Taglia idonei nei concorsi pubblici, cos’è e come funzione

Il taglia idonei sta creando molte polemiche e contrasti soprattutto per quanto riguarda le graduatorie definitive che a breve dovrebbero essere pubblicate e riguardanti l’ultimo concorso Agenzia delle Entrate svolto. Cosa prevede?

Chi sono gli idonei e come funziona il taglia idonei

Cos’è il taglia idonei? Le norme sui concorsi pubblici prevedevano che terminate le prove, fossero stilate le graduatorie di merito con la lista di coloro che avevano superato le prove. Le assunzioni naturalmente riguardavano solo coloro che erano in posizione utile in base ai posti disponibili. Vi era però la possibilità, in caso di necessità, da parte dell’Amministrazione che aveva pubblicato il bando e per posizioni uguali anche da parte di altre amministrazioni di scorrere le graduatorie. Questo implicava per coloro che erano risultati idonei, cioè che avevano superato il concorso ma non erano in posizione utile di essere successivamente assunti.

Per le amministrazioni vi erano dei vantaggi, cioè al bisogno vi era la possibilità di assumere senza ulteriori bandi e concorsi e quindi in tempi brevi e un risparmio economico visto che le procedure hanno un costo. L’idoneità risponde quindi alle esigenze di economicità, efficacia ed efficienza delle Pubbliche Amministrazioni richiesta dalla Costituzione.

Queste norme sono però state spazzate via, infatti, il taglia idonei prevede che i candidati alle selezioni pubbliche vengano considerati idonei se rientrano nel 20% dei posti messi a concorso, partendo da coloro che sono collocati in graduatoria dopo l’ultimo candidato vincitore.

Chi non rientra in tale 20% non può avvalersi dei vantaggi legati all’aver superato tutte le prove del concorso. La norma è stata introdotta inizialmente, nella sua prima versione, dal Decreto Legge 44/2023 e poi è stata modificata dal DL n. 75 del 22 giugno 2023 convertito nella legge 10 agosto 2023.

Concorsi esclusi dal taglia idonei

Il meccanismo taglia-idonei non si applica a tutte e procedure concorsuali, sono escluse:

  • procedure indette da Regioni, Province, Enti locali o da Enti o agenzie da questi controllati o partecipati in cui i posti disponibili non siano superiori a 20;
  • bandi indetti da comuni con meno di 3.000 abitanti;
  • procedure che prevedano assunzioni a tempo determinato.
  • Bandi per l’assunzione di personale sanitario, socio-sanitario, educativo e scolastico;
  • ricercatori e personale universitario e ISS.

Il taglia idonei non si applica al concorso funzionari Agenzia delle Entrate

Naturalmente il taglia idonei ha destato perplessità soprattutto da parte di chi ha superato un concorso. In merito l’Agenzia delle Entrate ha reso noto che le graduatorie definitive saranno pubblicate il 15 maggio 2024, ma non sarà applicato il taglia idonei in ossequio alle sentenze del Tar Lazio. Alcuni partecipanti al concorso hanno presentato ricorso basato sulla data di entrata in vigore del taglia idonei che dovrebbe essere successiva alla pubblicazione del bando in quanto la prima versione della norma ha avuto modifiche dopo la pubblicazione del bando.

Leggi anche: Concorso Agenzia delle Entrate per funzionari. Come prepararsi

 

Dichiarazione 2024 pronti i software per compilazione e controllo

L’Agenzia delle Entrate rende noto che sono pronti i software per l’invio telematico della dichiarazione dei redditi in totale sicurezza.

Dichiarazione dei redditi, dal 20 maggio al via le modifiche

La stagione della dichiarazione dei redditi è ormai aperta. Dal 30 aprile sono disponibili le dichiarazioni precompilate, mentre dal 20 maggio 2024 è possibile effettuare le modifiche alle dichiarazioni, inoltrarle senza modifiche e accedere alla dichiarazione semplificata. Per accedere alla dichiarazione precompilata è necessario autenticarsi sul sito dell’Agenzia delle entrate con il proprio codice Spid, Cie o Cns. Naturalmente per effettuare queste operazioni è necessario avere a disposizione software e piattaforme sicure. L’Agenzia mette a disposizione un pacchetto di applicazioni totalmente sicuro che consente di redigere i modelli ed effettuare il controllo degli stessi.

Software di compilazione e controllo per la dichiarazione 2024

I software appena pubblicati sfruttano una tecnologia che consente agli utenti di usufruire delle applicazioni direttamente dal web, assicurando automaticamente l’utilizzo dell’ultima versione disponibile senza dover eseguire alcuna procedura di installazione o di aggiornamento sul pc.

Il software di compilazione consente di compilare il modello direttamente da pc in modo semplice e intuitivo, mentre il software di controllo evidenzia errori ed anomalie.

I modelli disponibili con relativi software di compilazione e controllo sono:

Redditi Persone fisiche;

Redditi società di persone;

Redditi società di capitali;

Redditi enti non commerciali;

Scelte di destinazione dell’8, del 5 e del 2 per mille

Irap;

consolidato nazionale e mondiale;

modello 770;

modello 730 ( in questo caso solo software di controllo.

Leggi anche: Dichiarazione semplificata, ecco com’è

SMS dell’Agenzia delle Entrate a cosa fare attenzione

L’Agenzia delle Entrate rende noto che sono in arrivo SMS che sembrano provenire dall’Agenzia stessa e che palesano la necessità di comunicare i dati per ottenere degli accrediti. Ecco a cosa prestare attenzione.

SMS dall’Agenzia delle Entrate, ma è una truffa

Tutti sognano di ricevere dei rimborsi di imposte da parte dell’Agenzia delle Entrate e, sebbene avvenga spesso, ad esempio in seguito alla presentazione della dichiarazione dei redditi, non si deve commettere l’errore di fidarsi di comunicazioni che apparentemente arrivano dall’Agenzia delle Entrate, infatti, l’AdE non invia messaggi per richiedere dati. Questa volta si tratta di “smishing”, ovvero di “phishing” tramite sms.

Il messaggio che arriva sul cellulare chiede all’utente di compilare un form con alcuni dati personali in modo che l’Agenzia delle Entrate possa completare la pratica, verificare i dati in suo possesso e mettere in riscossione il pagamento. L’SMS invita a seguire un link per compilare il form e inserendo i dati, gli stessi sono utilizzati per perpetrare la truffa.

Cosa non fare per evitare di cadere nella truffa dell’SMS

L’Agenzia delle Entrate invita i contribuenti a prestare molta attenzione a sms simili e anche a e-mail con tali contenuti. Consiglia agli utenti di non cliccare mai sul link, ma in caso di dubbio contattare l’Agenzia delle Entrate attraverso il sito ufficiale in modo da verificare la veridicità della comunicazione. Per evitare di incappare in truffe si raccomanda anche di prestare attenzione al linguaggio utilizzato, ad esempio l’Agenzia delle Entrate nelle sue comunicazioni non usa mai il “Voi”, seconda persona plurale. È bene prestare attenzione a errori ortografici e grammaticali grossolani.

Ricordiamo che i rimborsi in genere avvengono attraverso il sostituto di imposta, in assenza di sostituto, si può ottenere il rimborso, eventuale, inserendo sul sito dell’Agenzia delle entrate, identificandosi con Cie, Spid o Cns, il proprio codice Iban, infine, in assenza di Iban si procede con assegno.

Leggi anche: Bonus tredicesime, cos’è, come funziona e quando viene erogato

Mini condono, cosa prevede? Le ultime notizie

Mattero Salvini, ministro delle Infrastrutture, torna a parlare di condono edilizio e in questo caso l’occasione è la presentazione del suo nuovo libro.

Difformità sanabili con il condono edilizio

Dove eravamo rimasti? Il condono edilizio è stato più volte annunciato, nelle ultime occasioni il Ministro ha ribadito che la bozza del decreto sarebbe stata pronta a maggio. Subito la replica del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni che ha ribadito il No a una sanatoria generalizzata e comunque avrebbe vagliato di persona la proposta. Si è quindi parlato di un mini condono e ora sono più chiari i contorni che dovrebbe assumere il provvedimento.

Dovrebbero essere sanabili:

  • difformità di natura formale legate a incertezze interpretative della disciplina vigente;
  • difformità edilizie interne inerenti le singole unità immobiliari a cui i proprietari hanno apportato lievi modifiche come lo spostamento di un tramezzo;
  • difformità  che potevano essere sanate nel momento in cui sono state realizzate, ma che non sono più sanabili a causa della disciplina della “doppia conforme” che impedisce di sanare interventi risalenti nel tempo;
  • cambio di destinazione d’uso degli immobili tra categorie omogenee.

Perché serve un condono edilizio?

L’obiettivo è tutelare i proprietari che non possono vendere o dare in locazione l’immobile in quanto non risulta essere in regola, per interventi che di fatto non minano la sicurezza dell’immobile. Tra le ipotesi vi è anche quella della regolarizzazione degli immobili costruiti prima degli anni Sessanta e da ristrutturare. In questo caso sarà possibile procedere anche se i proprietari non sono in possesso di tutta la documentazione.

Perché si parla di doppia conformità? Questa richiede che un “abuso” per poter essere sanato, oltre ad essere conforme alla disciplina vigente al momento dell’abuso, se non sanato in quel momento, può essere sanato successivamente solo se è conforme anche alle regole ora vigenti. Naturalmente è difficile rispettare i requisiti della doppia conforme e spesso ci si perde nelle pratiche burocratiche.

Naturalmente il condono edilizio non sarà a costo zero, sarà necessario effettuare dei pagamenti, gli stessi dovrebbero essere proporzionali rispetto all’abuso commesso, ma per ora non è dato sapere di più.

Leggi anche: Fotovoltaico da giardino, produrre energia senza toccare il tetto

Foto facebook e accertamenti fiscali, cosa devi sapere

È rischioso pubblicare foto su Facebook e altri social? Leggendo alcune sentenze sembra proprio di sì, infatti si è creata una giurisprudenza consolidata che sostiene la legittimità della ricostruzione dei redditi attraverso le cose postate sui social.

I social possono essere usati per provare il reddito?

Quante volte l’amico che fa piano bar la sera, magari come lavoretto per arrotondare, ha pubblicato foto dei propri spettacoli? Quelle entrate devono essere dichiarate? Naturalmente sì, ma se non lo fa, le foto pubblicate, magari dal locale e non direttamente dal percipiente possono costruire una prova per ricostruire il reddito?

Sebbene il vice-ministro dell’Economia, Maurizio Leo, parli della necessità di implementare l’uso dei social attraverso atti normativi, al fine di contrastare l’evasione fiscale, la giurisprudenza è già oltre e già utilizza tali fonti, che diventano parti del metodo induttivo di determinazione del reddito.

Ecco alcune pronunce che ci dimostrano quanto sia rischioso pubblicare foto e post su Facebook e altri social come Instagram.

Il metodo induttivo per la determinazione del reddito usa le foto su Facebook

L’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza possono utilizzare il metodo induttivo per rilevare il reddito effettivo di un soggetto. Il metodo induttivo è previsto dall’articolo 39, comma 2 del dpr 600 del 1973 e articolo 55 del Dr 633 del 1972. Tale tipologia di accertamento può essere effettuata sulla base di dati o notizie comunque raccolti dall’amministrazione finanziaria o venuti a sua conoscenza, nonché sulla base di presunzioni anche prive dei requisiti di gravità, precisione e concordanza.

Il metodo induttivo si basa su un procedimento logico che consente di determinare l’imponibile globale senza analizzarne le singole parti semplici, bensì impiegando nella costruzione tutte le notizie, le prove ed i dati.

Il fulcro centrale è “dati o notizie comunque raccolti dall’amministrazione finanziaria o venuti a sua conoscenza”, infatti in diverse sentenze si legge che il reddito è stato rideterminato tenendo in considerazione anche dati raccolti in modo “anomalo”. Ad esempio, la Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Puglia, con la sentenza n. 648 del 20 febbraio 2024 afferma che è corretto ricostruire il reddito di un lavoratore avendo in considerazione una serie di elementi appresi durante un’ispezione. Tra questi elementi vi sono i contenuti di un sito internet e in particolare una galleria fotografica che di fatto prova nel caso in oggetto  la partecipazione a serate in locali che evidentemente non erano oggetto di fattura.

Questa non è l’unica pronuncia da tenere in considerazione.

Non solo accertamenti fiscali: assegno di mantenimento determinato in base alle foto pubblicate su Facebook

Un’ulteriore pronuncia importante è la sentenza n. 91/2020 del Tribunale di Verona, sezione civile. In questo caso siamo nell’ambito di una pronuncia per separazione, nella determinazione dell’assegno di mantenimento viene tenuto in considerazione il reddito dichiarato, ma non solo. Il coniuge afferma che l’altro coniuge oltre ai redditi dichiarati percepisce delle somme in nero. “Attività che trova del resto riscontro nelle fotografie e nella pagina Facebook depositate da parte ricorrente nelle quali C. d. risulta indicato come referente in Italia del Centro dentistico croato – nonché nelle dichiarazioni della teste S., che oltre a dichiarare che di averne avuto notizia dalla P., ha riferito di avere lei stessa avuto modo di vedere su Facebook delle foto e degli annunci postati dal D. e segnatamente foto di una macchina con la pubblicità sulla fiancata dello Studio odontoiatrico croato e degli appartamenti Va poi rilevato che risultano erogati al resistente gli assegni familiari.”

Naturalmente non possono mancare gli accertamenti fiscali su chi utilizza i social per lavorare, cioè gli influencer. Ha fatto discutere nelle settimane scorse l’accertamento fiscale su 4 noti influencer che non dichiaravano i proventi delle sponsorizzazioni.

Leggi anche: Influencer, attenti a questi controlli del Fisco

Bonus tredicesime, cos’è, come funziona e quando viene erogato

100 euro in più in busta paga nel mese di gennaio 2025, questo è ciò che prevede il bonus tredicesime, ma non mancano polemiche, ecco la struttura del nuovo aiuto ai lavoratori.

Bonus tredicesime per pochi lavoratori

La detassazione delle tredicesime è una misura annunciata e in un certo senso il bonus tredicesime rappresenta una sorta di contentino, infatti, sarà erogato nel mese di gennaio 2025, sarà una misura una tantum, coinvolgerà circa un milione di lavoratori, non tutti quindi.

Il Bonus tredicesime è disciplinato dal decreto Coesione, sarà erogato nel mese di gennaio come misura una tantum ai lavoratori dipendenti con coniuge e almeno un figlio oppure nuclei monogenitoriali, anche con un solo figlio. Insomma non si tratta di una misura per tutti, ma 100 euro lordi in busta paga a coloro che hanno una famiglia da sostenere. Previsto un altro requisito, cioè il reddito non deve essere superiore a 28.000 euro.

Come anticipato, più volte si era parlato di una detassazione delle tredicesime, misura purtroppo impossibile, come annunciato dal ministro Giorgetti, a causa del debito pubblico elevato, attribuito soprattutto ai bonus fiscali riconosciuti negli anni passati. Il problema delle coperture ha portato la misura a slittare nel 2025 e non come detassazione delle tredicesime, cosa che avrebbe comunque portato maggiori entrate a tutti i lavoratori che percepiscono la tredicesima, ma in misura di 100 euro una tantum.

Come sarà erogato il bonus tredicesime

Lo stanziamento previso per la misura è di almeno 100 milioni di euro a valere sul Fondo Coesione, alimentato dai fondi europei erogati ogni 7 anni, all’Italia dovrebbero spettare 43 miliardi di euro da spendere in politiche del lavoro, sociali e di sostegno alle imprese.

Il vice ministro Leo ha parlato di reddito della famiglia, si dovrebbe presupporre quindi che non si tenga in considerazione il reddito del singolo lavoratore, ad esempio se in un nucleo lavorano entrambi i coniugi è più semplice superare il limite reddituale dei 28.000 euro.

Il bonus tredicesime sarà erogato nel mese di gennaio previa dichiarazione del sostituto di imposta inerente i requisiti, che devono essere autocertificati dal lavoratore al datore di lavoro visto che potrebbero esservi redditi di cui il sostituto non è a conoscenza.

Il bonus tredicesime sarà erogato sui redditi del 2024. Critiche sono state espresse dai sindacati e dall’opposizione a causa della platea di beneficiari ristretta.

Leggi anche: La tredicesima mensilità sarà detassata? Ecco le novità annunciate

Dichiarazione semplificata, ecco com’è

Il modello 730/2024 semplificato è finalmente disponibile, questa la principale novità dell’anno, ma cosa si deve sapere?

Come funziona la dichiarazione semplificata?

La prima cosa da ricordare è che il modello 730 è disponibile a partire dal 30 aprile 2024 ma solo per la lettura. Le modifiche potranno avvenire a partire dal 20 maggio 2024. Fino ad allora si possono solo consultare i modelli. Il modello 730/2024 ha l’obiettivo di semplificare ulteriormente la presentazione in autonomia della dichiarazione dei redditi, è basato sui dati già in possesso dell’Agenzia delle Entrate come i dati trasmessi attraverso il Sistema sanitario nazionale e riguardanti le spese mediche, i dati inerenti le spese per assicurazioni, dati provenienti dalle CU trasmesse dal datore di lavoro, bonus per detrazioni edili.

Il contribuente potrà accedere e rispondere a semplici domande per confermare o modificare i dati. Il modello 730/2024 è diviso in 6 macro-aree ognuna composta da diverse sottocategorie.

Come si compila la dichiarazione semplificata con il modello 730/2024

Attraverso il modello sarà possibile effettuare le modifiche per aree, ad esempio nella sezione “spese sanitarie” sono indicate le spese comunicate all’Agenzia delle Entrate e le relative deduzioni e detrazioni. Qui è possibile modificare l’importo della spesa o la percentuale di sostenimento in caso di onere per familiare a carico o di evidenziarne eventuali rimborsi.

Si può procedere in questo modo per le varie aree.

Le sei aree sono:

  • famiglia;
  • casa e altre proprietà;
  • lavoro;
  • spese sostenute per te e per la tua famiglia,
  • altri redditi;
  • altre informazioni.

Le aree, come detto, sono divise in sottocategorie e in essere sono indicati sia i redditi, ad esempio quelli dei fabbricati, sia gli oneri che danno diritto a detrazioni o deduzioni.

Nella sezione spese sostenute per te e per la tua famiglia, sono ad esempio indicate le spese in base alla categoria a cui appartengono, ad esempio spese sanitarie, spese per istruzione e spese per sport.

Ulteriori informazioni

Come già detto, le modifiche potranno essere apportate solo a partire dal 20 maggio, ma chi compila e inoltra il modello entro il 15 giugno potrà avere il rimborso Irpef (eventuale) già a partire da luglio, in particolare con il cedolino della pensione o con la busta paga. In caso di dichiarazione con debito Irpef, invece, sarà possibile ottenere la dilazione più ampia, cioè in sei rate, che si trasformano in 7 nel caso in cui si opti per la dichiarazione senza sostituto. Ricordiamo che da quest’anno possono optare per la dichiarazione senza sostituto anche coloro che in teoria avrebbero un sostituto di imposta. I termini per presentare la dichiarazione dei redditi con il modello 730/2024 scadono il 30 settembre.

Leggi anche: Corsa alla dichiarazione dei redditi 2024 per un rimborso veloce

Bonus impianti di compostaggio, ecco come ottenerlo

La produzione di rifiuti da smaltire diventa sempre più un problema, proprio per questo si incentivano forme di riduzione della produzione di rifiuti e smaltimento ecologico. Tra le misure volte a raggiungere tale obiettivo c’è il bonus impianti di compostaggio, ecco chi può richiederlo e quali sono le agevolazioni previste.

Cos’è il bonus impianti di compostaggio

Il bonus è stato introdotto per la prima volta con la legge di bilancio per il 2022, naturalmente per richiedere il bonus la spesa deve essere documentata. Il bonus impianti di compostaggio è un aiuto alle imprese sotto forma di credito di imposta pari al 70% dei soldi spesi per la realizzazione di impianti di compostaggio all’interno dell’azienda. Le imprese hanno tempo fino al 31 maggio 2023 per richiedere il bonus impianti di compostaggio per le spese sostenute nel 2023.

Possono richiedere il bonus le imprese del settore agro-alimentare delle regioni Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia e beneficiare così dell’apposito credito d’imposta, pari al 70% degli importi rimasti a carico del contribuente.

Come richiedere il bonus impianti di compostaggio

Per richiedere il bonus impianti di compostaggio è necessario utilizzare il software messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate .

Il contributo è riconosciuto, nel limite massimo di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024, sotto forma di credito d’imposta, pari al 70% degli importi rimasti a carico del contribuente.

Il bonus è utilizzabile in compensazione, senza applicazione degli ordinari limiti annuali previsti per i crediti da indicare nel quadro RU del modello Redditi e per i crediti d’imposta e i contributi compensabili o rimborsabili ai soggetti intestatari di conto fiscale, e non concorre alla formazione del reddito né del valore della produzione ai fini Irap.

L’agevolazione può essere richiesta dal gestore del centro agroalimentare, purché l’impianto di compostaggio possa smaltire almeno il 70% dei rifiuti organici prodotti.

Dopo aver inoltrato la domanda, l’Agenzia delle Entrate provvederà a comunicare, nei limiti dei fondi, la percentuale di credito di imposta effettivamente riconosciuta e il bonus potrà essere utilizzato in compensazione dalle imprese per il “pagamento” delle imposte.

Leggi anche: Imprenditoria femminile 2024, tutti gli aiuti richiedibili

Detrazione Superbonus fino a 15 anni, a chi conviene?

Il Superbonus continua ad essere argomento di discussione, ora arriva la proposta bipartisan per estendere le detrazioni a 10 o 15 anni, ma cosa cambia?

La proposta arriva nell’ambito della conversione del decreto Superbonus e sta già facendo discutere, ma cosa potrebbe cambiare nella detrazione Superbonus?

Detrazione Superbonus in 10 o 15 anni?

Il Superbonus non ha mai incontrato il favore del governo Meloni, il problema principale sono i conti pubblici che hanno pesantemente risentito di questo importante aiuto. Venuti meno la cessione del credito e lo sconto in fattura che praticamente consentivano di ristrutturare casa senza anticipare le spese, si è tornati alle detrazioni fiscali, ma le stesse possono essere fruite in soli 4 anni. Questo implica:

1) rata più alta;

2) perdita economica per chi non ha capienza fiscale e quindi con l’Irpef dovuta in 4 anni non riesce a coprire le effettive detrazioni a cui avrebbe diritto.

Ecco che arriva quindi la soluzione che potrebbe aiutare le casse dello Stato (che potrebbero dilazionare la restituzione delle spese) e i contribuenti meno “ricchi” cioè la possibilità di fruire della detrazione per un arco temporale più lungo, 10 o 15 anni.

Cosa prevedono gli emendamenti per la detrazione Superbonus?

Gli emendamenti proposti da diverse parti e diversificati. Li riassumiamo in breve:

  • detrazione in 10 anni per le spese sostenute nel 2023 ma in questo caso la ripartizione in 10 rate è su opzione del contribuente, di conseguenza chi ha abbastanza capienza fiscale e non perde agevolazioni con la detrazione breve può continuare a usufruirne.
  • In altri emendamenti la stessa misura è ripartita in 15 anni;
  • ripartizione in 10 anni per le spese sostenute a partire dal 2022 e per le comunicazioni inviate fino al 4 aprile 2024.

Ulteriori emendamenti sono stati presentati al fine di estendere la deroga al divieto di cessione del credito e sconto in fattura per la ristrutturazione di immobili danneggiati dagli eventi sismici verificatisi dal primo aprile 2009 “per i quali sia stato dichiarato lo stato d’emergenza” e agli immobili danneggiati dagli eventi meteorologici verificatisi dal 15 settembre 2022 per i quali è stato dichiarato lo stato d’emergenza dal consiglio dei ministri del 16 settembre 2022 e del 19 ottobre 2022 situati nelle Marche

Un emendamento chiede di includere gli eventi sismici verificatisi a Ischia nel 2017.

Naturalmente si tratta di proposte e di conseguenza ancora non è chiaro quali saranno accettate, infatti estendere la durata del periodo in cui usufruire delle detrazioni può aumentare il debito a carico dello Stato visto che tutela chi non ha capienza fiscale e che rischierebbe di perdere le somme.

Tra le proposte vi sono anche maggiori poteri di vigilanza ai Comuni in modo da prevenire le truffe.

Leggi anche: Stretta superbonus, resterà possibile solo la detrazione fiscale

Corsa alla dichiarazione dei redditi 2024 per un rimborso veloce

Dal 30 aprile 2024 sarà disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate la dichiarazione dei redditi precompilata/semplificata. Inizialmente è prevista la possibilità di sola lettura, mentre a partire, probabilmente dal giorno 11 maggio sarà possibile anche apportare modifiche alla stessa o semplicemente inoltrare. Chi compila la dichiarazione dei redditi entro la fine del mese di maggio potrà ricevere prima i rimborsi Irpef. Ma ecco le novità.

Dichiarazione dei redditi semplificata 2024

Dal giorno 30 aprile i contribuenti potranno identificarsi sul sito dell’Agenzia delle Entrate e prendere visione della propria dichiarazione dei redditi precompilata e da quest’anno anche semplificata. La dichiarazione dei redditi semplificata consente di apportare modifiche alle singole voci: redditi, deduzioni, detrazioni rispondendo a semplici domande. L’obiettivo è fare in modo che sempre più persone rinuncino a professionisti e Caf e compilino da sole la dichiarazione. La stessa è realizzata attraverso l’uso dei dati già in possesso dell’Agenzia delle Entrate inerenti i redditi e le spese da portare in detrazione/deduzione.

Rimborso diretto per tutti

La seconda novità è rappresentata dalla possibilità data a tutti i contribuenti, anche a coloro che in teoria avrebbero il sostituto di imposta di avvalersi del rimborso diretto da parte dell’Agenzia delle Entrate. In passato tale possibilità era data solo a coloro che non avevano un sostituto di imposta che comunque lo avevano perso. Ora tutti possono selezionare tale opzione.

Prima di inviare la dichiarazione è necessario selezionare la voce “Nessun sostituto”. In questo caso se dal 730 presentato emerge un credito, il rimborso arriva sul conto corrente o bancario comunicato all’Agenzia.

Se invece emerge un debito, il pagamento può avvenire in due modi:

  • direttamente dall’IBAN fornito alle entrate,
  • stampando il modello F24 già precompilato con i dati necessari.

Dichiarazione dei redditi 2024, destinazione 8×1000

Nel 2024 c’è un’importante novità per quanto riguarda la destinazione dell8x1000 Irpef, infatti, barrando la casella per la destinazione dell’8per mille allo Stato sarà possibile scegliere, oltre che tra le 5 opzioni classiche, anche per una nuova finalità.  Per effettuare la scelta di destinare l’8 per 1000 a finalità sociali indicate dallo Stato basta apporre la propria firma nel box dedicato allo “Stato” ed è possibile anche indicare il codice per la destinazione specifica:

  • Fame nel mondo (autosufficienza alimentare nei paesi in via di sviluppo, formazione di personale, contrasto a pandemie e denutrizione);
  • Calamità naturali (prevenzione e ricostruzione);
  • Edilizia scolastica (interventi per gli immobili adibiti all’istruzione scolastica, consistono nella ristrutturazione, nel miglioramento, nella messa in sicurezza, nell’adeguamento antisismico e nell’efficientamento energetico degli edifici);
  • Assistenza ai rifugiati (tutela di soggetti a cui siano state riconosciute forme di protezione internazionale o umanitaria);
  • Beni culturali (restauro, alla valorizzazione, alla fruibilità da parte del pubblico di beni immobili).

L’ultima opzione inserita riguarda il recupero da tossicodipendenze e altre dipendenze patologiche.

Leggi anche: Fringe benefit e detrazioni interessi mutui, facciamo chiarezza