Spese della casa sempre più pesanti

Da un’analisi condotta da Confcommercio sui consumi degli italiani negli ultimi vent’anni, è emerso che, in Italia, il 42% delle spese che pesano sulle famiglie riguardano la casa e tutto ciò che la riguarda, a cominciare da bollette e utenze, fino alle tanto criticate tasse sugli immobili.

L’aumento è sostanziale, se si considera che nel 1995 si trattava di una spesa pro capite di 1.900 euro, aumentata fino a 4.012 euro del 2015. Tradotto in percentuale, si parla di un aumento del 110%.

Considerando, inoltre, la crisi, che è da otto anni che incide sulla quotidianità degli italiani, la situazione non è proprio ottimale, con una pressione fiscale in continuo aumento e i redditi familiari ahimè sempre più bassi.

A questo proposito, lo studio conferma un calo del reddito del 10,6% negli anni della crisi, quindi 2007-20014, e di un -14,1% per il reddito pro capite.
Tra le conseguenze più evidenti, un taglio netto sulle altre spese, alimentazione in testa, settore che infatti ha registrato una flessione del 3%.

I responsabili di questa crescita esponenziale dei consumi legati all’abitazione sono essenzialmente due: lo smaltimento dei rifiuti e l’acqua, aumentati entrambi almeno del 130%.

Vera MORETTI

Anche l’Italia tra i progetti innovativi del CVI

La prima manche della Corsia veloce per l’innovazione, ovvero CVI, si è conclusa con la selezione di sedici progetti innovativi che riceveranno fino a 3 milioni di euro ciascuno nell’ambito del programma di ricerca e innovazione dell’UE Orizzonte 2020.

Si tratta di progetti internazionali con partner provenienti da diciannove paesi e, tra questi, ci sono anche due progetti con partner italiani: CARIM e DISRUPT.

I progetti includono, tra l’altro, l’avvio di un sistema di energia eolica aereo, la protezione dalle zanzare che veicolano malattie, la produzione di materie plastiche sostenibili rinnovabili ed economiche a partire dal legno, e lo sviluppo di monitoraggio intelligente ago per anestetici.

Carlos Moedas, Commissario europeo per la Ricerca, la scienza e l’innovazione, ha dichiarato: “In tutta Europa abbiamo bisogno di sviluppare idee innovative, e di far sì che un numero sempre più grande di queste idee diventi realtà. Oggi stiamo dando alle migliori imprese innovative un netto vantaggio nella corsa al mercato, con un accesso più rapido a 36 milioni di fondi UE“.

Vera MORETTI

Enel Green Power leader del solare in Brasile

Enel Green Power è diventato leader nel solare in Brasile grazie a 533 mw aggiudicati nella gara pubblica Leilao de Reserva.

Questo significa che EGP ha vinto il diritto di sottoscrivere contratti ventennali di vendita di energia in Brasile per un totale di 553 MW relativi ai tre nuovi progetti fotovoltaici di Horizonte MP (103 MW), Lapa (158 MW) e Nova Olinda (292 MW).

Ovviamente, Enel Green Power era già attivo in Brasile, quindi la capacità aggiudicata va ad aggiungersi a quanto già in suo possesso, ed è per questo che è diventata il principale player nell’intero settore del solare in Brasile, in termini di potenza installata e portafoglio di progetti.

Il risultato di questa gara, che ha assegnato piu capacita ad EGP che ad ogni altro partecipante, si aggiunge infatti agli 11 MW di Fontes Solar I e II, il più grande parco fotovoltaico in Brasile attualmente in esercizio e ad ulteriori 254 MW aggiudicati all’azienda a novembre dello scorso anno per la costruzione dell’impianto solare Ituverava.

Francesco Venturini, AD di EGP, ha dichiarato: “Siamo entusiasti del grande successo di questa gara, grazie alla quale siamo diventati l’azienda leader nel solare in Brasile, gli 818 MW di capacità complessiva vinti in tutte le gare sul fotovoltaico lanciate fino ad oggi in Brasile, i 700 MW di capacità vinti nelle gare sull’eolico e i 102 MW vinti nelle gare sull’idroelettrico nel Paese dal 2010, rappresentano un’ulteriore conferma della validità della nostra strategia di crescita in America Latina, la cui forza sta nel concentrarsi su tecnologie che si stanno avvicinando o hanno già raggiunto la grid parity, nella realizzazione di soluzioni innovative e nelle sinergie con le altre società del Gruppo Enel nella regione“.

Per la costruzione dei tre nuovi impianti fotovoltaici, Enel Green Power investirà circa 600 milioni di dollari statunitensi e si stima che i lavori verranno completati entro il 2017, in linea con gli obiettivi di crescita previsti dall‘attuale piano industriale della Società, che prevede la costruzione di 7,1 GW di capacita aggiuntiva in tutto il mondo entro il 2019.

I tre progetti, che saranno realizzati in aree con elevati livelli di radiazione solare, genereranno circa 1,2 TWh di energia rinnovabile e contribuiranno a soddisfare in maniera significativa il bisogno del Brasile di nuova produzione di energia.

Vera MORETTI

Export verso la Cina in ribasso

Dopo che, negli ultimi anni, il Made in Italy aveva spopolato in Cina, con cifre record per l’export, ora si sta registrando una brusca inversione di tendenza, dovuta anche ai mercati finanziari internazionali che stanno vivendo un periodo burrascoso.

La svalutazione della moneta cinese, ovviamente, si fa sentire, così come il rallentamento dell’economia cinese, che finora era andata avanti a gonfie vele, e queste sono i principali fattori che hanno portato ad un improvviso stop delle esportazioni.

I dati Istat, a questo proposito, sono piuttosto chiari. Nei primi sei mesi dell’anno l’export verso la Cina è sostanzialmente statico (+0,8%), a fronte di un Made in Italy che cresce del 5,0%; la dinamica del cambio influirà negativamente sulle statistiche delle vendite in Cina relative alla seconda metà dell’anno.

Per quanto riguarda i prodotti che maggiormente sui dirigono in terra cinese, un terzo di essi è composto da macchinari, seguito dal tessile, che comprende abbigliamento e pelli, al 16,6%, poi il 9.9% da mezzi di trasporto e il 6,1% di prodotti chimici, con il 5,5% di Prodotti farmaceutici, 5,3% di Prodotti di metallo e con il 5,0% di Prodotti delle altre attività manifatturiere.

Conseguenza della staticità del mercato è stato un aumento dell’export dei prodotti delle altre attività manifatturiere, in salita del 40,3%, Articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (+32,3%), Prodotti alimentari, bevande e tabacco (+31,0%) e Prodotti tessili e dell’abbigliamento, pelli e accessori (+14,4%).

All’opposto si registrano marcati cali nei settori di Macchinari ed apparecchi n.c.a. (-9,9%), Legno e prodotti in legno; carta e stampa (-14,2%) e Mezzi.

Vera MORETTI

Al via la seconda edizione di ItaliaRestartsUp

E’ stata presentata la seconda edizione di ItaliaRestartsUp, l’iniziativa che mira a sostenere le startup favorendo gli incontri con investitori stranieri ed enti internazionali specializzati nel supporto alle società appena formate e alle pmi.

A promuovere l’iniziativa, che avrà luogo il 22 e 23 ottobre a Milano nel corso di SMAU, sono ICE, Ministero dello Sviluppo Economico e SMAU.

La location è stata scelta ad hoc per permettere ai potenziali investitori di avere un panorama il più possibile completo dei settori presenti all’interno del salone italiano dell’Innovazione, offrendo come valore aggiunto i contatti e l’attività di networking, resa possibile dalla crescente presenza di start-up alla kermesse.

Possono partecipare all’evento: le startup, gli investitori in startup e le organizzazioni territoriali di sostegno alle start-up di tutta Italia.
Fanno eccezione i soggetti che hanno sede legale nelle Regioni Convergenza, quindi Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.

Le domande di partecipazione devono pervenire entro il 9 settembre ed il modulo di iscrizione per startup e per investitori/agenzie da compilare è scaricabile dal sito ufficiale di InnovationItaly.

Le domande saranno valutate secondo i seguenti criteri:

  • Sviluppo di un prodotto o servizio innovativo
  • Non più di 6 anni di attività dalla data di costituzione dell’impresa
  • Ottenimento di uno o più finanziamenti esterni alla compagine aziendale, di almeno 100.000 euro
  • Piani di espansione del valore di almeno 500.000 euro.

Vera MORETTI

Cartella di Equitalia nulla se arriva via posta privata

Esiste, come confermato da una sentenza della Cassazione, un caso in cui la notifica della cartella esattoriale Equitalia deve essere considerata nulla, ovvero quanto avviene tramite servizio postale privato.

Il motivo di ciò è che i messi privati non rivestono, ovviamente, un ruolo di pubblici ufficiali, quindi gli atti da loro notificati non godono della stessa presunzione di veridicità fino a querela di falso.

Questo significa che, se ricevuta tramite un servizio di posta privato, la notifica non può avere lo stesso valore della raccomandata postale, considerata un atto pubblico ai sensi dell’art. 2699 del codice civile, le cui attestazioni godono della stessa fede privilegiata di quelle relative alla procedura di notificazione eseguita per il tramite dell’ufficiale giudiziario (Cass. 17723/06 – Cass. 13812/07).

Inoltre, quando la notifica arriva a mezzo posta, deve essere considerata eseguita nella data della spedizione mentre i termini che hanno inizio dalla notificazione decorrono dalla data in cui l’atto è ricevuto.

Vera MORETTI

In aumento le imprese del turismo

I dati resi noti da un’indagine condotta dall’Osservatorio Confesercenti relativi al settore turistico hanno portato buone nuove: nel secondo trimestre 2015, infatti, sono aumentate le imprese appartenenti al settore del turismo e della somministrazione.

Tra aprile e giugno di quest’anno, infatti, sono stati contati 8.684 alberghi, bar e ristoranti in più rispetto allo stesso periodo del 2014, per una variazione positiva del 2%.

La crescita più sostanziosa è stata rilevata a Sud e nelle Isole, dove l’aumento è stato del 2,5%, mentre nel Centro-Nord la crescita è dell’1,8%.
L’aumento di imprese riguarda in particolare le grandi città. Nei comuni capoluoghi di Regione le imprese aumentano del 3,1%, per un totale di 4.189 attività: più della metà della crescita registrata a livello nazionale.

Esmeralda Giampaoli, presidente Fiepet, Federazione italiana esercenti pubblici e turistici, ha dichiarato in proposito: “Il settore prova a ripartire, ma le difficoltà rimangono intatte. Serve stretta su irregolari e abusivi della ricettività turistica e della somministrazione”.

Vera MORETTI

Investimenti diretti esteri in aumento per l’Italia

L’Ufficio Studi della CGIA ha presentato i dati relativi agli Ide, gli Investimenti diretti esteri, relativi al 2014.
Ebbene, l’Italia, tra i Paesi dell’area euro, è quello che ha conseguito l’incremento maggiore, con un aumento percentuale del 3,5 rispetto al 2013.
Risultato positivo anche per Slovenia e Finlandia, unici, insieme al Belpaese, ad aver conseguito risultati positivi.

Questo dato, però, pur essendo positivo, non risolve i nostri problemi, perché la situazione dello stock degli Ide in percentuale al Pil italiano rimane allarmante. Con un misero 17,4%, anche nel 2014, così come è avvenuto dall’inizio della crisi, ci troviamo in coda alla graduatoria europea, con la sola Grecia dietro di noi.

Quali sono i motivi principali per cui gli stranieri sono diffidenti nei confronti del nostro Paese? Paolo Zabeo della CGIA ha spiegato e commentato questi risultati: “L’eccessivo peso delle tasse, le difficoltà legate ad una burocrazia arcaica e farraginosa, la proverbiale lentezza della nostra giustizia civile, lo spaventoso ritardo dei pagamenti nelle transazioni commerciali, il deficit infrastrutturale e il basso livello di sicurezza presente in alcune aree del paese da sempre scoraggiano gli investitori stranieri a venire in Italia. Se queste sono le ragioni che rendono il nostro paese poco attrattivo, pensate in che condizioni operano gli imprenditori italiani che nonostante ciò continuano a credere nelle proprie attività, ad investire nel futuro e a dare lavoro a milioni e milioni di italiani”.

Zabeo ha poi rivolto la sua attenzione verso il buon risultato conseguito nel 2014: “Questo risultato è stato conseguito in massima parte grazie all’acquisizione, da parte dei grandi gruppi finanziari stranieri, di pezzi importanti del nostro made in Italy. Nel settore della moda, dei servizi, delle comunicazioni e dei trasporti, molti marchi storici sono finiti sotto il controllo degli investitori stranieri. Se queste acquisizioni non daranno luogo a una fuga all’estero delle attività progettuali e produttive di questi nostri brand, tutto ciò va salutato positivamente. Purtroppo, l’internazionalizzazione dell’economia che stiamo vivendo da almeno 20 anni si manifesta e prende sempre più forma anche in questo modo”.

Nel 2014 i principali paesi di provenienza dei flussi in entrata nel nostro paese sono stati il Lussemburgo (39 per cento del totale), la Francia (20,8 per cento del totale) e il Belgio (12,4 per cento del totale).

A livello territoriale, è il Nordovest l’area che riceve il più alto numero di investimenti.
Nel 2013, ultimo anno in cui i dati sono disponibili per ripartizione geografica, il vecchio triangolo industriale ha “attratto” il 65 per cento circa degli investimenti totali. Seguono il Centro (18,5 per cento del totale), il Nordest (13,8 per cento) e il Sud (2 per cento).

Vera MORETTI

A Milano un convegno di INT ed Equitalia

L’Hotel Michelangelo di Milano ospiterà, il 24 settembre prossimo, il convegno “Equitalia-INT confronto e collaborazione per migliorare il rapporto fisco/contribuente”, organizzato dall’Istituto Nazionale Tributaristi in collaborazione con Equitalia.

I lavori verranno aperti alle 14.30 con due relazioni tecniche a cura di Giuseppe Zambon (INT) e Andrea Umberto Daglia (Equitalia) ed alle 16,30 si terrà una tavola rotonda dal titolo “Il ruolo di Equitalia tra lotta all’evasione ed equità fiscale” a cui parteciperanno Giorgio Benvenuto, Vincenzo Busa, Mauro Maria Marino, Enrico Morando e Riccardo Alemanno che sarà moderata dalla giornalista Maria Carla De Cesari.

Si tratta sicuramente di un appuntamento molto importante ed interessante per gli addetti ai lavori, poiché verranno trattate tematiche estremamente delicate ed attuali, in un panorama di confusione e di incertezza.
L’incontro è infatti stato organizzato proprio per affrontare argomenti cruciali e per riuscire a studiare una strategia per poter migliorare il rapporto fisco/contribuente e renderlo il più collaborativo possibile.

Vera MORETTI

Ecco le mete dove si può fare business

E’ stata resa nota da Aice, Associazione italiana commercio estero Confcommercio, in collaborazione con l’Università Cattolica, la nuova edizione dell’Indicatore di Business Attractiveness (IBA) che ha l’obiettivo di fornire alle aziende italiane, in particolare alle pmi, uno strumento sintetico e di facile lettura per valutare nuove opportunità d’affari sui mercati internazionali, con riferimento alle opportunità di carattere commerciale.

Ciò significa che, grazie a questo particolare indice, è possibile sapere quali sono le mete verso sui il commercio estero italiano può dirigersi, per stringere interessanti collaborazioni e fare una prima scrematura delle destinazioni del proprio business.

Questo è basilare per le piccole e medie imprese, che hanno un capitale limitato da investire nell’export e che, dunque, necessitano di ottimizzare tempi e denaro.

Scorrendo, dunque, questa speciale classifica, si scopre che, rispetto allo scorso anno, nella prima classe di paesi più appetibili il Regno Unito ha guadagnato 2 posizioni, Singapore ha guadagnato una posizione.

Tra le sorprese negative, e sicuramente inaspettate, c’è l’uscita, dalle prime dieci, della Cina, che scivola all’11 posto, mentre salgono la Svizzera (6°) e si riaffacciano nelle prime posizioni Paesi Bassi (7°) e Irlanda (8°); cala di cinque posti la Spagna (9°). Chiude la Top Ten il Belgio (10°), mentre in testa si conferma la Germania, con gli Stati Uniti sempre al secondo posto.

Tra i Paesi che guadagnano più posizioni da segnalare l’Australia (ora 19° con un balzo di 23 posti), il Cile (che si piazza 33esimo guadagnando 28 posizioni), la Thailandia (che sale alla posizione 26 e fa registrare un +13 rispetto allo scorso anno) e l‘Indonesia, (che guadagna in un anno 18 posizioni e si inserisce al 55simo posto).

Fra i primi venti paesi resta consolidata la posizione di alcune economie del Golfo Persico: gli Emirati Arabi e l’Arabia Saudita; il Qatar balza di nove posizioni e si colloca al 29° posto.
Per quanto riguarda gli altri Paesi Bric, non sorprende il crollo della Russia (-13 posizioni) che rispecchia la situazione economica negativa fatta registrare dal Paese nell’ultimo periodo.

Brasile e India registrano lievi oscillazioni piazzandosi rispettivamente al 35simo e 25esimo posto.

Vera MORETTI