Aliquote Iva: le novità che ci aspettano tra delega fiscale e Unione Europea

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Le delega fiscale e la direttiva UE 2022/542 sembrano andare in un’unica direzione nel programma di riordino delle aliquote Iva e potrebbero esservi stravolgimenti non da poco perché sembra si vada ad agire soprattutto sulle aliquote ridotte che saranno funzionali, cioè volte a incentivare scelte ecologiche, digitalizzazione e politiche sociali.

A che punto è l’Italia con la riforma fiscale?

Sappiamo che in Italia è in programma un deciso cambio di rotta per quanto riguarda il sistema fiscale, questo attraverso la delega fiscale che si propone una semplificazione del sistema e una riorganizzazione. Una parte delle norme della delega fiscale è già in vigore come la revisione delle aliquote Irpef , la semplificazione dell’Ires e il cammino verso l’abolizione dell’Irap. Sono ancora allo studio la revisione dell’Iva e la riforma del catasto che sta creando non pochi problemi al Governo.

Per quanto riguarda l’Iva, i lavori si stanno concentrando sulle aliquote e sembra che vadano di pari passo con la direttiva UE 2022/542, i due progetti infatti si sovrappongono per oggetto e per tempistiche. Il perimetro entro il quale si muovono le due “manovre” sono: digitalizzazione, eco-sostenibilità e politiche sociali.

L’obiettivo è aiutare nella fruizione di determinati beni attenuando il loro carico Iva e allo stesso tempo contrastare l’evasione fiscale riducendo il vantaggio che aliquote molto elevate possono portare agli evasori ( come ad esempio avviene nel campo dell’edilizia).

L’obiettivo dell’Unione Europea è arrivare ad un sistema di applicazione Iva che sia uniforme nel territorio dell’Unione Europea, non vengono determinate a livello europeo le aliquote, ma sono date delle indicazioni affinché attraverso la modulazione delle stesse si possano raggiungere finalità ritenute “meritevoli” dall’Unione stessa.

I tempi previsti dall’Unione Europea per l’armonizzazione delle aliquote Iva

La direttiva UE impone comunque agli Stati delle linee guida e tempi stretti, infatti entro il 7 luglio 2022 i Paesi Membri devono comunicare le aliquote ridotte applicate e che fuoriescono dall’ambito di quelle previste dall’allegato alla direttiva. Entro il 7 ottobre 2023 i Paesi devono invece provvedere all’adozione dei provvedimenti con cui si dispongono le nuove aliquote ridotte.

Entro il primo luglio 2025 la Commissione Europea presenterà al Consiglio un elenco che indichi per ogni Paese le aliquote ridotte applicate.

Riforma delle aliquote Iva: cosa prevede la delega fiscale?

L’Italia in un certo senso sta riducendo i tempi e questo perché si è formata una congiuntura positiva tra i tempi e la delega fiscale ormai già attiva. La stessa prevede ;

  • razionalizzazione del numero e dei livelli delle aliquote;
  • revisione dei modelli di distribuzione delle aliquote.

Si dovrebbe provvedere a ridurre l’aliquota per i beni che hanno un minore impatto ecologico andando quindi ad agevolarne l’acquisto.

Aliquote ridotte dovrebbero essere applicate anche all’edilizia abitativa rivolta alle fasce di reddito più basse.

Sebbene l’Unione Europea abbia tra gli obiettivi della modulazione Iva anche la diffusione di una maggiore digitalizzazione, sembra che l’Italia non abbia ancora accolto tale spunto, ma dobbiamo ricordare che rispetto al crono-programma dell’Unione Europea prima visto, l’Italia può dirsi avanti. Non sono quindi escluse novità anche in tale ambito.

Questo potrebbe voler dire una riduzione dell’aliquota Iva applicata su beni di largo consumo come Pc, tablet, smartphone e tutti gli accessori che generalmente sono utilizzati per il lavoro e che sono necessari alla fruizione dei servizi digitalizzati, come può essere la possibilità di ottenere i certificati anagrafici online oppure effettuare online il cambio di residenza.

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