APP FatturAE per iPhone e smartphone Android, tutto quello che c’è da sapere

Ai contribuenti titolari di partita IVA, per la gestione completa del ciclo della fatturazione elettronica, non serve necessariamente l’uso del PC desktop o del computer portatile. E questo perché, per i sistemi operativi iOS e Android, l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione un’applicazione gratuita per i dispositivi mobili.

Si tratta, nello specifico, dell’APP FatturAE che, di conseguenza, può rappresentare una valida alternativa rispetto al portale del Fisco ‘Fatture e Corrispettivi’. Ecco allora tutto quello che c’è da sapere sull’APP FatturAE.

Chi, come e quando si può utilizzare l’APP FatturAE

L’accesso e l’utilizzo dell’APP FatturAE è riservato alle sole persone fisiche che sono titolari di partita IVA. Potendo autenticarsi non solo con il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID), ma anche con le credenziali dell’Agenzia delle Entrate che permettono l’accesso a servizi telematici Entratel ed a Fisconline.

Per tutti gli altri soggetti che sono diversi dalle persone fisiche titolari di partita IVA, invece, la gestione del ciclo della fatturazione elettronica, attraverso i servizi del Fisco, può avvenire solo attraverso il portale ‘Fatture e Corrispettivi‘ anche tramite il download dell’apposito software stand-alone per personal computer.

Scaricando ed installando l’APP FatturAE, e dopo aver effettuato il primo accesso con le credenziali del Fisco o con SPID, l’applicazione funzionerà in modalità monoutente. Ovverosia, al primo accesso l’utente sarà identificato come unico cedente e prestatore per quel che riguarda tutto il ciclo della fatturazione elettronica. Per cambiare utenza, e per identificarsi con altre credenziali, infatti, l’unica via sarà quella di disinstallare l’APP FatturAE e di reinstallarla così come riporta online proprio il sito Internet dell’Agenzia delle Entrate.

Cosa si può fare scaricando ed installando l’APP per Android e iOS FatturAE

Scaricando ed installando l’APP FatturAE, l’utente grazie ad una procedura guidata può prima predisporre e poi inviare una fattura elettronica all’SdI, ovverosia al Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate. L’applicazione supporta sia la predisposizione e l’invio di una fattura ordinaria, sia di una fattura elettronica semplificata verso e tra i privati ed anche verso la Pubblica Amministrazione.

Inoltre, per la cessione dei carburanti, l’APP FatturAE supporta pure un modello di fattura ad hoc. Proprio al fine di agevolare l’operatività dei gestori delle stazioni di carburanti. In più, in fase di configurazione iniziale dell’APP FatturAE, l’utente può scegliere se memorizzare i dati delle fatture generate sul proprio dispositivo.

Oppure può scegliere di memorizzarle nell’account personale sul cloud. Nella fattispecie, su Google Drive per i dispositivi mobili con il sistema operativo Android, oppure su iCloud per i dispositivi mobili con il sistema operativo della Apple iOS.

FatturaPA, ecco come gestire la fatturazione elettronica nei confronti delle amministrazioni pubbliche

Tutte le partite IVA hanno l’obbligo di invio delle fatture alle amministrazioni pubbliche solo ed esclusivamente in formato digitale. Non a caso, l’obbligo della fattura elettronica verso la PA vale pure per i contribuenti in regime fiscale forfettario. Vediamo allora, nel dettaglio, cos’è la FatturaPA, come si gestisce e qual è il formato da andare ad utilizzare.

Cos’è la FatturaPA e quali sono le disposizioni di legge

Nel dettaglio, l’obbligo di fattura elettronica verso le amministrazioni pubbliche è stato introdotto con la legge Finanziaria del 2008. Dopodiché, per quel che riguarda le modalità di attuazione, a far fede è il Decreto Ministeriale numero 55 del 3 aprile del 2013.

In particolare, il DM disciplina non solo l’emissione, ma anche la trasmissione ed il ricevimento della fattura elettronica da parte delle amministrazioni pubbliche definendone pure il formato ed il canale che, al pari di tutte le altre e-fatture, è rappresentato dal Sistema di Interscambio (SdI).

Quali sono le caratteristiche della FatturaPA, l’unica che è accettata dalle amministrazioni pubbliche

Quello rappresentato dalla FatturaPA è l’unico formato di fattura elettronica che in Italia è accettato dalle amministrazioni pubbliche. Attraverso il Sistema di Interscambio, come sopra accennato, ed anche secondo le vigenti disposizioni di legge. Nell’invio della FatturaPA, infatti, ci sono da rispettare determinate condizioni. Ovverosia, tutte le caratteristiche che, per l’e-fattura, sono previste non solo per il contenuto e per l’autenticità, ma anche per la trasmissione.

Il contenuto della FatturaPA è infatti rappresentato da un file XML (eXtensible Markup Language) con l’integrità e con l’autenticità del documento che è garantita dall’apposizione della firma elettronica qualificata da parte di chi emette la fattura. Inoltre, in fase di trasmissione dell’e-fattura. l’unicità è caratterizzata e vincolata dalla presenza di un apposito codice univoco che, nello specifico, è quello dell’ufficio destinatario della fattura. Il codice univoco inoltre, si legge altresì sul portale dell’Agenzia delle Entrate, è riportato nell’Indice delle Pubbliche Amministrazioni.

Oltre ai dati obbligatori, la FatturaPA può prevedere pure l’inserimento di informazioni aggiuntive e di dati opzionali. Precisamente, informazioni che sono utili per la dematerializzazione completa del processo, ed anche per integrare l’e-fattura ai sistemi gestionali ed ai sistemi di pagamento. Così come nella FatturaPA possono essere presenti pure informazioni e dati utili per il colloquio tra le parti. Ovverosia, tra le amministrazioni pubbliche e gli operatori economici. Dal portale istituzionale fatturapa.gov.it è possibile scaricare non solo il formato della FatturaPA, ma anche prendere visione di alcuni esempi utili.

Canali SdI per le fatture elettroniche, quali sono e come si utilizzano anche con accreditamento

Il Sistema di Interscambio, che è detto anche Sdi, è il sistema informatico che è gestito dall’Agenzia delle Entrate, e che si occupa del transito digitale delle fatture elettroniche sia per l’invio, sia per la ricezione.

All’Sdi, inoltre, sono associati più canali per la fatturazione elettronica anche con accreditamento. Vediamo allora quali sono questi canali e come i titolari di partita IVA devono utilizzarli.

Quali sono i canali Sdi per la fatturazione elettronica, dalla PEC al canale FTP

Nel dettaglio, i canali SdI per le fatture elettroniche sono tre. Precisamente, quello con l’accreditamento che è rappresentato dall’attivazione di un canale di tipo FTP o Web-Service. Mentre gli altri due canali SdI per le fatture elettroniche, senza alcun bisogno di accreditamento, sono rappresentati dalla PEC, ovverosia dalla posta elettronica certificata, e dal servizio di invio e di ricezione delle fatture elettroniche attraverso il portale web dedicato ‘Fatture e Corrispettivi‘.

Quando è preferibile la PEC o il portale Fatture e Corrispettivi per l’invio e per la ricezione delle e-fatture

Per i tre canali SdI per le fatture elettroniche, l’Agenzia delle Entrate consiglia l’uso della PEC, e/o del portale ‘Fatture e Corrispettivi’, quando la cadenza di invio e/o di ricezione delle e-fatture è sporadica. Ed il tutto fermo restando che i titolari di partita IVA, sulla scelta del canale Sdi, possono rivolgersi al Fisco attraverso il numero verde 800-299940.

Quando utilizzare il canali SdI FTP o Web-Service per la fatturazione elettronica

Quando invece la ricezione e l’invio di fatture elettroniche non sono sporadiche, allora la soluzione ideale è quella che è rappresentata, tramite accreditamento, dell’attivazione del canale Sdi di tipo FTP o Web-Service.

Con l’Agenzia delle Entrate che, al riguardo, attraverso il proprio sito Internet fa presente come trattasi di una scelta che richiede, a monte, non solo l’esistenza di una struttura a supporto delle attività informatiche. Ma anche la capacità di andare a gestire un sistema informativo con continuità e con disponibilità di personale di presidio.

Per l’accreditamento al canale SdI FTP o Web-Service occorre presentare una specifica richiesta dall’apposito link ‘Accreditare il canale‘ dal portale dell’Agenzia delle Entrate.

Il link permette di accedere ad un form online da compilare, da firmare e da inoltrare poi ad un indirizzo PEC dedicato. Solo in questo modo, se la procedura è stata effettuata correttamente, il Sistema di Interscambio, precisa altresì il Fisco, provvederà a lavorare e ad inviare all’utente un apposito messaggio di presa in carico.

QR Code partita IVA, come si genera per la fatturazione elettronica e a cosa serve

Per i titolari di partita IVA c’è un modo semplice e sicuro per fornire, ai fini della predisposizione della fattura elettronica, tutti i propri dati al fornitore. E questo, avviene, in particolare, grazie alla generazione del QR Code. Che non è altro che un codice a barre bidimensionale che, mostrandolo al fornitore, permette a quest’ultimo di acquisire, senza errori, i dati del cliente.

Ovverosia, non solo il numero della partita IVA, ma anche i dati anagrafici e l’indirizzo telematico. Vediamo allora, proprio per quel che riguarda il QR Code partita IVA, come questo si genera per la fatturazione elettronica e quali sono tutti i casi per cui questo serve e quindi è molto utile.

Come funziona il servizio di generazione del QR Code partita IVA

Nel dettaglio, per la generazione del QR Code partita IVA, accedendo al portale dell’Agenzia delle Entrate con le proprie credenziali, le strade possibili sono due. Ovverosia, si può generare il QR Code partita IVA dal proprio cassetto fiscale.

Oppure, il QR Code partita IVA si può generare dal portale ‘Fatture e Corrispettivi’ dell’Agenzia delle Entrate, e precisamente dal modulo ‘Generazione QR Code partita IVA’ che a sua volta fornisce due possibili scelte. Ovverosia, la generazione del QR Code partita IVA in formato immagine, oppure in formato PDF.

Come si utilizza il QR Code partita IVA dopo che questo è stato generato

Dopo che questo è stato generato, seguendo le indicazioni sopra riportate, il QR Code partita IVA si può utilizzare non solo dal portale ‘Fatture e Corrispettivi‘, ovverosia con la stessa applicazione web di predisposizione della fattura elettronica, ma anche con la procedura stand-alone per personal computer in accordo con quanto si legge sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate.

In più, il QR Code partita IVA generato si può utilizzare pure attraverso l’applicazione per i dispositivi mobili ‘FatturAE‘. Nonché con qualsiasi altro software di terze parti che sia abilitato all’acquisizione e quindi alla lettura del QR Code partita IVA del cliente.

Quando il QR Code partita IVA necessita di un nuova procedura di generazione

Il QR Code partita IVA contiene sempre i dati aggiornati al momento della sua generazione. Il che significa che, in caso di modifica dei dati anagrafici e/o del numero della partita IVA, il QR Code partita IVA, per essere corretto, dovrà essere generato di nuovo. E quindi dovrà essere poi comunicato di nuovo a tutti i fornitori invitandoli a non tener più conto del precedente codice a barre bidimensionale.

Documenti IVA precompilati dell’Agenzia delle Entrate, ecco quali sono tutti i vantaggi

Tra i modelli del Fisco precompilati non c’è solo il 730 ed il Redditi. E questo perché, in via sperimentale, l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione dei documenti precompilati pure per i titolari di partita IVA. Si tratta, nello specifico, della comunicazione delle liquidazioni periodiche IVA e delle bozze dei registri IVA delle fatture emesse e degli acquisti.

Vediamo allora come si utilizzano questi documenti IVA precompilati dell’Agenzia delle Entrate, e soprattutto quali sono i vantaggi per i titolari di partita IVA che utilizzano questi modelli con i dati precaricati da parte del Fisco.

Ecco la panoramica sui documenti precompilati dell’Agenzia delle Entrate per i titolari di partita IVA

Nel dettaglio, la novità relativa ai documenti IVA precompilati dell’Agenzia delle Entrate è scattata, in via sperimentale, a partire dalle operazioni IVA effettuate dall’1 luglio del 2021. Con i modelli precompilati che, per i soggetti passivi IVA residenti, ed anche per quelli stabiliti in Italia, sono accessibili da un’apposita area riservata del sito internet dell’Agenzia accedendo tramite le credenziali.

Partendo dalle bozze messe a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, il titolare di partita IVA può effettuare la convalida senza aggiunte, oppure può procedere con delle integrazioni. Ed il tutto con il vantaggio che, convalidando i documenti IVA precompilati dell’Agenzia delle Entrate, il contribuente non avrà l’obbligo di tenuta dei registri.

Dai registri fatture emesse agli acquisti, ecco come si ottiene la bozza della Comunicazione IVA

L’Agenzia delle Entrate, mensilmente, alimenta i dati presenti nelle bozze dei registri, principalmente, sia con i dati relativi alle fatture elettroniche, sia attraverso l’esterometro. In questo modo il titolare di partita IVA, convalidando il registro delle fatture emesse ed il registro delle fatture acquisti, sarà esonerato dalla tenuta dei registri per il trimestre di riferimento. Così come, sempre per il trimestre di riferimento, con la convalida dei registri il titolare di partita IVA avrà accesso, sempre dalla propria area riservata, alla bozza della Comunicazione IVA.

Quali sono i termini di accesso, di lavorazione e di convalida per i documenti IVA precompilati

Per i contribuenti, i citati documenti IVA precompilati dell’Agenzia delle Entrate sono accessibili, per la consultazione e per la lavorazione, dal primo giorno del mese e fino alla fine del mese successivo al trimestre di riferimento. Mentre per quel che riguarda la convalida dei documenti IVA precompilati i termini si aprono a partire dal giorno 20 del mese successivo al trimestre di riferimento, e fino alla fine dello stesso mese.

Assistenza Agenzia delle Entrate sulla fatturazione elettronica, come funziona e quali sono i contatti

Sul portale dell’Agenzia delle Entrate c’è un’apposita sezione dedicata alla fatturazione elettronica. Una sezione che non è solo di tipo informativo, ma anche operativa con accesso tramite credenziali. Dall’area ‘Fatture e corrispettivi‘, infatti, i titolari di partita IVA possono non solo preparare ed inviare le fatture elettroniche, ma le possono pure consultare ed archiviare.

Ma detto questo, in caso di problemi come si fa a chiedere assistenza al Fisco? Vediamo allora, proprio sull’assistenza Agenzia delle Entrate sulla fatturazione elettronica, come questa funziona ed anche quali sono tutti i contatti.

Come ricevere dal Fisco informazioni e chiarimenti sulla fatturazione elettronica

Nel dettaglio, su come ricevere dal Fisco informazioni e chiarimenti sulla fatturazione elettronica, prima di tutto c’è da dire che l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato sul proprio sito Internet un’apposita guida. Precisamente, in formato PDF, la guida dal titolo ‘La fattura elettronica e i servizi gratuiti dell’Agenzia delle Entrate‘ che è attualmente aggiornata alla data del 4 ottobre del 2018.

In più, oltre alla guida, che è scaricabile gratis in qualsiasi momento dal portale delle Entrate, il Fisco sempre online ha pubblicato sulla fatturazione elettronica pure le FAQ. Ovverosia, tutte le risposte alle domande più frequenti.

Quali sono i contatti del Fisco per le problematiche relative alla fatturazione elettronica

Nel caso in cui il titolare di partita IVA non dovesse trovare la risposta ai dubbi ed ai problemi nella guida, o nelle FAQ, l’Agenzia delle Entrate, inoltre, mette a disposizione, sempre attraverso il sito, due canali di assistenza dedicati.

Precisamente, il canale di assistenza su questioni di tipo tecnico-procedurale, ed il canale di assistenza su questioni di carattere fiscale. Nel dettaglio, per il canale di assistenza su questioni di tipo tecnico-procedurale si può inviare online una mail compilando l’apposito form online. Oppure si può chiamare il numero verde gratuito 800 299 940 che è attivo dal lunedi al venerdi dalle ore 8.00 alle ore 20.00. Ed il sabato dalle ore 8.00 e fino alle ore 14.00.

Per il canale di assistenza su questioni di carattere fiscale, invece, si può chiamare l’800.90.96.96 da telefono fisso e lo 0696668907 da cellulare. Mentre per le chiamate dall’estero c’è il numero +39 0696668933 con il servizio che è in lingua italiana. E con il costo delle chiamate che è in base al piano tariffario che è applicato dal proprio gestore.

Inoltre, c’è pure il numero 800.89.41.41 che, da telefono fisso, è invece riservato per le informazioni su rimborsi e sui controlli riguardanti i contribuenti non residenti, ed anche su assistenza sugli avvisi di accertamento parziale che, notificati ai proprietari di immobili affittati, fanno seguito a incongruità che il Fisco ha rilevato rispetto ai redditi dichiarati.

Sul modello 770/2022 ecco tutto quello che c’è da sapere, da chi lo invia a cosa serve

Tra i modelli di dichiarazione da trasmettere al Fisco non ci sono quelli sui redditi, come per esempio il 730, ma anche quello sulle ritenute. Il modello in questione è il 770 che, in modalità telematica, deve essere inviato all’Agenzia delle Entrate dai sostituti di imposta includendo pure le Amministrazioni dello Stato. Vediamo allora, proprio sul modello 770/2022, tutto quello che c’è da sapere a partire, tra l’altro, dalle condizioni che si devono rispettare ai fini dell’invio sempre e rigorosamente in modalità telematica.

Cosa si comunica e cosa si certifica con il modello 770/2022

Nel dettaglio, con il modello 770/2022 i sostituti di imposta comunicano al Fisco le ritenute sui redditi da lavoro. Precisamente, non sono quelli da lavoro dipendente ed assimilati, ma anche i redditi derivanti da lavoro autonomo, da provvigioni e pure da redditi diversi.

Inoltre, con il modello 770/2022 si comunicano pure le locazioni brevi inserite all’interno della Certificazione Unica (CU), i dividendi, i proventi ed anche i redditi di capitale, nonché le somme liquidate a seguito di pignoramento presso terzi, liquidate a titolo di indennità di esproprio e, tra le altre, pure le somme percepite a seguito di cessioni volontarie nel corso di procedimenti espropriativi in accordo con quanto si legge sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate.

In più, sul modello 770/2022 c’è anche da precisare che l’invio è possibile, da parte del sostituto di imposta, a patto che sia in regola con la trasmissione della Certificazione Unica (CU) e, qualora richiesto, pure della Certificazione degli utili.

Come visionare e come scaricare il modello 770/2022 con le relative istruzioni

Al pari dei modelli dichiarativi, pure il modello 770/2022 si può visionare e si può scaricare gratuitamente dal sito Internet dell’Agenzia delle Entrate. Senza peraltro che siano necessari le credenziali di accesso al portale dell’Amministrazione finanziaria dello Stato. Ovverosia, senza SPID, senza CIE e senza CNS. Ma anche senza che siano necessarie le credenziali fornite dall’Agenzia delle Entrate. Al pari del modello 770/2022, inoltre, pure per le istruzioni per la compilazione sono disponibili liberamente per la visione e per il download in formato PDF.

Il modello 770/2022, con un provvedimento da parte del direttore dell’Agenzia delle Entrate, è stato approvato in data 14 gennaio del 2022. Unitamente alle istruzioni per la compilazione. Mentre le specifiche tecniche, per la trasmissione dei dati inseriti modello 770/2022, sono state approvate, sempre con un provvedimento da parte del direttore delle Entrate, in data 15 febbraio del 2022.

Redditi società di capitali 2022, quali sono i contribuenti obbligati alla presentazione del modello

Per la dichiarazione dei redditi, le società di capitali e gli enti commerciali ed equiparati devono trasmettere al Fisco un apposito modello. Così come, per esempio, i pensionati ed i lavoratori dipendenti devono trasmettere la dichiarazione dei redditi con il modello 730.

Il modello in questione è il Redditi società di capitali 2022, per il quale vediamo allora non solo quali sono i contribuenti obbligati alla presentazione, ma anche entro quando il modello deve essere trasmesso all’Agenzia delle Entrate.

Entro quando si dovrà presentare il modello Redditi società di capitali 2022

Nel dettaglio, annualmente, le società di capitali e gli enti commerciali ed equiparati devono presentare all’Agenzia delle Entrate il modello, partendo dalla chiusura del periodo di imposta, entro l’ultimo giorno dell’11esimo mese successivo.

Di conseguenza, per le società di capitali e gli enti commerciali ed equiparati con l’anno fiscale coincidente con l’anno solare, il modello si deve trasmettere al Fisco entro e non oltre il 30 novembre. Con la trasmissione del modello Redditi società di capitali 2022 che, inoltre, è permessa solo ed esclusivamente in modalità telematica.

Quali sono i contribuenti obbligati alla presentazione del modello Redditi società di capitali 2022

I contribuenti obbligati alla presentazione del modello Redditi società di capitali 2022 sono i soggetti Ires. Ovverosia, le società e gli enti commerciali di ogni tipo non residenti nel territorio dello Stato italiano, includendo pure i trust.

Nonché gli enti commerciali che, residenti nel territorio dello Stato italiano, sono pubblici e privati che, diversi dalle società e i trust, hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali in accordo con quanto si legge sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate.

Inoltre, tra i contribuenti obbligati alla presentazione del modello Redditi società di capitali 2022 ci sono chiaramente le società per azioni, le società cooperative, le società a responsabilità limitata e, tra le altre, pure le società in accomandita per azioni.

Dove visionare e scaricare il modello Redditi società di capitali 2022 e le relative istruzioni

In formato PDF, il modello Redditi società di capitali 2022 si può visionare e si può scaricare gratis e liberamente dal sito Internet dell’Agenzia delle Entrate. Dove sono presenti, sempre in formato PDF, sia le istruzioni per la compilazione, sia le istruzioni generali per la compilazione dei modelli redditi delle società e degli enti. L’approvazione del modello di dichiarazione Redditi 2022–SC 2022, con apposito provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate, riporta la data del 31 gennaio del 2022.

Come e quando si versano le imposte sulle rivalutazioni dei fondi per il Tfr e quali sono i codici tributo

Sulle rivalutazioni dei fondi per il Tfr, il trattamento di fine rapporto, si pagano le tasse. Nella fattispecie, si tratta di un’imposta sostitutiva che è a carico dell’ente pensionistico o del datore di lavoro. Inoltre, per il versamento dell’imposta sostitutiva ci sono annualmente delle scadenze ben precise da rispettare.

Vediamo allora, nel dettaglio, come e quando si versano all’Agenzia delle Entrate le imposte sulle rivalutazioni dei fondi per il trattamento di fine rapporto (Tfr). Ed anche quali sono i codici tributo da indicare.

La rivalutazione del trattamento di fine rapporto, in particolare, avviene attraverso due tassi, di cui uno fisso ed uno variabile. Il tasso fisso e quello variabile, in particolare, vanno a formare quello che viene definito come coefficiente di rivalutazione del Tfr. Che si applica alla fine di ciascuno anno. Oppure al momento della cessazione del rapporto di lavoro.

Rivalutazioni dei fondi per il Tfr, ecco come e quando si versa l’imposta sostitutiva

Nel dettaglio, per il versamento dell’imposta sostitutiva sulle rivalutazioni dei fondi per il Tfr le scadenze annuali sono due. Ovverosia, l’appuntamento con l’acconto, entro e non oltre il 16 dicembre di ogni anno, e l’appuntamento con il saldo il cui termine ultimo, invece, è fissato per il 16 febbraio dell’anno successivo così come si legge sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate.

Considerando che le imposte sulle rivalutazioni dei fondi per il Tfr si versano sempre in due tranche, i codici tributo da indicare sono due. Ovverosia, il codice tributo 1712 per l’acconto, ed il codice 1713 per il saldo dell’imposta sostitutiva.

Quale modello di pagamento si utilizza per versare le tasse sulle rivalutazioni dei fondi per il Tfr

Su quale modello di pagamento si utilizza per versare le tasse sulle rivalutazioni dei fondi per il trattamento di fine rapporto (Tfr), tanto per l’acconto quanto per il saldo si utilizza l’F24. Indicando i codici tributo sopra riportati. Inoltre, se il datore di lavoro ha crediti maturati per altre imposte o contributi, questi per il versamento dell’imposta sostitutiva si possono portare in compensazione direttamente nel modello di versamento e di pagamento unificato F24.

Sempre in compensazione, fino all’ammontare dell’imposta sostitutiva che è dovuta, il datore di lavoro può portare pure il credito che deriva dal prelievo anticipato sui Tfr. Inoltre, ed in alternativa, per la determinazione dell’acconto da versare sull’imposta sostitutiva, entro e non oltre il 16 dicembre di ogni anno come sopra accennato, è possibile avvalersi del metodo di calcolo storico oppure del metodo di calcolo previsionale.

Obbligo di presentazione del modello Redditi Persone Fisiche 2022, facciamo chiarezza

Si avvicina a piccoli passi la nuova stagione dichiarativa con milioni di contribuenti italiani che saranno chiamati a presentare al Fisco il modello di dichiarazione 730 anche avvalendosi del precompilato. Così come c’è pure il precompilato per chi, invece, dovrà trasmettere all’Agenzia delle Entrate il modello di dichiarazione Redditi Persone Fisiche 2022.

Proprio sul modello Redditi PF 2022 cerchiamo allora di fare chiarezza in vista della prossima stagione dichiarativa. Andando ad approfondire, nella fattispecie, quali sono i casi in corrispondenza dei quali la presentazione del modello Redditi Persone fisiche 2022 è obbligatoria.

Quando la presentazione del modello di dichiarazione Redditi Persone Fisiche 2022 è obbligatoria

Nel dettaglio, il caso più comune di obbligo di presentazione del modello Redditi Persone fisiche 2022 riguarda i percettori di reddito da lavoro autonomo per il quale è richiesta la partita IVA. E lo stesso dicasi per chi deve dichiarare redditi diversi che, a loro volta, non sono dichiarabili utilizzando il modello 730 2022.

Inoltre, sono obbligati alla presentazione del modello Redditi Persone fisiche 2022 pure i titolari di redditi di impresa anche in forma di partecipazione. Ed anche chi, nell’anno di imposta 2021, ha maturato plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni qualificate. Oppure queste, sotto opportune condizioni, sono derivanti e riconducibili alla cessione di partecipazioni non qualificate.

Quali sono gli altri casi di obbligo di presentazione del modello Redditi Persone fisiche 2022

Inoltre, anche se meno comuni, ci sono pure altri casi di obbligo di presentazione del modello Redditi Persone Fisiche 2022. A partire da coloro che, nell’anno precedente a quello di presentazione della dichiarazione dei redditi, non risultavano essere residenti in Italia.

E lo stesso dicasi per chi deve presentare la dichiarazione per conto di contribuenti deceduti. E per chi deve presentare una tra le seguenti dichiarazioni. Ovverosia, la dichiarazione Iva, quella Irap ed anche quella relativa al Modello 770 così come si legge sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate.

Quando serve il modello Redditi Persone fisiche 2022 pure a chi invece dichiara i redditi con il modello 730

In più, la presentazione del modello Redditi Persone Fisiche 2022 potrebbe rendersi necessaria, e quindi praticamente obbligatoria, pure per alcune categorie di contribuenti che, invece, sono obbligati alla presentazione del modello di dichiarazione dei redditi 730 2022.

E questo accade, nella fattispecie, quando per dichiarare tutti i redditi nel modello 730 non ci sono i relativi quadri. Per esempio, quando è necessario utilizzare il quadro RW del modello Redditi PF 2022. Che è quello relativo a ‘Investimenti e attività finanziarie all’estero, monitoraggio – IVIE/IVAFE‘.