Nuova sentenza della Cassazione in merito all’opposizione a terzo

In una sentenza del 31 agosto 2011, la 17876, la Corte di cassazione ha stabilito che non è legittimato all’opposizione di terzo all’esecuzione (ex articolo 619 del codice di procedura civile), l’affittuario di una azienda che comprenda i beni mobili oggetto della procedura espropriativa.
In pratica, l’affittuario di un’azienda non è in condizione di opporsi all’esecuzione mobiliare forzata sui beni della stessa, in quanto non in grado di vantare alcun diritto reale.

La sentenza era stata resa necessaria in seguito a quanto successo ad una società in nome collettivo che aveva affittato un’azienda.
Poco dopo i beni della società erano divenuti oggetto di un’esecuzione mobiliare da parte dell’esattore (per iscrizione a ruolo di imposte e contributi non pagati dal proprietario dei beni affittati). L’impresa affittuaria, una srl, si era però opposta – quale terzo – alla procedura esecutiva. In tribunale, tale procedura veniva sospesa e l’opposizione dell’affittuaria accolta. Il primo giudice interpretava, quindi, in modo estensivo l’articolo 619 c.p.c. che legittima solo il proprietario dei beni a opporsi all’esecuzione esattoriale.

Contrario alla decisione del tribunale, l’Agente della riscossione presenta ricorso per Cassazione, per violazione del più volte richiamato articolo 619, in quanto l’affittuaria d’azienda non sarebbe legittimata all’opposizione all’esecuzione di terzo, trattandosi di un mero soggetto affittuario dei beni oggetto di esecuzione mobiliare, non titolare, pertanto, di un diritto di proprietà o altro diritto reale.

Con la sentenza 17876/2011, la Suprema corte accoglie il ricorso e, decidendo nel merito, rigetta l’opposizione di terzo, (mezzo di impugnazione straordinario, poichè può essere proposto avverso provvedimenti ormai passati in giudicato) agli atti esecutivi della riscossione tributaria attivata dalla srl avverso l’esecuzione mobiliare esattoriale intentata in danno della snc, con la conseguente conclusione che non è legittimato all’opposizione di terzo all’esecuzione, di cui all’articolo 619 del codice di procedura civile, l’affittuario di un’azienda che comprenda i beni mobili oggetto della procedura espropriativa.

Ciò in quanto i contratti di locazione e comodato non sono, ad avviso della Corte, “titoli giuridicamente idonei a legittimare il diritto allegato dal terzo”. Per tali contratti la tutela “è meramente obbligatoria” e può essere invocata esclusivamente nei confronti del dante causa, con le opportune azioni concesse appunto per la limitazione, la compressione, la soppressione delle possibilità di godimento del bene oggetto dell’obbligazione pattiziamente assunta.

E’ stato, infatti, deciso che l’opposizione del terzo all’esecuzione può essere proposta non solo da chi pretende avere la proprietà o altro diritto reale sui beni pignorati, ma anche da chi si asserisca titolare di un diritto di credito che, potendo essere soddisfatto direttamente sulla cosa oggetto dell’esecuzione, possa prevalere su quello che il creditore ha sui beni medesimi (Cassazione, sentenza 3896/1968).

Si ricorda, poi, che l’attuale articolo 63, del Dpr 602/1973, dispone, in materia di espropriazione mobiliare, che l’ufficiale della riscossione deve astenersi dal pignoramento o desistere dal procedimento quando è dimostrato che i beni appartengano a persona diversa dal debitore iscritto a ruolo, dai coobbligati o dai soggetti indicati nel precedente articolo 58, comma 3 (coniuge, parenti e affini fino al terzo grado), in virtù di titolo avente data anteriore all’anno cui si riferisce l’entrata iscritta a ruolo – in precedenza, l’istituto era regolato dall’articolo 65 dello stesso decreto che, nella sostanza, conteneva una previsione analoga a quella sopra esposta, anche se si riferiva indistintamente “ai beni pignorabili” (cfr Cassazione, sentenza 10961/2010).

Ecco le professioni più richieste nel mese di luglio

Jobs in Progress, rivista bimestrale dell’agenzia di recruiting online InfoJobs.it, ha reso note le professioni più richieste nel mese di luglio.

Ciò che emerge è che l’offerta di lavoro maggiore ha riguardato i settori del commercio, distribuzione, pubblicità, marketing e PR.

Ciò nonostante, la prima posizione tra i profili più ricercati, anche rispetto a giugno, rimane la categoria operai e produzione, mentre la seconda, nonostante un leggero calo dello 0,66%,  riguarda amministrazione, contabilità e segreteria, con un incremento in percentuale del 9.92%.

Le regioni più attive sul territorio italiano rimangono pressoché le stesse, con la Lombardia al primo posto con il 34,97%, seguita da Emilia Romagna, 13,84% e Veneto con il 12,51%.

Troviamo poi il Piemonte con il 10,28%, il Lazio con il 6,92% e la Toscana con il 5,64%. Fanalini di coda le Marche, la Campania, il Friuli Venezia Giulia e la Puglia anche se, con l’1,64% questo mese fa meglio della Liguria.

Chi offre più posti di lavoro on line è il settore  del commercio al dettaglio, che riporta un notevole incremento, pari al 5,13%, raggiungendo il 17,17% nel mese di luglio 2011. Ma anche internet e servizi informatici (13,59% con +0,42%) e consulenza di sistemi informativi (11,54% e un incremento dello 0,93%), rimangono settori di interesse e sempre in cerca di nuovi collaboratori.

Notevoli incrementi anche per le aziende che cercano profili in pubblicità, marketing e PR. In flessione invece le offerte di lavoro on line di banche, assicurazioni e servizi finanziari.

Chi cerca lavoro online è generalmente giovane, di età compresa tra i 25 e 35 anni, con un’esperienza di oltre 3 anni e in possesso di diploma di maturità.

Vera Moretti

Imprese italiane nel mercato russo

Per le imprese attive nel settore “casa” è possibile usufruire di uno show room nel centro di Mosca, presso il Mod Design Center, per sei mesi, da ottobre 2011 ad aprile 2012.

L’iniziativa è promossa da Unioncamere Nazionale e coordinato da varie Cciaa, alle quali occorre fare riferimento, provincia per provincia.

Le aziende che avranno manifestato interesse a partecipare all’evento, verranno poi sottoposte ad una selezione, da parte dello staff del Mod Design Center di Mosca, il quale sceglierà, a suo insindacabile giudizio, quelle che riterrà essere le produzioni più interessanti per il mercato russo.

La quota di partecipazione all’iniziativa è di Euro 400 + IVA per ciascuna impresa, da corrispondere solo nel caso in cui l’azienda sia stata ammessa a prendere parte allo show-room a seguito della pre-selezione operata dagli esperti del Mod Design Center. Tale quota comprende l’affitto e l’allestimento degli spazi espositivi, il trasporto delle merci dall’Italia per Mosca e viceversa, il personale adibito a presenziare la mostra durante tutta la durata della stessa, la realizzazione di materiale promozionale e l’organizzazione di eventi collaterali all’esposizione.

70 milioni per l’innovazione d’impresa piemontese

Con un plafond di 70 milioni, la Regione Piemonte rilancia la corsa all’innovazione delle sue imprese, con contributi a fondo perduto fino al 60%, se «l’investimento ha ricadute positive per ambientali, energetiche o sul fronte della sicurezza». Il bando ammette a contributo questi investimenti:

– acquisto di macchinari, attrezzature, impianti e beni strumentali connessi al processo di innovazione;

2 – consulenze o prestazioni professionali assimilabili;

3 – brevetti, licenze o conoscenze tecniche non brevettate.

Gli investimenti devono consentire all’impresa di migliorare significativamente la suaproduttività e la sua capacità di competere sui mercati.

Nel dettaglio, la misura regionale finanzia programmi organici di innovazione del processo produttivo, ad esempio attraverso cambiamenti significativi nelle tecniche, nelle attrezzature o nel software in grado di ridurre il costo unitario di fabbricazione o distribuzione o aumentare la qualità di beni e servizi prodotti.

Gli investimenti, di importo non inferiore a 250mila euro, devono essere finalizzati all’acquisizione e all’applicazione al processo produttivo di:

-conoscenze e tecnologie presenti in altri settori produttivi;
– servizi tecnico-scientifici;
– beni e servizi che consentano un miglioramento del processo produttivo in quanto tale oppure essenziali per l’innovazione di prodotto.

Nuove garanzie per i finanziamenti

L’Unione Europea attraverso il FEI (Fondo Europeo per gli Investimenti), mette a disposizione delle imprese un plafond di garanzie di 560 milioni di euro con l’obiettivo di sostenere specifiche politiche di sviluppo e di crescita del tessuto economico italiano.

Per sfruttare appieno le opportunità concesse dall’Unione Europea e per usufruire dei fondi europei, è nata FidiGar un’associazione temporanea d’impresa (ATI) tra confidi. Una collaborazione sinergica che coinvolge tre importanti Confidi del territorio nazionale: Eurofidi, Sardafidi e Apiveneto Fidi.

Scopo di Fidigar è facilitare l’accesso al credito delle Pmi, promuoverne gli investimenti in tecnologia e innovazione, stimolare la nascita di nuove attività nonché l’incremento dell’occupazione, supportare le aziende nelle necessità di circolante e liquidità.

Confesercenti: l’aumento dell’Iva deprime i consumi

L’aumento dell’Iva di 1 punto percentuale (dal 20% al 21%) deliberato ieri nell’ultima versione della manovra comincia, come si prevedeva, a creare scontento tra le diverse associazioni, preoccupando così la possibilità di un ritorno all’inflazione.

A questo proposito, il presidente di Confesercenti, l’associazione di categoria rappresentante le PMI italiane del commercio, del turismo e dei servizi, Marco Venturi ha così dichiarato: “Il ventilato aumento dell’Iva di un punto non farebbe altro che allontanare la crescita, deprimendo ancora di più i consumi. Un onere sulle famiglie ed un freno per l’economia che fanno di questa manovra sempre di più un cane che si morde la coda: ovvero si decidono sacrifici seri per far superare un momento di grande difficoltà, ma poi si mettono paletti sempre più stretti alla ripresa dell’economia”.

“Ogni aumento dell’Iva si va a sommare ai recenti rialzi delle materie prime che a sua volta stanno surriscaldando l’inflazione: questa è la prova che si sta imboccando una via ad alto rischio. Fra l’altro si dimentica che fra le prime vittime della misura ci sarà il turismo che invece deve confrontarsi con concorrenti internazionali diretti che godono di un’Iva mediamente più bassa. Serve un ripensamento che deve fare chiarezza su un nodo che invece si continua ad evitare: quello del taglio delle spese, degli sprechi, della miriade di realtà istituzionali.”

Giulia Dondoni

Ecco le dieci professioni più richieste del futuro

E’ stata stilata dal magazine economico 24/7 Wall St la classifica delle dieci professioni vincenti del futuro, che dovrebbero quindi essere anche quelle più richieste. Tra queste, alcune rappresentano una certezza, altre, invece, una sorpresa.

Si tratta di una ricerca che arriva da Oltreoceano, effettuata considerando i dati statistici del ministero del lavoro degli Stati Uniti, che monitora crescita, livelli salariali e posti disponibili negli Usa delle maggiori 750 categorie professionali con previsioni fino al 2018.
Uno studio a breve termine, dunque, che può far riflettere chi si accinge a scegliere il suo percorso di studi o la specializzazione professionale da percorrere.

Perciò, quali saranno i lavori che garantiranno un impiego e, magari, uno stipendio in grado di condurre una vita, se non agiata, almeno non precaria?

La salute, che ovviamente rappresenta una delle voci determinanti per misurare la qualità della vita, influisce molto su questa speciale classifica, che vede ai primi posti medici, infermieri ed igienisti dentali.

Se sulla prima professione non avevamo dubbi, la richiesta di personale infermieristico sale forse perché è in crescita l’età della popolazione? In questo caso, aumentando la necessità di cure e degenze in ospedale, si desidera essere assistiti da personale qualificato.
Per quanto riguarda dentisti ed affini, la richiesta si spiega con una cultura dell’igiene dentale che ha subito una forte impennata, sia negli Stati Uniti sia in Italia.

Per quanto riguarda le altre sette posizioni più richieste, si tratta di professioni che richiedono studi di nicchia e altamente specializzati, poiché troviamo ingegneri civili, con percentuali di crescita del 24%, con un aumento generale del 10% per la categoria ingegneristica. Ciò si spiega con i cambiamenti che riguardano la città, i trasporti e i modi di vivere.

Anche per i consulenti finanziari sono in arrivo confortanti notizie: non solo continueranno ad essere richiesti, ma saranno destinati a diventare veri e propri punti di riferimento nel consigliare la popolazione sugli investimenti più redditizi.

L’informatica, come ci si aspettava, è destinata a veder crescere ulteriormente posti di lavoro e richieste da aziende, che necessitano di reti aziendali sempre più sicure e sofisticate. Per questo, l’aumento sarà addirittura del 20%, con picchi del 30% per chi è specializzato nella programmazione di software e applicazioni per il mobile.

Ma non solo di tecnologia si vive, e per questo si continuerà ad avere bisogno di professionisti di settore come ragionieri e revisori dei conti, oltre che di specialisti del prodotto e di bravi consulenti per la gestione aziendale.

Insomma, tra conferme e new entry, sono queste le professioni su cui puntare, per contrastare la crisi ed assicurarsi un futuro, se non sicuro, almeno confortante.

Vera Moretti

Addio Ice: come tutelare l’Export?

Una delle decisioni controverse emerse dalla finanziaria è sicuramente lo smantellamento della
rete consolare italiana all’estero, ovvero dell’Ice (Istituto nazionale per il commercio con l’estero), ma l’associazione presieduta dall’ex viceministro al commercio estero, Adolfo Urso, si oppone perché a rischio c’è “uno dei suoi fiori all’occhiello, la diffusione, la riconoscibilità e l’apprezzamento dei suoi prodotti all’estero“.

Si tratta di una vera rivoluzione, dunque, che, come si legge sul magazine online dell’associazione FareItaliaMagnon può che risolversi in un danno per l’export“.

L’eliminazione dell Ice, dunque, qualora non fosse sostituita da un ente ugualmente efficace, rischierebbe di rendere vani gli sforzi fatti in quasi un secolo di lavoro, per promuovere i nostri prodotti all’estero.
Per questo, è stato proposto di creare un “ponte” che possa fare da tramite tra l’Ice e ciò che verrà, in modo da creare una società totalmente autonoma e in grado di mantenere l’export come punto saldo da cui ripartire.

La decisione di sopprimere l’Ice deriva dalla mancata riorganizzazione dell’istituzione che sostiene le piccole e medie imprese italiane che decidono di operare all’estero, anche solo per promuovere la propria attività. Tale organizzazione era stata resa necessaria con la riforma del Titolo V della Costituzione Italiana che ha “assegnato in via concorrenziale la promozione del commercio estero e degli scambi anche alle regioni“·

Le funzioni dell’Ice verranno ora espletate dal Ministero gli Affari Esteri e dello Sviluppo Economico, i quali però non possiedono una “autonomia funzionale e soprattutto finanziaria per poter facilmente assistere i soggetti a volte anche ditte individuali che cercano di esportare i loro prodotti e servizi“.

Solo un’Agenzia dedicata potrebbe risolvere questo problema, e sarebbe utile anche per difendere la reputazione della qualità di prodotti sempre tenuti in gran considerazione all’estero.

Non resta che attendere il responso del Senato e poi della Camera.

Vera Moretti

Al via il Congresso Nazionale degli Ingegneri

Parte oggi a Bari, presso il Teatro Petruzzelli, il 56mo Congresso Nazionale degli Ingegneri. I lavori continueranno fino al 9 settembre e sicuramente gli argomenti non mancheranno.

Una nota del Consiglio Nazionale dei Professionisti, infatti, rende note le sfide proposte dall’ordine del giorno, che si basano su modernità, semplificazione e innovazione, insieme al sostegno ai giovani, capisaldi dai quali nessuno vuole prescindere, per mantenere alta la propria professionalità.

L’appuntamento per gli addetti ai lavori è molto importante, e darà l’opportunità, ai più di mille ingegneri che vi parteciperanno, di confrontarsi sui contenuti e sulle prospettive della riforma delle professioni, ma anche per seguirla da vicino, con commenti e interventi in tempo reale.

Temi di forte attualità, inoltre, saranno lo sviluppo del Paese attraverso le infrastrutture, la sicurezza informatica e il futuro dell’energia del Paese.

Ad aprire i lavori sarà il presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Bari, Angelo Domenico Perrini, cui seguirà il presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Gianni Rolando.

Tra i relatori, da segnalare Francesco Karrer, presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Gabriella Alemanno, direttore dell’Agenzia del Territorio, il sociologo Domenico De Masi e Giorgio Squinzi, Ceo del Gruppo Mapei, oltre a personaggi di spicco del mondo politico, della cultura e dell’economia.

Vera Moretti

Contro il caro-affitti arriva la coabitazione

In epoca di crisi come quella attuale, quello della casa è diventato un problema serio e, in attesa che la situazione migliori, c’è chi si ingegna per trovare una soluzione.

Quella più accreditata ed efficace, si sta rivelando la casa in condivisione, sicuramente rimedio più gettonato per i giovani, ma non solo.

Questo è il risultato di una ricerca condotta da Idealista.it, portale dedicato agli annunci immobiliari.
In un anno l’offerta di camere è cresciuta dell’85%, fino ai 4.844 immobili del campione analizzato, e le ricerche finalizzate a trovare una stanza in condivisione sono più che quadruplicate, aumentando del 327%.

Si tratta di dati che testimoniano questa tendenza, che coinvolge soprattutto gli under 35. Le nuove generazioni, assillate da lavori precari, a termine, a progetto, sempre mal retribuiti, ma che desiderano ribellarsi dall’immagine di “bamboccioni” che tanti vorrebbero appiccicare loro addosso, optano per la coabitazione, per uscire dalla casa di mamma e papà e cominciare una vita autonoma e indipendente.

L’identikit di chi, dunque, sceglie l’emancipazione “part time”, è di età media 26 anni, soprattutto donna, non fumatore, non possessore di animali domestici e con preferenza per centro città o quartieri universitari.

Le città più care, nonostante i canoni di affitto siano scesi dell’8% in un anno, rimangono Milano e Roma, con rate mensili, rispettivamente di 442 e 404 euro.

Nel capoluogo meneghino si può però arrivare ad un massimo di 800 euro mensili per le zone più ambite: Navigli-Bocconi, Garibaldi-Porta Venezia e il centro storico. Una singola in centro a Roma può invece arrivare a costare 700 euro.

Affitti sopra la media nazionale anche per Firenze (336 euro/mese), Bologna (307 euro/mese) e Torino (301 euro/mese). I prezzi di Pisa (285 euro/mese) sono pressoché allineati con la media, mentre più convenienti sono i 272 euro mensili di Napoli, i 224 di Perugia, i 222 di Bari e i 195 di Catania.

È Palermo la città meno cara in assoluto: solo 179 euro al mese per una camera singola.

Vera Moretti