, ovviamente a condizioni agevolate, con la possibilità di estendere la propria attività di prestito alle aziende sociali in Spagna. In base a questo accordo, la Banca sarà in grado di offrire complessivamente ben 50 milioni di euro a 330 imprenditori sociali nei prossimi cinque anni.

Le imprese sociali, comprese quelle che impiegano persone con disabilità, disoccupati di lungo periodo, migranti e richiedenti asilo, potranno nel prossimo quinquennio beneficiare di prestiti a un tasso di interesse piuttosto ridotto, con requisiti ridotti in materia di garanzie reali.

Banca Etica si concentrerà su una vasta gamma di settori dell’imprenditoria sociale, mirando alle startup innovative a orientamento sociale, alle imprese agricole sociali e alle società che operano sfruttando l’efficienza energetica e la tecnologia delle fonti energetiche rinnovabili.

Vera MORETTI

Oggi la Conferenza Annuale di Confassociazioni

Appuntamento oggi pomeriggio a Roma, al Tempio di Adriano, per la Conferenza Annuale di Confassociazioni, che quest’anno affronterà l’attuale ed importante tema del lavoro 4.0 e del suo futuro.

A presentare l’evento è stato il presidente di Confassociazioni Angelo Deiana, il quale ha dichiarato: “Un parterre d’eccezione si confronterà sul futuro del lavoro 4.0. Quali prospettive e quali scenari si dischiudono? Proveremo a parlarne dalle 14.30 alle 19 in piazza di Pietra a Roma presso la Camera di Commercio, sala del Tempio di Adriano”.

La tematica da affrontare è stata decisa anche in conseguenza delle stime secondo le quali almeno 9 milioni di lavoratori potrebbero, entro sette, massimo dieci anni, essere sostituiti dalle macchine, con altri due milioni a rischio.
A questo proposito, Deiana ha aggiunto: “E’ sulla base di tale complesso orizzonte che abbiamo dedicato questa Conferenza Annuale al tema del “Lavoro 4.0”. Perché, anche se la quarta rivoluzione industriale si dispiega su tutti i nostri contesti economici e sociali, non possiamo non iniziare dal tema del lavoro. Un tema che vede trend evolutivi ancora da decifrare nel nostro Paese in termini di disoccupazione, partite IVA, smart working, competenze digitali, politiche attive per i giovani e per le donne”.

Su questo tema, dunque, si confronteranno Pier Paolo Baretta, Sottosegretario Ministero Economia e Finanze, Renato Brunetta, Capo Gruppo Forza Italia Camera dei Deputati, Susanna Camusso, Segretario Generale della CGIL, Cesare Damiano, Presidente Commissione Lavoro della Camera, Oscar Di Montigny, Fondatore Mediolanum Corporate University, Danilo Iervolino, Presidente Università Mercatorum e Università Pegaso, Andrea Mandelli, Vice Presidente Commissione Bilancio della Camera, Stefano Parisi, Fondatore Energie per l’Italia, Gianluigi Petteni, Segretario Confederale CIS, Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Aurelio Regina, Presidente Manifatture Sigaro Toscano, Roberto Rossini, Presidente ACLI, Maurizio Sacconi, Presidente Commissione Lavoro del Senato, Tiziano Treu, Presidente CNEL, Lucia Valente, Assessore alle Politiche del Lavoro Regione Lazio.

Vera MORETTI

Italia nella top list dei Paesi con le migliori performance estere

L’Italia a testa alta a confronto con le altre potenze mondiali quando si tratta di esportare i propri prodotti di eccellenza.
Questo è quanto emerge dal rapporto I.T.A.L.I.A. 2017 – Geografie del nuovo made in Italy realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere e dalla Fondazione Edison di Marco Fortis, presentato oggi a Treia nella sessione di apertura del XV Seminario estivo di Symbola.

Patrocinato dai ministeri degli Affari Esteri, dello Sviluppo Economico, delle Politiche Agricole, dei Beni Culturali e del Turismo, dell’Ambiente, il rapporto mostra un’Italia innovativa, versatile, creativa, reattiva, competitiva e vincente, anche e soprattutto nei mercati globali.

Ciò emerge dalle cifre che riguardano il triennio 2014-2016, durante il quale le esportazioni Made in Italy sono cresciute di 26,7 miliardi di euro, seconda migliore performance in valore assoluto tra i 4 maggiori paesi dell’Eurozona dopo la Germania.
Questa performance ha fatto guadagnare alla nostra bilancia commerciale un nuovo surplus record con l’estero: 51 miliardi di euro. Da record anche il surplus commerciale manifatturiero, quinto al mondo con 90,5 miliardi di euro al 2016 dietro alla Cina, alla Germania, alla Corea del Sud e al Giappone.

A fare da traino le imprese medio-grandi, ma anche le medie e piccole sono in grado di emergere e dare il proprio forte contributo, cominciando dalla loro capacità di essere flessibili e attive in campi diversi, puntando in particolare su creatività ed innovazione.
Caratteristiche che risaltano principalmente nel design, nell’hi-tech ma anche nella meccanica e nei mezzi di trasporto. e ciò ha portato all’Italia ben 844 prodotti da record per saldo commerciale attivo con l’estero.

L’Italia, grazie alle sue attrattive e alla qualità altissima dei suoi prodotti, rimane salda nella top ten delle mete più desiderate dai vacanzieri, ed è terza, dopo Stati Uniti e Gran Bretagna, per notorietà. Il Belpaese è conosciuto in primis per il patrimonio culturale e architettonico, ma anche per la creatività espressa nella moda e per l’eccellenza dell’enogastronomia. Altri elementi che giocano a favore sono apertura, tolleranza e rispetto per l’ambiente, nonostante gli italiani tendano ad avere una percezione di sé molto inferiore rispetto a ciò che davvero viene percepito all’estero.

Ermete Realacci, presidente di Fondazione Symbola, ha dichiarato: “C’è un’Italia in grado di parlare al mondo con i suoi talenti, la sua creatività, il suo territorio, la sua bellezza. Capace con le sue energie migliori di affrontare a testa alta le sfide per il futuro a partire da quelle del clima, di un’economia più sostenibile e a misura d’uomo, della ricostruzione delle aree terremotate. Troppo spesso questo Paese non ha piena coscienza delle proprie potenzialità. Tanto che è una delle Nazioni al mondo in cui è maggiore la forbice tra percezione interna, spesso negativa, e percezione esterna positiva e favorevole. Un’Italia che fa l’Italia può essere protagonista insieme all’Europa delle grandi questioni aperte che abbiamo di fronte”.

Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere, ha aggiunto: “L’Italia è percepita come un bouquet di eccellenze di prodotti, di brand e di territori. In sette anni le nostre esportazioni sono cresciute significativamente (+43%) e per saldo commerciale su quasi mille prodotti siamo leader nel mondo o nelle primissime posizioni. Da oltre dieci anni, inoltre, l’Italia è in vetta per pernottamenti di turisti non europei (60 milioni di notti). E possiamo fare di più per sfruttare il nostro potenziale. Ci sono almeno 70 mila imprese potenzialmente esportatrici che potrebbero varcare i confini nazionali perché hanno tutte le carte in regola per farlo. Il digitale è un moltiplicatore di esportazioni e di innovazione e cresce quotidianamente il numero delle imprese che comincia a utilizzarlo grazie anche a Industria 4.0. Ogni impresa in più che comincia a utilizzare l’e-commerce raddoppia il fatturato. E sono ancora tantissime quelle che non l’utilizzano. Sono questi i campi sui cui le Camere di commercio stanno lavorando”.

Vera MORETTI

Cinque milioni di euro per le startup sarde

La Giunta della Regione Sardegna ha deciso di stanziare ben 5 milioni di euro per startup e imprese innovative, supportandole e aiutandole concretamente a diventare davvero competitive sul mercato.

Un milione è destinato alle startup già nate, tre alle nuove imprese innovative e un milione al programma Entrepreneurship and Back, dedicato ai giovani che dopo un’esperienza imprenditoriale all’estero hanno deciso di tornare in Sardegna e realizzare la loro idea imprenditoriale.

Raffaele Paci, vicepresidente della Regione nonché assessore della Programmazione e del Bilancio, ha dichiarato in proposito: “La Giunta sostiene con tantissimi strumenti il processo di innovazione delle imprese, che considera prioritario e che non si applica solo ai settori ad alta tecnologia, ma anche all’edilizia, all’agricoltura, all’artigianato, al turismo, al sociale. Mettiamo a disposizione finanziamenti per le imprese e le accompagniamo in tutto il loro percorso sin dalla nascita dell’idea, appunto con il sostegno alle start up, ma anche con strumenti come il fablab, l’agenda digitale, il contamination lab. Non c’è sviluppo economico senza impresa, e noi lavoriamo ogni giorno per creare le condizioni migliori per fare impresa nel miglior modo”.

I fondi sono messi a disposizione con il meccanismo del bando a sportello, che garantisce procedure più rapide e snelle ma anche più efficienti.
Il milione messo a disposizione per le startup va ad aggiungersi ai 2,5 milioni già stanziati sull’Asse I e destinati alle start up del sociale: prevede un finanziamento fra 50 e 100mila euro per le startup che, in qualunque settore, si dimostrano innovative nel prodotto, nel processo produttivo o nell’orientamento rispetto al mercato.
Per questo bando è in corso la fase di valutazione delle domande e, una volta esauriti i fondi, potrà essere rifinanziato.

I tre milioni destinati alle nuove imprese innovative riguardano quelle che, superata la fase di startup, si trovano comunque agli inizi e necessitano di essere supportate e rafforzate per non soccombere nel confronto con le imprese più navigate e quindi arrivare sul mercato in modo convincente e consistente.

Per ogni domanda che sarà valutata positivamente è previsto un finanziamento fino al 70% sul totale dell’investimento, graduato in base al livello di innovatività proposto.
Il bando è pronto per essere pubblicato nei prossimi giorni.

La terza tranche è dedicata al programma Entrepreneurship and back e vede coinvolti studenti universitari o neolaureati che, dopo aver accresciuto le loro competenze attraverso percorsi formativi in centri di eccellenza, possono finalmente inserirsi in un contesto produttivo e mettere a frutto quanto appreso.
In questo caso, il milione stanziato dalla Giunta servirà a finanziare l’idea maturata all’estero ma da realizzare nella realtà regionale.

Vera MORETTI

Consulenti del lavoro intermediari del lavoro occasionale

La Fondazione Studi consulenti del lavoro, nella circolare 7 del 2017, è intervenuta circa i nuovi contratti di prestazione occasionale che sono stati introdotti in sostituzione dei voucher, eliminati senza lasciare, apparentemente, un sostituto valido.
In realtà, la disciplina del nuovo contratto di prestazione occasionale c’è, anche se alcuni cambiamenti, come ampiamente detto, ci sono, e riguardano lavoratori e datori di lavoro.

Questi ultimi, ad esempio, per attivare le prestazioni di lavoro, a differenza di quanto accadeva in precedenza, potranno rivolgersi ai consulenti del lavoro che opereranno in veste di intermediari abilitati.

La circolare della Fondazione analizza più da vicino la disciplina del contratto di prestazione occasionale, alla luce delle istruzioni fornite dall’Inps nella circolare 107 del 2017 e dall’Agenzia delle Entrate nella risoluzione 81/E.

Si legge nella circolare: “La novella normativa con limiti e regole molto più stringenti, consentirà ai datori di lavoro, sia famiglie e aziende, di utilizzare prestatori di lavoro per soddisfare tutte quelle esigenze occasionali mediante il contratto di prestazione occasionale”.

Vera MORETTI

Mais in Italy, quando la maiscoltura è sostenibile e innovativa

Per la valorizzazione e la salvaguardia della maiscoltura italiana è nato Mais in Italy, che si pone come principale scopo quello di creare una rete di agricoltori e partner di filiera che siano disposti a collaborare per la diffusione e la promozione di un nuovo modo di coltivare il mais, che possa unire produttività, efficienza e sostenibilità economica, sociale e ambientale.

Questo importante progetto è nato grazie alla partnership di tre grandi realtà, leader nei loro settori. Si tratta di Syngenta, multinazionale dedicata alla ricerca, produzione e commercializzazione di agrofarmaci e sementi; Cifo, azienda storica impegnata in ricerca, produzione e commercializzazione di prodotti per la nutrizione delle colture e Plastic Puglia, impresa specializzata nella produzione di sistemi per l’irrigazione a goccia.

Gli imprenditori agricoli sono chiamati ad adottare un approccio nuovo, che sia orientato al valore, per poter arrivare ad accrescere la propria competitività.
E’ ormai riduttivo, infatti, pensare solo alla riduzione dei costi, poiché senza investimenti mirati che possano portare ad un accrescimento della qualità della produzione si rischia di rimanere al palo, mentre ora sembra davvero che il settore del mais italiano stia premiando i veri professionisti, quelli che non si fanno intimidire dalle difficoltà e non rinunciano ad essere sempre più innovativi.

A questo proposito, Mais in Italy ha lanciato una sfida difficile ed ambiziosa, un progetto di ricerca e sperimentazione per la valorizzazione del mais italiano, diventato operativo nella stagione di semina 2017 che mira a 5.500 m³ di metano per ettaro, ossia il 20% circa in più rispetto alla normale produzione nell’areale di riferimento.

Esempio vincente è sicuramente quello dell’Azienda Agricola Sant’Ilario, realtà veneziana appartenente ad una importante holding, che si è dimostrata da sempre particolarmente sensibile ai temi dell’innovazione e della sostenibilità ambientale. Per questo, ha accolto con entusiasmo la sperimentazione di Mais in Italy, attuando una serie di soluzioni concrete, riassunte in un protocollo specifico, messo a punto meticolosamente dai tre partner del progetto.

Ovviamente, oltre all’innovazione e alla voglia di sperimentare, occorre meticolosità in tutte le fasi e, infatti, ogni procedura è pianificata nel suo dettaglio, per ottenere il massimo cercando al tempo stesso di ridurre al minimo gli sprechi.

Vera MORETTI

In arrivo la manovra di primavera

La manovra di primavera è diventata legge e, tra le altre cose, prevede l’avvio della sterilizzazione delle clausole di salvaguardia relative alle aliquote dell’Iva e delle accise.
Nel dettaglio, per il 2018 viene attuata una correzione di 3.829 milioni di euro, per il 2019 di 4.363 milioni, per il 2020 di 4.088 milioni e per il 2021 di 3.679 milioni; mediamente l’intervento nel quadriennio ha disattivato il 17,9% degli aumenti previsti.

Nonostante questo intervento piuttosto drastico, rimane ancora elevato l’aggiustamento di bilancio affidato ad un aumento dell’Iva e delle accise, con maggiori entrate per 15.743 milioni di euro nel 2018 e di 18.887 per il 2019.
Le clausole di salvaguardia, lo ricordiamo, si attivano nel caso in cui la manovra di bilancio non reperisca risorse alternative in termini di minori spese, maggiori entrate ovvero con un incremento del disavanzo ottenibile con una maggiore flessibilità di bilancio.

Dopo le modifiche introdotte con il DL 50/2017, nel 2018 l’aliquota Iva del 10% salirebbe all’11,5% determinando maggiori entrate per 3.479 milioni di euro e l’aliquota Iva del 22% salirebbe al 25% con maggiori entrate per ulteriori 12.264 milioni.
Nel 2019 si registrerebbe un aumento dell’Iva ordinaria dal 25% al 25,4% con maggiori entrate per 13.899 milioni ed un aumento delle accise di 350 milioni.

Per disattivare queste clausole, dunque, serve prima di tutto una maggiore flessibilità di bilancio, serve un intervento sulla spesa pubblica, sia in termini di quantità che qualità e in tal senso la politica fiscale italiana presenta ancora margini di azione.
La manovra di primavera che ha corretto il bilancio 2018 per 3,1 miliardi di euro è per il 94,2% centrata su maggiori entrate mentre le minori spese influiscono per un limitato 5,8%. La stessa Legge di bilancio 2017 ha aumentato la spesa corrente di 5,4 miliardi di euro.
Nonostante gli importanti risultati della spending review, la spesa corrente primaria (al netto degli interessi) nel 2017 cresce dell’1,5% rispetto ad un anno prima, ma vi sono spazi concreti per ridurre le uscite delle PA.

La distribuzione della spesa evidenzia squilibri relativi alle infrastrutture e alla qualità dell’offerta dei servizi pubblici. In Italia la spesa corrente primaria è 19,8 volte la spesa per investimenti, rapporto ben più elevato del 16,0 registrato nella media Uem. Inoltre nonostante la spesa corrente primaria in Italia sia superiore di 1,4 punti alla media europea, solo il 23% dei cittadini italiani giudica buona la fornitura di servizi pubblici nel proprio paese, meno della metà del 52% della media europea che colloca l’Italia al 27° posto nella classifica europea in davanti solo alla Grecia.

Vera MORETTI

Il Made in Italy eccelle grazie all’innovazione

Il Made in Italy, per rimanere ad alti livelli di eccellenza, deve necessariamente puntare su innovazione e tecnologie digitali e, non a caso, i settori che meglio rappresentano l’italianità all’estero, come moda, turismo e automotive, sono sempre al passo coi tempi grazie alle tecnologie digitali.
Sono proprio questi comparti che valgono il 20% del Pil totale e non hanno intenzione di fermarsi.

Di questo, e dell’importanza che ha l’innovazione nei settori chiave del Made in Italy, si è parlato durante il Deloitte Innovation summit 2017. Ciò che è emerso, tra le altre cose, è che secondo gli italiani occorre puntare su: università e centro di ricerca (26%), imprese (22%), Stato (20%), capitale umano (20%).

Come fare, dunque, per raggiungere obiettivi di eccellenza? Ciò che viene suggerito è puntare sullo sviluppo di hub innovativi, non solo guardando alla Silicon Valley, ma anche alla City di Londra, che ha saputo innovarsi pur mantenendo la sua tradizionale competenza finanziaria, oppure ricordando la Silicon Wadi israeliana e il distretto agritech della Nuova Zelanda. Tutti esempi che hanno saputo sfruttare le tecnologie mantenendo comunque un approccio metodologico e pragmatico applicato alle specificità del Paese.

L’Italia vanta posizioni di leadership nei tre settori prima citati, ovvero moda, turismo, automotive, ma anche nautica, agroalimentare, macchinari industriali. Ecco qualche dato:

  • fashion: vale oltre il 3% del pil, rappresenta il 35% del sistema fashion UE, primo posto nella competitività del commercio internazionale;
  • turismo: oltre il 3% del pil, primo paese al mondo per numero di siti Unesco, quinto per affluenza di turisti;
  • automotive: vale circa il 5% del PIL, l’Italia è il secondo esportatore di motocicli d’Europa e il primo mercato di auto a trazione alternativa;
  • macchinari industriali: vale circa il 6,5% del pil, siamo il secondo esportatore d’Europa, il primo nel mondo per le macchine di imballaggio;
  • agroalimentare: vale più del 7% del pil, ogni anno 1,2 miliardi di persone nel mondo compra almeno un prodotto alimentare italiano, l’export vale intorno ai 37 miliardi;
  • nautica: secondo produttore di imbarcazioni al mondo, leader per i superyacht.

Vera MORETTI

Pil italiano ancora in ritardo rispetto all’Ue

Angelo Buscema, presidente di coordinamento delle sanzioni riunite in sede di controllo della Corte dei Conti, in occasione della relazione sul rendiconto generale dello Stato, ha voluto commentare la crescita del Pil italiano ricordando che, purtroppo, si tratta di un recupero ancora modesto e insufficiente per poterci mettere in pari con gli altri Paesi Ue.

Queste le sue parole in proposito, su ciò che si dovrebbe fare per riportare il Pil a livelli ragionevoli: “L’elevato livello del debito pubblico, elemento di maggiore vulnerabilità dell’Italia, impone alla politica economica, ben di più di quanto non derivi dai vincoli fissati con le regole europei sui conti pubblici, di proseguire lungo un percorso di rientro molto rigoroso. La spending review non ha prodotto i risultati sperati. A consuntivo, le misure di riduzione, mentre sembrano aver salvaguardato l’operare di interventi a sostegno dei comparti produttivi, non hanno prodotto risultati di contenimento del livello complessivo della spesa. Resta, quindi, ancora attuale la necessità di una revisione attenta di quanto può, o non può più, essere a carico del bilancio dello Stato, in un processo di selezione della spesa attento a non incidere negativamente sul potenziale di crescita del Paese”.

Arturo Martucci di Scarfizi, presidente della Corte dei Conti, ha poi aggiunto: “I conti pubblici registrano nel 2016 una sostanziale tenuta, ma il rigore nella gestione della finanza pubblica resta una via obbligata. La valutazione è per vari aspetti positiva poiché si evidenzia una sostanziale tenuta dei conti entro un quadro d’assieme che vede progressivamente ricondotti all’equilibrio di bilancio alcuni principali comparti quali quelli riguardanti le amministrazioni locali, assegnandosi allo Stato centrale un ruolo strategico nel perseguimento degli obiettivi programmatici”.

Vera MORETTI

Amatrice ospita il Secondo Forum Formazione alla Amatriciana

Dopo il successo del Primo Forum svoltosi a Milano lo scorso autunno, domani 8 luglio, dalle 10 alle 18 ad Amatrice presso l’Area Food di Località Villa San Cipriano, ci sarà il Secondo Forum Formazione alla Amatriciana, nato da un‘ idea di Sergio Gaglianese, supportato da Confassociazioni e dalle Associazioni aderenti.

Si tratta di un’iniziativa che vuole raccogliere fondi per la popolazione di Amatrice, che ancora ha bisogno di aiuti e solidarietà, nonostante il clamore mediatico si sia spento ormai da un po’.

All’evento sarà presente anche l’Istituto Nazionale Tributaristi, tra i sostenitori dell’iniziativa, nella persona del suo presidente Riccardo Alemanno e dei delegati regionali di Abruzzo e Marche, che sono Antonello Di Tommaso e Francesco Oca.

Interverranno nella giornata scrittori, formatori, giornalisti e rappresentanti del mondo associativo professionale, ed ovviamente il Presidente di Confassociazioni Angelo Deiana, e tutti loro offriranno spunti di riflessione e di spinta per poter restituire agli abitanti la loro normalità.

L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo dal sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, colui che ha fermamente voluto che la seconda tappa del Forum si svolgesse proprio ad Amatrice, paese ormai diventato simbolo della volontà di rinascita dei territori colpiti dal sisma.

Riccardo Alemanno, presidente INT, ha commentato così la sua partecipazione: “E’ da queste iniziative che si valuta lo spessore umano di un consesso professionale, capace di andare oltre al proprio settore d’interesse economico e lavorativo, oltre agli egoismi che troppo spesso connotano la nostra società. L’INT sarà sempre presente a queste iniziative di solidarietà che, oltre alla raccolta fondi, vogliono mantenere viva l’ attenzione su territori che hanno ancora bisogno di sostegno per ritornare alla normalità. Ringrazio pertanto tutti coloro che hanno reso possibile l’iniziativa, soprattutto l’ amico Sergio Gaglianese, vulcanico ideatore, e l’indispensabile Mara Favaro”.

Vera MORETTI