Incentivi auto: cosa c’è da sapere e quando arrivano

Si sta attuando sempre più una transizione ecologica nel nostro paese, a tal proposito anche le auto elettriche avranno la loro fase di rilancio. Vediamo nella nostra guida gli incentivi alle auto elettriche e non solo come funzionano e quando saranno effettivamente attuabili e a chi spetteranno.

Incentivi auto elettriche: di cosa si tratta

Occorre sapere che il Governo ha stanziato 700 milioni di euro per il 2022 e 1 miliardo di euro per ognuno degli anni successivi, dal 2023 al 2030, per supportare la riconversione ecologica dell’industria automobilistica in vista dello stop alla vendita delle auto termiche previsto nel 2035, salvo rinvii a sorpresa.

La maggior parte dello stanziamento sarà utile a finanziare gli incentivi auto. Nello specifico si parla di 650 milioni di euro dal 2022 al 2024, mentre per gli anni successivi la cifra sarà decisa al momento.

Ma quando dovrebbero arrivare in maniera effettiva questi incentivi auto 2022?

Gli incentivi auto 2022 dovrebbero, stando alle ultime indiscrezioni, essere attivi entro la metà di maggio.

Nei prossimi paragrafi andiamo a vedere cos’altro c’è da sapere sulla questione.

Incentivi auto 2022: cosa altro c’è da sapere

Dunque, entro questo mese di maggio, probabilmente nella data di lunedì 16 maggio, dovrebbero essere erogati gli incentivi auto 2022.

Per poter dare via alle domande, però, mancano due passaggi essenziali, che il ministero dello Sviluppo ha assicurato verranno realizzati in tempi brevi.

Infatti, la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale è ancora latitante, per poter avviare la macchina distributiva degli ecobonus.

Occorre sapere che i contributi vanno da un minimo di 2.000 euro ad un massimo di 5.000 euro. Nello specifico, acquistando un’auto elettrica della fascia 0-20 g/km di CO2 si hanno a disposizione 5.000 euro con la rottamazione e 3.000 euro senza un altro veicolo da rottamare.

A chi spettano gli incentivi auto 2022

Possiamo dire che hanno possibilità di accedere agli incentivi le persone fisiche con le auto che non possono essere intestate a partite IVA, ma va considerata un’eccezione se si tratta dell’acquisto di un’ auto elettrica o ibrida plug-in. Le Società infatti possono acquistare con l’incentivo i veicoli delle fasce 0-20 e 21-60 g/km, ma soltanto se verranno utilizzati in attività commerciale di car sharing per un tempo di almeno 24 mesi.

Per poter richiedere gli incentivi sarà obbligatorio rimanere proprietari del veicolo acquistato con l’ecobonus per almeno 12 mesi. In caso di rottamazione, per accedere all’extra bonus di 2.000 euro dedicato alle elettriche e ibride plug in, il veicolo rottamato dovrà essere necessariamente intestato al beneficiario.

Quali auto acquistare con gli incentivi 2022

Per rispondere a questa domanda, in modo generico, possiamo dire vi rientrano auto di tutte le motorizzazioni: ibride, benzina, diesel, metano, GPL.

Per gli acquisti sono previsti anche dei tetti di spesa: il prezzo del veicolo non può superare i 35.000 € se di prima o di terza fascia, mentre il tetto si alza a 45.000 € in caso di mezzo di seconda fascia.

Andando a fare un riepilogo dettagliato, il decreto prevede un bonus di 3mila euro se si compra un’auto della fascia 0-20 g/km, più altri 2mila euro in caso di rottamazione.

Il tetto massimo sul prezzo di acquisto è di 35mila euro (42.700 aggiungendo solo l’Iva). Mentre, per le categorie con emissioni tra 21 e 60 g/km, l’incentivo è di 2mila euro più altri 2mila per la rottamazione, con un prezzo massimo del veicolo di 45mila euro (più Iva).

Per quanto riguarda la terza fascia tra 61-135 g/km, si può ottenere un incentivo di 2mila euro se si rottama un’auto inferiore a Euro 5, di proprietà da almeno 12 mesi.

Incentivi moto 2022

In ultimo, ma non ultimo, è bene sapere che sono previsti incentivi anche per l’acquisto di ciclomotori e motocicli elettrici e ibridi. Chi vorrà acquistare motoveicoli potrà ottenere un contributo:

  • del 30% del prezzo di acquisto fino al massimo 3 mila euro e
  • del 40% fino a 4000 mila euro se viene rottamata una moto in una classe da Euro 0 a 3.

Per i ciclomotori e motocicli termici, nuovi di fabbrica è invece previsto, a fronte di uno sconto del venditore del 5%, un contributo del 40% del prezzo d’acquisto e fino a 2500 euro con rottamazione.

Dunque, questo è quanto vi fosse di più utile e necessario da sapere in merito agli incentivi auto 2022.

Giugno 2022, un mese caldo e piene di scadenze da ricordare

Giugno 2022 sarà un mese caldo e pieno di scadenze fiscali e non. Ecco tutte le date da segnare sul calendario per non dimenticare.

Giugno 2022, partiamo dalle scadenze di inizio e metà mese

Giugno 2022 sarà davvero arduo per le imprese e le famiglie italiane. Ebbene sono previste 141 scadenze segnate sullo scadenziario dall’Agenzia delle Entrate. A queste vanno aggiunte quelle relative al pagamento dei tributi locali.  La prima data da segnare in agenda è il 6 giugno. Infatti da lunedì sarà possibile inviare il modello con le correzioni da sostituire al modello 730 precompilato. Si ricorda che una volta inviato la dichiarazione dei reddito può essere annullata o sostituita con uno nuovo. E la data ultima per effettuare le modifiche è prevista per il 20 giugno.

Altra scadenza fiscale è quella prevista per il 15 giugno. E’ il giorno della comunicazione all’Agenzia delle entrate dei dati di dettaglio relativi al canone TV addebitabile e accreditabile nelle fatture emesse dalle imprese elettriche riferiti al mese precedente. Inoltre sempre lo steso giorno sono previti tre adempimenti importanti:

  • emissione e la registrazione delle fatture relative al mese precedente dei beni consegnati e spediti secondo un documento di trasporto idoneo. Tuttavia riguarda tutti i soggetti Iva;
  • le associazione, sportive o senza scopo di lucro, che aderiscono al regime fiscale agevolato, devono provvedere ad alcuni adempimenti contabili da annotare sul registro dei corrispettivi e proventi dal mese precedente derivanti da attività di tipo commerciale;
  • gli esercenti di commercio al minuto che sono esonerati alla trasmissione dei corrispettivi devono registrare le operazioni per cui viene rilasciato lo scontrino fiscale, relativamente al mese precedente.

Giugno 2022, le scadenze di giorno 16

Altro giorno “rovente” è il 16 giugno. Ecco sono previsti ben 59 adempimenti, tra cui:

  • versamento l’imposta sugli intrattenimenti;
  • versamento della Tobin Tax sulle operazioni su strumenti finanziari derivati e immobiliari;
  • Pagamento del Modello F24 della rata relativa al Canone Rai per i soggetti che corrispondono redditi da pensione;
  • versamento dell’Iva del mese precedente per i soggetti obbligati;
  • Liquidazione dell’Iva del mese precedente da parte di enti pubblici con vincolo di tesoreria unica;
  • Versamento dell’Iva da parte dei soggetti che facilitano, tramite interfaccia virtuale, le vendite a distanza di prodotti tecnologici;
  • Pagamento delle ritenute alla fonte su interessi e redditi di capitale per i sostituti d’imposta, relativamente al mese precedente;
  • Versamento dell’Iva derivante da scissioni dei pagamenti;
  • Versamento dell’imposta sostitutiva da parte di istituti di credito e intermediari finanziari.

Sempre in questa data sono previsti i pagamenti relativi al versamento dell’imposta sostitutiva dell’IRPEF  e le addizionali comunali e regionali sulle somme garantite ai dipendenti nel mese precedente.

Le scadenze di fine mese

Per concludere il mese di giugno sono previste altre date importanti. Il 20 giugno c’è la comunicazione all’Agenzia delle Entrate dei dati di dettaglio relativi al canone TV addebitato, accreditato, riscosso e riversato nel mese precedente. Sempre il 20 giugno occorre fare la comunicazione di tutti i rapporti istaurati, trasformati, prorogati o cessati nel mese precedente, con lavoratori somministrati.

Il 27 giugno è prevista la scadenza della dichiarazione INTRASTAT per gli operatori intercomunitari. Si tratta della presentazione degli elenchi riepilogativi per le cessioni di bene e servizi relative al mese precedente, e svolte nei confronti dei soggetti appartenenti all’Unione Europea.

Infine il 30 giugno sono previsti 36 versamenti tra: Ires, Irpef, addizionali, imposta di bollo e cedolare secca. Tra l’altro, non va dimenticato che proprio il 30 giugno scade il termine per restituire senza sanzioni e interessi il saldo 2019 e il primo acconto 2020 dell’Irap, per cui era stato disposto l’esonero dal decreto Rilancio, nel caso in cui siano stati superati i limiti del quadro temporaneo della Commissione Ue.

Da non dimenticare anche la fare la Dichiarazione dei redditi delle persone fisiche. Infine scade anche l’autocertificazione degli auti covid. Occorre indicare tutti i fondi perduti, crediti d’imposta ed eventuali esoneri connessi alla pandemia da Covid-19, ricevuti negli anni 2020-2021-

 

Pensioni, come uscire prima con cumulo e ricongiunzione dei contributi?

Come si può andare in pensione prima procedendo con il cumulo o la ricongiunzione dei contributi? Alcuni casi aiutano a valutare i due istituti previdenziali per arrivare alla scelta migliore. Ad esempio, un lavoratore che abbia superato di qualche anno i 60 anni e che abbia maturato contributi presso più gestioni (25 anni da lavoratore dipendente, contributi presso la gestione ex Enpals e anche qualche mese alla Gestione separata dell’Inps), può valutare di unire i versamenti per arrivare prima alla pensione.

Ricongiunzione dei contributi ai fini della pensione, di cosa si tratta?

Ai fini della pensione, con la ricongiunzione dei contributi versati presso differenti gestioni previdenziali si permette di:

  • accentrare i versamenti tutti in una delle gestioni presso la quale siano stati versati contributi;
  • ottenere la pensione dalla gestione previdenziale prescelta;
  • rateizzare e dedurre fiscalmente il costo dell’operazione che ammonta al 50% della differenza tra l’onere teorico di ricongiunzione e il totale dei contributi e degli interessi.

Pensioni anticipate, come procedere con il cumulo gratuito dei contributi?

Con il cumulo dei contributi versati, disciplinato dalla legge di Bilancio 2017, il lavoratore può unire i versamenti effettuati nella vita lavorativa presso più gestioni previdenziali, sia private che pubbliche. Il cumulo dei contributi si può richiedere per ottenere i seguenti trattamenti previdenziali:

  • la pensione anticipata con i requisiti della riforma Fornero;
  • le pensioni di vecchiaia;
  • l’inabilità;
  • le pensione dei superstiti.

Pensioni, quale è più conveniente tra cumulo dei contributi e ricongiunzione?

Quale scelta è più conveniente per i lavoratori prossimi alla pensione, il cumulo dei contributi o la ricongiunzione? In entrambi i casi, l’assegno delle pensioni saranno determinate dall’unione di almeno due gestioni previdenziali. In linea di massima, si può affermare che, pur non comportando degli oneri, il cumulo pensionistico produce minori vantaggi in termini di pensione rispetto alla ricongiunzione.

Come andare in pensione anticipata contributiva a 64 anni unendo i contributi?

Nel caso del lavoratore sopra descritto, se il contribuente proviene dal sistema previdenziale misto (quindi con una parte dei contributi versati entro il 31 dicembre 1995) si può pensare di andare in pensione anticipata a 64 anni di età. Tale possibilità vige nel caso in cui il lavoratore abbia almeno un contributo versato entro il 1996. Facendo il computo nella gestione separata e riunendo le varie gestioni previdenziali, il lavoratore può andare in pensione a 64 anni:

  • se accetta il ricalcolo della pensione con il solo meccanismo previdenziale misto;
  • rispettando uno dei requisiti legati all’assegno di pensione. Ovvero, l’importo del futuro trattamento previdenziale deve essere pari ad almeno 2,8 volte quello della pensione sociale. Per il 2022, dunque, tale importo è fissato in 1.310,68 euro.

Pensione anticipata contributiva, chi può andare uscire prima?

In ogni modo, se il lavoratore ha iniziato a versare i contributi in data successiva al 31 dicembre 1995, la possibilità di andare in pensione anticipata contributiva a 64 anni è sempre riconosciuta. Tuttavia, i contributi versati alla Gestione separata dell’Inps daranno diritto a una parte della pensione a decorrere dalla vecchiaia. Dunque, a decorrere dai 67 anni di età. Procedendo, invece, con il cumulo di tutte e tre le gestioni previdenziali presso le quali il lavoratore abbia versato i contributi, il richiedente potrebbe godere contemporaneamente di tutte e tre le quote di pensione.

Lavoratore con contributi in due gestioni previdenziali differenti: la possibilità di procedere con il cumulo o la ricongiunzione

Nel caso in cui un lavoratore, appartenente al sistema previdenziale misto, abbia contributi versati in due gestioni, si può pensare a quale convenga di più tra ricongiunzione e cumulo. Ad esempio, se un lavoratore ha iniziato a contribuire dal 1990 e per 20 anni ha versato contributi al fondo telefonici e successivamente come dipendente di un’impresa privata, le alternative sono due. La prima consisterebbe nel  trasferire i contributi presso una sola delle due gestioni (ricongiunzione). Con tale istituto, la scelta del lavoratore non andrebbe a incidere con l’uscita anticipata, ma direttamente sull’assegno di pensione. La scelta sarebbe valida anche per accedere a specifiche formule di pensione che non sono consentite con il cumulo dei contributi.

Pensioni anticipate con il cumulo gratuito dei contributi: possibilità anche per i liberi professionisti

Con il cumulo dei contributi, invece, il lavoratore può ricongiungere gratuitamente i versamenti effettuati presso più gestioni. Il contribuente raggiungerebbe la pensione sulla base delle quote di assegno spettanti da ciascuna delle gestioni previdenziali. Peraltro il cumulo gratuito dei contributi è previsto anche per i liberi professionisti iscritti alle Casse previdenziali. Nel caso in cui il professionista abbia contributi versati anche da lavoratore dipendente, si possono unire i periodi di lavoro e di versamenti non coincidenti per arrivare prima:

  • alla pensione di vecchiaia;
  • a quella anticipata ordinaria con 42 anni e 10 mesi di contributi (per le donne 41 anni e 10 mesi).

Uscita da lavoro per i liberi professionisti con il cumulo dei contributi

Peraltro, per i contributi versati alla Cassa previdenziale è necessario che il libero professionista presti attenzione ai requisiti richiesti dalla gestione previdenziale stessa. Ad esempio, per la pensione di vecchiaia degli ingegneri iscritti a Inarcassa, il requisito da maturare è pari a 34 anni e sei mesi di contributi. Si tratta di un requisito ben più gravoso rispetto a quello previsto dall’Inps che per la pensione di vecchiaia richiede venti anni di contributi versati.

La ricongiunzione può essere richiesta per i lavoratori autonomi iscritti alle Casse previdenziali?

I liberi professionisti iscritti alle Casse previdenziali non possono richiedere la ricongiunzione dei contributi. Pertanto, chi volesse arrivare alla pensione mediante ricongiunzione onerosa dei contributi versati alle Casse previdenziali e alla gestione dell’Inps come lavoratore alle dipendenze, può semplicemente attendere l’età della vecchiaia per ottenere un supplemento di pensione.

Appuntamento al 10 giugno per la protesta delle pentole vuote. Di cosa si tratta?

Ci sarà il 10 giugno 2022 la protesta delle pentole vuote, un’insieme di manifestazioni volte a sensibilizzare il Governo sui rincari e sulle conseguenze che questi portano nella quotidianità di milioni di famiglie.

Cos’è la protesta delle pentole vuote?

La protesta delle pentole vuote è organizzata dalle associazioni dei consumatori maggiormente rappresentative, tra cui: Adiconsum, Adoc, Adusbef, Asso-Consum, Assoutenti, Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Codacons, Codici, Confconsumatori, Centro Tutela Consumatori e Utenti, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino. L’obiettivo è inteloquire con il Governo con proposte concrete per contrastare i rincari.

Le associazioni hanno stimato per le famiglie italiane, già in difficoltà a causa dell’emergenza pandemica, una perdita di circa 929 euro l’anno. Secondo i dati disponibili ad essere penalizzati saranno soprattutto i cittadini del Nord Italia, mentre l’inflazione avrà una portata limitata per le regioni del Sud caratterizzate generalmente da un costo della vita meno elevato. Ad esempio la perdita per una famiglia residente in Trentino Alto Adige è stimata in circa 1.685 euro, nella regione Lazio, invece 1.279 euro. Le associazioni dei consumatori affermano che a fronte di questa, che può essere considerata una vera emergenza, da parte del Governo c’è stato un comportamento eccessivamente timido.

Qual è l’obiettivo delle associazioni dei consumatori con la protesta delle pentole vuote?

L’obiettivo è presentare un’insieme di proposte volte a contenere i prezzi, in particolare quelli energetici e dei prodotti di prima necessità, tra cui gli alimentari. Le associazioni denunciano che l’aumento dei prezzi che ad oggi è superiore al 6% sta cambiando radicalmente le abitudini degli italiani che fanno fatica in molti casi anche a provvedere alla spesa alimentare. Proprio da questo dato prende il nome la protesta chiamata appunto la protesta delle pentole vuote. Emerge la necessità di attuare al più presto misure volte al contenimento dei prezzi e proprio per questo le associazioni chiedono di essere convocate tra le Parti sociali perché impegnate in prima linea al fianco delle famiglie.

Gli organizzatori della protesta delle pentole vuote sottolineano anche che devono essere fermate le speculazioni generate da questa anomala ondata inflazionistica, infatti molti prezzi crescono a dismisura senza una reale incidenza della crisi Ucraina su essi, questo perché c’è sempre chi tenta di aumentare i propri profitti. Lo stesso punto è stato avallato anche dal Presidente del Consiglio Mario Draghi che ha sottolineato come l’inflazione crei dei trasferimenti di ricchezza, penalizzando i settori più bassi, più poveri.

Il Presidente del Consiglio rivendica i successi maturati a Bruxelles

Nel frattempo il presidente del Consiglio Mario Draghi afferma che al vertice di Bruxelles l’Italia è stata accontentata sia sulle richieste inerenti l’embargo del petrolio russo, sia sul tetto al prezzo del gas. Da quanto emerge, grazie alle pressioni dell’Italia la Commissione Europea ha ricevuto l’incarico di studiare la fattibilità del price cap ( tetto al prezzo) del gas. Questo vuol dire che in effetti questa ipotesi è allo studio, ma di fatto oggi ancora non ci sono certezze sul fatto che si vada in questa direzione.

Il presidente Draghi ha anche ottenuto lo spostamento dell’obbligo per l’Italia di non importare petrolio russo solo dall’anno nuovo. Questi piccoli successi porteranno comunque un risparmio nelle tasche degli italiani.

Il ministro Orlando a Confindustria: alzate i salari

Nel frattempo non è mancata la reazione del ministro del Lavoro Orlando alle critiche rivolte dal presidente di Confindustria Bonomi che ha richiesto riforme strutturali al sistema e il taglio del cuneo fiscale. Orlando ha sottolineato che per far fronte alla recessione è necessario l’aumento dei salari e quindi ha in un certo senso bacchettato il mondo delle imprese/industrie. Risponde alle critiche anche sul reddito cittadinanza sottolineando che la media degli assegni percepiti è di 580 euro, inoltre ricorda che dalla fine dell’emergenza pandemica il numero dei percettori è costantemente sceso, in media di 50.000 unità al mese. Il numero dei percettori è esiguo rispetto alle lamentele delle imprese che probabilmente non trovano manodopera a causa di offerte poco allettanti.

La protesta delle pentole vuote dà appuntamento ai consumatori il 10 giugno 2022 nelle principali piazze italiane. Si aspetta una partecipazione elevata.