Suicidi? No, teniamo accesa la speranza

Ne siamo consapevoli. Questa settimana Infoiva ha toccato un tema tutt’altro che comodo; quando si parla di suicidi per crisi, di imprenditori che si tolgono la vita perché schiacciati dal fallimento personale prima che da quello imprenditoriale, non ci si mette in una posizione di particolare confort… Eppure, lo sapete se ci seguite con assiduità, è un tema sul quale non abbassiamo la guardia, mai.

I suicidi degli ultimi giorni, dopo un’estate relativamente tranquilla su questo fronte, sono stati solo lo spunto, tragico, che ci ha fatti ritornare sull’argomento con la voglia di spingere l’asticella un po’ più in su; cercando di capire quali sono le associazioni che possono aiutare chi si trova nel gorgo; raccontando storie di chi ha trovato la forza di reagire per ricominciare; entrando, grazie all’aiuto di uno psicologo, nella mente di chi si trova senza più un mondo dall’oggi al domani per capire quali meccanismi perversi scattano.

Un viaggio nel lato più oscuro della crisi, grazie al quale abbiamo maturato due convinzioni che vi vogliamo trasmettere: uscirne si può, si deve, e non bisogna mai voltarsi dall’altra parte ma parlarne, parlarne, parlarne. Aspettando che lo Stato faccia il suo…

Leggi l’intervista a Pietro Giordano, consigliere dell’associazione “Speranza al lavoro”

Leggi l’intervista a Giulia Buggea

Leggi l’intervista al prof. Pier Giovanni Bresciani

Leggi l’intervista a Massimo Mazzucchelli

Leggi l’intervista a Stefano Zanatta

La crisi uccide, non restiamo sordi

Chiudiamo oggi il cerchio sul difficile tema degli imprenditori suicidi. Dopo una settimana passata ad ascoltare le storie di chi ha reagito, a scoprire come fare per non imboccare una strada senza ritorno, a parlare di altri, angosciosi casi, l’ultima testimonianza di chi, sul territorio, fa cultura e prevenzione per salvare la parte buona dell’Italia che produce.

Torniamo in Veneto, terra d’impresa e di suicidi, con il progetto “Life Auxilium“, messo in opera dalla Confartigianato di Asolo-Montebelluna, la Caritas e la Uls 8 di Asolo per avvicinare gli imprenditori in difficoltà e aiutarli a gestire la crisi. La parola al presidente della Confartigianato di Asolo-Montebelluna Stefano Zanatta, uno degli ideatori di “Life Auxilium” che, a un certo punto, no ha potuto far altro che dire “Basta” alla strage.

Si chiude il nostro focus settimanale, ma non dubitate: noi di Infoiva continueremo a tenere alta l’attenzione verso questo fenomeno, facendo in modo, nel nostro piccolo, che questa strage silenziosa non sia dimenticata. Mai.

Leggi l’intervista a Stefano Zanatta

C’è un gran bisogno di Terraferma

Quando un imprenditore sente la propria azienda e la propria vita sballottate dalle onde della crisi, sul punto di affondare, la cosa che vorrebbe di più al mondo è approdare sulla terra ferma. E proprio Terraferma si chiama l’iniziativa di sostegno psicologico gratuito per gli imprenditori in difficoltà, nata all’interno del network Imprese che Resistono.

Perché, come sostiene Massimo Mazzucchelli, imprenditore del Varesotto e responsabile del progetto Terraferma, la prima mossa che bisogna fare di fronte alla richiesta di aiuto da parte di un imprenditore ormai senza alcuna speranza è riportarlo a confrontarsi con la realtà, riportare il problema alle sue giuste dimensioni senza che si assolutizzi. Tanti drammi possono essere evitati se presi in tempo, bisogna solo evitare che l’imprenditore resti solo: a lui e a chi lo sostiene, poi, il compito di uscire dal tunnel.

Leggi l’intervista a Massimo Mazzucchelli

Imprenditori suicidi, la parola allo psicologo

Che cosa succede quando un imprenditore si vede crollare il mondo addosso perché la sua impresa fallisce? Quali pensieri, dinamiche, corti circuiti scattano nella mente di un imprenditore che si vede costretto a licenziare i propri addetti, portandosi addosso la responsabilità di inguaiare non solo la propria famiglia ma anche quelle delle persone che con lui e per lui hanno lavorato, magari da sempre?

Da domande come queste partono persone e associazioni che cercano di aiutare chi si trova sull’orlo dell’abisso, gente che interpreta segnali, accoglie richieste d’aiuto, prova a intervenire prima che accada l’irreparabile. Proprio per farci spiegare che cosa accade nell’interiorità degli imprenditori sull’orlo del suicidio, Infoiva ha intervistato il prof. Pier Giovanni Bresciani, Presidente della Società Italiana di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni. Perché, mai come in questo caso, prevenire significa salvare.

Leggi l’intervista al prof. Pier Giovanni Bresciani

Reagire alla crisi: io faccio così

Reagire alla crisi si può e si deve. C’è chi sceglie di non lasciarsi andare e trasforma il problema in una opportunità. Imprenditori costretti a chiudere che si reinventano una nuova professionalità, lavoratori che si ritrovano nel mezzo di una strada e raccolgono le loro forze per diventare a propria volta imprenditori e aprire un’attività.

La crisi è dura, ma è anche piena di casi e di storie di persone che hanno scelto di non cedere allo sconforto e all’amarezza; persone che hanno deciso che il miglior modo di rispondere alle difficoltà è quello di prenderle di petto e dire “Non ci sto“. Oggi ne raccontiamo una emblematica, quella di Giulia, per dare a tutti il segnale che vogliamo che passi: reagire si può e si deve.

Leggi l’intervista a Giulia Buggea

Suicidi per crisi, il silenzio dei colpevoli

di Davide PASSONI

Passata l’estate in modo relativamente tranquillo – per quanto possa essere stata tranquilla un’estate nella quale la crisi ha continuato a mordere duramente – ecco che nelle ultime settimane di settembre hanno cominciato a ripetersi i casi di imprenditori suicidi per crisi.

Forse qualcuno si era dimenticato del fenomeno, aveva finto che tutto andasse bene, che ormai quei poveretti che scelgono di buttarsi di sotto o appendersi a una trave perché la loro azienda fallisce sono sempre meno: tanto ormai, come dice il presidente del Consiglio, si vede la luce in fondo al tunnel.

E invece no. La gente continua ad ammazzarsi, i debiti continuano a soffocare le imprese, le tasse continuano a mandarle al macello, mettendo per la strada imprenditori, famiglie, operai. Ma se ne parla meno. Sarà che ci siamo abituati al peggio? Che alla fine questa strage è diventata ormai uno scenario talmente ovvio che facciamo spallucce e ci giriamo dall’altra parte? Assuefatti all’abominio?

No, mai e poi mai. Noi di Infoiva non ci stiamo e per questo, durante la settimana, torneremo a dare voce al fenomeno, a far parlare chi lo vive ogni giorno da vicino, a dare un calcio in bocca alle coscienze di tutti. Perché non possiamo rassegnarci alla strage ma dobbiamo dare voce al disagio per offrire a chi lo soffre gli strumenti giusti per combattere e rialzare la testa. Seguiteci in questo viaggio, aiutateci a non far spegnere la luce su questa mattanza. Uscirne si può, si deve.

Leggi l’intervista a Pietro Giordano, consigliere dell’associazione “Speranza al lavoro”

Srl semplificate, l’ultima parola

 

Ne abbiamo parlato lungo il corso di tutta la settima appena trascorsa, cercando di spaziare lo sguardo dagli addetti ai lavori, ai docenti universitari e naturalmente a chi ne è coinvolto in prima persona, i giovani imprenditori che hanno scelto di aprire una società con un capitale di solo 1 euro. 

La parola quest’oggi va a Filippo Caravati, dottore commercialista dello Studio Caravati di Milano, che tra vantaggi e perplessità circa la nuova forma societaria, si pone un quesito: non sarebbe stato più opportuno intervenire con una riforma o delle semplificazioni fiscali per quanto concerne la gestione della vita delle Srl, semplificate o ordinarie che siano?

Srl semplificata: pensa sia una soluzione vincente per incentivare l’imprenditoria in un momento così difficile o si rivelerà un flop?
Ritengo che l’idea in sé sia buona, però i problemi applicativi ed i vincoli di questa nuova forma societaria saranno di sicuro un ostacolo all’utilizzazione nell’immediato futuro. E’ sufficiente pensare che la Srl semplificata è già stata, per così dire, “corretta” introducendo la Srl a capitale ridotto, la quale ha aperto la compagine societaria anche a persone fisiche con età superiore a 35 anni, cosa non prevista dal precedente modello.

Quali sono secondo lei i limiti di questa forma societaria?
Paradossalmente proprio il vantaggio del capitale ridotto può risultare anche il principale difetto.Inoltre le disposizioni sulla Srl semplificata permettono a più persone fisiche di costituire una società in maniera rapida ed economica, ma sia la gestione sia l’eventuale chiusura della stessa sconterà gli stessi costi di una srl “tradizionale”. E’ ovviamente limitativa infine anche la circoscrizione della compagine societaria solo a persone fisiche di età inferiore a 35 anni. Tale limite di età è stato eliminato nella forma della Srl a capitale ridotto, ma permane l’impossibilità per le persone giuridiche di partecipare a tali società.

Come mai si è scelto in un secondo momento di estendere la possibilità di Srl a 1 euro anche agli over 35 (Srl a capitale ridotto)?
Questa estensione probabilmente è stata attuata a seguito delle molteplici critiche ed osservazioni …

La normativa per gli addetti ai lavori (commercialisti, notai, avvocati) al momento è chiara o presenta molte situazioni nebulose?
La normativa attuale è sicuramente ancora poco chiara. Il Consulente che oggi si accinge a seguire lo startup di una Srl del genere prende delle decisioni di merito, ad oggi non ancora supportate o confermate da giurisprudenza civilistica e tributaria in quanto ancora non presenti.

Se l’estrema semplicità e economicità di avvio di un’impresa semplificata è il suo punto di forza, la dotazione minima di capitale non potrebbe rivelarsi nel tempo il suo principale punto di debolezza?
Come già detto prima, è chiaro che il capitale ridotto non rende agevole l’operatività della newco, né è sufficiente comunque per ottenere alcun credito bancario. Vero è che anche con una srl tradizionale con capitale di soli 10.000 Euro si fa poca strada. In tutti i casi la società necessita di ulteriori finanziamenti e/o versamenti da parte dei soci, o comunque di soggetti garanti.

Quali misure alternative potevano essere adottate dal Governo per favorire l’imprenditoria, soprattutto giovanile? In sostanza, si poteva fare qualcosa di meglio?
Ritengo che più che qualcosa di meglio occorreva concepire qualcosa di diverso: sia la Srl semplificata che la Srl a capitale ridotto, dopo la costituzione, sono società che vengono gestite in modo “ordinario”, e come le Srl tradizionali sono soggette a tutta una serie di adempimenti civilistici e fiscali che rendono comunque onerosa la gestione. L’elenco è lungo: bilancio, dichiarazione dei redditi, Irap ed Iva, comunicazione dei beni ai soci, black list, intrastat, elenchi clienti/fornitori, normativa sulle società di comodo, dalla normativa sulle perdite triennali, studi di settore, ecc.. A mio parere gli adempimenti dovevano essere esaminati in modo unitario per semplificare non solo alcuni aspetti civilistici, ma anche quelli fiscali.

Restando in tema di giovani e imprese semplificate a capitale ridottissimo, in Italia possiamo auspicarci per il futuro la presenza di forma di investimento come quelle già praticate nel mondo anglosassone dai Business Angels?
Ritengo che la funzione dei Business Angels e degli Incubatori sia importantissima per lo sviluppo, soprattutto perché il supporto di questi operatori agevola molto le startup meritevoli. In tal senso avere soci solo persone fisiche farà propendere all’utilizzo di srl tradizionali, vanificando parte dell’agevolazione.

Alessia CASIRAGHI

Sarà anche semplificata, ma non piace…

di Davide PASSONI

In Italia, si sa, le cose semplici non piacciono. A nessun livello. Ecco perché, forse, è stato un boomerang affibiare alla nuova “Srl con 1 euro” l’aggettivo “semplificata”. Fatto sta che questa nuova forma societaria, che a noi di Infoiva aveva incuriosito molto una volta che era stata lanciata, pare non convincere.

Ci aveva incuriosito, dicevamo… Infatti, il focus della settimana appena trascorsa è stato proprio sulla Srls. E perché non convince? Se da un lato le camere di commercio la vedono come uno strumento utile per favorire l’imprenditoria giovanile (anche se già ne esistono altri, forse più efficaci), sono invece molto forti le perplessità dei commercialisti, docenti universitari, notai, consulenti del lavoro e altre categorie professionali. Il limite che un po’ tutti ci vedono? Va bene la costituzione della società, ma poi come fare affinché resti in piedi e abbia il credito necessario per poter operare?

Eppure non sono poche le persone che l’hanno aperta. Ecco perché non poteva mancare la voce di chi ha fondato la prima Srls a Milano.
Leggi l’intervista a Renato Mattioni, Segretario generale della Camera di commercio di Monza e Brianza

Leggi l’intervista a Maria Loreta Raso, dirigente dell’Area Anagrafe economica della Camera di Commercio di Torino

Leggi l’intervista ad Ahmad Choulak, fondatore della prima Srl semplificata del territorio milanese

Leggi l’intervista a Gaetano Presti, Docente di Diritto Commerciale all’Università Cattolica di Milano

Leggi l’intervista a Lorella Villa, commercialista milanese

Impresa a 1 euro: la pagella dei commercialisti

Ultima tappa del viaggio di Infoiva che questa settimana ci ha condotto alla scoperta delle Srl semplificate o a capitale ridotto. Dopo aver passato sotto il microscopio, grazie all’aiuto di Camere di Commercio, esperti in materia e docenti di diritto tributario questa nuova forma di iniziativa aziendale, la parola passa ai dottori commercialisti.

Quali i vantaggi delle Srl semplificate? Era davvero questa la forma di sostegno più auspicabile per l’imprenditoria italiana, e giovanile, in un momento critico e poco promettente? Il Governo poteva fare qualcosa di meglio?

A rispondere a questo quesiti è Lorella Villa, dottore commercialista di Milano, che a promuovere le Srl semplificate pone qualche perplessità, soprattutto di natura imprenditoriale.

Leggi l’intervista a Lorella Villa, dottore commercialista di Milano

Un (euro) su mille ce la fa

 

Srl semplificate: forma di investimento per il futuro dei giovani o mera illusione? Dopo aver sentito il parere di addetti ai lavori, Camere di Commercio in primis, e di chi davvero ha tentato l’avventura del sogno imprenditoriale a 1 euro, come Ahmad Choulak, il primo start upper milanese a capitale ridottissimo, Infoiva si chiede se davvero le Srl semplificate possano rappresentare una forma imprenditoriale di successo per tutti i giovani che, complice un mercato del lavoro sabbioso, hanno voglia di mettersi in gioco.

Ne abbiamo parlato con Gaetano Presti, Docente di Diritto Commerciale all’Università Cattolica di Milano, per capire se l’Italia ha ancora voglia di scommettere sul futuro delle idee che si fanno impresa

Leggi l’intervista a Gaetano Presti, Docente di Diritto Commerciale