Premio nazionale per l’innovazione, il Presidente Napolitano premia 28 aziende.

Sono 28 le aziende che si sono distinte nei settori dell’industria, della pubblica amministrazione, dell’università e del commercio e a cui ieri (8 giugno 2010) è stato consegnato, dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Premio nazionale per l’innovazione 2010, giunto alla sua seconda edizione.

L’obiettivo del riconoscimento è stato quello di valorizzare la creatività delle imprese, degli enti e dei singoli ideatori per favorire la crescita della cultura dell’innovazione in Italia. Tra le imprese premiate, ci sono anche alcune grandi compagnie: Iveco (gruppo Fiat), Rai, Telecom Italia, Eni, Agusta Westland (Finmeccanica). Nel settore della pubblica amministrazione sono stati assegnati tre premi: al Comune di Torino, alla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Campobasso e all’Istituto Zooprofilattico sperimentale Abruzzo e Molise ”G. Caporale”.

I vincitori del premio nelle categorie previste da Confcommercio sono: per Innovazione nel Commercio l’Impresa Fratelli Abbascià spa, per aver creato un insieme di servizi tecnologici avanzati che consente a piccoli operatori commerciali ed ai loro clienti di accedere in modo innovativo a servizi tradizionali; per Innovazione nel Turismo il Corraziere srl, per aver saputo reinterpretare in chiave moderna ed innovativa l’utilizzo dell’antica energia dell’acqua, coniugandola con molteplici aspetti culturali, salutistici e di sostenibilità; nella categoria ICT e Service Design nei Servizi l’azienda Expert System spa, per aver realizzato uno strumento tecnologicamente avanzato che permette di monitorare sul web la propria reputazione in base ad una sofisticata interpretazione semantica dei messaggi e infine nel Service Design le Librerie Feltrinelli srl, per aver realizzato un modello innovativo che permette ai clienti, grandi e piccoli, di vivere esperienze stimolanti, in molteplici spazi culturali.

Il Temporary Management in Italia.

È difficile stimare un fenomeno di questa tipologia e forma professionale e contrattuale, soprattutto in Italia dove spesso viene confusa o volutamente assimilata ai classici contratti di consulenza o a progetto (anche per pigrizia intellettuale). È certo, però, che sempre più manager e profili di middle-low management ricorrono alla soluzione di temporary management come stimolo alla domanda consulenziale da parte delle aziende. Il temporary manager trova i propri natali nei paesi anglosassoni e migra nei Paesi Europei sotto forme ed interpretazioni diverse.

In Italia il temporary management si è affermato nel tessuto economico in modo estremamente lento e silenzioso, rimanendo relegato ad una nicchia di servizio paragonabile ad una consulenza atipica ed artigianale.

Pur essendo presente in Italia, il temporary management non ha mai raggiunto i medesimi tassi di sviluppo ottenuti negli altri paesi europei, anche a causa delle nostre peculiarità storiche, economiche, normative e culturali/imprenditoriali. Infatti, malgrado sia un termine sulla bocca di tutti, sono ancora eccessivi gli elementi di confusione che circondano questa figura: non ultima la scarsa attenzione da parte di istituti ed organizzazioni di ricerche e di analisi economiche, che non aiutano a fare chiarezza sulle dimensioni reali del fenomeno. Inoltre, l’assenza di informazioni e di comunicazioni su questa nuova forma di operatore professionale rende incerte le stime tendenziali e previsionali.

Non a caso il temporary management si configura come un’esperienza “sommersa” che vede, secondo alcune indagini, il coinvolgimento di circa 500 temporary manager (sia free lance che affiliati) a fronte di un bacino potenziale di 10.000 operatori (fonte Federmanager).

Volendo ricorrere alle poche organizzazioni italiane di categoria (tra le quali l’ATEMA), è possibile delineare e dare un più concreto contorno alle figure di temporary manager presenti nel nostro Paese: essi sono per lo più dirigenti o gestori (manager) qualificati o con competenze specialistiche di funzione in grado di svolgere progetti di carattere imprenditoriale anche di natura interfunzionale e internazionale.

Gli ambiti di applicazioni in cui i temporary manager sono strutturalmente chiamati a operare sono principalmente aree di intervento risolutivo in crisi aziendali e/o sostitutive (ad interim) di vuoti manageriali in azienda, oppure in fasi iniziali di sviluppo del mercato o di business.

Desidero citare una recente ed esaustiva indagine conoscitiva sul tema, una delle poche in Italia, condotta nel 2007 dal Gruppo Intersettoriale dei Direttori del Personale (GIDP/HRDA) che analizza il grado di conoscenza e utilizzo che le imprese fanno del temporary management. L’indagine è stata condotta su un campione di circa 114 direttori del personale ai quali sono state rivolte domande sul grado di conoscenza e utilizzo del temporary management, sul loro riscontro di soddisfazione nelle performance ottenute, sulle criticità e difficoltà affrontate.

L’esito dell’intervista ha indicato come l’86% del campione affermi di conoscere già il temporary management ma solo un 14% sostiene di averlo utilizzato almeno una volta. Questa dicotomia lascia ahimè pensare che gli intervistati affermino di conoscere il fenomeno per pura “arroganza” intellettuale e che non sappiano proporre all’interno, prima, e utilizzare al meglio, dopo, lo strumento del manager temporaneo.

L’indagine ha dimostrato che le figure di temporary manager sono impiegate in due momenti ben scanditi della vita aziendale: quelli di crisi e di sviluppo/incertezza:

 

In riferimento agli interventi per funzione, il temporary management è impiegato, in ordine di importanza, su progetti inerenti casi di riorganizzazione di funzioni del personale, amministrazione finanza e controllo, funzioni di produzione, sostituzione di vuoti manageriali. A questi si vanno ad aggiungere aggiunti ulteriori progetti che impattano sulla sfera strategica dell’azienda e sul potenziamento del fatturato e/o riposizionamenti di mercato (business development e blu ocean strategy). L’inserimento temporaneo in organico di tali figure ha una vita media non superiore all’anno, anche se in alcuni casi il loro ruolo può essere esteso ai due anni.
L’indagine ha anche illustrato come il 30% degli intervistati abbia valutato da discrete a molto buone le prestazioni dei temporary manager in ordine al risultato dei progetti. L’ultima parte dell’indagine ha analizzato le possibili cause della bassa diffusione dei temporary manager in Italia adducendole alle seguenti indicazioni: “non conoscevo il servizio”, “tempi di reazione troppo lunghi”, “non ho trovato una società di temporary management adeguata”, “prezzo del servizio troppo alto”, “non ho trovato il temporary manager adatto”.

A Brescia arrivano finanziamenti per le nuove imprese cooperative.

Un nuovo bando  di finanziamento per incentivare e promuovere la nuova imprenditorialità cooperativa è stato pubblicato dalla Camera di Commercio di Brescia.

A beneficiare dei contributi potranno essere le nuove società cooperative, costituite ed esercitanti l’attività dal 2 gennaio 2010 al 31 dicembre 2010, nonché iscritte all’apposito Albo delle società Cooperative, che:

  • siano in possesso dei requisiti mutualistici previsti per le società cooperative;
  • abbiano sede legale e/o unità locale nella provincia di Brescia;
  • non abbiano pendenze con gli Enti previdenziali;
  • siano in regola, e nella esatta misura, con il pagamento del diritto annuale camerale, con le modalità e secondo le disposizioni normative vigenti;
  • non siano soggette ad amministrazione controllata, a concordato preventivo o a fallimento.

Le spese sostenute per la costituzione della nuova società cooperativa e ammesse al contributo camerale, pari al 50% delle spese dichiarate (per un limite di € 3.000,00) sono:

  • spese di promozione;
  • di consulenza;
  • di assistenza.

Le domande di contributo possono essere presentate, a partire dal 15 dicembre 2010 e sino al 14 gennaio 2011, esclusivamente con invio telematico.

S.O.S. Impresa Italia, il progetto salva-impresa prorogato per altri sei mesi.

Sos Impresa Italia, progetto lanciato a fine 2009 da Confcommercio, Confartigianato, Cna, Casartigiani e UniCredit Group con l’obiettivo di traghettare in sei mesi fuori dalla crisi almeno diecimila imprese sane a rischio chiusura, sarà prorogato per altri sei mesi.  Nella prima fase del progetto (durata circa sette mesi) 11.600 piccole imprese italiane sono riuscite a superare una fase di difficoltà dovuta alla crisi finanziaria grazie a nuovi finanziamenti, interventi di proroga delle scadenze o rimodulazione delle loro linee di credito e oltre 15.000 aziende sono state assistite, nella loro regolarizzazione e nel rispetto dei pagamenti.

Inoltre Unicredit si è detta già pronta ad aderire ad una eventuale proroga alla moratoria sui finanziamenti alle Pmi concordata tra Associazioni di categoria, Abi e Governo. In particolare, in 7 mesi sono stati attivati tavoli di lavoro congiunto su tutto il territorio nazionale, definite insieme con le Associazioni le linee guida e le regole di funzionamento, realizzati 50 tavoli a livello regionale (che vengono riconvocati con cadenza mediamente bimestrale) ed è stata realizzata una newsletter mensile alle Associazioni per garantire costante monitoraggio dell’iniziativa. Nel 2009 circa un terzo dei nuovi finanziamenti (oltre 3 miliardi di nuovi finanziamenti a più di 30.000 aziende) sono stati fatti con Associazioni e Confidi. Anche nel 2010 continua il grande apporto di Associazioni e Confidi con oltre 1 miliardo di finanziamenti, mantenendo (e anzi aumentando) il tasso di accettazione delle domande, a testimonianza del supporto del Gruppo alle PMI (dal 76 al 79%). Sul totale delle imprese clienti di UniCredit negli ultimi 13 mesi il 21% ha avuto almeno un momento di tensione finanziaria ma di queste solo il 3,2% (in controtendenza con la media italiana del 6,7% – fonte Rapporto Prometeia) non è riuscito a superare le difficoltà ed è sfociata in un default oppure ha avuto una richiesta di rientro sui finanziamenti. I risultati sono stati presentati da Roberto Nicastro, Deputy Ceo di UniCredit Group, Gabriele Piccini, Country Chairman Italia di UniCredit Group, Luigi Taranto, Direttore generale Confcommercio, Cesare Fumagalli, Segretario generale Confartigianato, Sergio Silvestrini, Segretario generale Cna, Leopoldo Facciotti, Vice Segretario nazionale Casartigiani, e Sergio Bertani, Responsabile crediti Retail Italy di UniCredit Group nel corso del tavolo nazionale di lavoro a Roma. “La crisi iniziata nel 2007 è stata molto dura ma non ha messo in discussione il modello produttivo italiano – ha osservato ancora Nicastro – si è trattato piuttosto di un crollo del commercio mondiale che ha colpito soprattutto imprese e settori a forte vocazione manifatturiera. In una fase di forte discontinuità dell’economia si è dunque prospettata l’esigenza di un nuovo modo di fare banca ed è per questo che UniCredit Group, insieme a Confcommercio, Confartigianato, Cna, e Casartigiani, ha dato vita al Progetto Sos Impresa Italia”. Il deputy Ceo di piazza Cordusio ha ricodato che “l’iniziativa nasce da un lungo percorso di collaborazione tra UniCredit, le Associazioni di categoria e i Confidi. Un rapporto che si e’ consolidato nel tempo e ha consentito di continuare nel corso del 2009 a sostenere complessivamente più di 125.000 piccole aziende con oltre 10 miliardi di euro di nuovi finanziamenti”.

Per Luigi Taranto, direttore generale di Confcommercio, “Sos Impresa non deve essere un punto d’arrivo ma un punto di partenza, e per questo occorrono maggiore collaborazione tra privato e pubblico, nuovi modelli contrattuali, più cooperazione tra imprese e sistema del credito”.

fonte: Confcommercio

Vita da commerciale – Buona pesca a tutti!

Vorrei  condividere con voi  3 messaggi importanti che mi sono portato a casa da una riunione aziendale; ovviamente senza alcuna pretesa di approfondimento  che se lo riterrete opportuno potrà essere affrontato in seguito .

Il primo messaggio: l’esecuzione (o execution che suona meglio…). L’Amministratore Delegato di una delle più importanti industrie italiane ha in bella mostra nel suo ufficio un quadro appeso al muro con la seguente frase: “non solo le buone idee che ci mancano ma l’esecuzione”. Fare, fare, fare, fare bene, fare subito e mettere in pratica (quindi eseguire)! In questi anni nei quali il nome del nostro mestiere, il venditore,  si è trasformato in Area Manager, Territory Manager, Industry Manager, Product Sales Manager, ecc, ecc, ecc… sembra che tutti gestiscano qualcuno o qualcosa e nessuno porti avanti il day-by-day con responsabilità e tempismo, attività vitale per la nostra sopravvivenza professionale! Eseguire quindi e  fare accadere le cose, anticipare gli eventi, senza aspettare che i colleghi, i clienti o peggio, i concorrenti, lo facciano, muovendo la trattativa in una direzione diversa da quella che vorremmo noi. Ricordate la similitudine del pescatore? Se il banco di pesce prende una direzione diversa, le energie spese  non corrisponderanno al pesce pescato!!

Dopo l’esecuzione,  che spesso per un venditore è un’attività dinamica “on the road”, fatta  di incontri, riunioni, telefonate,lettere,e-mail,sms con colleghi, clienti, partners, passiamo al secondo messaggio che riguarda la comunicazione. Altra brutta abitudine che noi XXX Managers abbiamo, è quella di pensare che quando comunichiamo, gli altri siano obbligati a capirci. Spesso  quando raccontiamo qualcosa lo facciamo per noi stessi, per sentire quanto è bello il nostro prodotto, quanto è bella la nostra azienda e quanto siamo bravi noi a raccontarlo!  Avete mai pensato che il 70% dei messaggi che le persone si scambiano sono di natura non verbale?! Incredibile ma vero! Forse è meglio quindi se ci focalizziamo  sul nostro interlocutore per essere sicuri che la comunicazione  sia produttiva; ascoltare quello che il nostro interlocutore ci dice, sia in modo conscio, sia  in modo inconscio, con le parole o con i gesti.  Dobbiamo fare una grande attenzione ai messaggi “fisici” che mandiamo e che riceviamo perché questi potrebbero bloccare una relazione anche al primo incontro. Un’altra verità scomoda per chi fa il nostro mestiere è che una persona che ti vede per la prima volta o che riceve un tuo messaggio impiega circa 100 secondi per decidere se tu farai parte del “suo branco” o se sarai un “animale” da evitare.  E questa riflessione ci porta all’ultimo argomento: i messaggi.

In questo periodo sempre più frenetico dove i contatti e gli incontri sono sempre più veloci, la scelta delle  parole giuste e  delle espressioni corrette, è assolutamente strategica per permetterci di essere accettati. Per capire come produrre i contenuti dei nostri messaggi dobbiamo per prima cosa capire chi abbiamo davanti, capire la sua personalità, il suo modo di pensare la vita. Questo possiamo farlo con semplici tecniche psicologiche e immediate che con il tempo impareremo a padroneggiare e ad usare in modo automatico. Considerate che il 95% delle e-mail di chi vuole proporvi qualcosa vengono cestinate;  il 3% vengono forwordate a colleghi o subalterni  e solo il 2% viene tenuto in considerazione; pro buona pesca a tutti quindi!

Paolo MORANDI

PIL in crescita. Secondo Eurostat + 0,5% per l’Italia.

Le esportazioni con un + 2,5% e le importazioni con un +4%, secondo i dati di Eurostat, fanno da traino per la crescita della zona-euro. Su base annua, nel primo trimestre 2010 il Pil dell’Eurozona torna positivo dopo mesi e mesi di segno meno, aumentando dello 0,6% rispetto al -2,3% degli ultimi tre mesi del 2009, il secondo e terzo trimestre 2009 avevano fatto segnare un vero e proprio crollo del Pil (-4,3% e -5,1%).

Lavoro occasionale, dall’1 giugno buoni-lavoro validi anche per gli studenti.

Con la chiusura delle scuole (in realtà già dal 1 giugno 2010) e fino al prossimo 30 settembre, anche gli studenti potranno cimentarsi con il mondo del lavoro. Tutti gli studenti (fino a 25 anni) che vorranno offrire prestazioni di lavoro occasionale nei settori turismo, agricoltura e terziario, potranno essere retribuiti utilizzando i buoni-lavoro.

A Foggia finanziamenti per corsi di formazione e consulenza personalizzata.

La Camera di Commercio di Foggia, nell’ambito dell’Accordo di programma Unioncamere-Ministero Sviluppo Economico, ha attivato un programma per l’erogazione di attività di formazione e servizio di consulenza personalizzata in materia finanziaria a favore delle micro-piccole-medie imprese aventi sede nel territorio di competenza che partirà il prossimo 9 giugno 2010.

Con questo fine la CCIAA di Foggia ha previsto un corso di formazione della durata di 25 ore nonché un servizio di consulenza personalizzata diretto a migliorare la propria situazione economico-finanziaria e patrimoniale.

Alla formazione saranno ammesse  30 imprese del territorio cui sarà riconosciuto un contributo pari al 100% delle spese previste.

Chi potrà partecipare all’iniziativa? Tutte le micro, piccole e medie imprese aventi sede legale o sede operativa principale sul territorio di competenza della CCIAA di Foggia; regolarmente iscritte al Registro imprese; operanti nei settori economici ammessi dalla normativa comunitaria in materia di aiuti di stato in esenzione. Le imprese dovranno essere in regola con il pagamento del diritto annuale camerale ed essere in regola con gli obblighi contributivi nonché con gli adempimenti relativi alle norme in materia di sicurezza sul lavoro.

Le imprese che intendano avvalersi di tale contributo dovranno inviare apposita domanda di partecipazione alle Associazioni di categoria indicate nell’Avviso. Le Associazioni di categoria provvederanno successivamente a inoltrare le domande pervenute all’Ente Camerale.

A Benevento si premia l’attaccamento all’azienda ed il progresso economico.

La Camera di Commercio di Benevento, allo scopo di stimolare le attività economiche della provincia, di assecondare il progresso e di premiare gli operatori particolarmente benemeriti, bandisce il Premio Fedeltà al Lavoro e Progresso Economico. Il premio è riservato ai lavoratori e dirigenti, particolarmente meritevoli, che hanno prestato lungo servizio presso imprese agricole, industriali, artigiane, commerciali, turistiche, del credito, delle assicurazioni e dei trasporti operanti nella provincia.

Chi può concorrere al premio?

Categoria Lavoratori e Dirigenti.

  • i lavoratori che abbiano svolto la propria opera per almeno 25 anni in aziende dello stesso settore economico;
  • i lavoratori che abbiano acquisito durante il periodo lavorativo capacità e preparazione tecnica e professionale particolari, dando qualificato apporto ai processi di innovazione ed agli incrementi di produttività, da documentare a cura dell’azienda per 1a  quale lavorano almeno da 5 anni;
  • i dirigenti che abbiano prestato servizio per almeno 25 anni (10 dei quali con funzioni direttive) in aziende dello stesso settore economico.

Categoria Imprese. Riservato alle imprese individuali, familiari, cooperative e alle società con lunga ed ininterrotta attività che dimostrano di aver svolto ininterrottamente attività, per almeno 25 anni se agricole; 30 anni se industriali; 20 anni se artigiane; 20 anni se commerciali; 20 anni se turistiche. II titolare dell’impresa o il legale rappresentante della società, sotto la propria responsabilità, deve dichiarare che l’ impresa:

  • è o è stata regolarmente iscritta e attivata presso il Registro delle Imprese della Camera di Commercio di Benevento ed in regola con tutti i relativi adempimenti;
  • non ha ricevuto altri premi o attestazioni in precedenti edizioni del presente concorso bandite dalla Camera di Commercio di Benevento o da altre Camere di Commercio italiane.
  • non ha procedimenti contenziosi pendenti con l’ Amministrazione finanziaria in materia di imposte e tasse.

Progresso economico. Riservato alle imprese operanti nei settori: industria, commercio e turismo, artigianato, agricoltura e servizi positivamente distintesi nel panorama imprenditoriale provinciale per fatturato, numero di occupati, sbocchi commerciali, qualità di prodotto ed innovazione tecnologica. I premi sono riservati a quelle imprese che hanno attuato processi di trasformazione, ampliamento e ammodernamento o apportato notevoli perfezionamenti nei sistemi di produzione, con speciale riferimento alla qualità, all’organizzazione del lavoro ed alle relazioni pubbliche, al rinnovo delle attrezzature per la ricettività turistica, al miglioramento dei servizi ed alla commercializzazione dei prodotti.

Per maggiori dettagli e scaricare il bando di concorso, invitiamo a cliccare qui.

Temporary Manager, “questo nome mi par bene d’averlo sentito…”

Iniziamo questa rubrica ponendoci una domanda: ma cosa è il temporary management?

Molti lettori ammetteranno di conoscerne il vocabolo, ma di non aver mai approfondito l’argomento o sperimentato la loro professionalità.

Non me ne vogliano i lettori, ma questo gap è dovuto principalmente ad una conoscenza superficiale del fenomeno ed un basso stimolo ad approfondire la natura di questo importante e nevralgico servizio.

Proviamo, dunque, a declinare la nozione di un temporary manager che ho maturato sulla base degli studi attuali e dell’esperienza personale, ossia “un manager professionista che operi in modo temporaneo in progetti o mandati specifici vincolati dalla definizione e rispetto degli obiettivi (certi e misurabili), del ruolo, della funzione e degli ambiti di applicazione, del tempo (scadenza entro la quale portare a termine il mandato), dell’implementazione del progetto e, non ultimo, della sostenibilità e continuità dei risultati ottenuti”.

Spesso è facile delineare una novità declinando cosa non è. Dunque il temporary manager:
• non è consulenza
• non è lavoro interinale
• pur essendo temporaneo, non è una professione a progetto
• non è uno strumento per il “manager” alla ricerca di un proprio reinserimento in azienda
• non è una professione di ripiego.

Ciò premesso, in questa rubrica, proverò a fornire una panoramica il più possibile esaustiva.

Dott. Alessandro Catania