E’ morto Giulio Andreotti

Si è spento nella sua casa romana a 94 anni. Nato nella capitale nel 1919 era stato per ben sette volte presidente del Consiglio e più volte ministro della Repubblica, oltre che senatore a vita.

È stato presente dal 1945 in tutte le assemblee legislative italiane: dalla Consulta Nazionale all’Assemblea costituente, e poi nel Parlamento dal 1948, come deputato fino al 1991 e come senatore a vita fino alla morte, avvenuta oggi alle 12.25.

Ultimamente amava ripetere: “Nel 1919 sono nati il Ppi di Sturzo, il fascismo e io. Di tutti e tre sono rimasto solo io”.

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Sangue sul governo Letta

Sangue sul governo Letta. Se il buongiorno si vede dal mattino, il premier dovrà prepararsi a un periodo difficile. Stamane, durante la cerimonia di giuramento del governo, un uomo ha sparato davanti a Palazzo Chigi colpendo due carabinieri. Il brigadiere Giuseppe Giangrande, secondo quanto scritto nel primo bollettino medico, ha subito la lesione della colonna vertebrale cervicale ed è ricoverato al Policlinico Umberto I di Roma in prognosi riservata.

Ad aprire il fuoco un uomo in giacca e cravatta che all’improvviso ha sparato contro i militari. L’uomo, Luigi Preiti, è nato nel 1964 in Calabria, dove è tornato a vivere dopo aver trascorso molti anni ad Alessandria, dove è stato sposato e ha un figlio di dieci anni. Il ritorno al paese natale è scattato in seguito alla perdita del lavoro.

Preiti – che non ha precedenti penali e ha agito da solo – ha sparato diversi colpi di pistola e ha poi tentato di fuggire, ma è stato ferito durante una colluttazione con le forze dell’ordine e arrestato. Preiti, però, non è uno squilibrato nonostante nei primi minuti sopo la sparatoria si era diffusa la voce che avesse problemi mentali. “Non ha mai sofferto di patologia psichiatriche – ha detto il fratello Arcangelo all’Ansa -. Siamo allibiti, non sappiamo spiegarci quel che è potuto accadere“.

Sconvolta anche la ex moglie di Preiti, mentre secondo il ministro Alfano l’uomo avrebbe tentato il suicidio dopo la sparatoria, ma avrebbe finito i colpi.

Nasce il governo Letta. Il Paese e l’economia aspettano una svolta

E finalmente dopo 60 e rotti giorni di ingovernabilità abbiamo un governo. Del presidente, balneare, a tempo, quello che volete, ma intanto c’è. Vediamo se l’Esecutivo varato a tempo di record da Enrico Letta su mandato pressante di Napolitano riuscirà a dare stabilità e risposte all’economia e al Paese. Ecco la lista dei ministri:

Interni e Vicepremier- Angelino Alfano
Difesa – Mario Mauro
Esteri – Emma Bonino
Giustizia – Anna Maria Cancellieri
Economia – Fabrizio Saccomanni
Riforme istituzionali – Gaetano Quagliariello
Sviluppo – Flavio Zanonato
Infrastrutture – Maurizio Lupi
Poliche Agricole – Nunzia Di Girolamo
Istruzione, Università e ricerca- Maria Chiara Carrozza
Salute – Beatrice Lorenzin
Lavoro e Politiche sociali – Enrico Giovannini
Ambiente – Andrea Orlando
Beni culturali e Turismo- Massimo Brai
Coesione territoriale – Carlo Trigilia
Politiche comunitarie – Anna Maria Bernini
Affari regionali, sport e turismo – Graziano Delrio
Pari opportunità, sport, politiche giovanili – Iosefa Idem
Rapporti con il Parlamento – Dario Franceschini
Integrazione – Cecile Kyenge
Pubblica Amministrazione- Giampiero D’Alia

Napolitano bis, il presidente è ancora lui

di Davide PASSONI

E alla fine toccò ancora a Napolitano. L’unica soluzione di buon senso dopo lo spettacolo ridicolo e avvilente offerto in questi giorni dal Parlamento e dalla politica italiana è stata perseguita. Il presidente uscente, ora presidente bis (la prima volta nella storia della Repubblica), è arrivato in soccorso dell’Italia con un senso di responsabilità e d’iniziativa che ha redento buona parte delle iniziative di dubbio gusto che ha assunto nel suo settennato, a partire dalla indecorosa vicenda delle intercettazioni e della “guerra” alla procura di Palermo. E il risultato uscito dall’urna parlamentare è stato chiaro: se la rielezione di Napolitano è una prova di forza della politica che non vuole cambiare e che si arrocca, è anche la soluzione più funzionale a un’uscita dell’Italia dal pantano istituzionale in cui si trova dal 26 febbraio scorso.

Alla fine, ammettiamolo, è l’esito meno sfavorevole della tragicommedia che si è consumata nei giorni precedenti, fatta di episodi grotteschi: iniziative al limite dell’incostituzionalità come la candidatura unilaterale di Prodi da parte del Pd; psicodrammi politici che hanno visto un partito (sempre il Pd) sbriciolarsi sotto il peso delle contraddizioni interne e non essere in grado nemmeno di presentare un candidato condiviso; la buffonata delle Quirinarie del Movimento 5 Stelle; l’atteggiamento del centrodestra, di fatto seduto sulla riva del fiume ad aspettare il cadavere di Bersani e del centrosinistra intero, dicendo più no che sì come il più barricadero dei sindacati; la girandola di nomi – Prodi, Amato, Rodotà, D’Alema, Cancellieri, Gabanelli, Strada – che manco all’asta d’inizio stagione del Fantacalcio; l’umiliante spettacolo offerto, suo malgrado, dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, mentre snocciolava un rosario di nomi improbabili – da Rocco Siffredi al Conte Mascetti – scritti sulle schede dai personaggi che noi cittadini (almeno chi li ha votati…) abbiamo mandato in Parlamento per cercare di fare qualcosa di concreto per la nostra Italia.

Ora, lo ribadiamo, tocca ancora a Napolitano. Che tra due anni ne fa 90 ma che, con la sua scelta, ha dimostrato di avere ancora più spalle e più palle di tutti quelli che lo hanno votato messi insieme, piacciano o meno il personaggio, la sua storia, il suo presente. Vediamo se adesso, sistemato l’inquilino del Quirinale, il percorso che porterà alla nascita di un governo avrà l’accelerata che tutti aspettano da quasi due mesi; da tanto dura l’ingovernabilità di un Paese che, tra voti a pornodivi, veti incrociati, consultazioni fiume e totale incapacità della politica di dare un senso a se stessa e alla sua missione, vede morire 80 imprese al giorno, vede soffocare famiglie dal cappio del fisco, vede pensionati appendersi alle travi non solo perché senza soldi ma, soprattutto, perché senza speranza né futuro. Daje Giorgio’, vedi di fare ‘sto miracolo.

Suicidi per crisi, la pazienza è finita

Ci eravamo drammaticamente abituati, o quasi, alle notizie di imprenditori suicidi a causa della crisi. Adesso, di fronte alla tragedia di chi non ce la fa più per una pensione che non basta, non solo per vivere dignitosamente, ma per vivere punto, non rimangono parole né lacrime da versare.

La tragedia ieri a Civitanova Marche, quando una coppia di coniugi si è suicidata per difficoltà economiche. L’uomo Romeo Dionisi, 62 anni, e la moglie Annamaria Sopranzi, di 68, si sono impiccati: i corpi sono stati trovati dai vicini di casa, che hanno subito avvisato i carabinieri.

Lui era un esodato, la moglie aveva una pensione assai modesta. Il fratello della donna, 70 anni, non appena appresa la notizia si è a sua volta ucciso gettandosi in mare.

Oggi i funerali, tra rabbia e dolore. Esequie alle quali ha partecipato anche il neo presidente della Camera Laura Boldrini, contesta da una gran parte della folla: “Questo è un omicidio di Stato“, “Omicidio della politica“, “Ladri“, “Vergogna” e “Neanche gli animali sono trattati così“, hanno gridato alcuni dei presenti.

Difficile dar loro torto, anche se la povera Boldrini paga colpe non sue. La gente è stanca, non ha più soldipazienza. E se almeno una buona notizia arriva nel mondo dell’economia, con lo sblocco di parte dei pagamenti dei debiti della PA alle imprese, dall’altra nei palazzi romani continua l’incertezza politica tra blocchi, veti, giochi di bilancino, scambi di “figurine”, saggi al lavoro e somari alla finestra.

La gente è stanca, non ha più soldipazienza. Qualcuno si appende a una trave, qualcuno si butta di sotto. Qualcuno potrebbe decidere di fare di peggio. Ne tenga conto chi sta giocando con il futuro di un Paese e di 60 milioni di persone alle quali si stanno tassando anche i sogni e le speranze.

Debiti della PA, un nuovo bluff

Ennesimo bluff sui pagamenti dei debiti della PA. Rinviato il Consiglio dei ministri in programma questa sera per il varo del decreto sui pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione. Ne ha dato notizia Palazzo Chigi con una nota: “Il ministro dell’Economia e Finanze Vittorio Grilli, in accordo con il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, anche a seguito delle articolate Risoluzioni approvate ieri da Camera e Senato, ha fatto presente al presidente del Consiglio l’opportunita’ di proseguire gli approfondimenti necessari per definire il testo del decreto sui pagamenti dei debiti commerciali della PA“. Gli approfondimenti sarebbero necessari per “problemi di copertura“.

Ovvio, dopo la levata di scudi contro il possibile aumento dell’addizionale regionale Irpef che pare definitivamente tramontata; i tecnici del Tesoro hanno infatti evidenziato la necessità di aver maggior tempo a disposizione per trovare alternative fonti di finanziamento alla restituzione dei debiti nei confronti delle imprese. Si starebbe inoltre valutando la possibilità di inserire nel decreto anche altre misure come quella del rinvio della Tares, che però costerebbe oltre 1 miliardo. Tanto che il sottosegretario Polillo ne ha esclusa la dilazione, ipotizzando semmai una rateizzazione.

Come detto, è tramontata definitivamente l’ipotesi dell’anticipo dell’aumento delle addizionali regionali Irpef: così come già anticipato ieri e confermato in mattinata, si tratta di una soluzione che al momento non viene considerata “percorribile” dagli ambienti dell’Economia. La bozza circolata prevede che i pagamenti dei debiti contratti dagli enti locali vengano esclusi dai vincoli del patto di stabilità per un importo complessivo di 5 miliardi di euro. Il presidente dell’Anci Graziano Delrio, al termine di un incontro alla presidenza del Consiglio, ha affermato che il governo ha comunque garantito il varo del provvedimento “entro lunedì” e che metterà a disposizione subito per Comuni e Province risorse per “7 miliardi”.

Elezioni 2013: Italia nel caos. Ora tocca alle regioni

Bobo Maroni se la ride. Le porte del Pirellone si stanno aprendo per lui?

Se le elezioni politiche di ieri e domenica hanno consegnato l’Italia al caos e all’ingovernabilità, nelle tre regioni dove si è votato per il rinnovo dei consigli regionali – Lombardia, Lazio e Molise – la situazione appare un po’ più lineare. Pronostici più o meno confermati, restano da vedere le percentuali con le quali si imporranno i candidati vincitori, fermo restando che appare difficile assistere a un’affermazione al primo turno: ballottaggi più che probabili. Queste le proiezioni:

LOMBARDIA

MARONI 44,63%
AMBROSOLI 37,07%
CARCANO 13,08%

LAZIO

ZINGARETTI 38%
STORACE 29,9%
BARILLARI 20%
BONGIORNO 8%

MOLISE

DI LAURA FRATTURA 41%
IORIO 25%
FEDERICO 18%
LE POLITICHE

E alla fine è stato tsunami.

Stando agli ultimi risultati ed alle proiezioni con le quali ci siamo lasciati ieri, nonché stanti gli ultimi dati emersi di questa lunga notte elettorale, il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo è il Numero 1 del Paese.

Conquista Montecitorio, spariglia le carte tra i due storici antagonisti, Destra e Sinistra. Forse, quanto emerso dall’analisi dell’Osservatorio politico di Infoiva non era così sbagliato: il popolo della rete si è recato alle urne.

Ecco i dati definitivi:

ELEZIONI 2013: RISULTATI DEFINITIVI SENATO DELLA REPUBBLICA

Il centrosinistra vince al Senato in 12 Regioni, mentre il centrodestra se ne aggiudica 7.

A scrutinio concluso (60.431 sezioni su un totale 60.431) – secondo il ministero dell’Interno – la coalizione guidata da Pierluigi Bersani ha preso il Piemonte col 29,82%, la Liguria col 33,03%, l’Emilia Romagna col 42,13%, il Trentino Alto Adige (23,43%), il Friuli Venezia Giulia (29,29%), la Toscana (39,50%), le Marche (33,18%), l’Umbria (37,58%), il Lazio (32,33%), il Molise (30,26%), la Basilicata (33,66%) e la Sardegna (31,73%).

La coalizione guidata da Silvio Berlusconi, invece, ha vinto in Lombardia col 37,63%, in Veneto col 32,87%, in Abruzzo col 29,62%, in Campania col 37,38%, in Puglia col 30,44%, in Calabria col 33,30% e in Sicilia col 33,39%.

Ingroia e Giannino restano fuori anche dal Senato. Rivoluzione Civile – Ingroia ha infatti raccolto 549.987 voti pari all’1,79%. ‘Fare per fermare il declino’ di Oscar Giannino ha conquistato 278.597 voti pari allo 0,90%.

Risultato deludente anche per la ‘Lista Amnistia Giustizia Libertà’ di Marco Pannella che raccoglie 63.149 voti pari allo 0,20%.

ELEZIONI 2013: RISULTATI DEFINITIVI CAMERA DEI DEPUTATI

Elettori: 46.906.343
Votanti: 35.271.540 (75,19%)
Schede bianche: 395.286 (1,12%)
Schede nulle: 871.780 (2,47%)
Schede contestate e non assegnate: 1.951.

PD: 8.642.700 voti pari al 25,41% e 292 seggi;
Sel 1.090.802 voti pari al 3,20% e 37 deputati;
Centro Democratico 167.201 voti pari allo 0,49% e 6 seggi;
Svp 146.804 voti pari allo 0,43% e 5 seggi.

PDL: 7.332.121 voti pari al 21,56% e 97 seggi;
Lega Nord 1.390.156 voti pari al 4,08% e 18 deputati;
Fratelli d’Italia 666.001 voti pari all’1,95% e 9 seggi.

UDC, alleato di Monti, ha raccolto 608.292 voti pari all’1,78% e 8 seggi.
Fini con 159.454 voti pari allo 0,46% non conquista deputati.

Non superano lo sbarramento del 4% e quindi non conquistano deputati Rivoluzione Civile – Ingroia con 765.054voti pari al 2,24% e ‘Fare per fermare il declino’ di Oscar Giannino con 380.937 voti pari all’1,12%.


LE BORSE
hanno reagito male allo stato di ingovernabilità che emerge da questi numeri.

Piazza Affari ha chiuso a -4,89%.

Le principali Borse europee sono state trascinate giù dall’indice di Milano, in netta risalita anche lo spread, che dopo aver aperto in rialzo a 300 punti base è balzato a 343 punti per poi piegare a 328.

LA STAMPA ESTERA
Significativi i primi titoli dei giornali russi, francesi, inglesi, spagnoli unanimi nel ritenere la vittoria di Grillo una situazione… comica per lo stato di salute del Belpaese.

Anche per gli italiani all’estero vince il Pd.

Paola PERFETTI

Elezioni politiche 2013: Bersani in Parlamento, Berlusconi al Senato

 

AGGIORNAMENTO ORE 22.20. STALLO E TUTTO DA RIFARE. FORSE

ELEZIONI CAMERA DEI DEPUTATI: 50.155 sezioni scrutinate su un totale di 61.446 (dati del ministero dell’Interno)

CentroSinistra: 30,07% (Pd al 25,93%)
CentroDestra: 28,71% (Pdl al 21,03%)
Movimento 5 Stelle: 25,41%
Scelta civica per Monti: 10,60%
Rivoluzione civile: 2,22%
Fare per fermare il declino all’1,16%

ELEZIONI ALLA CAMERA DEL SENATO: 50.055 sezioni scrutinate su un totale di 60.431 (dati del ministero dell’Interno)

CentroSinistra: 31,84% (Pd al 27,62%)
CentrODestra: 30,5% (Pdl al 22,17%)
Movimento 5 Stelle: 23,78%
Lista con Monti per l’Italia: al 9,16%
Rivoluzione civile di Antonio Ingroia 1,80%

ELEZIONI REGIONALI
Il dato definitivo dell’affluenza alle elezioni regionali è in aumento al 74,59% contro una precedente affluenza del 63,12%. L’incremento è stato dell’11,47% (cifre del ministero degli Interni).

ISTITUTO PIEPOLI/RAI: PARTITI PIù POPOLARI
Tra i partiti, il miglior risultato sarebbe il 26% dei 5 stelle, seconda piazza per il Pd al 25%, terzo il Pdl al 21. Gli altri: Scelta civica con Monti 8,5%, Lega nord 4, Sel 3,5, Fratelli d’Italia 2,1, Udc 1,8%.

“Noi siamo il vero ostacolo, contro di noi non ce la possono più fare. Andranno avanti 7-8 mesi a fare un disastro ma lo terremo sotto controllo”, […] “Riconsegnare a Berlusconi il paese per sei mesi, un anno è un crimine contro la galassia”, avrebbe rilasciato come commento Beppe Grillo, in collegamento telefonico dalla sua casa di Genova con il sito della Cosa.

“In 40 giorni abbiamo il 50% dei voti della Lega. Avessimo avuto la visibilità di Fini, Casini e Ingroia…”, dice Ignazio La Russa, fondatore di Fratelli d’Italia-centrodestra nazionale, via Twitter, tra i grandi “fuori” dal Parlamento, come Antonio Ingroia, che dà la colpa dell’insuccesso alla macchina del Pd.

Pesa il calo degli elettori stimato al 6%.

CONSIGLIO DEI MINISTRI convocato per domani, martedì 26 febbraio, alle 11 a Palazzo Chigi per l’esame del seguente ordine del giorno:

– DECRETO LEGISLATIVO: Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia concernenti il trasferimento del Castello di Udine (PRESIDENZA – AFFARI REGIONALI);

– DECRETO PRESIDENZIALE: Regolamento recante la privatizzazione dell’ente pubblico “Unione nazionale degli ufficiali in congedo d’Italia”, a norma dell’articolo 46, comma 1, del decreto-legge n. 5 del 2012 (DIFESA);

– DECRETO PRESIDENZIALE: Regolamento recante nuovo statuto dell’Aero Club d’Italia e nuovo statuto degli Aero Club locali federati (INFRASTRUTTURE);

– LEGGI REGIONALI;

– VARIE ED EVENTUALI.

AGGIORNAMENTO ORE 19.40. IL CENTRODESTRA IN LOMBARDIA

In Lombardia il Centrodestra va avanti verso il Senato: su 4.067 sezioni scrutinate su un totale di 9.233 il centrodestra è al 38,67% (Pdl al 20,93%), il centrosinistra al 29,47% (Pd al 27,09%), il Movimento 5 Stelle al 16,76%, la lista di Mario Monti al 10,58%, Fare per fermare il declino all’1,51%, Rivoluzione civile all’1,10%.

Stando alle proiezioni Ipr Marketing per Tgcom24, alla Camera la distanza tra centrosinistra e centrodestra sarebbe di appena un punto percentuale, rispettivamente con il 29,5% e il 28,5%; M5s primo partito con il 26,4%, Monti al 10,5%.

Di qualche secondo fa invece la terza proiezione nazionale di Emg diffusa nello speciale TgLa7 per il Senato, che dà il centrodestra in vantaggio con il 31,6% sul centrosinistra che è al 30,3%. Un distacco di 1,3 punti percentuali, in leggera crescita rispetto all’1% della rilevazione precedente. Il Movimento 5 Stelle al 23,8%, Scelta civica Con Monti per l’Italia al 9,6%, Rivoluzione civile all’1,8%, Fare per fermare il declino allo 0,9% e altri al 2%.

AGGIORNAMENTO ORE 16.15. REGIONALI E J’ACCUSE

PROIEZIONE RAI. La prima analisi ribalta le indicazioni degli instant poll e dà il centrodestra in vantaggio per il Senato con il 31%. La copertura del campione è del 13,85%. Il centrosinistra è accreditato del 29,5, il Movimento5Stelle del 25,1 (che sarebbe il primo partito), la lista di centro del 9,6.

PARITà AMBROSOLI-MARONI. Secondo l”instant poll” della Rai: Umberto Ambrosoli e Roberto Maroni avrebbero ottenuto entrambi tra il 42% e il 44% dei consensi; il candidato presidente alla Regione Lombardia per Movimento Lombardia Civica, Gabriele Albertini, e il candidato del Movimento 5 Stelle, Silvana Carcano avrebbero entrambi tra il 6% e l’8%, mentre Carlo Maria Pinardi di ‘Fare per fermare il declino’ sarebbe invece tra l’0 e l’1%.

Rc denuncia Berlusconi per violazione del silenzio pre-elettorale in merito ad alcune dichiarazioni del Cav. sul lavoro della Magistratura.

Ed arrivano le prime dichiarazioni.

  • “Abbiamo sbiadito il giaguaro”, ha detto Mauro Bersani, fratello di Pierluigi, ospite del programma di Radio2 ‘Un Giorno da Pecora’, oggi in versione “Pecoratona Elettorale – La Maratona Elettorale di Un Giorno da Pecora”.
  • “Un mese fa non potevamo nemmeno pensare a questo tipo di risultato, se è vero che il centrodestra è intorno al 30-32% lo sforzo di Berlusconi è di tutta evidenza. Pensavo che Grillo avesse un risultato più favorevole rispetto a quello che è successo nelle ultime settimane, e penso che al Senato ci possa essere una grande sorpresa a favore del Pdl”, Donato Bruno, esponente del Pdl in Puglia e primo a commentare gli instant poll.
  • “Per ora prevale la certezza: Berlusconi è stato sconfitto. E voglio godermela per un po’”, Roberto Saviano su Twitter.
  • “Aspettiamo i dati definitivi. C’è un’emozione incredibile. Ci aspettiamo un boom”, Davide Barillari, candidato alla presidenza della regione Lazio per il Movimento 5 Stelle.
  • “L’onestà andrà di moda” twitta Grillo.
  • Storace aspetta domani e su Twitter scrive: “Dai dati delle sezioni per il Senato mi sa che i sondaggisti toppano. In Parlamento torniamo noi ed esce un altro…”.

Berlusconi aspetta ad Arcore. Gli altri leader nei centri dei loro partiti assediati dai giornalisti.

ITALIANI ALL’ESTERO. All’estero hanno votato un milione 122.294 di italiani così distribuiti: in Europa la percentuale delle buste restituite alle Sedi sul totale di plichi inviati è del 31,1%; in America Meridionale è del 34,79%; per l`America Settentrionale e Centrale il dato è il 29,87%; nella ripartizione Africa-Asia-Oceania la percentuale è del 30,65%. Sul sito www.esteri.it sono pubblicati i dati di dettaglio per ciascuna Sede.

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 16. IL CENTRODESTRA ARRANCA

Per il primo instant poll di Tecnè per Sky Tg2, il centrodestra sarebbe in vantaggio netto solo in due regioni nella corsa al premio per il Senato: Veneto l’alleanza Pdl-Lega e altri (46% contro il 30% del centrsinistra) e Friuli (40 contro il 33%).
Testa a testa in Lombardia al 37%.
Al CentroSinistra lieve margine in Piemonte (37% contro 34) e Sicilia (32 contro 29). Al centrosinistra più tutti i duelli regionali.

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 15.21 – PRIMO INSTANT POLL

A poco più di 20 minuti dalla chiusura dei seggi, il primo instant poll dell’Istituto Tecnè per Sky Tg24 segnerebbe la carica del Centrosinistra nelle due Camere:

34,5% – coalizione PD – centrosinistra
29,0% – coalizione Pdl-Lega Nord
19%  – Movimento 5 Stelle
9,5% – lista Monti
3,5% – Rivoluzione Civile

Stando a queste percentuali, in Parlamento andrebbero: 340 seggi Centrosinistra; 140 centrodestra, 91 M5S, 46 Lista Monti.

PALERMO ROCCAFORTE DI M5S. Al Senato, su 1800 dichiarazioni di voto, il partito di Beppe Grillo a Palermo ottiene il 31,14% di preferenze, davanti al Pd col 30,14%. Più staccato il Pdl che si ferma al 14,53%. Non va oltre al 5,18%, invece, Rivoluzione Civile dell’ex pm palermitano Antonio Ingroia. Al 4,71% è infine la lista Scelta civica di Mario Monti.

Per quanto riguarda i risultati per coalizione, a quella di centrosinistra va la maggioranza delle preferenze con il 35,63% (Pd 30,14%, Sel 3,48%, Il Megafono Lista Crocetta 1,55%, Moderati 0,23%, Centro Democratico 0,23%), mentre alla coalizione di centrodestra il 22,85% (Pdl 14,53%, Grande Sud 1,55%, La Destra 0,8%, Lega Nord 0,2%, Fratelli d’Italia 0,46%, Mir 0,8%, Mpa 0,8%, Cantiere Popolare 3,71%).

I risultati tengono conto di una forbice pari al 3%.

IN LOMBARDIA. Per il Senato, Pd-Sel e altri avrebbero il 37,01%, contro il 37% di Pdl-Lega e altri.  Sempre secondo l'”instant poll” di Tecné relativo al voto in Lombardia per il Senato il M5S sarebbe al 14%. Il calcolo, a detta di Tecné, ha ufficialmente un margine di errore del 2,5% in più o in meno.

NEL LAZIO. Secondo il primo Instant poll di Tecnè per Sky Tg24 il centrosinistra ha conquistato il Lazio con il 35% delle preferenze, seguito dal centrodestra al 30%, dal Movimento 5 Stelle al 18% e da Scelta civica per Monti al 10%. Rivoluzione civile è attestata al 3%. Altri all’1%.

ELEZIONI POLITICHE 2013

Seconda giornata di elezioni 2013 in tutta Italia, con i seggi aperti dalle ore 7 di questo freddo lunedì 25 febbraio.

In tutte le circoscrizioni si potrà votare fino alle ore 15 per i rappresentanti della Camera, del Senato (solo i cittadini italiani che abbiano compiuto i 25 anni di età) e delle Regioni.

Alle 22 di ieri sera avevano votato tutti i leader delle posizioni schierate, così come espresso il proprio parere il 55,17% degli aventi diritto. Sarà per il maltempo, tra neve, pioggia, freddo in tutto lo Stivale, o più semplicemente per una certa stanchezza degli elettori rispetto ad una situazione civile e politica che definiremmo in pendant con il cielo di stamattina, ma il calo di interesse c’è, ed è forte, rispetto alla stessa tornata elettorale del 2008: allora fu il 62,55% a recarsi alle urne, segnando oggi un triste -7%.

Il dato negativo, registrato dalle Agenzie, però, viene fortunatamente bilanciato dalle percentuali di voto espresse sulle elezioni regionali: +9 punti rispetto al 46,86% dell’ultima volta, con la Lombardia in testa tra le Regioni più solerti (alle 22 di ieri era il 57,87%, +8 punti rispetto al 2010) ed una Milano dal forte senso civico (57,05% rispetto alle 47,10%).

Buona l’affluenza anche in Lazio (53,19% degli aventi diritto rispetto al 43,39%) con Roma al 53,95% – l’affaire Fiorito deve aver smosso gli animi visto che tre anni fa i votanti furono solo il 41,30%; ed in Molise, alle 22 è stata del 41,49% rispetto alle precedenti del 2011 che, alla stessa ora, registrò appena il 39,48%.

Alla chiusura dei seggi, ore 15, inizieranno le procedure di scrutinio cominciando dalle schede per il Senato. Lo spoglio andrà avanti ad oltranza.
Domani, dalle ore 14, comincerà lo spoglio delle schede per le elezioni dei rappresentanti regionali.
Alle 16 di oggi si conosceranno i primi exit poll. E noi di Infoiva li seguireremo.

Intanto, tra polemiche, contestazioni, prime accuse di brogli (ad Anzio, per esempio, con protagonista una veterana presidente di seggio denunciata alla Digos da Maurizio Brugiatelli, responsabile cittadino La Destra di Anzio), questa passerà come la tornata elettorale più “social” della storia della nostra Repubblica: nonostante gli avvertimenti e le regole, su molti profili Facebook e Twitter sono comparse foto “postate” direttamente dalle cabine elettorali.

Paola PERFETTI

Federalismo fiscale: trasporto pubblico, fisco municipale, Milleproroghe… si discute

Il federalismo fiscale sta soffrendo un momento di impopolarità. A lamentare problemi e incoerenze sono Regioni, Province e Comuni, che rivendicano maggiori attenzioni e il rispetto di accordi precedenti. I Comuni in particolare lamentano che i loro emendamenti non sono accolti nonostante siano passati all’esecutivo. Le Province lamentano la mancanza di fondi e risorse fondamentali per il loro funzionamento. Lamentele che sono state sollevate a voci spiegate alla commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale presieduta da Enrico La Loggia. Il cosiddetto “Comitato dei 12”, capitanato dal presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani ha affermato: “Abbiamo siglato un accordo a metà dicembre 2010 che per noi è fondamentale anche per il rapporto con il decreto sul fisco regionale. L’accordo non ha ancora avuto seguito da parte del governo. Non possiamo non sottolineare come questo elemento impatti negativamente sulla discussione”.

Mancano soprattutto accordi circa il trasporto pubblico locale, un raccordo tra il decreto sul fisco municipale e quello regionale, decreto Milleproroghe In merito a quest’ultimo è stato detto che “Ci sono molte norme caratterizzate da un impianto sostanzialmente a-federale“. Errani ha criticato ha criticato sia la previsione che in caso di calamità le Regioni possano aumentare l’aliquota delle addizionali o i tributi propri, sia il fatto che 70 milioni di euro destinati alla sanità torneranno allo stato centrale anche per finanziare le Fondazioni liriche ”che e’ vero devono essere finanziate ma sottrarre soldi alle Regioni è inaccettabile“.

Cota, presidente del Piemonte,intervenendo in audizione, ha assicurato: ”il governo manterra’ gli impegni presi in tema di federalismo fiscale”. ”Siamo al governo per fare il federalismo e lo porteremo a casa”, e’ stato invece il commento del governatore del Veneto, Luca Zaia. A calmare le acque e cercare un confronto è stato il ministro per la Semplificazione Normativa Roberto Calderoli, anche se la strada da fare è ancora molta e le risposte a volte tardano ad arrivare.

d.S.

Addio ai Monti… dell’Appennino

di Paola PERFETTI

Ci siamo. Suona la campanella. Domani e lunedì, ci incontreremo tutti alle urne per votare il prossimo esecutivo. Chiude oggi l’analisi che l’osservatorio politico web di Infoiva  ha realizzato dall’inizio dell’anno sull’analisi degli umori e delle ricerche condotte del popolo del web sul prossimo candidato premier.

Finiamo oggi ma chiudiamo il cerchio misurando la temperatura della web reputation del Premier uscente Mario Monti.

Per lui, buone nuove sul fronte delle query, mai così puntuali, tra le poche ad essere mirate a comprendere il suo programma politico.

Nella top ten delle parole più ricerche e di quelle più frequenti, infatti, spuntano termini come “facebook mario monti“, “monti twitter“, “mario monti twitter“, “agenda monti“, “bersani“, “lista mario monti” con un “silvio berlusconi” pronto a spuntare dietro l’angolo. Sempre meglio della “massoneria”: quella l’abbiamo lasciata ad una decina di giorni fa.

I risultati dal 7 gennaio – 18 febbraio:

Ricerche più frequenti
facebook mario monti
monti twitter
mario monti twitter
mario monti agenda
lista mario monti
bersani
agenda monti
silvio berlusconi
mario monti programma
lista monti

Parole più ricercate nel periodo
agenda monti
bersani
lista mario monti
lista monti
mario monti agenda
mario monti programma
mario monti twitter
monti twitter
programma monti
silvio berlusconi

Città da cui proviene il maggior numero di ricerche
Treviso
Cagliari
Vigevano
Salerno
Verona
Brescia
Genova
Pisa
Padova
Roma

Ricerche per aree Nielsen
Nielsen 1 (Piemonte, Val d’Aosta, Liguria, Lombardia): 10%
Nielsen 2 (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna): 60%
Nielsen 3 (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna): 10%
Nielsen 4 (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia): 20%

Internauti desiderosi di prepararsi, dunque, ma con un “di più”.

Rispetto a Ingroia, Grillo, Bersani, le aspettative sull’agenda Monti sono dislocate pressoché uniformemente in tutto lo Stivale: aumenta il NordEst, cala il Centro Italia, il Sud recupera il terreno.

Addio ai monti… ma solo quelli dell’Appennino?

Se tutto filerà liscio la risposta potremo averla già la sera di lunedì.