Sgravi fiscali per le mamme, le novità contenute nella manovra

Sgravi fiscali per le mamme italiane che decidono di avere più figli. Nuove regole per le mamme per aumentare la demografia nel nostro Paese.

Sgravi fiscali per le mamme, ma occorre avere almeno due figli

In Italia la crescita demografica ha un segno negativo. Ci sono più anziani rispetto alla nascita di bambini e questa tendenza deve essere sicuramente invertita. Per questo motivo il Governo, come aveva detto già in campagna elettorale, sta mettendo in atto delle politiche per cercare di aiutare le mamme. Soprattutto quelle che continuano a lavorare, ma decidono anche di avere figli e ne crescono almeno due.

In manovra è previsto un periodo di decontribuzione per le mamme che lavorano. Lo strumento della decontribuzione è la via per aumentare il reddito netto dei lavoratori, compresi i redditi bassi, fiscalmente incapienti, che non potrebbero beneficiare dell’incremento delle detrazioni. Insomma attraverso la decontribuzione la busta paga sarà più corposa, e questo è un grande aiuto per le famiglie che devono crescere dei figli.

Sgravi fiscali per le mamme, cosa prevede la norma

All’inizio del percorso della manovra, la proposta era quella di concedere alle mamme un periodo contributivo di 3 anni. Ma adesso le cose sono cambiate. Ed infatti passa da 3 a 1 anno il periodo di decontribuzione per le mamme lavoratrici con 2 figli previsto nella manovra. E così andrà a cambiare  il comma 2 dell’articolo 37 della legge di bilancio. Lo sgravio contributivo al 100% sarà fino a 3 mila euro e fino al decimo anno di età del figlio più piccolo.

Ma solo per le mamme con due figli sia solo fino al 31 dicembre 2024 e non fino al 2026, come inizialmente previsto. Resta invece triennale quello previsto per le mamme dipendenti a tempo indeterminato con tre figli fino al diciottesimo anno di età del figlio. Misura che sarà applicata a tutte le lavoratrici dipendenti con contratto a tempo indeterminato, ad esclusione dei rapporti di tipo domestico. Inoltre, sono escluse tutte coloro che lavorano in casa o hanno situazioni occupazionali precarie.

Tutte le altre misure a favore della genitorialità

Rinnovato il bonus asilo nido per pagare le rette per gli asili nido pubblici e privati. Il bonus sarà destinato solo ai secondi figli nati dal primo gennaio 2024 in nuclei con già un minore under 10 e un tetto Isee di massimo 40 mila euro. Novità anche per quanto riguarda il congedo parentale. Infatti a partire dal 2024 sono previsti due mesi di congedo parentale sul totale dei 6 a disposizione entro i 6 anni di vita del figlio, che avranno una retribuzione pari all’80%. Prima la percentuale era del 30%. Negli anni successivi però si cambia ancora: per uno dei due mesi la retribuzione sarà pari al 60% dello stipendio, l’altro resterà all’80%.

Infine come prevede il testo della Manovra, nel 2024 la soglia di esenzione fiscale viene portata a mille euro per tutti i lavoratori dipendenti e a 2 mila per quelli con figli fiscalmente a carico, “compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti, i figli adottivi o affidati”. 

Rottamazione quater, cosa succede se non si paga la prima rata

Il 31 ottobre 2023 è scaduto il termine del pagamento della prima rata, o unica rata, della rottamazione quater. Per effetto della tolleranza prevista di 5 giorni, è possibile effettuare il pagamento entro il 6 novembre senza conseguenze, ma cosa succede nel caso in cui non si dovesse rispettare neanche tale termine?

La decadenza dalla rottamazione quater per il mancato pagamento della rata

La rottamazione quater è una misura di pace fiscale introdotta dalla legge di bilancio 2023, prevede la possibilità di sanare la propria posizione con il Fisco versando gli importi dovuti indicati nella cartella di pagamento, ma senza sanzioni e interessi.

Nel caso in cui non sia rispettato il piano dei pagamenti vi è la decadenza. Cosa vuol dire?

La decadenza dalla rottamazione quater porta di nuovo a vita la vecchia cartella esattoriale. Questo implica che il contribuente dovrà versare gli importi originari comprensivi di sanzioni e interessi. Non solo, l’agente di riscossione potrà ricominciare le procedure di riscossione coattiva che possono prevedere diverse possibilità, come il pignoramento del conto corrente.

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La decadenza si verifica anche nel caso in cui non ci sia l’omesso versamento, ma il versamento parziale o insufficiente.

Per chi ha già effettuato il primo pagamento, si ricorda che la seconda rata è in scadenza al 30 novembre, anche in questo caso si applica la tolleranza di 5 giorni e di conseguenza si potrà effettuare il versamento entro il 5 dicembre senza il rischio di decadenza. Le rate successive sono 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre di ciascun anno a decorrere dal 2024.

In caso di decadenza dalla rottamazione quater perdo gli importi già pagati?

Cosa succede se ho pagato la prima rata, ma non riesco a terminare il piano dei pagamenti? Questo è il quesito che si pongono molti contribuenti che temono di perdere anche quanto già versato, con la prima rata o con le altre rate eventualmente pagate.

La soluzione a questo dilemma è data dall’articolo 1 comma 244 della legge 197 del 2022 ( legge di bilancio 2023) che stabilisce: relativamente ai debiti per i quali la definizione non ha prodotto effetti, i versamenti effettuati sono acquisiti a titolo di acconto dell’importo complessivamente dovuto a seguito dell’affidamento del carico e non determinano l’estinzione del debito residuo, di cui l’agente della riscossione prosegue l’attività di recupero.”

Ciò implica che le somme eventualmente già versate non sono perse.

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Gas in aumento, si prevedono bollette più pesanti per gli italiani

Gas in aumento per i prossimi mesi freddi, le previsioni non sono buone. Infatti si prevedono rincari che graveranno sulle tasche degli italiani, ma di quanto?

Gas in aumento, la previsione di Arera

Arriva novembre e con esso i primi freddi d’autunno. Per lo meno al nord d’Italia con arrivo di mal tempo e freddo che sta flagellando quella parte del nostro paese. Situazione opposta al sud dove ancora l’estate non vuole passare e ancora non c’è alcun pensiero di accendere, giustamente, i riscaldamenti. Tuttavia da nord a sud si inizia a pensare alle provviste per l’inverno e quindi l’acquisto di pallet o altri combustibili per tenere calda la casa.

In merito al gas però si prevedono aumenti nella bolletta. Una cattiva notizia per gli italiani che ormai fanno conti da mesi con rincari generali sul livello dei prezzi. La previsione è un aumento dell’8%. E a farne le spese nel mercato tutelato sono circa 10 milioni di utenti.  Sono queste le prime notizia sull’aggiornamento mensile della tariffa da parte dell’Arera, l’autorità pubblica dell’energia.

Gas in aumento, è anche causa delle tensioni europee

Le previsioni sono abbastanza rosee visto quanto sta accadendo in Europa. Si ricorda che ancora purtroppo è in essere il conflitto tra l’Ucraina e la Russia. Non solo, anche quanto sta accadendo in Medio Oriente, andrà a farsi sentire sul prezzo del gas, ma anche del petrolio nei prossimi mesi. Quindi ci si aspetta che gli aumenti dell’8% possa comunque subire un’impennati nei mesi più freddi dell’inverno.

Altri eventi che impattano sull’aumento del prezzo sono quanto accaduto sulla borsa italiana Psv. Ma non si possono non considerare anche gli scioperi degli impianti in Australia, il presunto sabotaggio al gasdotto in Finlandia. A condire il tutto non manca la speculazione, che in questi momenti si ripresenta senza alcun dubbio.

Quanto peserà sulle tasche dell’italiani

Il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli ha calcolato che il costo al metro cubo di ottobre è a 1,02 euro. Per una famiglia tipo, che consuma 1400 metri cubi all’anno, la maggior spesa sarà di 105 euro all’anno. Mentre per Assoutenti: “Considerata anche la spesa per l’energia elettrica, salita del 18,6% nell’ultimo trimestre dell’anno, con la bolletta media pari a 764 euro, il conto complessivo per luce e gas a carico di una famiglia arriverebbe a quota 2.197 euro annui”.  Ad oggi però il Governo però non sembra rinviare la sua decisione di mettere fine al mercato protetto, prevista per il 10 gennaio per il gas e al 1° aprile per l’elettricità.

Concordato biennale e sanzioni fiscali dimezzate, le novità

Il concordato biennale, a lungo annunciato, è finalmente arrivato e porterà molte imprese a ottenere semplificazioni negli adempimenti e per i più fortunati anche un risparmio di imposta.

Concordato preventivo biennale

Il concordato preventivo biennale prende il via già dal 2024, i contribuenti avranno tempo fino al mese di aprile 2024 per aderire e avrà validità per due anni, con la possibilità di rinnovo per i successivi due anni.

Il concordato preventivo biennale prevede che Fisco e contribuente si mettano d’accordo sulle tasse da versare per due anni, indipendentemente dal reddito prodotto. L’accordo sarà basato sui dati emergenti dalle dichiarazioni degli anni precedenti.

Naturalmente può essere conveniente per i contribuenti che pensano di poter aumentare i loro redditi nei successivi due anni perché per loro vi è un risparmio di imposta. Diventa invece poco conveniente nel caso in cui negli anni oggetto di concordato biennale si ritrovino ad avere un reddito più basso perché pagano tasse maggiori rispetto a quelle che avrebbero pagato con il metodo ordinario di determinazione delle imposte.

Secondo le stime, il concordato biennale dovrebbe portare a un maggiore gettito in termini di cassa di 760,5 milioni: 748,1 l’anno prossimo e 12,3 milioni nel 2025. Tali stime però non entrano per ora nei conti.

Il vantaggio non è solo di tipo economico e prettamente legato alle imposte, ma è anche relativo ai controlli, infatti non dovendosi presentare dichiarazioni e visto che le tasse sono frutto di accordo, non vi sono controlli, accertamenti fiscali, verbali.

Non tutti potranno aderire al concordato preventivo biennale, sono esclusi coloro che non hanno presentato dichiarazione dei redditi anche per anche un solo anno dei tre presi come riferimento. Inoltre non potranno presentare istanza di adesione i contribuenti hanno avuto condanne per reati fiscali. Infine, sono esclusi i contribuenti che hanno un punteggio nelle dichiarazioni Isa inferiore a 8.

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Dialogo con il Fisco e sanzioni dimezzate

Il concordato preventivo biennale non è l’unica novità, infatti in caso di emissione di un verbale di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate è possibile avvalersi di un dialogo preventivo tra Fisco e contribuente che porterà a dimezzare le sanzioni. Per gli accertamenti il Fisco utilizzerà inoltre l’intelligenza artificiale che elaborerà i dati partendo dalla interoperabilità delle varie banche dati.

Ricordiamo infine che cartelle di pagamento e contestazioni potranno essere notificate anche presso il domicilio digitale.

In questo caso occorrerà però prestare attenzione alla decorrenza dei termini per la prescrizione che inizierà al momento in cui il gestore della posta certificata o del domicilio digitale comunicherà l’avvenuta consegna.

Bonus spesa 2024, a chi spetta e come richiederlo

Il Bonus spesa 2024 per chi ha redditi bassi è stato confermato, ecco quindi a chi spetta e come richiederlo presso gli sportelli di poste italiane.

Bonus spesa 2024, per Isee fino a 15 mila euro

La manovra del Governo Meloni sta cercando di destinare, in modo mirato, le poche risorse a disposizione a chi ne ha davvero bisogno. Una scelta che mira più ad aiutare le famiglie in difficoltà o tutti coloro che hanno un Isee fino a 15 mila euro.  Per il 2024 si prevede uno stanziamento di 600 milioni di euro, 100 milioni in più rispetto al 2023. Probabilmente per cerca di aiutare quanta più gente possibile ad arrivare a fine mese.

Più che bonus spese, la carta prende il nome di “Dedicata a te“. Ha un valore di 382,50 euro ed è possibile fare l’acquisto di generi alimentari e di prima necessità. Inoltre spetta i nuclei familiari composti da almeno tre persone. Tutte devono essere residenti in Italia e il cumulo ISEE non deve superare i 15 mila euro. Tuttavia ai fini dell’assegnazione hanno precedenza i nuclei composti da almeno tre persone, di cui almeno uno nato entro il 31 dicembre 2009, seguiti da quelli composti da non meno di tre componenti, di cui almeno uno nato entro il 31 dicembre 2005.

Bonus spesa 2024, dove richiedere la card

La somma viene erogata attraverso al card elettronica. Per averle occorre recarsi presso gli sportelli di Poste Italiane dislocati sul territorio nazionale. L’elenco è disponibile sul sito di Poste italiane o nell’app alla voce ‘cerca ufficio postale e prenota’. Per effettuare il ritiro della carta è necessario presentare la comunicazione ricevuta dal comune di residenza, che contiene l’abbinamento del codice fiscale del beneficiario con il codice della carta assegnata.

La carta può essere ritirata dal solo beneficiario, salvo possibilità di delega effettuata ai sensi delle disposizioni vigenti, utilizzando gli appositi modelli distribuiti da Poste italiane. Il saldo residuo può essere visualizzato presso gli sportelli ATM di Poste italiane. Il bonus potrà essere utilizzato presso tutti’ gli esercizi commerciali che vendono generi alimentari.

Cosa si può acquistare con la card?

La somma deve essere spesa per l’acquisto di prodotti alimentari o di prima necessità. Ad esempio è possibile comprare: carne, pesce, pollo, uova, prodotti caseari, olio di semi e d’oliva, frutta, ortaggi, prodotti della panetteria, cereali, legumi, mais, alimenti per bambini e per la prima infanzia (incluso latte di formula), lieviti naturali, miele naturale, zuccheri, cacao in polvere, cioccolato; acque minerali, aceto di vino, caffè, tè, camomilla ed igiene personale e della casa. La card dovrebbe essere usata anche per l’acquisto di carburante e per il trasporto pubblico. Invece sarà vietata per l’acquisto di farmaci.

Legge Bilancio 2024, testo bollinato arriva in Parlamento. Ultime notizie

Arrivato l’accordo sulla legge di Bilancio 2024, il testo bollinato dalla Ragioneria dello Stato e firmato dal Presidente della Repubblica è arrivato in Parlamento con alcune modifiche, Forza Italia e Lega non presenteranno emendamenti, ecco le principali novità.

Trattative sulla legge di Bilancio 2024

Snellire le procedure è la parola d’ordine e proprio per questo fin dalla presentazione della prima bozza il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha chiesto alla maggioranza di non presentare emendamenti. Accordo non accolto da Forza Italia e Lega che su alcuni punti della manovra non erano d’accordo.

Ore frenetiche di trattative per arrivare alla quadra con alcune novità importanti rispetto alla bozza iniziale presentata. La prima novità importante del nuovo testo riguarda la cedolare secca sugli affitti brevi che sale al 26% ma solo dalla seconda alla quarta casa. Per chi destina agli affitti brevi (fino a 30 giorni) la prima casa l’aliquota resta al 21%.

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Aiuti alle famiglie numerose e madri lavoratrici

Confermato il pacchetto previsto per le famiglie con:

  • bonus asilo nido per nati dal 1° gennaio 2024 in nuclei familiari con Isee non superiore a 40.000 euro e un figlio di età inferiore a 10 anni, bonus fino a 2.100 euro l’anno;
  • esonero del 100% della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore fino al mese di compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo, ma solo per lavoratrici madri di almeno 3 figli;
  • fringe benefit aumentati a 1.000 euro per il 2024, 2000 euro per per i lavoratori dipendenti con figli, compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti, i figli adottivi o affidati.

Confermata, infine, la detassazione per il lavoro notturno ne settore alberghiero, comprese strutture termali.

Legge di bilancio 2024, torna la Quota 103, ma modificata

Importanti novità vi sono anche sul nodo pensioni, infatti proprio su questo vi erano molti malumori in maggioranza. Sparita Quota 104, si torna a Quota 103, ma con forti penalizzazioni, infatti l’importo mensile calcolato con il contributivo e quindi con una perdita netta sull’assegno per chi decide di andare in pensione prima e tetto all’ammontare dell’assegno pensionistico (2.250 euro lordi). Il tetto viene però meno al compimento dei 67 anni di età, cioè alla maturazione del requisito anagrafico previsto dalla legge Fornero.

Confermati anche il taglio del canone Rai da 90 a 70 euro e il bonus sociale elettrico per il primo trimestre 2024.

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Scadenze novembre 2023, c’è anche un tax day con 141 versamenti

Le scadenze novembre 2023 sono davvero tantissime. Previsto anche per la metà del mese un giorno, in cui andranno a scadere ben 141 versamenti, ecco i dettagli.

Scadenze novembre 2023, rottamazione quater

Arriva novembre il mese dedicato alla commemorazione dei defunti e non mancano le scadenze fiscali. Intanto entro il 31 ottobre c’è la scadenza per la rottamazione quater, che però è stata posticipata a lunedì 6 novembre. Si ricorda che la rottamazione quater è la rateizzazione delle cartelle esattoriali che si può chiedere per i debiti cumulati dal cittadino, senza applicazione di interessi e sanzioni.

Chi ha deciso di aderire ala definizione agevolata ha tempo fino a lunedì per pagare la rata, ben 5 giorni di tolleranza. Mentre per chi supera questa scadenza, la data del 6 novembre, perderà i benefici concessi dall’agevolazione stessa. La scadenza successiva è fissata al 30 novembre 2023. Mentre le restanti rate andranno saldate entro il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre di ciascun anno a decorrere dal 2024, ovvero secondo le scadenze del proprio piano.

Scadenze novembre 2023, il tax day

Il 16 novembre può essere definito il “tax day” in quanto previsti 147 adempimenti. Tra tanti c’è la scadenza del pagamento dei contributi per coloro che sono iscritti alla gestione separata dell’Inps. Il versamento dei contributi è pari al 24% – 33,72% sui compensi corrisposti a ottobre con riferimento ai collaboratori coordinati e continuativi, collaboratori occasionali, incaricati alla vendita a domicilio, lavoratori autonomi occasionali e associati in partecipazione con apporto di solo lavoro.

Versamento anche per coloro che hanno locato con la cedolare secca i propri immobili. Pagamenti anche legati all’Iva (imposta sul valore aggiunto): versamento dell’IVA dovuta per il terzo trimestre, liquidazione e versamento dell’Iva relativa al mese precedente per contribuenti, attività commerciali e associazioni sportive dilettantistiche.

Tutti i versamenti di fine mese

Fine mese c’è la presentazione dei  Modelli Redditi, da inviare entro il 30 novembre. La scadenza riguarda il modello Reddito PF (persone fisiche), Redditi SP (società di persone), Redditi SC (società di capitali), Redditi ENC (enti non commerciali ed equiparati), il modello CNM (Consolidato Nazionale e Mondiale). Il modello va presentato in via telematica.

A novembre scadano anche alcune rate del saldo 2022 e dell’acconto 2023 delle imposte. In merito all’acconto però sembra che non sia dovuto quest’anno, ma dovrà essere pagato in 5 rate a partire dal mese di gennaio. Infine per raggrupparli tutti, entro il 30 novembre 2023 deve essere effettuato il versamento IRPEF, IVIE, IVAFE, IRES, IRAP, cedolare secca sugli immobili ed imposta sostitutiva minimi o forfettari.