Finalmente i confidi disponibili anche per i professionisti

Buone notizie per i professionisti. Anch’essi potranno infatti avere il loro Confidi. Durante l’esame del decreto Sviluppo, le Commissioni riunite Bilancio e Tesoro e Finanze hanno infatti dichiarato ammissibile l’emendamento che consente ai liberi professionisti di costituire il proprio consorzio fidi.

Il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella ha espresso gioia per i risultati ottenuti e ha ringraziato gli onorevoli Ignazio Abrignani e Alessandro Montagnoli, che hanno proposto l’emendamento: “Esprimiamo vivo apprezzamento per gli emendamenti presentati dagli onorevoli Ignazio Abrignani e Alessandro Montagnoli che sono riusciti a trovare un largo consenso in Commissione

Stella ha poi proseguito: “finalmente viene superata una lacuna, vissuta da moltissimi liberi professionisti come un’ingiustizia. Fino a oggi il sistema dei Confidi ha coperto tutti i settori economici del Paese, ma non quello delle professioni”, ha affermato Stella. “Il settore delle professioni, al pari di tutte le altre categorie economiche e sociali, ha subito le conseguenze della crisi che ha determinato un allungamento nei tempi di incasso delle parcelle e difficoltà negli investimenti materiali e immateriali“.

 

Mezzogiorno: Ecco la situazione delle Pmi secondo Confapi

Sono stati presentati recentemente i dati relativi alla quindicesima edizione dell’Indagine Congiunturale Unicredit Confapi I semestre 2011 del mezzogiorno d’Italia. Il campione preso in esame è di 3200 imprese manifatturiere del sistema Confapi. Dall’indagine emerge che le imprese in territorio nazionale sono concentrate per il 65,6% nel nord.

La situazione in generale sembra migliorare rispetto alle precedenti rilevazioni: i saldi relativi a produzione (+8,45%), ordini (+5,77%) e fatturato (2,99%) a livello nazionale tornano in territorio positivo. Era dal I semestre 2008 che non si verificano dei saldi positivi. Il livello di ordini extra UE si attesta al +15,21%, quello del fatturato extra UE al +20,37%. Sembra essere in particolare il centro a rappresentare l’andamento migliore seguito dal Nord-Est.

Il mezzogiorno presenta una produzione prossima allo zero, molto meglio rispetto alla precedente rilevazione che vedeva una cifra negativa (-28% circa) con un andamento negativo degli ordini (-1,49%) e del fatturato interno (-14,55%). Le aspettative per il Mezzogiorno sembrano dunque positive: da -27,3% della precedente rilevazione all’8%. Anche il saldo relativo all’occupazione pur essendo pari allo zero è migliore di altre parti d’Italia in cui è negativo. Seguono il Centro (6,1% da -10,5%) e il Nord Ovest (2,6% da -7,2%), mentre il saldo del Nord Est (1,3%) non si discosta rispetto alla scorsa indagine (1,5%).

L’11,54% del campione delle imprese del Sud ha effettuato investimenti, soprattutto in impianti e macchinari (17,99 %). Impianti e macchinari trionfano anche a livello nazionale: sono al primo posto per il 22,30% degli intervistati. Il Mezzogiorno investe più del resto d’Italia in immobili, ma risulta all’ultimo posto negli investimenti in ricerca e sviluppo Sul fronte occupazione il dato peggiore è quello del Sud che registra un –14%. Il dato a livello nazionale è del –6,4%. Permangono difficoltà per le concessioni del credito.

Mirko Zago

Da Bnl in arrivo 100 milioni di finanziamento alle Pmi

In arrivo una ricca dote per le piccole e medie imprese che necessitano credito. Il presidente di Italia ComFidi, Massimo Vivoli, e il direttore Retail di Bnl-Gruppo Bnp Paribas, Antonio Schiavo, hanno sottoscritto un accordo che prevede di sostenere finanziariamente le piccole e medie imprese garantendo un un plafond da 100 milioni di euro di finanziamenti dedicato alle imprese consociate.

L’impegno dei due enti è inoltre di abbattere il costo del denaro ed i tassi debitori, in modo da garantire prestiti più facili alle imprese alle migliori condizioni di mercato. Italia ComFidi, facente parte di Confesercenti, e’ stato costituito nel dicembre del 2009 tramite la fusione della rete dei Confidi della Confederazione.

Rete Imprese Italia e Cassa di Risparmio del Veneto rinnovano accordo di sostegno per le Pmi

Rete Imprese Italia (Confartigianato, CNA, Confcommercio, Confesercenti) e Intesa Sanpaolo hanno ratificato a livello locale l’accordo sottoscritto a febbraio per il sostegno finanziario alle pmi. Il plafond di finanziamenti per il Veneto ammonta a circa 700 milioni di euro. A livello nazionale i finanziamenti messi in campo da Intesa Sanpaolo ammontano a ben 5 miliardi di euro.

L’accordo è stato presentato nella sede della Camera di Commercio di Padova dal coordinatore di Rete Imprese, Roberto Boschetto (presidente dell’Upa), e dal presidente della Cassa di Risparmio del Veneto, Giovanni Costa. Si tratta di una ottima occasione per le imprese, di sfruttare un’importante aiuto al sostentamento al fine di una rapida ripresa.

Nuove opportunità per l’accesso al credito

La recente revisione dello Small Business Act sottolinea, ancora una volta, la necessità di iniziative mirate a migliorare l’accesso al credito da parte delle Pmi per sostenerne la crescita e garantire la sostenibilità della loro attività. Lo spirito dello Small Business Act è riassunto dal motto “Think small first“, “Pensare anzitutto in piccolo”, per rimarcare il fatto che il 99% delle imprese europee e italiane sono Pmi, che danno lavoro a oltre 150 milioni di cittadini europei e che, per questo, possono ben essere considerate la “spina dorsale” dell’economia. È un approccio che Intesa Sanpaolo condivide appieno, consapevole del fatto che artigiani, commercianti, agricoltori, professionisti, in una parola le piccole imprese italiane, sono tali solo per dimensioni, certo non per capacità e professionalità.

Il mondo dello small business ha esigenze particolari, diverse da quelle delle altre imprese, anche per quanto riguarda la banca; esprime bisogni non sempre facili da intercettare, perché chi lavora in proprio spesso non ha neppure il tempo di passare in filiale. La crisi ha fatto comprendere la necessità di cambiare marcia proprio verso i “piccoli”, assumendo nei loro confronti una responsabilità chiara, netta e precisa, e rimuovendo alcuni “paletti” di ostacolo nel rapporto tra impresa e banca.

La parola d’ordine è stata: riavviare il dialogo. Intesa Sanpaolo ha creato un nuovo modello di servizio, in base al quale ogni imprenditore trova nella sua filiale una persona dedicata e preparata proprio sullo specifico settore delle Pmi. Questa maggior autonomia delle filiali ha permesso di avvicinare le parti e ristabilire i rapporti con i piccoli imprenditori nel modo meno burocratizzato possibile. In fasi congiunturali come l’attuale, le aziende meno strutturate e di minori dimensioni sono quelle che soffrono di più e hanno più bisogno di essere assistite affinché possa emergere – al di là dei dati di bilancio – il loro valore reale, che risiede nella storia dell’azienda, nell’esperienza delle persone che la rappresentano, nelle prospettive da valutare in virtù del posizionamento di mercato e sul territorio.

Costo del finanziamento, tempi di concessione e richiesta di garanzie restano le principali difficoltà che le imprese incontrano quando chiedono credito. Risposte veloci e semplificazione sono le principali richieste. Per questo il lavoro della nuova Direzione Marketing Small Business di Intesa Sanpaolo si sta concentrando sulla razionalizzazione dell’offerta dei finanziamenti, sulla semplificazione della delibera e lo snellimento delle pratiche di fido (dalle più semplici a quelle più complesse e articolate) e sulla drastica riduzione dei tempi di risposta alle richieste di finanziamento.

Per agevolare l’accesso al credito, è fondamentale il ruolo giocato dalle garanzie consortili (già oggi un terzo dei finanziamenti concessi, ad esempio, alle imprese artigiane sono garantiti dai Confidi) e dalle garanzie rilasciate dal Fondo di Garanzia per le PMI, a valere sulla Legge 662/96. Questi interventi favoriscono l’allocazione del credito a tassi competitivi secondo criteri di efficienza e di “bontà” dei progetti imprenditoriali; e possono essere strategici per sostenere il processo del credito, nell’ottica dell’ormai prossima introduzione delle regole di Basilea III, irrobustendo la posizione degli imprenditori e mitigando il rischio per la banca, che detiene così più capitale di migliore qualità.

Nella “manovra di riavvicinamento” alle Pmi è stato decisivo anche il consolidarsi della collaborazione con chi rappresenta gli imprenditori a livello associativo e dunque ne conosce le istanze. I nuovi accordi di collaborazione consentono di rispondere alle indicazioni degli imprenditori di “fare rete“, creando direttamente sui territori un canale preferenziale di contatto e modalità di relazione e di servizio che inizino dall’ascolto e dalla conoscenza.

All’accordo quadro siglato con Rete Imprese Italia, soggetto di rappresentanza costituito da Confartigianato, CNA, Casartigiani, Confcommercio, Confesercenti, è seguito il rinnovo della Convenzione con CDO (Compagnia delle Opere), rafforzata dal coinvolgimento di tutte le Banche del Gruppo Intesa Sanpaolo attive sul territorio con una rete capillare di 5.800 filiali. Grazie alle nuove intese, le 34.000 imprese profit e non profit associate a CDO e i loro dipendenti potranno beneficiare di conti correnti dedicati a privati e aziende di piccolissima, piccola e media dimensione, e di finanziamenti a condizioni concorrenziali declinati sulla base delle diverse esigenze, dai finanziamenti per la gestione della liquidità e degli investimenti, ai prodotti dedicati alla ricapitalizzazione. Viene confermato anche il “PMI Tutoring” attraverso cui BFS Partner (che gestisce i contenuti dell’accordo) può accompagnare le aziende associate nella richiesta di finanziamento, fornendo alla banca un’analisi preventiva in merito alla sostenibilità finanziaria. È un servizio nel quale sia la banca che CDO credono molto: l’obiettivo è poter decuplicare nel prossimo triennio le circa 200 operazioni di PMI Tutoring realizzate finora.

Il contesto di fiducia reciproca tra il Gruppo e Compagnia delle Opere ha favorito lo sviluppo di una partnership di sostanza, capace di esprimere numeri significativi – 17.000 conti in convenzione, più di 1.500 operazioni annue di finanziamenti a medio e lungo termine e quasi 400 milioni di euro all’anno di erogato per mutui e finanziamenti – e ha favorito anche una comprensione più tempestiva delle misure anticrisi da attuare nei confronti delle Pmi.

Nell’ambito del progetto di presidio dei micro territori – che rientra nella strategia generale di vicinanza alle Pmi da parte del Gruppo Intesa Sanpaolo – sono state identificate anche le zone rilevanti per CDO, alle quali sono state abbinate le migliori risorse, direttori di filiale molto esperti e preparati, per assistere in maniera proattiva quelle imprese che mostrano una capacità reale di sviluppo. Far sì che questo potenziale si traduca in risultati concreti è il grande compito dei prossimi anni di collaborazione con CDO.

Nella foto: il Consigliere Delegato di Intesa Sanpaolo Corrado Passera e il Presidente di Compagnia delle Opere Bernhard Scholz.

Soluzione Business 2,60% per imprese e professionisti

Fare business e fare banca in una stagione di grandi cambiamenti a livello di economia globale, richiede sia la capacità di realizzare prodotti in grado di cogliere le opportunità che il mercato presenta, sia una attenzione al cliente sempre più elevata. Ecco perché banche come Intesa Sanpaolo hanno pensato a servizi e soluzioni che accompagnano i progetti di crescita di piccole imprese e professionisti, fornendo gli strumenti utili per sviluppare l’attività e per renderla più solida e finanziariamente più equilibrata. E anche per gestire al meglio la liquidità aziendale, garantendo remunerazioni ai più alti livelli di mercato. È il caso di Soluzione Business 2,60%, il servizio di conto deposito lanciato il 21 marzo.

Soluzione Business 2,60% è riservato alle imprese e ai titolari di partita IVA e offre una remunerazione del 2,60% lordo a fronte di nuovi apporti di liquidità; viene quindi proposto sia a nuovi clienti, sia a clienti già acquisiti che portano flussi aggiuntivi di attività finanziarie.

“In coerenza con quanto ci chiedono i nostri clienti” sottolinea Bruno Bossina, responsabile della Direzione Marketing Small Business di Intesa Sanpaolo, “Soluzione Business 2,60% fa della semplicità il suo principale punto di forza“. Il servizio non prevede spese di apertura, di gestione e di chiusura; l’investimento è vincolato a 13 mesi e in caso di estinzione anticipata viene comunque riconosciuto un tasso base dell’1%. Elevata flessibilità anche nell’importo di sottoscrizione, con una soglia minima di accesso di 50mila euro e un tetto massimo di sottoscrizione di 5 milioni di euro.

Con Soluzione Business 2,60% continua BossinaIntesa Sanpaolo si presenta sul mercato con un prodotto che consente di custodire e far fruttare la liquidità aziendale su un orizzonte temporale definito. Per la banca si tratta del primo, importante tassello di un’offerta che si strutturerà nel tempo anche sul fronte della raccolta, su un segmento di clientela, quello delle piccole imprese, per tradizione focalizzato sui finanziamenti“.

Intesa Sanpaolo, Rete Imprese: vicini ad aziende e territorio

In un momento congiunturale difficile, in cui la crisi si fa sentire specialmente nei confronti delle piccole e medie imprese, alcuni istituti di credito si sono mossi per non far mancare il proprio sostegno a questa fetta vitale del sistema economico italiano, mettendo a disposizione strumenti creditizi e accordi finanziari studiati per favorire le imprese nel loro territorio, nel loro intimo tessuto produttivo. È il caso di Intesa Sanpaolo, che nel febbraio scorso ha siglato con Rete Imprese Italia un accordo che garantisce il pieno sostegno alle piccole imprese associate, partendo proprio dal territorio, il vero incubatore delle Pmi italiane, il terreno di coltura dal quale fioriscono le eccellenze della nostra produzione per prendere poi lo slancio verso il mercato nazionale e quelli esteri.

I numeri di questo accordo parlano da soli: 5 miliardi di finanziamenti messi a disposizione dal Gruppo, 2,6 milioni di imprese interessate per un totale di oltre 11 milioni di addetti, pari al 60% della forza lavoro in Italia. I 5 miliardi guardano a un insieme di interventi che Rete Imprese Italia ha definito esigenze prioritarie delle imprese associate in questa fase congiunturale: sostegno al capitale circolante e Breve Termine, ricapitalizzazione delle imprese, ristrutturazione del debito, sostegno alla liquidità. E la filosofia dell’accordo è chiara: le sue linee guida saranno declinate tramite intese che Rete Imprese Italia e Intesa Sanpaolo sigleranno a livello locale , per rispondere alle esigenze di imprese che operano in contesti tra loro molto diversi. Agevolare il dialogo tra banca e impresa è infatti uno tra i principali obiettivi di Rete Imprese Italia e di Intesa Sanpaolo.

Ma come si traduce, nel territorio, questa vicinanza all’impresa? Fondamentalmente mettendo insieme l’autonomia lasciata alle strutture di Area di Intesa Sanpaolo con un network di referenti territoriali di Banca e Associazioni. Infatti, le Aree di Intesa Sanpaolo dispongono di ampia autonomia per poter individuare soluzioni “su misura” che rispondano a esigenze specifiche. Le oltre 5.700 filiali del Gruppo sono dotate di un applicativo web che fornisce dati economici su ciascun territorio, con l’obiettivo di orientare efficacemente l’azienda che si muove in quel microcontesto e garantirle un flusso di informazioni utili a cogliere ogni opportunità di lavoro e di crescita che si presenti sul territorio. Inoltre, le Associazioni di categoria che aderiscono a Rete Imprese Italia e le 23 banche del Gruppo Intesa Sanpaolo mettono a disposizione una rete di referenti locali, uno per ogni Provincia, che garantiscono la necessaria vicinanza alle imprese del territorio.

In più, Intesa Sanpaolo ha messo a punto due semplici modelli di autovalutazione economico-finanziaria – a disposizione delle imprese associate sui siti internet delle Associazioni di categoria locali che hanno sottoscritto l’accordo -, dedicati ai settori commercio e artigianato: tali strumenti consentono alle aziende associate di effettuare, grazie alla consulenza qualificata delle Associazioni di categoria, un’autovalutazione della propria attività imprenditoriale considerando elementi quantitativi e qualitativi. Gli strumenti richiedono l’immissione di un numero contenuto di dati che, trattati in modo statistico, restituiscono una valutazione riferita sia alle singole aree di indagine sia al complesso dei dati economico-finanziari dell’impresa.

In sostanza, i modelli consentono di valutare la situazione economico-finanziaria dell’azienda con dati di bilancio definitivi, provvisori e anche con le sole evidenze contabili per le imprese più piccole; verificare la sostenibilità economico-finanziaria delle possibili scelte imprenditoriali, simulando l’impatto delle stesse sulla struttura del bilancio e sulle dinamiche patrimoniali, economiche e finanziarie; aumentare la conoscenza e la consapevolezza sul tipo di informazioni richieste da tutti i soggetti che interagiscono con l’azienda, in particolare la banca, migliorando le capacità di dialogo con gli interlocutori.

Da non dimenticare, infine, il coinvolgimento dei Confidi, determinante per Rete Imprese Italia e Intesa Sanpaolo. In quest’ottica è stato creato un Portale Confidi, un’interfaccia web che consente un dialogo diretto con i Consorzi di Garanzia Fidi, al fine di condividere con tempestività l’andamento delle posizioni dei clienti, e la trasmissione delle garanzie con firma digitale.

Marco Morelli, direttore generale vicario di Intesa Sanpaolo: “Abbiamo costruito un’intesa fondata sulla collaborazione tra banca e impresa, dove i meccanismi di funzionamento di entrambe sono trasparenti e condivisi. Mettiamo certamente a disposizione di imprenditori e professionisti importanti risorse, ma soprattutto il nostro patrimonio umano e tecnico. Vogliamo individuare con le aziende reali obiettivi di crescita e raggiungerli grazie al lavoro comune sul territorio“.

Giorgio Guerrini, presidente di Rete Imprese Italia: “È un’intesa che si distingue per la valorizzazione delle specificità territoriali delle piccole imprese e per la flessibilità di risposta alle loro peculiari esigenze creditizie. Si tratta di un segnale concreto di attenzione ai nostri imprenditori i quali, nonostante la crisi, non hanno perso la voglia di investire e di reagire alla congiuntura negativa. La strada per agganciare la ripresa passa da un impegno comune che deve vedere le banche impegnate a dare fiducia alla piccola impresa, a considerarla decisive per creare reddito, occupazione, nuova imprenditorialità“.

Corrado Passera, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo: “Siamo stati al fianco delle imprese italiane quando la crisi ha fatto sentire i suoi effetti più pesanti. Ci fa particolarmente piacere firmare un accordo che diventerà operativo in un contesto migliore rispetto a quello dei mesi passati. Oggi più che mai mondo del credito e mondo dell’impresa devono unire le forze per imprimere una svolta positiva al ciclo economico. Tutti sanno quanto le piccole e piccolissime imprese siano determinati per la crescita e l’occupazione nel Paese: Intesa Sanpaolo non farà mai mancare loro il necessario sostegno“.

Intervista a Bruno Bossina, Intesa Sanpaolo

Bruno Bossina, 50 anni, è il responsabile della nuova Direzione Marketing Small Business – che Intesa Sanpaolo ha istituito nel maggio del 2010 per essere più vicina alle esigenze delle piccole imprese e dei professionisti – e ha un obiettivo: trasferire nella struttura centrale della Banca l’esperienza acquisita lavorando a stretto contatto con chi ha un’attività in proprio e deve gestire i tanti problemi di un’azienda, soprattutto nei periodi critici. “Ripartire dal cliente – dice Bossina -, tagliare burocrazia e tempi d’attesa, rendere più veloce la collaborazione tra ‘centro’ e ‘periferia’“.

La Direzione Marketing Small Business è pensata per le piccole imprese, gli artigiani e i commercianti con un fatturato inferiore a 2,5 milioni di euro e con non più di un milione di euro di finanziamenti accordati, e la sua struttura fa capo direttamente a Marco Morelli, Direttore Generale Vicario e responsabile della Banca dei Territori, il cuore commerciale del Gruppo. “Una Direzione – prosegue Bossinache fa della relazione e dell’ascolto delle esigenze del cliente il proprio grande ‘valore aggiunto’: è il modo più antico di fare banca e proprio per questo Intesa Sanpaolo ha creato una rete importante di Gestori Small Business, persone che conoscono la realtà di chi lavora in proprio o conduce una piccola azienda“. In Italia sono oltre 5mila, quasi uno per ogni filiale di ciascuna delle 20 banche del Gruppo. Sono una risorsa unica nel panorama bancario, anche se non tutte le imprese ne sfruttano appieno il potenziale in termini di consulenza su misura e di visione d’insieme. “Non tutte le imprese sanno che c’è un Gestore specializzato in filiale pronto ad ascoltarli – dice ancora Bossina -. Intesa Sanpaolo vuole essere un partner per lo sviluppo puntando su dialogo, efficacia operativa e semplificazione“.

Non a caso, il boost decisivo è arrivato nel novembre 2010 quando, nel Palaolimpico Isozaki di Torino, gli oltre 5mila Gestori che seguono il settore small business su tutto il territorio nazionale si sono riuniti per fare il punto della situazione, analizzando le cose che ancora non andavano e che potevano essere migliorate. È emerso il quadro di una banca che, nel pieno della crisi, si è attrezzata per essere pronta ad affrontare la ripresa, ponendosi all’avanguardia in tutta la gamma dei servizi e dei finanziamenti per la gestione dell’azienda, la crescita e lo sviluppo. E ora che, tra alti e bassi, si intravedono segnali di ripresa, questo lavoro è premiante e va fatto conoscere alle imprese. “A questo scopo – dice Bossina è stato creato Business Insieme, il brand a cui fanno capo le iniziative messe in campo dalla Direzione Marketing Small Business per comunicare alle aziende l’impegno che la Banca ha assunto nei loro confronti e per garantire il massimo coinvolgimento di tutte le persone che lavorano in Intesa Sanpaolo“.

Chi muove piccoli volumi può pensare che la banca gli dedichi un’attenzione ‘piccola’. E se nel territorio c’è questa sensazione, se questa sensazione è diffusa, allora vuol dire che noi come banca abbiamo sbagliato qualcosa, che abbiamo sì scalato in fretta le classifiche nazionali e internazionali, che siamo sì diventati una banca grande ma forse non ancora  pienamente una grande banca. Ma non è tardi per riportare il cliente al centro e noi ci stiamo provando e siamo sicuri di riuscirci. Perché la crisi di cui tanto si parla può diventare un’opportunità per restituire valore e forza ai nostri professionisti, ai nostri artigiani, ai nostri agricoltori, in una parola alle nostre piccole imprese, che poi piccole sono solo per dimensioni e non certo per capacità e professionalità“.

Per portare il cliente al centro, però, “non basta essere sul territorio. Perché sul territorio noi ci siamo, perché sul territorio abbiamo una rete di filiali presenti in modo capillare in tutte le regioni del Paese. E non basta neppure avere prodotti di prim’ordine, da quelli perfetti per le esigenze di base a quelli capaci di venir incontro alle richieste più sofisticate. Tutte cose necessarie, ma non sufficienti. Ci vuole una rete di gestori,  e gente competente, preparata, che conosca il mestiere. E bisogna saper ascoltare, saper capire: per questo le nostre donne e i nostri uomini sono non solo sul territorio ma nel territorio. I frutti del loro lavoro li vediamo ogni giorno e non è sempre facile. Ma dalla nostra abbiamo l’entusiasmo e la certezza di appartenere a un grande Gruppo che vuole continuare a migliorare e a crescere per far migliorare e crescere il cliente“.

Proprio per testimoniare la forte attenzione ai territori, Intesa Sanpaolo ha approfondito il dialogo e il confronto con il mondo consortile e con le Associazioni di categoria più rappresentative, siglando accordi di collaborazione – i più recenti quelli con Confcommercio e con R.ETE. Imprese Italia – che consentono di offrire a chi lavora in proprio esattamente quello che cerca: servizi, credito, consulenza e continuità nella relazione con la propria banca.

Se il 95% delle imprese italiane ha meno di 10 addetti, l’economia del Paese ha bisogno che siano in buona salute per guardare avanti. Queste imprese chiedono “due cose prima di tutto – osserva Bossina: risposte veloci e semplificazione“. Il lavoro della Direzione Marketing Small Business si sta concentrando sulla riduzione dei tempi di risposta e di gestione delle pratiche. “Vogliamo poter rispondere alle richieste di finanziamento semplici in due giorni – conclude -. Intendiamo velocizzare il processo del credito semplificando la delibera e snellendo la pratica di fido. Infine razionalizzeremo l’offerta dei finanziamenti in modo che il cliente possa orientarsi facilmente tra quattro, massimo cinque soluzioni“.

Una “cura dimagrante” i cui risultati si vedranno nei prossimi mesi: alleggerire la burocrazia non è semplice. E non tutto si può tagliare: per le banche ci sono normative da rispettare e obblighi di trasparenza severi. Intanto, però, lo small business è entrato nel cuore della Banca e ci resterà.

Da Intesa Sanpaolo arrivano 5 miliardi di finanziamenti per le piccole e medie imprese

Un recente accordo tra Rete Imprese Italia (Confartigianato, CNA, Casartigiani, Confcommercio, Confesercenti) e il Gruppo Intesa Sanpaolo permette di finanziare le Pmi italiane ricorrendo ad un plafond di 5 miliardi di euro. Si tratta di un aiuto importante che agevolerà l’accesso al credito per oltre 2,6 milioni di imprese, con 11 milioni di addetti coinvolti (60% della forza lavoro in Italia). Le 5.700 filiali di Intesa San Paolo manterranno ampia autonomia nell’individuare le soluzioni più adatte per ciascuna realtà. Per facilitare l’attuazione dell’accordo le Associazioni di categoria aderenti a Rete Imprese Italia e le Banche facenti parte del gruppo Intesa Sanpaolo metteranno inoltre a disposizione una rete di referenti locali, uno per ogni Provincia, che farà da tramite tra banche e imprenditori quest’ultimi chiamati ad una autovalutazione da effettuarsi con l’impiego di due moduli che ampliano la consapevolezza di ciascuna impresa dinnanzi alle informazioni del mercato e la loro situazione economica (compresi i soggetti coinvolti come fornitori, clienti, consulenti).

Gli obiettivi che si vogliono raggiungere sono: sostegno al capitale circolante e breve termine, ricapitalizzazione delle imprese, ristrutturazione del debito, sostegno alla liquidità. Giorgio Guerrini, presidente di Rete Imprese, ha espresso ottimismo sull’accordo: “E’ un’intesa che si distingue per la valorizzazione delle specificità territoriali delle piccole imprese e per la flessibilità di risposta alle loro peculiari esigenze creditizie. Si tratta di un segnale concreto di attenzione ai nostri imprenditori i quali, nonostante la crisi, non hanno perso la voglia di investire e di reagire alla congiuntura negativa. La strada per agganciare la ripresa passa da un impegno comune che deve vedere le banche impegnate a dare fiducia alla piccola impresa, a considerarla decisive per creare reddito, occupazione, nuova imprenditorialità“. Per Corrado Passera, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, “Oggi più che mai mondo del credito e mondo dell’impresa devono unire le forze per imprimere una svolta positiva al ciclo economico. Tutti sanno quanto le piccole e piccolissime imprese siano determinati per la crescita e l’occupazione nel Paese: Intesa Sanpaolo non farà mai mancare loro il necessario sostegno“.

M. Z.

Confcommercio Napoli istituisce una task force per l’accesso al credito

La Confcommercio di Napoli ha scelto di cercare di contrastare i problemi relativi all’accesso al credito da parte delle imprese del settore terziario istituendo una task force che vigili sull’accesso al credito, contrastando eventuali problemi relativi ai finanziamenti e favorendo i rapporti con gli istituti di credito. Il gruppo è costituito dai rappresentanti dei Confidi di riferimento della provincia.

Pietro Russo, presidente di Confcommercio Napoli, ha voluto nei giorni scorsi incontrare i soggetti coinvolti per definire il piano di azione. Le necessità di accrescere l’opportunità di accesso al credito per le imprese del terziario e delle piccole e medie imprese del territorio partenopeo sono state al centro del dibattito.

E’ un segnale – ha detto Russo – della volontà di Confcommercio Napoli di rafforzare la presenza a fianco delle piccole e medie imprese locali. Pur nel rispetto delle autonomie e delle diverse funzioni rivestite dai partner presenti all’incontro. Bisogna far sì che le necessità e le istanze delle aziende, che si muovono purtroppo in una situazione congiunturale negativa, come purtroppo ci ha ricordato il recente episodio di suicidio del titolare della ditta Brums, siano costantemente all’attenzione di chi svolge un ruolo importante di mediazione tra le banche e le imprese