Il Notariato si tinge di rosa. Il 42% dei notai under 40 sono donne.

In occasione del convegno organizzato dal Consiglio Superiore della Magistratura “Le donne nelle professioni legali di domani” che si è tenuto lo scorso 11 giugno a Roma, è stata presentata una relazione dalla quale emerge che la presenza femminile nel Notariato rappresenta, in media, il 28% della categoria; tra i notai under 40, le donne sono oltre il 42%.

In particolare la componente femminile è passata dal 17% nel 1991 al 28% del 2008 e continua a crescere poiché i vincitori degli ultimi concorsi per quasi il 50% sono donne. Le regioni con la più alta percentuale femminile sono: Calabria (il 41,7% dei notai locali sono donne), il Molise (36,4%), la Puglia (34,7%), la Basilicata (31,4%), la Sicilia (30,8%), Campania (30,6%).

“Nel panorama generale – ha dichiarato Giancarlo Laurini, Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato – il Notariato ha da sempre favorito la presenza femminile, ad oggi in costante crescita attraverso un concorso pubblico che valorizza la meritocrazia. Il lavoro del notaio, infatti, ben si addice alle donne per l’equilibrio e l’attenzione nei confronti delle vicende umane che contraddistingue l’esercizio della pubblica funzione. È inoltre prevista a breve la costituzione, in seno al Notariato, del Comitato Pari Opportunità”.

Che l’interesse ad entrare nella categoria sia sempre più femminile lo dimostrano anche i dati dei vincitori delle prime 30 borse di studio triennali per l’importo di 14.400 euro l’anno assegnate dal Notariato nel 2008 ai giovani più meritevoli ma meno abbienti che hanno intrapreso la strada del concorso. La maggior parte dei vincitori sono donne: 21 contro soltanto 9 uomini. La crescente componente femminile della categoria si riflette anche nella composizione del nuovo Consiglio Nazionale del Notariato, il vertice dell’ordine dei notai, l’organo istituzionale che rappresenta la categoria: su un totale di 20, le donne sono passate da 3 a 4 rappresentando così il 20% del Consiglio.

fonte: Ufficio Relazioni con i Media – Consiglio Nazionale del Notariato

Start-Up, la Regione Emilia-Romagna finanzia le nuove micro-imprese.

Ultimissimi giorni per partecipare al bando di finanziamento per il Sostegno allo Start-up di nuove imprese innovative indetto dalla Regione Emilia-Romagna, che ha prorogato la scadenza dei termini al 22 giugno 2010.

Il finanziamento è rivolto ad imprese di nuova costituzione, anche in forma cooperativa, in possesso dei requisiti di piccola impresa o microimpresa. Necessaria la sede produttiva in Emilia-Romagna ed almeno una delle seguenti caratteristiche:

  • essere stata promossa nell’ambito delle attività dei Laboratori di ricerca e trasferimento tecnologico e dei Centri per l’innovazione appartenenti alla Rete Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna;
  • essere stata selezionata come ammissibile al finanziamento da programmi di sostegno pubblici all’avvio di nuove imprese ad alto contenuto di conoscenza, ovvero da incubatori, promossi da università, enti di ricerca, Regione Emilia-Romagna, altri enti locali, ed avere chiare finalità di sfruttamento dei risultati della ricerca;
  • almeno uno degli attuali soci dell’impresa ha ricevuto una borsa di ricerca (o altra forma di sostegno equivalente);
  • essere sostenuta da un accordo stipulato con università, enti di ricerca, centri di ricerca pubblici comunque operanti sul territorio regionale, per lo sfruttamento dei risultati della ricerca da essi originati;
  • essere composta congiuntamente da soggetti di ricerca (università, dipartimenti, enti di ricerca pubblici o privati, singoli ricercatori, professori, …) e investitori istituzionali (società di venture capital, business angels, fondazioni, …) che hanno come scopo principale della loro attività il sostegno di nuove iniziative imprenditoriali;
  • operare in uno dei seguenti ambiti di attività settoriali/tematici:
  • biotecnologie, farmaceutica, chimica organica; nanotecnologie, nuovi materiali, chimica fine; meccanica di precisione, strumenti di misura e controllo, sensoristica, biomedicale, elettromedicale; informatica e telematica, tecnologie digitali, audiovisivo; tecnologie per le energie rinnovabili, il risparmio energetico, l’ambiente.

Le spese ammissibili, che dovranno essere finalizzate all’avvio dell’impresa e/o alla fase di espansione e sviluppo, ed essere coerenti con il piano di sviluppo dell’attività (business plan), riguardano:

A. investimenti materiali:

  • realizzazione di opere per ristrutturazione e adeguamento funzionale dei locali per l’attività d’impresa o necessarie alla installazione di impianti, macchinari ed attrezzature;
  • acquisto di impianti, macchinari ed attrezzature nuovi di fabbrica, compresi i mezzi mobili con esclusione di quelli per il trasporto di merci e/o persone, strettamente necessari all’attività d’impresa;
  • acquisto di arredi (mobili funzionali all’attività d’impresa con esclusione di suppellettili e complementi di arredo);
  • acquisto di strumenti informatici (hardware);

B. investimenti immateriali:

  • acquisto di brevetti concernenti nuove tecnologie di prodotti e processi produttivi, di licenze di sfruttamento o di conoscenze tecniche anche non brevettate, acquisto di know-how, purché chiaramente attribuibili al piano d’impresa;
  • software;
  • spese per consulenze specialistiche finalizzate alla tutela dei diritti di proprietà intellettuale/industriale e alla loro estensione;
  • acquisizione di servizi e prestazioni specialistiche finalizzati all’individuazione di finanziatori, a studi di fattibilità tecnico-economica e finanziaria, di mercato, ambientale e di processo, a progettazioni tecniche, a consulenze per la promozione commerciale, la comunicazione e l’organizzazione, purché chiaramente attribuibili al piano d’impresa. Sono in ogni caso escluse spese di viaggio, vitto e alloggio.

Sono ammessi progetti con programmi di investimento non inferiori a Euro 60.000,00 e l’agevolazione consiste in un contributo in conto capitale fino alla misura massima del 70% delle spese ammesse e fino ad un contributo massimo di 100.000,00 euro per impresa.

La domanda di ammissione al contributo dovrà essere inviata alla Direzione Generale Attività Produttive Commercio e Turismo della Regione Emilia-Romagna.

Temporary Manager: quali sono le differenze con i colleghi stranieri?

La figura del Temporary Manager italiano non si discosta poi molto dagli omologhi colleghi europei. Con essi condivide le origini, le finalità e gli obiettivi, ossia nasce come conseguenza del processo di razionalizzazione e di efficientamento aziendale nel taglio dei propri dirigenti e manager che, immettendosi nel mercato ed adottando forme contrattuali estremamente flessibili e temporanee, mettono a disposizione di aziende in “sofferenza” conoscitiva e manageriale le proprie conoscenze e il proprio know how per il tempo strettamente necessario.

Tuttavia, a differenza dei contesti europei, il fenomeno del temporary manager è scarsamente sviluppato tra le aziende ed ostacolato, a volte, dagli stessi imprenditori che non ne percepiscono il valore strategico temporaneo o non forniscono le opportune leve di governante e di delega. A ciò si deve aggiungere la scarsa attenzione del quadro normativo italiano, salvo le eccezioni di alcune leggi regionali, e dalla incuranza da parte del legislatore di voler regolamentare, tutelare e inquadrare la neonata figura professionale. A questa vacatio legis sopperiscono le poche associazioni di categoria italiane impegnate alla formalizzazione ed alla certificazione delle professionalità del temporary manager, a tutela non solo dei propri colleghi operanti nel settore ma anche delle stesse aziende e degli imprenditori clienti al fine di garantirne la qualità e la certezza dei risultati e delle attese.

Attualmente in Italia, sussiste una forte diffidenza di fronte alle figure di temporary management in quanto vengono percepite come un servizio innovativo e poco compreso, oltre che confuse con forme progettuali temporanee ben più popolari e disciplinate (contratti di consulenza, a progetto, ricorso a società interinali di somministrazione del lavoro). In questo momento, dunque, le aziende preferiscono assumere manager temporanei attraverso società interinali specializzate per un’inerzia culturale ed una estrema rigidità contrattuale e di propensione all’innovazione.

A differenza del mercato inglese caratterizzato da una consolidata maturità nel riconoscimento e ricorso al temporary management (in cui si stimano circa 5.000 interim manager tra indipendenti ed associati), quello italiano vive una fase di introduzione/sviluppo dell’operatività dei temporary manager.

Un’altra sostanziale differenza consiste nel fatto che i colleghi d’oltralpe sono nati anche a seguito del processo di privatizzazione di importanti gruppi industriali pubblici (del settore delle commodity, Energy, public utilities, ecc.) che si contrappone alla spinta italiana causata dai licenziamenti ed alle riorganizzazioni conseguenti alla recente crisi macroeconomica anche a livello locale.

Dott. Alessandro Catania

La Provincia di Pisa eroga contributi alle imprese per l’impiego di lavoratori disabili.

La Provincia di Pisa ha pubblicato un Avviso per agevolare l’inserimento lavorativo dei disabili. L’Avviso pubblicato è relativo ad un contributo che la Provincia potrà erogare a favore di imprese private / cooperative sociali / onlus che: hanno sede operativa nel territorio della provincia di Pisa; sono in regola con l’applicazione del CCNL; sono in regola con i versamenti contributivi ed assicurativi obbligatori; sono  in regola con la normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Sono ammessi al contributo solo gli interventi realizzati a partire dal 1° gennaio 2010. Le agevolazioni consisteranno in contributi in conto capitale per:

 – inserimento lavorativo a tempo indeterminato:

  • per gli inserimenti lavorativi a tempo indeterminato full-time sarà assegnato un contributo pari a 3.000 euro;
  • per gli inserimenti lavorativi a tempo indeterminato part-time sempre che l’orario non sia inferiore alle 20 ore settimanali, sarà assegnato un contributo pari a 2.000 euro.

I suddetti contributi saranno assegnati anche ad imprese in obbligo di assunzione ai sensi della legge n. 68/99.

 – inserimento lavorativo a tempo determinato non inferiore a nove mesi:

  • per gli inserimenti lavorativi a tempo determinato full-time sarà assegnato un contributo pari a 1.500 euro;
  • per gli inserimenti lavorativi a tempo determinato part-time sempre che l’orario non sia inferiore alle 20 ore settimanali, sarà assegnato un contributo pari a 1.000 euro.

 I suddetti contributi saranno assegnati anche ad imprese in obbligo di assunzione ai sensi della legge n. 68/99. 

– Percorsi formativi on the job finalizzati all’inserimento lavorativo: sarà assegnato alle imprese che realizzano i percorsi formativi on the job della durata minima di tre mesi massima di sei mesi prorogabile fino ad un massimo di ulteriori sei mesi, un contributo massimo di euro 5.500 euro così ripartito:

  • 300 euro ogni mese quale incentivo alla partecipazione alla formazione a favore del soggetto disabile;
  • 1.600 euro per l’attività di formazione che l’impresa dovrà svolgere a favore del disabile, come previsto nella apposita convenzione, nonché per le eventuali spese sostenute dall’azienda (INAIL, RCT, ecc.);
  • 300 euro quale importo massimo per l’attività di formazione che l’impresa dovrà svolgere nel caso detta attività formativa sia prorogata. 

Il suddetto contributo, ripartito con le stesse modalità, sarà assegnato anche alle imprese che ospiteranno i disabili provenienti dal progetto AIDA.

 – Trasformazione di un rapporto di lavoro da tempo determinato in un rapporto a tempo indeterminato: sarà assegnato un contributo di euro 2.000 per la trasformazione del contratto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato dei lavoratori già in forza alle imprese.

– Trasformazione di un percorso formativo in rapporto di lavoro: sarà assegnato un contributo per la trasformazione di un percorso formativo on the job in rapporto di lavoro sia esso a tempo determinato di almeno nove mesi o a tempo indeterminato. 

Per le imprese obbligate ai sensi della legge n. 68/99 il contributo sarà assegnato solo se il rapporto di lavoro è a tempo indeterminato.

– Trasformazione del posto di lavoro per adeguamento alle necessità operative del disabile: rimborso delle spese sostenute per l’adeguamento del posto di lavoro fino ad un massimo di 5.000 euro. Il contributo è concesso a condizione che si attui una assunzione a tempo indeterminato o una trasformazione di rapporto di lavoro da tempo determinato in tempo indeterminato.

– Abbattimento delle barriere architettoniche: rimborso del 50% delle spese sostenute fino ad un massimo di 10.500 euro. Il contributo è concesso a condizione che si attui una assunzione a tempo indeterminato o una trasformazione di rapporto di lavoro da tempo determinato in tempo indeterminato.

Creazione di un nuovo posto di lavoro da parte delle Cooperative sociali di tipo b). Sarà assegnato un contributo fino ad un massimo di 10.500 euro a fronte delle spese sostenute per la creazione di un nuovo posto di lavoro che determini l’inserimento a tempo indeterminato di una unità lavorativa aggiuntiva rispetto all’organico denunciato nel prospetto informativo aziendale.

A Cremona un contributo per le imprese che hanno assunto nel 2009.

La Camera di Commercio di Cremona ha pubblicato per favorire la valorizzazione e la non dispersione del capitale umano in un periodo di contrazione occupazionale, ha stanziato un finanziamento per agevolare le assunzioni da parte delle imprese che hanno sede o unità locale in provincia di Cremona.

Il contributo sarà erogato per l’assunzione di:

  • uomini disoccupati che abbiano più di 45 anni
  1. assunzione con contratto a tempo indeterminato, contributo di € 4.000;
  2. assunzione con contratto a tempo determinato di almeno 12 mesi, contributo di € 2.000.
  • donne disoccupate che abbiano più di 45 anni
  1. assunzione con contratto a tempo indeterminato, contributo di € 4.000;
  2. assunzione con contratto a tempo determinato di almeno 12 mesi, contributo di € 2.000.
  • donne disoccupate fino a 45 anni
  1. assunzione con contratto a tempo indeterminato, contributo di € 3.000;
  2. assunzione con contratto a tempo determinato di almeno 12 mesi, contributo di € 1.500

Inoltre è previsto un contributo per la stabilizzazione di lavoratori/trici con precedenti contratti di lavoro subordinato a tempo determinato o di somministrazione o a progetto:

  • assunzione con contratto a tempo indeterminato, contributo di € 3.000

Le domande di partecipazione sono ammesse fino al 30 giugno 2010 e devono essere relative ad assunzioni effettuate prima del 28 dicembre 2009.

Donne Avvocato: per avere successo serve una formazione adeguata.

“Poiché, come tutti concordano, l’acquisizione delle pari opportunità delle donne nell’ambito delle professioni legali è, innanzitutto, un fatto culturale, il Consiglio nazionale forense ha istituito in questa ultima consiliatura, una commissione ad hoc per studiare il problema e per assumere le iniziative più adeguate”.  Così il presidente del Consiglio nazionale forense, Prof. Guido Alpa è intervenuto al convegno organizzato dal Consiglio superiore della magistratura dal titolo “Le donne nelle professioni legali di domani”, tenutosi a Roma nella scorsa settimana. Sono intervenute al convegno anche Carla Guidi, coordinatrice esterna della commissione Pari opportunità del Cnf e Ilaria Li Vigni, una delle componenti.
“La promozione culturale però costituisce solo l’avvio delle iniziative necessarie” che potranno partire dai risultati della recente ricerca promossa dal Cnf (tramite la Commissione pari opportunità) e Aiga e affidata al Censis. La ricerca ha evidenziato come le iscritte alle facoltà di Giurisprudenza e le laureate battono per numero i loro colleghi maschi. Ma una volta intrapresa la carriera di avvocato, sono gli uomini a farsi strada prima e con maggior facilità. Secondo il 67,7% delle professioniste, infatti, nell’ambito dell’avvocatura non esistono pari opportunità. Le 401 professioniste intervistate sono convinte che nell’avvocatura siano impiegate poche donne (91,1%)e che per loro esistano forme di discriminazioni (88,8%). Ammettono anche che i figli e la famiglia possono essere un ostacolo alla carriera (58,9%) ma per avere successo serve una formazione adeguata (46,3%, contro il 28,8% degli uomini) piuttosto che tanto tempo a disposizione (necessario solo per il 18,4%, contro il 30% degli uomini). Le donne avvocato vengono contattate dalla clientela per questioni che hanno a che fare con la famiglia e i minori (68,5%), con la proprietà/locazioni e condomini (55,2%), con la contrattualistica (52,1%), l’infortunistica (50,25%) o le esecuzioni (46,5%). Al contrario, un numero esiguo risulta coinvolto per quanto riguarda i reati societari (2,6%), i reati contro o i conflitti con la pubblica amministrazione. (rispettivamente il 3,8% e l’8,2%), le questioni bancarie (8%) e le società in generale (12%). Più consistente, ma sempre piuttosto ridotta, la percentuale delle donne avvocato che si occupano di fallimenti (17,1%), di reati contro la persona (18,1%) o di lavoro (27,9%). “Si vede che la materia praticate sono ancora in un certo senso viziate dal pregiudizio della minore preparazione tecnica o dalla maggiore sensibilità per temi considerati di natura femminile”, spiega Alpa.
La disparità di trattamento rispetto ai colleghi maschi passa anche attraverso una marcata asimmetria nelle retribuzioni. Sono infatti addirittura l’85,7% (ma si arriva a una percentuale dell’87% nel caso delle sposate, dell’88,5% nel caso delle associate e del 90,6% nel caso delle professioniste che esercitano nell’Italia centrale) le donne avvocato intervistate che denunciano una capacità di guadagno nettamente differente (e in generale inferiore) rispetto agli uomini. Il fattore che più contribuisce a rendere critica la condizione professionale dell’avvocatura viene individuato dalla maggioranza delle intervistate (56,7%) nel «numero crescente dei colleghi». L’insufficienza o la mancanza di risorse materiali può essere poi di impedimento per una professionista, sia pure preparata e motivata, a svolgere, se non addirittura ad avviare, la sua attività. Così al secondo posto della graduatoria dei fattori che rendono critica la condizione professionale dell’avvocatura si trova «la difficoltà a far crescere lo studio» (lo afferma il 32,7% delle intervistate) o, al quinto, «la difficoltà di aprire uno studio» (15,5%). “La parità nel mondo forense non è ancora raggiunta”, commenta Alpa.

fonte: Ufficio Stampa del Consiglio nazionale forense

Vita da Commerciale – Vendiamo “sicurezza”.

Chi mi conosce è stanco di sentire questa storia, ma io continuo a raccontarla perché è stata la più bella vendita della mia vita.

Si parlava della fornitura di un impianto da alcune centinaia di migliaia di euro e avevo lavorato a quel progetto per mesi… e un concorrente me lo aveva appena soffiato. Stavo tornando in sede a raccontare al mio capo che durante una riunione mi avevano comunicato che avevamo perso la commessa. Uno dei miei migliori clienti aveva affidato il progetto più grosso degli ultimi due anni ad una piccola società e non a noi leader mondiali di mercato. Eppure non c’era stato nulla da fare, la differenza di prezzo era abissale. Poi un’idea. Ho telefonato al direttore acquisti e gli ho detto di immaginare cosa sarebbe successo se avesse affidato a me il lavoro e io avessi fatto un disastro. Beh, lui avrebbe sempre potuto dire che aveva affidato questo progetto strategico ai migliori. Ma che scusa avrebbe potuto accampare se l’altra azienda avesse fallito? Che era stata scelta per risparmiare? Mi fu chiesto di tornare la mattina successiva e, seppur dopo una trattativa estenuante, me ne andai con un contratto firmato in tasca.

Spesso dimentico che dietro ad una struttura che acquista ci sono delle persone che hanno obiettivi aziendali ma anche personali e che riconoscerli entrambi ha un grande valore nella gestione delle trattative commerciali. Il bisogno di sicurezza è uno di questi. I buyer cercano sicurezza per la propria azienda, perché oggi tutto è molto incerto, i progetti che partono sono pochi e non ci si può permettere di sbagliare. E cercano di ridurre il rischio legato alla responsabilità che si assumono nell’affidare la commessa ad un fornitore.

Su alcuni tipi di forniture consolidate si punta alla riduzione costi. Io vendo innovazione, e le leve sono (anche) altre. Su molti progetti il cliente è pronto a spendere se riconosce la possibilità di ridurre il rischio. Questo perché conosce i rischi e i costi (aziendali o personali) di un fallimento.

D’altronde, la riduzione dei rischi del cliente è una delle strategie consigliate da autori come Markides e Geroski per la penetrazione in mercati appena creati, dove il maggior problema è convincere il cliente a provare un prodotto nuovo e innovativo. Non e’ forse questo uno dei ruoli più importanti del brand? Generare fiducia nel cliente.

Questo è vero anche per il mondo internet. Pensiamo ad Ebay, il noto sito di aste on-line: attraverso questo portale noi acquistiamo oggetti spedendo denaro a perfetti sconosciuti. Lo fareste con altrettanta leggerezza su di un sito mai sentito nominare? Certo, da quando la merce in vendita ha iniziato ad avere valori elevati si è dovuto pensare a strumenti come Paypal… ma i primi passi per abbassare il rischio percepito nelle transizioni sono stati la creazione delle reputazioni virtuali attraverso i feedback di clienti e venditori. La reputazione virtuale è talmente importante che ci sono agenzie specializzate nel crearla, e i social network sono tra gli strumenti più usati.

Vi lascio con una domanda, che può generare idee utili alla nostra comunità: quali sono i modi in cui voi vendete (o vendereste) sicurezza?

Paolo COLOMBO

Quali indennità spettano all’Agente in caso di scioglimento del contratto?

Quali sono le indennità dovute all’Agente dalla casa mandante in caso di scioglimento del contratto? (Nino G.)

Prima dell’entrata in vigore della Direttiva comunitaria 653 del 18/12/1986,  l’art. 1751 del Codice Civile stabiliva che l’indennità di fine rapporto era proporzionale alle provvigioni liquidate all’agente  nella misura prevista dagli Accordi Economici Collettivi (AEC).

Secondo il nuovo articolo 1751 c.c. modificato dalla direttiva,  all’atto della cessazione del rapporto il preponente è tenuto a corrispondere all’Agente un’indennità qualora sostanzialmente l’Agente abbia procurato nuovi clienti al preponente o abbia sensibilmente sviluppato gli affari con i clienti esistenti e il preponente riceva ancora sostanziali vantaggi derivanti dagli affari con tali clienti.

In sintesi, gli AEC riconoscono l’indennità in modo proporzionale alle provvigioni percepite dall’Agente anche nei casi in cui non vi sia un aumento degli affari, il codice civile non prevede la spettanza di emolumenti in mancanza di aumento dei clienti o degli affari con quelli esistenti.

Attualmente, quanto previsto dalla contrattazione collettiva costituisce il trattamento minimo garantito che può essere integrato dal giudice qualora ricorrano i presupposti previsti dall’articolo 1751 del  Codice Civile.

Il quadro definitivo degli emolumenti spettanti all’Agente comprende tre elementi:

  • Il FIRR, versato dalle aziende mandanti all’Enasarco per anno solare e inviato direttamente all’agente dall’ente dopo la cessazione;
  • l’indennità suppletiva di clientela, a carattere risarcitorio; 

entrambe sono calcolate in percentuale sugli importi delle provvigioni percepite dall’agente, a prescindere dallo sviluppo del volume di affari con la clientela.

L’indennità di clientela non è dovuta se il contratto si scioglie per colpa dell’Agente.

  • L’indennità meritocratica invece è collegata all’incremento di clientela ed è determinata in base al raffronto fra il valore delle provvigioni percepite dall’agente nel periodo iniziale e finale del rapporto, con una percentuale variabile fra l’1% e il 3% della differenza così calcolata.

Eventualmente si dovrebbe aggiungere il FIRR di competenza dell’anno in corso da versarsi  direttamente dalla mandante e l’indennità sostitutiva di preavviso.

Dott.ssa Ippolita PELLEGRINI

Tutela di brevetti industriali: a Pordenone si erogano contributi per l’assistenza legale.

La Camera di Commercio di Pordenone, ha stanziato dei fondi per l’assistenza legale nell’avvio o nella definizione di procedimenti stragiudiziali o giudiziali connessi alla tutela di brevetti relativi a invenzioni industriali, modelli di utilità e disegni o modelli concernenti beni prodotti nel territorio della regione.

A richiedere il contributo potranno essere esclusivamente le piccole e medie imprese, in qualsiasi forma costituite, aventi sede o unità operativa nel territorio della provincia di Pordenone.

Sono ammissibili le spese per prestazioni professionali rese da Consulenti abilitati ed iscritti all’albo dei consulenti in proprietà industriale abilitati all’esercizio della professione forense. L’incentivo è pari al 80% della spesa ammissibile, entro il limite massimo di 10.000 Euro.

Le richieste di contributo devono essere presentate entro il 30 giugno 2010.

Per ulteriori informazioni ti invitiamo a scaricare il bando del finanziamento ed il modulo per la domanda di partecipazione.

Estate 2010, in Sardegna arrivano contributi dalla Regione.

L’Assessorato del Lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale della Regione Sardegna ha stanziato dei nuovi contributi per l’allungamento della stagione turistica.

L’agevolazione è destinata alle imprese del turismo che impiegheranno lavoratori stagionali, presso unità operative o sedi situate nel territorio regionale, non solo nel periodo canonico dei tre mesi estivi (giugno, luglio e agosto) ma anche in uno o più mesi spalla (aprile, maggio, settembre, ottobre e novembre).

Quali sono le imprese che potranno presentare domanda di contributo?

  • imprese che abbiano assunto lavoratori stagionali con contratto di lavoro full time a tempo determinato a partire dal 1° aprile 2010 e per un periodo che ricomprenda continuativamente i tre mesi canonici per la stagione turistica e almeno l’intero mese spalla di settembre;
  • imprese che assumano lavoratori stagionali con contratto di lavoro full time a tempo determinato entro il 15 giugno 2010 e per il periodo sopra indicato.

 L’agevolazione consiste in un contributo in conto capitale nella seguente misura:

  • 600 euro per ogni contratto stagionale la cui durata ricomprenda, oltre i mesi di giugno, luglio e agosto, tutto il mese di settembre;
  • 700 euro, cumulabili al contributo previsto per il mese di settembre, per ogni contratto la cui durata ricomprenda tutto il mese di ottobre, oltre ai mesi canonici e al mese di settembre;
  • 800 euro, cumulabili al contributo previsto per il mese di settembre e ottobre, per ogni contratto la cui durata ricomprenda tutto il mese di novembre, oltre i mesi canonici ed i mesi spalla di settembre e ottobre.

Nel caso in cui l’impresa abbia impiegato i lavoratori interessati anche nei mesi spalla di aprile e maggio 2010, il contributo per il mese di settembre sarà elevato a:

  • 1.800 euro se l’assunzione è avvenuta nel periodo tra il 1° ed il 7 aprile 2010; 
  • 1.200 euro se l’assunzione è avvenuta nel periodo tra l’8 aprile ed il 7 maggio 2010.

È inoltre stato previsto un incentivo, pari a 600 euro per ciascun mese, alle imprese che prevedano di assumere – e assumeranno effettivamente – lavoratori stagionali anche nei mesi spalla di aprile e maggio 2011, a condizione che la durata dei relativi contratti ricomprenda continuativamente anche i mesi di giugno, luglio e agosto 2011.

L’importo del contributo è determinato nel limite massimo di 300.000 euro per ciascun beneficiario. L’importo del contributo sarà stabilito per sommatoria degli incentivi previsti per ogni assunzione full-time fino ad un massimo di n. 200 assunzioni per ogni singola Impresa.

La domanda di contributo e la documentazione richiesta potranno essere spedite, dal 15 al 30 giugno 2010, al seguente indirizzo:

  • Assessorato Regionale del Lavoro, Formazione professionale, Cooperazione e Sicurezza sociale Servizio Politiche per il Lavoro e le Pari Opportunità | Via XXVIII Febbraio, 1 – 09131 – Cagliari