Congedo di paternità: a breve sarà esteso anche ai dipendenti pubblici

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Il congedo di paternità a breve sarà esteso ai dipendenti pubblici

La legge di bilancio 2022 ha esteso fino a 10 giorni il congedo di paternità autonomo (cioè non alternativo a quello della madre) per i lavoratori del settore privato. Sono in molti a chiedersi se il Governo abbia intenzione di procedere a un’estensione simile anche per i dipendenti pubblici e proprio per questo è stata promossa un’interrogazione parlamentare avente ad oggetto l’estensione del congedo di paternità anche per i lavoratori del settore pubblico.

Cos’è il congedo di paternità autonomo?

Il congedo di paternità autonomo per i lavoratori del settore privato è previsto dalla legge 92 del 2012 ed è stato esteso con la legge di bilancio 2022 fino a 10 giorni. Inizialmente il congedo di paternità  aveva un carattere provvisorio e sperimentale per il triennio 2013-2015. La misura prevedeva una sola giornata di congedo obbligatorio per il padre, a cui si univano ulteriori due giorni facoltativi e da utilizzare in alternativa rispetto alla madre. Con il tempo si è provveduto a estendere tale diritto temporalmente fino a 10 giorni e si tratta di una misura diventata strutturale.

Deve essere fruito nei primi 5 mesi di vita del bambino. L’obiettivo è favorire il ritorno al lavoro delle madri lavoratrici attraverso una sorta di distribuzione dei carichi familiari. I 10 giorni possono essere anche non consecutivi, ma sono obbligatori, cioè il dipendente deve obbligatoriamente usufruirne. Il diritto può essere fatto valere anche in caso di adozione e affidamento, in questo caso i giorni devono essere fruiti nei primi 5 mesi dall’ingresso del bambino in famiglia. L’obbligo ha lo scopo di evitare che i datori di lavoro possano in un qualche modo ostacolare la fruizione degli stessi.

É prevista l’estensione del congedo di paternità ai dipendenti pubblici?

Naturalmente i lavoratori del settore pubblico chiedono di essere parificati e quindi di poter usufruire anche loro del congedo di paternità autonomo e obbligatorio, oltre che esteso a 10 giorni. Proprio per questo c’è stata la presentazione di un’interrogazione parlamentare da parte della Deputata Vincenza Bruna Bossio. Alla stessa ha risposto la Sottesegretaria per il lavoro e le politiche sociali Tiziana Nisini. Si ribadisce che c’è l’intenzione in breve tempo di parificare la situazione dei dipendenti del settore pubblico e privato andando così a riconoscere anche ai dipendenti pubblici il diritto di fruire del congedo di paternità di 10 giorni da utilizzare nell’arco dei primi 5 mesi di vita del bambino.

La Sottosegretaria Nisini ha sottolineato che vi è l’intenzione di procedere attraverso un provvedimento di recepimento della normativa europea che parifica la posizione dei dipendenti del settore privato e pubblico. Si tratta quindi di una via piuttosto breve e che consente in poco tempo e senza ostacoli di raggiungere l’obiettivo.

Quali sono i passi da compiere per ottenere il congedo di paternità per i dipendenti pubblici?

La Sottosegretario Nisini nella risposta all’interrogazione parlamentare ha spiegato i successivi passi:

il Ministero del Lavoro ha già realizzato uno schema di decreto per il recepimento della direttiva europea 2019/1158, con il recepimento si andrà ad intervenire sul decreto legge 151 del 2001 “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità”. In questo modo si potrà quindi intervenire in modo generale sulle disposizioni relative al congedo di paternità. All’interno del decreto sarà inserito un articolo che disciplina il congedo di paternità autonomo e la disciplina potrà essere applicata senza distinzioni tra dipendenti del settore privato e dipendenti del settore pubblico.

A questo punto le modifiche dovranno essere recepite da tutte le Amministrazioni e saranno operative in favore di tutti i lavoratori, quindi anche di quelli del settore pubblico. La Sottosegretario ha precisato che il provvedimento avrà un contenuto anche maggiormente favorevole rispetto a quello previsto dalla disciplina dell’Unione Europea.

Per conoscere gli strumenti di tutela della paternità è possibile approfondire con:

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