Fondazione Impresa analizza la situazione delle Pmi

L’Osservatorio congiunturale di Fondazione Impresa ha elaborato una nuova foto della situazione economica delle Pmi. Sono state analizzate quelle fino a 20 dipendenti al fine di valutare la capacità di crescita nel periodo post crisi. Ordini, fatturato ed export sembrano leggermente crescere nonostante i settori interessati siano limitati.

Sono soprattutto le pmi del nord- ovest a crescere (+0,6% rispetto a dicembre). Allarmante è ancora la situazione occupazionale(solo +0,1% rispetto al 2010). E’ l’export a trainare con un incremento del 2,1% rispetto al semestre precedente e del 4% su base annua. A fronte del buon andamento delle esportazioni si registra un aumento invece scarso delle produzioni, solo + 0,4% rispetto al precedente semestre e 0,9% sull’anno precedente.

La crescita di fatturato sale del 0,2% e 0,5% su 6 e 12 mesi. Il settore che sembra tenere di più è quello dei servizi mentre soffre ancora il commercio. Davide Nicolai, responsabile della ricerca di Fondazione Impresa sottolinea: “La leggera ripresa non è ancora in grado di riportare l’occupazione ai livelli del 2009, mentre il buon risultato dei servizi fa emergere come, durante la crisi, un discreto numero di persone si sia ricollocato nel terziario, prendendo la forma di liberi professionisti che hanno cambiato ambito di attività o di piccolissime imprese, formate al massimo da una o due persone. Sul commercio, invece, pesa la fase di contrazione dei consumi delle famiglie, che restano sempre deboli e concentrati soltanto sulle spese di prima necessità, come gli alimentari».

d.S.

Veneto: 109 mila lavoratori impiegati nel “green”

In Veneto cresce il numero di addetti della “green economy“. Tra il 2005 e 2009 è cresciuto del 5% la percentuale di lavoratori impegnati nella progettazione, installazione e manutenzione di sistemi per il risparmio energetico. I dati del rapporto sono stati presentati dal vice presidente della giunta regionale Marino Zorzato.

Analizzando nel dettaglio i dati si scopre che in Veneto nel 2009 sono stati quasi 109 mila persone impiegate nel settore (escludendo il settore primario), in aumento di oltre l’8% rispetto al 2005, che rappresenta no più del 5% del totale degli occupati.

L’incidenza maggiore territorialmente si registra a Belluno, pari al 7,8% degli occupati; segue Padova con il 7% che segna anche la crescita maggiore dal 2005. E’ la gestione delle risorse e dell’inquinamento a segnare i maggiori incrementi.

d.S.

Punto della situazione sulla conciliazione obbligatoria a Milano

Il convegno “Sistemi per la risoluzione alternativa delle controversie tra imprese e consumatori” (ADR), organizzato da Innovhub e Camera Arbitrale, aziende speciali della Camera di commercio di Milano tenutosi il 18 aprile è stato il pretesto per analizzare la situazione relativa all’andamento della procedura di conciliazione obbligatoria.

Dal 21 marzo (data di avvio) ad oggi, sono più di quaranta le richieste domande presentate al servizio Conciliazione della Camera arbitrale, azienda speciale della Camera di commercio di Milano: in media circa due al giorno. Riguardano un po’ tutte le materie oggetto di mediazione obbligatoria come la locazione, i contratti assicurativi, quelli bancari e finanziari. La maggior parte dell’impegno della Camera Arbitrale è però orientato all’informazione. Risultano infatti quattro volte più numerose le richieste di informazioni: soprattutto avvocati che si rivolgono allo sportello dedicato alla conciliazione per sapere come funziona la gestione del procedimento della mediazione obbligatoria. Almeno un centinaio le persone che hanno invece richiesto notizie sui corsi di formazione per diventare mediatori.

Sono 260 le domande di conciliazione depositate dall’inizio dell’anno presso la Camera Arbitrale di Milano, cui si aggiungono le 116 depositate ricorrendo a RisolviOnline, il servizio di conciliazione online. Una giustizia alternativa rapida, in media 34 giorni, che coinvolge sempre più consumatori (55% delle domande di conciliazione depositate e il 93% dei procedimenti gestiti con RisolviOnline) per un valore medio che per le conciliazioni è di 150 mila euro, il doppio rispetto ai valori medi del 2010. E-commerce e commercio tradizionale e turismo tra le materie maggiormente trattate.

d.S.

Prezzi stabili per i carburanti nei prossimi giorni

Secondo la rilevazione dei prezzi dei carburanti nel periodo 19 marzo fino al 25 marzo i prezzi si sono dimostrati stabili, e questa situazione dovrebbe permanere anche per i prossimi giorni. Figisc Anisa Confcommercio che ha stilato i dati relativi alla “verifica” dei prezzi alla pompa esprime questo commento per voce del presidente Luca Squeri:  “Le quotazioni del greggio Brent sono ancora intorno ai 115-116 dollari/barile la chiusura delle sessione del Platt’s di giovedì 24 ha fatto registrare movimentazioni di non più di 3 millesimi di euro/litro in aumento o diminuzione a seconda dei prodotti. Per i prossimi giorni ci si può attendere che i prezzi stiano fermi sugli attuali livelli“.

Nonostante il prezzo al barile sia salito ulteriormente (115-116 dollari al barile), il prezzo in Italia e’ diminuito di -0,012 euro/litro per la benzina, è aumentato, invece, di +0,008 euro/litro per il gasolio, senza comunque oltrepassare la soglia di “emergenza”.

d.S.

Firenze: in arrivo finanziamenti per le imprese artigiane

Le imprese artigiane fiorentine potranno godere di nuovi finanziamenti. In particolare saranno le imprese artigiane dell’artigianato artistico localizzate a Firenze in Oltrarno a poter sfruttare di questa importante opportunità per effettuare investimenti, o per avviare l’attività in fase di costituzione.

La domanda potrà essere presentata entro la fine di maggio e sarà anche possibile usufruire di assistenza e consulenza rivolgendosi rivolgendosi agli uffici di Confartigianato Imprese di Firenze. Sarà possibile accedere ai contributi lper questi settori: brevetti, opere murarie, macchinari, attrezzature, arredi, impianti nuovi di fabbrica, realizzazione siti web con ecommerce, software per esigenze produttive e gestionali, investimenti volti alla riduzione dell’impatto ambientale, allo smaltimento dei rifiuti, alla riduzione dei consumi energetici/idrici e alla salvaguardia della sicurezza sui luoghi di lavoro.

d.S.

Federalismo fiscale: trasporto pubblico, fisco municipale, Milleproroghe… si discute

Il federalismo fiscale sta soffrendo un momento di impopolarità. A lamentare problemi e incoerenze sono Regioni, Province e Comuni, che rivendicano maggiori attenzioni e il rispetto di accordi precedenti. I Comuni in particolare lamentano che i loro emendamenti non sono accolti nonostante siano passati all’esecutivo. Le Province lamentano la mancanza di fondi e risorse fondamentali per il loro funzionamento. Lamentele che sono state sollevate a voci spiegate alla commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale presieduta da Enrico La Loggia. Il cosiddetto “Comitato dei 12”, capitanato dal presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani ha affermato: “Abbiamo siglato un accordo a metà dicembre 2010 che per noi è fondamentale anche per il rapporto con il decreto sul fisco regionale. L’accordo non ha ancora avuto seguito da parte del governo. Non possiamo non sottolineare come questo elemento impatti negativamente sulla discussione”.

Mancano soprattutto accordi circa il trasporto pubblico locale, un raccordo tra il decreto sul fisco municipale e quello regionale, decreto Milleproroghe In merito a quest’ultimo è stato detto che “Ci sono molte norme caratterizzate da un impianto sostanzialmente a-federale“. Errani ha criticato ha criticato sia la previsione che in caso di calamità le Regioni possano aumentare l’aliquota delle addizionali o i tributi propri, sia il fatto che 70 milioni di euro destinati alla sanità torneranno allo stato centrale anche per finanziare le Fondazioni liriche ”che e’ vero devono essere finanziate ma sottrarre soldi alle Regioni è inaccettabile“.

Cota, presidente del Piemonte,intervenendo in audizione, ha assicurato: ”il governo manterra’ gli impegni presi in tema di federalismo fiscale”. ”Siamo al governo per fare il federalismo e lo porteremo a casa”, e’ stato invece il commento del governatore del Veneto, Luca Zaia. A calmare le acque e cercare un confronto è stato il ministro per la Semplificazione Normativa Roberto Calderoli, anche se la strada da fare è ancora molta e le risposte a volte tardano ad arrivare.

d.S.

Il falso alimentare costa 60 miliardi e 300 mila posti di lavoro

di Mirko ZAGO

60 miliardi di euro e 300 mila posti di lavoro. A tanto ammonterebbe la cifra defraudata all’Italia ogni anno a causa del falso alimentare. Migliaia di posti di lavoro che potrebbero essere introdotti nella filiera qualora i prodotti taroccati fossero debellati e se il finto Made in Italy lasciasse spazio alle nostre vere eccellenze. I dati forniti da Federalimentari e Coldiretti ad inizio anno testimoniano che il potenziamento delle attività di controllo da parte del nucleo antifrodi dei carabinieri, il corpo forestale  e l’ispettorato per la qualità dei prodotti agroalimentari è un’esigenza quanto mai sentita.

La minaccia non viene solo dalla Cina

Le minacce non provengono solo dalla sempre meno lontana Asia. A volte sono anche imprese scorrette operanti nel territorio nazionale a giocar sporco, a danno degli onesti e ovviamente dei consumatori. Nel periodo pasquale da poco terminato, le forze dell’ordine delle provincie di Roma, Parma e Salerno hanno sequestrato oltre 3 tonnellate di prodotti alimentari non regolari, controllando a campione 56 aziende sparse in tutto il territorio nazionale.

Tra le irregolarità rilevate, la maggior parte si riferiscono a scorrette indicazioni sulle confezioni di prodotti artigianali, specialmente nelle pasticcerie della provincia di Salerno. Sono state sequestrate inoltre partite di carne (di bufalo) proveniente dall’Australia e dichiarata Made in Italy. Ulteriori problemi relativi alla conservazione ed etichettatura di alimenti ittici sono stati riscontrati nelle pescherie di Napoli e Roma.

Ancor più gravi i numerosi casi di abuso dei marchi di Denominazione origine protetta (Dop) e Indicazione geografica protetta (Igp) concentrati nell’area del catanese. Tra i prodotti più presi di mira  il pistacchio verde di Bronte, l’arancia rossa di Sicilia e la nocciola piemontese nonchè normali cipolle spacciate per cipolle di Tropea e falsi pomodori di Pachino, questi ultimi due prodotti commercializzati da un’azienda ortofrutticola di Treviso.

Una condanna esemplare

Recentemente è stata emessa una condanna a 4 mesi di reclusione e una multa di 6 mila euro dal Tribunale di Nocera Inferiore ad un imprenditore dell’agroalimentare che nel 2010 aveva venduto passata di pomodoro etichettata come Made in Italy, quando si trattava di triplo concentrato di pomodoro importato dalla Cina. Il presidente di Fedagri-Confcooperative Maurizio Gardini, ha commentato con soddisfazione: “Bene ha fatto il giudice a sentenziare che la lavorazione del concentrato di pomodoro proveniente dalla Cina, con l’aggiunta di acqua e sale, non è da considerarsi una ‘lavorazione sostanziale’ che possa consentire di immettere il prodotto sul mercato, in particolare quello estero, con l’ingannevole dicitura made in Italy“.

 

Con “Prospettiva Impresa” Microsoft e Telecom portano il cloud in azienda

di Mirko ZAGO

Si chiama Prospettiva Impresa, la nuova offerta commerciale sviluppata da Microsoft in collaborazione con Telecom Italia. La partnership, stipulata nei primi giorni del mese, mira ad offrire supporto e strumentazione adatta alle piccole e medie imprese italiane per vincere la sfida digitale e potenziare le opportunità di business. Le soluzioni offerte dall’aziende di Redmond si incentrano sul cloud computing e in particolare sugli strumenti dedicati alle aziende contenuti in Office 365, la versione “sulla nuvola” dei tradizionali applicativi di casa Microsoft.

Prospettiva Impresa usufruirà di un canale commerciale curato dal’ex monopolista, dedicato alla vendita dell’intero portafoglio di prodotti e soluzioni tecnologiche pensati per le aziende. I tecnici Microsoft si occuperanno di fornire una piattaforma avanzata adatta ai sistemi operativi adottati dai clienti e aiuteranno le imprese a superare qualsiasi difficoltà nel processo di digitalizzazione. Spetterà a Telecom invece occuparsi di garantire un accesso alla rete rapido e sicuro, forte della sua infrastruttura costituita da 7 data center distribuiti in tutta Italia.

Marco Patuano, ad di Telecom, durante la conferenza stampa di presentazione ha affermato: “Queste soluzioni sono progettate in modo da riservare un ruolo determinante ai partner del canale commerciale, consentendo loro la gestione delle risorse informatiche, il supporto alle imprese nell’utilizzo dell’IT e anche la personalizzazione delle soluzioni in base alle esigenze del cliente, secondo standard un tempo accessibili solo alle grandi aziende e con il vantaggio di poter offrire un servizio end-to-end“.

I vantaggi concreti offerti alle imprese che aderiranno alla proposta puntano alla competitività, ad un risparmio dei costi e la possibilità di usufruire di servizi su misura, adattati alle specifiche esigenze. Telecom è già presente sul mondo dell’It per il business con Impresa Semplice, canale specializzato nell’offerta di prodotti orientati all’Information Technology avanzato. Ora anche Microsoft ha captato l’importanza di scendere in campo su un comparto che vale secondo le stime 2,2 miliardi di euro. Oltre il 70% degli sviluppatori stanno lavorando su progetti “cloud”, la “grande M” non può permettersi di non aggredire un mercato così appetibile.

Presenza di una rete qualificata di professionisti IT diffusi sul territorio e al servizio delle PMI, sostegno alla competizione grazie alle applicazioni di Microsoft e al Cloud Computing di Impresa Semplice, risposte concrete alle esigenze di business degli imprenditori, opportunità irrinunciabili per il rinascimento del più importante settore produttivo italiano” – sono questi i vantaggi dichiarati sul sito dell’offerta. Per aderire e aver maggiori informazioni è possibile visitare www.impresasemplice.it/prospettivaimpresa

E-commerce mal tradotti allontanano i clienti. Ryanair il caso più emblematico

di Mirko ZAGO

Curare il proprio prodotto e prestare la giusta attenzione alla corretta comunicazione sono il pane quotidiano per qualsiasi impresa che intenda utilizzare in modo efficace le principali leve del marketing per potenziare il business. E’ imprescindibile che per consquistare il proprio target occorra proporre un prodotto che intrinsecamente goda di qualità. Concentrandoci di più nell’aspetto comunicativo, è evidente che sia estremamente importante adottare la giusta scelta del mezzo valutando priorità e peculiarità del prodotto o servizio. E’ altrettanto scontato oramai che uno dei migliori supporti alla vendita sia il web. In particolare se si vuole operare in mercati esteri, puntando sulla tanto nominata internazionalizzazione, si rende necessario un utilizzo corretto del vocabolario del Paese in cui si opera oltre che una contestualizzazione appropriata che parte proprio dal sito internet, vera e propria vetrina, attraverso la quale “conquistare” il pubblico.

Lo sanno bene le multinazionali. Pensiamo per un secondo ad Unilever, una delle multinazionali più grandi al mondo nel campo della grande distribuzione. I signori della grande “U” mai si sognerebbero di distribuire il Cornetto Algida con gli stessi gusti in tutto il mondo, così come Vodafone sa bene che deve differenziare i soggetti con cui propone le sue campagne pubblicitarie per incontrare i gusti locali o ancora Coca Cola può permettersi di vendere la bibita alla ciliegia o alla vaniglia nel mercato anglosassone ma non in Italia e così via. Naturalmente queste aziende prevedono siti internet ad hoc sviluppati per i diversi mercati, ponendo al centro tutte queste peculiarità.

Il caso Ryanair emblema della cattiva traduzione

L’impegno minimo che l’impresa deve assumere è occuparsi almeno di una buona traduzione, prestando attenzione a verificare se brand e nomi possano risultare ridicoli, se non addirittura offensivi nel Paese estero in cui si sta operando. Non poche aziende hanno dovuto modificare il loro nome per garantirsi la giusta credibilità. Ragionando per cattivi esempi, è interessante il caso della compagnia aerea Ryanair. L’azienda irlandese, non ha prestato la minima attenzione alle traduzioni del suo sito, affidandole probabilmente a traduttori automatici, con esiti talvolta esilaranti. Il cliente più attento è preso dallo sconforto, il più allenato finge di ignorare gli errori, il meno istruito fatica perfino a capire come procedere all’acquisto del prodotto.

Da un punto di vista tecnico, vi sono numerose incongruenze dovute ad un’errata progettazione del sito. Una volta selezionato il volo ad esempio si può vedere nella sidebar di destra un riassunto dell’acquisto, accompagnato dalla dicitura “escluse le tasse di amministrazione”. Una volta selezionato il metodo di pagamento, queste ultime vengono caricate regolarmente nel carrello, ma la dicitura non si aggiorna. Vi è addirittura una imprecisione che potrebbe avere riscontri legali, in quanto nel prospetto informativo tali tasse amministrative vengono considerate supplementi facoltativi, quando in realtà sono balzelli obbligatori.

Sorvolando l’aspetto burocratico, le imprecisioni che più saltano all’occhio di una persona abituata ad analizzare punti deboli dei siti aziendali, appaiono evidenti fin da una ricerca in Google. I 170 caratteri messi a disposizione dal motore di ricerca per descrivere la propria attività, sono sfruttati in maniera pessima. Il messaggio recita: “La linea aerea di basso costo. Ryanair offre il volo poco costoso oltre a 150 destinazioni durante Europa. Prenoti i vostri voli poco costosi del ryanair su Ryanair.com”. Una oscenità per qualunque utente che mastichi un po’ di tecniche Seo. Ciò rappresenta forse l’apice della scarsa attenzione posta nella traduzione del sito.

Vi sono però molte altre imprecisioni, che seppur possano essere minori, finiscono con l’urtare l’utente e minare la credibilità dell’azienda. Altro esempio è il footer che riporta erroneamente la parola “pre-notazione” oltre a diverse parti non tradotte. Altro grave errore appare nel controllo anti spam recentemente introdotto: “Non puoi accedere a questo sito web se non usi un programma automatico”. Ma come? Io utente in carne ed ossa non posso visitare il sito? E’ perchè mai! E’ evidente che c’è una negazione di troppo (è stato definitivamente corretto solo da poche settimane). E che dire del simpatico invito a comprare una valigia ad un costo non altrettanto simpatico? Per rifiutare si deve spuntare la scritta “none”. Retaggio inglese o omaggio ai dialetti del centro Italia? Ryanair è la compagnia aerea preferita da molti viaggiatori, l’aver fatto da apri pista al low cost aereo merita una lode. L’attenzione completamente assente verso il cliente, percepita navigando il sito, può portare invece sconforto. Esempi pessimi come questo analizzato brevemente, in rete abbondano.

Probabilmente Ryanair non temendo la concorrenza si può permettere lacune da questo punto di vista e forse il creare confusione vuol essere una tecnica per vendere in modo subdolo prodotti accessori non richiesti. Evitare di incappare negli stessi errori è però oltre che eticamente corretto, anche  facile da realizzare. Sarebbe ad esempio sufficiente rivolgersi ad esperti in traduzioni. Il costo maggiore che dovrete sostenere sarà sicuramente un investimento per il futuro e la dimostrazione dell’attenzione che riponete verso i vostri clienti. Non c’è nulla di meglio che essere chiari con il cliente e farlo sentire importante e “compreso”. Investire in comunicazione (e per supposto in una buona traduzione) è una scelta saggia, che a lungo ripaga.

“Sundaysoup”: pranzi collettivi per sostenere progetti imprenditoriali

di Mirko ZAGO

I periodi difficili stimolano spesso le buone idee. Non è un caso che in un periodo di minaccia di credit crunch ed incertezza finanziaria si sviluppino soluzioni innovative per la crescita di nuovi progetti imprenditoriali. Se le idee non mancano, spesso a mancare sono i contesti e gli strumenti per renderle pubbliche ed attrarre così investitori.

Ma ad oggi le risposte fortunatamente si stanno moltiplicando. Il team di Ossigeno!, programma radiofonico che in breve tempo si è trasformato in uno spazio virtuale e fisico al contempo per lo scambio di idee costruttive con sede a Bologna, ha avviato un‘iniziativa originale e sostenuta dalla pubblica amministrazione denominata “Cosa bolle in pentola?”. “Si tratta di una serie di pranzi collettivi per sostenere progetti creativi a Bologna, a cui partecipano gli autori (i creativi) e i potenziali fruitori (i commensali): attraverso il pranzo, i primi hanno la possibilità di presentare i propri progetti e richiederne il finanziamento (completo o parziale), i secondi possono invece farsi un’idea delle proposte e delle idee che animano la città, e assegnare il proprio voto per decidere quale tra questi otterrà il finanziamento“.

Prime esperienze di successo di Sunday Soup

Esperienze simili arrivano manco a dirlo da oltre oceano. Una delle prime iniziative in questo senso è stata la Sunday Soup di Chicago che presto è stata replicata un po’ tutti gli Stati Uniti (esiste anche un sito che recensisce tutti gli eventi di questo tipo http://sundaysoup.org/). Anche a Milano hanno avuto successo iniziative di questo tipo, come quelle proposte da Granaio e da Tavola Periodica.

Come funziona il Sunday Soup?

La dinamica è semplice: “Ad ogni pranzo possono essere presentati un massimo di 5 (cinque) progetti, che sono pubblicati on-line due giorni prima (il venerdì). All’inizio del pranzo i progetti vengono presentati dagli autori e alla fine tutti i partecipanti (creativi e commensali) potranno assegnare il proprio voto al progetto preferito, e a quello più votato sarà devoluto l’intero ricavato. Se due o più progetti ottenessero lo stesso numero di voti, sarà fatta una seconda votazione tra questi ultimi. Gli unici costi sostenuti sono quelli per l’acquisto delle materie prime e le spese per l’organizzazione del pasto. Il ricavato del pranzo risulterà quindi dalla differenza tra la somma raccolta con le quote individuali e i costi sostenuti (ingredienti, materiali, etc)“.

Come partecipare?

L’appuntamento di Bologna si orienta nello specifico a progetti creativi. Pur non essendo previsti limiti di disciplina artistica ed ambito culturale si consiglia che il progetto sia inerente a arti visive, design, musica, teatro. Il “formato” finale con cui si può partecipare contempla il documentario, installazione, spettacolo, video, etc.

Chi vuole partecipare al pranzo come commensale può prenotare entro martedì 20 marzo in due modi: mandando un’e-mail a cosabolle@gmail.com con oggetto ‘partecipazione a Cosa Bolle in pentola?’, oppure telefonando al numero 051 093 36 05 (tutte le mattine, tranne il mercoledì) specificando: nome, cognome, cellulare, e-mail ed il numero di persone con relative email e dove e come avete saputo di cosa bolle. Chi otterrà i finanziamenti sarà chiamato a dare testimonianza nei successivi pranzi. Qui un video delle precedenti edizioni di Cosa Bolle in Pentola?

Alcune utili informazioni pratiche: Quando? Domenica 25 marzo 2012, ore 12.30 Dove? Spazio Menomale, Via de’ Pepoli 1/a, Bologna. Quanto? 15 euro per gli adulti e 7 euro per i bambini Partecipanti? circa 50 persone.