Agevolazioni e incentivi in PMI e start Up: info e scadenza domande

Il 1° marzo 2021 è la data in cui è partita la possibilità di presentare domanda per ottenere la detrazione del 50% sugli investimenti privati in Startup Innovative e in PMI, come previsto dal Decreto Rilancio, stanti le disposizioni del decreto attuativo MiSE – MEF del 28/12/2020 pubblicato nella GU del 15/02/2021. C’è tempo fino al 30 aprile 2021 per inoltrare la domanda.

Come presentare la domanda

Con la circolare n.1 del 25/02/2021, il Ministero dello Sviluppo Economico ha reso note le modalità di presentazione della domanda, da effettuare esclusivamente per via telematica, sulla piattaforma “Incentivi fiscali in regime de minimis per gli investimenti in startup e PMI innovative” del ministero.

L’investitore deve inoltrare la domanda, prima dell’investimento nell’impresa beneficiaria. Per quelli effettuati nel 2020, invece, è ancora possibile fare richiesta entro la scadenza della domanda, ovvero il 30/04/2021.

Per accedere alla procedura è necessario utilizzare il proprio SPID, e serve anche la PEC della Startup o PMI beneficiaria, e una firma digitale. In caso di variazione dell’entità dell’investimento, occorre subito comunicarlo previo la piattaforma, affinché possa essere ricalcolato l’importo degli incentivi spettanti.

L’incentivo

La circolare n.1 del 25 febbraio 2021 del Ministero dello Sviluppo Economico, illustra le modalità di attuazione dell’incentivo per le persone fisiche che decidono di investire in PMI e Startup innovative. L’agevolazione fiscale è pari al 50% dell’investimento fatto nelle startup, fino a un massimo di 100.000 euro per ogni periodo d’imposta, tetto massimo che sale a 300.000 euro per l’investimento effettuato nelle PMI. Nel caso in cui, venga superato, la parte eccedente dell’importo potrà essere portata in detrazione dall’investitore al 30%, sempre per ciascun periodo d’imposta, tenendo presente i limiti delle soglie previste dal regime de minimis.

L’investimento, che può avvenire attraverso fondi comuni, direttamente o indirettamente, deve essere mantenuto per un minimo di tre anni.

Incentivi imprese fino a 130mila euro per la messa in sicurezza sul posto di lavoro

Importanti incentivi alle imprese, anche individuali, sono previsti per la messa in sicurezza sul posto di lavoro. L’importo può arrivare fino a 130.000 euro, tramite il bando ISI Inail che è stato rifinanziato anche nel 2021.

Il finanziamento totale alle imprese per la sicurezza sul lavoro e la tutela della salute dei propri dipendenti è pari a 211 milioni di euro. Il bando ISI Inail non è una novità, in quanto ogni anno viene effettuato. L’incentivo prevede un’erogazione a fondo perduto che possa coprire il 65% delle spese effettuate e che siano considerate ammissibili.

Bando ISI Inail 2020/2021, come funziona

Gli incentivi previsti dal bando Inail ISI, riguardano le imprese iscritte alla Camera di Commercio, artigianato, agricoltura e industria. Quanto sia grande l’azienda non ha importanza, infatti, il bando è aperto anche per le imprese individuali. Gli incentivi riguardano anche le aziende agricole di dimensioni medio grandi e gli enti del terzo settore. Quindi, sono escluse quelle di dimensioni piccole, in quanto coperte da altre misure provenienti sempre dall’Inail.

I progetti che rientrano nel fondo perduto

Gli interventi concernenti la messa in sicurezza e la salute dei dipendenti sul lavoro, possono essere di vario tipo. Quali sono quelli coperti dall’incentivo previsto dal bando Inail ISI? Ecco la risposta.

Progetti di investimento e per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale. Per esempio, avvalersi di impianti che possano ridurre i rumori e le vibrazioni a cui sono soggetti i lavoratori dipendenti dell’impresa, durante lo svolgimento della loro attività.

Progetti per diminuire i pericoli da movimentazione manuale dei carichi. In questo caso, sono molti i macchinari che possono essere acquistati per sottrarre i dipendenti da un lavoro pesante. Anche l’adozione di materiali da indossare per proteggersi da eventuali impatti pericolosi, rientrano in questo progetto.

Inoltre, progetti di bonifica da materiali contenenti amianto e progetti per imprese operanti in specifici settori di attività.

Per gli investimenti, il limite massimo dell’incentivo per ogni impresa beneficiaria è di 130mila euro, ma è previsto anche un minimo di spesa pari a 5mila euro.

Come e quando presentare la domanda

Per accedere agli incentivi previsti dal bando Inail ISI 2020/2021, la domanda va presentata tramite il portale dell’istituto, seguendo poi, le istruzioni e l’iter di trasmissione di tutto ciò che serve per via telematica. La possibilità di inviare la richiesta è scattata il 1° giugno 2020, ma c’è ancora tempo per farlo, in quanto la scadenza di presentazione della domanda, corrisponde alle ore 18 del 15 luglio 2021.

Decreto Sostegni, ristori a fondo perduto per Partita Iva: previste nuove aliquote

Novità in arrivo per le aziende e i titolari di Partita Iva. Il Decreto Sostegni prevede anche dei ristori a fondo perduto per un importo di circa 4.200 euro per ogni Partita Iva. La misura sarà proposta al Parlamento dal Premier Mario Draghi, secondo quanto annunciato dal sottosegretario Claudio Durigon, probabilmente venerdì 19 marzo 2021 nel corso del Consiglio dei Ministri, per sopperire, almeno in parte, alla grande perdita di fatturato subita dagli imprenditori italiani, stimata in oltre 400 miliardi di euro, causa le misure restrittive imposte dal governo per l’emergenza coronavirus.

Nuove aliquote e ricalcolo ristori a fondo perduto

In considerazione del fatto che, per il Decreto Sostegno è necessario un ulteriore scostamento di Bilancio di 10-20 miliardi, richiesto al Parlamento al momento della presentazione del Documento di Economia e Finanza (DEF), la decisione finale potrebbe anche slittare alla settimana prossima.

Secondo le ultime anticipazioni riportate dal sito Pmi, è molto probabile che vengano introdotte delle nuove aliquote e un sistema di calcolo diverso, per stabilire l’importo dei ristori a fondo perduto previsti dal Decreto Sostegno, dovuto ai beneficiari.

Le aliquote che, inizialmente sarebbero dovute essere tre o quattro, potrebbero passare addirittura a cinque. Il 10% per un fatturato fino a 10 milioni di euro, il 15% per i ricavi dichiarati fino a 5 milioni di euro, il 20% per compensi fino a 1 milione di euro, il 25% per chi fatturava fino a 400.000 euro, infine, il 30% per un fatturato fino a 100.000 euro.

Tali indennizzi a fondo perduto, sono destinati alle aziende e partite iva che hanno registrato un calo di fatturato superiore al 33% nel 2020, rispetto all’anno precedente. Si stima che la platea dei beneficiari possa comprendere circa 2 milioni e 800mila lavoratori.

Decreto Sostegni: le dichiarazioni di Federico D’Incà

L’agenzia ANSA, riporta una dichiarazione di Federico D’Incà, ministro per i Rapporti con il Parlamento: “All’interno di questa settimana arriverà il Decreto Sostegni, un pacchetto importante che si baserà su uno scostamento di bilancio di 32 miliardi di euro. Sommato alla legge di Bilancio e agli altri scostamenti raggiungiamo la cifra di quasi 200 miliardi in un anno, stanziati dal nostro Paese per la propria economia“.

Nel corso della trasmissione Start, su Sky TG24, Federico D’Incà ha anche aggiunto: “All’interno abbiamo ulteriori risorse per la cassa integrazione, risorse a fondo perduto per le imprese. Il Decreto Sostegni insieme al piano vaccinale e il Recovery Plan sono la basi per poter uscire più forti da questa situazione. Dobbiamo assolutamente mettere a terra queste risorse per dare sostegno alle nostre famiglie. Nel decreto, ha aggiunto poi, vi sono anche “ulteriori risorse per i vaccini e la sanità in generale, sulle cifre ci sono delle valutazioni in corso“.

SPID, come si richiede e a cosa serve: la guida

SPID è l’acronimo di Sistema Pubblico d’Identità Digitale, con cui è possibile accedere ai servizi online della pubblica amministrazione e dei privati aderenti, con l’utilizzo di una username e di una password. Esso può essere usato da PC, smartphone e tablet, quando è richiesto da un sito o da un’app per l’accesso.

Come effettuare la richiesta dello SPID

La richiesta per ottenere lo SPID può essere effettuata da tutti i cittadini che hanno compiuto il 18° anno di età e che sono in possesso di un documento d’identità italiano valido (carta d’identità, patente, passaporto). Per l’attivazione ci si deve rivolgere a uno dei gestori dell’identità digitale riconosciuti da AgID (Aruba, Infocert, Intesa, Namirial, Poste, Register, Sielte, Tim o Lepida).

Per ottenere lo SPID, oltre a un documento d’identità valido, è necessario avere a disposizione la tessera sanitaria o comunque il tesserino del codice fiscale, e fornire la propria e-mail e il numero di cellulare personale, quest’ultimi, anche se non sono intestati alla stessa persona, devono costituire strumenti di utilizzo personale, anche per le verifiche di sicurezza.

L’uso dello SPID è gratuito, ma si può attivare scegliendo tra modalità gratuite o a pagamento. In ogni caso, una volta ottenuto, non ci sono costi o canoni da pagare.

SPID, modalità di riconoscimento

La registrazione al sito dei vari gestori d’identità prevede tre passaggi: l’inserimento dei dati anagrafici, la creazione degli accessi SPID, il riconoscimento tra le modalità offerte dall’Identity Provider.

I gestori d’identità offrono diverse tipologie di attivazione. Di persona, recandosi nei loro uffici. Via webcam, con operatore messo a disposizione dal gestore di identità o con un selfie audio-video, insieme al versamento di una somma simbolica tramite bonifico bancario come ulteriore strumento di verifica della tua identità. Con la CIE (Carta d’identità elettronica) o con passaporto elettronico, per l’accesso tramite le app dei gestori. Con CIE, CNS (Carta Nazionale dei Servizi) ma è possibile usare anche la tessera sanitaria o con firma digitale grazie all’ausilio di un lettore (ad esempio la smart card) e del relativo Pin.

Tre livelli di sicurezza

Il primo livello consente l’accesso ai servizi online tramite le credenziali SPID. Il secondo livello necessario per i servizi che richiedono una maggiore sicurezza, permette l’accesso previo SPID e la generazione di un codice di accesso temporaneo o l’utilizzo di un’app fruibile attraverso un dispositivo mobile. Il terzo livello necessita dello SPID, dell’uso di altre soluzioni di sicurezza e di eventuali dispositivi fisici che vengono forniti dal gestore d’identità.

Anche gli italiani residenti all’estero e gli stranieri che sono in Italia, possono richiedere lo SPID, sempreché siano in possesso di un documento valido di riconoscimento italiano, del tesserino fiscale, di una e-mail e di un cellulare ad uso personale. La modalità di riconoscimento offerta dai gestori d’identità, deve essere contrassegnata dall’icona EU o mondo.

Lo SPID può essere ottenuto anche da una società. La richiesta deve essere effettuata dal proprio responsabile legale che, può dotare i propri dipendenti di identità digitali per uso professionale della persona giuridica. PDF Linee guida per il rilascio dell’identità digitale per uso professionale.

Iscro Inps: quando parte, domanda e requisiti dell’indennità per professionisti della gestione separata

L’ISCRO è un’indennità di disoccupazione per i lavori autonomi iscritti alla gestione separata INPS, ma si potrebbe definirla anche una sorta di nuova cassa integrazione. Nella legge di Bilancio 2021, la sua sperimentazione è prevista per il triennio 2021-2023. Ad oggi, questa indennità di sostegno per i professionisti senza cassa e titolari di partita IVA che versano in difficoltà economica, non è ancora entrata in vigore, in quanto, manca ancora il decreto attuativo.

Iscro: i requisiti per fare domanda


Per fruire dell’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa (ISCRO), è necessario essere titolari di partita IVA da almeno quattro anni per l’attività per cui si è iscritti alla gestione separata INPS. I soggetti titolari di pensione diretta o di reddito di cittadinanza, e coloro che sono iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria, non hanno diritto all’Iscro.

Il requisito del reddito per ottenere l’Iscro

Per quanto concerne il reddito, quello da lavoro autonomo, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, è necessario sia stato inferiore al 50% della media dei redditi percepiti nei tre anni precedenti a quello precedente la domanda, e che non sia superiore a un importo di 8.145 euro, nell’anno precedente la domanda. E’ necessario aver versato i contributi di previdenza obbligatori. La determinazione del reddito deve essere auto certificata, in seguito sarà comparata con quanto dichiarato all’Agenzia delle Entrate. Inoltre, l’INPS si occuperà di accertare l’entità del calo di fatturato, per poi determinare l’importo spettante.

L’importo Iscro

L’Iscro ammonta al 25%, su base semestrale, dell’ultimo reddito dichiarato. La somma mensile, può variare dai 250 euro fino a un massimo 800 euro. Il pagamento da parte dell’INPS avverrà dal mese successivo a quello della presentazione della domanda, per una durata di 6 mesi. Nel caso la partita IVA venga chiusa durante il periodo di erogazione dell’indennità di sostegno, automaticamente, la stessa cesserà.

Iscro: domanda e fiscalità

La domanda per ottenere l’Iscro può essere richiesta solo una volta nell’arco del triennio, e deve essere presentata, per via telematica all’INPS, entro il 31 ottobre per ognuno degli anni 2021, 2022 e 2023.

A livello fiscale, l’importo percepito dell’indennità suddetta non concorre alla formazione del reddito imponibile. L’importo non prevede l’accredito di alcuna contribuzione figurativa ai fini pensionistici. In collegamento con la percezione dell’ISCRO, la norma prevede che si debba partecipare obbligatoriamente a dei percorsi di aggiornamento di formazione, gestiti dall’ANPAL.

L’Iscro è finanziata tramite il versamento addizionale dello 0,26% dei contributi previdenziali alla gestione separata INPS, da parte degli iscritti alla stessa, che non siano iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie. La percentuale salirà allo 0,51% per il 2022 e 2023.