Dal reddito di cittadinanza al reddito di resilienza, cosa cambia?

Che sia stata forse la misura più discussa da diversi anni a questa parte lo dimostrano i fatti. Parliamo naturalmente del reddito di cittadinanza misura che il governo Conte 1 ha introdotto con l’obbiettivo di  contrastare le situazioni di povertà. Nata come misura idonea al ricollocamento lavorativo e sociale dei beneficiari, col tempo il reddito di cittadinanza si è dimostrato una misura sostanzialmente simile ad un autentico sussidio e basta. A dimostrazione di tutto ciò, il fatto che molti partiti politici e molti tecnici vorrebbero, se non cancellarlo del tutto, quantomeno rivisitarlo. E si cercano vie alternative alla misura, dal momento che il contrasto alla povertà è una esigenza che nessuno può negare.

Il reddito di cittadinanza, cosa ha funzionato e cosa no

Il reddito di cittadinanza consta in un beneficio economico mensile erogato dall’INPS ai beneficiari mediante una carta di credito vera e propria. I soldi caricati sulla card RDC possono essere prelevati in contanti solo in minima parte. Il resto va speso per beni di prima necessità, farmaci e bollette per le utenze domestiche. Limitazioni queste, nate per evitare che ci fossero persone che si approfittavano della misura, finendo con il richiederla senza averne la necessità.

Le nuove elezioni e il futuro del reddito di cittadinanza

Adesso che ci accingiamo alle nuove elezioni politiche, l’argomento reddito di cittadinanza è tornato di stretta attualità a tal punto che si susseguono proposte di rettifica della misura o di sua sostituzione. Infatti nessuno dice che la misura va cancellata e basta, perché sarebbe come negare la situazione di povertà in cui molte famiglie versano. Piuttosto, si parla di correggerla o di trovare uno strumento diverso. Per esempio Giovanni Toti con il suo nuovo partito “Italia al centro”, propone il reddito di resilienza. Il termine, diventato comune per via del PNRR e del Recovery plan adesso diventa utile per le misure di contrasto alla povertà. Dal momento che resilienza significa di fatto resistere a situazioni avverse e di difficoltà, la nuova misura punta a correggere gli errori commessi con il reddito di cittadinanza che ha fallito da tutti i punti di vista per quanto riguarda le politiche attive sul lavoro.

Reddito di resilienza, di cosa si tratta?

La proposta del partito del governatore della Regione Liguria Giovanni Toti, dovrebbe funzionare in maniera diversa dal reddito di cittadinanza. Infatti offrirebbe soldi a chi oltre a versare in condizioni di povertà come per il reddito di cittadinanza,  intende avviare un’attività di lavoro autonomo. In pratica si offrirebbero soldi a chi dimostra l’intenzione di voler mettersi in proprio creando reddito per sé e per altri. Una misura che potrebbe essere commisurata, come importo, in base alla zona di residenza del beneficiario. In pratica offrirebbe più soldi a chi vive in zone dove fare impresa è più difficili per via delle difficoltà oggettive della stessa zona.
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Sindacalista, operatore di Caf e Patronato, esperto in materia previdenziale, assistenziale, lavorativa e assicurativa. Da 25 anni nel campo, appassionato di scrittura e collaboratore con diversi siti e organi di informazione.