Infoiva e le vacanze

L’estate è nel pieno e anche per lo staff di Infoiva, quest’anno la bella stagione sarà sinonimo di vacanze.

Proviamo, solo per poche settimane all’anno, a lasciarci alle spalle scadenze fiscali, tasse, stress, disoccupazione, governi tecnici, imprese al collasso e cerchiamo di rasserenarci un po’ con le sospirate vacanze.

Questo non significa che chiuderemo gli occhi di fronte all’attualità: semplicemente, sospenderemo gli aggiornamenti del sito fino al 21 agosto. Provando a raccogliere le energie per ricominciare, dopo le ferie, con un settembre che, come ogni anno, ci aspettiamo migliore del precedente.

E allora, buone ferie a tutti.

Lo staff di Infoiva

Confassociazioni cinema arte teatro stringe protocollo d’intesa con Agis

Siamo molto soddisfatti di aver siglato il protocollo di intesa tra Agis e Confassociazioni Cinema Arte Teatro. Rappresenta un importante tassello nel mondo delle professioni non regolamentate in ordini e collegi poiché ci permette di focalizzare l’attenzione su uno spaccato professionale composto da una filiera lavorativa complessa e a volte non riconosciuta perché non visibile”. Lo hanno dichiarato Adriana Apicella e Giuseppe Pino, entrambi Vice Presidenti di Confassociazioni Cinema Arte Teatro.

Giuseppe Pino, Vice Presidente di Confassociazioni Cinema Arte Teatro

Alla scarsa riconoscibilità di alcune professioni del mondo dello spettacolo e della cultura, in particolar modo quelle che lavorano dietro le quinte – ha proseguito Apicella, che è anche Direttore Generale di Confassociazioni si aggiungono tutte quelle professioni del settore che, essendo native digitali, ancora non hanno trovato una loro denominazione precisa. Siamo nell’era del 4.0 e di quelle successive e come ha affermato il presidente di Confassociazioni, Angelo Deiana, lo scorso 12 luglio durante la nostra conferenza annuale ‘Lavoro 4.0: quali scenari, quali prospettive’ alcune stime ISTAT dicono che almeno 9 milioni di lavoratori potrebbero essere sostituiti dalle macchine nei prossimi 7/10 anni e almeno altri 2 milioni sono a rischio“.

“In sintesi – conclude Apicellasta per arrivare un vero e proprio tsunami digitale che coinvolge ogni attività, ogni professionalità, quindi anche queste. E piuttosto che lasciarsi travolgere per soccombere è bene entrare nella scia del vortice per trarne tutti i benefici e l’energia possibile”.

Adriana Apicella, Vice Presidente di Confassociazioni Cinema Arte Teatro

Questo protocollo d’intesa – ha affermato Carlo Fontana, presidente Agisè un ulteriore passo in avanti per la nostra Associazione. E’ motivo di soddisfazione ed orgoglio stringere con una realtà importante come Confassociazioni un accordo che potrà soltanto portare benefici per tutta la filiera. L’identità culturale deve essere una proprietà per il nostro Paese, ed il fatto di poter unire le nostre forze non potrà che dare un impulso decisivo per raggiungere l’obiettivo”.

Insieme ad Agis – ha continuato Pinovogliamo sollecitare in particolar modo le istituzioni, affinché possano maggiormente definire politiche concrete ed efficaci per questo settore professionale. Abbiamo un obiettivo unico: il divenire parte attiva della rinascita e della ridefinizione di ruoli ed attività. Accendendo i riflettori su un’area che ci sta molto a cuore, quale quella del Sud, da sempre inesauribile fonte di opportunità, per patrimonio culturale e umano. E che troppo spesso, nel passato, è stata mancante di quell’attenzione che avrebbe giustamente meritato”.

Carlo Fontana, presidente Agis

Un percorso insieme, il nostro, che vede già un autunno ricco di impegni – hanno concluso i due Vice Presidenti di Confassociazioni, Adriana Apicella e Giuseppe Pino -. Primo fra tutti organizzare un convegno sul tema dell’impresa culturale e di tutti i professionisti coinvolti, dalle maestranze d’epoca a quelle digitali. Come pure favorire e programmare percorsi formativi per i professionisti del settore al passo con i nostri tempi, e cioè formanti, performanti e competitivi. Caratteristiche necessarie oggi per vincere la sfida del saper fare impresa culturale non solo su scala nazionale, ma internazionale”.

La vita (fiscale) è tutta moduli e proroghe

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Prima o poi pubblicherò una raccolta delle lettere e dei resoconti relativi alle richieste di proroga delle scadenze fiscali e al continuo cambio di modulistica degli ultimi vent’anni. Potrei andare ancora più indietro nel tempo, ma poi sarei turbato dalla consapevolezza della mia anzianità anagrafica; ma lo sono già abbastanza dalla eclettica (eufemismo) gestione della macchina fiscale. Penso che lo intitolerei, come questa mia breve lettera, “La vita (fiscale) è tutta moduli e proroghe”.

Ho scritto e ribadito più volte, l’ultima nella lettera inviata al MEF e all’Agenzia delle Entrate nei giorni scorsi (prima dell’ultimo comunicato del MEF, che tutti abbiamo commentato gridando il nostro sdegno), che spesso fa più danni la complicazione che la pressione fiscale (ormai oltre i limiti e lo sappiamo tutti).

Siamo ostaggio perenne, e con noi i nostri assistiti, di adempimenti, scadenze, modifiche e novità normative a getto continuo. Molti propongono soluzioni drastiche, scioperi bianchi o colorati, proteste di piazza più o meno organizzate, blocco degli invii telematici. Poi tutto tace.

Abbiamo protestato, ci siamo sfogati e si prosegue come sempre. Non vorrei essere pessimista o portatore di sventura, ma il nostro farraginoso sistema fiscale è il prodotto di una sedimentazione normativa che nemmeno nei reperti di roccia, risalenti all’era glaciale, si possono individuare tante stratificazioni.

Allora, siamo senza speranza? Forse. Però aiuterebbe sicuramente, noi e il legislatore, oltre a una indispensabile tregua normativa, un comportamento meno egoistico delle rappresentanze degli intermediari fiscali (il sottoscritto compreso). Troppo spesso si baratta il tacito consenso a norme soffocanti con la promessa di essere considerati i migliori, di ottenere funzioni esclusive o di essere inclusi da ciò da cui si era esclusi e via dicendo.

Cui prodest? All’intermediario fiscale che, indipendentemente dalla giacchetta professionale che indossa, deve guidare il proprio cliente nel percorso della oscura selva normativa, cercando di spiegargli l’inspiegabile? Direi proprio di no.

E allora pensiamo, almeno noi addetti ai lavori, soprattutto noi responsabili della rappresentanza di grandi o meno categorie professionali, al bene comune, all’interesse generale, almeno sulle questioni tributarie.

Poi, una volta che saremo riusciti a rendere meno gravoso il lavoro dei nostri rappresentati e un poco più umano il nostro sistema fiscale, scorniamoci (verbo che rende bene il senso della negatività che genera lo scontro) sulle questioni di principio, ma ripeto, prima abbiamo un altro compito ben più importante: fare in modo che la nostra vita fiscale non sia più solo moduli e proroghe.

Concludo con leggerezza, perché con un sorriso, anche se amaro, i problemi (almeno questi) si affrontano meglio, e parafrasando Vasco esprimo un desiderio: non voglio una vita spericolata, me ne basterebbe una sburocratizzata. Ma la ragion di cassa consentirà che si avveri?

Riccardo Alemanno

Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi

Turismo consapevole

Il turismo non lascia sole le zone terremotate. Secondo un’indagine Coldiretti/Ixè, il 32% dei turisti ha scelto di rimanere per uno o due giorni nei paesi del sisma, il 27% per 3 o 4 giorni, il 14% per 5 o 6 giorni, il 16% per una settimana o più.

La fibra ottica Made in Italy si rifà il trucco

Prysmian Group, uno dei centri di eccellenza più avanzati al mondo, che dalla sua sede di Battipaglia produce 9 milioni di chilometri di fibra ottica, ha lanciato in questi giorni il nuovo sito Fibramadeinitaly.it, che si presenta rinnovato sia nel design sia nei contenuti, in linea con l’importante progetto che il Gruppo sta portando avanti e sostenuto dalla campagna di comunicazione “L’Italia mostra la sua vera fibra”.

Il nuovo sito, nel suo restyling quasi completo, è stato studiato per offrire una user experience semplice ma coinvolgente, accessibile e fruibile da qualsiasi tipo di dispositivo, ma soprattutto vuole riflettere la campagna di comunicazione avviata dal Gruppo due anni fa, ovviamente focalizzata sull’innovazione. Protagonista è la fibra ottica, ma anche le telecomunicazioni giocano un ruolo fondamentale.

Carlo Scarlata, amministratore delegato commerciale di Prysmian Italia, ha presentato il progetto così: “L’obiettivo del nuovo sito è condurre i nostri principali partner in un entusiasmante viaggio nel mondo della fibra attraverso tutti i continenti. Una fibra che porta incisa sul proprio involucro una scritta speciale: “100% fibra ottica Made in Italy” by Prysmian Group, l’unico produttore di fibra ottica in Italia”.

Philippe Vanhille, senior vice president Business Telecom di Prysmian Group, ha poi aggiunto: “Il nuovo sito costituisce una tappa importante del nostro percorso di Digital Transformation. Rappresenta anche l’occasione per raccontare da un nuovo e differente punto di vista quello che facciamo da anni con passione nel mondo delle telecomunicazioni e della fibra ottica, dimostrando ancora una volta che l’Italia dispone di tutte le tecnologie, know-how e capacità produttive per lo sviluppo dei progetti di reti di telecomunicazione a banda larga”.

Lorenzo Caruso, corporate & business communications director di Prysmian Group, ha poi concluso: “I nostri clienti rappresentano, da sempre, una priorità. Per questo puntiamo sul digitale come canale per dialogare con loro e con tutti gli altri stakeholders. Proprio per questo abbiamo voluto rinnovare la struttura e il design del sito creando un’esperienza che fosse innovativa e che potesse trasmettere con contenuti editoriali interessanti i nostri valori e ciò che ci rende leader mondiale nel mondo delle telecomunicazioni”.

Vera MORETTI

Le imprese italiane all’Italian Luxury Interiors di Miami

Il Made in Italy piace tanto, sempre di più, oltreoceano, dove non ha bisogno di presentazioni.
E non si tratta solo di food e fashion, che comunque rimangono tra i settori di traino per il nostro export negli Stati Uniti, ma, questa volta, è il turno dell’arredo e del design di alta classe.

A questo proposito, le aziende del settore che desiderano far conoscere negli States la qualità della loro tradizione artigianale, possono inviare la propria candidatura per partecipare all’Italian Luxury Interiors di Miami, in programma in autunno, e precisamente il 3 e 4 ottobre 2017.
Chi volesse partecipare non ha tempo da perdere, perché le candidature si chiudono il 28 luglio.

E’ decisamente un’occasione da non perdere, poiché è considerato il più importante evento del Nord America dedicato all’arredo e al design. Organizzato all’interno dell’International Contemporary Furniture Fair, lo spazio dedicato al Made in Italy ospiterà la produzione d’eccellenza di tante piccole imprese italiane del settore.

Inviare la propria candidatura, per volare direttamente a Miami, occorre inviare il modulo di adesione all’indirizzo email: arredamento.artigianato@ice.it.

Le imprese che desiderano partecipare avranno il supporto di Confartigianato e dell’Agenzia ICE, insieme per far decollare le esportazioni non solo delle grandi aziende, ma anche delle piccole e medie imprese, colonna portante dell’economia italiana.

Vera MORETTI

Le novità dei risarcimenti sul licenziamento

Se, da un lato, le regole sul licenziamento previste dal Job Act non si applicano al pubblico impiego, per quest’ultimo cambia comunque il tetto del risarcimento economico in 24 mensilità mentre per il resto si continua d applicare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, con reintegro nel posto di lavoro in assenza di giusta causa, indipendentemente dalla data di assunzione.

E’ possibile consultare le nuove regole sul lavoro pubblico nel decreto legislativo 75/2017, in vigore dal 22 giugno scorso. Si tratta del provvedimento che contiene anche le norme salva precari, le novità in materia di responsabilità disciplinare con la stretta sui furbetti del cartellino, l’introduzione del Polo unico delle visite fiscali.

La disciplina sul licenziamento, applicabile al contratto di lavoratore dipendente a tempo indeterminato, prevede un risarcimento economico sia in caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, causato da crisi aziendale, sia per giusta causa o giustificato motivo soggettivo, ossia i cosiddetti licenziamenti disciplinari che riguardano in genere un singolo lavoratore. Il risarcimento è pari a due mensilità per ogni anno di lavoro in caso di licenziamento economico, da un minimo di quattro fino a un massimo di 24 mensilità.

Resta il reintegro, più un’indennità economica fino a 12 mesi, solo in caso di licenziamento discriminatorio o disciplinare basato su un fatto inesistente. Le piccole imprese sotto i 15 dipendenti in caso di licenziamento illegittimo pagano una mensilità per ogni anno di lavoro, da un minimo di due a un massimo di sei.

Vera MORETTI

Make up Made in Italy spopola negli Stati Uniti

Il mercato del make up rigorosamente Made in Italy piace molto all’estero, specialmente negli Stati Uniti, dove da sempre c’è una grande attenzione, e un grande consumo, di cosmesi.
A dimostrazione di ciò, infatti, ci sono le cifre, che attestano il mercato USA al terzo posto, dopo Francia e Germania, con un giro di affari di 406 milioni di euro e una crescita del 24,4% rispetto al 2015.

Negli Stati Uniti, il make up Made in Italy è al primo posto, con un valore superiore ai 106 milioni di euro, pari al 27% dell’esperto italiano verso l’America, secondo dati 2016 forniti da Cosmetica Italia in occasione del Cosmoprof North America, svoltosi al Mandalay Bay Convention Center di Las Vegas dal 9 all’11 luglio.

Non solo il make up ma anche i profumi vanno forte, con 97 milioni di euro, così come i prodotti per il corpo, 95 milioni di euro, con un aumento del 50,5%. Ma l’incremento maggiore si verifica per la cosmesi maschile, in particolare per i prodotti da barba.

A dimostrazione dell’importanza dei prodotti italiani oltreoceano, alla fiera americana dedicata al settore hanno partecipato ben 47 aziende provenienti dal Belpaese, con anche una collettiva Italia di 14 imprese nel padiglione Professional beauty, volta a ribadire l’eccellenza delle aziende italiane della cosmetica e la loro competitività a livello internazionale.

Fabio Rossello, presidente di Cosmetica Italia in occasione del Cosmoprof North America, ha dichiarato: “A fronte di una domanda mondiale che cresce poco più del 4%, le esportazioni italiane superano il tasso del 12%. Anche sul mercato americano la penetrazione delle aziende cosmetiche italiane è ben più dinamica della domanda interna. È la conferma di un’offerta consolidata, di un servizio sempre accurato e della flessibilità nei confronti della clientela, elementi che contraddistinguono da anni queste imprese. I recenti studi sul settore industriale di riferimento registrano anche una situazione patrimoniale di bilancio aggregato ben al di sopra delle medie nazionali, a dimostrazione di una salute non episodica, ma strutturale e proiettata nel medio termine”.

Il fatturato del mercato cosmetico italiano nel 2016 ha toccato i 10,5 miliardi di euro. L’ industria cosmetica ha un peso a valore dello 0,6% sul totale della ricchezza prodotta in Italia, il suo export è dell’1,0% sul totale delle esportazioni italiane.
Resta fondamentale il ruolo dei mercati esteri, se consideriamo che le esportazioni sono cresciute di oltre 12 punti percentuali, generando un saldo commerciale attivo di 2,3 miliardi di euro.

L’intera filiera cosmetica allargata, dagli ingredienti ai macchinari, passando per l’imballaggio fino al prodotto finito, raggiunge un valore che supera i 15 miliardi di euro, con una crescita stimata nel 2017 del 4,5%.
L’Italia si conferma il 4° mercato in Europa, dopo Germania, Regno Unito e Francia. L’Europa è il più grande mercato cosmetico al mondo con 77 miliardi di euro.

Vera MORETTI

Imprese italiane ancora restie ad adottare le tecnologie digitali

In occasione della sua audizione in commissione Lavoro del Senato sull’impatto del lavoro della quarta rivoluzione industriale, Giovanni Alleva, presidente dell’Istat, ha lanciato un allarme che riguarda le imprese italiane.
A quanto pare, ma in molti già lo sospettavano, le aziende nostrane rimangono piuttosto diffidenti nei confronti delle tecnologie digitali, anche se l’Italia, questo occorre ammetterlo, si sta avvicinando alla media europea, assottigliando sempre più il gap finora esistente.

Ciò che, invece, rimane, almeno attualmente, è uno scarso sfruttamento delle potenzialità che le nuove tecnologie offrono, ad esempio nell’organizzazione dell’impresa, e in particolare nel commercio elettronico.
E infatti l’Italia è ad oggi il Paese europeo con la percentuale più elevata d’imprese a ritenere che non valga la pena sostenere i costi di vendere online, perché non ripagati dai benefici.

Per quanto riguarda, inoltre, la strategia Industria 4.0, Alleva ha dichiarato che “le imprese dei comparti manifatturieri che prevedono di adottare o incrementare, durante il 2017, le tecnologie Ict promosse dal piano Industria 4.0 (Crm, Scm, Erp2, additive manufacturing, cloud internet, machine-to-machine ecc.) sono ancora relativamente poche: ci puntano 6 comparti su 22 (autoveicoli, elettronica, apparecchiature elettriche, farmaceutica, metallurgia e macchinari)”.

Nel 2016, inoltre, il saldo positivo è stato registrato solo nei settori di apparecchiature elettriche e autoveicoli, ma sembra che le imprese che offrono servizi di mercato siano più propense ad adottare, entro la fine del 2017, tecnologie Ict. In questo caso, il saldo tra risposte positive e negative è positivo in 10 settori su 26, in particolare nei servizi postali e di corriere, nella consulenza informatica e nelle telecomunicazioni, e nel comparto della ricerca e della selezione di personale.

Vera MORETTI

Partono gli incentivi per l’assunzione agevolata di giovani

Sono online sul sito dell’Inps i moduli per la richiesta di incentivo previsto dalla Legge di Stabilità 2017 per accedere alla decontribuzione sull’assunzione agevolata di giovani per il biennio 2017-2018, purché si trovino a non più di sei mesi dall’ottenimento del titolo di studio e abbiano effettuato un periodo di alternanza scuola lavoro o di apprendistato presso il medesimo datore di lavoro.

Lo sgravio fiscale spetta a tutti i lavoratori privati mentre ne rimangono esclusi pubblica amministrazione, lavoro domestico e agricolo.

Si tratta di un’agevolazione che riguarda la decontribuzione al 100% per tre anni sui versamenti Inps, fino ad un tetto annuo di 3.250 euro, che significa una soglia massima mensile pari a 270,83 euro. Un’eventuale eccedenza mensile può essere esposta nei mesi successivi, fermo restando il rispetto della soglia massima di esonero contributivo.
Il triennio di durata del beneficio si calcola dalla data dell’assunzione e può essere sospeso in caso di maternità.

L’agevolazione non è cumulabile con altri incentivi contributivi quali il beneficio per chi assume lavoratori over 50, oppure gli incentivi Occupazione Sud e Occupazione giovani. E’ invece cumulabile con altri incentivi all’occupazione come quello per l’assunzione dei lavoratori disabili o per i lavoratori in NASpI.

Chi vuole chiedere l’agevolazione deve utilizzare l’applicazione Diresco, inviando domanda preliminare che contiene dati del lavoratore, retribuzione mensile media, aliquota contributiva datoriale, tipologia orario di rapporto.
Ricevuta questa domanda, l’Inps entro 48 ore calcola il beneficio spettante, valuta le risorse disponibili e, in caso di istruttoria positiva, comunica al richiedente che è stato prenotato l’importo della decontribuzione spettante.
A questo punto, entro 10 giorni di calendario, il datore di lavoro deve comunicare l’avvenuta assunzione e la conferma della prenotazione. Se non rispetta il termine deve ripetere l’intera procedura.

Il beneficio vale per contratti di lavoro a tempo indeterminato mentre sono escluse il contratto intermittente o a chiamata. Comprese invece la somministrazione e le cooperative di lavoro.
L’esonero contributivo non è previsto se l’assunzione viola diritti di precedenza, nell’impresa sono in atto ammortizzatori sociali per crisi o riorganizzazione, il lavoratore è stato licenziato dalla stessa azienda nei sei mesi precedenti. Il lavoratore deve aver svolto presso il datore di lavoro un periodo di alternanza scuola lavoro pari ad almeno il 30% delle ore previste dal proprio percorso, o un apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore, il certificato di specializzazione tecnica superiore o periodi di apprendistato in alta formazione.

Vera MORETTI