Banche italiane, in 3 anni persi 100 miliardi di prestiti

Come segnala rapporto mensile dell’Abi,l’associazione di settore del mondo bancario e finanziario italiano, la sofferenza bancaria continua a crescere nel nostro Paese. A marzo, secondo il rapporto di Palazzo Altieri, “risalgono a 80,9 miliardi di euro i crediti sofferenti netti, dopo la discesa nei 2 mesi precedenti, mentre quelle lorde arrivano a 189,52 miliardi, quasi il 12% del pil, pari al 9,8% degli impieghi, in netto aumento dall’8,6% dello stesso mese del 2014 e dal 2,8% di fine 2007, ultimo anno prima dello scoppio dellacrisi finanziaria. Le sofferenze salgono al 16,7% tra le imprese, mentre tra le famiglie sono al 7,1%”.

Non solo cattive notizie perché il rapporto, tra le altre cose, rileva un “netto miglioramento dei nuovi prestiti alle imprese nel primo trimestre dell’anno, per una crescita dell’8,1%, mentre è vero boom per i mutui concessi alle famiglie (+50%)”. L’abbassarsi degli spread a seguito del Quantitative easing, come dicono gli esperimenti, della Bce ha portato in basso anche i tassi: quello medio sui prestiti è al 3,54% e quello dei mutui per la casa al 2,64%.

Agenzia delle Entrate e Inps, protocollo d’intesa contro le frodi

Con l’obiettivo di contrastare frodi fiscali e contributive, stringendo le maglie in modo particolare contro il fenomeno delle compensazioni fraudolente tra crediti e debiti nei confronti di Erario e Inps, i due enti hanno firmato, nelle persone di Rossella Orlandi e Tito Boeri, un nuovo protocollo d’intesa per condividere gli sforzi sulla base di metodologie ed elenchi condivisi.

“Nel 2014 sono oltre 1,9 milioni i soggetti che hanno utilizzato crediti verso l’Erario per pagare, in tutto o in parte, contributi Inps, con oltre 5 milioni di modelli F24 – ha dichiarato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi -. L’Agenzia delle Entrate è impegnata a contrastare in maniera incisiva il fenomeno delle compensazioni di crediti inesistenti”, commenta Orlandi. “Ci siamo inoltre dotati di una procedura ad hoc per il monitoraggio delle compensazioni, che ci consente di individuare quelle, indebite, connesse al pagamento di somme iscritte a ruolo”.

“Nel 2014 le richieste di compensazione all’Inps attraverso l’utilizzo parziale o integrale di crediti verso l’Erario sono fortemente aumentate – ha dichiarato, invece, Tito Boeri appena terminato l’incontro -. C’è stato un incremento del 60% nel numero di F24 presentati a tal fine per 1,2 miliardi in più di compensazioni con l’Erario, decisamente un incremento fuori linea rispetto a quanto avvenuto negli anni precedenti, che fa sospettare che parte di queste richieste possano essere originate dal tentativo di evadere tasse e contributi sociali”.

La Cina incoraggia l’import, il Made in Italy pronto a competere

La Repubblica Popolare Cinese, con una nuova misura politica a favore dell’importazione, dopo anni di incentivi all’export, ha ridotto in modo consistente le tariffe daziarie su abbigliamento, calzature, cosmetici e altri beni di uso quotidiano. La nuova regolamentazione dai prossimi mesi diminuirà i dazi all’import su vari tipi di calzature – stivali e scarpe sportive – dal 22-24% al 12%, su diverse tipologie di abbigliamento – cappotti, giacche a vento, maglioni, giacche, tailleur – dal 14-23% al 7-10%, nonché su prodotti per la cura della pelle – creme solari e abbronzanti – dal 5% al 2%.

“L’espansione della domanda interna cinese è in crescita costante, per l’accresciuta propensione al consumo – ha affermato il viceministro allo Sviluppo economico, Carlo Calenda – e la maggiore disponibilità finanziaria dei cittadini cinesi. Il calo delle tariffe soddisferà le nuove e diverse esigenze dei consumatori cinesi, che vogliono i tipici prodotti italiani del fashion e del footwear. Il governo è pronto a coadiuvare, con il nuovo Piano Straordinario 2015 per la promozione del Made in Italy, che stiamo ora implementando, l’espansione delle nostre vendite sul mercato cinese. Una misura come questa è davvero propizia per il nostro commercio con la Cina, già in netta crescita con il +17,9% fatto segnare nel primo quadrimestre 2015″. Si spera, almeno quello…

Bulgari e le grane con il fisco

Attraverso la creazione nel 2006 di società, appositamente, all’estero (Svizzera, Olanda e Irlanda soprattutto), Paolo e Nicola Bulgari, eredi della maison fondata nel lontano 1884 e attiva nel settore del lusso, avrebbero frodato il fisco evadendo somme considerevoli. L’ammontare della frode, secondo l’accusa, ammonterebbe a tre miliardi di euro. Non proprio bruscolini…

Il dibattimento avrà inizio il prossimo ottobre e vede coinvolte altre undici persone, tutte accusate di essere complici nella creazione di un meccanismo fraudolento scoperto dalla Guardia di Finanza ad inizio 2013. Da due anni a questa parte, i sequestri preventivi hanno raggiunto i 46 milioni di euro e l’apposizione di sigilli all’ufficio del gruppo in via Condotti, a Roma.

Il leggendario marchio dal 2011 è di proprietà di Bernard Arnault, patron di Lvmh (Louis Vuitton Moët Hennessy) che dopo mesi di trattative riuscì a trovare un accordo con Toni Belloni (il manager italiano numero due del gruppo), i cugini Paolo e Nicola Bulgari e il loro nipote Francesco Trapani (amministratore delegato).

Last Minute Tour, franchising di qualità

Con oltre 230 punti vendita sul territorio nazionale, Last Minute Tour è uno dei network leader in Italia del settore della distribuzione turistica. A testimonianza di ciò, i risultati del biennio 2010-2011 che hanno visto il fatturato dell’azienda crescere di oltre il 30%, da 35 a 110 milioni di euro, nonostante la contrazione del mercato provocata dalla grave crisi economica che ha contagiato il mondo intero negli ultimi anni.

Il grande successo delle modalità in franchising ne conferma la competenza e il modello contrattuale dell’associazione in partecipazione ti permetterà di gestire tranquillamente la tua agenzia Last Minute Tour, avvalendoti della vera partership di un’azienda vincente e soprattutto praticamente azzerando qualsiasi rischio di impresa.

Per qualunque informazione, si consiglia di approfondire la lettura sul sito.

Bonfigli: “Collabobeat, ecco come abbiamo stregato Smau”

Condividere il referto di una visita medica tra medici e pazienti non stravolge il flusso di lavoro dei primi e rende entusiasti i secondi: le visite non risultano più lunghe ed i pazienti non disturbano i medici più di quanto già facciano ora. Collabobeat è un prodotto di Digital Health Experience Srl, società con qualifica di “startup innovativa” secondo la recente normativa in materia, fondata da Floriano Bonfigli a fine 2012, con sede operativa a Fermo nelle Marche.

Dott. Bonfigli, di cosa si occupa la vostra startup nel dettaglio?
Abbiamo lanciato sul mercato italiano forse la prima piattaforma digitale per la collaborazione tra medico e paziente. Funziona molto semplicemente, in soli 3 passaggi: 1. i medici scrivono il referto di una vista medica su Collabobeat; 2. i medici, al termine della visita, cliccano sul bottone “Condividi visita medica”; 3 d’ora in poi, i pazienti potranno leggere e commentare quanto scritto dal loro medico, direttamente all’interno di Collabobeat.

La possibilità di scrivere, leggere e commentare direttamente all’interno di Collabobeat sarà l’occasione per paziente e medico di poter finalmente comunicare attraverso un unico canale, che farà dimenticare telefonate, email, sms, messaggi su Whatsapp e addirittura Facebook, secondo le nostre continue interviste a medici e pazienti. Non è difficile immaginare che portare tutta la comunicazione all’interno di un unico sistema migliorerà l’accuratezza e la qualità delle informazioni scambiate quindi lo spirito di collaborazione tra medico e paziente.

Da dove nasce l’idea?
Da una recente ricerca scientifica che dice che l’86% dei 10.000 pazienti coinvolti ha dichiarato che la possibilità di avere sempre con sé referti e note delle proprie visite mediche influenzerebbe la scelta del medico/struttura ospedaliera da cui farsi curare in futuro. Poi c’è la competenza di Floriano Bonfigli, il fondatore che è nel settore della sanità elettronica oramai dal 2006, all’inizio come dipendente di una multinazionale poi come consulente libero professionista ed ora come imprenditore. Non ultimo, intervistiamo continuamente medici e professionisti del settore in genere in modo da essere sempre in linea con quello che il mercato chiede.

In Italia si investe in startup hi-tech un ottavo rispetto a Francia e Germania, un quinto rispetto al Regno Unito e poco meno della metà rispetto alla Spagna. Mancanza di coraggio o di idee?
Di idee in giro ne vedo diverse, anche nel mio settore, della sanità digitale. In generale, molte di queste sono appunto allo stadio di idee o poco più, quindi difficilmente finanziabili con capitale di rischio. D’altra parte, l’ammontare del finanziamento per i forse pochi progetti meritevoli non è granché, specialmente in fase “seed”. Questo tiene lontano i team migliori che o provano a far tutto da soli o cercano fortuna all’estero. E’ un po’ un cane che si morde la coda. Comunque, consoliamoci con il fatto che fare un’impresa non è una passeggiata neanche nella tanto amata Silicon Valley, dove sicuramente non manca il coraggio e la capacità d’investire.

Un bilancio sulla vostra partecipazione a Smau 2014?
Ottimo, veramente. A meno di una settimana dallo SMAU siamo stati ricevuti da un primario di un reparto di Pediatria a cui abbiamo presentato la nostra soluzione ed abbiamo tante opportunità di follow-up che ci terranno impegnati almeno per tutto il mese di novembre.

Jacopo MARCHESANO

Confartigianato: “La soluzione per le imprese è la compensazione debiti-crediti”

“Prendiamo atto dei miglioramenti nella soluzione del problema del pagamento dei debiti pregressi della PA. Gli strumenti messi in campo dai Governi Letta e Renzi hanno ridotto lo stock di crediti insoluti. Ora l’azzeramento di quanto dovuto alle imprese deve restare nell’agenda delle priorità dell’Esecutivo”. Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato, sembra finalmente soddisfatto di come gli ultimi due governi abbiano gestito il problema dei pagamenti dei debiti della Pa, ma invita a non abbassare la guardia

Nelle scorse settimane il ministero dell’Economia con una nota ufficiale ha reso noto che i debiti della PA pagati ai creditori ammontano a 31,3 miliardi mentre le risorse rese disponibili agli enti debitori sono in totale 38,4 miliardi, il 68% dello stanziamento del 2013.

“La compensazione, prevista tra i criteri della legge delega di riforma fiscale – spiega il Presidente di Confartigianato – rappresenta la strada più semplice per restituire risorse e serenità agli imprenditori. Confartigianato la indica da tempo. Si tratta di fare leva proprio sulla doppia veste dello Stato: esattore e pagatore, consentendo agli imprenditori la compensazione tra i crediti che vantano nei confronti della Pubblica amministrazione con le imposte e i contributi da pagare al Fisco. Parliamo di una somma di 26 miliardi che equivale ai versamenti allo Stato effettuati in un anno dalle imprese fornitrici di beni e servizi alla Pa. Questa operazione equivarrebbe a una iniezione di liquidità, servirebbe ad allentare la morsa che schiaccia gli imprenditori e aprirebbe finalmente la stagione di rapporti di fiducia tra Stato, Regioni, Enti locali e imprese”.

Ddl Stabilità, Rete Imprese Italia alla Camera

Nei giorni scorsi i rappresentanti di Rete Imprese Italia hanno espresso il proprio giudizio sul Ddl Stabilità in audizione presso la Commissione Bilancio della Camera dove hanno rilevato, tra le altre cose, la necessità di accentuare gli interventi per il rilancio dell’economia e degli investimenti, con un sostegno più energico ad alcune linee già definite nel decreto “Sblocca Italia”, come il recupero e la riqualificazione del territorio, gli interventi per l’edilizia, un sostegno più deciso all’innovazione nelle PMI. Positivo, comunque, il “complesso della manovra, con apprezzabili tratti espansivi, in controtendenza rispetto all’approccio rigorista finora adottato”.

Secondo Rete Imprese Italia, però, la manovra si regge su “una consistente ma ancora insufficiente riduzione della spesa pubblica. Il rigoroso rispetto dei tagli a sprechi e spese improduttive sarà decisivo per l’intera economia italiana: altrimenti le clausole di salvaguardia possono stroncare ogni ipotesi di ripresa con l’aumento dell’aliquota IVA dal 10% al 13% e quella del 22% al 25,5%, con un effetto cumulato nel 2018 di 28,9 miliardi di euro di maggiore pressione fiscale”.

Rete Imprese Italia fa poi rilevare che rimane aperto e caratterizzato da ritardi il problema del pagamento alle imprese dei debiti pregressi della PA. “Nonostante gli strumenti messi in campo stiano producendo effetti positivi, il tema deve restare nell’agenda delle priorità del Governo” hanno dichiarato i portavoce di Rete Imprese Italia.

730 precompilato, semplificazione o caos?

Si parte, dunque, col 730 precompilato, dal 2015. Entro il 15 aprile prossimo, infatti, oltre ai dati sui redditi da lavoro e di quelli immobiliari, il Fisco indicherà da subito altre informazioni utili per la dichiarazione. Ci saranno gli interessi passivi sui mutui (per 3,2 milioni di dichiarazioni), i premi per le assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni (per altre 4,2 milioni) e i contributi previdenziali (per 600.000 dichiarazioni). Il nuovo 730 precompilato sarà lontano mille miglia dal vecchio modulo cartaceo. Di fatto la dichiarazione diventerà un mini-sito personale nel quale molti spazi saranno già riempiti con i dati in possesso del Fisco e gli altri potranno essere integrati – rischiando però i successivi controlli da parte dei poco simpatici amici dell’Agenzia delle Entrate.

I precompilati nel 2015 saranno quasi 20 milioni (19.985.976 per la precisione) e di questi – viene stimato dal Governo – 5,6 milioni (il 28,3%) riguardano modelli da confermare o modificare, 14,3 milioni (il 71,7%) moduli da integrare. Le percentuali scenderanno rispettivamente al 54,8 e al 45,2% già dal 2016; per poi arrivare al 2017 quando tutti i modelli saranno solo da confermare (o da modificare se errati).

LEGGI L’INTERVISTA A RICCARDO ALEMANNO (INT)

«Questo processo serve a semplificare i rapporti tra Fisco e contribuenti – ha dichiarato Cristiano Cannarsa numero uno di Sogei, la società controllata dal ministero dell’Economia che tiene le banche dati principali della pubblica amministrazione italiana – ma chi vuole può tranquillamente continuare ad utilizzare i Caf. Il sistema però è semplice, basta aprire le schermate e inserire i numeri. Non ha le complessità del 730 cartaceo. Si accederà dal sito dell’Agenzia delle Entrate, dove la dichiarazione sarà consultabile in modo sicuro. Oggi sono registrati 1,5 milioni di contribuenti. Il meccanismo prevede l’iscrizione per ottenere le credenziali, una parte delle quali viene inviata a casa, abbiamo tutto il tempo per rendere queste operazioni più semplici per i contribuenti che toccheranno con mano i vantaggi di questa situazione».

LEGGI L’INTERVISTA A MIRCO MION (AGEFIS)

Di tutt’altro avviso Marino Longoni su Italia Oggi, per il quale non ci sarà alcun reale vantaggio per i contribuenti: «L’emblema delle semplificazioni fiscali, varate dal consiglio dei ministri della scorsa settimana, è indubbiamente il 730 precompilato. Ma è una bufala. L’anno prossimo dovranno avvalersi dell’aiuto di un professionista o di un Caf. Anche perché l’85% dei modelli precompilati sarà incompleto. Coloro che si limiteranno a controllore la correttezza dei dati già inseriti dall’Agenzia delle entrate (e anche qui servirà quasi sempre l’aiuto di un professionista o un Caf) saranno meno del 15% del totale. Non ci sarà quindi – ha concluso Longoni – alcun reale beneficio in termini di semplificazione o di riduzione dei costi».

Jacopo MARCHESANO

Alitalia, Montezemolo designato presidente

Il Consiglio di amministrazione di Alitalia, riunitosi mercoledì, secondo quanto si apprende, ha individuato Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari dal 1991 fino a poche settimane fa, come presidente designato della nuova Alitalia. Designato, invece, vice presidente il ceo di Etihad, James Hogan. Il cda ha anche richiesto il versamento dell’anticipo di 80 milioni di prestito ponte sui 300 milioni di aumento di capitale deciso quest’estate fondamentale per proseguire le attività in attesa del conferimento delle attività nella nuova compagnia. La nomina dovrebbe arrivare dopo l’approvazione della fusione da parte delle autorità europee, attesa entro il 17 novembre. Montezemolo, comunque, non avrà deleghe operative, che saranno tutte attribuite all’amministratore delegato Silvano Cassano.