Intesa tra Entrate e tributaristi, ampliati i servizi di assistenza

Un ulteriore passo avanti nella semplificazione dei rapporti con l’Amministrazione finanziaria si realizza attraverso il protocollo d’intesa siglato nei giorni scorsi dalla Direzione Provinciale di Bolzano dell’Agenzia delle Entrate e le articolazioni provinciali delle Associazioni dei tributaristi Ancot, Ancit, Int e Lapet finalizzato a facilitare l’accesso ai servizi di assistenza e informazione offerti dall’Amministrazione finanziaria e agevolare l’adempimento degli obblighi fiscali.

L’obiettivo del protocollo, firmato dal direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate, Hildegard Olga Ungerer, e dai delegati provinciali delle Associazioni, è quello di garantire la semplificazione dei rapporti tra le parti, attraverso un maggior utilizzo dei canali telematici. In particolare, il protocollo prevede l’attivazione di caselle di posta elettronica certificata (Pec) e l’utilizzo prioritario del canale Civis sia per l’assistenza sulle comunicazioni di irregolarità e sulle cartelle di pagamento che per la presentazione dei documenti per il controllo formale.

Il canale telematico, oltre a favorire l’abbattimento dei tempi di attesa allo sportello, consente di richiedere servizi ed effettuare adempimenti in tempo reale quali: duplicato della tessera sanitaria e del codice fiscale, rilascio variazione e cessazione partita Iva, registrazione dei contratti di locazione, accesso al cassetto fiscale degli associati Ancot, Ancit, Int e Lapet per il reperimento delle informazioni utili agli ulteriori adempimenti fiscali.

Mion: “Semplificare non significa esautorare geometri fiscalisti e tributaristi”

Con il via libera al decreto legislativo sulle semplificazioni fiscali, è stato introdotto in via sperimentale il 730 precompilato che arriverà direttamente a casa già dal prossimo anno, per i redditi relativi al 2014, ma dopo le polemiche dei giorni scorsi del presidente nazionale dell’INT, Riccardo Alemanno, di limitare fortemente l’assistenza fiscale sulla dichiarazione dei redditi precompilata, arriva oggi anche la presa di posizione di Mirco Mion presidente dell’AGEFIS (Associazione dei geometri fiscalisti).

Presidente Mion, il Consiglio dei Ministri, nei giorni scorsi, ha finalmente dato il via libera al decreto legislativo in materia di semplificazione fiscale. Un suo giudizio?
Certamente non si può che esprimere un giudizio positivo su qualsiasi provvedimento volto a semplificare la vita dei cittadini. Nel decreto sono, infatti, presenti accorgimenti rivolti all’intera platea dei contribuenti, così come previsto dalla legge delega dell’11 marzo 2014, n.23. È innegabile che, pur con i suoi punti deboli, il decreto legislativo in materia di semplificazioni fiscali rappresenti un’importante base di partenza per modernizzare il Paese ed alleggerire contribuenti e imprese per ciò che riguarda gli adempimenti fiscali, ma il percorso per raggiungere questo obiettivo sarà certamente tortuoso. È emblematica, in questo senso, la dichiarazione dei redditi precompilata, strumento che dovrebbe consentire il passaggio al cosiddetto “Fisco amico”, al fine di semplificare gli iter burocratici. Purtroppo, però, il decreto presenta alcune debolezze, che rischiano di inficiare, o certamente ritardare, il compimento effettivo della tanto vagheggiata semplificazione.

La decisione, infatti, di restringere l’operatività ai soli commercialisti e consulenti del lavoro, oltre ai soliti Caf, lasciando fuori una parte di intermediari fiscali, è stata una doccia fredda.
L’esclusione dei geometri fiscalisti e dei tributaristi, professionisti che da decenni si occupano di tale attività, non appare condivisibile. È significativo, a questo proposito, che anche la Commissione Finanze e Tesoro del Senato, presieduta dal Sen. Mauro Maria Marino, abbia espresso alcune perplessità, richiedendo l’inclusione di questi professionisti fra quelli autorizzati allo svolgimento della funzione di tramite con i CAF per la raccolta delle dichiarazioni.

Il Governo, però, non ha ritenuto di accogliere queste osservazioni escludendo, di fatto, la categoria dei geometri, così come quella dei tributaristi, dalla compilazione delle dichiarazioni dei redditi.
Stiamo per assistere, a causa dell’estromissione di questi intermediari, alla nascita di una gran numero di soggetti, magari preparatissimi, che, al di fuori di ogni controllo e responsabilità, si proporranno al contribuente come “consulenti”, o meglio ancora come “assistenti fiscali”, per la redazione delle dichiarazioni. Il contribuente, dopo aver richiesto una consulenza a pagamento, si troverà così ad inviare in autonomia la propria dichiarazione, dal momento che, da un lato, CAF e professionisti autorizzati non si vorranno assumere la responsabilità del controllo anche delle dichiarazioni precompilate, e dall’altra i professionisti, che da sempre lavoravano insieme agli intermediari abilitati con competenza e professionalità, sono stati esautorati del ruolo che avevano sempre svolto.

La Pa sarà in grado di inviare un precompilato completo e corretto?
No, almeno inizialmente. Questo perché, per l’elaborazione della dichiarazione precompilata, l’Agenzia delle Entrate utilizzerà le informazioni disponibili in Anagrafe tributaria (come ad esempio la dichiarazione dell’anno precedente e i versamenti effettuati), i dati trasmessi da banche, assicurazioni ed enti previdenziali ed i dati contenuti nelle certificazioni rilasciate dai sostituti d’imposta con riferimento, ad esempio, ai redditi di lavoro dipendente e assimilati ed ai compensi per attività occasionali di lavoro autonomo. A partire dalla dichiarazione dei redditi 2016, poi, nella dichiarazione precompilata confluiranno anche i dati relativi alle spese sanitarie che danno diritto a deduzioni dal reddito o detrazioni d’imposta, grazie al sistema “Tessera Sanitaria”.
Per il 2015, circa il 70% delle dichiarazioni messe a disposizione dall’Agenzia delle Entrate dovrà essere corretta o integrata, percentuale che dovrebbe scendere a circa 45% nel 2016 per azzerarsi, finalmente, nel 2017, secondo i dati messi a disposizione dall’Agenzia stessa. Ritengo, però, che le stime emerse in questi giorni siano estremamente ottimistiche. Infatti credo che, quando le parole si tramuteranno in fatti, le percentuali delle dichiarazioni “bisognose” di correzioni e/o integrazioni saranno un numero assai più elevato di quanto stimato. Appare subito evidente come i contribuenti avranno spesso, quindi, necessità di avvalersi di professionisti ed intermediari abilitati (come avrebbero dovuto essere i geometri fiscalisti ed i tributaristi, da sempre un punto di riferimento qualificato per i cittadini per tutte le pratiche fiscali) per integrare le dichiarazioni, così come per ottenerle. Non deve essere dimenticato, infatti, che la dichiarazione precompilata non verrà inviata direttamente ai lavoratori dipendenti e pensionati, ma questi potranno accedervi dal sito dell’Agenzia delle Entrate, oppure conferendo delega al proprio sostituto d’imposta, che presta assistenza fiscale o, infine, delegando un centro di assistenza fiscale o un professionista abilitato. Anche con la dichiarazione dei redditi precompilata, quindi, il ruolo consulenziale rimane imprescindibile.

Nuovo modello 730 precompilato, ecco come evitare i controlli

Quali dovrebbero essere i prossimi provvedimenti per sfoltire il sistema normativo fiscale?
Sicuramente, come prescritto dall’art.4 della Legge Delega fiscale (23/2014), bisogna procedere speditamente alla razionalizzazione delle dichiarazioni IRPEF (la cosiddetta tax expenditures). Significa rimuovere, o sfoltire significativamente, le “agevolazioni”, ed in parallelo abbassare le aliquote nominali, per mantenere inalterato il gettito, migliorando gli incentivi dal lato dell’offerta, oltre a ridurre la complessità della normativa fiscale. Non va dimenticato, infatti, che esistono più di 700 regimi “speciali”, detrazioni, deduzioni e sconti fiscali, figli della stratificazione del sistema fiscale, che devono essere ridotti al minimo, per ottenere una reale semplificazione far sì che il contribuente possa divenire consulente di se stesso.

Jacopo MARCHESANO

Bologna, gli avvocati in piazza (e non per protestare)

Prosegue, nell’ambito del Patto per la Giustizia, promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con il Consiglio dell’ Ordine degli Avvocati di Bologna, il servizio gratuito di informazione e orientamento per l’accesso alla giustizia che è aperto tutti i lunedì e i mercoledì dalle 9 alle 12. Lo sportello ha il compito di fornire un servizio di informazione e orientamento rispettivamente su: strumenti di tutela giudiziaria previsti dall’ordinamento, tempi di massima di un giudizio e parametri di legge, oneri tributari e possibili conseguenze della soccombenza, difesa d’ufficio, requisiti e condizioni per accedere al patrocinio a spese dello Stato, procedure di risoluzione alternativa delle controversie esperibili anche tramite camere arbitrali, procedure di conciliazione o risoluzione alternativa.

Lo sportello, ci tengono a precisare dall’Ordine, esclude ogni attività di consulenza legale nonché di informazione sui giudizi pendenti.

Emirati Arabi Uniti, una grande opportunità

Gli Emirati Arabi Uniti sono una opportunità per le aziende italiane, sia per quanto riguarda le attività commerciali, sia per la produzione delocalizzata. Alcuni dati: gli EAU sono composti da sette Emirati (Abu Dhabi, Dubai, Sharjah, Ajman, Umm Al Qaiwain, Ras Al Khaimah e Fujairah), hanno una popolazione complessiva di circa nove milioni di abitanti e nel solo 2013 hanno importato dai tre principali paesi europei (Germania, Gran Bretagna e Italia) oltre 20 miliardi di euro di merci, raddoppiando in otto anni il volume di importazioni. Per l’Italia rappresentano l’ottavo Paese verso cui esportiamo, con un volume di circa 5 miliardi nel 2013. Il PIL cresce del 4%, ogni anno, negli ultimi 4 anni.

Oltre 200 fiere si tengono ogni anno tra Dubai, Abu Dhabi e Sharjah, per un totale complessivo di oltre 600 giornate fieristiche.
E’ evidente che, pur considerando la elevata capacità di spesa degli emiratini benestanti, buona parte delle merci importate non sono utilizzate dal mercato interno ma riesportate verso altri paesi; la sola Dubai è il terzo centro di riesportazione al mondo. E’ questa una delle particolarità del Paese, che funge da ponte tra l’Occidente e l’Oriente. Basti pensare che il porto di Dubai è il quarto porto commerciale al mondo per numero di navi in transito, e che il suo aeroporto nel 2012 ha registrato il passaggio di quasi 10 milioni di turisti, 66 milioni di passeggeri complessivi nel 2013.

E’ abbastanza evidente che le aziende italiane possono avere delle grandi opportunità commerciali; l’elevata qualità e il gusto italiani sono molto apprezzati, ma i prodotti devono essere competitivi anche per il prezzo. Insomma, nessun regala nulla: le aziende che vogliono approcciare questi mercati devono avere un alto standard qualitativo e prezzi concorrenziali, oltre ad un buon prodotto.
Ma oltre a questo, ci sono altre ragioni che potrebbero incentivare le aziende a prendere in considerazione questo mercato.
Ad esempio può essere interessante la costituzione di una società, considerato il vantaggio dell’esenzione fiscale e i costi (inferiori da quattro a otto volte) della manodopera.

Sono essenzialmente tre le tipologie societarie, con diverse forme costitutive:
Tipologia Commerciale, che consente al titolare di importare, esportare e vendere specifici beni o prodotti.
Tipologia Industriale, richiesta per l’installazione e l’esercizio di attività industriali limitatamente a specifici prodotti o processi manifatturieri.
Tipologia Professionale o servizi, per professionisti, fornitori di servizi o artigiani.

Per la forma societaria, si può costituire una Limited Liability Company, con un partner emiratino che deve essere socio minimo al 51%, la società riceve una licenza ad operare sul territorio.
Oppure si può aprire una filiale, che non necessita del socio locale e può essere interamente posseduta dalla casa madre; tuttavia deve essere nominato uno sponsor, persona fisica o azienda, di cittadinanza EAU.
E’ possibile anche ottenere una Licenza Professionale, in pratica una ditta individuale ma solo per le attività professionali. ed è obbligata a nominare una agente locale emiratino.

Anche un Ufficio di Rappresentanza è una soluzione, se si vuole limitare l’attività al marketing e alle pubbliche relazioni.
La caratteristica più allettante degli Emirati sono però le Zone Franche, vere e proprie “oasi” per le aziende.
La maggior parte delle zone ha un settore di specializzazione specifico: finanziario, internet, media, hi tech e così via. Alcune invece accettano aziende di diversa natura.

Ogni zona franca è gestita da un organismo ad hoc responsabile della registrazione delle aziende e la concessione della licenza per operare nella zona. Le regole e le procedure per ottenere le autorizzazioni variano in ogni zona. Le società consolidate all’interno di una zona franca sono considerate imprese straniere per la legge degli Emirati Arabi Uniti, e hanno bisogno di una societa’ locale per svolgere le attività di business nel Paese.

Caratteristiche generali sono che la proprietà può essere straniera al 100%, nessuna tassa sulla società per 15 anni (rinnovabile), la libertà di rimpatriare il patrimonio netto e gli utili, niente tasse sul reddito individuale, l’esenzione totale dai dazi doganali per l’importazione nella zona franca, non c’è nessuna restrizione di valuta.

Uno svantaggio invece è rappresentato dal fatto che, le società consolidate all’interno di una zona franca, sono considerate imprese straniere per la legge degli Emirati Arabi Uniti, quindi hanno bisogno di un agente / distributore locale per svolgere le attività di business in tutta l’area del Golfo.

L’assenza di imposte sul reddito sia delle persone fisiche che delle persone giuridiche, ha alcuni risvolti negativi: i costi sostenuti sono indeducibili per le imprese italiane se i fornitori sono residenti emiratini ed essendo territorio black list gli utili sono tassati integralmente in capo al percettore italiano. Come per ogni progetto imprenditoriale, non esistono soluzioni valide per tutti, ma ogni caso deve essere valutato attentamente ed approfondito a dovere, dal punto di vista commerciale, fiscale e legale.
In particolare le questioni legali sono abbastanza complicate, in quanto si applica generalmente un modello di Diritto Continentale, basato sui codici e non sui precedenti giurisprudenziali, lasciando l’interpretazione del diritto al giudice, che tende a proteggere gli interessi locali. Inoltre, il rappresentante legale, anche se l’’azienda è estera, deve essere di nazionalità emiratina e la lingua processuale è l’arabo.
Vale quindi la pena strutturare bene, dal punto di vista fiscale e legale, e sin dal principio, la presenza dell’azienda negli Emirati, per evitare controversie future dall’esito incerto.

dott. Marco Degiorgis – Consulente indipendente per la gestione dei patrimoni familiari, Studio Degiorgis

Nuovo modello 730 precompilato, ecco come evitare i controlli

Nei giorni scorsi la riforma del Fisco messa in cantiere dal premier Matteo Renzi ha centrato uno dei primissimi obiettivi con l’approvazione in via definitiva il decreto legislativo in materia di semplificazione, che contiene al suo interno anche l’introduzione per il 2015 della dichiarazione dei redditi precompilata.

Quanto agli altri decreti attuativi in agenda nelle prossime settimane, alcuni dovrebbero essere, si spera, ormai in dirittura d’arrivo. Sono attesi tra gli altri i testi sulla detassazione del reddito lasciato in azienda dai piccoli imprenditori, sui regimi semplificati, sulle sanzioni e sull’abuso di diritto. In materia di catasto è già stato esaminato dal Consiglio dei ministri il provvedimento sulle commissioni censuarie, che a loro volta si dovranno occupare della riforma.

Tornando alla più stretta attualità, il nuovo 730 precompilato potrà essere accettato alla prima lettura dal contribuente così come si presenta, oppure, ovviamente, integrato. Nel caso in cui il contribuente accetti la dichiarazione e la trasmetta entro il 7 luglio, l’amministrazione non effettuerà alcun controllo formale sui dati forniti, e nemmeno i controlli preventivi sulle detrazioni per carichi di famiglia in caso di rimborso superiore a 4mila euro, anche determinato da eccedenze d’imposta derivanti da precedenti dichiarazioni.Possibili, invece, i controlli sulle condizioni soggettive per il diritto alla detrazione degli oneri indicati, la verifica sulla spettanza di agevolazioni e oneri certificati dai sostituti di imposta per i quali gli stessi non hanno operato le trattenute.

In parole povere: se si accetta (fidandosi) subito la dichiarazione dell’Agenzia delle Entrate, si avrebbe una sorta di “immunità fiscale”. Se invece si integra, magari chiedendo legittimamente la detrazione del 19% delle spese mediche sostenute durante l’anno, il Fisco potrebbe continuare a scavare. Considerando il rimborso fiscale medio, poco meno di 170 euro, ne varrà davvero la pena?

Jacopo MARCHESANO

Wine&Food Style, successo a Villa Erba

Grande successo per la prima edizione di Wine&Food Style, nuovo evento all’insegna dell’eccellenza enogastronomica made in Italy, nell’elegante cornice di Villa Erba a Cernobbio, nel Comasco. Un fine settimana dedicato alla scoperta di vini e cibi artigianali, con un ricco programma di eventi collaterali come presentazioni di libri, workshop e showcooking, tutti ovviamente legati al mondo della cultura culinaria nostrana. Circa un centinaio gli espositori soltanto per i vini: Piemonte grande protagonista della rassegna con i vini dell’Ovadese e le aziende provenienti dalle colline di Langhe, Roero e Monferrato; poi la Lombardia, con le cantine del Consorzio Vini Mantovani e quelle del Consorzio Club del Buttafuoco Storico, che riunisce le 13 vigne dove si produce il vino dell’Oltrepò Pavese; la Toscana, con i nobili vini di Montepulciano e della Maremma; e la Puglia, rappresentata dal Primitivo e dal Negramaro.

«Un successo che va oltre le nostre migliori aspettative – ha commentato Angelo Altamura, amministratore unico ed exhibition director di UpMarket, soddisfatto dei 3.400 i visitatori che hanno partecipato alla mostra-mercato – soprattutto se si considera che si è trattato di una prima edizione. Siamo molto soddisfatti della risposta del pubblico, che si è dimostrato molto attento e competente, in grado di cogliere appieno un’offerta “di nicchia” che ha coinvolto un numero di espositori selezionato soprattutto in base alla qualità dei prodotti proposti, sia nel comparto del vino sia in quello del food».

Alemanno: “Ben venga la semplificazione, ma che coinvolga tutti”

Non è piaciuta allIstituto Nazionale Tributaristi (INT) la decisione del Governo di limitare fortemente l’assistenza fiscale sulla dichiarazione dei redditi precompilata, la quale restringere l’operatività ai soli commercialisti e consulenti del lavoro, oltre ovviamente ai Caf, lasciando fuori una parte di intermediari fiscali. In merito, oggi abbiamo incontrato Riccardo Alemanno, presidente nazionale dell’INT.

Presidente Alemanno, il Consiglio dei ministri nei giorni scorsi ha finalmente dato il via libera al decreto legislativo in materia di semplificazione fiscale. Un suo giudizio?
Il giudizio generale sul tema della semplificazione non può che essere positivo, detto ciò in particolare sul D.Lgs. semplificazione e dichiarazione precompilata, approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri, con ritardo rispetto ai tempi previsti e primo dei decreti prevoisti dalla Legge Delega in materia, il giudizio è a luci ed ombre.
Come già detto la semplificazione in ambito fiscale è argomento da tutti sostenuto ed utilizzato più volte come via di modernizzazione del Paese, quindi ribadisco il giudizio positivo, però quello che non condivido è una certa “timidezza” nell’affrontare problematiche di ampio respiro, nel Decreto vengono approvate una serie di micro semplificazioni, positive senza dubbio, ma che non saranno avvertite dalla maggoranza dei contribuenti poichè riguardano settori ben delimitati e singoli adempimenti, mentre l’innovazione più attesa ovvero la dichiarazione dei redditi precompilata non ha iniziato il suo percorso sotto i migliori aupsici.

La decisione, però, di restringere l’operatività ai soli commercialisti e consulenti del lavoro, oltre ai soliti Caf, lasciando fuori una parte di intermediari fiscali, è stata una doccia fredda.
Si una doccia fredda, data la posizione della Conmmissione Finanze del Senato e le assicurazioni dello stesso Governo, ma soprattutto una partenza errata. Infatti come già detto la parte prepomderante del D. Lgs. è quella che riguarda la dichiarazione dei redditi precompilata, che è un obiettivo giusto e condivisibile, ma che ha iniziato il suo percorso in modo sbagliato, oltre che per l’ attribuzione della funzione solo ad alcuni intermediari fiscali anzichè a tutti quelli autorizzati dalle attuali norme, per le responsabilità derivanti dalla eventuale lavorazione del modello precompilato. Spero però che prevalga il buon senso e si apportino le giuste modifiche, peraltro un obiettivo così ambizioso per avere possibiltià di successo deve essere semplice e coinvolgere tutti i soggetti professionali che attualmente forniscono assistenza fiscale al contribuente. Attualmente non riscontro né semplicità, né coinvolgimento di tutti i professionisti del settore.

La Pa sarà in grado di inviare un precompilato completo e corretto?
Al momento no, se non in alcuni singoli casi, tant’é che si parla di periodo sperimentale e di una possibile messa a regime nell’arco di tre anni. Due sono le problematiche maggiori: la complessità del nostro sitema fiscale e l’impossibilità di un dialogo telematico e scambio di dati tra i vari Uffici della Pubblica Amministrazione.

Quali dovrebbero essere i prossimi provvedimenti per sfoltire il sistema normativo fiscale?
La complessità deriva anche dalla sedimentazione di una quantità innumerevole di norme che si sono susseguite nei vari decenni, ovvero si modifica e quando si cancellano adempimenti normalmente si sostituiscono con altri più complessi, avremmo bisogno di testi unici duraturi per dare certezza al contribuente, invece si va nella direzione opposta. Bisognerebbe avere il corraggio di cancellare una serie di norme e richieste burocratiche, ma ripeto, un buon inizio sarebbe già quello di avere una tregua normativa, solo così si potrebbe ragionare ed intervenire per una vera semplificazione.

Jacopo MARCHESANO

Oracle, finanziamenti per digitalizzare le Pmi

Oracle, una delle maggiori imprese nel campo dei database e del software in generale della Silicon Valley, promuove da anni l’innovazione tecnologica grazie a finanziamenti mirati per digitalizzare le Pmi. Per portare in azienda prodotti, servizi e soluzioni made in Oracle non sono più necessari grandi investimenti iniziali: il vendor ha varato un’offerta di finanziamento rivolta alle piccole e medie imprese, con l’obiettivo di abbattere le barriere all’ingresso per l’adozione della tecnologia Oracle. L’offerta mette a disposizione due opzioni di pagamento agevolato, grazie alle quali diventa più facile, per il cliente, pianificare il proprio flusso di cassa, accelerare il ritorno degli investimenti e diluire la spesa nel tempo.

L’offerta di finanziamento agevolato prevede, come detto, due soluzioni di pagamento alternative: con locazione della durata di 36 mesi a costo zero; oppure con pagamento rateale della durata di 36 mesi al costo dell’1%.

In questa ottica di sostegno all’innovazione tecnologica e alla digital disruption non più rimandabile per il mercato italiano ma non solo, si inserisce anche la strategia dell’azienda fondata nel 1977 da Larry Ellison per il cloud computing rivolta proprio alle imprese.

730 precompilato, dal 2015 si parte

La rivoluzione del 730 precompilato per dipendenti e pensionati partirà dal 2015. Il Consiglio dei ministri nei giorni scorsi ha finalmente dato il via libera al decreto legislativo in materia di semplificazione fiscale e dichiarazione dei redditi precompilata. A partire dal prossimo anno, quasi 30 milioni di italiani riceveranno la dichiarazione dei redditi a casa direttamente dall’Agenzia delle Entrate.

Le commissioni di Camera e Senato dovranno fare i conti con le proteste di tributaristi e geometri fiscalisti, che rischiano di non poter più lavorare per i CAF supportando i contribuenti nella compilazione dei modelli. Per una modifica del Governo al secondo passaggio in CdM del decreto sulle semplificazioni fiscali, infatti, gli unici professionisti abilitati restano commercialisti, consulenti del lavoro, periti ed esperti iscritti alle Camere di Commercio dal 1993. Toccherà, infatti, all’Amministrazione finanziaria raccogliere ed elaborare i dati e inviare le risultanze al contribuente secondo una rigida scadenza temporale. Al contribuente resta l’obbligo di verificare l’esattezza e la completezza dei dati.

“Appare sicuramente pretestuosa – ha dichiarato Riccardo Alemanno, Presidente nazionale dell’INT – la giustificazione della qualificazione dei soggetti autorizzati a svolgere l’attività di assistenza sul precompilato, perché i soggetti attualmente esclusi svolgono assistenza fiscale ai contribuenti per adempimenti ben più complessi. Inoltre se si guarda a ciò come una lotta tra categorie, poiché le pressioni esclusiviste delle categorie ‘ammesse’ sono state fortissime, ciò che viene in mente è solo una tristissima guerra tra poveri ovvero pensiamo al singolo orticello anziché compatti ed all’unisono richiedere vere semplificazioni, tutto ciò è molto triste”.

“Chiederemo incontri con membri dell’Esecutivo per capire il perché di questo – ha concluso Alemanno – , poiché ciò è tanto più paradossale se si pensa alle più volte dichiarata necessità di liberalizzazioni enunciata dal Governo, una scelta restrittiva, direi monopolista non ha ragione d’essere, la dichiarazione dei redditi precompilata avrà possibilità di successo solo se saranno coinvolti tutti gli intermediari fiscali abilitati. C’è tutto il tempo per rimediare e rivedere una posizione che si spiega solo con il fatto che abbia prevalso la volontà di chi ancora antepone l’interesse di pochi all’interesse generale. Ora bisogna solo rimediare ad un brutto scivolone che fa partire in modo sbagliato un progetto giusto nel principio, siamo solo nella fase iniziale il tempo per rimediare c’è se si ha a cuore l’interesse dei contribuenti”.

Jacopo MARCHESANO

Di Bonito: “Innovazione e semplicità, così nasce AppyU”

AppyU è un’applicazione per iOs e Android che permette agli utenti di ottenere gratuitamente sconti in svariati esercizi commerciali, bar, pub e discoteche a Milano. Reduce dal successo a Smau 2014, oggi abbiamo incontrato uno dei fondatori della giovanissima startup, Danilo Di Bonito.

Dott. Di Bonito, di cosa si occupa la start-up?
AppyU, l’applicazione ideale per chi vuole scoprire nuovi esercizi commerciali (bar, locali, discoteche, ecc..) e trovare le offerte disponibili intorno a se. Il servizio, presente al momento solo a Milano, grazie alla geolocalizzazione permette di navigare tra le offerte con un click, scaricare i buoni, nel caso di offerte dedicate agli utenti dell’app, salvarle e condividerle con i propri amici, ma soprattutto permette di ottenere un risparmio anche molto elevato sulle consumazioni nei locali milanesi. Un’app semplice e alla portata di tutti. Basta scegliere la zona e il bar, pub o ristorante che si predilige, sfogliare tra le decine di offerte su cocktail, aperitivi, pranzi o cene e mostrare direttamente il proprio smartphone con il buono al gestore del locale per ottenere lo sconto, senza doverlo stampare

Da dove nasce l’idea?
AppyU nasce al Politecnico di Milano, da un’idea sviluppata durante il corso di eBusiness da Federico De Poli e Danilo Di Bonito. L’idea attira subito l’attenzione di Andrea Rangone, docente del corso, che decide di aiutarli a realizzarla. Grazie all’esperienza ed alle capacita’ di sviluppo di Daniele Rizzo e Fausto Pagliara, due giovani ingegneri informatici, l’applicazione prende vita sia sui dispositivi Android che per quelli iOS. L’intero processo di sviluppo e’ stato supportato dall’acceleratore d’imprese del Politecnico di Milano, il PoliHub.

In Italia si investe in startup hi-tech un ottavo rispetto a Francia e Germania, un quinto rispetto al Regno Unito e poco meno della metà rispetto alla Spagna. Mancanza di coraggio o di idee?
In Italia non manca senza dubbio il coraggio, ne è la dimostrazione la quantità di giovani aspiranti imprenditori che ci sono e si vedono ad eventi come SMAU.

A proposito di Smau, un bilancio sulla vostra partecipazione?
Smau è un evento sempre interessante da cui possono nascere anche collaborazioni utili. In particolare, negli ultimi anni, si è dato molto risalto alle startup innovative come la nostra e questo ci rende molto orgogliosi, assieme al fatto di essere arrivate nelle finaliste di App4Expo, che premiava le migliori applicazioni in ottica Expo. Quest’anno abbiamo parlato con varie persone interessate a sviluppare eventuali sinergie fra le aziende.

Jacopo MARCHESANO